G A Z Z E T T A . S E T T I M A N A L E
SCIENZA ECONOMICA. FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE. INTERESSI PRIVATI
Aimo VII - V o i . X I
Domenica 29 Febbraio 1880
N. 3!LE BURNII DELLE SOCIETÀ 01 ASSICURAZIONI
Si lamentano, o certamente non a torlo, i ^ravi inconvenienti e gli abusi notevoli, elio avvengono in Italia, a danno del pubblico, nel ramo delle assi-curazioni. E si parla di società, le quali, nrtifizio-samenle, fanno comparire versato un capitale, che non esiste; — ili altro, le quali distraggono i loro en-pitali e quindi non possono mantenere gli assunti impegni vorso i loro clienti; — di fallimenti; — ili angherie e liti iniziate al solo scopo di defraudare gli assicurati dei loro diritti ; e, fra gli altri, l'egre-gio Presidente della Camera di Commercio di Man-tova, in una lettera al corniti. A. Romanelli, diret-tore dell' Industria e del Commercio, premesse assen-nale e opportune osservazioni, così dipingeva lo stato delle cose « veramente grave ed anormale rispetto ad una società di mutua assicurazione contro i danni della grandine, del fuoco, delle malattie del bestia-me ecc., fondatasi nel marzo 1877 in Mantova sotto il titolo di Fratellanza generale degli agricoltori.« Questa società, cosi scrive quell'egregio Presidente, sorta sotto auspici di persone e di condizioni ma-teriali, a mio giudizio, assai poco tranquillanti, per l'agitarsi de'suoi amministratori e specialmente del suo direttore sig. Bina, in meno di un anno riuscì ad aggregarsi circa un migliajo di associati. Ma mentre da una parte i premi vennero, con sullicente puntualità, versati, dall'altra In cassa rimase sempre esausta, gì' infortuni furono liquidati e non pagati, e via di questo passo ; finché dodici soci, un bel giorno, riunitisi da sé in assemblea generale, dichia-rarono destituito il sig. Bina, e lo dillidarono a render il conto. A questo primo fatto, abbastanza grave, ne succedettero e ne succedono tuttora molti altri che non esilo a qualificare, col pubblico, scandalosi. Ora due direttori con due Consigli di Amministrazione, pretendono entrambi di essere l'emanazione legittima dell'assemblea generale dei soci, e la rappresentanza legale della compagnia, e da entrambe le parti è grande il da fare per diffondere in tutta Italia le proprie agenzie e raccogliere dovunque associali ; ma le condizioni morali ed economiche delle due sezioni della Fratellanza generale degli agricoltori, sono presso a poco eguali, cioè equivoche e, come è facile immaginare, assai poco rassicuranti. E con tutto ciò molte cause civili e parecchi procedimenti penali per dilfamazione, calunnie, ingiurie, maltrat-tamenti ed altre amenità di questo genere, fanno cornice al quadro. »
Certamente che questi fatti, con tanta franchezza esposti dall'egregio cav. Franchetti, sono molto gravi e domandano uno studio accurato sullo stato delle
cose e ben fece il Ministro a intrattenerne il Consi-glio dell'Industria e del Commercio, per averne l'il-luminato parere.
Crediamo però di aggiungere elio mal si giudi-cherebbe dallo assicurazioni in generalo ove si vo-lesse, con queste tinte, così vive, dipìngere lo stato totale e completo di tutte quante lo assicurazioni, che funzionano in Italia. — Anche in questa mani-festazione, come in tutte le altre, della vita econo-mica di un paese, vi ò la sua parto di bene e di male ; ma non precipitiamo i nostri giudizi e per rimediare al male, soprattutto non poniamo incoppa-monti tali da rendere più difficile, anche l'esercizio del bene.
Convien tener conto elio l'Italia, in questo come in molti altri fenomeni economici, trovasi in con-dizioni affatto diverse da quelle di altri paesi. Da noi, quasi tutte le istituzioni moderne, frutto dell'in-civilimento, erano, pochi anni or sono, pressoché man-canti , — abbiamo adunque tulle le difficoltà del-\ apprenti&mge, tanto dal lato della popolazione, non abituata a questa nuova vita, quanto dal lato di co-loro, che fondano lo istituzioni stesse ; e, in mezzo a questa condizione speciale, trovano buon terreno tutti coloro, i quali non hanno da seminare se non l'astuzia e l'inganno. E' Italia, cioè, eomo tutti gli altri Stati, paga, vorremmo (piasi dire, il tributo che pagano i bambini, le frequenti e talvolta le gravi cadute. Di questo stato particolare del nostro paese teniamo il debito conto e non poniamo troppo fa-cili, ma troppo erronei paragoni cogli altri popoli, ^ià ingranditi o già esperti nella vita economica, Soprattutto poi non lasciamoci ingannare da questo male, in qualche modo necessario, e non teniamoci coricati per non cadere; non apprenderemo mai a tenerci ritti !
Quando pensiamo che la Francia ha assicurato per gli incendi alle diverse compagnie un valore di oltre 110 miliardi e che l'Italia non arriva al valore di 10 miliardi; ohe la nostra cifra di capi-tale assicurato sulla vita è piccolissima, mentre quella della Francia rappresenta I miliardo e 018 milioni, l'Inghilterra quasi IO miliardi e più di 10 miliardi il capitale assicurato sulla vita nel solo Stalo di N e w - Y o r k ; di leggeri comprenderemo che ab-biamo, noi italiani, molta via ancora da percorrere per avvicinarci a queste cifre, esse pure sempre progre-dienti.
