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2021_02_11_Relazione Acustica (2943 KB)

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(1)

OTOSPRO SRL, PIAZZA COLLEGIO BORROMEO 7 – 27100 PAVIA P.I. e C.F. 02167760186

STABILIMENTO DI ISTRANA PREVISIONE IMPATTO ACUSTICO

OTTIMIZZAZIONE DELLE OPERAZIONI DI RECUPERO RIFIUTI SPECIALI NON PERICOLOSI IN MATERIALE PLASTICO

Rif. Rev. Descrizione REDATTO DA VERIFICATO DA APPROVATO DA Data

1591 A Prima

Emissione

BINOTTI A. MORELLI M. BINOTTI A.

12/12/2020

(2)

I N D I C E

1. CARATTERIZZAZIONE AREA OGGETTO DELL’INTERVENTO 2. DESCRIZIONE DELLE OPERE DI PROGETTO

3. RIFERIMENTI NORMATIVI VALUTAZIONE IMPATTO ACUSTICO NON SIGNIFICATIVO 4. LIMITI ACUSTICI

5. VALUTAZIONE DI IMPATTO ACUSTICO 6. INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ACUSTICO 7. CONCLUSIONI

A P P E N D I C E APPENDICE 1:

DESCRIZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO E CRITERI DI VALIDAZIONE APPENDICE 2:

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

(3)

PROPONENTE

ALIPLAST, azienda leader nel riciclaggio delle materie plastiche per la produzione di polimeri rigenerati, di film flessibili in rLDPE e di lastre in rPET. Dal 2017 Aliplast fa parte di HERAmbiente, società del Gruppo Hera e primario operatore nazionale nel trattamento e nello smaltimento di ogni tipologia di rifiuto.

SEDE LEGALE E AMMINISTRATIVA via delle Fornaci, 14

31036 Ospedaletto d’Istrana, Treviso (TV).

Tel: +39 0422 837090

OPERE DI PROGETTO

Ottimizzazione delle operazioni di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi in materiale plastico.

OGGETTO DELLO STUDIO DI PREVISIONE D’IMPATTO ACUSTICO:

1. Valutazione previsionale delle variazioni delle emissioni sonore determinate dalle modifiche previste per l’ottimizzazione delle operazioni di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi in materiale plastico;

2. Valutazione impatto acustico non significativo tale da non modificare le immissioni di rumore nell’ambiente circostante, ovvero all’esterno del confine di pertinenza dell’impianto (v. art.4 commi 1 e 2 “Linee guida per la elaborazione della documentazione di impatto acustico ai sensi dell’art.8 della LQ n. 447/1995” Delibera del Direttore Generale ARPAV, DDG n. 3 del 29.01.2008).

La presente relazione è stata redatta dal Dott. Attilio Binotti. Maurizio Morelli ha verificato il documento.

Dott. Attilio Binotti Maurizio Morelli

Tecnico competente in acustica ambientale Regione

Lombardia Decreto n. 2816 del 1999 Tecnico competente in acustica ambientale, Regione Lombardia Decreto n° 5874 del 2010 Iscrizione all’Elenco Nazione dei Tecnici Competenti in

Acustica (ENTECA) n. 1498 del 10.12.2018 Iscrizione all’Elenco Nazione dei Tecnici Competenti in Acustica (ENTECA) n. 1964 del 10.12.2018 CICPnD ACCREDIA in Acustica – Suono- Vibrazioni al Livello

II nei settori Metrologia e Valutazione Acustica, certificati 359 e 360/ASV/C del 20.5.2013 e del 19.04.2018 Assoacustici (Associazione riconosciuta dal Ministero dello

Sviluppo Economico) con attestato di qualità, qualificazione e aggiornamento professionale n.10 del 1°

febbraio 2016 ai sensi della Legge n.4 del 14/01/2013

(4)

1. CARATTERIZZAZIONE AREA OGGETTO DELL’INTERVENTO

Lo stabilimento Aliplast è sito nella frazione Ospedaletto di Istrana, nella parte meridionale del Comune di Istrana (TV). L’impianto dista circa 4.3km dal centro cittadino. Il sito è raggiungibile grazie alla SP68.

In corrispondenza dell’area di studio

1

sono assenti agglomerati abitativi o ricettori sensibili, sono invece presenti abitazioni sparse in direzione nord, est e sud, lungo la provinciale e le vie che da essa si diramano.

Di seguito si riporta un’immagine satellitare dell’area di studio: l’area Aliplast è indicata dal perimetro rosso, i ricettori prossimi sono invece indicati dal segnaposto giallo. I reparti indicati dai segnaposto colorati sono quelli interessati dalle modifiche previste.

Figura 1: Area di progetto e ricettori prossimi

CARATTERISTICHE DELL’AREA DI STUDIO

 Superficie: pianeggiante;

 Latitudine: 45°38'40.40"N;

 Longitudine: 12° 4'10.67"E;

 Altitudine: 38 m s.l.m.

1 Porzione di territorio entro la quale incidono gli effetti della componente rumore e oltre la quale possono essere considerati trascurabili.

(5)

CARATTERISTICHE DELLE AREE CIRCOSTANTI

La zona limitrofa allo stabilimento è dedicata prevalentemente alle attività agricole.

Lo stabilimento confina con:

A NORD

 Un’estesa area agricola

 All’interno di questa si trovano il ricettore R1 e il ricettore R2 rispettivamente a 130 e 20 metri dal confine dello stabilimento

A EST  La SP68 a circa 120 metri

 Lungo di essa i ricettori R3, R4, R5 ed R6

A SUD  Area agricola che si estende fra il confine di impianto e l’abitato di Badoere

 I ricettori R7 e R8 siti rispettivamente a 215 e 315 m A OVEST  Un’estesa area agricola priva di abitazioni

2. DESCRIZIONE DELLE OPERE DI PROGETTO

Aliplast è leader nel riciclaggio delle materie plastiche per la produzione di polimeri rigenerati, di film flessibili in rLDPE e di lastre in rPET.

Fondata nel 1982, come azienda di servizi per la raccolta di rifiuti plastici, ha progressivamente ampliato la propria offerta grazie a una gestione attenta, associata a costanti investimenti in ricerca e sviluppo e all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, espandendo ben presto ben presto la sua attività oltre i confini del Veneto, fino a diventare prima realtà a livello nazionale e poi gruppo internazionale.

L’iniziale attività di raccolta è stata integrata prima con la rigenerazione e poi con la produzione di manufatti e imballaggi in plastica riciclata. Con un approccio unico e concretamente rivolto all’economia circolare, Aliplast presidia l’intero ciclo di vita della plastica e la trasforma da rifiuto in nuova risorsa riutilizzabile.

Dal 2017 Aliplast fa parte di HERAmbiente, società del Gruppo Hera.

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PREVISTI

L ’ ottimizzazione delle operazioni di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi in materiale plastico sarà conseguita con l’ottimizzazione complessiva della capacità produttiva di alcune linee esistenti negli impianti di produzione del lavaggio del PET, mulini di macinazione, del lavaggio/estrusione del PE.

Oltre all’impiego della residua capacità produttiva, già esistente, viene messa in esercizio anche una selezione manuale più rigorosa presso i nostri fornitori affinché gli scarti, da loro prodotti, siano selezionati in maniera più accurata (privi di plastiche eterogenee o altro materiale). Questo comporta che il materiale inviato al nostro processo produttivo sia di qualità migliore permettendo un ulteriore aumento della produzione oraria degli stessi impianti. In questo modo vengono anche ridotti alcuni fermi impianto ordinari dovuti a pulizie di materiali non idonei al proseguimento del processo industriale.

Inoltre, verrà installato un nuovo impianto di estrusione del PET per la lavorazione del materiale prodotto dalla linea lavaggio PET. Tale impianto trasformerà la materia prima “Macinato di PET” in materia prima seconda “Granulo di PET”.

Nella seguente immagine sono evidenziati i reparti interessati dall’ottimizzazione delle linee di lavorazione e dal conseguente aumento di produzione e l’area in cui entrerà in esercizio il nuovo estrusore del PET.

Si tratta di reparti interni allo stabilimento separati da altri edifici rispetto ai ricettori prossimi.

