• Non ci sono risultati.

Stato delle acque sotterranee in Regione Lombardia. Rapporto triennale 2014-2016 - SNPA - Sistema nazionale protezione ambiente

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Stato delle acque sotterranee in Regione Lombardia. Rapporto triennale 2014-2016 - SNPA - Sistema nazionale protezione ambiente"

Copied!
50
0
0

Testo completo

(1)

ARPA LOMBARDIA

Centro Regionale Qualità delle Acque Settore Monitoraggi Ambientali

Giugno 2018

Stato delle

ACQUE SOTTERRANEE in Regione Lombardia

Rapporto triennale 2014-2016

Rapporto triennale 2014-2016

(2)

Autori

Silvia Anna Bellinzona

Direttore Settore Monitoraggi Ambientali

Valeria Marchesi

Responsabile UO Risorse Idriche: Programmazione e Coordinamento

Giuseppa Cipriano, Andrea Fazzone

UO Risorse Idriche: Programmazione e Coordinamento

Con il contributo di:

U.O. Monitoraggio Acque - Macroarea 1 (CO, LC, SO, VA)

Cinzia Monti, Cinzia Carugo, Marina Girami, Cristina Zocchia, Giovanni Biccai, Paolo Fogazzi, Marisa Lotta, Romano Mamprin, Sergio Mazza, Franco Riva, Sabrina Gerbino, Elisa Magni, Carla Ravelli

U.O. Monitoraggio Acque - Macroarea 2 (LO, MB, MI, PV)

Alberto Fonte, Anna Paola Gatti, Daniele Palmulli, Giorgio Dragonetti, Antonio Ferrantino, Monica Guerinoni, Giuseppa Lupica Spagnolo, Elisa Magni, Paolo Mancini, Antonio Melfi

U.O. Monitoraggio Acque - Macroarea 3 (BG, CR)

Alessandro Loda, Antonella Castelli, Maurizio Lupi, Amedeo Maffi, Luca Rodolfi, Silvia Tondi, Edoardo Vavassori

U.O. Monitoraggio Acque - Macroarea 4 (BS, MN)

Sergio Resola, Lorenza Galassi, Mario Paterlini, Emma Romano, Gloria Spiritelli, Stefano Tenini, Fabio Torosani

In copertina: Sorgenti di Cortenova, Foppolo, Mondonico e Valmadrera

(3)

SOMMARIO

1. INTRODUZIONE ... 3

2. QUADRO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO ... 4

2.1. Inquadramento idrogeologico ... 4

3. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ... 8

3.1. Obiettivi di qualità ... 10

4. RETE DI MONITORAGGIO ... 11

4.1. Rete di monitoraggio regionale ... 11

4.2. Programma di monitoraggio relativo al triennio 2014-2016... 13

4.3. Frequenze e parametri ... 15

5. STATO QUALITATIVO DELLE ACQUE SOTTERRANEE ... 16

5.1. Stato Chimico relativo al triennio 2014-2016 ... 17

5.2. Stato Chimico relativo all’anno 2016 ... 23

5.3. Approfondimento Pesticidi ... 30

5.4. Approfondimento Nitrati ... 35

5.4.1 Rete Nitrati relativa alle acque sotterranee ... 35

5.4.2 Concentrazioni di Nitrati nell’anno 2016 e confronto con quadriennio 2012-2015 ... 37

6. STATO QUANTITATIVO DELLE ACQUE SOTTERRANEE ... 41

6.1 Sintesi Idrometeorologica ... 42

6.2 Stato quantitativo (periodo 2009-2014) ... 45

7. MONITORAGGIO DELLE SORGENTI ... 48

7.1 Aree carsiche in Lombardia ... 48

7.2 Rete regionale di monitoraggio delle acque di sorgente ... 48

Allegato 1 – Dettaglio Corpi Idrici Sotterranei (GWB)

Allegato 2 – Elenco dei punti appartenenti alla rete di monitoraggio qualitativo (anno 2016) Allegato 3 – Elenco dei punti appartenenti alla rete di monitoraggio quantitativo (anno 2016)

(4)

1. INTRODUZIONE

ARPA Lombardia effettua il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee in maniera sistematica sull’intero territorio regionale dal 2001, secondo la normativa vigente. A partire dal 2009 il monitoraggio è stato gradualmente adeguato ai criteri stabiliti a seguito del recepimento della Direttiva 2000/60/CE, in particolare svolgendo le seguenti azioni:

- programmazione e gestione del monitoraggio quali-quantitativo dei corpi idrici, secondo le scadenze previste negli strumenti di pianificazione e mediante la Rete regionale di monitoraggio;

- effettuazione di sopralluoghi, misure e campionamenti;

- esecuzione di analisi degli elementi chimico-fisici e chimici e degli elementi biologici;

- archiviazione ed elaborazione dei dati derivanti dal monitoraggio;

- proposta alla Regione di classificazione dello stato dei corpi idrici;

- trasferimento dei dati di monitoraggio sui sistemi informativi ambientali nazionali ed europei.

ARPA Lombardia svolge inoltre altre attività inerenti le acque superficiali e sotterranee, tra cui:

- supporto tecnico-scientifico a Regione Lombardia per le attività di pianificazione e programmazione;

- pianificazione e realizzazione di monitoraggi d’indagine e di progetti relativi a problematiche o specificità territoriali;

- supporto specialistico alla gestione delle emergenze e degli esposti relativi a eventi di contaminazione delle acque;

- verifiche ed espressione di pareri nell’ambito di Piani di Monitoraggio Ambientale delle Grandi Opere e di VIA e VAS.

Il presente documento, oltre a fornire un quadro sintetico sia territoriale che normativo, descrive lo stato di qualità delle acque sotterranee della Regione Lombardia a conclusione del monitoraggio svolto nel triennio 2014-2016.

(5)

2. QUADRO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO

2.1. Inquadramento idrogeologico

La struttura idrogeologica del territorio lombardo è caratterizzata, per quanto riguarda le aree montane, dalla concentrazione delle risorse nelle aree carbonatiche (Monte Orsa-Campo dei Fiori per il territorio di Varese, Triangolo Lariano e gruppo delle Grigne per i territori di Como e Lecco, Prealpi bergamasche e bresciane), con sorgenti anche importanti.

Nelle aree con rocce cristalline, che formano l’ossatura dell’arco alpino, le risorse idriche risultano di minore interesse e sono costituite da numerose sorgenti di limitate portate.

La zona di pianura, invece, comprende una delle maggiori riserve idriche europee. Lo spessore dei terreni acquiferi è infatti notevole, in quanto fino a circa 200 m dal piano-campagna risulta possibile rinvenire acquiferi sfruttabili.

Nella media e bassa pianura, le acque delle falde profonde sono per lunghi tratti separate da quelle superficiali. Per questo motivo, le falde profonde presentano alcune caratteristiche naturali particolari, quali la presenza di ammoniaca, ferro e manganese, e talora di acido solfidrico e arsenico, le cui concentrazioni vengono via via accentuandosi con la profondità che determinano fenomeni di degrado qualitativo naturale delle acque profonde.

In prossimità del fiume Po, dove si registra una riduzione dello spessore e della continuità dei livelli argillosi, tale strato di degrado si attenua in modo consistente.

Le principali variazioni litologiche sono contraddistinte dalla progressiva prevalenza di terreni limoso-argillosi, che si verifica sia con l’aumento della profondità sia procedendo da nord verso sud.

Entro i primi 100 metri di profondità si trovano gli acquiferi di maggiore potenzialità, sede di falde libere che traggono alimentazione per lo più dall’infiltrazione superficiale delle acque meteoriche e irrigue. Più in profondità si hanno ulteriori acquiferi sabbiosi o più raramente sabbioso-ghiaiosi con falde confinate, intercalati a prevalenti limi e argille, che traggono la loro alimentazione dalle aree poste più a nord e dallo scambio con gli acquiferi soprastanti, laddove i setti argillosi di separazione sono discontinui.

