Paola Mascaro
VALORE D
È ORA
DI PASSARE
AI^ ATTI
Le buone intenzioni non possono bastare. In Italia si è detto molto
e realizzato poco in tema di inclusione e di gender gap. Le quote rosa?
Utili, ma non sufficienti. E gli obiettiv non sono ancora misurabili. Le aziende
si muovono, ma la società non sta
al passo. Ne parliamo con la presidente dell'associazione di imprese
Testo di Cecilia Lulli - Foto di Ernesto De Angelis
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Oltrechepresidente di Valore D, Paola Mascaro è Direttore Marketing e Comunicazione di Accenture Italia,Europa Centrale e Grecia e haoltre25annidi esperienzainaziende globali,tracui General ElectriceAlcatel- Lucent.Co-ideatrice di In the Boardroom, percorsodi formazione rivolto a donne che aspirano ad accedere ai cda, è membro della Task Force "Donneper unNuovo Rinascimento"
delministero per la Pari opportunità e la Famiglia, esottola Presidenza Italianadel G20 hasvolto l'incarico di Chairdeltavolo G20 Empower
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sustainability
D
non sta solo per Donne,ma
Dintesa anchecomeDiversity.Si è ampliato nel tempo
ilfocus dell'organizzazione
Valo-reD,
la primaassociazionedi impresein Italia
- oltre270
aoggi,perun totale di più di
duemilioni di dipendenti
- chedal 2009 si impegna per l'equilibrio di generee per una cultura inclusiva.
Tre- dicianni che non sono passatiinvano, anchese
ilvoto chePaola Mascaro,
pre- sidentedell'associazione,sull'attuale
si- tuazionedellaparità
digenerenel nostro Paeseraggiunge appena
lasufficienza, ponendol'accento
alcontemposul tema centrale della pipeline e sulla
rilevan- zadell'ecosistemaeducativo e
cultura- lenel suoinsiemenellaresponsabilitàdi far passaree stabilizzare
imessaggi
in- clusivi.Il dato odierno,che
lamanager
- DirettoreMarketinge Comunicazione AccentureItalia, EuropaCentrale
eGre- cia -èchele buoneintenzioninon
pos- sonobastare.Anche perché la stradada percorrere è ancoralunga nella
Peniso-la,
dove
lequote rosaall'interno dei cda di societàpubblichee quotate
sisono
ri- velateun provvedimento utile, ma non risolutivo.
Perchédà solo la sufficienza
all'at- tualesituazionedella parità di
ge- nerenel nostro Paese?
Perché
seda un lato negli ultimi anni un po' di progressisonostati fatti, su
al- cunifronti invece non
cisiamo mossi.
Anzi,
se penso al numero didonne in
po- sizioniapicali siamopersino tornati
in- dietro,passandodal
4%al
3%.Datoche
cirelegain fondo alla classifica.
Quin- didal punto di vista della
consapevolez- za,dell'impegno,dell'attenzione
sicura- mente lasituazione
èmolto migliorata, ma i risultati ancora non
sivedono.An-
30
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Marzo 2022
che nell'ambito degli altri Paesicon cuici confrontiamo,abbiamomantenuto unapo- sizione invariata rispetto all'anno precedente e invece c'è molto dafare. In sintesi, do un voto sufficienteperl'attenzione el'impegno, manon vado oltreperché bisogna an- cora passareall'esecuzione eall'accelerazioneper quantoriguarda l'inclusione di ge- nere.
A
propositodi
Paesicon cui confrontarsi,
qualè
lasituazione
deinostri vi- cini
Ue?Il quadroèmolto articolato ebisognatenere conto delle profonde differenzecheesi- stono tra l'Italia ealtri Paesi come quelli delNord Europa. Sono moltopiùavanti di noi, maèdovutoin buonaparte al fattochepartono daaltre basi,per esempio intema di condivisionedei carichiedi organizzazione della società. Pure il Regno Unito ha fatto enormipassi avanti,ma si tratta sempredi unPaeseculturalmentedistante da noi. Credo,invece,che potremmoguardare coninteresse alla Francia,checi somiglia ma èpiù avantinelpercorso verso l'uguaglianzadi genere. Però poi ognunodevetro- varelasuaformula specificaper avanzare. Nel nostrocaso,per esempio, lalegge re- lativa allequote nei cda disocietà pubblichee quotate sièrivelata utile, tanto che
il
tema èora alcentro di un grande dibattito in altri Stati, come laGermania. In ogni modo, la verità è che ormai sappiamo bene cosadobbiamo fare,ora si tratta, come dico spesso,di andare inesecuzione.