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L' E C O N O M I S T A 29 febbraio 1 8 8 0 e più diffuso sviluppo, n o n manchino gravissimi
in-convenienti, forse ancora più gravi di quelli, c h e noi lamentiamo.
Con tali parole n o n vogliamo già affermare c h e debbasi rimenere tranquilli ed impassibili spettatori dei danni, di cui vien fatto vittima il pubblico, e degli abusi, c h e si manifestano. Ammettiamo anzi che si possa e debba cercare il rimedio agli inconve-nienti c h e si manifestano e con opportune disposizioni cercare di guarentire gli assicurati dagli i n -ganni di troppo avidi o poco scrupolosi assicuratori.
Ma noi intendiamo, in questa come in tante altre questioni, che riguardano la vita economica del paese, noi intendiamo c h e l'azione dello Stato debba, più che sia possibile, limitarsi a scoprire gì' inganni e gl' ingannatori, ed a punirli con tutti la severità di una legge rigorosa, quando sieno scoperti.
Ora vogliamo mettere in guardia il pubblico ita-liano e coloro che hanno in mano il reggimento della cosa pubblica, contro u n a tendenza che si ma-nifesta in molti, anche di quelli che fanno parte del Consiglio dell' Industria e del Commercio, di circondare cioè le società di assicurazioni da u n a quantità di ostacoli, i quali n o n produrranno se non un solo efretto, quello di diminuire il n u m e r o delle società; di diminuire conseguentemente la concorrenza; di assicurare u n lauto guadagno a poche compagnie, e di ritardare sempre più c h e si renda abituale tra il popolo italiano l'uso benefico delle assicura-zioni.
E non esageriamo denunciando questa tendenza che si manifesta nelle alte sfere, specialmente della burocrazia.
Al Consiglio della Industria e del Commercio, nella sezione dell'estate decorsa, venne presentato u n or-dine del giorno contenente ben 1 5 proposte, alcune delle quali, a nostro m o d o di vedere, contrarie ad ogni principio liberale.
Si vorrebbe c h e le azioni delle società d ' a s s i c u -razione fossero nominative sino al loro completo versamento; misura questa c h e sarebbe oltre ogni dire severa e elio toglierebbe dal commercio una quantità di titoli oggidì negoziabili:
si vorrebbe sottoporre le società di assicura-zione ad una cauassicura-zione, da 126,000 lire a 5 0 0 , 0 0 0 lire in rendita nominativa, vincolata a favore degli assicurati e dello Stato, variabili a seconda della natura nazionale od internazionale della società, e secondo il ramo od i rami d' assicurazione eser-citati ;
si vorrebbe c h e le società d' assicurazione im-piegassero in u n modo determinato i loro fondi; e cioè: o in titoli di debito pubblico del Regno d'Ita-lia, o in cartelle di istituti di credito fondiario o in misura n o n maggiore di 1(20, in cambiali a ' t r e firme di primo ordine, o iti anticipazioni sopra p e -gno di titoli di rendita, o in beni stabili situati nel R e g n o ; o in mutui con prima ipoteca sopra stabili si-tuati nel Regno di u n valore doppio della somma mutuata ; — o in mutui sopra propie polizze di a s s i -curazione.
Queste sono le principali proposte; le altre sono di minore importanza.
Il Consiglio dell'industria e del commercio, dopo lunga discussione protrattasi per quasi d u e sedute, si contentò di approvare il seguente volo:
« Il Consiglio, tenuto conto delle considerazioni e proposte svolte dal relatore, e accolto in massima
parte il concetto c h e le informa, ritiene necessario che si provveda in modo efficace alla tutela degli interessi impegnati nelle società d'assicurazione per azioni, mediante guarentigie opportune da ricercarsi in un sistema di cauzioni graduali, di pubblicità e di investimenti obbligatoriamente determinati. »
Ora, per quanto non ci sia consentito di svol-gere adesso I' argomento con quella ampiezza, c h e sarebbe pur nostro desiderio, non possiamo astenerci dall' affermare c h e il voto del Consiglio d e l -l' industria e del commercio, se, di fronte alle se-vere e rigorose proposte del relatore, ha un signi-ficato di timidezza e di prudenza, questa timidezza e questa prudenza sono un trionfo per la libertà.
Che altro addiverrebbe lo Stato se non un assicuratore egli stesso, quando esigesse tali e tante g a -ranzie dalle società di assicurazioni da potere in certo modo farsi mallevadore dinanzi agli assicurati? — E perchè lo Stato entrerebbe così intimamente a tutelare questo solo rischio, mentre nessuno pensa di metterlo a tutela di tanti altri rischi, che sì ma-nifestano nel commercio e nelle industrie? — Perchè colui, il quale pone la sua fiducia in una società as-sicuratrice, godrà del privilegio di questa preventiva tutela da parte, dello Stato, e non la godrà quegli, il quale pone la sua fiducia nel manifatturiere che gli vende la stolfa di cotone p e r stoffa di lana? — Se è l'ignoranza c h e si vuol proteggere, non t r o -viamo ignoranza in a m b e d u e i c a s i ? " — Perchè n o n si domanda che lo Stato intervenga a determinare la natura delle stoffe onde impedire gli inganni, le frodi, ecc.? E se si crede che in u n caso sia effi-cace la concorrenza, perchè n o n si dovrà crederla efficace negli altri casi?
Sono tutti questi argomenti vecchi, e ripetuti, lo sappiamo, ma non cessano p e r questo di essere so-lidi, logici, indiscutibili, poiché si basano sulla vera eguaglianza, sulla vera libertà.
E noi siamo troppo convinti nella efficacia dei nostri principi per non esser sicuri che, anche iu questo argomento, sono perfettamente applicabili.
