• Non ci sono risultati.

REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA RÉGION AUTONOME VALLÉE D'AOSTE COMUNE DI MORGEX (AO) COMMUNE DE MORGEX (AO)

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "REGIONE AUTONOMA VALLE D AOSTA RÉGION AUTONOME VALLÉE D'AOSTE COMUNE DI MORGEX (AO) COMMUNE DE MORGEX (AO)"

Copied!
20
0
0

Testo completo

(1)

REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA RÉGION AUTONOME VALLÉE D'AOSTE

Committente:

COMUNE DI MORGEX (AO) COMMUNE DE MORGEX (AO)

Progetto di impianto idroelettrico sul torrente Arpy tra le località Jaccod e Kirriaz del comune di

Morgex (AO)

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE ARCHEOLOGICA PREVENTIVA

(Ai sensi degli artt. 95-96 del DLgs. 163/2006 e successivo DPR. 207/2010 e suc. mod.)

Professionisti Responsabili

Dott. Archeologo Mauro CORTELAZZO

Via Martinet 3 – 11100 Aosta Tel 348 6112187 - CF CRTMRA57P06L219C

PIVA 08220140019 Mailto: mcortelz@libero.it Http://www.cortelazzomauro.it

Dott.ssa Archeologa Ada GABUCCI

strada Andezeno 94 10023 Chieri (TO)

Tel. 335 6437950 c.f. GBCDAA56M59L424P Mailto: ada.gabucci@gmail.com

Settembre 2020

(2)

DATI IDENTIFICATIVI DELL’OPERA E DELLA COMMITTENZA Definizione dell’opera:

Progetto di impianto idroelettrico sul torrente Arpy tra le località Jaccod e Kirriaz del comune di Morgex (AO)

Definizione della fase di progetto in relazione all’opera:

PROGETTO DI FATTIBILITA' Definizione della natura del documento archeologico prodotto:

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE

ARCHEOLOGICA PREVENTIVA Committenza:

Soc. Idroelettrica Quinson s.r.l.

Via Chambery 32 11100 AOSTA

Ing. STEFANO PALLANZA Via I. Mus 3

11027 Saint-Vincent (AO) Tel. / Fax +39 0166 537191 Mail: stpro@stpro.it

Indicazione degli estremi dell’opera e degli esecutori della progettazione:

Ing. STEFANO PALLANZA Via I. Mus 3

11027 Saint-Vincent (AO) Tel. / Fax +39 0166 537191 Mail: stpro@stpro.it Indicazione del soggetto incaricato dalla stazione appaltante:

Archeologo: Dott. MAURO CORTELAZZO Via Martinet 3 – 11100 Aosta

Tel - 39 348 6112187

Mailto: mcortelz@libero.it Web www.cortelazzomauro.it

Archeologa: Dott.ssa ADA GABUCCI strada Andezeno 94

10023 Chieri (TO) Tel. 335 6437950

c.f. GBCDAA56M59L424P

Mailto: ada.gabucci@gmail.com Data di consegna del documento:

Settembre 2020

(3)

Il presente “documento di valutazione archeologica preventiva” è riferito alla richiesta avanzata da parte dell'ing. Stefano Pallanza per conto della Soc. "Idroelettrica Quinson Srl" di Aosta in merito ai lavori in oggetto, finalizzata all’elaborazione di una documentazione integrativa utile a consentire l’Ufficio della Soprintendenza Archeologica della Regione Valle d’Aosta di potersi esprimere in merito all’interesse archeologico dell’area oggetto di "Progetto di impianto idroelettrico sul torrente Arpy tra le località Jaccod e Kirriaz del comune di Morgex (AO)". A tale richiesta facevano seguito i contatti con il Responsabile del progetto l'ing. Stefano Pallanza al fine di ottemperare a quanto richiesto e permettere alla Soprintendenza regionale di esprimere il parere di competenza.

L’elaborazione del documento era quindi predisposta dal dott. Archeologo CORTELAZZO Mauro e dalla dott.ssa Archeologa GABUCCI Ada.

