BENI CULTURALI E DISASTRI AMBIENTALI
GIORNATA NAZIONALE IN MEMORIA DELLE VITTIME DEI DISASTRI AMBIENTALI E INDUSTRIALI CAUSATI DALL’INCURIA DELL’UOMO
...a cura di Rosario Santanastasio
Un paese che non si ricorda del proprio passato è un paese senza
futuro
Archeoclub d’italia tra le sue attività studia e racconta
il passato, con momenti divulgativi, cosi da favorire la conservazione della
memoria storica per un futuro migliore
La lungimiranza e capacità dei costituenti (‘48) non trova riscontro in altre costituzioni occidentali e focalizza l’attenzione nel promuovere lo sviluppo e la tutela dei beni culturali, individuando in essi anche una risorsa economica in una società post-industriale ed in una economia globalizzata
Principio fondamentali è lo sviluppo della cultura e
della ricerca scientifica e tecnica
Principio fondamentali è la tutela e salvaguardia
del patrimonio storico,
artistico, ed ambientale
STATUTO
Art. 2. L'Associazione persegue i seguenti scopi:
a) promuovere e valorizzare i beni culturali, paesaggistici e ambientali…
b) tutelare e valorizzare la natura, l’ambiente e il paesaggio;
e) svolgere compiti di protezione civile nel settore di Beni Culturali secondo le
disposizioni di cui alla legge 24 febbraio 1992, n. 225 e successive modificazioni e integrazioni all’uopo iscrivendosi nel Registro nazionale delle Associazioni di protezione civile;
www.archeoclubitalia.org
L’Italia, per la sua conformazione geologica, geomorfologica e idrografica, è
naturalmente predisposta ai fenomeni di dissesto associabili a frane, alluvioni, eruzioni vulcaniche, subsidenza ed erosione costiera che condizionano fortemente la
conservazione e la protezione di tale inestimabile patrimonio
Con 51 siti Unesco, oltre 200.000 beni architettonici, monumentali e archeologici, 3.400 musei e circa duemila aree e siti archeologici, l'Italia ha il primato mondiale dei beni culturali Patrimonio dell'Umanità.
Patrimonio diffuso quantificabile in 1,7 musei o istituti similari ogni 100 km
2e circa uno ogni 12 mila
abitanti.
Un Comune italiano su tre ospita almeno una struttura a carattere museale – ISTAT -
Il Pil del turismo culturale sul totale del Pil dell’economia turistica italiana pesa il 33 per cento, con
un valore pari a 54 miliardi di euro – MIBACT -
Negli ultimi studi CNR e Ispra è emerso che il rischio per l'immenso patrimonio culturale e artistico italiano è enorme. Infatti, lo scenario che emerge è preoccupante: i beni a rischio frana sono il 18% del patrimonio nazionale, anche se quelli esposti a pericolosità elevata e molto elevata scendono al 5,4%. In diversi casi è in pericolo la stessa sopravvivenza di interi borghi italiani (es. sono le aree interessate da eventi sismici oppure interi Borghi soggetti a fenomeni erosivi alla base)
RISCHIO DA FRANA
RISCHIO DA ALLUVIONE
VAIRANO PATENORA – Marzanello, una
frana minaccia la chiesa di Santa Maria Del Monte
Gli scavi di Sibari nel fango
BENI CULTURALIRischio Frana Rischio Alluvione
Analisi del Rischio da frana R = PxExV
Pericolosità - La pericolosità da frana rappresenta la probabilità di accadimento di un fenomeno potenzialmente distruttivo, di una determinata intensità in un dato periodo e in una data area
Elementi esposti - Riferito ad un valore in termini economici, in termini di unità e perdita attesa (tenendo presente che risulta di difficile quantizzazione un bene culturale proprio per la sua potenziale peculiarità, unicità, irreperibilità)
Vulnerabilità - Esprime la correlazione non lineare esistente tra l’intensità di un evento ed il danno atteso intesa in questa equazione viene considerato pari ad uno (valore massimo) laddove insistono Beni culturali
Scavi Pompei, crollo 'Casa del Gladiatore': "Fu
colpa di una frana“ - 2013 -
I Beni Culturali a rischio frane in Italia, sono stati calcolati intersecando, in ambiente GIS, le aree a pericolosità con i punti dei Beni Culturali utilizzando come riferimento per la Banca dati dei Beni Culturali architettonici, monumentali e archeologici in Italia del Sistema VIR – Vincoli in Rete (http://vincoliinrete.beniculturali.it) è realizzata dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR) - bufferizzati a 30 m, per tener conto delle dimensioni fisiche dei Beni. Ciò che si è evidenziato è un numero pari a 34.651 corrispondente al 18,1% del totale (190.931 Beni Culturali; banca dati VIR al 1 aprile 2015). Se consideriamo le classi di pericolosità elevata P3 e molto elevata P4 i Beni Culturali esposti sono 10.335 pari al 5,4%.