In questo contesto, e ai sensi del D.Lgs. 16 marzo 2009, n.30 Allegato 1, risulta necessario definire ed identificare i corpi idrici sotterranei che rappresentano “un volume distinto di acque sotterranee contenuto da uno o più acquiferi”.

A livello regionale, nell’anno 2014, sono stati svolti approfondimenti specialistici che hanno portato all’individuazione e revisione dei corpi idrici sotterranei. Per i dettagli si rimanda all’Elaborato 2

“Caratterizzazione, monitoraggio e classificazione dei corpi idrici sotterranei” del PTUA (Programma di Tutela e Uso delle Acque approvato con DGR n.6990 del 31/07/2017).

La procedura di identificazione dei corpi idrici sotterranei ha previsto un approccio “gerarchico”, partendo dall’identificazione dei Complessi Idrogeologici e, attraverso ulteriori suddivisioni, ha portato ad identificare i sub-complessi idrogeologici e le tipologie di acquiferi, per poi individuare gli acquiferi sulla base di considerazioni di natura idrogeologica ed in particolare sulla base dei flussi significativi e dei quantitativi significativi.

(6)

Figura 1 – Corpi idrici sotterranei: individuazione dei complessi idrogeologici (carta elaborata e pubblicata da Regione Lombardia).

(7)

Figura 2 - Corpi idrici sotterranei: individuazione dei subcomplessi idrogeologici (carta elaborata e pubblicata da Regione Lombardia).

Il flusso è considerato significativo quando una sua interruzione causa una diminuzione significativa nella qualità ecologica di un corpo idrico superficiale o di un ecosistema terrestre direttamente dipendente.

Dal punto di vista della quantità significativa si considera un volume prelevabile pari a 10 m3/giorno (corrispondente ad una portata media di 0,11 l/s), ovvero un flusso di acqua sotterranea prelevabile sufficiente per 50 persone (Articolo 1, Comma 1 e Allegato 1 D.Lgs.30/2009.). Pertanto gli acquiferi di limitata entità o caratterizzati da condizioni locali di circolazione delle acque (acquiferi superficiali, orizzonti di circolazione locale) non sono considerati rilevanti e quindi esclusi dalla valutazione di stato.

Infine, la delimitazione dei corpi idrici (di seguito CI) è stata effettuata utilizzando due principali criteri:

• presenza di confini idrogeologici, come ad esempio presenza di corsi d’acqua;

• differenze nello stato di qualità ambientale.

Sono stati individuati:

• 4 complessi idrogeologici;

• 12 subcomplessi idrogeologici;

• 20 CI individuati nella zona di pianura e precisamente:

o 13 CI nell’Idrostruttura Sotterranea Superficiale di pianura;

o 6 CI nell’Idrostruttura Sotterranea Intermedia di pianura;

o 1 CI nell’Idrostruttura Sotterranea Profonda di pianura;

(8)

• 10 CI individuati in 8 diversi fondovalle, di cui 5 individuati già in precedenza (Valtellina, Val Chiavenna, Val Camonica, Val Trompia e val Sabbia) e 3 di nuova identificazione (Val Brembana, Val Seriana e Val Cavallina).

(9)

3. QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

La normativa sulla tutela delle acque superficiali e sotterranee trova il suo principale riferimento nella Direttiva 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, che istituisce un quadro per l'azione comunitaria in materia di acque.

La Direttiva 2000/60/CE rafforza inoltre la consapevolezza che le acque sotterranee sono una riserva strategica difficilmente rinnovabile e risanabile.

Con l’entrata in vigore della Direttiva 2000/60/CE (di seguito DQA) e della Direttiva 2006/118/CE (di seguito DQAS), riguardante la protezione quantitativa e qualitativa delle acque sotterranee, è stato delineato l’approccio da seguire per la caratterizzazione dei corpi dirci sotterranei. La DQAS istituisce misure specifiche per prevenire l’inquinamento e il deterioramento quantitativo delle acque sotterranee e ha come obiettivo quello del raggiungimento del buono stato sia chimico sia quantitativo dei corpi idrici sotterranei.

In Italia la DQA è stata recepita con il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale". La DQAS è stata recepita con il Decreto Legislativo 30/2009 “Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento” che fornisce i criteri tecnici per l’individuazione dei corpi idrici sotterranei, la loro classificazione ed il rispettivo monitoraggio.

Inoltre il Decreto Ministeriale n. 260/2010 ha previsto, per le acque sotterranee, una fase conoscitiva in cui si deve ricostruire il “modello idrogeologico” del corpo idrico, con “particolare riferimento ai rapporti di eventuale intercomunicazione tra i diversi acquiferi e tra le acque superficiali e le acque sotterranee”. Anche in questo caso l’elemento più innovativo introdotto nel sistema di monitoraggio e classificazione è rappresentato dal concetto di corpo idrico, inteso come

“un volume distinto di acque sotterranee contenute da una o più falde acquifere”.

Il D.Lgs.30/2009 ha subito modifiche e integrazioni attraverso il Decreto Ministeriale 6 luglio 2016

“Recepimento della direttiva 2014/80/UE della Commissione del 20 giugno 2014 che modifica l’Allegato II della direttiva 2006/118/CE del Parlamento europeo e del Consiglio sulla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”.

La Regione Lombardia, con l'approvazione della Legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26, ha indicato il Piano di Tutela della Acque (PTA) come strumento per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici, attraverso un approccio che integra gli aspetti qualitativi e quantitativi, ambientali e socio-economici.

Il Piano è formato da:

− Atto di Indirizzo, approvato dal Consiglio regionale il 10 dicembre 2015 con deliberazione n.

929, che contiene gli indirizzi strategici regionali in tema di pianificazione delle risorse idriche;

− Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) che costituisce, di fatto, il documento di pianificazione e programmazione delle misure necessarie al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale.

Con Delibera n. 6990 del 31 luglio 2017 è stato approvato dalla Giunta regionale il PTUA 2017 che costituisce la revisione del precedente PTUA 2006 approvato con Deliberazione n. 2244 del 29 marzo 2006.

http://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/istituzione/x- legislatura/direzione-generale-ambiente-energia-e-sviluppo-sostenibile/piano-acque

(10)

In attuazione della Direttiva 2000/60/CE, l’Autorità di Bacino del fiume Po ha adottato il Piano di Gestione per il Distretto idrografico del fiume Po – PdGPo (Deliberazione n. 1 del 24 febbraio 2010).

Successivamente è stato pubblicato il DPCM 27 ottobre 2016 che approva il Riesame e aggiornamento al 2015 del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po.

Il Piano di Gestione è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono programmate le misure finalizzate a garantire la corretta utilizzazione delle acque e il perseguimento degli scopi e degli obiettivi ambientali stabiliti dalla Direttiva 2000/60/CE.

Nel 2017 inoltre Regione Lombardia, a seguito dei lavori svolti da uno specifico Tavolo Tecnico, ha disciplinato attraverso la DDUO n.5590 del 16/05/2017 e la DGR 6773 del 22/06/2017, l’inquinamento diffuso da solventi clorurati (tetracloroetilene, tricloroetilene e triclorometano) nelle acque sotterranee dell’Area Vasta comprendente i Comuni di Brugherio, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Milano, Monza, Nova Milanese e Sesto San Giovanni.

Con DGR 6737 del 19/06/2017 Regione Lombardia ha infine approvato le misure di risanamento e la disciplina dell’inquinamento diffuso per l’Area Vasta.

Tra le misure indicate nella DGR, è inclusa una specifica attività di monitoraggio dell’inquinamento diffuso da parte di ARPA.

In tema di acque sotterranee sono inoltre da ricordare tre importanti Linee guida prodotte dal Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell'Ambiente (SNPA).

− Documento n.155/2017 “Linee guida recanti la procedura da seguire per il calcolo dei valori di fondo per i copri idrici sotterranei (DM 6 luglio 2016)”. In questo documento le modalità proposte per la determinazione dei valori di fondo sono articolate in funzione della dimensione spaziale e temporale del data set a disposizione. Sono inoltre riportati i criteri per l’attribuzione del livello di affidabilità (alto, medio, basso, molto basso) della determinazione ottenuta, in funzione della quantità di dati disponibili e, più in generale, del livello conoscitivo del corpo idrico sotterraneo esaminato.