(6)

Figura 2: Reparti interessati aumento di produzione

NUOVO IMPIANTO ESTRUSORE PET

Verrà installato un nuovo impianto di estrusione del PET per la lavorazione del materiale prodotto dalla linea PET. Tale impianto trasformerà la materia prima “Macinato di PET” in materia prima seconda “Granulo di PET”. L’estrusore ha una capacità di trattamento pari a 3.000 t/anno.

Nella tabella successiva sono riportati i dati dell’estrusore.

Tabella 1: Caratteristiche dell’estrusore Tipologia di

impianto Sezioni Composizione

Estrusore bivite

N. 1 Estrusore bivite corotante tipo 2C 105 52 D

 Gruppo riduttore a trasmissione diretta

 Viti di estrusione co-rotanti

 Cilindro a 6 settori

Sistema di dosaggio  2 + 2 componenti a perdita di peso ognuno unità completa di tramoggia refill con sensori di livello minimo e massimo

 Piattaforma di supporto dosaggio N. 1 Quadri elettrici

impianto

 Quadro potenza con inverter e PLC

 Quadro termoregolazione

 Pulpito di comando N. 1 Apparato per

degasaggio

 N. 2 pompe vuoto ad anello liquido ad alta prevalenza

 N. 2 serbatoi di condensazione con camicia raffreddata, impianto di ricircolo dell’acqua mediante scambiatore di calore.

Pompa volumetrica Ad ingranaggi con trasmissione con albero cardanico e dispositivo per il controllo della pressione del melt

N. 1 Motore a corrente

alternata 315kW con Potenza massima 315kW – 1500 RPM regolazione di velocità

(7)

Tipologia di

impianto Sezioni Composizione

inverter

Cambia filtro EREMA autopulente automatico

Cambia filtro SW 8/134 con sistema di auto pulizia completamente automatico

 Diametro vaglio/rete = 8x134 mm

 Termoregolatori per le zone di riscaldamento del cambia filtro Portata PET fino a 1.000 kg/h

 Trasporto pressione max bar = 150 bar

 Differenza pressione max = 150 bar

 Gamma temperatura fino a 320°C

Sistema di granulazione “a spaghetti” su scivolo

inclinato

 Filiera a testa cilindrica tipo 120 con le seguenti caratteristiche:

o Flangia di collegamento

o Piastra porta stampi intercambiabile per 10 fili o N°1 zona di riscaldamento

o Pressione di utilizzo: 150bar o Temperatura di progetto: 350°C

 Sistema di granulazione tipo 120 con le seguenti caratteristiche:

o Scivolo di raffreddamento

 Lunghezza 3m

 Larghezza 200mm, 120mm utili o Supporto valvola di raffreddamento del trefolo o Tubi con ugelli spay

o Separazione dell’acqua per troppo pieno

o Copertura della sezione ingresso fili isolata acusticamente

o Sistema di distribuzione acqua di raffreddamento o Testa del granulatore con design ottimizzato e

isolata da vibrazioni sulla macchina/telaio o Rotore portalame a 4 taglienti

o Fresa rotante cilindrica diametro 162.5mm, 30 denti in stellite

o Rullo di alimentazione inferiore diametro 60mm, superficie liscia, acciaio al cromo

o Rullo di alimentazione superiore diametro 120mm, superficie scanalata, acciaio al cromo o Regolazione dello spazio di taglio tramite bulloni

eccentrici

o Apparecchiatura di controllo dedicata

 Sezione post raffreddamento

o Tubazione diametro 155mm, lunghezza 4m

 Essiccatore centrifugo tipo GT 1200

 Sistema di ritorno acqua di processo

 Sistema di raffreddamento acqua di processo PSW 200 in acciaio inossidabile

o Scambiatore di calore a piastre o Unità filtrante

È prevista l’installazione di una cappa di aspirazione per il convogliamento all’esterno delle emissioni gassose

prodotte.

(8)

QUADRO GENERALE AUMENTI DI PRODUZIONE RICHIESTI

Il quadro generale degli aumenti richiesti è riassunto nella successiva tabella:

Tabella 2: Quadro generale della richiesta di aumento dei volumi di produzione

REPARTO

Produzione STATO DI

FATTO

INCREMENTO

PRODUZIONE Descrizione

Reparto Lavaggio PET 35.600.000 kg 6.600.000 kg

Incremento ottenuto tramite l’ottimizzazione della line di produzione senza aumentare le ore di funzionamento degli impianti

Reparto Macinazione PET e altre

plastiche 6.336.000 kg 10.624.000 kg

Incremento di produzione ottenuto tramite l’aumento delle ore di funzionamento degli impianti

Reparto Estrusione PE/PP 40.064.000 kg 10.776.000 kg

Incremento ottenuto tramite l’ottimizzazione della line di produzione senza aumentare le ore di funzionamento impianti Reparto Estrusione PET Produzione MPS da macinato a granulo Installazione nuovo estrusore

Bivite

Le tipologie e i CER trattati non subiranno modifiche rispetto a quanto già autorizzato.

Per maggiori dettagli in merito alle caratteristiche al progetto si rimanda alle relazioni dell’iter autorizzativo.

3. RIFERIMENTI NORMATIVI VALUTAZIONE IMPATTO ACUSTICO NON SIGNIFICATIVO

La Legge Regionale n. 11 del 2001 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112” ha demandato ad ARPAV le funzioni relative allo sviluppo delle linee guida di cui all’articolo 8 della Legge n. 447 del 1995.

Con la Delibera del Direttore Generale ARPAV, DDG n. 3 del 29.01.2008, sono state approvate le linee guida che riportano i criteri da adottare per la elaborazione della documentazione di impatto acustico prevista all’articolo 8 della Legge n. 447 del 1995. Gli art. 4 e 14 disciplinano Impianti/Infrastrutture/Insediamenti di attività adibite ad Attività Produttive.

Considerate le premesse contenute ai commi 1, 2 e 3 degli articoli 4 e 14

“Impianti/Infrastrutture/Insediamenti di attività adibite ad Attività Produttive” delle “Linee guida per la elaborazione della documentazione di impatto acustico ai sensi dell’art.8 della LQ n. 447/1995” Delibera del Direttore Generale ARPAV, DDG n. 3 del 29.01.2008 di seguito riportate in stralcio:

La documentazione di previsione di impatto acustico, per gli impianti/infrastrutture/insediamenti adibiti ad attività produttive di nuova costruzione o per quelli esistenti nei quali sia prevista la realizzazione di interventi o la dislocazione di attività produttive tali da modificare le immissioni di rumore nell’ambiente circostante, all’esterno del confine di pertinenza dell’impianto/infrastruttura/attività sia in ambiente interno che esterno, deve contenere ….

Se le modifiche agli impianti esistenti sono tali da non “modificare le immissioni di rumore nell’ambiente

circostante, all’esterno del confine di pertinenza dell’impianto” è possibile valutare che l’impatto acustico

non è significativo e che non sia necessario produrre le indicazioni e le informazioni elencate agli artt. 4 e

14 delle linee guida sopra richiamate. Nei paragrafi successivi è riportata la documentazione necessaria a

giustificare tecnicamente le informazioni omesse.

(9)

4. LIMITI ACUSTICI

Il D.lgs. 42 del 17 febbraio 2017 pubblicato in gazzetta ufficiale il 4 aprile 2017 introduce all’articolo 9 comma 1.3 “il valore limite di immissione specifico, valore massimo del contributo della sorgente specifica misurato in ambiente esterno ovvero in facciata al ricettore”.

L’articolo 8 istituisce una commissione che ha il compito di:

 recepimento dei descrittori acustici previsti dalla direttiva 2002/49/CE;

 definizione della tipologia e dei valori limite da comunicare alla Commissione Europea ai sensi dell’articolo 5, comma 8 della direttiva 2002/49/CE, tenendo in considerazione le indicazioni fornite in sede di revisione dell’allegato III della direttiva stessa in materia di effetti del rumore sulla salute, della legge 26 ottobre 1995, n. 447, e dei relativi decreti attuativi;

 coerenza dei valori di riferimento cui all’articolo 2 della legge 26 ottobre 1995, n. 447 rispetto alla direttiva 2002/49/CE;

 modalità di introduzione dei valori limite che saranno stabiliti nell’ambito della normativa nazionale, al fine di un loro graduale utilizzo in relazione ai controlli e alla pianificazione acustica;

 aggiornamento dei decreti attuativi della legge.

