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Programma politico del movimento Exit

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Academic year: 2022

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Programma politico del movimento Exit

Versione 1.0 di Marzo 2022

Premessa: il sistema economico e monetario che proponiamo, ad oggi è

incompatibile con gli attuali trattati dell'Unione Europea. Se il nostro movimento politico avrà il mandato popolare per realizzare i suoi scopi, e l’Unione Europea ci impedisse di realizzarli, non potremo fare a meno di invocare l’Art. 50 del trattato Ue, per il recesso volontario ed unilaterale dell’Italia dalla Unione Europea.

Libertà individuale. No Green Pass, No obbligo vaccinale.

Indagini e sanatorie sulla “pandemia”.

1

Combattere e vietare l’utilizzo della tecnologia contro il cittadino. Impedire allo Stato, ai privati e a chiunque, l’uso di qualsiasi tecnologia e l’uso della “identità digitale” al fine di controllare, monitorare, obbligare, indurre o educare a

comportamenti specifici il cittadino. Combattere la deriva del controllo digitale con leggi ordinarie, ma intervenendo anche inserendo un passaggio specifico in

Costituzione: “Nessuna tecnologia mai deve nuocere all’essere umano, ridurlo in schiavitù, limitare la sua libertà, spiarlo o educarlo a comportamenti contro la sua volontà”. Abolire quindi ogni Green Pass, presente e futuro.

2

Libertà e garanzia di non essere monitorati nei pagamenti, negli acquisti, negli spostamenti, nei comportamenti. Promuovere e tutelare l’utilizzo del contante come strumento di libertà, di indipendenza e di privacy. Nessun limite alle spese in

contanti.

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Cancellare l’obbligo vaccinale e gli obblighi sanitari, cambiando in Costituzione l’Art.32 che recita “Nessun cittadino può essere obbligato ad uno specifico

trattamento sanitario, se non per disposizione di legge” in “Nessun cittadino può essere obbligato ad uno specifico trattamento sanitario”.Punto e basta. Togliere dalle mani dello Stato il potere del trattamento sanitario obbligatorio.

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4 Una commissione d’inchiesta pubblica per:

A) indagare sul periodo storico della “pandemia”, sulla legittimità degli atti legali e amministrativi perpetrati a scapito delle libertà individuali, indagare sui protocolli medici come Tachipirina e vigile attesa, sulle mancate autopsie, sul Comitato Tecnico Scientifico

B) indagare sui danni da vaccinazione estorta col ricatto e la persecuzione, indagare se esista un aumento in Italia della mortalità improvvisa e dei malori invalidanti e se siano correlati al vaccino

C) valutare i danni da vaccinazione, per chiunque ha manifestato e manifesterà effetti avversi gravi, valutare i danni economici per aziende devastate da lockdown, coprifuoco e Green Pass, valutare i danni ai lavoratori esclusi dalla retribuzione a causa della LIBERA SCELTA di non vaccinarsi o di obblighi vaccinali (over 50, categorie) illegittimi e anticostituzionali

D) predisporre i RISARCIMENTI per tutti i danneggiati da vaccino e i danneggiati economici, in particolar modo i lavoratori e i professionisti a cui vanno RESTITUITI (da parte dello Stato) gli stipendi sospesi e i mancati guadagni

E) predisporre una SANATORIA per tutti i reati collegati (purché non se ne sia tratto un lucro) alla giusta e doverosa ricerca della libertà nel periodo della persecuzione dei non vaccinati (violazione coprifuoco, lasciapassare falsi, Green Pass falsi, vaccinazioni o tamponi falsi, utilizzo di Green Pass di altre persone). Sanatoria per le multe e le sanzioni pecuniarie in sospeso collegate al Covid e restituzione di quelle già pagate.

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L’idea aberrante promossa dal World Economic Forum “non avrai nulla e vivrai felice” è un principio di schiavitù che va combattuto senza sosta, perchè sottintende una vita “in affitto” dove l’uomo utilizza dietro pagamento e sopratutto “a

discrezione” tutto ciò di cui necessita per vivere, lavorare, spostarsi. Che sarà di proprietà di poche multinazionali, banche e fondi di investimento.

