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Il sacramento della riconciliazione

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Academic year: 2022

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Il sacramento della riconciliazione

VADEMECUM PER PENITENTI E CONFESSORI

Emiliano Antenucci Pasqualino di Dio

il cammino della Luce

Prefazione di Rino Fisichella

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Prefazione

Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa. Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspet- tata. Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfe- zione (cfr. Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona. Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati. Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo (MV 22).

Con queste parole, tratte dalla bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia (2015-

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2016) Misericordiae vultus, papa Francesco sembra descrivere l’essenza del sacramento della Riconcilia- zione. Quando si sperimenta la grandezza della mise- ricordia di Dio non si può dimenticare che non ci si improvvisa penitenti né confessori. Per questo, il libro di don Pasqualino di Dio e padre Emiliano Antenucci, Missionari della Misericordia istituiti da papa France- sco durante l’Anno Santo, è uno strumento prezioso.

Il testo si presenta realmente come un «vademecum»

che, attraverso alcune riflessioni originali, sostenute dai testi della sacra Scrittura e dagli scritti dei Padri e del Magistero, prende per mano penitenti e confessori per prepararsi e vivere al meglio l’incontro con l’amore misericordioso di Dio nella confessione.

Per cogliere il contenuto della confessione, ampia- mente sviluppato nel testo, può essere utile richiamare una leggenda conosciuta nell’antichità, quella del pel- licano. Presentiamo un bel commento di uno degli autori più fecondi dell’oriente nel IV sec., sant’Efrem il Siro:

Affliggiti per Dio, che per te Dio si affligge. Per il peccato la tua anima è morta: versa lacrime ardenti e svegliala così dalla morte: da’ a Dio questa gioia, perché egli si rallegra se tu ridesti la tua anima. Vi è un uccello che risuscita i suoi figli; la sua covata se muore, egli la ridesta alla vita. Quando gli nascono i figli, egli se ne rallegra immensamente e blanden-

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doli troppo li soffoca, tanto che quelli muoiono. Ma quando se li vede morti e vede che non si muovono più e non si agitano, allora se ne sta per tre giorni angosciato, affranto dal dolore; non prende né cibo né bevanda, ma non si allontana da essi; sta loro vicino e li custodisce. Alla fine si squarcia il corpo e li bagna con il proprio sangue e allora, per disposizione di Dio, i corpicini morti tornano in vita. Se, dunque, un uccello riesce in tal modo a svegliare dalla morte i suoi piccoli, anche tu, o peccatore, sveglia alla vita la tua anima morta. E se Dio ha compassione del pel- licano... quanto più Dio avrà compassione della tua anima (Commento a «I peccati verranno portati via», 1-6).

Con la confessione, quindi, ognuno scopre che finalmente può essere trasformato e rinascere a vita nuova. Il perdono donato trasforma la vita, e da pec- catore ritorna alla pienezza della grazia. Da escluso al banchetto, a purificato rivestito dell’abito nuziale (cfr. Mt 22,8-10). Il sacramento della confessione, insomma, con la valenza antropologica che possiede, impone di cogliere la verità sulla propria vita, facendo di nuovo sentire pienamente parte di una comunità che, nel bene e nel male, mi ha come suo membro. La vita, troppo spesso fatta di idealità e contraddizioni, ha bisogno del perdono come esperienza di amore e di misericordia. La confessione consente di cogliere l’uno e l’altro aspetto, permettendo di divenire strumento di

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perdono. Una società come la nostra che sembra aver dimenticato il perdono e suscita sempre più reazioni come violenza, rancore e vendetta ha bisogno di testi- moni di perdono e di segni di misericordia. La nuova evangelizzazione, pertanto, si coniuga con l’esperienza della riconciliazione dove l’amore che giunge fino al perdono diventa annuncio concreto di come Dio ama e va incontro a chi si abbandona a lui nella fede.

Sono certo che questo testo, con tante istruzioni pratiche adatte a situazioni diverse, possa aiutare a vivere un sacramento troppo spesso dimenticato e tra- scurato, per mettere in pratica quanto insegna papa Francesco nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium:

Ai sacerdoti ricordo che il confessionale non dev’es- sere una sala di tortura bensì il luogo della misericor- dia del Signore che ci stimola a fare il bene possibile.

Un piccolo passo, in mezzo a grandi limiti umani, può essere più gradito a Dio della vita esteriormente corretta di chi trascorre i suoi giorni senza fronteg- giare importanti difficoltà. A tutti deve giungere la consolazione e lo stimolo dell’amore salvifico di Dio, che opera misteriosamente in ogni persona, al di là dei suoi difetti e delle sue cadute (EG 44).

 Rino Fisichella

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