La mancata approvazione di decreti che rendono coerenti limiti e descrittori acustici della normativa nazionale a quanto previsto dalla direttiva 2002/49/CE, aumenta le incertezze presenti nella normativa nazionale sul rumore. In particolare, la mancata attribuzione dei valori limite di immissione specifica e l’abbozzata ridefinizione dei valori di attenzione, introducono modifiche al quadro normativo precedente senza completarle.

CLASSIFICAZIONE ACUSTICA

L’area dello stabilimento ed i ricettori prossimi ricadono sul territorio comunale di Istrana dotato di zonizzazione acustica

2

, secondo quanto previsto dall’art. 6, comma 1, lettera a, della legge 26 ottobre 1995 n. 447.

 L’area dello stabilimento ricade in Classe V

 I ricettori R1, R5, R6, R7 e R8 ricadono in Classe II

 Il ricettore R2 è ubicato in classe “Fascia di transizione IV” e i ricettori R3 e R4 in “Fascia di transizione III”.

Di seguito si riporta lo stralcio della zonizzazione acustica con l’ubicazione dei ricettori.

2 Piano comunale classificazione acustica aggiornamento 2018 (Delibera di consiglio comunale n. 17 del 29.04.2019 - adozione) disponibile al link Comune di Istrana

(10)

Figura 3: Zonizzazione acustica Istrana

Nelle tabelle successive si riportano i limiti acustici previsti dal Piano di Zonizzazione Acustica, i valori limite sono espressi in dB(A).

Tabella 3: Limiti di zona ai ricettori

Ricettore Classe

Limiti di immissione Limiti di emissione

Periodo Diurno (06:00-22:00)

in dB(A)

Periodo Notturno (22:00-6:00)

in dB(A)

Periodo Diurno (06:00-22:00)

in dB(A)

Periodo Notturno (22:00-6:00)

in dB(A)

R1 II 55 45 50 40

R2 FASCIA TRANSIZIONE IV 65 55 60 50

R3 FASCIA TRANSIZIONE III 60 50 55 45

R4 FASCIA TRANSIZIONE III 60 50 55 45

R5 II 55 45 50 40

R6 II 55 45 50 40

R7 II 55 45 50 40

R8 II 55 45 50 40

(11)

LIMITI IN AMBIENTE ABITATIVO – APPLICABILITA’ CRITERIO DIFFERENZIALE

Le opere e le attività di progetto sono successive alla data di entrata in vigore del DM 11 dicembre 1996

"Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo” e sono quindi soggetta ai limiti d’immissione in ambiente abitativo previsti dal criterio differenziale.

Il criterio differenziale non si applica in assenza di ambienti abitativi, all’interno delle aree esclusivamente industriali e nei seguenti casi, poiché ogni effetto del rumore è da ritenersi trascurabile:

 Se il rumore, misurato a finestre aperte, è inferiore a 50 dB(A) durante il periodo diurno e 40 dB(A) durante il periodo notturno;

 Se il livello del rumore ambientale, misurato a finestre chiuse, è inferiore a 35 dB(A) durante il periodo diurno e 25 dB(A) durante il periodo notturno.

Nella successiva tabella sono indicati i limiti differenziali che le opere di progetto in esercizio dovranno rispettare.

Tabella 4: Limiti d’immissione differenziali

Limite di applicabilità criterio differenziale

Periodo diurno Periodo notturno

Δ fra rumorosità residua e rumorosità ambientale

+5 dB

Δ fra rumorosità residua e rumorosità ambientale

+3 dB

La verifica del rispetto dei limiti differenziale si esegue negli ambienti abitativi interni.

(12)

5. VALUTAZIONE DI IMPATTO ACUSTICO

Le modifiche previste per l’ottimizzazione operazioni di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi in materiale plastico sono svolte all’interno dei fabbricati dei seguenti reparti ed installazione del nuovo Estrusore PET:

- Reparto Lavaggio PET;

- Reparto Macinazione PET e altre plastiche;

- Reparto Estrusione PE/PP;

- Reparto Estrusione PET.

L’ottimizzazione delle operazioni di recupero dei rifiuti determinerà i seguenti aumenti di produzione:

Tabella 5: Incrementi di produzione conseguenti all’ottimizzazione delle operazioni di recupero dei rifiuti speciali

REPARTO Produzione

SDF Aumento di

produzione Descrizione

Reparto Lavaggio PET 35.600.000 kg 6.600.000 kg

Incremento ottenuto tramite l’ottimizzazione della line di produzione senza aumentare le ore di funzionamento impianti

Reparto Macinazione PET e

altre plastiche 6.336.000 kg 10.624.000 kg Incremento di produzione ottenuto tramite l’aumento delle ore di funzionamento degli impianti

Reparto Estrusione PE/PP 40.064.000 kg 10.776.000 kg

Incremento ottenuto tramite l’ottimizzazione della line di produzione senza aumentare le ore di funzionamento impianti

Reparto Estrusione PET Produzione MPS da macinato a

granulo Installazione nuovo estrusore Bivite

Come evidenziato nella seguente Figura 4 i reparti oggetto di intervento sono interni allo stabilimento Aliplast e le loro emissioni sonore, verso i ricettori esterni, risultano schermate dagli altri edifici presenti.

L’aumento della quantità di rifiuti inviati a trattamento sarà reso possibile dall’ottimizzazione complessiva della capacità produttiva di alcune linee esistenti negli impianti sopra elencati.

Oltre all’impiego della residua capacità produttiva, già esistente, viene messa in esercizio anche una selezione manuale più rigorosa presso i nostri fornitori affinché gli scarti, da loro prodotti, siano selezionati in maniera più accurata (privi di plastiche eterogenee o altro materiale). Questo comporta che il materiale inviato al processo produttivo sia di qualità migliore permettendo un ulteriore aumento della produzione oraria degli stessi impianti. In questo modo vengono anche ridotti i fermi impianto ordinari dovuti a pulizie di materiali non idonei al proseguimento del processo industriale.

Inoltre, verrà installato un nuovo impianto di estrusione del PET per la lavorazione del materiale prodotto dalla linea lavaggio PET. Tale impianto trasformerà la materia prima “Macinato di PET” in materia prima seconda “Granulo di PET”.

Per valutare la rumorosità presente nei reparti oggetto di modifica, senza determinare potenziali cause di contagio COVID-19, si è scelto di:

 Valutare i livelli di rumorosità presenti nei reparti interessati dalle modifiche impiegando le recenti misure riportate nel documento “Vega Engineering – Misurazione esposizione rumore – REV 27/08/2019”;

 calcolare l’incremento della rumorosità interna;

 calcolare la rumorosità determinata all’esterno dalle partizioni che costituiscono gli edifici;

 calcolare la variazione della rumorosità determinata dalle modifiche alla ventilazione esterna;

(13)

 valutare se le modifiche previste determineranno un aumento o una diminuzione della potenza sonora e una conseguente variazione della rumorosità a confine.

La variazione della rumorosità all’interno dei reparti interessati dall’ottimizzazione produttiva sarà valutata come segue:

1. Calcolo dell’aumento della rumorosità nei reparti interessati dall’aumento di produzione oraria tramite la riduzione dei fermi impianti con l’impiego della seguente formula:

𝐿𝑝 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑆𝐷𝑃 = 10 ∗ log 10 + 10 ∗ % 𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒

2. Il nuovo estrusore ha caratteristiche acustiche identiche a quello esistente, la messa in esercizio del nuovo estrusore PET, degli impianti di aspirazione accessori e delle attività connesse sono state valutate con la formula indicata al punto 1 partendo dagli attuali livelli di rumorosità.

Figura 4: Posizione dei reparti interessati da aumento di produzione

Nella successiva tabella si riportano i livelli di pressione sonora considerati per valutare la rumorosità presente all’interno dei reparti. Per la stima si è scelto di calcolare la media logaritmica dei livelli di rumorosità misurati in corrispondenza delle postazioni dove stazionano gli operatori per le operazioni di controllo. Questa è una scelta conservativa in quanto le postazioni di misura sono sempre in prossimità delle macchine presenti nei reparti e non considerano le aree meno rumorose, in genere quelle perimetrali.