− Documento n.157/2017 “Criteri tecnici per l’analisi dello stato quantitativo e il monitoraggio dei corpi idrici sotterranei”, redatta sulla base dei principi fissati dalla DQA e DQAS, secondo cui lo stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei dipende sia dalla effettiva disponibilità di risorsa idrica sia dallo stato ecologico e chimico dei corpi idrici superficiali ed ecosistemi terrestri che dipendono dalle acque sotterranee. Il documento comprende tre sezioni rispettivamente dedicate alla classificazione dello stato quantitativo, al monitoraggio dei dati e alla raccolta di esempi e applicazioni pratiche. L’ultimo Allegato, in particolare, è dedicato alla interazione tra le acque superficiali e sotterranee, al fine di considerare questi due sistemi come un’unica risorsa.

− Documento n.161/2017 “Linee guida per la valutazione delle tendenze ascendenti e d’inversione degli inquinanti nelle acque sotterranee (DM 6 luglio 2016)”. Relativamente ai corpi sotterranei ritenuti “a rischio”, è proposto l’utilizzo del test non-parametrico di Mann- Kendall per lo studio delle tendenze ascendenti di una serie temporale, quindi attraverso il metodo di Sen è stimato il valore della tendenza (coefficiente angolare) utile a determinare la significatività ambientale di tale trend. Per la verifica dell’esistenza di un punto di inversione all’interno della serie temporale è proposto il test di Pettitt. Una volta adottata questa procedura alle singole stazioni di campionamento, sono indicati i criteri per attribuire lo status di tendenza significativa e duratura all’aumento, oppure lo status di inversione di tendenza, all’intero corpo idrico. Da ultimo è proposta una procedura semplificata da adottare per i corpi

(11)

3.1. Obiettivi di qualità

Le norme di riferimento (D.Lgs.152/2062 e D.Lgs.30/2009) prevedono il conseguimento di obiettivi minimi di qualità ambientale per i corpi idrici.

Al fine del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, per la matrice acque sotterranee vengono definite specifiche misure al fine di prevenire e controllare l’inquinamento e il depauperamento delle acque sotterranee, quali:

- criteri per l’identificazione e la caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei;

- standard di qualità per alcuni parametri e valori soglia per altri parametri necessari alla valutazione del buono Stato Chimico delle acque sotterranee;

- criteri per individuare e per invertire le tendenze significative e durature all’aumento dell’inquinamento e per determinare i punti di partenza per dette inversioni di tendenza;

- criteri per la classificazione dello stato quantitativo;

- modalità per la definizione dei programmi di monitoraggio quali-quantitativo.

La normativa prevede inoltre la possibilità di differimento dei termini per il conseguimento degli obiettivi – proroga al 2021 o al 2027 – a condizione che non si verifichi un ulteriore deterioramento e che nel Piano di Gestione siano fornite adeguate motivazioni e l’elenco dettagliato delle misure previste.

Vi è inoltre la possibilità di fissare obiettivi ambientali meno rigorosi – deroga – nei casi in cui, a causa delle ripercussioni dell’impatto antropico o delle condizioni naturali non sia possibile o sia esageratamente oneroso il loro raggiungimento.

(12)

4. RETE DI MONITORAGGIO

4.1. Rete di monitoraggio regionale

Le acque sotterranee e sorgentizie rappresentano per la Lombardia un’importante risorsa che storicamente soddisfa l’ampio fabbisogno potabile, industriale, irriguo e, più di recente, l’uso per raffrescamento.

A causa dell’ampia urbanizzazione del territorio, dell’industrializzazione e della diffusione delle attività agro-zootecniche, le risorse idriche in Lombardia necessitano di costante monitoraggio e interventi di tutela. I corpi idrici sotterranei possono essere soggetti ad impoverimento quantitativo, nei casi di prelievi eccessivi, e a degrado qualitativo derivante dalla presenza di sorgenti di contaminazione puntuali o diffuse.

Per tale ragione, tra gli scopi del monitoraggio ambientale di ARPA Lombardia, un ruolo determinante è quello relativo al monitoraggio e alla valutazione dello Stato dell’Ambiente dei corpi idrici sotterranei che viene perseguito attraverso una rete di monitoraggio regionale per le acque sotterranee che per l’anno 2016 è risultata composta da 495 punti di monitoraggio qualitativo e 415 punti di monitoraggio quantitativo.

La rete attuale è frutto di una importante attività svolta nell’anno 2014, all’interno delle attività di aggiornamento per il PdG 2015 ed il PTUA 2017, connessa ad esigenze di ulteriori approfondimenti tematici e sui sistemi acquiferi. L’aggiornamento della rete di monitoraggio ha portato ad un incremento pari al 9% dei punti relativi alla falda superficiale e ad un incremento di punti in porzioni di territorio regionale non sufficientemente monitorate attraverso la precedente rete.

L’aggiornamento ha riguardato anche la revisione delle frequenze di monitoraggio e l’ampliamento dei profili analitici.

Complessivamente a livello regionale vengono quindi sottoposti a monitoraggio tutti i corpi idrici sotterranei individuati.

(13)

Figura 3 - Rete regionale di monitoraggio qualitativo delle acque sotterranee.

Figura 4 - Rete regionale di monitoraggio quantitativo delle acque sotterranee.

(14)

4.2. Programma di monitoraggio relativo al triennio 2014-2016

L’obiettivo del monitoraggio è quello di stabilire un quadro generale dello Stato Chimico e quantitativo delle acque sotterranee e permettere la classificazione dei corpi idrici sotterranei.

Il D.Lgs.30/2009 prevede una rete per il monitoraggio chimico e una rete per il monitoraggio quantitativo al fine di integrare e validare la caratterizzazione e la definizione del rischio di non raggiungimento dell’obiettivo di buono Stato Chimico e quantitativo.

La rete per il monitoraggio chimico si articola in:

• rete di monitoraggio di Sorveglianza finalizzata ad integrare e validare la caratterizzazione e la identificazione del rischio di non raggiungere l’obiettivo di buono Stato Chimico, oltre a fornire informazioni utili a valutare le tendenze a lungo termine delle condizioni naturali e delle concentrazioni di inquinanti derivanti dall’attività antropica, in concomitanza con l’analisi delle pressioni e degli impatti;

• rete di monitoraggio Operativo finalizzata a stabilire lo stato di qualità di tutti i corpi idrici definiti a rischio di non raggiungere l’obiettivo di buono Stato Chimico e stabilire la presenza di significative e durature tendenze ascendenti nella concentrazione degli inquinanti.

La definizione delle reti di monitoraggio di sorveglianza e operativo determina l’attribuzione ai corpi idrici che ne fanno parte di specifici programmi di monitoraggio che si differenziano per durata, componenti monitorate e frequenze seguite. In particolare:

• Monitoraggio di Sorveglianza: è da condurre durante ciascun ciclo di gestione del bacino idrografico (previsto ogni 6 anni), che va effettuato nei corpi idrici o gruppi di corpi idrici sia a rischio che non a rischio. Questo tipo di monitoraggio è inoltre utile per definire le concentrazioni di fondo naturale e le caratteristiche del corpo idrico.

• Monitoraggio Operativo: è richiesto solo per i corpi idrici a rischio di non raggiungere gli obiettivi di qualità e deve essere eseguito tutti gli anni nei periodi intermedi tra due monitoraggi di sorveglianza a una frequenza sufficiente a rilevare gli impatti delle pressioni e, comunque, almeno una volta l’anno. Deve essere finalizzato principalmente a valutare i rischi specifici che determinano il non raggiungimento degli obiettivi di qualità.

