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(1)

IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO DI TREVIGNANO

R EALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO

STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA C.I.G.: 7988540FBD

Committente:

Contarina S.p.A.

Via Vittorio Veneto, 6

31027 Lovadina di Spresiano (TV)

Progettista:

0.0 18/12/2019 M. Angeloni G. Bernardini

F. Seni

M. Martella L. Bianchi Prima emissione

REV. DATA REDATTO CONTROLLATO APPROVATO DESCRIZIONE

Codice elaborato: Titolo elaborato:

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REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA

VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

INDICE

1. PREMESSA ... 5

2. Metodologia ... 6

3. Inquadramento Legislativo ... 7

Legge 26 ottobre 1995 ... 7

Decreto Ministeriale del 11 dicembre 1996 ... 7

Decreto Presidente Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997... 8

3.3.1. Valori limite di emissione - Leq in dB(A) (Art. 2 del DPCM 14/11/97) ... 9

3.3.2. Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A) (Art. 3 del DPCM 14/11/97) ... 9

3.3.3. Valori di qualità - Leq in dB(A) (Art. 7 del DPCM del 14/11/97) ... 10

3.3.4. Valori provvisori - Leq in dB(A) ... 10

Decreto Ministeriale 16 Marzo 1998 ... 10

Decreto del Presidente della Repubblica n. 142 del 30 marzo 2004 ... 11

3.5.1. Fasce di pertinenza e limiti per strade esistenti ed assimilabili ... 12

Decreto del Presidente della Repubblica del 18 novembre 1998 n.459 ... 13

3.6.1. Fasce di pertinenza e limiti per infrastrutture ferroviarie nuove, esistenti ed assimilabili ... 13

Normativa regionale ... 13

4. Inquadramento dell’area... 15

Inquadramento territoriale ... 15

Inquadramento acustico... 15

Piano di Classificazione Acustica del Comune di Trevignano ... 16

4.3.1. Valori limite di emissione (per l’area oggetto dell’indagine) ... 17

4.3.2. Valori limite assoluti di immissione (per l’area oggetto dell’indagine) ... 17

4.3.3. Valori di qualità (per l’area oggetto dell’indagine) ... 17

Piano di Classificazione Acustica del Comune di Paese (TV) ... 19

4.4.1. Valori limite di emissione (per l’area oggetto dell’indagine) ... 19

4.4.2. Valori limite assoluti di immissione (per l’area oggetto dell’indagine) ... 19

4.4.3. Valori di qualità (per l’area oggetto dell’indagine) ... 19

5. Informazioni inerenti l’azienda ... 21

Anagrafica aziendale... 21

Attività e ciclo produttivo ... 21

5.2.1. Tipologie di rifiuti conferibili ... 21

5.2.2. Potenzialità dell’impianto ... 22

5.2.3. Struttura funzionale dell’impianto ... 22

5.2.4. Descrizione dei processi di recupero ... 25

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REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA

VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Sorgenti di rumore ... 29

6. Recettori individuati ... 30

Recettore R1 ... 30

Recettore R2 ... 31

Recettore R3 ... 31

Recettore R4 ... 32

Recettore R5 ... 32

Recettore R6 ... 33

7. Valutazione di impatto acustico ... 34

Descrizione del monitoraggio effettuato ... 34

Condizioni di funzionamento dell’impianto ... 34

Parametri rilevati ... 34

Metodologia utilizzata ... 34

Descrizione della strumentazione utilizzata ... 35

7.5.1. Analizzatori ... 35

7.5.2. Calibratore ... 35

Modalità di svolgimento ed ubicazione ... 36

7.6.1. Georeferenziazione delle postazioni di misura ... 36

Scenari di misura ... 37

7.7.1. Descrizione degli scenari di misura ... 37

Risultati rilievi fonometrici ... 38

7.8.1. Livelli equivalenti ed indici statistici rilevati – Periodo diurno, scenario A ... 38

7.8.2. Livelli equivalenti ed indici statistici rilevati – Periodo diurno, scenario B ... 38

7.8.3. Livelli equivalenti ed indici statistici rilevati – Periodo notturno, scenario A ... 39

7.8.4. Livelli equivalenti ed indici statistici rilevati – Periodo notturno, scenario B ... 39

7.8.5. Osservazioni alle misure effettuate ... 39

Confronto con i limiti fissati dal PCCA ... 42

7.9.1. Verifica limiti di emissione ... 42

7.9.2. Verifica limiti assoluti di immissione ... 44

7.9.3. Verifica del criterio differenziale ... 45

Conclusioni sulla valutazione di impatto acustica condotta ... 47

8. Stato futuro dell’attività ... 48

Generalità ... 48

Schema a blocchi ... 48

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Modello di calcolo ... 50

Creazione degli scenari di simulazione ... 50

9.2.1. Definizione del modello ... 50

9.2.2. Ipotesi di lavoro ... 51

9.2.3. Definizione degli scenari di simulazione ... 52

9.2.4. Periodo di funzionamento delle sorgenti ... 52

Fase di cantiere ... 52

9.3.1. Cronoprogramma ... 53

9.3.2. Mezzi di cantiere ... 55

9.3.3. Ubicazione di sorgenti e ricevitori virtuali ... 56

9.3.4. Definizione degli scenari critici ... 57

9.3.5. Risultati modello acustico fase di cantiere ... 58

Fase di esercizio... 60

9.4.1. Definizione delle sorgenti di rumore ... 60

9.4.2. Risultati modello numerico ... 61

9.4.3. Calcolo della variazione di clima acustico ... 61

9.4.4. Confronto con i limiti di legge ... 63

10. Conclusioni ... 66

INDICE DELLE FIGURE ... 68

INDICE DELLE TABELLE ... 69

ALLEGATI

Allegato 1 - Certificati di taratura della strumentazione Allegato 2 - Certificati misure fonometriche

Allegato 3 – Mappa di simulazione acustica – Fase di cantiere Allegato 4 – Mappa di simulazione acustica – Fase di esercizio Allegato 5 – Autocertificazioni TCAA

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REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA

VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

1. PREMESSA

La presente relazione si pone quale obiettivo la Valutazione Previsionale di Impatto Acustico così come prescritto dalla Legge 26 ottobre 1995, n. 447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico”, art.

8, comma 4, a seguito delle modifiche impiantistiche da effettuarsi presso l’impianto di compostaggio, sito in via Istituto Agrario 31 - 31040 Signoressa di Trevignano (TV), della Società Contarina S.p.A..

In particolare, la società ha intenzione di realizzare un impianto di produzione e immissione in rete di Biometano, attraverso un upgrading del biogas prodotto da digestione anaerobica della FORSU. Si tratta quindi di integrare l’attuale impianto di compostaggio con tre nuove sezioni tecnologiche, di seguito riportate:

- Sezione di digestione anaerobica da 50.000 t/anno di FORSU e scarti vegetali;

- Sezione di upgrading in grado di produrre biometano per l’immissione in rete del gas metano esistente;

- Sezione di misura e compressione del biometano per l’immissione in rete.

Il presente documento si articola dunque in due corpi principali:

- nella prima parte vengono illustrati i risultati della valutazione di impatto acustico, eseguita tramite monitoraggi acustici, ai fini della verifica del rispetto dei valori limite di emissione ed immissione assoluta e differenziale per l’attività svolta nello stabilimento di Trevignano, sia in periodo diurno che in periodo notturno;

- nella seconda parte è stato invece valutato in via previsionale l’impatto acustico relativo al progetto riguardante le modifiche impiantistiche sopra menzionate.