(4)

1. Scopo della valutazione archeologica preventiva

Nel presente documento si espongono i risultati dell’indagine di rischio archeologico (in scala da assente a elevato) inerenti l’area interessata dal "Progetto di impianto idroelettrico sul torrente Arpy tra le località Jaccod e Kirriaz del comune di Morgex (AO)". L’opera, attualmente in fase di progettazione di fattibilità, si sviluppa nell’ambito del territorio comunale di Morgex, in particolare in prossimità delle località Jaccod e Kirriaz sul versante orografico destro del torrente Arpy. La costruzione del nuovo manufatto, secondo i dati forniti dallo Studio di progettazione dell'ing. Stefano Pallanza e dalla Società

"Idroelettrica Quinson" Srl, committente del presente lavoro, prevede la realizzazione di una condotta forzata, per uno sviluppo lineare complessivo di circa 1120 mt.

La finalità del presente lavoro, in ottemperanza con il DLgs 163/2006 artt. 95-96, consiste nel fornire indicazioni affidabili per ridurre il grado di incertezza relativamente alla presenza di eventuali beni o depositi archeologici e nel definire il livello di rischio circa la possibilità di effettuare ritrovamenti archeologici che possano interferire nel corso dei lavori in oggetto.

Esso fornisce inoltre istruzioni specifiche circa le operazioni finalizzate all’abbattimento del rischio di danneggiamenti al patrimonio archeologico non ancora noto, e suggerisce le modalità operative, relativamente ai lavori previsti, adeguate agli indici di rischio riscontrati e conformi alle procedure usualmente richieste dalla Soprintendenza competente, sotto la cui direzione si svolge l’intera procedura e a cui spetta la condivisione delle proposte qui avanzate.

(5)

2. Definizione dell’ambito di studio e sintesi delle fonti utilizzate

Si definisce come ambito di studio quella porzione di territorio che insiste sulla destra orografica del Torrente Arpy tra le località Jaccod e Kirriaz, nel comune di Morgex, compreso in una zona del versante che conduce al colle San Carlo tra le quote altimetriche 1670 e 1380 ca. m s.l.m. L'area, interessata da una scarsa urbanizzazione moderna, è caratterizzata dalla presenza dall'alternanza di fitti boschi di larici e da aree a prato con alcuni nuclei insediativi, tra cui la località Kirriaz dove è stato individuato il punto per la realizzazione della centrale (Fig. 1).

Fig. 1: Individuazione dell'area dove sarà realizzata la centrale presso la località Kirriaz. Immagine tratta dal geoportale della Regione Autonoma Valle d'Aosta.

Il censimento delle possibili tracce archeologiche ha riguardato l’area afferente al comprensorio del Colle San Carlo nel comune di Morgex a cui appartiene la porzione di territorio in cui sarà effettuata l’opera.

L’acquisizione delle informazioni utile a definire il livello di rischio, cui l’opera in oggetto potrebbe andare incontro, è avvenuta consultando quanto edito in alcune monografie riguardanti la storia del comune e di questa porzione della valle, nei Bollettini pubblicati dalla Soprintendenza per i Beni e le attività culturali e dalla Société Valdôtaine de Préhistoire et d’Archéologie.

(6)

Si è altresì proceduto alla verifica dei toponimi, compresi quelli prossimi alla località in esame, nell’ottica di ricavare quanti più dati possibili utili allo scopo.

Si è inoltre consultato il geoportale della Valle d’Aosta verificando in questo modo le attestazioni di aree limitrofe caratterizzate da specifico interesse archeologico precedentemente censite e segnalate nel sito con il colore viola (Fig. 2) con l'area individuata presso il Colle San Carlo e gli edifici identificati come di interesse architettonico di tipo monumentale o documento.

Fig. 2: Aree limitrofe alle località Jaccod e Kirriaz. L’immagine è tratta dal geoportale della regione con attivo l’indicatore che segnala le zone di specifico interesse archeologico in viola e gli edifici monumento o documento, tra queste quella denominata "la Testa d'Arpy". In giallo il settore interessato dalla posa della

condotta.

L’assenza d'indizi inerenti ritrovamenti archeologici nei pressi della località oggetto dei lavori tuttavia non autorizza a escludere a priori l’esistenza di depositi archeologici.

L’elaborazione dei dati acquisiti ha portato alla definizione di indici di rischio, assoluto e relativo (per la cui definizione si veda § 7).