Nel caso del monitoraggio di Sorveglianza, su tutti i punti dei corpi idrici sotterranei si prevede la determinazione dei parametri di tutte le categorie di sostanze con almeno due campionamenti nell’anno di monitoraggio (una campagna primaverile e una campagna autunnale), che possono essere incrementati in funzione della tipologia di acquifero, della vulnerabilità e delle pressioni antropiche.

Per quanto riguarda il monitoraggio Operativo, su tutti i punti dei corpi idrici sotterranei sottoposti a questo tipo di monitoraggio, si prevede la determinazione dei parametri di base (che comprendono anche i nitrati), mentre i parametri delle altre categorie vengono selezionati sulla base di un criterio di sito-specificità, secondo modalità che tengono conto della presenza delle pressioni gravanti sul territorio e considerando sia i risultati pregressi che quelli del primo ciclo di monitoraggio.

Relativamente ai corpi idrici sotterranei, l’analisi delle pressioni è stata svolta solo per i corpi idrici appartenenti alle idrostrutture più superficiali, in quanto sono quelli per cui la relazione causa–

effetto tra presenza di fattore di pressione e impatto è più significativa.

Alcune tipologie di pressioni sono riscontrabili, con diverso grado di intensità, in gran parte del territorio regionale mentre altre sono tipicamente localizzate in aree specifiche o possono risultare presenti solo in taluni corpi idrici o nei relativi bacini drenanti. Il livello di informazione disponibile per ciascuna singola pressione può non essere omogeneo per tutta la regione.

(15)

Sulla base delle indicazioni fornite dal D.Lgs.30/2009 e delle risultanze relative ciclo di monitoraggio sessennale precedente, al termine del quale vengono aggiornate le valutazioni sullo stato dei corpi idrici sotterranei, è stato definito il programma di monitoraggio per i corpi idrici sotterranei della Lombardia in riferimento al sessennio 2014-2019.

Sono stati individuati cicli alternati di monitoraggio di Sorveglianza e Operativo differenziati in termini di frequenza (annuale, semestrale, quadrimestrale) e di profili analitici in relazione alla tipologia di corpo idrico sotterraneo (in acquifero superficiale di alta, media e bassa pianura, in acquifero di fondovalle, in acquifero intermedio di media e bassa pianura e, in acquifero profondo di alta e media pianura).

Tabella 1 - Frequenza di monitoraggio chimico per anno in funzione della tipologia di acquifero.

Legenda: Sv=monitoraggio di Sorveglianza; Op=monitoraggio Operativo; B=profilo analitico di base; A= parametri addizionali;

SR= sottogruppi indicativi di rischio; P=presenze – superamenti analitici riscontrati.

Il programma può subire modifiche laddove si rilevino superamenti dei valori soglia per specifiche sostanze; in queste situazioni la frequenza sopra-descritta viene incrementata per la specifica sostanza. Si ritiene inoltre opportuna la determinazione analitica di alcune sostanze non previste ai sensi del D.Lgs.30/2009 (es. Ferro e Manganese) al fine di ottenere una più completa definizione della qualità delle acque.

Infine, il profilo di monitoraggio completo viene applicato (per il primo anno di monitoraggio) a tutte le stazioni di nuova introduzione nella rete, al fine di avere un primo screening completo.

In riferimento al monitoraggio quantitativo il parametro oggetto del monitoraggio è la Soggiacenza della falda, misurata in situ come livello statico dell’acqua (espresso in metri) e dal quale (attraverso la quota assoluta sul livello del mare del piano campagna o del piano locale appositamente quotato) viene ricavata la quota piezometrica.

Attraverso tali misure, acquisite con frequenza variabile sulla base della profondità dei pozzi/piezometri appartenenti alla rete, è possibile ricostruire i trend piezometrici.

Queste valutazioni, al fine di restituire un robusto giudizio di stato quantitativo, devono essere integrate con gli altri elementi del bilancio idrico, in particolare con la ricarica ed i prelievi.

CORPO IDRICO Anno 2014 Anno 2015 Anno 2016 Anno 2017 Anno 2018 Anno 2019

Corpo idrico in Acquifero Superficiale di Alta, Media e Bassa Pianura

Semestrale Sv (B+A+SR)

Quadrimestrale Sv (B+A+SR)

Semestrale Op (B+P)

Semestrale Op (B+P)

Quadrimestrale Sv (B+A+SR)

Semestrale Op (B+P) Corpo idrico in Acquifero di Fondovalle Semestrale Sv

(B+A+SR)

Quadrimestrale Sv (B+A+SR)

Semestrale Op (B+P)

Semestrale Op (B+P)

Quadrimestrale Sv (B+A+SR)

Semestrale Op (B+P) Corpo idrico in Acquifero Intermedio di Media e Bassa

Pianura

Semestrale Sv (B+A+SR)

Semestrale Sv (B+A+P)

Annuale Op (B+P)

Annuale Op (B+P)

Semestrale Sv (B+A+P)

Annuale Op (B+P) Corpo idrico in Acquifero Profondo di Alta e Media

Pianura

Semestrale Sv (B+A+SR)

Semestrale Sv (B+A+P)

Annuale Op (B+P)

Annuale Op (B+P)

Semestrale Sv (B+A+P)

Annuale Op (B+P)

(16)

4.3. Frequenze e parametri

Sulla base di quanto previsto dalla normativa di settore (D.Lgs.30/2009), si definisce lo Stato Chimico delle acque sotterranee (SC) sulla base del monitoraggio delle seguenti categorie di sostanze:

metalli, inquinanti inorganici, policiclici aromatici, alifatici clorurati cancerogeni, alifatici clorurati non cancerogeni, alifatici alogenati cancerogeni, nitrobenzeni, clorobenzeni, Pesticidi, diossine e furani, composti organici aromatici.

Sui punti appartenenti ai corpi idrici sotterranei è prevista la determinazione dei parametri delle categorie sopra-descritte attraverso due o tre campionamenti all’anno (rispettivamente una campagna primaverile ed una campagna autunnale o una campagna primaverile, una tarda estiva ed una autunnale). La variazione di frequenza è relativa alla tipologia di corpo idrico sotterraneo (superficiale, intermedio o profondo) e alla tipologia di monitoraggio (operativo o sorveglianza).

I profili analitici, per ciascun punto (o gruppi di punti) della rete, sono definiti sulla base delle pressioni gravanti sul territorio, della struttura idrogeologica, delle proprietà chimico-fisiche dei contaminanti, dei risultati dei monitoraggi relativi agli anni precedenti e delle tipologie di monitoraggio.

In particolare, per il triennio 2014-2016, si riporta la tabella di sintesi contente, per tipologia di corpo idrico sotterraneo, la rispettiva tipologia di monitoraggio, i parametri ricercati e le frequenze.

PROGRAMMAZIONE TRIENNIO 2014-2016 ANNO TIPOLOGIA GWB TIPOLOGIA

DI MONITORAGGIO PARAMETRI FREQUENZA

2014

SUPERFICIALE SORVEGLIANZA BASE+ADDIZIONALI+SOTTOGRUPPI INDICATIVI DI

RISCHIO 2 VOLTE/ANNO

INTERMEDIO SORVEGLIANZA BASE+ADDIZIONALI+SOTTOGRUPPI INDICATIVI DI

RISCHIO 2 VOLTE/ANNO

PROFONDO SORVEGLIANZA BASE+ADDIZIONALI+SOTTOGRUPPI INDICATIVI DI

RISCHIO 2 VOLTE/ANNO

2015

SUPERFICIALE SORVEGLIANZA BASE+ADDIZIONALI+SOTTOGRUPPI INDICATIVI DI

RISCHIO 3 VOLTE/ANNO

INTERMEDIO SORVEGLIANZA BASE+ADDIZIONALI+PRESENZE 2011-2013 2 VOLTE/ANNO PROFONDO SORVEGLIANZA BASE+ADDIZIONALI+PRESENZE 2011-2013 2 VOLTE/ANNO

2016

SUPERFICIALE OPERATIVO BASE+PRESENZE 2011-2013 2 VOLTE/ANNO

INTERMEDIO OPERATIVO BASE+PRESENZE 2011-2013 1 VOLTA/ANNO

PROFONDO OPERATIVO BASE+PRESENZE 2011-2013 1 VOLTA/ANNO

Tabella 2 - Parametri e frequenza di monitoraggio chimico per anno in funzione della tipologia di corpo idrico.