Quali
sarebbero lepriorità
da mettere inatto?
Nel mondo delle imprese,un tema centrale èquellodella pipeline, è cioè avere una presenzanumerosa di donnenelle posizioni professionali atutti ilivelli dellapirami- de, altrimenti quandocisitrova asceglierea chi affidareleposizioni apicali non cisa- ranno mai candidature femminili. Perraggiungerequesto obiettivobisogna mettere in campo una serie di strumenti. Innanzitutto, è importanteporsi obiettivi misurabi- li, comeleimpresefanno intutte le altre loro attività. Solo così quandoli si raggiun- ge,onon losi fa, cisipuòfermare ariflettere sulle azioni correttiveomigliorative da attuare.L'altro tema in gioco sonole policy inclusive. Leimprese sonostate storica- mente costruite su un modello maschile, èquindi inevitabile che
il
modo incuiil
la- voroèstato organizzato finora nonlerenda inclusive. La pandemiaha accelerato la riflessione in merito edi certosmart working eflessibilità potranno aiutare. Purché cisiauncambiamentoculturale dibase: senza unribilanciamento dei carichi di cura tra partnersi rischia un effetto contrario. E poi non bisogna dimenticare la mancan- zadelle infrastrutture necessarie, comegliasili. Infine, bisognalavorare anche sull'o- rientamento per sostenere lascelta delpercorso distudi dellaragazze. Dobbiamo aiu- tarlea capire che nonè vero chenonsiamo portateper lemateriescientifiche come ci hannosempre raccontato.Un pregiudizio
che non èsolomaschile,
ma che èradicato
anche inmol-
te donne.Certo, non è un problema di maschilismo, madi cultura patriarcale a cui entrambi
i generi sonoosono stati soggetti. Ed è per questo chebisognalavorareinsieme.
Devoammettere chemolti uomini delle nuove generazionisono diversi,eanche loro vannoaiutati quando, per esempio, vogliono fare
i
papà, perché subiscono pressioni sociali chegli rendono diffici- leprendersi tempo dal lavoro per stare coni
propri figli. Dobbiamoaiutarci avi- cenda.Per
questo ènecessariolavorare
sulle nuovegenerazionievoi
avete diverseiniziative
legate alle scuo- le.Vuole
accennarci le piùimpor-
tanti?Tutti siamo intrisi di questi pregiudizi, quindi
il
principio base ditutte leini- ziative è quello di scardinaregli
stereo- tipi digenere aogni livello, anche se la nostra attenzione vain primis abambi- ne e ragazze, perché diversi studi con- fermano chegià dai sei anni iniziano a porsideilimiti rispetto a certe materie e certi percorsi di studio. Per questo in occasionedella Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scien- zaValoreD halanciato lacampagna di sensibilizzazione #ValoreD4STEM per contribuire a ridurre il divario digene- renei settoridella scienza, della tecno- logia, dell'ingegneria e della matematica e rendere ipercorsi di studio elecarrie- reinquesti settori, dove sicreerà mag- giore occupazionein futuro, più attrat- tivi perledonne. Ma potreicitare anche il programma InspiringGirls, che por- ta nelle scuole medie donnedi successo, cheamanoil
loro lavoro, per racconta- re laloro storia affinché possa,appunto, essere d'ispirazione.Il
vero messaggio, per maschi efemmine,èche non esisto- nolimiti, in termini lavoratili, solo per- ché si appartiene aungenere o all'altro.E
poi naturalmentelavoriamo molto an- che congli insegnanti,perchéloro stessi a volte sono inconsapevolidi mettere in campo alcuni pregiudizi, influenzando la scelta delpercorso distudi.Poco fa accennava ai
risultati
rag- giunti grazie alla legge sulle ->Tutti i diritti riservati
sustainability
quote rosa nei
cdadi alcune
socie-tà.
Comefare
unulteriore
passoavanti?
Confermo che dal punto di -vistadei nu- meric'èstato un miglioramento, che ha portato neicda anche un abbassamen- to dell'età media e unaumento del
li-
vello discolarizzazione. Quindi, il con- tributo femminileè stato quantitativo, ma anche qualitativo. Restano però de-gli
aspettisu cui lavorare.In
particola- re, tengo molto alla questione delle de- leghe esecutive, perché esercitareleleve del potere significa esercitareil
cambia-mentoe, aoggi, non c'è corrisponden- zatra
la
rappresentatività neiboard e la cultura inclusiva nelle rispettive azien- de. Questo non vuol dire chelalegge ha fallito, vuol dire che non basta.Oggi si discute molto della proposta, anche un po' provocatoria, di inserire quote an- che nei livelli esecutivi. Devo ammettere che non ho una posizioneforte su que- sto punto, sonouna donna pragmatica e mi interessa raggiungerei
risultati: permela risposta, come accennavogià
pri-
ma, èlavorare sullapipeline.