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Promuovere quindi, difendere e incentivare la piccola e piccolissima proprietà privata: la proprietà privata dei mezzi di trasporto, degli strumenti di lavoro, degli elettrodomestici, della casa.

In egual modo promuovere e difendere la piccola e media iniziativa economica privata. Il mio bar, il mio ristorante, il mio studio medico, la mia officina, il mio negozio e così via. Ovvero limitare lo strapotere del grande Capitale e la logica di accentramento commerciale ad esso legata.

In particolare promuovere e tutelare la proprietà della prima casa per la quale va garantita la possibilità di acquisto a tutti i lavoratori e sulla quale non devono gravare tasse.

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Tutela e incentivo della volontà di essere autosufficiente e disconnesso dalle reti (energia, telecomunicazioni etc) pubbliche o private, per tutti quei cittadini che scelgano di essere lontani dai contesti urbani. Diritto all’oblio digitale, ad essere cancellato da ogni banca dati.

Facilitare per chi lo volesse le pratiche per la rinuncia alla cittadinanza italiana con conseguente fine di ogni imposizione fiscale e conseguente fine di accesso a

qualunque servizio pubblico o sociale gratuito.

Stabilire limiti estremi per l’accesso da parte di pubblici ufficiali all’interno del perimetro della proprietà privata. L’azione criminale di violazione del domicilio deve PRECLUDERE la possibilità di rivalsa legale nei confronti della reazione del domiciliato.

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Lavoro, Casa, Stato sociale: la “Base di Partenza Lineare”

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Introduzione al concetto di “Base di Partenza Lineare”

Libero il cittadino e libero lo Stato.

Lo Stato non deve opprimere il cittadino, non deve dire al cittadino come

comportarsi, come spendere il frutto del suo lavoro, non deve spiarlo, non deve soffocarlo, non deve controllarlo, non deve trattarlo come un bambino, nemmeno come un figlio. Lo Stato deve avere il solo compito di mettere il cittadino di fronte alla sua libertà e alla sua volontà.

“Faber est suae quisque fortunae” dicevano i Romani, “Ognuno è artefice della propria sorte”.

Come possiamo far sì che ognuno di noi sia davvero l’unico libero responsabile del proprio destino e della propria condizione?

Utilizzare lo Stato per creare una “Base di Partenza Lineare”.

Una Base di Partenza Lineare da cui partire per esprimere al meglio le proprie capacità e costruire il proprio destino, oppure dove restare tranquilli e al sicuro se non si hanno le capacità o la volontà di perseguire scopi più impegnativi.

Siamo uguali di fronte alla Legge, ma ognuno di noi è un essere diverso e unico, con capacità, volontà e inclinazioni uniche e particolari. Avere una Base di

Partenza Lineare garantita e sicura per tutti, permetterà ad ognuno di trovare liberamente la sua effettiva e reale funzione all’interno della società e del sistema economico. Una comunità nazionale composta da individui singoli, liberi, realizzati, che abbiano potuto esprimere le loro particolari capacità e inclinazioni. Questa per noi è la condizione indispensabile per una nazione libera, forte, giusta, prospera.

L’uno è l’insieme. La diversità e la non eguaglianza è ricchezza per tutti.

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Una volta organizzata da parte dello Stato la “Base di Partenza Lineare” il cittadino sarà finalmente effettivamente libero e messo di fronte alla sua volontà e alle sue capacità:

potrà sceglierese rimanere sulla Base di Partenza Lineare, sapendo che questa gli garantirà comunque un’esistenza libera e completa;

potrà sceglierese stare “al di sotto” della Base di Partenza Lineare rinunciando al lavoro offerto o alla possibilità di comprare la prima casa, sapendo però che lo Stato non emetterà mai più nessun sussidio, ma offrirà solo e sempre un posto di lavoro;

potrà sceglierese andare ben oltre la Base di Partenza Lineare: studiare di più, lavorare di più, impegnarsi al massimo in base alla propria volontà e alle proprie capacità per raggiungere tutti i traguardi materiali (ricchezza, attività imprenditoriali) o immateriali (prestigio, fama, affermazione professionale o imprenditoriale) che desidera.

Perché la chiamiamo Base di Partenza Lineare?