Il monitoraggio quantitativo avviene attraverso la misura periodica della soggiacenza della falda (profondità della superficie della falda rispetto al piano campagna). Inoltre, un sottoinsieme di punti della rete di monitoraggio quantitativo (n.76 punti) è dotato di sonde per il monitoraggio in continuo della falda.

(17)

5. STATO QUALITATIVO DELLE ACQUE SOTTERRANEE

La qualità delle acque sotterranee può essere influenzata sia dalla presenza di sostanze inquinanti attribuibili principalmente ad attività antropiche (di tipo diffuso o puntuale) che dalla presenza di sostanze di potenziale origine naturale (ad esempio Arsenico, Ferro, Manganese, Ione Ammonio) che possono compromettere gli usi della risorsa idrica.

La qualità dell’acqua prelevata presso i punti di monitoraggio è classificata come buona se tutte le sostanze sono presenti in concentrazioni inferiori agli standard di qualità (SQA) e ai valori soglia (VS) riportati nell’Allegato 3 del D.Lgs.30/2009.

Per l’anno 2016 i principali superamenti sono rappresentati dalle seguenti sostanze:

SOSTANZE CHIMICHE Tetracloroetilene

Triclorometano Ione Ammonio (NH4+)

Arsenico Tricloroetilene

Cromo VI Bentazone

Nitrati

Diclorobenzammide 2,6 Atrazina

Ampa Atrazina-desetil

Terbutilazina

Tabella 3 - Principali superamenti di SQA o VS (anno 2016).

Il Grafico 1 riporta un quadro generale relativo ai superamenti di SQA e VS riscontarti nei 497 punti di monitoraggio della rete ARPA, considerando le sostanze di Tabella 3. Poiché in corrispondenza di alcuni punti di monitoraggio possono essere presenti superamenti relativi a più analiti, la somma dei valori percentuali riportati nel Grafico 1 supera il valore di 100.

Sono risultati in Stato Chimico NON BUONO n.265 punti; la presenza più significativa riguarda i solventi clorurati, in particolare Tetracloroetilene e Triclorometano, con percentuali pari rispettivamente al 39,6% e 34,7%; il Tricloroetilene si riscontra in percentuali inferiori al 10%. Altri riscontri superiori al 10% riguardano Ione Ammonio e Arsenico (rispettivamente pari al 29,4% e al 17,7%). Seguono Cromo VI e Nitrati con percentuali rispettivamente pari a 8,3% e 4,9% e i prodotti fitosanitari.

(18)

Grafico 1 - Valori percentuali relativi ai superamenti di SQA o VS per le principali sostanze chimiche (anno 2016).

5.1. Stato Chimico relativo al triennio 2014-2016

La valutazione dello Stato Chimico è stata effettuata sia per i singoli punti di monitoraggio che per i corpi idrici (così come individuati dal PTUA 2017).

Per estendere la valutazione puntuale alla valutazione per corpo idrico è stato adottato il criterio basato sul calcolo della percentuale di punti ricadenti in stato BUONO/NON BUONO appartenenti al corpo idrico; in particolare è stato:

• attribuito al corpo idrico lo stato BUONO quando lo standard di qualità delle acque sotterranee o il valore soglia è superato in uno o più siti di monitoraggio, che comunque rappresentano non oltre il 20% del numero complessivo dei punti descriventi il CI, per una o più sostanze;

• attribuito al corpo idrico lo stato NON BUONO negli altri casi (superamento del 20% del numero complessivo di punti, per una o più sostanze).

La suddetta procedura è stata applicata per i singoli anni di monitoraggio (2014, 2015, 2016) per i punti della rete, in riferimento agli standard di qualità ambientale (SQA) ed ai valori soglia (VS) indicati rispettivamente dalle Tabelle 2 e 3 della parte A dell’Allegato 3 del D.Lgs.30/2009.

(19)

Grafico 2 - Classificazione Stato Chimico puntuale anni 2014-2015-2016.

Sull’asse delle ascisse è riportato il valore percentuale; sulle singole barre è riportato il numero di punti di monitoraggio.

Nel Grafico 2 è riportato il quadro dello Stato Chimico puntuale per i singoli anni del triennio di monitoraggio 2014-2016 per territorio provinciale.

La situazione è in generale stazionaria, pur essendo possibile osservare minime variazioni tra i singoli anni. Si precisa che la presente elaborazione non tiene conto della presenza di sostanze di probabile origine naturale, che caratterizza alcuni territori (ad esempio il cremonese ed il mantovano), portando quindi ad aumentare il numero di punti in stato NON BUONO.

(20)

I diagrammi contenuti nel Grafico 3 riportano la distribuzione percentuale dei superamenti delle sostanze riportate in Tabella 3 a scala provinciale.

I diagrammi considerano pertanto la sola quota di punti che per ciascuna provincia ha mostrato superamenti.

A titolo d’esempio nel territorio della provincia di Bergamo nel 2016, rispetto ad un totale di 39 punti, 20 sono classificati in stato NON BUONO (e 19 in stato BUONO). Il diagramma relativo al territorio di Bergamo riporta pertanto la distribuzione percentuale dei superamenti dei principali analiti nei soli 20 punti di cui sopra.

In generale, si può notare come nei territori di Bergamo, Brescia, Como, Milano, Monza e Brianza e Varese risulti significativa la presenza di solventi clorurati, connessi dall’elevato grado di industrializzazione dei territori. Nei territori di Cremona, Mantova (e di Lodi, anche se in misura meno significativa) prevalgono superamenti delle sostanze di probabile origine naturale (Arsenico, Ione Ammonio). Nel territorio pavese risulta significativa la presenza di Bentazone.

Non si riporta il diagramma relativo al territorio della provincia di Sondrio in quanto il digramma risulterebbe poco significativo essendo stato riscontrato il superamento in un solo punto per il parametro Arsenico.

(21)

Grafico 3 - Distribuzione percentuale dei superamenti dei principali analiti a livello Provinciale - Anno 2016.

(22)

Per le valutazioni areali relative ai corpi idrici, nei casi di presenza di giudizi di stato variabili nei tre anni d’interesse, è stato considerato lo “stato prevalente” (ad esempio nel caso di giudizio BUONO nel 2014, NON BUONO nel 2015 e NON BUONO nel 2016, è stato attribuito giudizio NON BUONO sul triennio).

Inoltre, per la definizione dello Stato Chimico, nelle elaborazioni e nelle carte che seguono, è stata considerata la presenza di sostanze di “potenziale origine naturale” (Arsenico e Ione Ammonio), in analogia a quanto presente nel PTUA 2017 per il triennio 2012-2014.

Figura 5 - Corpi idrici sotterranei – Idrostruttura Sotterranea Superficiale e Fondovalle: Stato Chimico 2014-2016.

(23)

Figura 6 - Corpi idrici sotterranei – Idrostruttura Sotterranea Intermedia: Stato Chimico 2014-2016.

Figura 7 - Corpi idrici sotterranei – Idrostruttura Sotterranea Profonda: Stato Chimico 2014-2016.

(24)

5.2. Stato Chimico relativo all’anno 2016

Nell'anno 2016 il monitoraggio qualitativo ha riguardato 497 punti.

Lo Stato Chimico delle acque sotterranee (SC) è risultato BUONO per 232 punti di monitoraggio (47%) e NON BUONO per 265 punti di monitoraggio (53%).

Si conferma in linea generale la situazione dell’anno 2015, con una leggera tendenza al miglioramento (nell’anno 2015: stato BUONO 44% punti di monitoraggio, stato NON BUONO 56%

punti di monitoraggio).

Grafico 4 - Stato Chimico puntuale – anno 2016.

Sull’asse delle ordinate è riportata la percentuale. Sulle singole barre è riportato il numero di punti di monitoraggio.