I rilievi acustici, le elaborazioni numeriche delle misure e la redazione della presente relazione sono stati eseguiti dall’Ing. Marco Angeloni e dall’Ing. Giulia Bernardini, entrambi Tecnici Competenti in Acustica Ambientale

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REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA

VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

2. METODOLOGIA

Per lo svolgimento del presente studio si è proceduto innanzitutto ad un sopralluogo per determinare l’inquadramento territoriale dell’attività svolta presso l’area. Nel contempo si sono ottenute informazioni per determinare l’inquadramento acustico del sito nel contesto della normativa vigente;

in particolare, in merito alla modifica di progetto, si è proceduto all’identificazione delle nuove sorgenti sonore da collocarsi all'interno dell'impianto esistente.

Durante il sopralluogo sono stati individuati e caratterizzati gli eventuali recettori sensibili posti nelle vicinanze dell’attività.

Acquisite le informazioni di cui sopra, si è quindi proceduto ad identificare il clima acustico dell’area allo stato attuale attraverso un’indagine fonometrica di rumore residuo secondo le modalità riportate nel D.M. 16/03/98.

Lo studio previsionale invece è stato effettuato tenendo conto di quanto indicato nella norma ISO 9613-2[2], specificando per ciascun passaggio i metodi e le formule adottate ed impiegando il software acustico IMMI 2018 per l’implementazione del modello acustico

Nei seguenti paragrafi si riportano lo studio e le valutazioni in merito alle informazioni e misurazioni effettuate.

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REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA

VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

3. INQUADRAMENTO LEGISLATIVO

Legge 26 ottobre 1995

“Legge quadro sull’Inquinamento Acustico Ambientale”

La Legge n°447 del 26 ottobre 1995 (Legge Quadro sull'Inquinamento Acustico) fissa i principi fondamentali in materia di tutela dell'ambiente dall'inquinamento acustico, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 117 della Costituzione, in particolare stabilisce:

le competenze dello Stato, delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni;

le modalità di redazione dei piani di risanamento acustico;

i soggetti che devono produrre le valutazioni di impatto acustico e le valutazioni previsionali di clima acustico;

le sanzioni amministrative in caso di violazione dei regolamenti di esecuzione;

gli enti incaricati del controllo e della vigilanza per l'attuazione della legge.

In particolare all’Art.8 la Legge indica che le domande per il rilascio di concessioni edilizie relative a nuovi impianti ed infrastrutture adibiti ad attività produttive, sportive e ricreative e a postazioni di servizi commerciali polifunzionali devono essere accompagnate una valutazione previsionale del clima acustico delle aree interessate alla realizzazione degli insediamenti descritti.

Decreto Ministeriale del 11 dicembre 1996

“Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo in GU n.

52 del 04/03/97”

Con il D.M. 11/12/1996 viene regolamentato il "criterio differenziale" per gli impianti cosiddetti "a ciclo continuo" (funzionanti 24 ore su 24) ubicati in zone diverse da quelle esclusivamente industriali o fisicamente ubicati in zone industriali, ma la cui attività va ad interessare zone diverse da quelle esclusivamente industriali. Per impianto "a ciclo produttivo continuo" si intende:

quello per cui non è possibile interrompere l'attività senza provocare danni all'impianto stesso, pericolo di incidenti o alterazioni del prodotto o per necessità di continuità finalizzata a garantire l'erogazione di un servizio pubblico essenziale;

quello per cui l'esercizio è regolato da contratti collettivi nazionali di lavoro o da norme di legge, sulle 24 ore per cicli settimanali, fatte salve le esigenze di manutenzione.

È prevista una diversa disciplina per gli impianti esistenti e per i nuovi impianti.

Impianti esistenti: per impianto esistente si intende quello in esercizio o autorizzato all'esercizio o per il quale sia stata presentata domanda di autorizzazione all'esercizio antecedentemente al 20/03/1997 (data di entrata in vigore del D.M. 11/12/96). Fermo restando l'obbligo del rispetto dei limiti di zona fissati a seguito dell'adozione della zonizzazione acustica da parte dei Comuni, tali impianti sono soggetti all'applicazione del "criterio differenziale" quando non vengano rispettati i valori assoluti di immissione.

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REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA

VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Nuovi impianti: per i nuovi impianti il rispetto del "criterio differenziale" è condizione necessaria per il rilascio della concessione edilizia.

Gli impianti a ciclo continuo esistenti che non rispettano i limiti di immissione e che non sono in grado di rispettare il "criterio differenziale" devono presentare un piano di risanamento aziendale prevedendo misure per il rispetto dello stesso.

I tempi di realizzazione del piano di risanamento decorrono dalla data della sua presentazione e sono:

2 anni per gli impianti che superano i valori limite di immissione;

4 anni per quegli impianti già oggetto di presentazione del piano di risanamento ai fini dell'applicazione del D.P.C.M. 01/03/1991, nel caso in cui gli interventi messi in atto non sono risultati adeguati rispetto ai limiti previsti dall'avvenuta zonizzazione comunale.

Gli impianti a ciclo produttivo continuo che non rispettano i valori limite di immissione e che non presentano il piano di risanamento devono adeguarsi ai limiti fissati nel piano di zonizzazione acustica approvato dal Comune e al "criterio differenziale" entro 6 mesi dall'avvenuta zonizzazione del territorio.

Nel caso invece in cui vengono rispettati i citati limiti sarà necessario trasmettere all'ufficio competente comunale apposita dichiarazione redatta sotto forma di autocertificazione.

Per gli impianti a ciclo continuo ubicati in comuni che avevano già adottato la classificazione acustica ai sensi del D.P.C.M. 1/03/1991, il termine di 6 mesi per la presentazione del piano di risanamento decorreva dal 20/03/1997, data di entrata in vigore del D.M. 11/12/1996.

Decreto Presidente Consiglio dei Ministri del 14 novembre 1997

“Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”

La classificazione acustica deve essere redatta secondo quanto stabilito dal D.P.C.M. del 14/11/97, suddividendo il territorio in 6 classi di appartenenza che dovranno avere i limiti assoluti di immissione e i limiti di emissione pari a quelli indicati nelle tabelle sotto riportate.

Nel caso in cui i Comuni non abbiano adempiuto alla redazione della zonizzazione acustica secondo quanto stabilito dalle Legge Quadro 447/95, si adottano, come limiti provvisori, i limiti di accettabilità riportati in tabella 4.

Il medesimo decreto definisce il limite di immissione differenziale secondo il quale per le aree non esclusivamente industriali la differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale (in cui si comprende la sorgente rumorosa in funzione) e il livello equivalente di rumore residuo (sorgente spenta) non deve superare i 5 dB(A) in periodo diurno e i 3 dB(A) in periodo notturno all'interno degli ambienti abitativi.

Le disposizioni di cui sopra non si applicano nei seguenti casi, in quanto ogni effetto del rumore è da ritenersi trascurabile:

se il rumore misurato a finestre aperte sia inferiore a 50 dB(A) durante il periodo diurno e 40 dB(A) durante il periodo notturno;

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

se il livello del rumore ambientale misurato a finestre chiuse sia inferiore a 35 dB(A) durante il periodo diurno e 25 dB(A) durante il periodo notturno.

alle aree in Classe VI esclusivamente industriali

Le disposizioni di cui sopra in merito al limite di immissione differenziale non si applicano alla rumorosità prodotta: dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime; da attività e comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali; da servizi e impianti fissi dell'edificio adibiti ad uso comune, limitatamente al disturbo provocato all'interno dello stesso.