(7)

3. L’opera in progetto

L’opera in progetto è finalizzata alla realizzazione di un nuova condotta forzata che dalla località di Jaccod dove è prevista l'opera di presa con la relativa vasca di carico, arriva fino alla località Kirriaz dove sarà predisposta la costruenda centrale nel punto dove già esiste una precedente vasca di carico interrata (Fig. 3).

Fig. 3: La planimetria del tracciato dell’opera in oggetto. Immagine estratta dal progetto realizzato dall'ing.

Stefano PALLANZA.

L'opera di presa sarà posta a 1675 m slm nel tratto del torrente Arpy in prossimità del nucleo edificato di Jaccod, mentre la centrale sarà collocata a quota 1370 m slm in località Kirriaz.

L'intero sviluppo della condotta, che avrà un diametro di 700 mm, interesserà il versante per una lunghezza di circa 1100 m interessando per circa il 30 % il tracciato di una poderale o di un sentiero già esistenti e per la parte restante attraverserà un fitto bosco di larici in un tratto dove la pendenza del versante è considerevole fino ad arrivare alla Strada Regionale 39 per il Colle San Carlo.

La costruzione della centrale non prevede interventi di scavo se non in minima parte poiché il progetto intende utilizzare, sovrapponendosi, la piattaforma in cemento armato della centrale già in esercizio relativa alla condotta, in buona parte posata esternamente, che da Kirriaz scende fino alla località di Pré-Villair. Diversamente la nuova condotta sarà completamente interrata realizzando una trincea della larghezza di circa 1/1,20 m per la profondità di circa 1.20/1,50.

L'asse della condotta segue la destra orografica

Fig. 4: Zona dell'opera di presa Estratto dal progetto dell'ing. Stefano Pallanza.

(8)

del torrente Arpy tranne che nel punto di captazione che invece si trova sulla sinistra idrografica. Questo tratto lungo una quarantina di metri circa segue l'alveo del torrente per poi attraversarlo una decina di metri a valle dell'attuale ponte in legno.

Una volta interessata la sponda orografica sinistra la condotta,

Fig. 5: Il ponticello ligneo nei pressi della prevista opera di presa.

dopo aver attraversato un ponticello e passando a poca distanza dagli edifici della località Jaccod, s'inoltra nel bosco di larici mantenendosi in leggera pendenza.

Fig. 6 Gli edifici della località Jaccod. La condotta passa a destra del nucleo abitato (zona non visibile nell'immagine)

La parte restante del tracciato interessa la traccia di un sentiero, non sempre facilmente individuabile, per la zona più a monte, mentre nel settore più a valle tende a tagliare

(9)

trasversalmente il pendio attraversando in più punti il tratto di strada poderale, ora chiaramente leggibile. Infine attraversata la strada regionale che conduce al Colle San Carlo, s'inserisce in un ultimo tratto costituito da un bosco di larici e da altre latifoglie per raggiungere il piccolo nucleo abitato di Kerriaz dov'è la centrale.

Fig. 7: Zona dove passerà la condotta nel punto in cui il sentiero diviene strada poderale attualmente di servizio ad un piccolo edificio ancora abitato (quota circa 1600

m slm).

(10)

4. Inquadramento geomorfologico territoriale

L’area interessata dall'opera in progetto si contraddistingue per la presenza di due zone morfologicamente molto differenti. Il tratto iniziale si colloca in quella che viene denominata la conca di Arpy caratterizzata da un ampio pianoro circondato da una serie di versanti con spartiacque che vanno dai 3023 m slm del Mont Cormet ai 1950 m del Colle San Carlo. La maggior parte del tracciato invece si sviluppa lungo il versante che scende verso Morgex all'interno di un fitto bosco di larici fino alla località Kirriaz. La forte pendenza evidenzia in alcuni tratti una coltre detritica costituita dall'affioramento di massi di frana che si interpone al substrato del sottobosco modificandone l'aspetto. Diversamente il pianoro solcato dal torrente Arpy è caratterizzato da un deposito alluvionale e fluvioglaciale che si estende fino ad arrivare a contatto con l'accumulo di frana sul versante orografico sinistro. La destra orografica invece alle estremità del pianoro si caratterizza per la presenza di una coltre detrito colluviale ricoperta da un fitto bosco di larici.