In generale si assiste ad una condizione di stazionarietà.

L'area che presenta il maggior numero di criticità è rappresentata dall'area Milanese e Monzese aventi rispettivamente il 74% e il 95% dei punti in stato qualitativo NON BUONO, a causa principalmente della presenza di soventi clorurati.

Per le province di Cremona e Mantova i superamenti sono prevalentemente dovuti alle sostanze di probabile origine naturale (Arsenico e Ione Ammonio).

(25)

Figura 8 - Classificazione Stato Chimico puntuale – anno 2016.

Di seguito sono riportate, per territorio provinciale, le categorie di sostanze che hanno registrato un superamento degli SQA o dei VS almeno una volta nell’anno 2016.

Le categorie maggiormente riscontrate sono i parametri Alifatici Clorurati Cancerogeni, in particolare con Tetracloroetilene, Tricloroetilene e Triclorometano, presenti in particolare nelle province di Monza e Brianza, Milano e Varese. Altre categorie significative sono rappresentate dagli Inquinanti Inorganici e dai Metalli, in alcuni casi riconducibili ad una condizione di probabile origine naturale (aree di bassa pianura).

(26)

Grafico 5 - Distribuzione dei superamenti di SQA o VS (anno 2016) per categorie di sostanze e territori provinciali.

Per le valutazioni areali relative ai corpi idrici, si ricorda che, ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs.30/2009 comma c., “Un corpo idrico è considerato in buono Stato Chimico quando lo standard di qualità delle acque sotterranee o il valore soglia è superato in uno o più siti di monitoraggio, che comunque rappresentino non oltre il 20% dell’area totale o del volume del corpo idrico, per una o più sostanze…”.

È stato pertanto necessario effettuare la spazializzazione dei singoli dati puntuali mediante elaborazioni geostatistiche per pervenire ad un giudizio di Stato Chimico relativo all’intero corpo idrico.

Relativamente alla Idrostruttura Sotterranea Superficiale, n.9 corpi idrici risultano in Stato Chimico NON BUONO, n.4 in stato BUONO per presenza di sostanze di "presunta origine naturale" (Arsenico e Ione Ammonio).

Relativamente alla Idrostruttura Sotterranea Intermedia, n. 2 corpi idrici sotterranei risultano in Stato Chimico NON BUONO, n.4 in stato BUONO per presenza di sostanze di "presunta origine naturale" (Arsenico e Ione Ammonio).

Relativamente alla Idrostruttura Sotterranea Profonda, il corpo idrico risulta in Stato Chimico NON BUONO.

Infine, relativamente ai corpi idrici sotterranei di Fondovalle, n. 2 risultano in Stato Chimico NON BUONO, n. 4 risultano in Stato Chimico BUONO, n. 1 risulta in Stato Chimico BUONO per presenza di sostanze di "presunta origine naturale" (Arsenico e Ione Ammonio) e n.3 corpi idrici sotterranei non risultano ad oggi valutabili.

(27)

Figura 9 - Stato Chimico dei corpi idrici appartenenti alla Idrostruttura Sotterranea Superficiale (ISS) e Acquiferi di Fondovalle – anno 2016.

(28)

Figura 10 - Stato Chimico dei corpi idrici appartenenti alla Idrostruttura Sotterranea Intermedia (ISI) – anno 2016.

(29)

Nei successivi paragrafi sono riportati approfondimenti specifici relativi ai Pesticidi e ai Nitrati.

Nelle due carte che seguono è invece riportato uno zoom sui due principali solventi clorurati maggiormente presenti nelle acque sotterranee del territorio lombardo: Tetracloroetilene e Tricloroetilene, sostanze particolarmente usate – soprattutto in passato – nei cicli produttivi.

Le carte riportano in colore verde i valori inferiori all’LOQ. Per LOQ (Limit Of Detection) si intende il valore identificativo del limite di quantificazione o rilevabilità; l’LOQ rappresenta il valore minimo di misura strumentale.

In colore arancio sono rappresentati i punti della rete aventi concentrazioni superiori all’LOQ (valori quantificati), ma comunque inferiori agli SQA.

Infine in colore rosso sono riportati i punti aventi concentrazioni superiori agli SQA. Come già evidenziato, le aree più critiche sono costituite dai territori delle province di Milano e di Monza e Brianza e da una parte dei territori di Varese, Bergamo e Brescia (a vocazione industriale).

Il DM 6 luglio 2016 ha abrogato i precedenti VS rispettivamente pari a 1,5 µg/l e 1,1, µg/l per Tetracloroetilene e Tricloroetilene, adottando un VS unico per la somma dei due parametri pari a 10 µg/l.

Inoltre, come riportato nel paragrafo “Quadro normativo di riferimento”, nel 2017 Regione Lombardia ha disciplinato attraverso la DDUO n.5590 del 16/05/2017 e la DGR 6773 del 22/06/2017, l’inquinamento diffuso da solventi clorurati (tetracloroetilene, tricloroetilene e triclorometano) nelle acque sotterranee dell’Area Vasta comprendente i Comuni di Brugherio, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Milano, Monza, Nova Milanese e Sesto San Giovanni. Con DGR 6737 del 19/06/2017 Regione Lombardia ha infine approvato le misure di risanamento e la disciplina dell’inquinamento diffuso per l’Area Vasta.

(30)

Figura 12 - Distribuzione puntuale delle concentrazioni medie di Tetracloroetilene – anno 2016.

(31)

5.3. Approfondimento Pesticidi

Nel 2016 il 9,6% dei punti di monitoraggio in cui sono stati monitorati i Pesticidi sono risultati al di sopra dei limiti di legge (valore SQA medio annuale), almeno per una sostanza.

I parametri che sono stati rilevati con maggior frequenza sono il Bentazone (31 riscontri su 315 analisi) e il Diclorobenzammide2,6 (22 riscontri su 247 analisi), come si evince da Tabella 4.

Nel corso dell’anno 2016 sono stati registrati 118 superamenti puntuali del limite di legge di sostanze appartenenti alla categoria Pesticidi, l’84% di questi superamenti è rappresentato dagli analiti riportati nei due grafici sottostanti (Grafico 6 e 7).

Il primo grafico rappresenta la distribuzione in percentuale dei superamenti del limite di legge, mentre il secondo rappresenta, per ogni analita considerato, la percentuale di superamenti del limite di legge rispetto al totale delle analisi per le quali tale analita è stato ricercato, come da tabella sottostante (Tabella 4).

Nelle carte a seguire è raffigurata la distribuzione dei principali Pesticidi sul territorio lombardo, considerando la loro concentrazione media nel corso dell’anno 2016.

Prodotti come il Bentazone, utilizzato prevalentemente come erbicida selettivo sul riso, hanno un’areale di distribuzione ben definito, in forte relazione con il loro utilizzo principale (zona risicola in provincia di Pavia). Diclorobenzammide 2,6, essendo prodotto di degradazione del Diclobenil, un’erbicida che è stato utilizzato principalmente nel diserbo non agricolo, ha un’areale di distribuzione concentrato prevalentemente in aree urbane o sub-urbane (hinterland Milanese, territorio di Monza e Brianza).

La Terbutilazina, e il suo metabolita principale, D-Terbutilazina, hanno una distribuzione più estesa, essendo principalmente utilizzati come erbicidi su mais, coltura più ampiamente diffusa e uniformemente distribuita sul territorio lombardo.

ANALITA Superamenti Limite di

Legge (numero)

Analisi Effettuate

(numero) % Superamenti

Bentazone 31 315 9,84

Diclorobenzammide 2,6 22 247 8,91

Atrazina 11 295 3,73

Atrazina-desetil 10 297 3,37

AMPA 8 293 2,73

Terbutilazina desetil 8 295 2,71

Molinate 5 295 1,69

Metolachlor 4 295 1,36

Atrazina-desisopropil 3 297 1,01

Beta-Esaclorocicloesano 3 295 1,02

Glifosate 3 293 1,02

Terbutilazina 3 295 1,02

Bromacil 2 247 0,81

Quinclorac 2 192 1,04

Simazina 2 295 0,68

Esaclorobenzene 1 280 0,36

Tabella 4 - Pesticidi che hanno riscontrato almeno un superamento del limite di legge nel corso dell’anno 2016.