3.3.1. Valori limite di emissione - Leq in dB(A) (Art. 2 del DPCM 14/11/97)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento

Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno

(22:00 – 06:00)

I - aree particolarmente protette 45 dB(A) 35 dB(A)

II - aree prevalentemente residenziali 50 dB(A) 40 dB(A)

III - aree di tipo misto 55 dB(A) 45 dB(A)

IV - aree di intensa attività umana 60 dB(A) 50 dB(A)

V - aree prevalentemente industriali 65 dB(A) 55 dB(A)

VI - aree esclusivamente industriali 65 dB(A) 65 dB(A)

3.3.2. Valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A) (Art. 3 del DPCM 14/11/97)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento

Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno

(22:00 – 06:00)

I - aree particolarmente protette 50 dB(A) 40 dB(A)

II - aree prevalentemente residenziali 55 dB(A) 45 dB(A)

III - aree di tipo misto 60 dB(A) 50 dB(A)

IV - aree di intensa attività umana 65 dB(A) 55 dB(A)

V - aree prevalentemente industriali 70 dB(A) 60 dB(A)

VI - aree esclusivamente industriali 70 dB(A) 70 dB(A)

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

3.3.3. Valori di qualità - Leq in dB(A) (Art. 7 del DPCM del 14/11/97)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento

Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno

(22:00 – 06:00)

I - aree particolarmente protette 47 dB(A) 37 dB(A)

II - aree prevalentemente residenziali 52 dB(A) 42 dB(A)

III - aree di tipo misto 57 dB(A) 47 dB(A)

IV - aree ad intensa attività umana 62 dB(A) 52 dB(A)

V - aree prevalentemente industriali 67 dB(A) 57 dB(A)

VI - aree esclusivamente industriali 70 dB(A) 70 dB(A)

3.3.4. Valori provvisori - Leq in dB(A)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento

Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno

(22:00 – 06:00)

Tutto il territorio nazionale 70 dB(A) 60 dB(A)

Zona A (d.m. n.1444/68) 65 dB(A) 55 dB(A)

Zona B (d.m. n.1444/68) 60 dB(A) 50 dB(A)

Zona esclusivamente industriale 70 dB(A) 70 dB(A)

Decreto Ministeriale 16 Marzo 1998

“Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico”

Il presente decreto stabilisce le tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento da rumore ed indica le caratteristiche degli strumenti di misura da utilizzare nelle operazioni di monitoraggio oltre a fornire alcune definizioni quali:

livello di rumore ambientale (LA): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato "A", prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo e durante un determinato tempo. Il rumore ambientale è costituito dall’insieme del rumore residuo e da quello prodotto dalle specifiche sorgenti disturbanti, con l’esclusione degli eventi sonori singolarmente identificabili di natura eccezionale rispetto al valore ambientale della zona

livello di rumore residuo (LR): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato “A”, che si rileva quando si esclude la specifica sorgente disturbante. Deve essere

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

misurato con le identiche modalità impiegate per la misura del rumore ambientale e non deve contenere eventi sonori atipici.

livello differenziale di rumore (LD): differenza tra livello di rumore ambientale (LA) e quello di rumore residuo (LR):

LD = LA - LR

Per quanto riguarda le tecniche di rilevazione per gli ambienti chiusi il microfono della catena fonometrica deve essere posizionato a 1,5 m dal pavimento e ad almeno 1 m da superfici riflettenti.

Il rilevamento in ambiente abitativo deve essere eseguito sia a finestre aperte che chiuse, al fine di individuare la situazione più gravosa. Nella misura a finestre aperte il microfono deve essere posizionato a 1 m dalla finestra; in presenza di onde stazionarie il microfono deve essere posto in corrispondenza del massimo di pressione sonora più vicino alla posizione indicata precedentemente.

Nella misura a finestre chiuse, il microfono deve essere posto nel punto in cui si rileva il maggior livello della pressione acustica.

Decreto del Presidente della Repubblica n. 142 del 30 marzo 2004

“Norme per la prevenzione ed il contenimento dell'inquinamento da rumore avente origine dall'esercizio dalle infrastrutture stradali”

Visto l’articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto presidenziale che definisce le soglie di inquinamento acustico provocato dal traffico veicolare che non è possibile superare. A tal fine viene individuato il campo di applicazione del regolamento: le autostrade, le strade extraurbane principali e secondarie, le strade urbane, quelle di quartiere e le strade locali. Viene quindi individuata la fascia di pertinenza acustica relativa alle diverse tipologie.

In particolare per le autostrade, le strade extraurbane di nuova realizzazione viene individuata un’unica fascia i 250 metri, mentre per le strade di quartiere e strade locali la fascia di pertinenza è fissata 30 metri. Vengono poi stabilito i criteri di applicabilità e i valori limiti di immissione, differenziandoli a seconda se le infrastrutture stradali sono di nuova realizzazione o già esistenti nonché a seconda del volume di traffico esistente nell’ora di punta: se superiore o inferiore a 500 veicoli l’ora. Viene infine ribadito l’obbligo di sottoporre a verifica gli autoveicoli per accertarne la rispondenza ai limiti acustici. Il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 1 giugno 2004.

Nel seguito si riporta la tabella con il dimensionamento delle fasce ed i valori di emissione da rispettare per le strade esistenti ed assimilabili (ampliamenti in sede, affiancamenti e varianti).

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

3.5.1. Fasce di pertinenza e limiti per strade esistenti ed assimilabili

TIPO DI STRADA (codice della

strada)

SOTTOTIPI A FINI ACUSTICI (secondo Norme

CNR 1980 e direttive PUT)

Ampiezza fascia di pertinenza acustica (m)

Scuole*, ospedali, case di cura e di

riposo

Altri Recettori

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

A - autostrada

100 (fascia A)

50 40

70 60

150 (fascia B) 65 55

B - extraurbana principale

100 (fascia A)

50 40

70 60

150 (fascia B) 65 55

C - extraurbana secondaria

Ca (strade a carreggiate separate

e tipo IV CNR 1980)

100 (fascia A)

50 40

70 60

150 (fascia B) 65 55

Cb (tutte le altre strade extraurbane

secondarie)

100 (fascia A)

50 40

70 60

50 (fascia B) 65 55

D - urbana di scorrimento

Da (strade a carreggiate

separate e interquartiere)

100 50 40 70 60

Db (tutte le altre strade urbane di

scorrimento)

100 50 40 65 55

E - urbana di

quartiere 30

Definiti dai Comuni, nel rispetto dei valori riportati in tabella C allegata al D.P.C.M. in data

14 novembre 1997 e comunque in modo conforme alla zonizzazione acustica delle aree

urbane, come prevista dall'art. 6, comma 1, lettera a), della legge n. 447 del 1995

*per le scuole vale il solo limite diurno

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REALIZZAZIONE DEL COMPARTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA E UPGRADING PER LA PRODUZIONE DI BIOMETANO STUDIO DI FATTIBILITÀ TECNICA ED ECONOMICA

VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Decreto del Presidente della Repubblica del 18 novembre 1998 n.459

“Regolamento recante norme di esecuzione dell’art.11 della Legge 26 ottobre 1995 n. 447, in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario”

Tale decreto prevede che in corrispondenza delle infrastrutture ferroviarie siano previste delle “fasce di pertinenza acustica”, per ciascun lato della ferrovia, misurate a partire della mezzeria dei binari più esterni, all’interno delle quali sono stabiliti dei limiti di immissione del rumore prodotto dalla infrastruttura stessa.