Fig. 8: Il pianoro di Arpy con sulla destra la cappella di Nôtre-Dame-des-Neiges.

(11)

5. Inquadramento storico dell’area e le sue valenze archeologiche

L'area oggetto dell'intervento non è segnalata per la presenza di ritrovamenti archeologici.

Esistono in ogni caso una serie di elementi che caratterizzano il settore come di un certo interesse per una serie di importanti elementi antropici anche se riconducibili ad epoca moderna. Certamente la strada che conduce al Colle San Carlo testimonia la presenza di un percorso frequentato da lungo tempo e che costituiva una più che valida alternativa alla strada che invece risaliva da Pré-Saint-Didier. Lo stesso Colle è stato oggetto di interventi di fortificazione in epoca moderna in stretta relazione con quelli realizzati sui crinali circostanti l'abitato di La Thuile. Con la pace di Utrecht del 1713 i Savoia assunsero alla dignità regia e Carlo Emanuele III ordinò nuovi lavori di fortificazione che iniziarono nel 1743. In merito alla strada che risaliva da Pré-Saint-Didier si ricorda che nel 1691 la Via Nuova collegava Prarion a Petozan passando a valle della Testa d'Arpy, la Via Vecchia era tracciata ancora più in basso e attraversava Molliex mentre l'attuale SS 26 venne aperta solo nel 1873. Tutta la zona quindi fu interessata da numerosi interventi che sono ancora oggi presenti materialmente in molti punti del territorio e che si trovano collocati sui crinali che separano la conca di Arpy con quella che gravita su La Thuile.

L'area svolse anche un ruolo di considerevole importanza per l'estrazione mineraria che ebbe le sue prime attestazioni tra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII secolo. Non a caso poco distante dal nucleo di edifici di Jaccod è presente una cappella dedicata a Nôtre-Dame-des-Neiges che reca sulla trave di colmo la data di costruzione 1741 (Fig. 9) e che ebbe la sua consacrazione alcuni anni dopo nel 1749. La presenza della cappella testimonia la forte antropizzazione che subì il territorio in questo periodo probabilmente proprio in relazione allo sfruttamento delle risorse minerarie. Alla stessa data sembrerebbero potersi ascrivere anche alcuni degli edifici che oggi appartengono al piccolo villaggio di Jaccod.

Fig. 9: Trave di colmo della cappella di Nôtre- Dame-des-Neiges con la data incisa 1741.

(12)

Fig. 9: La cappella di Nôtre-Dame-des-Neiges vista dalla parte absidale.

Tuttavia è' nella seconda metà degli anni Venti del secolo scorso che s'inizia a sfruttare in modo industriale il giacimento antracifero di La Thuile-Morgex. Già da secoli si estraeva antracite dal bacino carbonifero di La Thuile, come in tutto l'arco alpino tra la Savoia e il Vallese, ma in modo limitato al fabbisogno locale, al riscaldamento domestico e alla cottura della calce. L'antracite era estratta solo dal livello più superficiale ma con la nuova organizzazione lo sfruttamento delle cave assume una dimensione di tutt'altro tenore.

Proprio per meglio adeguare l'intensa attività di estrazione del minerale fu realizzata per il trasporto del carbone estratto dalla miniera di Col de la Croix posta a un'altitudine di 1.738 metri s.l.m., una galleria mineraria. Questa dai fronti di scavo dov'era prelevato il materiale, percorreva 2,495 km, tramite un piano inclinato, per poi essere caricato sui convogli della ferrovia mineraria La Thuile-Arpy. La ferrovia con un percorso di 1.800 metri attraversava il lungo pianoro di Arpy a 1.740 metri di altitudine. Superata la galleria, era presente un binario d'incrocio adiacente alla sottostazione elettrica di alimentazione della linea, superata la quale i treni impegnavano il percorso a mezza costa in mezzo alla pineta. Al termine si raggiungeva, all'altitudine di 1.696 metri, la teleferica per la stazione di Morgex dove il minerale veniva scaricato nei silos. Da questi tramite la ferrovia Pré-Saint-Didier/Aosta il materiale arrivava a destinazione negli impianti di lavorazione della Cogne. Alcuni degli

(13)

edifici oggi ancora presenti nella frazione Jaccod e anche ad Arpy sono da ricondurre proprio a questa intensa attività di estrazione e lavorazione del minerale se non come locali strettamente connessi alla lavorazione certamente destinati agli addetti all'estrazione o alla manutenzione degli impianti.