(32)

Grafico 6 - Percentuali di distribuzione dei superamenti dei limiti di legge dei principali Pesticidi.

Grafico 7 - Percentuali dei superamenti dei limiti di legge dei principali Pesticidi rispetto alle analisi effettuate.

4% 5%

8%

8%

10%

26% 11%

28%

Pesticidi - Percentuale di distribuzione dei superamenti del limite di legge nell'anno 2016

Metolachlor Molinate Terbutilazina desetil

AMPA Atrazina-desetil Atrazina

Diclorobenzammide 2,6 Bentazone

1,4 1,7

2,7 2,7

3,4 3,7

8,9 9,8

Metolachlor Molinate Terbutilazina desetil AMPA Atrazina-desetil Atrazina Diclorobenzammide 2,6 Bentazone

0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0

%

Pesticidi - Superamenti (rispetto a totale analisi) del limite di legge nell'anno 2016

Metolachlor Molinate Terbutilazina desetil

AMPA Atrazina-desetil Atrazina

Diclorobenzammide 2,6 Bentazone

(33)

Figura 14 - Distribuzione puntuale delle concentrazioni medie di Bentazone – anno 2016.

Figura 15 - Distribuzione puntuale delle concentrazioni medie di Diclorobenzammide2,6 – anno 2016.

(34)

Figura 16 - Distribuzione puntuale delle concentrazioni medie di AMPA – anno 2016.

Figura 17 - Distribuzione puntuale delle concentrazioni medie di Glifosate – anno 2016.

(35)

Figura 18 - Distribuzione puntuale delle concentrazioni medie di Terbutilazina – anno 2016.

Figura 19 - Distribuzione puntuale delle concentrazioni medie di D-Terbutilazina – anno 2016.

(36)

5.4. Approfondimento Nitrati

5.4.1 Rete Nitrati relativa alle acque sotterranee

La Direttiva 91/676/CEE (Direttiva Nitrati) si pone l'obiettivo di ridurre e prevenire l'inquinamento delle acque causato dai nitrati di origine agricola.

Obiettivo prioritario della Direttiva nitrati è che le Regioni individuino nel proprio territorio le zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola e che definiscano programmi di azione, da applicare all'interno di tali aree.

La concentrazione di Nitrati nelle acque sotterranee viene determinata da ARPA Lombardia su tutti i punti di campionamento della rete di monitoraggio regionale dello stato delle acque sotterranee.

Esiste tuttavia una rete di analisi specifica, realizzata al fine di identificare in modo più puntuale e specifico l’inquinamento da Nitrati; tale rete all’anno 2016 risulta composta di 255 stazioni distribuite come da Figura 20.

Figura 20 - Rete Nitrati acque sotterranee – anno 2016. In verde sono indicate le vigenti ZVN (Zone Vulnerabili ai Nitrati).

L'analisi dei dati, nel corso del 2016 (considerando tutti i punti di monitoraggio appartenenti alla rete qualitativa), manifesta una situazione paragonabile a quella dell'anno precedente, evidenziando differenti condizioni di concentrazioni di nitrati per i punti ricadenti all'interno e all'esterno delle vigenti ZVN. Sia l'acquifero più superficiale (ISS) che l'acquifero intermedio (ISI) presentano una simile distribuzione di concentrazioni di nitrati, presentando il maggior numero dei superamenti del limite di attenzione (40 mg/l) e di legge (50 mg/l) all'interno dei confini delle vigenti ZVN. Le concentrazioni medie e massime di nitrati, all'esterno delle ZVN, si attestano su valori al di

(37)

237 punti) supera il limite di legge. Un dettaglio maggiore sulle attribuzioni dei superamenti, in riferimento agli acquiferi di appartenenza all'esterno delle ZVN, mette in evidenza come la quasi totalità sia imputabile a punti di monitoraggio afferenti all'acquifero più superficiale (ISS), in particolare quando si prendono in considerazione i valori massimi oltre il limite d'attenzione (3,8%) e in secondo luogo a punti appartenenti ad acquiferi locali (2,5%).

All'interno delle ZVN la maggior parte dei superamenti interessa punti di monitoraggio relativi alla falda superficiale (ISS) dove il 13,9% supera il valore d'attenzione, e il 8,8% supera il limite di legge e, come per l’anno 2015 una particolare attenzione si deve dedicare agli acquiferi locali che manifestano un'alta percentuale di superamenti del valore d'attenzione (25%) in rapporto all'insieme dei punti monitorati appartenenti a questa tipologia di acquifero (8 punti totali).

ACQUIFERO Numero di punti

MEDI (limite

legge)

MASSIMI (limite

legge)

MEDI (valore d'attenzione)

MASSIMI (valore d'attenzione)

ZnVN ISS 105 1,0% 2,9% 3,8% 3,8%

ZnVN ISI 51 0,0% 0,0% 2,0% 2,0%

ZnVN ISP 14 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

ZnVN Fondovalle 27 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

ZnVN Locale 40 0,0% 0,0% 2,5% 2,5%

ZnVN Nessuna associazione

GWB 2016 0 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

ZVN ISS 137 8,8% 10,9% 13,9% 18,2%

ZVN ISI 84 1,2% 1,2% 3,6% 4,8%

ZVN ISP 31 0,0% 0,0% 3,2% 9,7%

ZVN Fondovalle 0 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

ZVN Locale 8 0,0% 12,5% 25,0% 25,0%

ZVN Nessuna associazione

GWB 2016 0 0,0% 0,0% 0,0% 0,0%

Tabella 5 - Percentuale di punti con superamento dei limiti di legge per il parametro Nitrati appartenenti (ZVN) o meno (ZnVN) alle Zone Vulnerabili ai Nitrati. Anno 2016.

L’analisi dei dati e delle tendenze si prefigura principalmente di comparare i risultati ottenuti nell’anno 2016 con quelli del periodo precedente (quadriennio 2012-2015) per i punti di monitoraggio rimasti comuni negli anni, ricorrendo ad una valutazione, corredata di mappe, dell’evoluzione della qualità delle acque sotterranee.

(38)

5.4.2 Concentrazioni di Nitrati nell’anno 2016 e confronto con quadriennio 2012-2015 I dati relativi alle concentrazioni di Nitrati riferiti al monitoraggio condotto nel 2016 (255 stazioni) sono mostrati cartograficamente in Figura 21.

Figura 21 - Classi di concentrazioni medie di nitrati nelle acque sotterranee - anno 2016.

Come si può notare dalla distribuzione delle concentrazioni di Figura 21, la maggior parte del territorio regionale presenta concentrazioni medie di Nitrati al di sotto del valore di 25 mg/l; il 6%

dei punti di monitoraggio supera la concentrazione limite (SQA pari a 50 mg/l) prevista dal D.lgs.

30/2009 Allegato 3 Tabella 2.

La distribuzione dei punti di monitoraggio che manifestano concentrazioni medie prossime o superiori al limite di attenzione (40 mg/l) è per lo più localizzata nella fascia dell’alta pianura, caratterizzata da una maggiore vulnerabilità intrinseca dovuta alle numerose emergenze presenti nell’area (fascia dei fontanili).

La maggiore presenza di punti di monitoraggio che presentano concentrazioni superiori al limite di legge è distribuita al confine tra il territorio di Brescia e Mantova.

Su un totale di 255 punti di monitoraggio il 63,5% ha manifestato concentrazioni inferiori a 25 mg/l e il 20,8% inferiori a 40 mg/l, per un totale pari a 84,3% dei punti di monitoraggio al di sotto del limite di attenzione. Il 6% dei punti (15 punti) ha superato, nel corso del 2016, il limite di legge.