Le dimensioni delle fasce ed i limiti di immissione variano a seconda che si tratti di tratti ferroviari di nuova costruzione oppure esistenti, e in funzione della tipologia di infrastruttura, distinguendo tra linea dedicata all’alta velocità e linea per il traffico normale.

Le fasce territoriali di pertinenza delle infrastrutture sono definite nella tabella sottostante:

3.6.1. Fasce di pertinenza e limiti per infrastrutture ferroviarie nuove, esistenti ed assimilabili

TIPO DI INFRASTRUTTURA

VELOCITA’ DI PROGETTO

Km\h

FASCIA DI PERTINENZA

Scuole, ospedali, case di cura e di

riposo

Altri Recettori

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

Diurno dB(A)

Notturno dB(A)

ESISTENTE

≤ 200 A=100 m 50 40 70 60

≤ 200 B=150 m 50 40 65 55

NUOVA

≤ 200 A=100 m 50 40 70 60

≤ 200 B=150 m 50 40 65 55

NUOVA > 200 A+B 50 40 65 55

Normativa regionale

Il primo documento di legge attinente l’acustica, in risposta a quanto deliberato a livello nazionale con il D.P.C.M. 1 Marzo 1991, è la Deliberazione della Giunta Regionale n. 4313 del 21 Settembre 1993, “Criteri orientativi per le Amministrazioni Comunali del Veneto nella suddivisione dei rispettivi territori secondo le classi previste nella Tab 1 allegata al DPCM 1 Marzo 1991: "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno. Immediata eseguibilità"”. Tale atto legislativo, al fine di effettuare una prima classificazione acustica del territorio regionale sulla base di quanto indicato dal D.P.C.M. 1/3/1991, segnala alcuni indirizzi e criteri metodologici per facilitare e rendere omogenea l'azione di classificazione delle amministrazioni Comunali.

La successiva Legge Regionale n. 21 del 10 Maggio 1999, “Norme in materia di inquinamento

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

prodotto dal rumore al fine di promuovere la salvaguardia della salute pubblica e la riqualificazione ambientale, in attuazione della Legge n. 447 del 26 ottobre 1995.

Tale legge stabilisce che con deliberazioni successive si stabiliscano i criteri per la redazione della documentazione di impatto acustico e della relazione previsionale di clima acustico, oltre ai criteri relativi alla pianificazione degli enti locali.

Con la Legge Regionale n. 11 del 13 Aprile 2001, “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi alle autonomie locali in attuazione del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112”, la Regione Veneto individua le funzioni amministrative che richiedono l'unitario esercizio a livello regionale e disciplina il conferimento delle rimanenti funzioni amministrative alle province, ai comuni, alle comunità montane ed alle autonomie funzionali, in attuazione del D. Lgs. 31 marzo 1998, n. 112

"Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed enti locali, in attuazione del capo I della L. 15 marzo 1997, n. 59" e successive modifiche e integrazioni. In particolare vengono demandati ad ARPAV la predisposizione dei criteri da osservare per la predisposizione della documentazione di impatto acustico e le funzioni relative alla formazione e all'aggiornamento dell'elenco dei tecnici competenti. Conseguentemente, con Deliberazione del Direttore Generale n. 3 del 29 Gennaio 2008 di ARPAV vengono approvate le Linee Guida per l’elaborazione della documentazione di impatto acustico ai sensi dell’art. 8 della L. 447/95.

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

4. INQUADRAMENTO DELL’AREA

Inquadramento territoriale

L’impianto di compostaggio della Contarina S.p.A. è localizzato al limite Est di un’area industriale nel Comune di Trevignano posta al confine con il Comune di Paese, entrambi in provincia di Treviso.

L’area si trova a circa 200 m dalla strada Feltrina ed è a questa collegata da una strada a servizio di tale porzione dell’area produttiva. L’impianto di compostaggio è identificato al catasto terreni del Comune di Trevignano al foglio 21, mappale n. 466, Superficie di 42.837 m2; al catasto fabbricati gli immobili sono invece censiti alla Sez. D, foglio 3°, mappale n. 466 sub.1, categoria E/9.

Le aree residenziali più vicine sono localizzate a circa 100 m in direzione Nord e a circa 200 m in direzione Ovest.

Figura 1. Aerofotogramma dell’area in cui è ubicato lo stabilimento

Inquadramento acustico

Il Piano Comunale di Classificazione Acustica (PCCA) nasce con lo scopo di tutelare l'ambiente ed i cittadini dall'inquinamento acustico. La classificazione acustica, operata nel rispetto della normativa vigente, è basata sulla suddivisione del territorio in zone omogenee corrispondenti alle classi

Contarina S.p.A.

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

definiti i valori limite di emissione, i valori limite di immissione assoluta, i valori di attenzione ed i valori di qualità, distinti per il periodo diurno (ore 6.00 – 22.00) e notturno (ore 22.00 – 6.00).

L’impianto della società Contarina S.p.A., come indicato nell’inquadramento territoriale, sorge a cavallo del Comune di Trevignano e del Comune di Paese; è pertanto necessario, nell’ambito della presente valutazione, tenere in considerazione le disposizioni in materia di acustica prodotte da entrambi i Comuni.

Piano di Classificazione Acustica del Comune di Trevignano

Il Comune di Trevignano è dotato di Piano di zonizzazione acustica redatto nel Dicembre 2000 e approvato con Determinazione del Consiglio Comunale n. 4 del 28 gennaio 2002. Il Piano è stato successivamente modificato con Variante approvata con Deliberazione della Giunta Provinciale n. 227 del 29/08/2011 nella quale è stata modificata la classificazione dell’area nella quale è localizzato l’impianto di compostaggio della società Contarina S.p.A.. Si osserva che, all’interno di tale classificazione acustica, oltre alle 6 classi acustiche individuate in maniera univoca dal D.P.C.M.

14/11/1997, è stata effettuata una suddivisione della classe III in Classe III – Aree di tipo misto, comprendente le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, e Classe III bis – Aree di tipo misto agricolo, comprendente le aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. Ciò si è reso necessario in considerazione della grande estensione dello spazio agricolo e della netta distinzione tra le due zone urbanistiche.

Dalla lettura della cartografia di Piano si rileva che l'area occupata dall’impianto di compostaggio è posta in Classe V - Aree prevalentemente industriali, per la quale:

 i limiti di emissione sono pari a 65 dB(A) in periodo diurno e 55 dB(A) in periodo notturno;

 i limiti assoluti di immissione sono pari a 70 dB(A) in periodo diurno e 60 dB(A) in periodo notturno;

Le aree nelle quali ricadono i principali recettori individuati nell’ambito della presente valutazione sono invece poste in Classe III bis – Aree di tipo misto agricolo, per la quale i limiti assoluti di immissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 60 dB(A) e 50 dB(A) ed i limiti di emissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 55 dB(A) e 45 dB(A), e in Classe V - Aree prevalentemente industriali, per la quale i limiti assoluti di immissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 70 dB(A) e 60 dB(A) ed i limiti di emissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 65 dB(A) e 55 dB(A).