Ne abbiamo u n a prova nelle stesse cifre c h e ci vennero presentate a documento delle proposte, messe innanzi al Cons'glio della industria e del commercio.
Noi vediamo in queste cifre d u e fatti importantis-simi e degni di studio; negli l i anni che corsero-dal 1 8 6 6 al 1878, ecco in qual modo si modificò il n u m e r o delle società di assicurazioni generali ed estere funzionanti in Italia:
1 8 6 6 nazionali 7 5 estere 9 totale 84 1 8 6 9 » 76 » 1 5 » 89 1 8 7 0 » 8 1 » 14 » 9 8 1871 » 91 » 17 » 1 0 8 1 8 7 2 » 7 5 » 2 2 » 97 1 8 7 5 » 7 8 » 2 5 n 101 1 8 7 4 » 70 » 2 2 » 9 2 1 8 7 5 » 67 » 21 » 8 8 1 8 7 6 » 4 5 » 2 5 » 70 1877 » 46 » 50 » 7 6 1 8 7 8 » 4 4 » 3 4 » 7 8 che vuol dire che, esistendo le leggi at:
29 febbraio 1 8 8 0 L' E C O N O M I S T A 9 6 3 quelle c h e erano rette da m e n o omogenei statuti, da
m e n o scrupolose intenzioni. E ciò c h e è notevole, aumentarono le estere e diminuirono le nazionali ; cioè, rimasero, si svilupparono e si estesero quelle, le quali avevano già fatto le loro prove ed avevano in altri paesi risposto alla fiducia del p u b b l i c o ; d i m i -nuirono e n o n trovarono fede quelle c h e n o n pote-rono presentare al pubblico sufficiente garanzia.
L ' ordine naturale delle cose ha prodotto lo stesso effetto c h e si d o m a n d a all'azione dello Stato, senza p r o d u r r e gli stessi inconvenienti.
Nelle manifestazioni economiche n o n è già ai casi parziali c h e dobbiamo chiedere le n o r m e direttive, ma ai grandi numeri, alle espressioni complesse. Ora l ' i n c r e m e n t o delle società assicuratrici estere, le quali nel 1 8 6 6 impiegavano in Italia u n capitale di L. S 2 , 8 7 ò . 0 0 0 e n e f l 8 7 8 lo troviamo spinto a L. 3 7 8 , 8 2 2 , 0 0 0 m e n t r e le naziona'i nel 1 8 6 6 avevano un capitale c h e giungeva a L . 4 1 , 8 3 2 , 3 2 2 rimasto nel 1 8 7 8 a L. 4 3 , 9 3 0 , 0 0 0 , ci dimostra c h e la g r a n d e generalità del pubblico italiano non f u nò cieca, nò ignorante, ma seppe impiegare il proprio d a n a r o laddove trovò maggior prova di fiducia, maggiore esperienza, maggior capacità.
Noi c o m p r e n d i a m o quello d i e ci verrà opposto da alcuno: — il correttivo c h e porta con sè la libertà, ci si dirà, si manifesta mercè u n a sequela di disastri, c h e noi vogliamo evitare con disposizioni p r e -ventive.
Guardiamoci dalle utopie ; — risponderemo alla nostra volta I Colle leggi preventive non si arriverà mai a sviare dal suo corso u n a legge n a t u r a l e ; ed è legge naturale che i popoli, come'gli individui, a c -cumulino l'esperienza della vita mediante gli errori.
Si potrà impedire l'errore, m a con u n solo mezzo, quello di soffocare lo sviluppo della vita, quello di impedire che certe istituzioni si infiltrino nelle abi-tudini del popolo mediante la legge fatale della espe-rienza.
Noi a v r e m m o voluto che, anziché l a m e n t a r n e gli abusi, gli inganni ed i disastri, c h e si verificarono in Italia in materia di assicurazioni, fosse stata p r e -sentata al Consiglio dell' industria e del c o m m e r c i o una eli cara statistica, la quale dimostrasse come a
pari circostanze, l'Italia abbia a deplorare u n n u
mero di inconvenienti, maggiore di quello c h e a b biano sofferti gli altri parsi; ed allora a v r e m m o c o m -presa la ragione, anche delle disposizioni preventive.
Ma come questa statistica non ci p u ò essere o f -ferta; anzi, compilandola, mostrerebbe il contrario di quello che apparisce dalla narrazione ed amplifica-zione dei fatti accaduti, non troviamo n è fondamento nè ragione vera nelle proposte rigorose, c h e furono fatte, e stimiamo che esse a p p r o d e r e b b e r o ad u n ef-fetto contrario a quello che si v o r r e b b e raggiungere, impedirebbero cioè lo svolgimento di u n fattore i m -portantissimo della economia nazionale.
E queste considerazioni ci portano a concludere, che noi accettiamo tutte quelle disposizioni legisla-tive, le quali t e n d e r a n n o a r e n d e r e lo Stato e gli in-teressati edotti delle condizioni di ciascuna società assicuratrice; accetteremo anche, con debite cautele, l'intervento dello Stato q u a n d o il procedere di a l cuna società sia tale da mettere in pericolo gli i n -teressi degli assicurati, m a combatteremo con tutte le nostre forze quelle proposte le quali, in qualsiasi modo, rendessero più difficile lo svilupparsi in Italia del beneficio delle assicurazioni.
