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In materia di integrazione scolastica e sociale di alunni con disabilità della Provincia di Padova Elaborazione di Lucia ZANELLATO

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(1)

L’Accordo di Programma

In materia di integrazione scolastica e sociale di alunni con disabilità della Provincia di Padova

Elaborazione di Lucia ZANELLATO

(2)

Che cos’è

E’ un documento firmato nel 2006 che, aggiornando il testo dell'Accordo provinciale precedente, intende garantire tutte le condizioni operative e gli impegni per una più efficace integrazione scolastica degli alunni censiti ai sensi della L. 104/92.

Il perseguimento non rinunciabile e determinato di tale

finalità è operato attraverso la collaborazione

intenzionale, puntuale e verificata di tutti gli Enti,

pubblici e convenzionati, corresponsabili dei processi

di integrazione.

(3)

A chi è rivolto

Le disposizioni e gli impegni contenuti in questo Accordo riguardano tutte le scuole, di ogni ordine e grado, statali e paritarie del territorio provinciale.

l'Accordo è destinato a tutti gli operatori scolastici,

sanitari e sociali, a tutte le famiglie, in quanto soggetti

attivi e decisivi nel garantire l'efficacia dei percorsi di

integrazione.

(4)

Di che cosa si occupa

Gli Enti sottoscrittori, con vincolo di obbligo per gli impegni in esso sottoscritti, devono occuparsi, a diverso titolo per le specifiche competenze, di tutti quegli aspetti necessari a realizzare percorsi che riguardano:

l’individuazione dell’alunno come persona in situazione di handicap di cui alla legge 104/92 (segnalazione e certificazione);

la documentazione prevista dalla legge 104/92 (Diagnosi funzionale, Profilo Dinamico Funzionale, Piano Educativo Individualizzato) ;

l’organizzazione dell’attività didattica nelle istituzioni scolastiche autonome (Piano dell’Offerta Formativa, sussidi e attrezzature, Gruppo di lavoro per l’Integrazione)

le risorse professionali (richiesta degli insegnanti di sostegno e del personale di assistenza, distribuzione delle risorse)

(5)

La Segnalazione

Cos’è

è una formale richiesta di intervento cui la scuola deve ricorrere ogni qualvolta intenda richiedere ai servizi dell’A.S.L. (Servizio Materno Infantile) un accertamento diagnostico, in relazione a situazioni problematiche o a casi di difficoltà conclamata.

Cosa contiene

prevede la compilazione di due parti:

dati informativi generali,

elementi salienti circa la situazione dell’alunno, desunti dall’osservazione in classe e dalla documentazione a disposizione degli insegnanti, sintetizzati in alcune voci relative alla descrizione dell’alunno, delle situazioni, degli apprendimenti.

(6)

La Segnalazione

Quando si fa

Per gli alunni che evidenziano gravi difficoltà di apprendimento e/o relazione in corso di frequenza scolastica, il Dirigente accoglie la segnalazione dai docenti, i quali invitano la famiglia a presentarsi ai servizi territoriali distrettuali o convenzionati.

Le segnalazioni vanno di norma effettuate entro il

mese di dicembre per consentire l’eventuale richiesta

dell’insegnante di sostegno nei tempi utili (organico di

diritto).

(7)

La Segnalazione

Cosa comporta

Al termine degli accertamenti diagnostici, i Servizi daranno risposta secondo le seguenti modalità:

1. rilascio della certificazione, per gli alunni in situazione di handicap;

2. eventuale rilascio di una relazione (prevista dall’Accordo di Programma), per gli alunni non riconosciuti in situazione di handicap, che, pur non producendo effetti amministrativi, consente alla scuola di meglio programmare ed attuare gli interventi didattico-educativi. Tale relazione comprende una descrizione delle difficoltà riscontrate e delle potenzialità del soggetto esaminato.

(8)

La Certificazione

Cos’è

è il documento conclusivo degli accertamenti clinici finalizzati a definire le problematiche presenti in un alunno, tali da comportare difficoltà di apprendimento e/o di relazione

Cosa comporta

Il rilascio della certificazione garantisce e rende

obbligatori gli interventi di tutela e l’assegnazione di

risorse aggiuntive, previsti dalla Legge 104/92.

(9)

La Certificazione

Cosa contiene

la sintesi diagnostica riferita ai parametri relazionale, intellettivo, biologico e sociale

l’indicazione di gravità (lieve, medio, grave)

il periodo di validità (da 1 a 5 anni). Va comunque rinnovata ad ogni passaggio di ordine di scuola.

l’eventuale necessità dell’operatore addetto

all’assistenza

(10)

La Certificazione

Chi la rilascia

Va rilasciata dall’equipe multidisciplinare del servizio distrettuale A.S.L. o dalle strutture convenzionate su apposito modulo (Modello C1).

Va convalidata dall’equipe distrettuale

con il rilascio del verbale dell’UVMD

(Unità di Valutazione Multi Disciplinare)

(11)

La Diagnosi Funzionale

Cos’è

"Per diagnosi funzionale si intende la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psico-fisico dell'alunno in situazione di handicap"

(DPR 24/2/94).