Si riassumono nel seguito i valori limite previsti dal D.P.C.M. 14.11.1997.

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

4.3.1. Valori limite di emissione (per l’area oggetto dell’indagine)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno (22:00 – 06:00)

IIIbis - aree di tipo misto agricolo 55 dB(A) 45 dB(A)

V - aree prevalentemente industriali 65 dB(A) 55 dB(A)

4.3.2. Valori limite assoluti di immissione (per l’area oggetto dell’indagine)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno (22:00 – 06:00)

IIIbis - aree di tipo misto agricolo 60 dB(A) 50 dB(A)

V - aree prevalentemente industriali 70 dB(A) 60 dB(A)

4.3.3. Valori di qualità (per l’area oggetto dell’indagine)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno (22:00 – 06:00)

IIIbis - aree di tipo misto agricolo 57 dB(A) 47 dB(A)

V - aree prevalentemente industriali 67 dB(A) 57 dB(A)

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Figura 2. Stralcio della Variante alla zonizzazione acustica di Trevignano (TV) inerente l’area dello stabilimento

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Piano di Classificazione Acustica del Comune di Paese (TV)

Il Comune di Paese è dotato di Piano di Classificazione Acustica approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 37 del 30 settembre 2013 e costituente revisione del precedente Piano del 2004.

Dalla lettura della cartografia di piano si rileva che l'area che sarà occupata dall’impianto di Contarina S.p.A. è attualmente collocata parte in Classe III - Aree di tipo misto, per la quale i limiti assoluti di immissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 60 dB(A) e 50 dB(A) ed i limiti di emissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 55 dB(A) e 45 dB(A), e parte in Classe IV - Aree di intensa attività umana, per la quale i limiti assoluti di immissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 65 dB(A) e 55 dB(A) ed i limiti di emissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 60 dB(A) e 50 dB(A).

Per quanto riguarda invece le aree nelle quali ricadono i principali recettori individuati nell’ambito della presente valutazione, queste sono poste tutte in Classe III – Aree di tipo misto, per la quale i limiti assoluti di immissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 60 dB(A) e 50 dB(A) ed i limiti di emissione diurno e notturno sono pari rispettivamente a 55 dB(A) e 45 dB(A).

Si riassumono nel seguito i valori limite previsti dal D.P.C.M. 14.11.1997.

4.4.1. Valori limite di emissione (per l’area oggetto dell’indagine)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno (22:00 – 06:00)

III - aree di tipo misto 55 dB(A) 45 dB(A)

IV - aree di intensa attività umana 60 dB(A) 50 dB(A)

4.4.2. Valori limite assoluti di immissione (per l’area oggetto dell’indagine)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno (22:00 – 06:00)

III - aree di tipo misto 60 dB(A) 50 dB(A)

IV - aree di intensa attività umana 65 dB(A) 55 dB(A)

4.4.3. Valori di qualità (per l’area oggetto dell’indagine)

Classi di destinazione d’uso del territorio

Tempi di riferimento Diurno

(06:00 – 22:00)

Notturno (22:00 – 06:00)

III - aree di tipo misto 57 dB(A) 47 dB(A)

IV - aree di intensa attività umana 62 dB(A) 52 dB(A)

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Figura 3. Stralcio della Variante alla zonizzazione acustica di Paese (TV) inerente l’area dello stabilimento

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

5. INFORMAZIONI INERENTI L’AZIENDA

Anagrafica aziendale

Ragione Sociale CONTARINA S.p.A.

Indirizzo Sede Legale Via Vittorio Veneto, 6 – 31027 Spresiano (TV) Denominazione Unità Produttiva Impianto di compostaggio di Trevignano

Indirizzo Unità Produttiva Via Istituto Agrario,31 – 31040 Signoressa di Trevignano (TV)

Attività e ciclo produttivo

L’impianto di recupero rifiuti non pericolosi gestito da Contarina S.p.A. e situato in via Istituto Agrario n.31 a Trevignano (TV) è autorizzato allo svolgimento dell’attività di recupero rifiuti non pericolosi identificate dalle seguenti causali di cui all’Allegato C alla Parte IV del D.Lgs n. 152/2006:

 R3 “Riciclo/Recupero di sostanza organica”, consistente nell’attività di compostaggio;

 R13 “Messa in riserva di rifiuti per avviarli a successive operazioni di recupero da R1 a R12”

(escluso il deposito temporaneo).

Si rimanda al DOC. 1.0 Relazione Illustrativa per maggiori dettagli circa l’attuale attività dell’impianto.

5.2.1. Tipologie di rifiuti conferibili

In base alle vigenti autorizzazioni, le tipologie di rifiuti conferibili all’impianto e le relative attività di recupero sono elencate in Tabella 1.

Codice CER Descrizione Attività di

recupero

02 01 03 Scarti di tessuti vegetali R3 – R13

02 03 04 Scarti inutilizzabili per il consumo e la trasformazione R3 – R13 02 06 01 Scarti inutilizzabili per il consumo e la trasformazione R3 – R13

02 07 02 Rifiuti prodotti dalla distillazione di bevande alcoliche R3 – R13

03 01 01 Scarti di corteccia e sughero R3 – R13

03 01 05 Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla voce 03 01 04

R3 – R13

03 03 01 Scarti di corteccia e legno R3 – R13

04 02 21 Rifiuti da fibre tessili grezze R3 – R13

10 01 03 Ceneri leggere di torba e di legno non trattato R3 – R13

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Codice CER Descrizione Attività di

recupero

15 01 01 Imballaggi in carta e cartone R3 – R13

15 01 03 Imballaggi in legno R3 – R13

19 12 01 Carta e cartone R3 – R13

20 01 01 Carta e cartone R3 – R13

20 01 08 Rifiuti biodegradabili di cucine e mense R3 – R13

20 01 25 Oli e grassi commestibili R3 – R13

20 01 38 Legno diverso da quello di cui alla voce 20 01 37 R3 – R13

20 02 01 Rifiuti biodegradabili (Sfalci d’erba e ramaglie) R3 – R13

20 03 02 Rifiuti dei mercati R3 – R13

Tabella 1. Tipologie di rifiuto conferibili all’impianto di compostaggio Contarina SpA

5.2.2. Potenzialità dell’impianto

Al fine di consentire una costante efficienza di processo, facendo fronte anche alla stagionalità dei rifiuti in ingresso, Contarina S.p.A. ha la necessità di sottoporre a Messa in Riserva un quantitativo massimo istantaneo di rifiuti pari a 1.820 ton così suddivise:

 fossa di carico da 250 ton (“Area A1”), solitamente dedicata alla FORSU (CER 200108);

 fossa di carico da 170 ton (“Area A2”), solitamente dedicata ai rifiuti diversi dal CER 200108;

 area di messa in riserva da 1.400 ton (“Area B”), dedicata ai rifiuti in ingresso diversi dal CER 200108.