Ho
trascor- so tutta lamia vita professionale nelle organizzazioni e leassicuro chein
alcu- ne areedelle imprese noncisono ancora donne nemmeno neiruoli
di mediare-
sponsabilità equestorende spesso qua- si impossibile trovare candidate donne meritevoli peri
ruoli superiori. Dobbia- moinvece arrivare ad avereun gran nu- mero di donne e uomini checompetono inbase almerito. Èunlavoro più fati- cosoeche non darà risultati immediati, mapiù solidi e dilungadurata.In
temadi inclusione, pensa
che possafare di più la famiglia,
lascuola o l'impresa?
È una questione di ecosistema. Così come nonc'è una ricetta magica nonc'è nemmeno l'interlocutore magico. Ognu- no deve fare il suo. Scuola, istituzioni e imprese insieme possono fare tantissi- mo, anche per influenzare
le
famiglie.Quando dico istituzioni penso ancheai mezzi di comunicazione, che hanno la
businesspeople.it
Strettamente personale
Abbiamo parlato dirole model,ne ha avuto unoinparticolare?
Non uno solo nellospecifico,sia perché quandoho iniziato a lavorareil mondo nonè che fossepieno dirole modelalfemminile,sia perché nonrientranel miocaratterefissarmisu una personaspecifica.Semmaiho osservatocon attenzione lefigurepiù senior, uomini o donneche fossero,e iloro comportamenti.Quindi,ce ne sono statipiù d'uno e alcuni mi hannoaiutato a decidereanche come nonvolevodiventare.Intendo direcheanche i modelli negativi sono stati importanti,per esempio sultema dellostile di leadership.
Tra l'impegno in Accenture e quello in Valore Dimmagino cheiltempo libero sia poco, cosa le piacefare quando riesce a ritagliarsi del tempo per sé?
Di tempo liberoin effetti ne ho poco, maho il privilegiodi poterdireche i miei impegni lavorativisono anche le miepassioni.Quindi,ciò che faccio ogni giorno, anchese faticoso, è unpiacere.Unacosa che amo fare èpoicucinareper me,la famigliae gli amici. Metto su un po' di musicae mi divertoe rilassoallo stesso tempo.
Qual è ilsuo piatto forte?
Le orecchiettecon polpettinefritteal sugo.Èun piattodella domenicadella tradizione povera pugliese.Amo quellaterrae ci sono stata spesso,edèliche ho imparatoquesta ricetta. Richiedetempo,ma dà grande soddisfazione!
Soche le piace l'arte...
È vero,soprattuttoquellacontemporanea,non sono un'esperta,mamifa bene alcuore e mi interessamolto.Di recente hovisitato unamostradi DomenicoGnoli alla Fondazione Prada chemi ha molto affascinato.
responsabilità di portare avanti una comunicazione educativa, che semplifichi il mes- saggio rendendolo rilevante, per arrivare alle famiglie sfruttandocanali più ampi. La cooperazione èfondamentale, perché nessuno hatutte le risposte, per trovarle biso- gna mettere insieme competenzeed esperienze diverse.
È
così chesi fain
azienda, non vedo perché non lo si possa fare per risolvere iproblemi di un Paese.Qual
è ilconfine
tra unareale attività di promozione dell'empowerment femminile
eunsemplice trend? L'impressione
èche avolte
se neparli
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troppo
ea sproposito,rischiando di farlo diventare
solo unfastidiosoleit- motive.
