C. Rubino, A. Rigamonti, G. Frontino, R. Battaglino, V. Favalli, C. Bonura, G. Barera, F. Meschi, R. Bonfanti
UO di Pediatria, Diabetologia Pediatrica, Diabetes Research Institute (OSR-DRI), IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano Corrispondenza: dott. Giulio Frontino, Ospedale San Raffaele, Reparto di Pediatria, via Olgettina 60, 20132 Milano
e-mail: frontino.giulio@hsr.it
G It Diabetol Metab 2015;35:249-256 Pervenuto in Redazione il 20-03-2015 Accettato per la pubblicazione il 29-09-2015
Parole chiave: diabete di tipo 1, bambini, microinfusore Key words: type 1 diabetes, children, insulin pump
Lavoro originale
Analisi di una coorte di pazienti in età pediatrica in terapia
con microinfusore continuo di insulina sottocute
RIASSUNTO
Scopo dello studio è la valutazione di una coorte di pazienti pe- diatrici, affetti da diabete mellito di tipo 1, in trattamento con mi- croinfusore insulinico (CSII), seguiti dall’Ospedale San Raffaele di Milano nel periodo 2007-2014. I dati sono stati raccolti tramite questionario e cartelle informatiche dei pazienti. Sono stati ana- lizzati 206 soggetti di età media 12,93 anni. Il 93,2% ha seguito il percorso di selezione previsto dal nostro centro. Il tasso di drop- out da CSII è risultato del 3,4%. L’emoglobina glicata (HbA
1c) media è sovrapponibile a quella di pazienti in terapia multiniettiva
(MDI) seguiti dal nostro centro nello stesso periodo. L’HbA
1ca lungo termine non varia rispetto al valore precedente all’inizio della CSII.
È emersa un’incidenza ridotta di complicanze acute: 1,42 epi- sodi/100 pazienti/anno di ipoglicemia grave (la metà rispetto a pazienti in MDI) e 1,11 episodi/100 pazienti/anno di chetoacidosi diabetica. La CSII non si associa ad aumento ponderale ed è emersa una correlazione tra BMI e HbA
1cal follow-up. Si è ri- scontrata una correlazione tra uso della cannula verticale e valori inferiori di HbA
1c. Calcolatore di bolo, basali temporanee, tele- medicina e conteggio dei carboidrati sono utilizzati dalla maggior parte dei pazienti: solo il conteggio dei carboidrati correla con ri- duzione della HbA
1c. Il 60,2% ha usato il sensore glicemico con- tinuo (CGM) ma non vi è correlazione con valori più bassi di HbA
1c. Il 53,4% dei pazienti ha sostituito almeno una volta il di- spositivo e il 41,7% ha riportato un malfunzionamento, senza eventi avversi. È emersa una diversa distribuzione delle velocità basali nelle fasce d’età 0-6, 7-12 e 13-18 anni: conferma i dati presenti in letteratura e il vantaggio della CSII in età prescolare. Il numero medio di boli è inferiore rispetto ai dati presenti in lette- ratura e non correla con HbA
1c.
La CSII si conferma un’opzione sicura ed efficace. Nella maggior parte degli studi non dà vantaggi in termini di HbA
1cma riduce l’incidenza di complicanze acute. L’uso della CSII è necessario nel percorso verso l’uso di nuove tecnologie (pancreas artificiale).
Determinanti saranno dunque ulteriori studi sul rapporto costo/
beneficio a lungo termine.
SUMMARY
Analysis of a cohort of pediatric patients treated with con- tinuous subcutaneous insulin infusion
We analyzed a cohort of pediatric patients with type 1 diabetes mellitus treated with continuous insulin infusion (CSII), followed at the San Raffaele Hospital (Milan, Italy) in the period 2007-2014.
We collected data from a questionnaire and from outpatient charts for 206 patients, whose average age was 12.93 years;
93.2% followed our protocol for starting CSII. The drop-out rate
was 3.4%. Mean HbA
1cwas comparable to that of patients on
multiple daily injections (MDI) and long-term analysis did not show
tion between follow-up BMI and HbA
1c. There was also a corre- lation between the use of a vertical cannula and HbA
1creduction.