Sono invece gestiti secondo le tempistiche del “deposito temporaneo”, di cui all’184, lett. bb) del D.Lgs n. 152/2006 e ss.mm.ii. le seguenti tipologie di rifiuti:

 rifiuti prodotti dalle operazioni di trattamento;

 rifiuti prodotti dalle attività di manutenzione;

 compost fuori specifica, qualora le analisi di conformità non attestassero i requisiti previsti per il prodotto finito;

materiali in lavorazione che per motivazioni tecniche non dovessero proseguire il processo di trattamento

5.2.3. Struttura funzionale dell’impianto

Da un punto di vista funzionale, l’impianto è organizzato nelle seguenti aree gestionali, tutte ospitate all’interno di un capannone coperto e confinato:

Area A1: fossa di scarico da 250 ton del rifiuto in ingresso conferito da automezzi di lunghezza inferiore a 12 m. Tale area solitamente viene utilizzata per il conferimento della

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

FORSU (CER 200108), ma può essere utilizzata alternativamente anche per lo stoccaggio delle altre tipologie di rifiuti di cui alla Tabella 1.

Area A2: fossa di scarico da 170 ton del rifiuto in ingresso conferito da automezzi di lunghezza inferiore a 12 m. Tale area solitamente viene utilizzata per il conferimento dei rifiuti diversi dalla FORSU indicati in Tabella 1, ma può essere utilizzata alternativamente anche per lo stoccaggio della FORSU stessa.

Area B: area adibita alla Messa in Riserva R13 dei rifiuti elencati in Tabella 1, fatta eccezione per la FORSU che viene gestita esclusivamente nelle aree A1 e A2;

Area C: area di stazionamento e operatività dei macchinari utilizzati per la fase di Preparazione. All’interno di tale area vengono svolte le operazioni di apertura dei sacchi, vagliatura, triturazione, deferrizzazione, spremitura e miscelazione;

Area D: area all’interno della quale vengono realizzate le operazioni di ossidazione della sostanza organica (bacini di fermentazione) e vagliatura;

Area E: area all’interno della quale vengono realizzate le operazioni di maturazione della sostanza organica;

Area F: area di raffinazione dell’Ammendante Compostato Misto ove vengono realizzate le operazioni di vagliatura e separazione;

Area G: area adibita al deposito del prodotto finito, pronto per essere commercializzato.

Aree H1: aree di stoccaggio dei rifiuti prodotti dai processi di trattamento, poste in adiacenza ai macchinari;

Area H2: area di stoccaggio dei rifiuti prodotti pronti per essere avviati agli impianti terzi di recupero/smaltimento.

Area H3: area di stoccaggio all’interno di tre cisterne del rifiuto CER 200108 ottenuto dalla spremitura della FORSU in ingresso.

L’ubicazione delle diverse aree operative all’interno del capannone è mostrata in Figura 4

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Figura 4. Layout dell’impianto di compostaggio con localizzazione delle diverse aree operative

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

5.2.4. Descrizione dei processi di recupero

I processi di gestione dei rifiuti in ingresso all’impianto sono suddivisi nelle seguenti fasi funzionali:

1. Scarico rifiuti in ingresso;

2. Preparazione;

3. Biossidazione della sostanza organica;

4. Maturazione;

5. Raffinazione;

6. Deposito del prodotto finito.

L’intero impianto di recupero rifiuti è situato in ambiente coperto e confinato ed è stato progettato e realizzato cercando di automatizzare il più possibile le fasi di processo e le operazioni di movimentazione dei rifiuti. Infatti è previsto l’utilizzo di un solo mezzo semovente munito di pala meccanica per le operazioni di movimentazione dei rifiuti, a solo supporto dei nastri di trasporto o dei sistemi di trasporto a coclea.

Attraverso un PLC di controllo e di un software di gestione, gli operatori sono in grado di controllare tutte le fasi operative dei processi e di garantire la tracciabilità dei cumuli in lavorazione, assicurando che ciascuna partita di rifiuto in ingresso segua tutto il processo di trattamento.

Le varie fasi di gestione dei rifiuti vengono sinteticamente descritte di seguito.

5.2.2.1 Scarico rifiuti in ingresso

L’accesso all’impianto di recupero rifiuti di Contarina SpA è consentito solamente in presenza di operatori dalla stessa incaricati, in quanto regolato da un passo carraio ad apertura comandata.

In prossimità dell’ingresso sono posizionate due pese interrate, una dedicata alla verifica quantitativa degli automezzi in ingresso ed una invece dedicata alla verifica quantitativa di quelli in uscita. A seguito della verifica quantitativa, gli automezzi in ingresso si dirigono verso la zona di scarico dei rifiuti in ingresso, che si differenzia a seconda della dimensione degli automezzi che conferiscono i rifiuti:

 Automezzi di lunghezza inferiore ai 12 m: l’accesso avviene attraverso una rampa di accesso riscaldata tramite serpentina, che consente la sopraelevazione di circa 4,5 m della zona di manovra dalla piattaforma di scarico (area A1 e area A2). Delimitando fisicamente la zona di scarico (posta a livello superiore) e la piattaforma di scarico (posta a livello inferiore) viene garantita un’agevole gestione delle fasi di conferimento (gli automezzi ribaltabili hanno idoneo spazio di manovra e viene evitato che le ruote dei mezzi di trasporto possano sporcarsi con i materiali organici a terra). L’accesso alla zona di scarico viene regolamentato dalla presenza di portoni automatici dotati di un sistema semaforico di regolamentazione degli accessi in automatico.

 Automezzi di lunghezza uguale o superiore ai 12 m: l’accesso agli automezzi avviene tramite un portone che si sviluppa nella facciata Sud-est del fabbricato. Gli automezzi conferiscono direttamente all’interno della piattaforma di scarico (area A2) o dell’area di Messa in Riserva (area B). Anche in questo caso l’acceso è regolato dalla presenza di portoni automatici muniti di un sistema semaforico di regolamentazione degli accessi.

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Il carroponte è dotato di automatizzazione che permette, impostando le caratteristiche della miscela, di posizionarsi sopra le rispettive vasche/box contenenti i vari materiali (FORSU, Verde da potature triturato, Materiale di riciclo, verde da triturare) ed effettuare il caricamento della linea prescelta. Al termine di ciascuna miscela il carroponte si arresta ed attende che l’operatore carichi una nuova miscela. Inoltre, il carroponte è dotato di benna con cella di carico in grado di rilevare il peso di ciascuna benna di materiale messo in lavorazione. L’operazione di scarico del materiale nelle tramogge di alimentazione delle linee di pretrattamento può essere effettuata con un movimento di distribuzione continuo, adattando anche il modo di scarico della benna in uso al diverso stato di aggregazione del materiale (friabile o compatto), infatti l’operatore può scegliere tra 3 diverse velocità di scarico (lenta, media e veloce) e tra due punti di inizio scarico in tramoggia (dal centro verso il lato o viceversa).

5.2.2.2 Preparazione

La prima operazione di trattamento è la preparazione ai successivi processi di biossidazione e di maturazione. La fase di preparazione si differenzia a seconda della tipologia di rifiuti in lavorazione, come nel seguito precisato.

FORSU (CER 200108)

Il rifiuto viene prelevato mediante carroponte dall’area A1 (o in alternativa A2) e avviato alla linea di trattamento. Mediante nastri di alimentazione il rifiuto viene caricato nella tramoggia di alimentazione del vaglio VR-101 con spaziatura 80 mm, preceduto da dispositivo rompisacchi che sminuzza il materiale separando il flusso dei sacchi in Mater-Bi dal rifiuto organico. Quest’ultimo viene avviato ad una preventiva fase di deferrizzazione (SM-102) che estrae i residui ferrosi (CER 191202) e successivamente può essere avviato direttamente al miscelatore MS-101 o, in alternativa, essere preventivamente sottoposto a un’iniziale fase di spremitura nel macchinario SP-101 e una successiva ulteriore fase di deferrizzazione nel macchinario SM-103 (con estrazione di rifiuto CER 191202). Il liquido da spremitura estratto da SP-101 viene accumulato all’intero di una vasca da 5 m3 e successivamente ricircolato alle celle di biossidazione oppure inviato ad impianti di smaltimento.