Quindi a m m e t t i a m o la convenienza di regolare i rapporti tra le compagnie di assicurazione, lo Stato e gli assicurati, cosi, c h e questi e quello sieno a brevi e continui intervalli informati del v e r o stato finanziario di ciascuiia società ; e perciò a m m e t t i a m o la rassegna al Ministero delle tariffe, delle tabelle di mortalità del resoconto semestrale degli introiti ed esiti, della situazione patrimoniale, dei bilanci tecnici: ; — a m m e t t i a m o anche c h e il Ministero obblighi le società a seguire u n apposito f o r m u l a r i o ; c h e esso possa, dietro r e c l a m o degli azionisti, od assicurati, p e r cause gravi, c o m e la inosservanza delle disposizioni di legge o degli statuti sociali, o la inesattezza nei resoconti, nei bilanci, o nelle situazioni patrimoniali, ispezionare l'andamento delle società ed anche ordi-I n a r e u n a amministrazione d' ufficio.
M a non crediamo assolutamente giovevole q u a l u n -q u e ingerenza preventiva dello Stato, la -quale so-pratutto t e r m i n e r e b b e a mettere in m a n o di poche c o m p a g n i e questo i m p o r t a n t e r a m o della economia nazionale.
I PROGRESSI DEL SISTEMA GOVERNATIVO
nelle FerrovieNon può mettersi in dubbino c h e n o n vada s e m -pre p r e u d e n d o maggior piede in Europa l'opinione di coloro i quali vorrebbero r i d u r r e nelle mani dello Stato l ' i n d u s t r i a dei trasporti ferroviari. S a -r e b b e follia l'ostina-rsi a chiude-r gli occhi di f-ronte ad u n fatto incontrastabile; e se il favore, che a l cune idee riscuotono in certi m o m e n t i dalla g e n e ralità degli uomini, i quali f o r m a n o la classe p e n -sante di u n paese, fosse u n a prova assoluta della bontà di esse, i sostenitori dell'esercizio privato delle ferrovie potrebbero darsi p e r vinti e confessare di aver preso u n solenne abbaglio. S f o r t u n a t a m e n t e per altro, il buon senso e la sapienza degli uomini v a n n o soggetti n o n di rado ad inesplicabili alluci-nazioni. Chi non sa che intiere generazioni si sono prostrate con accecamento al culto delle p i ù futili c h i m e r e ripudiale irremissibilmente dalla riflessione e dall' esperienza più matura delle generazioni po s t e r i o r i ? E chi n o n sa c h e di queste debolezze d e l -l ' u m a n o inte-l-letto sono partico-larmente f r e q u e n t i -le manifestazioni relativamente a quei fatti, intorno ai quali si addensa più folto il n e m b o delle passioni politiche e degli interessi privati, come appunto a v -viene r i g u a r d o al complesso e formidabile organismo dei trasporti f e r r o v i a r i ?
P e r chi ha fede illuminala e inconcussa nella virtù dell' iniziativa privata, è lecito dubitare c h e i rapidi progressi fatti in questi ultimi anni dalla teoria che ripone nello Stalo la competenza delle intraprese di strade ferrate, siano della medesima lega di quelli che andavano compiendo nello stesso spazio di tempo le dottrine protezioniste, ed abbiano si gli uni c h e gli altri, in g r a n parte, origine ed alimento dalle stesse cagioni.
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verno imperiale, tentativi cbe n o n potendo realiz-lizzarsi sotto questa forma, furono convertiti nella grande operazione di riscatto delle ferrovie della Prussia, attivamente spinta innanzi dal governo prus-siano, che è divenuto già padrone delia maggior parte della rete di questo Stato. Le velleità di riscatto n o n tardarono a spuntare anco in Francia, ove si anda-rono a tale uopo rimuginando tutti i più minuti ar-gomenti di doglianze contro il monopolio delle sei grandi società concessionarie della parte più impor-tante della rete francese. Due anni o r sono, quando il governo della repubblica, per venire in aiuto ad un certo n u m e r o di piccole società ferroviarie c h e versavano in stato di fallimento, propose di riscat-tare le loro linee aventi una lunghezza complessiva di circa 1 5 0 0 chilometri, fu lungamente discussa la questione del regime a cui dovesse venire assogget-tata questa rete, ed incidentalmente fu anco porassogget-tata in campo la proposta di u n riordinamento g e n e r a l e di tutto il sistema ferroviario della Francia. Riguardo alle linee di cui fu approvato il riscatto, non si volle adottare nessuna risoluzione definitiva, e fu stabilito che lo Stato ne avrebbe assunto, come difatti ne assunse a titolo di espediente provvisorio l'esercizio, impegnandosi di presentare il progetto di una siste-mazione, quando si fossero potute intraprendere su buoni termini, trattative con società private, e la que-stione fosse stata rischiarata dall' esperienza provvi-soriamente incontrala. Riguardo alla questione del-l' ordinamento generale di tutta la rete delle strade ferrate francesi, fu nominata u n a Commissione par-lamentare di trentatre membri, colf incaricò di stu-diare accuratamente il modo di funzionare del re-gime vigente e prendere in matura considerazione i più radicali progetti di riforma che venivano agi-tandosi. Quali studi fossero intrapresi da questa Com-missione e a quali minute e pazienti indagini siasi dessa consacrata, n o n è a noi concesso di conoscere; fatto sta c h e essa ha già avuto occasione di mani-festare la propria opinione e di pronunziarsi all'una-nimità meno u n voto in favore del riscatto e del-l' esercizio governativo di tutte le linee francesi.