Inoltre, per ogni postazione rilevata nel documento sopra citato, è sempre stato considerato il maggior livello

equivalente misurato.

(14)

Tabella 6: Calcolo livello di pressione media all’interno dei reparti Reparto Macinazione PET e altre materie plastiche

Descrizione Livello di pressione in dB(A)

Area Mulini 90,5

Area Carico Nastri 87,7

Rumorosità Media interno reparto 89,3 LAeq

Reparto Lavaggio / Estrusione PE/PP

Descrizione Livello di pressione in dB(A)

Carico mulini (linee ABC) 87,3

Trafila PE (linee ABC) 86,5

Attività varie in reparto linee ABC 85,9

Trafila PE (linee DEF) 89,7

Carico mulini (linee DEF) 89,1

Trafila PP 90,4

Trafila PE 88,2

Attività varie in reparto Trafila PP e PE 89,4

Rumorosità Media interno reparto 88,6 LAeq

Reparto Estrusione PET

Descrizione Livello di pressione in dB(A)

Carico big bags 81

Attività varie in reparto 82,1

Riempimento big bag 87,6

Rumorosità Media interno reparto 84,6 LAeq

Reparto Lavaggio PET

Descrizione Livello di pressione in dB(A)

Pannelli di comando PET 1 91,4

Mulini di macinazione PET 1 91,1

Soppalco selettori Pellenc PET 1 85,9

Attività varie in reparto 87,5

Mulini di macinazione PET 2 91,8

Pannelli di comando PET 2 88,2

Quadri elettrici PET 2 88

Tavola di selezione 86,5

Soppalco selettori Pellenc PET 2 88,6

Attività varie in reparto 87

Rumorosità Media interno reparto 89,1 LAeq

(15)

Per valutare l’incremento di rumorosità all’interno dei reparti è stata considerata la seguente formula.

𝐿𝑝 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑆𝐷𝑃 = 10 ∗ log 10 + 10 ∗ % 𝑎𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒

Tabella 7: Calcolo incremento di rumorosità interno dei reparti Reparto Macinazione PET e altre materie plastiche

Rumorosità Media interno reparto 89,3 LAeq

Incremento di produzione ottimizzazione impianto 33,00%3

Incremento di produzione in dB 1,2 dB

Rumorosità Media interno reparto Futuro 90,6 LAeq

Reparto Lavaggio / Estrusione PE/PP

Rumorosità Media interno reparto 88,6 LAeq

Incremento di produzione ottimizzazione impianto 27%

Incremento di produzione in dB 1,0 dB

Rumorosità Media interno reparto Futuro 89,6 LAeq

Reparto Estrusione PET

Rumorosità Media interno reparto 84,6 LAeq

Incremento di rumorosità determinato dall’entrata in esercizio nuovo estrusore bivite 38,00%

1,4 dB

Rumorosità Media interno reparto Futuro 86,0 LAeq

Reparto Lavaggio PET

Rumorosità Media interno reparto 89,1 LAeq

Incremento di produzione ottimizzazione impianto 18,00%

Incremento di produzione in dB 0,7 dB

Rumorosità Media interno reparto Futuro 89,8 LAeq

I livelli di rumorosità media così calcolati sono stati inseriti all’interno del modello di calcolo SoundPLAN 8.2 conforme alla ISO 9613 che ha permesso di determinare il livello di potenza sonora trasmesso all’esterno degli edifici in base alle caratteristiche dell’edificio.

Tabella 8: Calcolo livello di potenza sonora trasmessa all’esterno degli edifici Reparto Macinazione PET e altre materie plastiche

SDF4 SDP5 Rumorosità Media interno reparto – Livello di pressione sonora LAeq 89,3 90,6 Livello di pressione sonora atteso all’esterno delle Pareti in calcestruzzo – RW 40 dB6 49,3 50,6 Livello di pressione sonora atteso all’esterno del Tetto in calcestruzzo – RW 40 dB7 49,3 50,6 Livello di potenza sonora Pareti in calcestruzzo – RW 40 dB 79,5 80,7

3 Per il reparto macinazione l’incremento del 33% è stato valutando considerando il funzionamento degli impianti per 16 ore/giorno rispetto alla situazione attuale che prevede il funzionamento per 8 ore/giorno;

4Stato di fatto;

5 Stato di progetto;

6 Una parete in calcestruzzo spessore 100 mm in accordo alla VDI 2571 Annex B B 2.1.1 ha un potere di fonoisolamento pari a RW 47 dB in via conservativa nella valutazione è stato considerato un valore di attenuazione pari a RW 40 dB;

7 una copertura realizzata in cemento areato spessore 120 mm in accordo alla libreria SOUNDPlan 8.2 ha un potere di fonoisolamento pari a RW 46 dB in via conservativa nella valutazione è stato considerato un valore di attenuazione pari a RW 40 dB;

(16)

Reparto Macinazione PET e altre materie plastiche

Livello di potenza sonora Tetto in calcestruzzo – RW 40 dB 84,7 85,9 Livello di potenza sonora trasmesso all’esterno degli edifici in dB(A) LWA 85,8 87

Reparto Lavaggio / Estrusione PE/PP

SDF SDP

Rumorosità Media interno reparto – Livello di pressione sonora LAeq 88,6 89,6 Livello di pressione sonora atteso all’esterno delle Pareti in calcestruzzo – RW 40 dB 48,6 49,6 Livello di pressione sonora atteso all’esterno del Tetto in calcestruzzo – RW 40 dB 48,6 49,6 Livello di pressione sonora atteso all’esterno della Finestratura – RW 29 dB 59,6 60,6 Livello di potenza sonora Pareti in calcestruzzo – RW 40 dB 82,6 83,6 Livello di potenza sonora Tetto in calcestruzzo – RW 40 dB 92,6 93,6 Livello di potenza sonora Finestratura – RW 29 dB 89,1 90,1 Livello di potenza sonora trasmesso all’esterno degli edifici in dB(A) LWA 93,2 94,2

Reparto Estrusione PET

SDF SDP

Rumorosità Media interno reparto – Livello di pressione sonora LAeq 84,6 86,0 Livello di pressione sonora atteso all’esterno delle Pareti in calcestruzzo – RW 40 dB 44,6 46,0 Livello di potenza sonora Tetto in calcestruzzo – RW 40 dB 82,9 84,3 Livello di potenza sonora trasmesso all’esterno degli edifici in dB(A) LWA 82,9 84,3

Reparto Lavaggio PET

Rumorosità Media interno reparto – Livello di pressione sonora LAeq 89,1 89,8 Livello di pressione sonora atteso all’esterno delle Pareti in calcestruzzo – RW 40 dB 49,1 49,8 Livello di pressione sonora atteso all’esterno delle pareti in pannelli telati – RW 21 dB8 68,1 68,8 Livello di pressione sonora atteso all’esterno del Tetto in Pannelli Sandwich – RW 32 dB9 57,1 57,8 Livello di potenza sonora Pareti in calcestruzzo – RW 40 dB 77,4 78,1 Livello di potenza sonora pareti in pannelli telati – RW 21 dB 100,8 101,5 Livello di potenza sonora Tetto in Pannelli Sandwich – RW 32 dB 102,8 103,5 Livello di potenza sonora trasmesso all’esterno degli edifici in dB(A) LWA 105,0 105,7

L’incremento di produzione richiede la modifica del sistema delle cappe aspirazione cambia filtri delle linee A B e C posizionate sul tetto del reparto lavaggio/estrusione PE.

L’intervento prevede la sostituzione dei tre ventilatori esistenti con nuovi ventilatori aventi caratteristiche acustiche migliorative:

8 Un telo spessore 2 mm densità 7,2 kg/m2 in accordo alla libreria SOUNDPlan 8.2 - 2000 Bavarian State Office for Environmental Protection ha un potere di fonoisolamento pari a RW 23 dB in via conservativa nella valutazione è stato considerato un valore di attenuazione pari a RW 20 dB;

9 Un pannello sandwich spessore 80 mm ha un potere di fonoisolamento pari a RW 36 dB in accordo certificato di prova RWPanel in via conservativa nella valutazione è stato considerato un valore di attenuazione pari a RW 32 dB.

(17)

Figura 5: Caratteristiche acustiche nuovi ventilatori

Nella seguente tabella si riporta il confronto tra le sorgenti esistenti e quelle future.