Most of these patients used advanced functions (bolus calcula- tor, temporary basal rates), telemedicine and carbohydrate count - ing, but only carbohydrate counting was related to the improve- ment in HbA
1c: 60.2% used continuous glucose monitoring (CGM) but here too there was no relation with reduced HbA
1c; 53.4% replaced the pump at least once and 41.7% reported mal- functions (no adverse events). The distribution of insulin basal rates differed between age groups 0-6, 7-12, and 13-18 years;
this confirms other reports and the advantage of CSII over MDI in children under the age of six. The average number of bolus in- jections was lower than expected and was not significantly rela- ted with HbA
1c.
CSII is safe and effective. Most studies report no significant im- provement in HbA
1c, but there is a lower incidence of acute com- plications.
CSII therapy is a mandatory step towards the application of new diabetes technology (artificial pancreas) but further studies need to assess long-term cost and benefits.
Introduzione
Il diabete mellito di tipo 1 (type 1 diabetes mellitus, T1DM) è una delle patologie croniche più comuni in età pediatrica. Il microinfusore continuo di insulina sottocute (continuous sub- cutaneous insulin infusion, CSII) rappresenta una modalità al- ternativa alla terapia multiniettiva (multiple daily injections, MDI) di somministrazione della terapia insulinica e il suo utilizzo è in aumento tra i pazienti pediatrici. I vantaggi della CSII rispetto alla MDI sono le diverse velocità infusionali basali per fasce orarie, la possibilità di una fine modifica delle dosi insuliniche, le funzioni avanzate. I benefici glicometabolici della CSII ri- spetto alla MDI evidenziati in letteratura sono una riduzione dell’emoglobina glicata (HbA
1c), della dose insulinica e dell’in- cidenza di complicanze acute
(1,2). Gli studi in letteratura che analizzano gli effetti metabolici a lungo termine della CSII sono pochi e dai risultati eterogenei
(3-5). Le possibili problematiche associate alla CSII sono infezioni locali, lipodistrofie al sito di infusione, malfunzionamenti della pompa e del set infusionale.
Inoltre i costi della CSII sono maggiori rispetto alla MDI.
Scopo dello studio è valutare i risultati diabetologici in una co- orte di pazienti pediatrici, affetti da T1DM, in CSII da almeno un anno, seguiti dall’Ospedale San Raffaele di Milano nel pe- riodo 2007-2014.
Materiale e metodi
Sono stati analizzati 206 pazienti di età compresa tra 3 e 26 anni (media 12,93 ± 4,56 DS). La distribuzione del cam- pione per fasce d’età è riportata nella tabella 1. Per l’analisi
statistica dei valori di HbA
1c, BMI, dosi di basali e boli, l’ultima fascia d’età è stata ristretta a 13-18 anni per rendere il cam- pione più omogeneo e confrontabile con altri studi. Pertanto per le sopracitate analisi il campione è costituito da 182 pa- zienti: l’11,54% di 0-6 anni (media 4,5 ± 1,1 DS), il 35,16% di 7-12 anni (media 9,8 ± 1,6 DS), il 53,3% di 13-18 anni (media 15,1 ± 1,7 DS). L’età media all’esordio di T1DM è 5,7 anni, l’età media all’inizio della CSII è 9,2 anni.
Il protocollo per l’inizio della CSII, che è stato utilizzato per quasi la totalità (93,2%) dei pazienti, prevede che la CSII venga pro- posta secondo le raccomandazioni italiane all’utilizzo del mi- croinfusore sottocutaneo di insulina in età pediatrica
(6). I dati sono stati raccolti tra novembre 2013 e aprile 2014 me- diante compilazione di un questionario e revisione dei dati re- gistrati al follow-up ambulatoriale nella cartella informatica MyStar Connect. Il gruppo di controllo (n = 742) è costituito da soggetti in MDI della stessa fascia d’età, seguiti presso il nostro centro nello stesso periodo (età media 10 ± 5,8 DS, HbA
1c7,20% ± 1,3 DS). È stato acquisito il consenso dei ge- nitori alla raccolta e all’utilizzo dei dati. I valori di HbA
1ce body mass index (BMI) di ogni paziente si riferiscono ai valori medi per ogni semestre del periodo di studio. I valori di velocità di infusione basale, numero di boli e dose insulinica totale si ri- feriscono all’ultima visita ambulatoriale. I dosaggi di HbA
1csono stati tutti effettuati mediante il medesimo strumento (DCA 2000; Bayer Diagnostics Inc., Tarrytown, NY, USA). Tale strumento viene periodicamente sottoposto a controlli di qua- lità dalla casa produttrice e confrontato col dosaggio di HbA
1cdel laboratorio: le nostre misurazioni della HbA
1ccapillare sono inferiori ai valori misurati in laboratorio in media dello 0,2%.