Figg. 10-11: Alcune parti in cemento armato degli impianti: a sinistra ciò che rimane della cabina elettrica; a destra le caditoie o scivoli dove erano installate le tramogge che servivano per lo scarico

del minerali estratto.

Nel 1961 la Cogne ridimensionò l'estrazione del carbone/antracite a causa di costi maggiori dovuti all'abbassamento dei fronti di scavo, di conseguenza la ferrovia e la teleferica furono chiuse e smantellate (C. Castiglion Due ferrovie minerarie in Valle d'Aosta, in Tutto treno &

storia, (1999), n. 1, pp. 38-51). Rimangono però ancora strutture materiali molto evidenti che pur se marginali rispetto all'intervento in oggetto costituiscono traccia indiscutibile dell'intensa attività svoltasi in questo distretto geografico negli ultimi secoli.

L'attività mineraria sembra trovare riscontro anche nella presenza, certamente sporadica ma evidente, di alcuni edifici in pietrame ormai leggibili solo parzialmente, al di sotto della coltre vegetativa del sottobosco. Si tratta di probabili strutture abitative oggi conservate solo più in traccia ma che permettono di individuare lo sviluppo planimetrico. Poste non sull'asse

(14)

della condotta ma all'interno del bosco di larici in prossimità dell'alveo del torrente Arpy, mostrano ancora alcuni corsi in pietrame.

Figg. 12: Tracce di un edificio all'interno del bosco di larici.

La scarsa conservazione non permette di ipotizzare la tipologia degli edifici né tantomeno il loro ambito cronologico, anche se lo sviluppo in estensione indica costruzioni di una certa importanza.

Anche nel settore più a valle, in prossimità della Strada Regionale 39, un po' discosto dall'asse del tracciato è presente un edificio abbandonato di epoca moderna che conferma ulteriormente la frequentazione del versante nonostante le forti pendenze.

Figg. 12: Edificio in prossimità della Strada Regionale 39.

(15)

Anche la frazione Kirriaz, pur con i suoi edifici di epoca moderna, costituisce una presenza insediativa di una certa rilevanza che conferma l'antropizzazione che ha interessato questo comprensorio montano anche in relazione allo sviluppo che venne ad avere nel tempo la stessa strada che conduce al Colle San Carlo.

L'area interessata dal progetto della costruenda

Figg. 13: Il gruppo di case di Kirriaz. Immagine ricavata dal geoportale della Regione Valle d'Aosta.

condotta non evidenzia particolari elementi riconoscibili come di elevata valenza archeologica, tuttavia in vari punti presenta alcune criticità legate all'intensa frequentazione di questi ultimi secoli. La prima porzione del tracciato e alcuni tratti lungo l'asse costituiscono punti di un certo interesse che nel corso delle operazioni di scavo potrebbero necessitare di particolare attenzione.

(16)

6. Valutazione del rischio archeologico in relazione all'opera in progetto

L'intervento previsto dal progetto insiste per buona parte in un'area a forte pendenza e caratterizzata dalla presenza di un fitto bosco di larici. Solo nella porzione superiore la posa della condotta arriva ad approssimarsi ad un gruppo di case della località Jaccod, così come nell'estrema parte terminale viene intercettata la frazione di Kerriaz. Tuttavia, nel corso della survey si è potuto constatare come all'interno del bosco siano presenti tracce materiali di alcuni edifici che dimostrano la frequentazione del versante.

In relazione a quanto esposto in precedenza si ritiene, quindi, che l’area in esame sia da considerarsi a medio e basso rischio per ciò che concerne il possibile rinvenimento di elementi di antropizzazione di epoca storica e preistorica. Le tracce insediative documentate, che si situano in prossimità del nucleo edificato di Jaccod o nella piccola frazione di Kirriaz, ma in quest'ultimo caso molto più recenti, e la situazione geomorfologica non escludono la presenza di tracce di antropizzazione. Tali presenze accertate nel corso dei sopralluoghi eseguiti potrebbero richiedere una adeguata attenzione.