Tabella 9: Calcolo livelli di potenza sonora ventilatori SDF - SDP CAPPE CAMBIA FILTRI LINEA PE

STATO DI FATTO STATO DI PROGETTO

Numero di ventilatori 3 3

Dimensioni 1 * 1 * 1 m 1 * 1 * 1 m

Livello di pressione sonora dBA 85 68

Livello di potenza sonora LWA 100 83,2

Livello di potenza sonora Totale LWA 104,8 88,0

Nella seguente Tabella 10 si riporta la variazione dei livelli di potenza sonora attesi tra lo stato di fatto e lo stato di progetto di tutti i reparti e sorgenti sonore oggetto di intervento.

Tabella 10: Calcolo livelli di potenza sonora reparti oggetto di intervento

Sorgenti LWA STATO DI FATTO STATO DI PROGETTO

Reparto Macinazione PET e altre plastiche 85,8 87,0

Reparto Estrusione PE/PP 93,2 94,2

Reparto Estrusione PET 82,9 84,3

Reparto Lavaggio PET 105 105,7

CAPPE CAMBIA FILTRI ABC TETTO REPARTO LAVORAZIONE PET 104,8 88

TOTALE 108,1 LWA 106,2 LWA

L’intervento determina una riduzione di 1,9 L

WA

del livello di potenza sonora delle sorgenti attualmente installate nell’impianto.

Nei paragrafi precedenti sono riportati i calcoli e le analisi che valutano tecnicamente che l’aumento di produzione e gli interventi di miglioramento non determineranno un aumento del livello di rumorosità in ambiente esterno, ma il beneficio indicato nella Tabella 10, sopra riportata.

È possibile quindi valutare che:

 gli interventi di progetto determinano un miglioramento complessivo di 1,9 LWA del livello di potenza sonora delle sorgenti oggetto di intervento;

 le modifiche agli impianti esistenti, indicate nelle pagine precedenti, sono tali da:

o non incrementare le immissioni di rumore nell’ambiente circostante e

o determinare un miglioramento dell’impatto acustico Aliplast all’esterno del confine di

pertinenza.

(18)

L’impatto acustico delle opere di progetto non è quindi significativo e tale da aumentare le immissioni sonore nell’ambiente circostante.

Se le modifiche agli impianti esistenti sono tali da non “modificare le immissioni di rumore nell’ambiente circostante, all’esterno del confine di pertinenza dell’impianto” non è necessario produrre le indicazioni e le informazioni elencate all’art 4 e 14 (che disciplinano Impianti/Infrastrutture/Insediamenti di attività adibite ad Attività Produttive) delle “Linee guida per la elaborazione della documentazione di impatto acustico ai sensi dell’art.8 della LQ n. 447/1995” approvate con la Delibera del Direttore Generale ARPAV, DDG n. 3 del 29.01.2008, vedi Paragrafo 3.

6. INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ACUSTICO

Nel presente paragrafo sono indicati gli interventi di miglioramento acustico realizzati e quelli futuri, messi in cantiere, per migliorare il livello di rumorosità in ambiente di lavoro all’interno dei reparti. Questi determineranno un beneficio anche verso l’ambiente circostante, esterno al perimetro Aliplast.

A. INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ACUSTICO IN FASE DI REALIZZAZIONE REPARTO LAVAGGIO / ESTRUSIONE PE/PP

Per ridurre ulteriormente i livelli di rumorosità all’interno del reparto Lavaggio/Estrusione PE, Aliplast, realizzerà un rivestimento, con pannelli fonoisolanti e fonoassorbenti, delle pareti che separano il reparto di Lavaggio dal reparto Estrusione PE. Inoltre, nei punti di passaggio sono previsti dei portoni divisori interni coibentati, vedi rettangolo rosso in Figura 6a e foto del reparto oggetto di intervento, vedi Figura 6b, di seguito riportati.

Figura 6a: Posizione parete divisoria reparti

Il miglioramento determinato da questo intervento si andrà a sommare a quello delle altre misure di

mitigazione realizzate, che in seguito vengono riportate.

(19)

Figura 6b: Foto reparto Estrusione PE

B. INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ACUSTICO REALIZZATI

Aliplast, negli ultimi anni, ha realizzato gli interventi di miglioramento acustico di seguito elencati:

REPARTO LAVAGGIO / ESTRUSIONE PE/PP

Isolamento tubazione trasporto pneumatico granulo dai reparti di produzione ai Silos di Stoccaggio del

materiale nel piazzale interno nel lato nord e lato ovest. Non sono previste installazioni di ulteriori linee di

trasporto materiale.

(20)

REPARTO LAVAGGIO PET

Realizzazione di BOX insonorizzanti sulle seguenti macchine:

 mulini per la macinazione;

 centrifughe di asciugatura;

 letto fluidi/vasca di lavaggio del materiale con tavola vibrante pulizia materiale.

REPARTO LASTRA PET:

Isolamento mulini macinazione rifili all’interno del reparto tramite la realizzazione di box insonorizzanti

(21)

7. CONCLUSIONI

Dall’analisi riportata nei paragrafi precedenti si può concludere che:

- le variazioni delle emissioni sonore determinate dalle modifiche previste per l’ottimizzazione delle operazioni di recupero dei rifiuti speciali non pericolosi in materiale plastico previste nei reparti Macinazione, Estrusione PE, Estrusione PET, Lavaggio PET;

- le modifiche all’impianto di ventilazione delle cappe cambia filtri linee A, B e C, posizionate sul tetto del reparto lavaggio/estrusione PE;

determinano

 un impatto acustico non significativo rispetto allo stato di fatto;

 una riduzione di 1,9 dB, vedi Tabella 10, del livello di potenza sonora complessiva dai reparti oggetto di modifica;

 variazioni di rumorosità degli impianti esistenti tali da non peggiorare le immissioni di rumore nell’ambiente circostante.

 Le modifiche agli impianti esistenti per la posizione dei reparti, schermati rispetto all’esterno da altri edifici e per l’intervento migliorativo sulle cappe aspirazione cambia filtri delle linee A B e C posizionate sul tetto del reparto lavaggio/estrusione PE, sono tali da:

o non incrementare le immissioni di rumore;

o determinare un miglioramento dell’impatto acustico Aliplast all’esterno del confine di pertinenza.

L’impatto acustico delle opere di progetto non è quindi significativo.

Se le modifiche agli impianti esistenti sono tali da non “modificare le immissioni di rumore nell’ambiente circostante, all’esterno del confine di pertinenza dell’impianto” non è necessario produrre le indicazioni e le informazioni elencate all’art 4 e 14 (che disciplinano Impianti/Infrastrutture/Insediamenti di attività adibite ad Attività Produttive) delle “Linee guida per la elaborazione della documentazione di impatto acustico ai sensi dell’art.8 della LQ n. 447/1995” approvate con la Delibera del Direttore Generale ARPAV, DDG n. 3 del 29.01.2008, vedi Paragrafo 3.

Come richiesto dalla normativa regionale (vedi articolo 4 delle Linee guida per la elaborazione della documentazione di impatto acustico ai sensi dell’art.8 LQ n.4447/1995 DDG ARPAV 3/2008) entro 6 mesi dall’aumento di produzione, è previsto un monitoraggio per verificare l’impatto sonoro in corrispondenza di 4 ricettori prossimi. I rilievi consentiranno di verificare se la rumorosità dopo l’ottimizzazione delle operazioni di recupero dei rifiuti e gli interventi migliorativi previsti è conforme ai limiti acustici di zona in ambiente esterno e ambiente abitativo.

Di seguito si riportano gli ulteriori interventi di miglioramento acustico che l’azienda sta valutando di

realizzare.

(22)

INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO ACUSTICO IN FASE DI VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE

Una volta verificata la fattibilità e seguendo una logica di miglioramento continuo, l’azienda intende realizzare nei prossimi 18 mesi i seguenti interventi di miglioramento acustico:

 Isolamento acustico dei camini con silenziatori insonorizzati nel reparto di Estrusione PE – PP;

 Insonorizzazione dei varchi (Portoni e Finestrature Edificio reparto Lavaggio/Estrusione PE – Parete SUD);

 Sostituzione estrattori aria Reparto Filmatura PE e Reparto Lavaggio / Estrusione PE con impianto centralizzato;

 Pareti e portoni interne fonoisolanti e fonoassorbenti nel reparto Lavaggio / Estrusione PE.

