RIMINI
RESTIAMO IN SCIA ...
RIMINI - - CORTICELLA
IL BIANCOROSSO
FOOTBALL CLUB
La Prossima Trasferta:
Pro Livorno Sorgenti
Trasferta infrasettimanale per il Rimini che mercoledì 23 (ore 14,30) sarà impegnato nel prestigioso palcoscenico dell”Armando Picchi di Livorno per affrontare la secon- da squadra della città labronica, la Pro Livorno Sorgenti 1919.
STORIA. Proprio un anno fa la Pro Livorno, storica società livornese, ha festeggia- to il centenario. Fondata nel 1919, per due volte nel corso della sua lunga esistenza ha letteralmente salvato dai guai finanziari i cugini più “famosi” dell’U.S. Livorno,
“fondendosi” con gli amaranto e poi rinascendo con i suoi storici colori biancoverdi prima dell’ultima fusione con il Sorgenti datata 2010. Rinomata per la grande atti- vità a livello giovanile, la Pro è approdata in serie D dominando l’ultimo girone di Eccellenza Toscana, poi interrotto causa Covid quando i labronici erano in vetta a +6 sulla seconda.
SQUADRA. In panchina c’è mister Matteo Niccolai per la settima stagione di fila.
Elemento di spicco l’attaccante Giacomo Rossi, capocannoniere del girone con 7 gol in 6 gare. In rosa anche Mattia Lucarelli, terzino sinistro classe ’99 figlio del livornese doc Cristiano Lucarelli.
RUOLINO. L’impatto con la serie D è stato tutt’altro che traumatico per la matricola livornese che nelle prime 6 partite disputate non ha conosciuto mezzi termini col- lezionando 4 vittorie e 2 sconfitte oltre a vantare il miglior attacco (14 gol). In casa un ko al cospetto della Correggese e tre convincenti vittorie ai danni di Sammaurese (3-0), Real Forte Querceta (4-0) e Sasso Marconi (3-1)..
PRECEDENTI. Ovviamente non esistono precedenti con il Rimini che però torna a calcare il terreno di gioco del “Picchi” (ex Ardenza) dove in passato i biancorossi hanno giocato parecchie volte. L’ultima risale al campionato di serie B 2008-09 quan- do la squadra allenata da Elvio Selighini perse di misura (2-1) contro i padroni di casa del Livorno allenati proprio dal fresco ex Leo Acori.
Cristiano Cerbara
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Pausa Forzata..di Riflessione
Tempus omnia medetur ( il tempo rimedia a tutto ) diceva un vecchio proverbio latino e chissà se il tempo riuscirà anche a guarire le ferite subite dal Rimini nell’ultimo incon- tro casalingo con l’Aglianese candidata alla vittoria finale del girone?
Fra poche ore avremo la risposta, e dovrà essere decisa, convincente, perché al Neri arriverà il Corticella fanalino di coda con la seconda peggior difesa e peggior attacco del girone, e certamente faranno di tutto per portare via dal Neri almeno un punticino e questo lascia presagire una partita tutt’altro che semplice, perché gli spazi per mano- vrare saranno pochi e quindi servirà molta pazienza, lucidità e quella determinazione, quella voglia di sacrificarsi che è clamorosamente mancata contro i toscani capo clas- sifica.
In queste due settimane crediamo che i biancorossi avranno riflettuto e lavorato inten- samente insieme a Mastronicola sui tanti errori commessi nel macth contro l’Aglianese e ricaricato il serbatoio della fiducia in se stessi per riprendere il cammino verso le zone nobili della classifica.
Domenica è una partita in cui dovranno essere bravi a far capire ai delusi tifosi bian- corossi che il Rimini c’è, è vivo, ed è pronto a giocarselo questo campionato, che si può vincere e perdere ma la “garra”, quella non deve mai mancare, si può essere inferiori tec- nicamente, ma il calcio insegna che a volte la determinazione, la coesione, la convinzio- ne in quelli che sono i dettami tecnico tattici possono azzerare il gap e far raggiungere risultati insperati che al momento sono solo un sogno di Natale.
Max Guerra
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UNDER 17: INIZIO D’ÉLITE, IN ATTESA DELLA RIPRESA
Il campionato si è fermato così. D’emblée. Dopo tre vittorie consecutive nel campionato élite dell’Under 17. Il cammino dei ragazzi allenati da mister Mirko Palazzi era cominciato con i tre punti ottenuti contro il Sampaimola (7-4 nella prima giornata l’11 ottobre), contro la Vis sano (2-1 il 18 ottobre) e, infine, contro il la Libertas Castel S. Pietro, superati per 4-2 il 25 ottobre.
Poi lo stop causato dal covid che ha spiazzato un po’ tutti.
Mister, tre vittorie consecutive: direi un inizio spettacolare.
“Un grande inizio di stagione - commenta Palazzi -. I ragazzi sono stati molto bravi, ma tanto di cappello anche ai nostri avversari che non ci hanno reso vita facile”.
Su che cosa lavori principalmente in settimana con i ragazzi? In questo periodo di sospensione come avete modificato il lavoro sul campo?