(39)

CONCENTRAZIONI MEDIE ANNUALI Classe

(mg/L NO3)

N. stazioni % stazioni

2016 2016

< 25 mg/l 162 63,5

25<x<40 mg/l 53 20,8

40<x<50 mg/l 25 9,8

>50 mg/l 15 5,9

Totale 255 100

Tabella 6 - Distribuzione % in classi di concentrazione Valori Medi – anno 2016.

Il grafico seguente (Grafico 8) permette di visualizzare come la maggioranza dei dati sia distribuita all’interno della prima classe di concentrazioni (< 25 mg/l).

Grafico 8 - Distribuzioni di nitrati (concentrazioni Medie Annuali) nelle acque sotterranee – anno 2016 Concentrazioni espresse in mg/l Classe 1: < 25; Classe 2: 25 < X < 40; Classe 3: 40 < X < 50; Classe 4: > 50.

L’utilizzo delle concentrazioni massime relative alle stazioni della rete Nitrati 2016 (Tabella 7, Grafico 9), evidenzia punti di criticità che, pur rientrando all’interno delle concentrazioni ammissibili per legge (valore annuo medio), possono presentare superamenti puntuali e stagionali, dovuti alla natura stessa dell’analita (fortemente legato ad andamenti stagionali, al fenomeno di ricarica della falda, della denitrificazione e della distribuzione delle concimazioni ai campi).

63,5%

20,8%

9,8%

5,9%

Distribuzione percentuale (concentrazioni Medie Annuali) Acque Sotterranee 2016

1

2

3

4

(40)

CONCENTRAZIONI MASSIME ANNUALI

Classe (mg/L NO3) N. stazioni % stazioni

2016 2016

< 25 mg/l 153 60,0

25<x<40 mg/l 52 20,4

40<x<50 mg/l 29 11,4

>50 mg/l 21 8,2

Totale 255 100

Tabella 7 - Distribuzione % in classi di concentrazione Valori Massimi – anno 2016.

Grafico 9 - Distribuzioni di Nitrati (concentrazioni Valori Massimi) nelle acque sotterranee – Anno 2016.

60,0%

20,4%

11,4%

8,2%

Distribuzione percentuale (concentrazioni Valori Massimi) Acque Sotterranee 2016

< 25 mg/l

25<x<40 mg/l

40<x<50 mg/l

>50 mg/l

(41)

Grafico 10 - Distribuzione delle concentrazioni di Nitrati in classi di concentrazioni (Valori Medi Annuali 2012-2016).

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120

< 25 mg/l 25<x<40 mg/l 40<x<50 mg/l >50 mg/l

Numeri di punti di monitoraggio

Distribuzione delle concentrazioni (mg/l) di Nitrati negli anni

2012 2013 2014 2015 2016

(42)

6. STATO QUANTITATIVO DELLE ACQUE SOTTERRANEE

Il D.lgs.30/2009 Allegato 3, Parte B considera un corpo idrico in BUONO stato quantitativo quando il livello/portata di acque sotterranee nel corpo sotterraneo è tale che la media annua dell’estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche sotterranee disponibili.

I livelli piezometrici rappresentano l’indicatore idrologico di base per il monitoraggio dello stato quantitativo.

Il parametro oggetto del monitoraggio è la soggiacenza della falda, misurata in situ come livello statico dell’acqua espresso in metri e dal quale (attraverso la quota assoluta sul livello del mare del piano campagna o del piano locale appositamente quotato) viene ricavata la quota piezometrica.

Attraverso tali misure, acquisite con frequenza giornaliera, mensile, quadrimestrale, trimestrale, semestrale da ARPA Lombardia, è possibile ricostruire i trend piezometrici.

Per la restituzione di un robusto giudizio di stato quantitativo, le valutazioni devono essere integrate con tutti i termini del bilancio idrico, in particolare con la ricarica e con i prelievi.

Il D.Lgs.30/2009 prevede la realizzazione di una rete per il monitoraggio quantitativo al fine di effettuare una stima affidabile delle risorse idriche disponibili e valutare le tendenze nel tempo verificando se la variabilità della ricarica e il regime dei prelievi risultano sostenibili sul lungo periodo. La frequenza di monitoraggio e la densità delle stazioni della rete dipendono dalle caratteristiche idrogeologiche degli acquiferi e per pervenire alla definizione di stato quantitativo risulta necessario la definizione di un modello concettuale.

La necessità di gestione e di tutela quantitativa delle risorse idriche ha attribuito nel corso del tempo un importante ruolo al monitoraggio del livello delle falde finalizzato alla definizione dello stato quantitativo dei corpi idrici sotterranei. ARPA Lombardia nell’ambito del Progetto “Sviluppo della rete di monitoraggio quantitativo acque superficiali e sotterranee e installazione di rete automatica”, finanziato da Regione Lombardia, a partire dall’anno 2016 ha provveduto all’installazione di n.76 sonde automatiche (presso altrettanti punti della rete di monitoraggio) per la misura in continuo e registrazione in loco del livello piezometrico dell’acqua oltreché dei parametri di campo principali.

Il monitoraggio automatico consente di migliorare le conoscenze sull’andamento dei livelli di falda nell’arco dell’anno, fornendo quindi utili elementi per una migliore descrizione dei fenomeni di carattere naturale o artificiale caratterizzati da tempi relativamente rapidi di evoluzione e difficilmente intercettabili con le tradizionali misurazioni manuali. L’identificazione delle reali oscillazioni di falda costituisce un utilissimo strumento per una corretta gestione della risorsa idrica sotterranea.

(43)

6.1 Sintesi Idrometeorologica

Il 2016 si attesta come un anno con precipitazioni in linea o poco inferiori rispetto al periodo 2008- 2015, con 33.357 Mmc precipitati rispetto ad una media di circa 36.000 Mmc.

Di particolare interesse è la distribuzione mensile delle precipitazioni con febbraio, maggio e giugno piuttosto piovosi, un autunno generalmente asciutto ed un mese di dicembre caratterizzato dalla quasi totale assenza di precipitazioni.

Date le non eccezionali precipitazioni del 2016, anche per i fiumi non si registrano particolari superamenti delle soglie idrometriche. Fa eccezione il bacino dell'Adda dove si è verificato un evento nel mese di giugno che ha fatto registrare il superamento delle soglie con tempi di ritorno a 3 e 5 anni nelle sezioni di Adda a Fuentes, Adda a Pizzighettone e Brembo a Ponte Briolo.

Il 2016 risulta quindi un anno mediamente piovoso, con deficit di precipitazioni su pianura e settori occidentali e lieve surplus sui rilievi orientali.

Si riporta la mappa delle anomalie annue di precipitazione che indica come e quanto l’anno 2016 si è discostato dalla media delle precipitazioni. Valori negativi indicano precipitazioni inferiori alla media, valori positivi indicano precipitazioni superiori alla media.

Figura 22 - Anomalia annua di precipitazione – Anno 2016.

Riferimenti

Documenti correlati

Monitoraggio acque sotterranee - Anno 2020. Stato

3 Valore pari al 30% dello standard di qualità di 0.1 µg/L per la singola sostanza, come richie- sto dalla direttiva 2009/90/CE, che stabilisce le specifiche tecniche per

Andamento temporale e spaziale dell’interesse (frequenza ricerche internet) relativo a «pollini» e «inquinamento atmosferico».. (fonte Google

Nel 2019 il monitoraggio della concentrazione dei pesticidi nelle acque sotterranee regionali è stato effettuato in corrispondenza di 95 stazioni rappresentative di 10 corpi

Eseguite le verifiche preliminari riportate nella “Linea guida per la caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno” e accertato che

Parametro NON misurato solitamente da centraline e campagne ARPA per la verifica della qualità dell’aria.. Per dettagli circa

Nel corso del primo trimestre del 2020, come si evince, non si sono evidenziate anomalie radiometriche nelle attività di Cesio 137 misurate nelle matrici incluse nel piano

La classificazione dello stato ecologico di ciascun corpo idrico lacustre, come per tutti i corpi idrici superficiali, viene ottenuta integrando lo stato degli elementi di