L’ipoglicemia grave (severe hypoglycemia, SH) è stata defi- nita come episodio di perdita di coscienza con convulsioni, associate a ipoglicemia documentata (inferiore a 70 mg/dl).
La chetoacidosi diabetica (diabetic ketoacidosis, DKA) è stata definita come episodio caratterizzato da iperglicemia, cheto- nemia elevata (valutata con strumento per la misurazione della chetonemia capillare, fornito a tutti i nostri pazienti in CSII), pH ematico inferiore a 7,3, che ha richiesto un accesso in pronto soccorso e correzione mediante idratazione e insulina ev. I mi- croinfusori utilizzati sono: Medtronic Paradigm (Veo, 512, 715) nel 43,20% dei casi, Animas (2020, Vibe) nel 43,20% dei casi, Roche Spirit (Combo) nel 13,12% dei casi, altre marche nello 0,48% dei casi. I sensori glicemici utilizzati sono: Medtronic Guardian con Sofsensor (18,55% casi) e Medtronic Paradigm con Enlite sensor (30,64% casi), Dexcom Seven Plus (12,1%
casi) e G4 (38,71% casi). Tali dispositivi consentono l’impie- go della “telemedicina”, cioè l’uso di programmi informatici per garantire un’assistenza sanitaria a distanza: i pazienti
0-6 (4,5 ± 1,1) 21 10,19
7-12 (9,8 ± 1,6) 64 31,07
> 13 (16,1 ± 2,5) 121 58,74
possono inviare i dati su glicemie e dosi insuliniche al centro diabetologico, ricevendo successivamente un feedback sul- l’andamento metabolico.
I dati sono stati analizzati mediante programma per analisi statistica JMP. Le analisi sono state condotte con T-test. Se i gruppi considerati risultavano non omogenei è stato utilizzato un metodo non parametrico (Wilcoxon). Se i gruppi conside- rati erano più di due, è stata utilizzata l’ANOVA con correzione di Tukey-Kramer.
Risultati
HbA
1cL’HbA
1cmedia del nostro campione, nel periodo in esame, è risultata 7,26% ± 0,5 DS. In soggetti in MDI della stessa fa- scia d’età, seguiti presso il nostro centro nello stesso periodo (n = 742), l’HbA
1cmedia è risultata 7,20% ± 1,3 DS. La valu- tazione del controllo glicometabolico per fasce d’età, con- frontando MDI e CSII, è riassunta nella tabella 2. Solo 7 soggetti (pari al 3,4%) hanno abbandonato la CSII per tor- nare alla MDI (drop-out), 5 perché non la desideravano più e 2 per scelta medica, e solo uno di essi non aveva effettuato il percorso di selezione. L’HbA
1cmedia nel periodo di studio nei soggetti che hanno abbandonato la CSII è risultata 7,67%, valore che differisce in modo statisticamente significativo (p = 0,02) dall’HbA
1cmedia dei pazienti che hanno proseguito la CSII durante il periodo in esame, pari a 7,24%.
La figura 1 mostra l’andamento dell’HbA
1cmedia durante il periodo analizzato per fasce d’età. Nella fascia 0-6 anni (Fig. 1, pannello A) vi è un miglioramento dello 0,3% a 2 anni, dai 30 mesi in poi il numero di pazienti che ha proseguito il fol- low-up è troppo esiguo per trarre delle conclusioni significa- tive. Nella fascia 7-12 anni (Fig. 1, pannello B) l’HbA
1csi riduce dello 0,2% fino al quarto anno, poi tende a tornare ai livelli pre-CSII. Nella fascia 13-18 (Fig. 1, pannello C) l’HbA
1csi mantiene stabile, con una tendenza al peggioramento a par- tire dal quarto anno. Il valore di HbA
1call’inizio della CSII è ri- sultato direttamente proporzionale (p = 0,001, R
2= 0,23) al valore medio di HbA
1cal follow-up (Fig. 2).