Perché comporta un percorso lineare, ovvero-> nascita, istruzione, lavoro, casa, pensione, morte ->

In cosa si concretizza quindi la “Base di Partenza Lineare”?

Per tutti i cittadini:

A) Un percorso di studi gratuito,

B) Un lavoro dipendente garantito, tendenzialmente nell’ambito del percorso di studi portato a termine o la possibilità per tutti di accedere ad un prestito per iniziare un'attività imprenditoriale o per svilupparne una esistente, tramite una banca pubblica.

C) La possibilità per tutti di acquistare la prima casa di proprietà con il frutto del proprio lavoro,

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D) Una pensione adeguata e proporzionata, per quando non si è più in età lavorativa.

Completano e sostengono la “base lineare di partenza” per ogni cittadino:

accesso volontario a una sanità pubblica e universale, accesso volontario alla cultura,

accesso volontario alla formazione e allo studio in qualsiasi momento della vita, accesso volontario alla natura e allo sport intesi come salvaguardia del proprio organismo.

Tratteremo per ora i due temi più consistenti della Base Lineare, ovvero il lavoro e la casa, rimandando al prossimo aggiornamento del documento l’istruzione e la pensione.

Garantire il lavoro nella Base di Partenza Lineare

Stabilire anzitutto un principio: “tutto ciò che non ti permette di comprare una casa e mettere su famiglia, non è LAVORO”

Questo intendiamo quando parliamo di lavoro. Quindi il lavoro deve tendenzialmente essere: stabile e non precario, ben retribuito e non sottopagato, sicuro e con regole certe.

Ad oggi nel computo degli occupati risultano lavoratori precari, atipici, fattorini, gente che lavora 5 ore al mese. Per noi sono comunque disoccupati.

Come intervenire affinché ci sia lavoro per tutti?

1) Spesa pubblica in deficit a coadiuvare e moltiplicare l’iniziativa privata: gare, appalti, infrastrutture, manutenzioni, servizi. Il denaro pubblico investito finisce nelle tasche di aziende e lavoratori. L’austerità è fallimento, la spesa pubblica è

ricchezza diffusa. Il pareggio di bilancio è sterilità, il deficit è fecondo.

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2) Abbattimento del carico fiscale sul lavoro e sulle nuove assunzioni. Le aziende sono soffocate da tasse sul lavoro. Per ogni stipendio versato a un lavoratore, l’aziendane paga uno allo Stato. Questo è inammissibile, disumano e

antieconomico. Svincolare quelle risorse e liberare le aziende dal fardello, per creare centinaia di migliaia di posti di lavoro.

Questo vuol dire innescare un circolo virtuoso: abbattere le tasse vuol dire più guadagni per le aziende, più guadagni per le aziende vuol dire più lavoro, più salari, più capacità di spesa per le masse e crescita del mercato interno. Più mercato interno vuol dire più guadagni per le aziende e il cerchio riparte. Possiamo ambire ad una disoccupazione attorno al 3%, come in Giappone.

3) Un sistema efficace e capillare di collocamento che colleghi il cittadino in cerca di impiego con l’impresa privata e il settore pubblico. Un incubatore d’azienda efficace e moderno che offra assistenza e orientamento per quei cittadini che vogliono intraprendere una attività privata.

4) La disoccupazione residuale deve essere assorbita tutta nel pubblico impiego.

Il pubblico impiego non comprende solo gli uffici pubblici pieni di scartoffie

polverose che ci vengono propagandati, ma anche forze armate, istruzione, ricerca, cultura, sanità pubblica. Non sussidi per i disoccupati quindi, ma lavoro. Sempre, ad un disoccupato deve essere offerto un lavoro (pubblico o privato) e mai un sussidio. Flessibilità nel mansionamento del pubblico impiego. Se un lavoratore pubblico è sottoutilizzato, deve poter essere spostato di mansione con facilità. Se non ci sono pratiche in ufficio, si va a pulire gli argini del fiume. Il comparto pubblico deve funzionare come le forze armate. L’ufficio pubblico come una caserma.

Ricordare sempre prima di criticare questo approccio: lo stipendio del dipendente pubblico, finisce nelle tasche dell’iniziativa privata. Un disoccupato costa il doppio in termini di assistenza sociale, salute, sussidi etc. Un disoccupato è una perdita, un lavoratore pubblico un investimento.

