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O Gestione integrata del paziente oncologico

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Academic year: 2022

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p r o p o s t e

46 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXV numero 2 - marzo 2018

O

ggi oltre 3 milioni e trecen- tomila cittadini italiani vivo- no dopo una diagnosi di tumore, una percentuale in costan- te aumento, addirittura il 24% in più rispetto al 2010, negli anni 70 solo poco più del 30% delle persone colpite riusciva a sconfiggere il can- cro. Molte neoplasie sono diventate patologie croniche, grazie anche all’immuno-oncologia e alle terapie a bersaglio molecolare, che si ag- giungono a chirurgia, chemiotera- pia, ormonoterapia e radioterapia.

Questi cittadini presentano nuovi bisogni, impensabili fino a dieci anni fa, di fronte ai quali gli operatori sa- nitari sono spesso impreparati.

Solo il 57% dei pazienti colpiti da cancro riferisce infatti al medico i piccoli disturbi legati alla malattia o alle terapie, per esempio astenia, spossatezza, nervosismo, difficoltà ad addormentarsi, lieve dissenteria, mancanza di appetito, gonfiore e secchezza vaginale. Il 54% dei pa- zienti ritiene inoltre che il Mmg non sia un interlocutore adeguato sulle neoplasie e il 79% lamenta l’assen- za di dialogo fra oncologi e medici del territorio.

È la fotografia che Fondazione AIOM e AIOM (Associazione Italia- na di Oncologia Medica) hanno scat- tato con la prima fase del progetto nazionale “I nuovi bisogni del pa- ziente oncologico e la sua qualità di vita”, presentato in Senato con il

contributo incondizionato di Bristol- Myers Squibb. Per gli esperti la so- luzione è quella di varare un piano nazionale sulla cronicità che, con collaborazioni multidisciplinari e con la stretta alleanza con le associazioni dei pazienti, possa affrontare i pro- blemi della lungosopravvivenza e della cronicizzazione della malattia cancro. Il progetto si prefigge di creare rapporti di collaborazione strutturati e preferenziali fra centri oncologici, medicina del territorio, farmacisti che vadano oltre le visite di controllo successive alla fase acu- ta della malattia. Da un lato, gli spe- cialisti raramente vengono coinvolti dai pazienti nella gestione di questi piccoli effetti collaterali, dall’altro ai Mmg non vengono offerti gli stru- menti necessari per fornire risposte adeguate. Con la conseguenza che i pazienti e i loro familiari si muovono spesso autonomamente cercando soluzioni prive di basi scientifiche.

¼

¼ I dati della medicina di famiglia

“Il 72% dei Mmg, su 1.500 assistiti, segue in media fra 50 e 100 pazienti oncologici - afferma Andrea Salvetti, responsabile oncologia della Simg.

Una situazione impensabile solo die- ci anni fa. Dopo la diagnosi, i pazien- ti o i familiari si recano dal medico di famiglia per informarlo della nuova condizione di malattia. Nel 75% dei casi chiedono dove rivolgersi e qua-

le centro preferire. Il rimanente 25%

ha già scelto il percorso di cura. Do- po questo primo momento della comunicazione della diagnosi, il Mmg ha rapporti quasi saltuari con il malato, che è preso in carico dallo specialista. La relazione viene rista- bilita quando il paziente torna a casa, una volta terminata la fase acuta della malattia. Un documento detta- gliato del centro specialistico ci in- forma sulle terapie somministrate e sugli eventuali effetti collaterali.

Questo report è fondamentale, per- ché negli ultimi anni sono state rese disponibili molte nuove molecole e non sempre le conosciamo. Infatti il 66% ritiene scarso il proprio livello di conoscenza delle terapie innovati- ve”. La reciproca collaborazione nel- la gestione dei piccoli disturbi è considerata scarsa o sufficiente dal 76% degli oncologi e dal 73% dei Mmg. “Molto è lasciato alle cono- scenze personali del centro oncolo- gico di riferimento della zona - sot- tolinea Salvetti -. Talvolta siamo co- stretti a comporre più volte il nume- ro del centralino dell’ospedale, spe- rando di intercettare prima o poi un collega oncologo”.

Dunque la creazione di un percorso strutturato con gli oncologi, i Mmg e i farmacisti per gestire e trasferire sul territorio la cura di questi aspetti può portare ad un concreto miglio- ramento della qualità di vita dei malati e dei loro familiari.

I problemi della lungosopravvivenza e della cronicizzazione della “malattia cancro”

possono essere affrontati con collaborazioni multidisciplinari e con una stretta alleanza di tutti gli attori coinvolti, in primis i Mmg. La proposta è contenuta nel progetto nazionale

“I nuovi bisogni del paziente oncologico e la sua qualità di vita”

Gestione integrata del paziente oncologico

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