Ipoglicemia grave e chetoacidosi diabetica
L’incidenza di SH nel campione in esame è 1,42 episodi/100 pazienti/anno. In soggetti in MDI di pari età seguiti dal nostro centro l’incidenza è 2,47 episodi/100 pazienti/anno, con una riduzione in CSII di circa il 43%. I valori di HbA
1cdi pazienti che hanno e non hanno presentato SH nel periodo consi- derato differiscono in modo statisticamente significativo (p = 0,02): 7,5% nel primo gruppo e 7,24% nel secondo gruppo.
Tabella 2 Confronto tra valore di emoglobina gli- cata media nel periodo 2007-2013 in pazienti in te- rapia con microinfusore (CSII) e multiniettiva (MDI), divisi in fasce di età.
Età HbA
1cmedia (%) HbA
1cmedia (%) ±
± SD CSII SD MDI
0-6 7,2 ± 0,4 6,6 ± 1,5
7-12 7,2 ± 0,5 7,1 ± 1,2
13-18 7,3 ± 0,5 7,4 ± 1,3
Mesi di follow-up HbA
1c9
8
7
6
Pre-CSII 6 12 18 24 30
A B C
9
8
7
6
Pre-CSII 12 24 36 48 60 72 84 10
9
8
7
6
Pre-CSII 12 24 36 48 60 72 84
Figura 1 Andamento di HbA
1c(%) per ogni semestre di osservazione nella fascia 0-6 anni (A), 7-12 anni (B), 13-18 anni (C).
Nel pannello A il follow-up riportato in ascisse si ferma a 30 mesi in considerazione dell’esiguo numero di pazienti che hanno un follow-up nei semestri successivi (5 pazienti di questo gruppo hanno un follow-up di 3 anni, 3 pazienti hanno un follow-up di 4 anni, un solo paziente ha un follow-up di 5 anni).
HbA
1cpre-CSII HbA
1cmedia follow-up
8
7
6
6 7 8 9 10
Figura 2 Correlazione tra valore medio di HbA
1c(%) all’inizio
della CSII e al follow-up.
15 soggetti che hanno avuto DKA, il 46,7% (n = 7) ha di- chiarato di non misurare mai la chetonemia, il 13,3% (n = 2) di misurarla occasionalmente, il 20% (n = 3) di farlo se la gli- cemia capillare è maggiore di 250 mg/dl, il 13,3% (n = 2) di farlo mediamente una volta a settimana, il 6,7% (n = 1) di farlo mediamente più di una volta a settimana. Tra i pazienti che non hanno avuto DKA (n = 191), il 25,13% (n = 48) ha di- chiarato di non misurare mai la chetonemia, il 16,75%
(n = 32) di misurarla occasionalmente, il 23,56% (n = 45) di misurarla solo se la glicemia capillare è superiore a 250 mg/dl, il 23,04% (n = 44) di misurarla mediamente una volta a settimana, l’11,52% (n = 22) di misurarla mediamente più di una volta a settimana.
BMI ed esercizio fisico
Vi è una correlazione statisticamente significativa tra il BMI a inizio follow-up e il BMI a 4 anni (p = 0,0001, R
2= 0,71) e a 5 anni (p = 0,0001, R
2= 0,599). Lo studio della correlazione tra HbA
1ce BMI ha mostrato una correlazione non significa- tiva (p = 0,105) nel primo semestre di follow-up e una corre- lazione significativa a 2 anni (p = 0,0004) e a 4 anni (p = 0,025) di follow-up. Centocinquantadue soggetti su 206, pari al 73,79%, hanno dichiarato di svolgere regolare attività fisica.
Le ore settimanali medie di esercizio fisico sono risultate 3,27
± 2,9 DS. Non è stata evidenziata una correlazione statisti- camente significativa (p = 0,68) tra regolare attività fisica e HbA
1cmedia.
Aspetti tecnici
La cannula del microinfusore viene posizionata dal 25,7%
(n = 53) dei pazienti preferenzialmente in addome, dal 39,8%
(n = 82) prevalentemente sul gluteo, dal 34% (n = 70) in en- trambe le sedi, da un paziente (0,5%) anche nella coscia. Non è stata trovata un’associazione significativa tra sede della can- nula e HbA
1cmedia. Per quanto riguarda il tipo di cannula, il 62,6% (n = 129) utilizza il tipo verticale, il 37,4% (n = 77) il tipo obliquo. È emersa un’associazione statisticamente significa- tiva (p = 0,0006) tra uso della cannula verticale e valori più bassi di HbA
1cmedia. Il 70,87% ha riportato delle infezioni lo- cali, il 25,24% delle lipoipertrofie e il 2,43% delle lipoatrofie in sede di infusione.