5) Rivoluzionare i parametri asfissianti del sistema bancario privato di accesso al credito per chi vuole costituire una impresa, legiferando in tal senso per quanto possibile, ma anche costituendo una Banca Pubblica volta al finanziamento della

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piccola e media impresa, che faccia concorrenza virtuosa al sistema privato orientandolo alla dinamicità e all’apertura di linee di credito.

Il denaro deve scorrere fluente nel sistema economico.

Garantire la possibilità di acquisto della prima casa

Un mutuo per la Base di Partenza Lineare - Il “Mutuo Base”

Una legge che stabilisca un percorso finanziario di erogazione di un Mutuo Base a disposizione dei cittadini non proprietari della prima casa. Questo percorso deve essere valutato in via primaria dal sistema bancario privato, e accolto comunque in caso di rifiuto della banca privata da un apposito ente pubblico creato allo scopo, l’Istituto per il Mutuo Base.

Chi può chiederlo?

Ogni cittadino italiano che non sia proprietario di altra abitazione o legalmente coniugato con un cittadino proprietario di altra abitazione. Importo massimo

finanziabile fino al 100% dell’immobile e fino a € 300.000. Il tasso dell’operazione è fisso e stabilito per legge.

Come funziona?

Si costituirà l‘Istituto per il Mutuo Base, ente pubblico con un capitale iniziale di 30 miliardi di Euro, partecipato da Cassa Depositi e Prestiti e da parte dei fondi pensione ed Enti previdenziali che furono privatizzati (decreto legislativo 509/94) e che intendiamo nazionalizzare.

Le banche sono obbligate a valutare la richiesta di Mutuo Base a chi rientra nei parametri. Dopo due rifiuti giustificati dalle banche la richiesta può essere sottoposta all’Istituto per il Mutuo Base.

La banca privata o l’Istituto per il Mutuo di Base non eroga prestiti, ma compra direttamente l’immobile.

Il cittadino riscatta l’immobile con rate mensili di 1/5 delle entrate familiari (nucleo familiare) fino ad ottenerne la completa proprietà.

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Da subito, anche se non completamente proprietario, il cittadino avrà in pieno carico le spese legate all’abitazione (condominio, utenze, riparazioni etc).

Chi ottiene il Mutuo di Base accetta di relazionare mensilmente le entrate familiari e accetta controlli speciali temporanei sulle sue attività finanziarie, al fine di

utilizzare sempre e con correttezza il ⅕ delle entrate familiari.

Se in qualsiasi momento e per una giusta motivazione (spostamento in altra città, difficoltà economiche, separazione etc) il cittadino ha necessità di interrompere il Mutuo Base, la banca privata o l’Istituto per il Mutuo Base restituiscono le quote versate alla coppia al netto del tasso di interesse versato fino a quel momento e al netto di una eventuale ristrutturazione (se ad esempio la casa fosse stata comprata nuova o appena ristrutturata) e acquisiscono il 100% della proprietà, rimettendola sul mercato.

Considerazioni finali sul concetto di Base di Partenza Lineare

Lo “Stato minimo” si, ma minimo indispensabile a garantire sicurezza e libertà per tutti e ricchezza e prosperità per chiunque la ricerchi.

Lo Stato dovrà quindi limitarsi al compito di: creare, organizzare e difendere questa

“base di partenza”, di intervenire in economia solo quando l’iniziativa economica privata nulla o scarsa metta a rischio dei settori strategici per la nazione. La libertà dello Stato di intervenire per creare e mantenere attiva la Base Lineare di Partenza, deve essere garantita, allo stesso modo in cui è garantita la libertà del cittadino.

Come si garantisce la libertà dello Stato in tal senso? Abrogare il pareggio di bilancio dalla Costituzione e utilizzare la banca centrale che emette la moneta a corso legale nella nostra nazione per acquistare automaticamente i titoli di debito emessi dallo Stato non collocati sul mercato primario.