Ha come obiettivo fondamentale la conoscenza più estesa e approfondita possibile dell’alunno in difficoltà.

Questa conoscenza deve però essere “funzionale”,

ossia finalizzata alla realizzazione di attività didattiche

significative ed efficaci.

(12)

La Diagnosi Funzionale

è uno strumento conoscitivo che, partendo dalla menomazione e dai suoi effetti sul soggetto, mira ad individuare:

• l'insieme delle disabilità e delle difficoltà, determinate dalla menomazione o indotte da modelli ed atteggiamenti culturali e sociali;

• il quadro delle capacità (con riferimento a

recuperabilità, residui funzionali, settori vicarianti,..) in

una prospettiva di tipo evolutivo che metta in evidenza

le potenzialità di sviluppo per ciascun soggetto e una

previsione estremamente significativa per il

successivo intervento educativo.

(13)

La Diagnosi Funzionale

deve tener particolarmente conto delle potenzialità registrabili in ordine ai seguenti aspetti:

a) cognitivo: livello di sviluppo raggiunto e capacità di integrazione delle competenze;

b) affettivo-relazionale: livello di autostima e rapporto con gli altri;

c) linguistico: comprensione, produzione e linguaggi alternativi;

d) sensoriale: tipo e grado di deficit con particolare riferimento a vista, udito, tatto, ma anche ad olfatto e gusto;

e) motorio-prassico: motricità globale e motricità fine;

f) neuropsicologico: memoria, attenzione e organizzazione spaziotemporale e relazionale;

g) autonomia personale e sociale.

(14)

Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF)

Cos’è

è l’atto successivo alla Diagnosi Funzionale. Ha lo scopo di integrare le diverse informazioni già acquisite e indicare, dopo il primo inserimento scolastico, "il prevedibile livello di sviluppo che il bambino potrà raggiungere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni)"(D.P.R. 24/2/94).

Chi lo fa

La sua compilazione spetta all’equipe che ha in carico il bambino, ai docenti curricolari e all’insegnante di sostegno con la collaborazione della famiglia.

Quando si fa

Il PDF è elaborato in seguito alla prima redazione della Diagnosi Funzionale, viene aggiornato periodicamente (generalmente alla fine della classe II per la scuola primaria) e a conclusione di ogni ciclo scolastico.

(15)

Il PDF

Cosa contiene

- la descrizione funzionale dell’alunno in relazione alle difficoltà che l’alunno dimostra di incontrare nelle varie attività;

- l’analisi dello sviluppo potenziale dell’alunno a breve e medio termine, desunto dall’esame dei seguenti parametri:

- cognitivo: in relazione al livello di sviluppo raggiunto, alle

strategie utilizzate per la soluzione dei compiti propri della fascia d'età. (Servizi);

- linguistico: in relazione alla comprensione del linguaggio orale, alla produzione verbale, all'uso comunicativo del linguaggio,

all'uso del pensiero verbale, all'uso di linguaggi alternativi o integrativi. (Servizi);

- sensoriale: in riferimento alla funzionalità sensoriale. (Servizi);

(16)

Il PDF

- motorio prassico: in riferimento alla motricità globale e alla motricità fine. (insegnanti);

- neuropsicologico: in riferimento alle potenzialità esprimibili riguardo alle capacità mnestiche, alla capacità intellettiva e all'organizzazione spazio-temporale. (Servizi);

- affettivo-relazionale: rispetto all'area del sè, al rapporto con gli altri, alle motivazioni dei rapporti e dell'atteggiamento rispetto all'apprendimento scolastico, con i suoi diversi interlocutori.

Questa parte deve essere redatta dagli insegnanti;

- comunicazionale: in relazione alle modalità di interazione, ai contenuti prevalenti, ai mezzi privilegiati. Questa parte deve essere redatta dagli insegnanti;

(17)

Il PDF

- autonomia: in riferimento alle potenzialità esprimibili in relazione all'autonomia della persona e all'autonomia sociale

- apprendimento: in relazione alle potenzialità esprimibili in relazione all'età pre-scolare, scolare (lettura, scrittura, calcolo, lettura di messaggi, lettura di istruzioni pratiche, ecc.).

Questa parte deve essere redatta dagli

insegnanti.

(18)

Il PDF

A cosa serve

è utile ai fini della formulazione del P.E.I. perchè consente all'insegnante, evidenziando le capacità ed analizzando i limiti del bambino, di:

dimensionare in modo adeguato alle potenzialità dell'alunno gli obiettivi e adottare metodologie più mirate alle capacità del soggetto;

privilegiare aree cognitive di più facile accesso e di

maggior produttività

(19)

Il Piano Educativo Individualizzato

Cos’è

è il progetto globale di vita dell’alunno che realizza l’integrazione, ossia la sintesi fra il progetto educativo, riabilitativo e di socializzazione.

esplicita la programmazione didattica individualizzata ed esprime gli indicatori sulla base dei quali viene formulato dai docenti il giudizio sintetico espresso nella scheda di valutazione.

Chi lo fa

deve essere redatto congiuntamente dall’equipe che ha in carico il bambino e dal personale insegnante curricolare e di sostegno, in collaborazione con la famiglia.