“Normalmente in settimana ci concentriamo molto sugli errori visti e filmati durante la gara domenicale, in modo da studiare esercitazioni specifiche per il singolo e per il gruppo. In que- sto momento di sospensione, invece, spingiamo più verso esercizi che insegnano i principi di gioco e tecnici. La distanza rimane un limite, ma i ragazzi hanno tanto da imparare”.
Dopo diversi mesi di stop a marzo, questo periodo di sospensione rischia di danneggiare i ragazzi anche a livello psicologico?
“Questo periodo ha fatto danni a chiunque, non solo ai ragazzi. Ma il calcio, come gli altri sport, sono davvero una boccata d’aria per questi ragazzi. Dalla ripresa mi aspetto una squadra molto unita e felice di poter rivivere l’emozione di una partita con gli avversari”.
Bonetti ci ha detto che punterà molto sul singolo e che vuole vedere più ragazzi possibili in prima squadra: quante volte ti confronti con lui? La pensi nel suo stesso modo?
“Il confronto con Ivano è quotidiano ed è fondamentale che continui a darci indicazioni a sup- porto del nostro lavoro per arrivare all’obiettivo cardine di un allenatore di settore giovanile:
migliorare le prestazioni dei nostri ragazzi in modo da proiettarli (capacità permettendo) in prima squadra. Il pensiero di chi vuole fare l’allenatore di professione (come il sottoscritto) deve essere quello di Ivano Bonetti”.ssimo. Ci vuole del tempo, almeno tre-quattro anni, ma lavoreremo sodo».
Simone Massaccesi
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Rimini FC scende in campo nella lotta contro il cancro con
“Atleti al tuo fianco” :
i giocatori biancorossi con le mani unite sotto il sorriso per evidenziare l’importanza della vicinanza e del sostegno emotivo nei confronti delle famiglie che affrontano un percorso oncologico.
Un messaggio universale che si trasforma in invito diretto ai tifosi e agli appassionati, per- ché grazie a loro chi combatte un tumore senta intorno a sé il calore della presenza e il sup- porto della comprensione del difficile percorso che sta affrontando.
Da soli è tutto più difficile : in un periodo storico in cui l’isolamento fisico è una forma di difesa necessaria, offriamo segni e messaggi di vicinanza a chi lotta contro il cancro, perché insieme si possa continuare a valorizzare un presente che risponde al nome di vita.
La partecipazione della nostra società alla campagna #squadramaniesorriso di Atleti al tuo fianco, ha un significato che va ben oltre alla creazione di una fotografia. Ogni anno in Italia ci sono circa 370.000 persone che si vedono diagnosticare un tumore, piu di mille persone e famiglie che ogni giorno intraprendono un percorso incerto, pieno di insidie, di speranze, di paure. Combattere il cancro non significa solo cercare di guarire attraverso le terapie, vuol dire anche affrontare una vita quotidiana che si riempie di emozioni mai vis- sute prima, di limitazioni che condizionano il senso di libertà, di momenti di isolamento che fanno galoppare i pensieri e le preoccupazioni.
Trovarsi soli e sentirsi incompresi complica il percorso : i nostri calciatori uniscono le mani sotto il sorriso per aiutare i tifosi a capire quanto siano importanti la presenza e il sostegno per le famiglie che lottano contro il cancro, due elementi che è necessario offrire con co- stanza e impegno. Uno “scatto”, affinchè i nostri colori e le emozioni che generiamo in chi ci sostiene, siano uno strumento per generare vicinanza verso chi vive affrontando un tumore maligno : noi “biancorossi” schierandoci a fianco delle famiglie in percorso oncologico, stiamo a tutti gli effetti facendo lotta contro il cancro nel modo piu sensibile e concreto possibile.
Giuseppe Meluzzi
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Certo è che Palo Rossi per tutti quelli nati tra gli anni
‘50 -’60 e inizi ‘70 ha rappre- sentato e rappresenta ancora oggi qualcosa di più del cal- ciatore italiano più famoso al mondo. Oggi i ragazzi non possono comprendere cosa siano stati gli anni di piom- bo, la TV in bianco e nero a cui si affacciava timidamente il colore, i compassati due- tre canali televisivi della TV di Stato che esaurivano le trasmissioni intorno alle 23.
Certo i più fortunati poteva- no anche aspirare a godersi le trasmissioni di Koper Capo- distria oppure della TV della Svizzera italiana ma era roba per pochi adepti, vicino alle zone di confine o rivierasche e comunque con segnali non sempre intercettabili. I ra- gazzi a scuola andavano ta- luni con l’eskimo altri con il loden, il terremoto in Irpinia aveva devastato il meridione, le bombe in piazza e nelle sta- zioni, gli assassini quasi quo- tidiani erano cose normali. I magistrati, gli avvocati, i sin- dacalisti e i giornalisti, erano i nuovi martiri, con governi che si succedevano come l’al- ternarsi delle stagioni al pari degli uomini politici, talmen- te distanti dal popolo che mol- te volte non se ne conosceva nemmeno il volto. Ebbene un caos totale, un disfacimento sociale irreversibile quanto repentino. Ma lo sport, si sa, è una sorta di varco tempora- le capace di stravolgere non
solo le menti ma persino la storia e quindi già nel 1978 l’Italia possedeva una squa- dra nazionale di calcio vivace e divertente che si presenta- va ai campionati del Mondo in Argentina ammaliando il pubblico dello sport più pla- netario. Non vincemmo quel mondiale ma convincemmo tutti che quella nazionale sa- rebbe stata una bella sorpresa per il futuro dell’italico sport e con essa un ragazzetto to- scano di Prato, Paolo Rossi.