Cosa vuol dire? Vuol dire che lo Stato avrà la libertà finanziaria e monetaria di intervenire per tutelare e creare il lavoro, la sanità pubblica, l’istruzione e le altre sue competenze specifiche come sicurezza e difesa. E lo potrà fare senza soffocare di tasse imprenditori, professionisti e lavoratori, poiché i mancati introiti delle tasse

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abbattute, saranno coperti (se non reperiti completamente con l’emissione di buoni del tesoro) dalla Banca Centrale.

Il fine ultimo di questa visione? La fine del classismo senza uccidere le classi, la fine dello sfruttamento senza uccidere l’economia, la fine della povertà senza uccidere la ricchezza.

L’uomo messo di fronte alla propria libertà, messo di fronte a se stesso e alle sue scelte, artefice della propria sorte, senza più giustificazioni.

Sanità pubblica

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Salvare e potenziare la sanità pubblica. Negli ultimi dieci anni sono stati sottratti alla sanità pubblica oltre 37 miliardi tramite tagli indiscriminati. Quei miliardi vanno reimmessi nel sistema sanitario, il quale deve essere sempre correttamente

finanziato e diretto con l’obiettivo di raggiungere una efficienza che possa garantire l’assistenza sanitaria pubblica, tendenzialmente gratuita, universale e di

eccellenza in ogni situazione, anche emergenziale. Quindi l’ipotesi emergenziale deve essere sempre tenuta in conto, il numero di ipotetici posti letto in terapia intensiva deve essere raddoppiato, come il personale a questi collegato.

Tornare alla USL, evitare le esternalizzazioni per tutto il personale sanitario, che deve essere assunto direttamente, con contratti a tempo indeterminato.

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Una legge che garantisca sempre ed in ogni caso, la visita al malato ricoverato in una qualunque struttura sanitaria, ALMENO due volte a settimana. L’onere di come organizzare la visita DI PERSONA e non tramite strumenti digitali, in sicurezza, spetta alla struttura sanitaria che sarà obbligata a garantirla.

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Tasse, libertà economica

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Abbattere del 50% almeno il carico fiscale sul lavoro, sulle imprese e sui cittadini, ovvero abbattere le tasse sul lavoro per aumentare i salari e per aumentare i posti di lavoro. Abbattere le tasse sui profitti per incentivare gli investimenti. Vogliamo che l’Italia diventi (torni ad essere) una fra le nazioni con minor gettito/PIL, che si posizioni tra il livello del Giappone e quello degli U.S.A. ovvero fra il 23% e il 28%.

Abbattimento delle tasse sulla proprietà come per il taglio delle tasse sul reddito.

Cancellazione delle tasse sulle pensioni, maturate su un reddito già tassato. In egual modo cancellare le tasse sulle successioni, per beni e risparmi che sono stati già ampiamente tassati. La tassazione in ogni caso non deve essere mai calcolata su redditi o introiti presunti, ma sempre e solo reali.

Tassazione progressiva, ma drasticamente abbattuta e razionalizzata, a fronte della libertà dello Stato di perseguire i suoi obiettivi, in primis la piena occupazione per tutti i cittadini. Ovvero, libero il cittadino di non essere oppresso fiscalmente dallo Stato, e libero lo Stato di effettuare tutti gli interventi economici necessari ai suoi scopi, in primis la piena occupazione per tutti.

Libertà per lo Stato di perseguire i suoi scopi vincolando la Banca Centrale che emette la moneta a corso legale sul territorio dello Repubblica, ad acquisire

direttamente e automaticamente sul mercato primario tutti i titoli di debito emessi dallo Stato italiano e non collocati, ovvero non acquistati da investitori istituzionali e risparmiatori privati. Sopperendo, così, alle mancate entrate nelle casse pubbliche in seguito all’abbattimento delle tasse, e coprendo tutte le spese per investimenti e infrastrutture, volte alla piena occupazione e alla creazione della “Base di Partenza Lineare”.

Questo vuol dire mantenere un alto livello di debito pubblico, ma quasi

interamente in mano italiana. Vuol dire lasciar eventualmente crescere l’inflazione (non è automatico che succeda, finché non si è raggiunta la piena occupazione) senza paura del valore nominale della moneta. Una volta garantito il risparmio, offrendo ai risparmiatori italiani che volessero farne uso un buono del tesoro che ripaghi l’inflazione negli anni, e una volta garantiti salari e pensioni, agganciando

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le retribuzioni all’inflazione con lo strumento della scala mobile, nessuno può temere l’inflazione, tranne chi vuole vivere di rendita su un capitale accumulato. Chi lavora, chi produce, chi ha le capacità, la volontà e l’iniziativa continuerà a

prosperare e crescere, lavorare o arricchirsi, quale che sia il valore nominale della moneta. Esattamente come successo prima dell’ingresso nell’Euro.