Gli interventi di miglioramento acustico saranno verificati da misure fonometriche idonee a valutare l’efficacia delle opere realizzate.

VERIFICATO DA

MAURIZIO MORELLI REDATTO E APPROVATO DA

DOTT. ATTILIO BINOTTI

(23)

APPENDICE 1

DESCRIZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO

E CRITERI DI VALIDAZIONE

(24)

Il programma utilizzato per i calcoli di previsione della rumorosità delle opere di progetto prevede l’uso del metodo di ray tracing. Con questo metodo si contraddistingue una sorgente puntiforme attraverso l’utilizzo di un numero finito di raggi sonori emessi dalla stessa, orientati secondo una determinata traccia lungo il cammino di propagazione.

Il campo acustico, risultante dalla scansione della superficie considerata, dipende dalle riflessioni con gli ostacoli incontrati lungo il cammino, in modo analogo alla propagazione dell’ottica geometrica.

Ogni raggio porta con se una parte dell’energia acustica della sorgente sonora. L’energia di partenza viene perduta lungo il percorso per effetto dell’assorbimento delle superfici di riflessione, per divergenza geometrica e per assorbimento atmosferico. Nei punti considerati, di interesse per il calcolo previsionale il campo acustico sarà il risultato della somma delle energie acustiche degli n raggi che giungono al ricevitore determinando i livelli immessi in corrispondenza dei recettori scelti come rappresentativi.

Non potendo calcolare con esattezza la differenza di livello tra l’esterno e l’interno di un’abitazione, a finestre aperte, si effettua un’approssimazione, considerando che il rumore residuo attuale e le immissioni dell’impianto diminuiscano in pari misura entrando negli edifici.

La valutazione del criterio differenziale si effettua quindi in posizioni collocate all’esterno della facciata delle abitazioni in corrispondenza del punto in cui è stato eseguito il monitoraggio acustico.

Il modello matematico soggiacente al programma di simulazione si riferisce alle normative internazionali sulla attenuazione del suono nell’ambiente esterno (ISO 9613).

Queste norme propongono un metodo per il calcolo dell’attenuazione del suono durante la propagazione nell’ambiente esterno per prevedere i livelli di rumore ambientale nelle diverse posizioni lontane dalle sorgenti e per tipologia di sorgente acustica.

Lo scopo di tale metodologia è la determinazione del livello continuo equivalente ponderato A della pressione sonora come descritto nelle ISO 1996/1-2-3 per condizioni meteorologiche favorevoli alla propagazione del suono da sorgenti di potenza nota.

Le condizioni sono per propagazione sottovento, come specificato dalla ISO 1996/2 (par 5.4.3.3)

Le formule che sono utilizzate nel calcolo per la previsione sono da considerarsi valide per la determinazione dell’attenuazione del suono prodotto da sorgenti puntiformi e, con opportune modifiche, per sorgenti lineari e areiche.

Le sorgenti di rumore più estese devono essere rappresentate da un insieme di sezioni ognuna con una certa potenza sonora e direttività.

Un gruppo di sorgenti puntiformi può essere descritto da una sorgente puntiforme equivalente situata nel mezzo del gruppo nel caso in cui:

- la sorgente abbia approssimativamente la stessa intensità ed altezza rispetto al terreno;

- la sorgente si trovi nelle stesse condizioni di propagazione verso il punto di ricezione;

- la distanza fra il punto rappresentativo e il ricevitore (d) sia maggiore del doppio del diametro massimo dell’area della sorgente (D): d > 2D.

Se la distanza d è minore o se le condizioni di propagazione per i diversi punti della sorgente sono diverse la sorgente totale deve essere suddivisa nei suoi punti componenti.

Metodo di calcolo

Il livello medio di pressione sonora al ricevitore in condizioni di sottovento viene calcolato per ogni sorgente puntiforme (specifiche IEC 255) con:

Ldownwind = LWD - A LWD è il livello effettivo di potenza sonora nella direzione di propagazione Ldownwind è definito come:

(25)

dt t

p (t) p t

= t L

t A

downwind

2

1 2 0 2 1 2

10log 1

dove A è l’attenuazione durante la propagazione ed è composta dai seguenti contributi:

A = Adiv + Aatm + Aground + Arefl + Ascreen + Amisc

dove:

Adiv = Attenuazione dovuta alla divergenza geometrica Aatm = Attenuazione dovuta all’assorbimento dell’aria Aground = Attenuazione dovuta all’effetto del suolo Ascreen = Attenuazione causata da effetti schermanti Arefl = Attenuazione dovuta a riflessioni da parte di ostacoli Amisc = Attenuazione dovuta ad altri effetti

La ponderazione A può essere applicata singolarmente ad ognuno dei suddetti contributi oppure in un secondo momento alla somma fatta per ogni banda di ottava.

Il livello continuo equivalente è il risultato della somma dei singoli livelli di pressione che sono stati ottenuti per ogni sorgente in ogni banda di frequenza (quando richiesta).

Il livello effettivo di potenza sonora nella direzione di propagazione LWD è dato dal livello di potenza in condizioni di campo libero LW più un termine che tiene conto della direttività di una sorgente. DC quantifica la variazione dell’irraggiamento verso più direzioni, di una sorgente direzionale in confronto alla medesima non-direzionale.

LWD = Lw + DC

Per una sorgente puntiforme non direzionale il contributo di DC è uguale a 0 dB. La correzione DC è data dall’indice di direttività della sorgente DI più un indice K0 che tiene conto dell’emissione in un determinato angolo solido.

Per una sorgente con radiazione sferica in uno spazio libero K0 = 0 dB , quando la sorgente è vicina ad una superficie riflettente che non è il terreno K0 = 3 dB, quando la sorgente è di fronte a due piani riflettenti perpendicolari, uno dei quali è il terreno K0 = 3 dB , se nessuno dei due è il terreno K0 = 6 dB, con sorgente di fronte a tre piani perpendicolari, uno dei quali è il terreno K0 = 6 dB, con sorgente di fronte a tre piani riflettenti, nessuno dei quali è il terreno K0 = 9 dB.

Il termine di attenuazione per divergenza geometrica è valutabile teoricamente:

Adiv = 20 log (d/d0) + 11

dove d è la distanza fra la sorgente e il ricevitore in metri e d0 è la distanza di riferimento pari a 1 m.

L’assorbimento dell’aria è definito come:

Aatm = αd/1000

dove d è la distanza di propagazione espressa in metri; α è il coefficiente di attenuazione atmosferica in dB/km.

Il coefficiente di attenuazione atmosferica dipende principalmente dalla frequenza del suono, dalla temperatura ambientale e dall’umidità relativa dell’aria e solo in misura minore dalla pressione atmosferica

L’attenuazione dovuta all’effetto suolo consegue dall’interferenza fra il suono riflesso dal terreno e il suono che si propaga imperturbato direttamente dalla sorgente al ricevitore. Per questo metodo di calcolo la superficie del terreno fra la sorgente e il ricevitore dovrà essere piatta, orizzontale o con una pendenza costante.

(26)

Distinguiamo tre principali regioni di propagazione: la regione della sorgente, la regione del ricevitore e quella intermedia.

Ciascuna di queste zone può essere descritta con un fattore legato alle specifiche caratteristiche di riflessione.

Il metodo per il calcolo delle attenuazioni del terreno può far uso di una formula più semplificata, legata semplicemente alla distanza d ricevitore-sorgente e all’altezza media dal suolo del cammino di propagazione hm:

Aground = 4,8 -(2 hm /d)(17 + (300/d))

Il termine di attenuazione per riflessione si riferisce a quelle superfici più o meno verticali, come le facciate degli edifici, che determinano un aumento del livello di pressione sonora al ricevitore. Le riflessioni determinate dal terreno non vengono prese in considerazione.

Un termine importante utilizzato nelle metodologie di calcolo previsionale è l’attenuazione dovuta alla presenza di ostacoli (schermo, barriera o dossi poco profondi).

La barriera deve essere considerata una superficie chiusa e continua senza interruzioni. La sua dimensione orizzontale perpendicolare alla linea sorgente-ricevitore deve essere maggiore della lunghezza d’onda λ alla frequenza di centro banda per la banda d’ottava considerata.