Il numero più elevato di Beni culturali a rischio frane in aree a pericolosità P3 e P4 si registra in
Regioni
Toscana Marche
Emilia-Romagna Campania
Liguria Molise Province
Siena Genova Campobasso Napoli Macerata Ancona
Numerosi sono i borghi storici interessati da fenomeni franosi innescatesi o riattivatisi anche negli ultimi anni,
quali ad esempio Volterra (PI), con il crollo di una porzione delle mura medievali nel 2014, e Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, ubicata su una rupe tufacea interessata da un progressivo arretramento delle
scarpate con distacchi di roccia e colamenti lungo i sottostanti versanti argillosi. Negli ultimi decenni diversi
centri storici sono stati oggetto di interventi di
consolidamento e riduzione del rischio idrogeologico, come a Certaldo (FI), Todi (PG) e Orvieto (TR).
I Beni culturali a rischio alluvioni in Italia sono risultati 12.563 (6,6%) nello scenario di pericolosità idraulica elevata P3, 29.005
(15,2%) nello scenario di pericolosità idraulica media P2 e 40.454 (21,2%) nello
scenario di pericolosità bassa P1
Il rischio alluvioni. Se l'incubo delle frane interessa quasi tutta la Penisola da nord a sud, a fare i conti con le inondazioni sono soprattutto le regioni del centro-nord. Sulla base delle indicazioni fornite dalle autorità locali l'Ispra ha elaborato tre scenari di pericolosità:
P3 è la pericolosità elevata: indica le zone dove possono passare tra i 20 e i 50 anni tra un'alluvione e l'altra;
P2 è la pericolosità media: qui gli eventi possono verificarsi ogni 100 o 200 anni;
P1 è la pericolosità bassa, dove l'alluvione può verificarsi ogni 300 anni.
Parco archeologico Metapontino interessato dall’esondazione del fiume Bradano - 2013 -
Per la salvaguardia dei beni culturali - scrive l'Ispra nel suo rapporto - anche lo scenario a scarsa
probabilità di accadimento P1 assume una particolare rilevanza, tenuto conto che un evento
alluvionale provocherebbe danni inestimabili e
irreversibili al patrimonio culturale”.
Nel comune di Roma infatti le zone a maggior rischio si trovano soprattutto in periferia.
Tuttavia il centro storico (che comprende anche piazza Navona, piazza del Popolo e il Pantheon) non è esente da rischi. In quest'area a ridosso del Tevere infatti le alluvioni si presentano con un tempo di ritorno superiore ai 300 anni. È improbabile che accada, ma se il
Tevere esondasse all'altezza di Ponte Milvio, sarebbero a rischio quasi 2.200 beni architettonici, archeologici e monumentali. Un disastro.
Ancora più probabile (P2, cioè un tempo di ritorno tra i 100 e i 200 anni) è che un'alluvione colpisca Firenze. Del resto è già accaduto nel 1966 quando i danni provocati dall'esondazione dell'Arno furono immensi: il crocifisso di Cimabue in Santa Croce e le migliaia di volumi della
Biblioteca nazionale furono forse le “vittime” più illustri, ma i beni esposti al medesimo
rischio sono esattamente 1.258.
SOS PATRIMONIO
CROWDFUNDING TERREMOTO CENTRO ITALIA Chiesa di Santa Maria in Via, Camerino (MC)
Cari amici, tutti,
vi chiediamo di aiutarci per far sì che a nostra volta possiamo aiutare e dare un aiuto concreto alla messa in salvo delle 12 tele seicentesche di grandi dimensioni di scuola romana, decoro e vanto delle cappelle laterali dalla chiesa di Santa Maria in Via a Camerino, la chiesa più amata dai camerinesi e quella che ha subito i danni maggiori.
Al momento purtroppo nessuno può dire se questo ‘contenitore’ di pregevoli opere d’arte - opera giovanile dell’architetto Camillo Arcucci, uno dei protagonisti della Roma Barocca - potrà sopravvivere allo scempio che la natura ha operato su di esso, ma è importante poter recuperare e successivamente restaurare quanto sarà salvato.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto per questa operazione che va oltre il senso del semplice salvataggio di un bene artistico-culturale.
I dipinti infatti, oltre al loro valore intrinseco, sono importanti per la gente: recuperarli significa operare una sorte di ‘messa in sicurezza’ della memoria di una città, della sua storia non solo culturale ed artistica ma soprattutto sociale.
Il valore dell’oggetto in questi casi diventa infatti rappresentativo di una società che teme di disgregarsi e di perdersi ed in cui l’opera d’arte agisce da catalizzatore di speranze per un futuro che non può essere che migliore.
Il vostro aiuto sarà l’essenziale collante tra un presente negativo ed un futuro positivo.
GRAZIE a nome di tutti i soci della sede di Camerino di Archeoclub d’Italia Onlus, Fiorella Paino presidente