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Tumore prostatico:

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28 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXVI numero 2 - marzo 2019

A ggiornAmenti

S

ono sempre più numerosi gli uomini che dicono di no alla chirurgia come opzione per il trattamento del tumore pro- statico a basso rischio, preferen- do la scelta del monitoraggio del- la malattia. Un recente studio ri- vela che, in soli cinque anni, il nu- mero di uomini che hanno optato per il monitoraggio è triplicato, passando dal 14% dei pazienti nel 2010 al 42% nel 2015. Questo cambiamento di preferenze è in armonia con le raccomandazioni delle nuove linee guida che so- stengono la “sorveglianza attiva”

come opzione per il carcinoma prostatico a basso rischio, riferito a tumori di piccole dimensioni e a crescita lenta che difficilmente progrediscono fino a minacciare la vita del paziente.

þ Lo studio

Lo studio ha utilizzato un databa- se governativo che ha raccolto in- formazioni relative a circa 165.000 uomini statunitensi con diagnosi di tumore alla prostata allo stadio iniziale e circoscritto alla ghian- dola.

Tra gli uomini con cancro a basso rischio, la percentuale di pazienti sottoposti a intervento chirurgico è diminuita da circa il 47% nel 2010 al 31% nel 2015. Il tasso di

radioterapia è diminuito dal 38%

a poco meno del 27%. Entro il 2015 - i dati più recenti disponibili - il 42% di quei pazienti ha scelto la sorveglianza attiva. Inoltre, è probabile che il tasso di sorve- glianza attiva abbia continuato a salire dal 2015.

Questo non solo perché i medici stanno cambiando il loro approc- cio ma anche perché i pazienti sono più disponibili alla sorve- glianza attiva.

La sorveglianza attiva prevede la periodica esecuzione di esami del sangue e di altre indagini, in alcuni casi bioptiche, per control- lare l’eventuale progressione del tumore. In questo percorso è possibile che le condizioni della malattia a un certo punto faccia- no consigliare l’intervento chirur- gico, ma è altrettanto possibile che tale evenienza non i presenti mai. Gli specialisti commentano favorevolmente la svolta soste- nendo che in medicina il cambia- mento avviene in genere molto lentamente mentre questi dati evidenziano la rapidità con la qua- le si è affermata la preferenza per un diverso tipo di approccio tera- peutico.

Quello alla prostata è un tumore ad elevata diffusione: si stima che negli Usa gli uomini abbiano circa una possibilità su nove di ricevere

questa diagnosi; la buona notizia è che spesso si tratta di forme a crescita lenta che potrebbero non progredire in modo significativo.

La ricerca ha dimostrato che se un uomo vive abbastanza a lungo, ha un’elevata probabilità di svilup- pare un tumore alla prostata. In passato molti uomini anziani han- no inconsapevolmente avuto la malattia (che non ha manifestato sintomi evidenti) e sono deceduti per altre cause.

þ Screening per il PSA

La disponibilità dello screening per il PSA ha portato all’identificazione di un gran numero di casi che ini- zialmente, anche se il tumore era di piccole dimensioni, venivano af- frontati chirurgicamente. Un ap- proccio che tuttavia non è scevro di rischi, tra cui la comparsa di in- continenza permanente e disfun- zione sessuale.

In altre parole, sottolineano gli autori, si stava curando un’alta percentuale di uomini che non avevano bisogno di essere tratta- ti. Oggi invece il punto di forza di un programma di sorveglianza at- tiva è quello di fornire il miglior ti- po di assistenza cercando di evi- tare il rischio di effetti collaterali non necessari.

n o

ncologiA

Tumore prostatico:

consensi per la vigile attesa

Bibliografia

• Mahal BA et al. Use of active surveillance or watchful waiting for low-risk prostate cancer and

management. Trends across risk groups in the United States, 2010-2015.

JAMA 2019 Feb 11. doi: 10.1001/

jama.2018.19941.

Bibliografia Bibliografia

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