È il risultato di un'azione congiunta, che acquisisce il carattere di progetto unitario e integrato di una pluralità di interventi espressi da più persone concordi sia sull'obiettivo da raggiungere che sulle procedure, sui tempi e sulle modalità sia degli interventi stessi che delle verifiche.

(20)

Il PEI

Quando si fa

Dopo un periodo iniziale di osservazione sistematica dell'alunno in situazione di handicap, di norma non superiore a due mesi, durante il quale si definisce e si attua il progetto di accoglienza, viene costruito il P.E.I. con scadenza annuale.

Deve essere puntualmente verificato, con frequenza almeno quadrimestrale (DPR 24/2/94 - art 6).

Cosa contiene

specifica gli interventi che i diversi operatori mettono in atto relativamente alle potenzialità già rilevate nella Diagnosi Funzionale e nel Profilo Dinamico Funzionale. Qualora sia possibile, ci si riferisce a tali interventi integrandoli alla programmazione della classe.

(21)

Il PEI

Verifiche del P.E.I

Alle verifiche periodiche partecipano gli operatori scolastici (insegnanti di classe, insegnante di sostegno, eventuale addetto all’assistenza), gli operatori dei servizi ed i genitori dell'alunno (DPR 24/2/94 - art 6).

Gli incontri vengono concordati e calendarizzati a cura

del Dirigente Scolastico e della Funzione strumentale,

e per ogni incontro deve essere redatto apposito

verbale.

(22)

La Valutazione dell’alunno certificato

Si possono usare prove standardizzate per la verifica?

Gli strumenti di verifica consentono una vera e propria misurazione oggettiva e quindi alta intersoggettività nella lettura o prima interpretazione dei risultati, grazie proprio alla predeterminazione o meno dei criteri di correzione.

Ciò non significa che l'impiego di prove oggettive costringa a compiere confronti con altri allievi: tali strumenti possono impiegarsi per raccogliere dati informativi senza che la loro interpretazione derivi dai valori medi di tutte le prestazioni del gruppo.

(23)

La valutazione

Si devono utilizzare dei “criteri assoluti”, con i quali si stabilisce una soglia di accettabilità di una prestazione o di un comportamento: una soglia oltre la quale si può considerare come pertinente la qualità delle operazioni didattiche compiute dal docente per far acquisire all'allievo certe abilità e competenze determinate nel PROFILO DINAMICO FUNZIONALE e/o nel PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO; sotto la cui soglia, invece, l'esito registrato può considerarsi poco efficace.

I criteri assoluti evitano il confronto tra allievo e allievo esaltando quello tra peculiarità della specifica DIAGNOSI FUNZIONALE e obiettivi posti come traguardi raggiungibili all'interno del PEI e del

PDF.

(24)

La valutazione

Si tratterà, quindi, di compiere le seguenti operazioni:

descrivere le abilità, le conoscenze, i comportamenti che si attendono come manifestazioni di un effettivo raggiungimento di certi obiettivi, oltre che i criteri di adeguatezza o accettabilità delle prestazioni;

confrontare gli esiti delle più diverse prove e costruire

quadri informativi analitici e sintetici, sincronici e

diacronici sugli apprendimenti e sulle difficoltà di

ciascun allievo in relazione a ciascuna e a tutte le

abilità che si volevano far acquisire.

(25)

La valutazione

Le abilità complessive e le competenze specifiche,

derivanti e connesse ai traguardi formativi indicati dai

programmi di insegnamento e contestualmente dal

PEI diventeranno allora gli indicatori in rapporto ai

quali verranno espressi i voti e il giudizio globale.

(26)

L’insegnante di sostegno

La circolare min. n. 250/1985 precisa che

«La responsabilità dell'integrazione è, al medesimo titolo, dell'insegnante o degli insegnanti di classe e della comunità

scolastica nel suo insieme.

Ciò significa che non si deve mai delegare al solo insegnante di sostegno l'attuazione del "progetto educativo individualizzato“;

tutti i docenti devono farsi carico della programmazione e della attuazione e verifica degli interventi didattico-educativi previsti dal piano individualizzato.

(27)

L’insegnante di sostegno

 assume la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui opera;

 partecipa alla stesura di tutti i documenti e progetti per l'integrazione;

 partecipa a pieno titolo alle operazioni di

valutazione con diritto di voto per tutti gli alunni

della classe.

(28)

L’OPERATORE SOCIO- SANITARIO

 Agisce nelle aree:

- dell’autonomia personale;

- dell’autosufficienza di base;

- della generalizzazione delle abilità apprese nei vari contesti di vita.

RIENTRA NEL PROGETTO EDUCATIVO

INDIVIDUALIZZATO

(29)

L’operatore socio-sanitario

 È tenuto a partecipare agli incontri di programmazione per 2 ore al mese

per ogni alunno seguito, compresi quelli con l’équipe sanitarie.

 Non sono tenuti a seguire il bambino

nelle gite scolastiche, ma possono farlo, previa autorizzazione del Servizio

Integrazione, se dà la sua volontaria

disponibilità

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