I sacchi in Mater-Bi estratti dal vaglio vengono invece sottoposti alle seguenti fasi di processo:

 pressatura in PR-101;

 triturazione in TR-102;

 deferrizzazione in SM-101;

 avvio al miscelatore MS-101.

ALTRI RIFIUTI (DIVERSI DAL CER 200108)

Il rifiuto viene prelevato mediante carroponte dall’area A2 o mediante pala meccanica dall’area B e avviato alla linea di trattamento che consiste in un’iniziale operazione di triturazione (TR-101) e, mediante nastri di alimentazione, deferrizzazione (SM-102) con produzione del CER 191202 e avvio al miscelatore MS-101.

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Per entrambe le tipologie di rifiuti la fase di MISCELAZIONE rappresenta l’ultimo processo della preparazione.

5.2.2.3 Biossidazione della sostanza organica

Questa fase di trattamento consiste in una fermentazione aerobica accelerata e rappresenta il primo step del processo di compostaggio, ove la sostanza organica inizia a decomporsi. Il tempo di realizzazione del processo è di circa 30 giorni.

Compongono questa sezione di impianto le seguenti fasi di lavorazione:

a) Alimentazione delle corsie di ossidazione: Il sistema di alimentazione delle corsie di fermentazione è costituito da un sistema a nastri che consente il trasferimento del rifiuto in lavorazione dal miscelatore ai bacini di fermentazione. L’impianto è munito di sei bacini di fermentazione di dimensioni LxWxH=85,5x7,0x2,8 m. La delimitazione di ciascun bacino di fermentazione è realizzata mediante strutture murarie in cls presenti su ambo i lati e lungo il fronte di carico. Rimane invece aperto il lato di scarico deli bacini. I bacini vengono alimentati componendo dei cumuli di materiale inizialmente posizionati in aderenza al lato fronte carico e via via spostati, durante le fasi di rivoltamento, lungo il lato di scarico.

b) Rivoltamento e avanzamento del materiale verso lo scarico: Al fine di garantire il costante apporto di ossigeno alla fase di fermentazione aerobica, vengono utilizzati due macchinari per rivoltare i cumuli. La frequenza di rivoltamento è di circa 2 giorni. Le operazioni di rivoltamento consentono anche di traslare i cumuli di rifiuti all’interno del bacino di fermentazione, passando dalla zona di formazione del cumulo verso la zona di scarico del bacino.

c) Scarico del materiale alla fine del processo di lavorazione: Al termine del processo di fermentazione della sostanza organica, mediante l’ausilio dei due macchinari “rivoltacumuli” RV-201 e RV-202, il rifiuto in lavorazione viene caricato sul nastro di alimentazione del macchinario di vagliatura VR-301 (maglie 40 mm) che consente di separare il materiale che continua il processo di trattamento (sottovaglio) da quello che invece viene scartato (CER 191212). Quest’ultimo viene pressato (in PR- 301) e successivamente avviato ad impianti di recupero/smaltimento.

Durante l’intera fase di biossidazione i rifiuti in lavorazione potranno essere umidificati utilizzando il percolato o il rifiuto di spremitura della FORSU, secondo quanto stabilito dall’autorizzazione (“l’umidificazione del materiale mediante percolato può essere effettuata solo durante la fase di biossidazione e in presenza di temperature nei cumuli uguali o superiori a 60 °C”). Al termine del processo di biossidazione il materiale dovrà presentare un Indice di Respirazione Dinamico Potenziale (IRDP) inferiore a 1.300 mgO2/(kgSV∙h).

La fase di processo di compostaggio prevede l’insufflazione d’aria alla sezione di biossidazione. Il sistema di insufflazione è stato realizzato con modalità “spigo”. La pavimentazione aerata è composta da tubazioni circolari DN 160 in PVC dotate di diffusori tronco‐conici detti spigot aventi passo pari a circa 0,25 cm e munite di sistemi di raccordo terminale per lo scarico del percolato la pulizia della linea trasversale. Le reti

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

in 78 sottoaree nelle quali può essere effettuato il controllo/regolazione della portata in funzione delle necessità di insufflazione del materiale. La pulizia del sistema viene effettuata mediante uno speciale attrezzo raschiatore installato direttamente sulla rivolta.

5.2.2.4 Maturazione

La maturazione è la seconda fase del processo di ossidazione aerobica dei rifiuti in lavorazione e viene realizzata all’interno della zona di stoccaggio dinamico aerato, costituita da 14 box aventi dimensioni 4,8 m x 34,0 m, delimitati da strutture murarie in cemento e in grado di ospitare cumuli di altezza massima di 6 m. Il tempo di realizzazione del processo è di circa 60 giorni. Le fasi di carico, scarico e movimentazione interna dei rifiuti contenuti nei box, sono realizzate mediante due carroponti (macchinari di movimentazione) con benna a polipo con binari fissati alle capriate del fabbricato. Durante le ore diurne i due macchinari di movimentazione provvederanno a caricare e scaricare i box, mentre nelle ore notturne spostano il macchinario da un box all’altro, garantendo ulteriore ossigenazione al materiale in lavorazione.

I carroponti scaricano i materiali sui nastri di alimentazione dei box. Durante l’intera fase di maturazione, i rifiuti in lavorazione saranno umidificati.

5.2.2.5 Raffinazione

Il processo di trattamento aerobico di compostaggio ha una durata di circa 90 giorni (30 dedicati alla biossidazione e 60 alla maturazione). A seguito dell’ultimazione della fase di maturazione, il materiale subisce un processo di raffinazione, che si articola in due distinte fasi:

 Vagliatura (in RC-301-A/B con maglie 10 mm): il sopravaglio verrà direttamente avviato al macchinario di miscelazione (dunque in testa al processo) per essere nuovamente processato, mentre il sottovaglio subirà un ulteriore processo di raffinazione, come descritto al punto seguente;

 Separazione densimetrica (in TA-201): separazione del materiale realizzata mediante corrente ad aria, che separa il materiale di scarto (CER 191212) dal compost maturo. Quest’ultimo viene stoccato all’interno di 5 bacini di accumulo per essere sottoposto ad analisi di caratterizzazione e successivamente essere commercializzato.

5.2.2.6 Deposito del prodotto finito

L’impianto di recupero rifiuti non pericolosi di Contarina SpA, al termine del processo trattamento produce Ammendante Compostato Misto conforme a quanto previsto dal D.Lgs 75/2010 e ss. mm. ii. L’Ammendante compostato misto, pronto per la commercializzazione, viene deposito all’interno di 5 box, dai quali verrà caricato per l’avvio a utilizzo. I box, analoghi a quelli di maturazione, presentano dimensioni di 4,8 m x 34,0 m, sono delimitati da strutture murarie in cemento e sono in grado di ospitare cumuli di altezza massima di 6 m.

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Sorgenti di rumore

Le principali sorgenti di rumore sono situate all’interno di box o locali chiusi. Quelle individuate come determinanti ai fini del clima acustico dell’area sono di tipo non impulsivo; inoltre, alcune sorgenti hanno un funzionamento continuo, altre discontinuo.