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Separazione netta fra banche commerciali e banche di investimento finanziario, ovvero separazione fra banche che investono in economia reale e banche che investono in borsa e finanza.

Pagamento immediato dei debiti dello Stato nei confronti di aziende italiane e cittadini italiani, tramite intervento della Banca Centrale.

Divieto per gli enti pubblici (comuni, regioni e provincie etc) di finanziarsi sul mercato con l’emissione di bond, o investendo in titoli e prodotti finanziari.

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Cancellare il pareggio di bilancio dalla Costituzione, lo Stato deve operare in deficit. Spesa pubblica in deficit a coadiuvare l’iniziativa privata: gare, appalti, infrastrutture, manutenzioni, servizi. Il denaro pubblico investito finisce nelle tasche di aziende e lavoratori. L’austerità è fallimento, la spesa pubblica è ricchezza diffusa. Il pareggio di bilancio è sterilità, il deficit è fecondo. Il denaro deve circolare, perché è il sangue dell’organismo economico. Se il denaro non circola, l’economia muore.

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Riformare la logica di centrale rischi e banche dati di debitori. Far ripartire i meritevoli, offrire una seconda possibilità.

I debiti nei confronti dello Stato dovuti dai cittadini (persone fisiche) possono essere riscossi solo dallo Stato e non cartolarizzati o ceduti a privati.

La cartolarizzazione del debito verso privati di una persona fisica può avvenire solo con l’assenso scritto e consapevole del debitore. Se una Banca vuole vendere un

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via prioritaria fatta la proposta al debitore a monte, ogni volta che la banca vuole venderlo.

La prima casa di proprietà, non può essere mai considerato un collaterale a monte di un NPL.

Obbligo da parte del creditore di fornire prova scritta del debito al magistrato in caso di azione giudiziaria (oggi vale la parola del funzionario di banca che stabilisce surrettiziamente l’importo del debito).

Media, editoria e social network

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Una legge sull’editoria e sull’informazione. Non esiste libertà e non esiste sovranità popolare se l’informazione non è libera. L’informazione non è libera se si

concentra in poche mani, l’informazione non è libera se lasciamo che banche, multinazionali, grandi gruppi finanziari, fondi sovrani ed altri finanzino l’editoria o peggio ancora facciano direttamente gli editori. Chi fa editoria, faccia solo editoria.

Studiare e promuovere meccanismi affinché i giornalisti siano davvero liberi, e non influenzabili da qualsiasi ricatto economico/lavorativo.

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I Social Network che abbiano più di un certo numero di utenti, devono essere assimilati ad un sistema pubblico di informazione, e soggetti alle leggi che tutelano il pluralismo e soprattutto impediscono la censura. Il principio da stabilire è il seguente: non è il proprietario del Social Network a decidere chi può o chi non può parlare sulla piattaforma, non è lui a decidere quali siano i temi che possono essere discussi e quali no, e soprattutto non può decidere se una posizione su un tema sia lecita o meno. E’ la legge dello Stato (che dovrebbe ispirarsi ai principi di libertà di pensiero e di parola) a decidere se un utente di un Social Network deve essere sanzionato o meno. Questo in virtù del fatto che il Social Network opera comunque su reti e frequenze pubbliche.

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Trasporti e libertà di movimento

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Cancellazione delle accise sui carburanti. Come per tutto il resto, le tasse sui carburanti devono avere un tetto il 30% stabilito per legge. Oggi è il 55%

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Ritirare le concessioni autostradali ai privati. Le autostrade siano gestite da A.N.A.S. e rese effettivamente pubbliche. Rendere gratuito il loro utilizzo come in Germania e altre nazioni.