Il 61,16% del campione (n = 126) utilizza le funzioni di calcola- tore di bolo e insulina residua. Il 65,05% (n = 134) utilizza le basali temporanee. Non è stata trovata un’associazione stati- sticamente significativa tra uso di funzioni avanzate e HbA
1cmedia. L’83,98% dei pazienti (n = 173) usa il conteggio dei car- boidrati per la gestione dei boli ai pasti, e questo correla in modo statisticamente significativo (p = 0,014) con valori inferiori di HbA
1c. Il 56,31% (n = 116) invia regolarmente i dati del microin- fusore, del glucometro ed eventualmente del sensore al centro
Il 60,2% del campione (n = 124) ha utilizzato almeno una volta il sensore glicemico continuo (continuous glucose monitoring, CGM). Il 76,61% di essi (n = 95) ha utilizzato il CGM per pochi giorni o per qualche settimana, il 23,39% (n = 29) ne fa un uso abituale o continuo. La principale motivazione per la so- spensione dell’uso del CGM (per il 32,25% dei pazienti che l’hanno utilizzato) è l’eccessiva invasività. Non è stata riscon- trata un’associazione statisticamente significativa tra uso del CGM e HbA
1cmedia. La durata media di ogni singolo sen- sore posizionato è di 8,19 giorni. È stata dimostrata una cor- relazione statisticamente significativa (p < 0,001) tra la marca Dexcom e una maggiore durata del sensore.
Sostituzione e malfunzionamento
Il 53,4% dei pazienti (n = 110) ha sostituito almeno una volta il microinfusore in uso. Il motivo più frequente di sostituzione (58,2% delle sostituzioni, n = 64) è risultato il malfunziona- mento della pompa. Altre motivazioni sono state: un aggior- namento per un nuovo modello (20,9%, n = 23), altri motivi non meglio specificati (16,4%, n = 18), la sostituzione di rou- tine dopo 4-5 anni (4,5%, n = 5). Il 41,7% dei pazienti (n = 86) ha riportato un malfunzionamento del microinfusore. Di questi, il 38,4% (n = 33) ha riportato una rottura meccanica, il 23,3% (n = 20) allarmi o errori rilevati dalla pompa, il 20,9%
(n = 18) una rottura dei tasti, il 9,3% (n = 8) problemi col di- splay, l’8,1% (n = 7) una rottura a seguito di caduta acciden- tale. Tra i pazienti che hanno riportato problematiche di malfunzionamento, in nessun caso questo ha causato una problematica significativa alle glicemie (DKA, SH, assenza da scuola, ricovero).
Distribuzione delle dosi
È stata effettuata un’analisi della distribuzione delle dosi insu- liniche per fasce d’età. Nella fascia 0-6 anni (Fig. 3, pannello A) l’insulina basale media ha velocità massima di infusione nella fascia oraria serale 22-23 (0,45 ± 0,18 DS) e minima nelle fasce orarie del mattino, in particolare 11-12 (0,13 ± 0,1 DS). Nei pazienti di 7-12 anni (Fig. 3, pannello B) la velocità media di infusione basale è massima nella fascia oraria not- turna 0-1 (0,68 ± 0,27 DS) e minima nella fascia oraria mat- tutina 11-12 (0,37 ± 0,22 DS). Tali dati riguardano un sottogruppo di 59 pazienti all’interno del gruppo di 64 pazienti di tale fascia d’età: 5 pazienti hanno poi sospeso la CSII o ab- bandonato il follow-up presso il nostro centro. In pazienti di 13-18 anni (Fig. 3, pannello C) la velocità media di infusione basale è massima nella fascia oraria pomeridiana 17-18 (1,15
± 0,45 DS) e minima nelle fascia oraria mattutina 11-12 (0,89
± 0,39 DS). Tali dati riguardano un sottogruppo di 94 pazienti
all’interno del gruppo di 97 pazienti di tale fascia d’età: 3 pa-
zienti hanno poi sospeso la CSII o abbandonato il follow-up presso il nostro centro. La distribuzione relativa della dose in- sulinica totale (Tab. 3) mostra una tendenza a somministrare più insulina come bolo piuttosto che come basale. Tale distri- buzione è più evidente in età prescolare e diventa meno marcata con l’aumentare dell’età. Il numero medio di boli gior- nalieri è 4,1 nella fascia d’età 0-6, 4,3 nella fascia 7-12 e 4 nella fascia 13-18. Non si è evidenziata una correlazione sta- tisticamente significativa tra numero di boli e HbA
1c.