È
uno dei principali rischi checorriamo: la mobilitazione solo a parole. Soprattut- toduranteil
primo lockdown iltema ètornato in prima pagina.C'è sicuramente una maggioresensibilizzazione ed è unabuona cosa, mapoi appuntobisogna passare ra- pidamenteall'esecuzione,altrimenti quandosispegnerannoi
riflettori penseremo di aver risolto unproblema di cui in realtà abbiamosolo discusso. Però,devo dire che latoaziende assisto a un'accelerazione suprogrammi einiziative untempo inesisten- ti. Qualcosa ècambiatoe sta cambiando.Certo, siamo ancora lontani dall'obiettivo, maè anche vero che, per esempio,stiamo cercandoragazze conprofili tecnologici e, cometutte le aziende, nonletroviamo. Anche sul Pnrr, c'èchi vede il bicchiere mezzo pienoe chiè pessimista. Iopenso positivo percarattere:sicuramentesi poteva fare di più, maanche molto meno.Nel
2017 avete presentatoil manifestodi Valore
D, chein
novepunti
de-finisce
gli strumentiper valorizzare
eincludere la
diversità di genere.A
distanza dicinqueanni,
puòfare
unbilancio dell'efficaciadi
questostru-
mento?Valore Dè unapiattaforma che mette in comune leesperienzeele buone prati- chedelleaziende, posso quindi direche in questi anni leimprese hanno messo in campo iniziative che simboleggiano
unprogresso suquestofronte. Intendia- mo ora lavorare aun manifesto
"
reloa- ded",ossia analizzare ciascunodei nove punti e attualizzarlo. Quello per noi èuno strumento vivo, che deve farci da bussola per guidarci confrontandosi co- stantemente conla realtà. Nel frattem- po, abbiamo anche costruito, insieme alPolitecnico di Milano, uno strumen- to di diagnostica, l'Inclusion Impact In- dex,che permette alleaziende di misu- rarsi sututti gliindicatori di inclusione, offrendoloro anche lapossibilità di con- frontarsi con il mercato di riferimento, perché è bene chele aziende competa-
noanchesuquesti aspetti.Cerchiamo di essere pratiche, sistematiche econcre- te perfare in modo che lecose accada-
no.Perché laconcretezza vince:anche se rende
i
processi più faticosi, sicuramen- tefaanche sìcheil
percorso sia più ef- ficace.Quando
si
parladi disparità di
ge- nere, unaquestione
centrale è quelladelpay
gap: ache punto sia- mo?Èuntema su cui cisiamo sempre impe- gnate e abbiamo anche lanciato la cam- pagna di sensibilizzazione #nopaygap
con Pubblicità Progresso. Ormai èuna questionenota, cheva risolta. Poicome sempre accade
il
mondonon èsolo bian-coo nero,ma ci sono varie sfumature.
A volte cisitrova di fronte averi propri casidi iniquità, altre volte il diverso sti- pendio dipendeanchedai diversi percor-
sidi carriera, checomunquesono stati favoriti dalla mancata inclusività. Anco- ra unavolta, questo problema èparte di uno più grande. Semettiamoa postole cosein termini di inclusione,si risolverà anche laquestionedel gapsalariale. Vo- glio direche quando a capo della Digital Transformation di una grande azienda cisaràuna donna, allora sono sicu- ->
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ra chestipendio, bonus e velocitàdi car- riera saranno quelli giusti. Certoche se continueranno aessercisolo uomini per mancanzadicandidature sarà impossi- bile superareil gap.
Anche in questo
casoperò
credocontribuisca un fattore culturale, visto
chealle donne
èsempre
statoinsegnatoa
nonparlare di soldi...
Quello della capacità negoziale è un tema spinoso ecorretto. Cidonne bra- vissimeanegoziare
il
proprio stipendio, manon sono la maggioranza,perchénoi siamo figlie diuna cultura percui non ci sentiamo mai abbastanza, e quin- di crediamo di non poter chiedere nul- la.È
una questioneche vaaffrontata, so- prattutto conleragazzechesi affacciano almondo dellavoro.Il
denaro èespres- sionedelvalore di mercato edobbiamo farcii
conti. Tral'altro spesso pensiamo chesiasconvenientepretendere qualco- sa, mentre l'organizzazione valuta nega- tivamente che nonsi
chieda di crescere.È
possibile quantificare
gli effet- tipositivi
che una maggioreparità
avrebbesull'intero
sistema econo-mico italiano?
Le evidenze sugli effetti positivi dell'in- clusione sulla società, l'innovazione nel- le imprese e l'economia di certo non mancano. Faccio degli esempi. Secon- do una ricerca di Credit Suisse all'au- mentare della presenza femminile, l'an- damento del prezzodelle azioni cresce, el'incremento è ancoramaggiore per le società chehanno oltre
il
15%di donne nel cda. 0 ancora, un report del 2020 di McKinsey intitolato Diversity wins - How inclusionmattersevidenziacome le aziende nel primo quartile per diversità legata algenere abbiano il 25%di pro- babilità inpiù diottenere rendimentifi-
nanziari superiori. Questoper dire che la correlazionec'è e questo fatto èstato portato all'attenzione deidecisori ormai diverse volte. Verrebbe da direche non ci dovrebbe più essere bisogno di spie- garlo,e invece è bene continuare aripe- terlo. D'altra parte, voglio sottolineare34
che, al di làdell'innegabile ritorno in termini di benessere sulla società,la parità va inseguitaanche perché èeticamentegiusto. A volte ci