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Se lo Stato obbliga il cittadino ad utilizzare una forma di assicurazione

obbligatoria, questo servizio deve essere offerto dallo Stato a prezzi ragionevoli o calmierati. Deve esistere quindi una RCauto gestita e organizzata da un istituto finanziario pubblico, oppure una legge per calmierare le tariffe. Una volta

realizzato questo, il reato di truffa all’RCauto deve essere inasprito ai massimi livelli.

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Il trasporto su rotaia rientra nei settori strategici di interesse nazionale, la rete ferroviaria deve assolutamente rimanere in mano pubblica e occorre nazionalizzare pagandone il giusto prezzo, l’azienda Ansaldo Breda, recentemente finita in mano straniera.

Energia e ambiente

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Stabilire il seguente principio: gerarchicamente avere dell’energia a costi

competitivi e in grado di garantire sviluppo economico e benessere per cittadini e imprese, è al di sopra degli interessi ambientali. L’iniziativa pubblica in tal senso deve essere orientata a questo principio. Cancellare dalla Costituzione i passaggi riguardanti l’ambiente, funzionali solo alla speculazione e alla

deindustrializzazione italiana.

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Ciò non vuol dire che non si debba promuovere fonti energetiche in armonia con la natura, anzi occorre assolutamente incentivare e finanziare la ricerca aumentando il PIL destinato in tal senso.

L’azione dello Stato deve essere finalizzata all’indipendenza e alla economicità.

Non deve essere possibile per lo Stato rivolgersi per l'acquisto di materie prime ad un fornitore non competitivo, per motivi politici o ideologici. Dobbiamo diversificare le fonti per non essere dipendenti da nessuno, ma se il Gas russo costa meno, non possiamo non comprarlo per motivi politici.

L’indipendenza energetica va perseguita tramite la ricerca, a cui vanno destinate importanti quote del PIL nazionale e tramite lo sviluppo, la tutela politica, giuridica e militare della nostra azienda pubblica strategica ENI che deve rimanere sempre ed assolutamente in mano pubblica, così come per le altre aziende pubbliche del

comparto energia, Enel, Terna, Ansaldo Energia etc

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L’iniziativa privata di tutela e salvaguardia dell’ambiente è tutelata, ma deve avere sempre un carattere volontaristico. Chi pensa sia giusto vivere al freddo, non lavarsi, non riprodursi e mangiare insetti per tutelare l’ambiente deve essere sempre libero di farlo, nella sua sfera privata.

Difesa e proiezione degli interessi nazionali

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L’Italia deve essere una nazione non allineata, e le sue relazioni internazionali devono essere multipolari. L’appartenenza alla N.A.T.O. ad oggi non porta nessun vantaggio all’Italia. I nostri "alleati" europei sono nostri competitori diretti su molti scenari di nostro interesse, soprattutto nel mediterraneo e nel nord Africa.

Se non siamo in grado di far valere il nostro peso nella N.A.T.O. e non possiamo trarne vantaggi, ma solo svantaggi, è inutile restare nell’alleanza.

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Il primo terreno su cui testare la nostra libertà di azione nei confronti dei nostri

“alleati” deve essere la Libia e la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti energetici nel mediterraneo da parte di ENI.

Se è interesse per la N.A.T.O. che l’Italia rimanga nell’alleanza, non ci deve essere preclusa la ricerca dei nostri interessi legittimi. Se non possiamo tutelare i nostri interessi nazionali non abbiamo bisogno né della N.A.T.O., né tantomeno di basi straniere sul nostro territorio.

L’appartenenza ad una alleanza militare o il dare ospitalità a basi militari straniere non deve imporre nessun tipo di politica o precludere nessun tipo di iniziativa

economica e di amicizia con altre nazioni, altrimenti deve essere considerata un dominio militare, una occupazione del territorio e non una alleanza.

Vale esattamente lo stesso ragionamento, per un ipotetico esercito “europeo”.

Pensiamo che costituire un esercito comune fra nazioni in competizione su ogni tema economico ed energetico, non solo non serva a nulla, ma sia funzionale a comprimere i legittimi interessi italiani.

Le spese militari sono lecite, e vanno potenziate. Tanto più che la nostra industria militare è fiorente ed esporta in tutto il mondo. Le forze armate italiane devono essere efficienti, pronte e tecnologicamente all’avanguardia.

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