Ponendo l’accento sulla valenza di un possibile rischio archeologico dell’area in esame, si ritiene pertanto necessario un controllo durante la fase di scavo lungo l'asse della condotta sul versante ma soprattutto in prossimità delle due frazioni menzionate sopra. Si tratta di settori che, seppur con bassa probabilità, potrebbero eventualmente intaccare livelli conservanti le tracce di una qualche attività umana riferibile a fasi storiche molto recenti. Se non ad attività marginalmente connesse con l'attività estrattiva.

In definitiva si ritiene che in prossimità delle due frazioni si debba considerare il rischio archeologico come medio mentre in alcuni tratti all'interno del bosco, individuati sulla cartografia allegata, si può ipotizzare un rischio archeologico basso.

(17)

Figg. 14 e 15: Il tracciato con le indicazioni dei settori a rischio archeologico (medio/rosso - basso/giallo). Immagini ricavate dal progetto dell'ing S. Pallanza e dal geoportale della Regione

(18)

7. Valutazione degli indici di rischio archeologico

La Valutazione Preliminare di Rischio Archeologico di un’area definisce la probabilità della presenza di depositi o manufatti di interesse archeologico (emergenti o interrati) e la probabilità che essi interferiscano con le opere in progetto. La valutazione di Rischio Archeologico si distingue in ASSOLUTO e RELATIVO e comporta la definizione di un indice di rischio basato su di una scala teorica di 6 livelli: NULLO, BASSO, MEDIO, MEDIO-ALTO, ALTO, CERTEZZA DELLA PRESENZA.

Il rischio ASSOLUTO riguarda la presenza e il grado di conservazione di eventuali depositi archeologici in una determinata area. La determinazione dell’indice di rischio assoluto è effettuata sulla base dei seguenti fattori:

attestazioni archeologiche: presenti o ipotizzate

caratteristiche geomorfologiche e topografiche dell’area: in base alle loro potenzialità rispetto ad una occupazione antropica o nell’ottica del livello di conservazione di eventuali depositi o della loro tipologia (in situ o in giacitura secondaria)

indicazioni fornite dalla toponomastica: presenza di toponimi rivelatori di resti sepolti Per rischio nullo s’intende che nell’area si sia già verificata, attraverso precedenti indagini e/o bonifiche archeologiche, l’assenza di depositi di tipo archeologico. Per certezza della presenza s’intendono quelle aree per le quali si è già accertata la presenza di depositi archeologici, manifesti o interrati, a prescindere dall’eventuale esistenza di un vincolo archeologico.

Il rischio RELATIVO riguardala la previsione, in relazione alla tipologia delle opere da realizzarsi, della eventualità di interferire nel corso dei lavori con depositi archeologici. La determinazione dell’indice di rischio relativo è effettuata sulla base dei seguenti fattori:

l’indice di rischio assoluto assegnato all’area nella quale vengono effettuate le opere in progetto

la tipologia dei lavori (scavi, rilevati, obliterazione di superfici etc.)

Per rischio nullo s’intende che nell’area sia già stata verificata, attraverso precedenti indagini e/o bonifiche archeologiche, l’assenza di depositi di tipo archeologico o che, riguardo le

(19)

caratteristiche delle opere in oggetto, il rischio sia di fatto assente (mancanza di operazioni di scavo e/o obliterazione di porzioni di terreno, lavori in galleria, etc.). Per certezza della presenza s’intendono quelle aree per le quali si è già accertata la presenza di depositi archeologici, manifesti o interrati, a prescindere dall’eventuale esistenza di un vincolo archeologico e a prescindere dalla tipologia dei lavori.

Valutazioni di rischio archeologico assoluto

L’opera in oggetto non insiste su aree nelle quali si è accertata la presenza di resti archeologici, dove vige l’obbligo di bonifica completa dei depositi archeologici attraverso la programmazione di uno scavo archeologico mirato. Tuttavia alcuni tratti dell’opera in oggetto sono da ritenersi a basso rischio di interferenza, in quanto le opere non insistono su aree già archeologicamente bonificate o oggetto di sondaggi.