Poi arrivò come uno tzunami (oggi si direbbe così) l’inchie- sta del calcio scommesse, i famosi Trinca & Cruciani che oggi apparirebbero solo come due sbruffoni frequentatori del Bar sport locale più che due malviventi. Tutto venne travolto e con esso anche il ventiquattrenne Paolo Rossi, giovane capocannoniere del- la seria A con il Vicenza e poi del Perugia e già di proprietà della Juve, venne squalifica- to da ogni campionato per tre anni, poi ridotti a due. La Juve continuò ad allenare Pa- olo Rossi con la squadra pri- mavera ed Enzo Bearzot, al- lenatore della Nazionale, che oggi non concederebbe un’in- tervista nemmeno alla CNN, non dimenticò il ragazzetto di Argentina 78 e lo andò a vedere allenarsi e si convinse che il giovane Paolo, ormai ventiseienne, avrebbe potuto essere assai utile alla Nazio- nale per il prossimo Mundial Spagnolo. Inutile ripercorre-
re la parabola di quel Mundial Spagnolo, tutti ricordiamo l’antefatto, Paolo Rossi trafitto dalle critiche come un novel- lo San Sebastiano e poi anche il prologo, osannato come un novello Raffaello, grande tra i grandi. Paolo Rossi divenne in breve Pablito nino, cioè il ragazzetto sfrontato, con un fisico da poeta che poteva battere a suon di goals Brasile, Polonia e Germania. L’Italia in quel luglio dell’1982 si ri- cordò delle bandiere tricolori, dell’appartenenza di un popo- lo al proprio Paese e prese ad effige non lo Stellone oppure la solita poppona turrita ma un ragazzo dal fisico normale e dal nome e cognome ancor più normale: Paolo Rossi. Tut- ti ricordano Paolo Rossi per il carattere cordiale e gentile e come Raffaello Sanzio, pittore eccelso, cessò la propria arte all’età di 31 anni, con le ginoc- chia sfaldate dall’assenza di 4 menischi che avevano mina- to da tempo la sua postura.
Oggi Paolo Rossi non c’è più e noi siamo orfani del nostro rappresentante planetario più sincero. Ai miei figli nel 2006 alla fine della finalissima con la Francia dissi: ”venite con me…. vi faccio vedere la fine del mondo”. Andammo per strada, si divertirono e vissero la festa ma non videro la fine del mondo… mentre io, nel 1982 la fine del mondo la vidi davvero!
AL.EM
Paolo Rossi, San Sebastiano e …Raffaello
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Scriviamo queste note con la speranza che do- menica finalmente il Ri- mini torni a giocare. Il calcio ai tempi del Covid è ormai in balia dei tam- poni, con analisi, contro- analisi, positività, negati- vità e via dicendo.
Ha senso tutto ciò? Ha senso continuare un campionato che sulla car- ta domenica prossima arriva all’ottava partita di campionato, trascinan- dosi dietro dei vuoti che iniziano a diventare vora- gini?
Pensate che una squa- dra come la Correggese finora ha disputato solo quattro partite contro le sette della Martignanese che è l’unica squadra del girone a non aver subito molti rinvii.
Come vedete gli arretra- ti da smaltire iniziano ad essere tanti e con i tem-
pi che corrono, facendo i dovuti scongiuri, con la previsione della terza ondata di Covid, riuscire ad arrivare fino alla fine della stagione agonistica è pura fantasia.
************************
L’altro giorno, nel corso di una conferenza stam- pa, l’ex presidente Grassi ha voluto far chiarezza sulla vicenda giudiziaria legata alla richiesta di se- questro delle quote socie- tarie.
E’ una vicenda che si trascina da questa estate, quando il Rimini era og- getto di cambio societario che poi non si è concluso, portandosi però dietro strascichi giudiziari che alla fine hanno segnano un po’ tutti.
La vicenda sembra con- clusa, con la vittoria del Rimini e già questa è una bella notizia.
Rimane il fatto che quest’ultimo episodio confermi quando, nel corso di questo decennio, il Rimini sia stato oggetto di acquisizione da parte di personaggi nazionali e internazionali che hanno visto protagonisti più av- vocati e consulenti vari, con appuntamenti saltati e ripensamenti dell’ulti- ma ora. Brutte parentesi che, all’atto pratico, ve- nivano poi chiuse, e per fortuna, bruscamente.
Eppure c’è qualcuno che ancora ha nostalgia del passato…
Beppe Autuori
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