Frattanto le cose n o n procedevano bene sopra la rete già riscattata ed esercitata dallo Stato. I p a r -tigiani dell'esercizio governativo attribuiscono gl'in-convenienti in essa prodottisi alle condizioni stesse di precarietà in cui l'esperimento efifettuavasi. Le linee non essendo collegate fra loro secondo u n sistema razionale, u n a parte importante della rete trovandosi mediante l'intersecazione di linee estranee s e -parate dalla residenza dei capi di servizio ne av-viene, essi dicono, c h e le comunicazioni sollecite fra i veri punti, la distribuzione degli ordini, la s o r -veglianza sopra il servizio, l'accentramento dei fondi riescono sommamente imbarazzati. P e r ovviare a queste irregolarità il Ministro dei lavori pubblici lia presentato dinanzi alla commissione, incaricata dello studio sull'ordinamento ferroviario, il progetto, ch'egli intende di l'are approvare dalle Camere, di una convenzione intervenuta fra lo Stato e la Soeietà delle ferrovie di Orleans ed avente per scopo di fare cedere da questa allo Stato tutti i tronchi n e -cessari p e r completare nel modo più opportuno la sua rete e per creare una grande linea diretta fra Bordeaux e Parigi, e Parigi e Nantes.
La Commissione per altro n o n si accontenta di siffatto temperamento e vuole indurre il governo a fare acquisto di tutta la rete appartenente alla S o
-cietà di Orleans. Il progetto governativo sarebbe presso a poco cosi congegnato. La lunghezza totale della rete di questa Società raggiunge uno sviluppo di 4 3 2 7 chilometri ; di questi lo Stato ne a c q u i -sterebbe 1560, ed il prezzo d a pagarsi per essi senza comprendere il materiale mobile sarebbe un'annuità di 1 7 , 1 0 0 , 0 0 0 franchi per s e t t a n t a n n i , cioè fino al 31 decembre 1 9 5 6 , alla quale epoca scade la con-cessione della Società per l'intiera sua rete, ed essa dovrebbe in ogni caso ricadere nelle mani dello Stato. La somma dell'annualità è calcolata in base al reddito netto della maggior parte delle linee nel 1878 e pel rimanente in base ad un reddito del 5 e 1 | 2 per 1 0 0 sul costo di costruzione. Provviso-riamente le linee sarebbero esercitate dalla Società di Orleans per conto dello Slato. Essa verserebbe tutti gl'introiti nelle casse del governo il quale le rimborserebbe le spese di esercizio oltre ad u n 5 per 1 0 0 sul valore del capitale circolante e del ma-teriale mobile da essa fornito. Lo Stato per altro non rimborserebbe le spese di esercizio c h e ecce-dessero la somma di 6,000 franchi per chilometro e la Società dal suo canto parteciperebbe per u n terzo nel profitto netto dell'intrapresa lasciando per altro allo Stalo piena balìa per la determinazione delle tariffe. Particolari disposizioni incluse nella convenzione, sono dirette a prevenire c b e le lìnee appartenenti allo Stato e quelle cbe rimangono alla Società di Orleans, si facciano una reciproca c o n -correnza.
Questa mezza misura, che avrebbe per effetto di lasciar le coso al punto in cui sono, è naturale c h e non vada a genio alla Commissione, e c b e essa in-sista nel concetto di domandare al Parlamento il riscatto totale ed immediato di tutta la rete d'Orleans. Tale riscatto, secondo il suo modo di vedere, non deve soltanto servire a permettere alla rete dello Stato di vivere e di prosperare, ma deve essere u n a tappa verso il futuro incameramento di tutte quante le reti; ed infatti lo stesso abbrivio che conduce lo Stato ad impossessarsi di altre linee, diverrebbe sempre più rapido ed irresistibile mano a mano clic esso estendesse il campo della sua azione. Una volta impegnatosi seriamente su questa via, si t r o -verebbe facilmente obbligato a percorrerla fino in fondo ed a riscattare successivamente una linea dopo l'altra per completare l'esperienza da esso voluta tentare, impossessatosi delle linee della S o -cietà d' Orleans, si lamenterebbe ben presto della concorrenza delle reti adiacenti e sentirebbe il bi-sogno di accaparrarsele per prevenire ch'esse svias-sero con le tariffe mobili il traffico della sua rete. Il contagio dell'esercizio governativo va estenden-dosi anco in Austria e d u e mesi or sono il Mini-stro austriaco del commercio emanava uu decreto mediante il quale u n amministratore governativo veniva incaricato di dirigere in nome e per conto dello Stato l'esercizio della ferrovia Kronprinz
Ru-dolf c b e comprende una rete di 8 3 0 chilometri.
nor-29 febbraio 1 8 8 0 9 6 3 me speciali. Frattanto è opinione generalmente m a
-nifestata dalla stampa austriaca che la ferrovia
Kron-prinz Rudolf non sia sola a dover subire gli effetti
di questo provvedimento, il quale dovrà estendersi a tutte le reti, e non son poobe n è poco importanti, che si trovano in cattive condizioni di produttività e già una commissione speciale costituita presso il Ministero del commercio sta studiando accurata-mente le circostanze ili fatto che dovranno sugge-rire le misure da prendersi.
Non vi è da illudersi ; la misura presa dal g o -verno austriaco è stata accolla con simpatìa e con compiacenza da u n a parte importante dell' opinione pubblica e l'assorbimento delie ferrovie per parte dello Stato è un l'alto cbe lungi dal destare sospetti e preoccupazioni è aspettato da molti coli'ansiosa brama ili un benefico avvenimento.