Dai sopralluoghi eseguiti è possibile individuare le seguenti sorgenti principali:

-

tutte le linee di produzione, nelle quali operano prevalentemente macchine automatiche e semiautomatiche;

-

impianti di aspirazione costituiti da tubazioni di aspirazione e ventilatori;

-

impianti ausiliari, come ad esempio compressori, impianti di depurazione, impianti pompaggio,..;

-

gruppi di condizionamento e ventilazione ambienti;

-

automezzi e carrelli elevatori.

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

6. RECETTORI INDIVIDUATI

Durante i sopralluoghi eseguiti sono stati individuati quei recettori per i quali si è ritenuta maggiore l’esposizione alle emissioni sonore prodotte dall’attività. Le corrispondenti postazioni di misura sono state individuate in prossimità dei recettori stessi, non essendo in generale possibile l’accesso alle abitazioni e, conseguentemente, l’ubicazione della strumentazione di misura in facciata agli edifici.

Recettore R1

Edificio adibito a civile abitazione realizzato su due piani fuori terra ubicato lungo la via Treviso. La corrispondente postazione di misura (P1) è ubicata in corrispondenza dell’area agricola ad esso adiacente, ad una quota di circa 70 m s.l.m. e ad una distanza di circa 200 m in linea d’aria dall’impianto.

L’edificio ricade all’interno delle pertinenze territoriali del comune di Trevignano; con riferimento alla classificazione acustica comunale vigente, il recettore è da considerarsi in Classe III bis.

Figura 5. Recettore R1

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Recettore R2

Edificio adibito a civile abitazione realizzato su due piani fuori terra e ubicato lungo la via Sant’Elena, in area residenziale. La corrispondente postazione di misura (P2) è ubicata all’esterno dell’edificio, in prossimità del cancello che separa l’area residenziale dall’area di pertinenza dell’impianto, ad una quota di circa 70 m s.l.m. e ad una distanza di circa 150 m in linea d’aria dall’impianto.

L’edificio ricade all’interno delle pertinenze territoriali del comune di Trevignano; con riferimento alla classificazione acustica comunale vigente, il recettore è da considerarsi in Classe III bis.

Figura 6. Recettore R2

Recettore R3

Area agricola. La corrispondente postazione di misura (P3) è ubicata lungo la via Sant’Elena, in corrispondenza del confine dell’area agricola ad una quota di circa 70 m s.l.m. e ad una distanza di circa 300 m in linea d’aria dall’impianto.

La postazione ricade all’interno delle pertinenze territoriali del comune di Paese; con riferimento alla classificazione acustica comunale vigente, il recettore è da considerarsi in Classe III.

Figura 7. Recettore R3

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Recettore R4

Edificio adibito a civile abitazione ubicato in corrispondenza dell’intersezione tra via La Rocca e via Arturo Martini. La corrispondente postazione di misura (P4) è ubicata in corrispondenza del cancello elettrico di accesso, ad una quota di circa 65 m s.l.m. e ad una distanza di circa 850 m in linea d’aria dall’impianto.

La postazione ricade all’interno delle pertinenze territoriali del comune di Paese; con riferimento alla classificazione acustica comunale vigente, il recettore è da considerarsi in Classe III.

Figura 8. Recettore R4

Recettore R5

Edificio adibito a civile abitazione ubicato lungo via La Rocca. La corrispondente postazione di misura (P5) è ubicata in prossimità della rete di separazione della proprietà dall’area agricola, ad una quota di circa 65 m s.l.m. e ad una distanza di circa 650 m in linea d’aria dall’impianto.

La postazione ricade all’interno delle pertinenze territoriali del comune di Paese; con riferimento alla classificazione acustica comunale vigente, il recettore è da considerarsi in Classe III.

Figura 9. Recettore R5

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

Recettore R6

Attività produttiva lungo la via Istituto Agrario. La corrispondente postazione di misura (P6) è ubicata in corrispondenza del parcheggio esterno, ad una quota di circa 70 m s.l.m. e ad una distanza di circa 250 m in linea d’aria dall’impianto.

La postazione ricade all’interno delle pertinenze territoriali del comune di Trevignano; con riferimento alla classificazione acustica comunale vigente, il recettore è da considerarsi in Classe V.

Figura 10. Recettore R6

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VALUTAZIONE PREVISIONALE IMPATTO ACUSTICO

7. VALUTAZIONE DI IMPATTO ACUSTICO

Descrizione del monitoraggio effettuato

La campagna di misure condotta è stata volta a caratterizzare il clima acustico nelle aree limitrofe allo stabilimento di Trevignano della società Contarina S.p.A.. A tal fine è stata eseguita una serie di rilievi tali da permettere la caratterizzazione acustica dell’area nelle condizioni di normale regime di funzionamento dell’impianto produttivo.

I rilievi fonometrici sono stati condotti nel giorno 24 Settembre 2019 dal tecnico specializzato di ambiente s.p.a. Ing. Giulia Bernardini, in condizioni di cielo sereno, assenza di precipitazioni (pioggia, neve, grandine) e di vento, seguendo le Linee Guida e il DM 16/03/98. Tutte le misure sono state eseguite sia nel periodo diurno dalle ore 6:00 alle 22:00, che in quello notturno dalle ore 22:00 alle 06:00.

Condizioni di funzionamento dell’impianto

Secondo quanto comunicato dai referenti della società, nel periodo di svolgimento della campagna di monitoraggio acustico ambientale, sia diurna che notturna, lo stabilimento funzionava a regime con tutti gli impianti rumorosi significativi in funzione.

Parametri rilevati

Per ciascuna postazione sono stati rilevati i seguenti parametri:

 Livello equivalente di pressione sonora pesato A (Leq) con scansione temporale di 1 secondo;

 Livello massimo di pressione sonora pesato A (Lmax);

 Livello minimo di pressione sonora pesato A (Lmin);

 Analisi statistica della misura nel tempo (Livelli percentili L10, L50, L90, etc);

 Leq progressivo pesato A della misura nel tempo.

Metodologia utilizzata

La misurazione dei livelli di rumore è stata effettuata secondo quanto indicato dal Decreto Ministeriale 16/03/98. In particolare, si è adottata la seguente metodologia:

 le misure sono state effettuate in periodo diurno, compreso tra le 6:00 e le 22:00, e in periodo notturno, compreso tra le 22:00 e le 6:00;

 tutte le misure sono state eseguite in totale assenza di fenomeni atmosferici (pioggia, neve, grandine, nebbia); il cielo durante la campagna delle misure è risultato sereno, il vento assente o comunque inferiore a 5m/s. I dettagli sono riportati nei singoli certificati di misura allegati;

 la lettura dei livelli sonori è stata effettuata in dinamica Fast e ponderazione A; tutti i dati misurati, inclusi gli spettri in frequenza in 1/3oct. dei minimi (per la ricerca dei toni puri), sono stati registrati automaticamente nel fonometro, estratti successivamente e riportati nei certificati allegati;

 il microfono del fonometro, munito di cuffia antivento, è stato posizionato ad un’altezza di circa 1,5 m dal piano di campagna;

 il fonometro è stato collocato su apposito sostegno (cavalletto telescopico) per consentire agli operatori di porsi ad una distanza di almeno 3 m dallo strumento.

Riferimenti

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