Per gli standard a disposizione l’attenuazione dovuta all’effetto schermante sarà data dalla insertion loss ovvero dalla differenza fra i livelli di pressione misurati al ricevitore in una specifica posizione con e senza la barriera.

Vengono tenuti in considerazione gli effetti di diffrazione dei bordi della barriera. (barriere spesse). Quando si è in presenza di più di due schermi si scelgono i due schermi più efficaci e si trascurano gli altri.

Il termine di attenuazione mista terrà conto dei diversi contributi dovuti a molteplici effetti:

 attenuazione dovuta a propagazione attraverso fogliame;

 attenuazione dovuta alla presenza di un insediamento industriale (diffrazione dovuta ai diversi edifici o installazioni presenti);

 attenuazione dovuta alla propagazione attraverso un insediamento urbano (effetto schermante o riflettente delle case).

CRITERI DI VALIDAZIONE DEL MODELLO DI CALCOLO

Il software di simulazione SOUNDPLAN è basato sul modello di propagazione acustica in ambiente esterno ISO 9613- 2:1996.

Negli anni passati sono stati messi a punto norme relative ai modelli di propagazione acustica da più Paesi europei.

Ora, se da un lato è di grande importanza che il modello sia il più possibile fedele alla situazione reale, è altrettanto importante, ai fini dell’applicazione delle leggi vigenti, che esso sia in qualche misura “normalizzato”, ossia basato su algoritmi di provata validità e testati attraverso vari confronti. Molti Paesi, proprio allo scopo di ridurre i margini di incertezza (a volte anche consistenti) legati all’applicazione di algoritmi diversi e talvolta non sufficientemente validati, hanno messo a punto norme tecniche o linee guida che stabiliscono le regole matematiche fondamentali di un modello.

Tale obbiettivo è ritenuto di grande importanza per più motivi:

 ridurre i margini di variabilità nei risultati;

 semplificare il lavoro dei professionisti, che dovendo “applicare” in termini ingegneristici i principi dell’acustica devono trovare “strumenti di lavoro” sufficientemente pratici;

 offrire modelli di calcolo validi per il particolare contesto nazionale.

Per ridurre ulteriormente i possibili “difetti” di implementazione software di tali linee guida, alcuni Paesi hanno messo a punto da tempo dei test ufficiali a cui possono sottoporsi tali software per una validazione.

L’Italia non ha definito delle proprie norme relative ai modelli di calcolo e dei test ufficiali a cui possono sottoporsi i software per una validazione.

(27)

Si è quindi impiegato per la previsione dell’impatto acustico SOUNDPLAN, uno dei software più diffusi e performanti e utilizzato il modulo basato sul modello stabilito dalla norma internazionale ISO 9613-2:1996.

La norma ISO 9613 è dedicata alla modellizzazione della propagazione acustica nell’ambiente esterno, ma non fa riferimento alcuno a sorgenti specifiche di rumore (traffico, rumore industriale…), anche se è invece esplicita nel dichiarare che non si applica al rumore aereo (durante il volo dei velivoli) e al rumore generato da esplosioni di vario tipo.

E’ dunque una norma di tipo ingegneristico rivolta alla previsione dei livelli sonori sul territorio, che prende origine da una esigenza nata dalla norma ISO 1996 del 1987, che richiedeva la valutazione del livello equivalente ponderato “A” in condizioni meteorologiche “favorevoli alla propagazione del suono10”.

La prima parte della norma (ISO 9613-1:1993) tratta esclusivamente il problema del calcolo dell’assorbimento acustico atmosferico, mentre la seconda parte (ISO 9613-2:1996) tratta in modo complessivo il calcolo dell’attenuazione acustica dovuta a tutti i fenomeni fisici di rilevanza più comune, ossia:

 la divergenza geometrica;

 l’assorbimento atmosferico;

 l’effetto del terreno;

 le riflessioni da parte di superfici di vario genere;

 l’effetto schermante di ostacoli;

 l’effetto della vegetazione e di altre tipiche presenze (case, siti industriali).

La norma stabilisce l’incertezza associata alla previsione: a questo proposito la ISO ipotizza che, in condizioni favorevoli di propagazione (sottovento, DW1) e tralasciando l’incertezza con cui si può determinare la potenza sonora della sorgente sonora, nonché problemi di riflessioni o schermature, l’accuratezza associabile alla previsione di livelli sonori globali sia quella presentata nella tabella sottostante.

Altezza media

di ricevitore e sorgente [m] Distanza [m]

0 < d < 100 Distanza [m]

100 < d < 1000

0 < h < 5 ± 3 dB ± 3 dB

5 < h < 30 ± 1 dB ± 3 dB

10 È noto che le condizioni favorevoli alla propagazione del suono sono assimilabili a condizioni di “sotto-vento” (downwind, DW) e di inversione termica.

(28)

APPENDICE 2

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

(29)

Lo strumento legislativo di riferimento per le valutazioni del rumore negli ambienti di vita e nell’ambiente esterno, è costituito in Italia dalla “ Legge Quadro sull'inquinamento Acustico” n. 447 del 26 ottobre 1995 [1].

Le leggi sulla tutela dell’ambiente esterno ed abitativo dall’inquinamento acustico di impianti industriali sono:

 DPCM 1 Marzo 1991;

 Legge Quadro sul Rumore No. 447/95;

 Decreto 11 Dicembre 1996;

 DPCM 14 Novembre 1997;

 Decreto 16 marzo 1998.

Nelle pagine successive, le principali prescrizioni contenute nelle leggi sopra indicate.

DPCM 1 Marzo 1991

Il DPCM 1° Marzo 1991 “Limiti Massimi di Esposizione al Rumore negli Ambienti abitativi e nell'Ambiente Esterno” si propone di stabilire

“...limiti di accettabilità di livelli di rumore validi su tutto il territorio nazionale, quali misure immediate ed urgenti di salvaguardia della qualità ambientale e della esposizione urbana al rumore, in attesa dell'approvazione di una Legge Quadro in materia di tutela dell'ambiente dall'inquinamento acustico, che fissi i limiti adeguati al progresso tecnologico ed alle esigenze emerse in sede di prima applicazione del presente decreto”.

I limiti ammissibili in ambiente esterno vengono stabiliti sulla base del piano di zonizzazione acustica redatto dai Comuni che, sulla base di indicatori di natura urbanistica (densità di popolazione, presenza di attività produttive, presenza di infrastrutture di trasporto...) suddividono il proprio territorio in zone diversamente “sensibili”. A queste zone, caratterizzate in termini descrittivi nella Tabella 1 del DPCM, sono associati dei livelli limite di rumore diurno e notturno, espressi in termini di livello equivalente continuo misurato con curva di ponderazione A, corretto per tenere conto della eventuale presenza di componenti impulsive o componenti tonali. Tale valore è definito livello di rumore ambientale corretto, mentre il livello di fondo in assenza della specifica sorgente è detto livello di rumore residuo.

L'accettabilità del rumore si basa sul rispetto di due criteri: il criterio differenziale e quello assoluto.

Criterio differenziale

E' riferito agli ambienti confinati, per il quale la differenza tra livello di rumore ambientale corretto e livello di rumore residuo non deve superare 5 dBA nel periodo diurno (ore 6:00-22:00) e 3 dBA nel periodo notturno (ore 22:00-6:00). Le misure si intendono effettuate all'interno del locale disturbato a finestre aperte.

Criterio assoluto

E' riferito agli ambienti esterni, per il quale è necessario verificare che il livello di rumore ambientale corretto non superi i limiti assoluti stabiliti in funzione della destinazione d'uso del territorio e della fascia oraria, con modalità diverse a seconda che i comuni siano dotati di Piano Regolatore Comunale, non siano dotati di PRG o, infine, che abbiano già adottato la zonizzazione acustica comunale.