Certo che vi sono in ciascuno Stato ragioni s p e -ciali per conquidere all' idea di rendere governativa I' industria dei trasporti, gli animi c b e non sappiano porsi in guardia contro i pericoli di certe avven-turose intraprese. Cosi ad esempio in Germania lo scopo di rafforzare l'egemonìa dell'impero h a c o n -tribuito a fare accettare da molti I' esercizio gover-nativo; ed anco il riscatto per parte dello Stato Prussiano ha di mira lo slesso scopo perchè v ' ha chi crede che un giorno le autorità imperiali c o n -sentiranno a ricevere da esso il dono delle sue linee; e che da siffatto precedente sarà facilitato il riscatto delle reti degli altri Stati che vi si mostrano r e n i -tenti. Ma vi è per altro nel favore crescente che riscuotono in tutti i paesi le teorie dell'assorbimento governativo, u n fondo sostanziale comune che n e forma l'elemento più importante. È la speranza che fermenta negli animi di vedere lo Stato servirsi delle tariffe ferroviarie come di u n mozzo potente per venire in aiuto dell'industria nazionale, n o n tanto mediante l'abbassamento dei prezzi di trasporto, quanto mediante un più duro trattamento da infliggere alle merci estere in confronto con quelle casalinghe in modo tener quelle, il più che sia possibile, lontane. Sul ribasso delle tariffe non può farsi che u n m e -diocre assegnamento, ben sapendo c b e di fronte ai grandi bisogni pecuniari dello Stato moderno non vi ha bilancio abbastanza florido da permettere di far getto di una risorsa importante quale è quella che deriverebbe da u n ' adeguata rimunerazione del servizio dei trasporti quando fosse esercitato dal go-verno ed anzi sotto questo rispetto tutti sono dispo-sti a ritenere c h e lo Stato sarebbe tentato a consi-derare le tariffe ferroviarie piuttosto come u n a vigna da spremere, c h e come u n fondo comune da "re-partire. Ma ciò poco importa se può in cambio es-ser offerto il largo compenso di rivolgere acconcia-mente questo ordigno delle tariffe a' respingere o per lo meno ad attenuare la minacciosa concorrenza estera che fa tanta paura. Vedere lo Stato disporre liberamente delle tariffe, ecco la dolce prospettiva che allieta il cuore dei proiezionisti più o meno m a -scherati di tutti i paesi del mondo !
Essi particolarmente vorrebbero veder sparire le tariffe differenziali per le merci in servizio cumulativo internazionale, sperano di poter giungere a v e -dere i governi seguire la politica del principe di Bi-smarclc ohe ha soppresso ogni specie di servizio cumulativo internazionale p e r le ferrovie del terri-torio germanico, e non mancano nemmeno coloro i quali vorrebbero cbe queste tariffe differenziali
fos-sero invertite e rivolte a fornire migliori condizioni alla merce nazionale a scapito di quella estera. F i -nora le persone di buon senso avevano creduto che fosse logico e naturale che quanto più aumentasse la percorrenza del trasporto tanto più vantaggiose fossero le condizioni offerte alla merce, appunto per la stessa legge c h e governa tutte le libere transazioni, e c b e fa sì che chi richiede u n servizio all' ingrosso può averlo a miglior mercato di chi lo chiede al detta-glio. Avevano anco creduto c h e le ferrovie avessero con questi favori, concessi mediante le tariffe in s e r -vizio cumulativo, un mezzo legittimo p e r attrarre nella loro orbita il servizio dei trasporti internazio-nali. Avevano creduto c b e nessuno ne risentisse svantaggio, poiché le stesse facilitazioni di cui g o -deva la merce estera per affluire sui mercati nazio-nali erano goduti dalla merce nazionale per spin-gersi sui mercati esteri ed il terreno della libera concorrenza n o n era punto alterato. Adesso p e r al-cuni spiriti sottili tutto ciò n o n è più vero o, per dir meglio, seppure è vero finché, si tratta di t r a -sporti effettuati nell' interno dello Stato, diventa falso quando si tratta di oltrepassarne le frontiere. In que-sto caso bisogna procedere con u n a logica diversa ; infatti è la logica dei protezionisti che adesso si pre-para a governare i rapporti internazionali. Voglia il cielo che cessate presto la lunga crisi industriale e commerciale e le calamità naturali c h e hanno s e r -vito a metterla in voga, questa logica perda così il suo migliore sostegno e la sua vanità si affretti a dileguarsi.
Società di economia politica di Parigi
Riunione del 5 febbraio 1880.Il presidente, sig. Federico Passy, commemora con brevi parole la morte di d u e membri della Società, signori De Lavergne e Paul Coq.
Il sig. De Parieu annunzia la morte del signor Feer Heizog, u n o dei fondatori dell' Unione M o n e -taria Latina.
Il sig. Block consacra qualche parola ai due dotti tedeschi recentemente rapiti alla scienza : il signor E b e r a r d o Jonak professore di Economia Politica e di Statistica all' Università di Praga, ed il signor W a p p à u s professore all' Università di Gottinga."
Il sig. Fournier de Flaix richiama I' attenzione della società sulle disposizioni prese dal signor Isacco Pereire allo scopo di aprire u n gran concorso sulle quattro questioni seguenti — i mezzi di attenuare e di addolcire il pauperismo — i progressi dell'istruzione pubblica, la diffusione più generale — il m i -glioramento de'le banche e l'estensione del credito — la riforma delle imposte, sopratulto dal punto di vista della diminuzione delle imposte indirette — La somma di 400,000 franchi è repartita in uguali porzioni fra le quattro questioni per premi e menzioni onorevoli. — Lo scopo del donatore è di provocare u n tal movimento da produrre u n vero progresso nelle scienze sociali economiche.
Dopo di ciò la questione scelta p e r la discussione della serata ò la seguente » L'esperienza degli
9 6 0 L' E C O N O M I S T A 2 9 febbraio 1880 11 sig. Giuseppe Garnier, autore della proposta
ha il primo la parola. Egli è convinto dell' affer-mativa.