Discussione
HbA
1cIl valore medio di HbA
1c(7,26%) è sovrapponibile all’HbA
1cdi pazienti in MDI (7,20%). Tale risultato è in accordo ad alcuni lavori, la maggior parte degli studi dimostra invece una lieve differenza (di 0,2-0,4%) tra CSII e MDI
(1,7). Il valore medio di HbA
1cnei nostri pazienti in CSII è comunque più basso ri- spetto al valore riportato negli studi italiani VIPKIDS (8%) e SHIP-D (7,9%) ed è inferiore a 7,5%, obiettivo per l’HbA
1cin età pediatrica indicato dalle linee guida ISPAD
(8-10). Il confronto tra CSII e MDI nelle diverse fasce d’età mostra nella fascia 0- 6 anni un valore di HbA
1cpiù basso in MDI dello 0,6% (dato attribuibile alla maggiore frequenza di ipoglicemie in MDI), nelle altre fasce d’età le differenze sono esigue (dello 0,1%). Il tasso di drop-out (3,4%) è inferiore a quello riportato dalla terza in- dagine nazionale sulla CSII in Italia (8,65%)
(11). Non è stata tro-
vata una correlazione significativa tra drop-out e percorso di selezione, tuttavia è ragionevole ipotizzare che il basso tasso di drop-out sia riconducibile all’efficacia della selezione effet- tuata presso il nostro centro. I soggetti che hanno abbando- nato la CSII hanno presentato HbA
1cpiù elevata rispetto ai soggetti che hanno proseguito la CSII: probabilmente i pa- zienti che abbandonano la CSII hanno una minore compliance verso l’adeguata gestione del T1DM, dato in accordo con lo studio di Lombardo et al. del 2012
(12).
L’HbA
1cnel follow-up a lungo termine resta sostanzialmente invariata rispetto al valore pre-CSII. Tale andamento è in ac- cordo a quello riportato da alcuni lavori, altri studi mostrano in- vece un miglioramento dell’HbA
1cdopo vari periodi di follow-up
(3-5). Il non ottimale controllo glicometabolico sem- brerebbe un’indicazione discutibile alla CSII in base ai risultati di questo e di altri studi. Tali risultati sono chiaramente legati ai criteri selettivi per la CSII: nel nostro centro vengono sele- zionati solo pazienti che vanno bene in MDI, che quindi con- tinuano ad avere un buon controllo glicometabolico in CSII. La problematica del rapporto causa-effetto tra scelta della CSII e buon controllo glicometabolico è affrontata da numerosi studi in letteratura, senza tuttavia giungere a conclusioni definitive
(13).
Ipoglicemia grave e chetoacidosi diabetica
L’incidenza di SH (1,42 episodi/100 pazienti/anno) conferma la bassa incidenza di SH in CSII dimostrata da altri studi
(2). Nello studio multicentrico italiano di Cherubini et al. l’incidenza di SH in CSII è più elevata (9,4 episodi/100 pazienti/anno), probabilmente per la maggiore ampiezza ed eterogeneità del campione e per la maggiore capacità di gestione del T1DM della nostra coorte. A differenza dello studio di Cherubini et al., ma in accordo ad altri studi, si è riscontrata una correlazione tra SH e HbA
1cpiù elevata. È quindi ragionevole ipotizzare che i nostri pazienti con SH abbiano un peggiore controllo glico- metabolico
(9). L’incidenza di DKA (1,11 episodi/100 pa- zienti/anno) è paragonabile o inferiore rispetto a quella riscontrata da altri studi
(2). Cherubini et al. hanno riscontrato un’incidenza pari a più del doppio (2,6 episodi/100 pa- zienti/anno) e una correlazione con valori più elevati di HbA
1cche non è stata evidenziata nel campione in esame
(9). I soggetti Tabella 3 Distribuzione relativa della dose insulinica
come basale e come bolo, espressa come percen- tuale rispetto alla dose totale giornaliera, nelle fasce d’età 0-6, 7-12, 13-18 anni.
Fascia d’età Bolo/Dose Basale/Dose totale (%) totale (%)
0-6 57,6 42,4
7-12 53 47
13-18 51,2 48,8
Fasce orarie
Insulina basale
0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 2 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24