(30)

Comuni con Piano Regolatore

DESTINAZIONE TERRITORIALE DIURNO NOTTURNO

Territorio nazionale 70 60

Zona urbanistica A 65 55

Zona urbanistica B 60 50

Zona esclusivamente industriale 70 70

Comuni senza Piano Regolatore

FASCIA TERRITORIALE DIURNO NOTTURNO

Zona esclusivamente industriale 70 70

Tutto il resto del territorio 70 60

Comuni con zonizzazione acustica del territorio

FASCIA TERRITORIALE DIURNO NOTTURNO

I Aree protette 50 40

II Aree residenziali 55 45

III Aree miste 60 50

IV Aree di intensa attività umana 65 55

V Aree prevalentemente industriali 70 60

VI Aree esclusivamente industriali 70 70

La descrizione dettagliata delle classi è riportata nella tabella seguente.

Classi per zonizzazione acustica del territorio comunale CLASSE I

aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, etc.

CLASSE II

aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali

CLASSE III

aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici

CLASSE IV

aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

CLASSE V

aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni

CLASSE VI

aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi

Con l’entrata in vigore della legge 447/95 e dei decreti applicativi sui limiti (D.P.C.M 14.11.97) e sulle tecniche di misura (DM 16.3.98), il D.P.C.M. 1.3.1991 è superato, salvo per i limiti applicabili in base al P.R.G previsti dall’ art. 6, che sono vigenti sino a quando l’amministrazione comunale non approvi la zonizzazione acustica.

(31)

L

EGGE

Q

UADRO

447/95

La Legge No. 447 del 26 Ottobre 1995 “Legge Quadro sul Rumore”, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale No. 254 del 30 Ottobre 1995, è una legge di principi e demanda perciò a successivi strumenti attuativi la puntuale definizione sia dei parametri sia delle norme tecniche.

Aspetto innovativo della legge Quadro è l'introduzione all'Art. 2, accanto ai valori limite, dei valori di attenzione e dei valori di qualità. Nell'Art. 4 si indica che i comuni “procedono alla classificazione del proprio territorio nelle zone previste dalle vigenti disposizioni per l'applicazione dei valori di qualità di cui all'Art. 2, comma 1, lettera h”; vale a dire: si procede alla zonizzazione acustica per individuare i livelli di rumore “da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge”, valori determinati in funzione della tipologia della sorgente, del periodo del giorno e della destinazione d'uso della zona da proteggere (Art. 2, comma 2).

La Legge stabilisce inoltre che le Regioni, entro un anno dalla entrata in vigore, devono definire i criteri di zonizzazione acustica del territorio comunale fissando il divieto di contatto diretto di aree, anche appartenenti a comuni confinanti, quando i valori di qualità si discostano più di 5 dBA. L'adozione della zonizzazione acustica è il primo passo concreto con il quale il Comune esprime le proprie scelte in relazione alla qualità acustica da preservare o da raggiungere nelle differenti porzioni del territorio comunale ed è il momento che presuppone la tempestiva attivazione delle funzioni pianificatorie, di programmazione, di regolamentazione, autorizzatorie, ordinatorie, sanzionatorie e di controllo nel campo del rumore come da Legge Quadro.

Funzioni pianificatorie

I Comuni che presentano rilevante interesse paesaggistico o turistico hanno la facoltà di assumere valori limite di emissione ed immissione, nonché valori di attenzione e di qualità, inferiori a quelli stabiliti dalle disposizioni ministeriali, nel rispetto delle modalità e dei criteri stabiliti dalla legge regionale. Come già precedentemente citato deve essere svolta la revisione ai fini del coordinamento con la classificazione acustica operata degli strumenti urbanistici e degli strumenti di pianificazione del traffico.

Funzioni di programmazione

Obbligo di adozione del piano di risanamento acustico nel rispetto delle procedure e degli eventuali criteri stabiliti dalle leggi regionali nei casi di superamento dei valori di attenzione o di contatto tra aree caratterizzate da livelli di rumorosità eccedenti i 5 dBA di livello equivalente continuo.

Funzioni di regolamentazione

I Comuni sono tenuti ad adeguare i regolamenti locali di igiene e di polizia municipale con l'introduzione di norme contro l'inquinamento acustico, con specifico riferimento all'abbattimento delle emissioni di rumore derivanti dalla circolazione dei veicoli e dalle sorgenti fisse e all'adozione di regolamenti per l'attuazione della disciplina statale/regionale per la tutela dall'impatto sonoro.

Funzioni autorizzatorie, ordinatorie e sanzionatorie

In sede di istruttoria delle istanze di concessione edilizia relative a impianti e infrastrutture adibite ad attività produttive, sportive o ricreative, per servizi commerciali polifunzionali, nonché all'atto del rilascio dei conseguenti provvedimenti abilitativi all'uso degli immobili e delle licenze o autorizzazioni all'esercizio delle attività, il Comune è tenuto alla verifica del rispetto della normativa per la tutela dell'inquinamento acustico considerando la zonizzazione acustica comunale.

I Comuni sono inoltre tenuti a richiedere e valutare la documentazione di impatto acustico relativamente all'elenco di opere indicate dalla Legge Quadro (aeroporti, strade, etc.) e predisporre o valutare la documentazione previsionale del clima acustico delle aree interessate dalla realizzazione di interventi ad elevata sensibilità (scuole, ospedali, etc.).

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Compete infine ancora ai Comuni il rilascio delle autorizzazioni per lo svolgimento di attività temporanee, manifestazioni, spettacoli, l'emissione di ordinanze in relazione a esigenze eccezionali di tutela della salute pubblica e dell'ambiente, l'erogazione di sanzioni amministrative per violazione delle disposizioni dettate localmente in materia di tutela dall'inquinamento acustico.

Funzioni di controllo

Ai Comuni compete il controllo del rumore generato dal traffico e dalle sorgenti fisse, dall'uso di macchine rumorose e da attività all'aperto, oltre il controllo di conformità alle vigenti disposizioni delle documentazioni di valutazione dell'impatto acustico e di previsione del clima acustico relativamente agli interventi per i quali ne è prescritta la presentazione.

D

ECRETO

11 D

ICEMBRE

1996

Il Decreto 11 Dicembre 1996, “Applicazione del Criterio Differenziale per gli Impianti a Ciclo Produttivo Continuo”, è relativo agli impianti classificati a ciclo continuo, ubicati in zone diverse da quelle esclusivamente industriali o la cui attività dispiega i propri effetti in zone diverse da quelle esclusivamente industriali.

Per ciclo produttivo continuo si intende (Art. 2):

quello di cui non è possibile interrompere l’attività senza provocare danni all’impianto stesso, pericolo di incidenti o alterazioni del prodotto o per necessità di continuità finalizzata a garantire l’erogazione di un servizio pubblico essenziale;

quello il cui esercizio è regolato da contratti collettivi nazionali di lavoro o da norme di legge, sulle ventiquattro ore per cicli settimanali, fatte salve le esigenze di manutenzione.

Per impianto a ciclo produttivo esistente si intende (Art. 2):

un impianto in esercizio o autorizzato all'esercizio o per i quale sia stata presentata domanda di autorizzazione all'esercizio precedente all'entrata in vigore del decreto.

L’art. 3 del Decreto 11 Dicembre 1996 fissa i criteri per l'applicazione del criterio differenziale: in particolare indica che fermo restando l'obbligo del rispetto dei limiti di zona fissati a seguito dell'adozione dei provvedimenti comunali di cui all'art. 6 comma 1, lettera a) della Legge 26 Ottobre 1996 No. 447, gli impianti a ciclo produttivo esistenti sono soggetti alle disposizioni di cui all'art. 2, comma 2, del DPR 1° Marzo 1991 (criterio differenziale) quando non siano rispettati i valori assoluti di immissione, come definiti dall'art. 2, comma 1 lettera f) della Legge 26 Ottobre 1996 No. 447.

Secondo quanto indicato all’art. 3, comma 2, per gli impianti a ciclo produttivo continuo, realizzati dopo l’entrata in vigore del Decreto 11 Dicembre 1996, il rispetto del criterio differenziale è condizione necessaria per il rilascio della relativa concessione.

L’art. 4 indica che per gli impianti a ciclo produttivo continuo esistenti i piani di risanamento, redatti unitamente a quelli delle altre sorgenti in modo proporzionale al rispettivo contributo in termini di energia sonora, sono finalizzati anche al rispetto dei valori limite differenziali.

In sintesi questo decreto esonera gli impianti a ciclo continuo esistenti al 17 marzo 1997 dal rispetto del limite differenziale purché rispettino i limiti d’immissione di zona.

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