I,' imposta doganale è la peggiore delle imposte, ciò è dimostrato. — Per sostenerla sono venuti i sofismi del sistema mercantile di cui l'economia po-litica ba scientificamente fatto giustizia, lino dai ti siocrati e da Adamo Smith. — È stata fatta la stessa dimostrazione per i sofismi del sistema protettore, nato dai dazi fiscali e che si è appoggiato sugli errori della bilancia del commercio.
La triplice dimostrazione dei vantaggi per il fisco dei dazi poco numerosi e poco elevati, delle assur-dità del sistema mercantile, dell'illusione e dell' in-giustizia del sistema protettore è stata fatta da cento anni con l'esperienza dei fatti successivi in ogni paese, in ogni ramo d'industria.
La dimostrazione si trova in lutti i trattati di Economia politica, nei capitoli destinati a questo ar-gomento. I fatti più notevoli, o piuttosto quelli c h e ìioi conosciamo meglio, sono le riforme di Huskisson in Inghilterra dal 1 8 2 3 al 1 8 3 0 , di Roberto Peel e di Gladstone nel 1846, ed in Francia le conseguenze del trattato del 1 8 6 0 . In ogni industria estrattiva, agricola o manifatturiera si sono sempre veduti ì buoni effetti dell'affrancamento delie materie prime, del combustibile, delle macchine. L'allargamento del mercato è il desideratum di lutti i rami dell' atti-vità umana, e questo allargamento ha per causa principale la facilità delle esportazioni che n n può esistere senza la facilità delle importazioni.
Da questa sequela di fatti resultano i vantaggi della libertà del commercio o la scienza la segnala come il più gran mezzo di stimolare tutte le pro-duzioni, di suscitare il progresso, vale a dire la di-minuzione dei prezzi por mezzo dell' abbondanza, vale a dire f aumento del consumo, vale a dire il benessere e le conseguenze morali cbe porta seco. Per stabilire il contrario si negano i fatti, si nega l'esperienza, si corca di fare delle confusioni, si vuol persuadersi cbe i poteri pubblici hanno la missione, il dovere e il potere di prendere delle m i -sure p e r « proteggere » le industrie, e quando si vuol rendersi conto di queste misure si vede ehe esse si risolvono nell' impiego della dogana come strumento di perequazione del costo di produzione, di compensazione, o di mantenimento dei profitti o del tasso dei salari. 1 poteri pubblici si sono lasciati completamente ingannare da questa illusione. V e -diamo per es. quelli della Francia cbe si propon-gono di risolvere quei problemi, che fauno promesse ìi coloro c b e vengono a supplicarli, e si credono onnipotenti a tal punto cbe l'asserzione inversa s a -rebbe presa per una stravaganza. I ministri, i de-putati, i senatori, le commissionisi fiòu 'aao di p o -ter far meglio cbe non la libertà del lavoro e la libera concorrenza. Anche il pubblico crede così,
ma la natura n o n perde mai i suoi diritti, l'ingiu-stizia si manifesta; gli uni sono spogliati a favore dogli altri col mezzo ingegnoso della protezione do-ganale, con la proibizione, con i dazi elevati cbe si ha cura di chiamare protezione o compensazione quando si teme che il pubblico veda spuntare la cima "dell' orecchio dell' esclusivismo, cbe si risolve in una
spogliazione reale.
Il signor Brélay constata cbe per i m e m b r i pre-senti della società di economia politica, l'esperienza degli effetti <151 la libertà del commercio è completa;
egli si vuol limitare a segnalare un fatto recente che ha u n gran significato. O r sono quindici giorni una grande riunione privata di industriali dei prin-cipali centri di produzione ha avuto luogo al Grand
Hótel. L'iniziativa era stata presa dall' Associazione per la difesa della libertà commerciale e industriale
e per il mantenimento e lo sviluppo dei trattati di commercio. Molti membri della Società di economia
politica assistevano a questa riunione, ed il signor Brelay, c h e è stato molto tempo negoziante e p r o -duttore, principalmente di tessuti di lami, si era unito ad u n gruppo di 2 3 manifatturieri <f uno dei principali distretti del Nord, nel quale la filatura e la tessitura della lana pettinata hanno preso un grande sviluppo.
Quei signori erano venuti a Parigi, specialmente, per protestare contro ogui idea di proiezione; essi fanno venire la loro materia prima dall' Australia, dal Piata, e dal Capo e da altre regioni lontane per mezzo degli inglesi, e comprano le loro lane prin-cipalmente nelle grandi vendite pubbliche c h e hanno luogo sei volte l'anno a Londra. Queste lane giunte in Francia con grandi spese, sono filate e tessute nel Nord, tinte nei dintorni di Parigi e poi vendute e rispedite in Inghilterra, in America e in Australia, senza c h e la concorrenza straniera possa lottare con-tro i nostri ingegnosi compatriolti.
E questi industriali n o n solo hanno votato contro i gni elevazione della tariffa generale ed in favore dì trattati sempre più liberali, ma avanti di tornare alle loro case, f indomani, riuniti in u n banchetto intimo, questi 2 3 manifatturieri, combattendo con energìa le pretese dei filatori di cotone, che vogliono per forza ottenere u n aumento nei dazi c b e già li proteggono abbastanza, hanno dichiarato c h e se, per disgrazia, il Parlamento s ' i n d u c e s s e ad una deplo-revole concessione in loro favore, essi si affrettereb-bero di profittare della nuova protezione; e quan tunque la mano d' opera sia più cara nel Nord, cbe in Normandia e nei Vosgi, essi fonderebbero insieme uno stabilimento colossale e venderebbero i filati di cotone a 1 0 per cento meno dei Normanni e ilei Vogesi, e troverebbero nonostante il mezzo di guadagnarsi largamente la vita.