Per i motivi suddetti, l’indice di rischio assoluto della presenza di depositi o di elementi di interesse archeologico nell’area di intervento è ritenuto

 BASSO per tutta l'opera in oggetto considerando le caratteristiche dell'intervento esposte nella presente relazione.

Valutazioni di rischio archeologico relativo

Si reputa che il settore di versante della costruenda condotta sia da ritenersi a rischio medio di interferenza con resti antichi, poiché si segnalano rilevanze strutturali nelle immediate circostanze associata alla conformazione del suolo favorisce l'occupazione antropica dell'area. In base al sopralluogo compiuto e alle osservazioni indicate nella presente relazione non si segnalano attestazioni di ritrovamenti ad oggi noti che si pongano in adiacenza dell’area in oggetto. La zona tuttavia potrebbe essere verosimilmente a rischio di rinvenimenti occasionali. La presenza di nuclei abitativi e gli interventi antropici che sono intervenuti a modificare alcuni settori, hanno modificato e trasformato questa porzione di territorio. Questa circostanza, unitamente alle caratteristiche morfologiche, rende l’area tendenzialmente favorevole a possibili frequentazioni umane soprattutto in epoca tardo medievale o moderna.

Per i motivi suddetti si considera pertanto l’indice di rischio, relativo alla tipologia delle opere di interferire con manufatti e depositi di interesse archeologico corrispondente a quello assoluto genericamente medio o basso, ovvero:

(20)

 MEDIO per i settori corrispondenti alle due località di Jaccod e Kirriaz dove sono previste le opere per la realizzazione della condotta.

 BASSO per i settori identificati all'interno del bosco di larici dove è stata segnalata nei pressi della condotta la presenza di tracce di edifici ormai allo stato di rudere

Prescrizioni operative consigliate per l’abbattimento del rischio

In un’ottica di abbattimento del rischio archeologico e di una valutazione costi-benefici, si ritiene che la ricaduta specifica sulle opere in progetto degli obblighi di tutela previsti per i beni archeologici si possa configurare nella seguente procedura, estesa anche a eventuali opere accessorie o di cantiere, calibrata sull’indice di rischio riscontrato e sulle modalità delle lavorazioni previste. Al fine di procedere nella prosecuzione dei lavori, si suggerisce che:

 l’espletazione degli obblighi di tutela possa configurarsi con una assistenza continuativa per i settori corrispondenti alle tratte identificate (in rosso) a medio rischio nelle due località di Jaccod e Kirriaz.

 con un'assistenza saltuaria per i settori corrispondenti alle tratte identificate (in giallo) all'interno del bosco.

Dott. Mauro CORTELAZZO

Dott.ssa Ada GABUCCI

Riferimenti

Documenti correlati

La disciplina contabile si riferisce, con riguardo alla dimensione regionale, ai provvedimenti legislativi correlati al perseguimento degli obiettivi indicati nel

Bando per il rilascio delle autorizzazioni per l’esercizio del commercio su aree pubbliche di tipo A) (mediante l’uso di posteggi) – civico mercato coperto Piazza Cavalieri di

1. di approvare l’allegato avviso pubblico, ai fini della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, re- lativo alle cariche in scadenza nel 2° semestre 2001, ai

b) i residenti in Valle d’Aosta da almeno dieci anni. Ad ulteriore parità di merito è preferito il candidato più giovane di età, ai sensi della legge 16 giugno 1998, n. Il

recante “Razionalizzazione periodica della partecipazioni pubbliche” così come modificato dal D.lgs. 100, prevede che le pubbliche amministrazioni effettuino

A garanzia degli obblighi previdenziali ed assicurativi, si opera sull'importo netto progressivo dei lavori, compresi i costi della sicurezza, una ritenuta dello 0,50% e,

Les personnels qui justifient des attestations rela- tives à la connaissance de la langue française vi- sées aux huitième, neuvième et onzième alinéas du présent article ont

- all’art. 1, comma 16, prevede che “Per garantire lo svolgimento in condizioni di sicurezza delle attività economiche, produttive e sociali, le regioni monitorano con