Seduta stante circolò u n a lista di sottoscrizione e furono sottoscritti e m q u e milioni con I' impegno di raddoppiare e di triplicare la somma, se tosse n e -cessaria per creare lo stabilimento modello, destinato a provare l'inanità e l'ingiustizia delle domande dei filatori di cotone.
Il signor Brelay ripete cbe i suoi amici ed a n -tichi confratelli sono ben lungi dal desiderare eiie le circostanze li facciano agire in questo senso, per-chè essi sono partigiani della libertà completa; ma almeno essi provano vittoriosamente cbe ai loro occhi I' esperienza è terminata, e c h e i manifatturieri della Normandia e dei Vosgi, per esser logici n o n hanno più nulla da .domandare ai poteri pubblici, tranne una protezione all' interno, vale a dire contro i loro futuri concorrenti del Nord della Francia. Questo fatto autentico merita di esser segnalato alla Società di economia politica.
2 9 febbraio 1880 L' E C O N O M I S T A 9 6 7 compimento certe riforme, la Società n o n ha mai
ammesso c b e il principio stesso soffrisse alcuna e c -cezione, e si ricorderà cbe il sig. de Lavergne, mal-grado la sua grande autorità no i riusci a fare ac-cogliere I' espediente dei dazi compensatori. La So-cietà non è certo disposta ad abbandonare il terreno sul quale si è posta fino dalla sua origine, ed a n -cora meno a rinunziare ad alcuna delle conquiste ottenute nel 1 8 6 0 con la soppressione della proibi-zione. Non bisogna perder di vista che le tasse c h e hanno rimpiazzata le proibizioni potevano essere, fino dal 1860, considerate come molto elevate, e l'espesienza prova che esse hanno protetto molto effica -cemente la nostra industria. — Per conseguenza il mantenimento puro e semplice di queste tasse, senza nuovi sgravii, non sarebbe c h e un debole trionfo. Si vede, pertanto, cbe il progetto di tariffa presen-tato dal governo, contiene degli aumenti di dazi e che la Commissione della Camera dei Deputati, d o -manda degli aggravi maggiori, dimodoché la futura tariffa del 1880, se è votata, sarà molto meno liberale della tariffa convenzionale c b e esiste già da venti anni. E veramente difficile di ammettere questo r e -gresso nella legislazione commerciale. N o a bisogna dimenticare che una tariffa protettrice è un favore accordato all' industria, clic non può esser che u n a eccezione temporanea, che questa eccezione, la quale si risolve in una imposta sulla generalità dei consumatori, deve essere completamente giustificata e m i -surata esattamente; facendo altrimenti si creano e si mantengono dei privilegi di cui gli uni approfittano e gli altri soffrono e che sconvolgono le nozioni di uguaglianza e di libertà.
E p u r troppo certo che in tali questioni la deci-sione delle Camere può esser dominata e falsata da interessi particolari e da influenze regionali; ma la Società d' economia politica deve confermarsi s e m -pre piò in quelle dottrine cbe ha sem-pre sostenute fin qui, senza transazioni, indipendentemente dalle combinazioni parlamentari.
Il signor Thierry-Mieg fa notare c h e egli intende la questione in modo diverso dai preopinanti. — Si chiama esperienza fatta una esperienza di cui i r e -sultati sono netti, chiari, incontestabili, ammessi da tutti. Quando si dice che la terra gira intorno al sole si può dire che I' esperienza è fatta; si dica lo stesso dei resultati delle scienze positive, un' espe-rienza ben fatta produce la convinzione in tutti gli animi. Al contrario se si tratta dei resultati dei trat-tati di commercio l'esperienza è certo fatta per tutti coloro che, come noi, ammettono i principii dell'eco-nomia politica, e che erano convinti anche prima della stipulazione di questi trattati; essa è fatta a n -che per un certo numero di nuovi convertiti.
Ma non si può dire eli' essa sia fatta per la ge-neralità, per il grosso pubblico. Si è parlato nelle nostre adunanze delle tendenze protezioniste della società degli agricoltori francesi. Evidentemente per i suoi membri l'esperienza non è fatta, ovvero è fatta in senso inverso ; non è fatta, maggiormente per i governi americano, italiano, tedesco e p e r gli altri che rialzano le proprie tariffe; e neppure ò fatta per i protezionisti francesi. Quale ne è la causa ? E che cosa bisognerebbe fare per convin-cer tutta questa gente? Non è egli vero che in u n ins.eme di fatti tanto complicati, gli stessi resultati possono, in buona fede, essere spiegati in d u e modi differenti, che le statistiche sono stabilite in
un modo incompleto, che le cifre stesse che d e b -bono servir di base non sono fuori di qualsiasi contestazione e variano secondo lo scrittore c h e le p r o d u c e ? Non bisognerebbe forse studiare m a g -giormente il lato pratico e p e r così dire materiale delle questioni, fornir delle cifre non discutibili e ammesse da lutti, mentre oggi invece ogni
avver-sario porta le sue?
E poi quando i dati del problema sono c o m -plessi, bisognerebbe separarne i divèrsi fattori, chiarire l'influenza di ognuno di ossi con cifre po-sitive, provare che u n certo risultato è dovuto al-l'abbassamento delle tariffe, u n altro a fatti politi-ci, ed u n altro finalmente all' influenza delle sta-gioni o al perfezionamento di questa o di quella industria. In una' parola ini sembra c h e gli economisti si siano fm oggi tenuti troppo sulle g e n e r a -lità, che siccome noi siamo già anticipatamente convinti in teoria, non approfondiamo abbastanza i dettagli delle esperienze pratiche, che per convin-cere gli avversari ed i neofiti sarebbero necessarii lavori statistici più completi, più dettagliati, biso-gnerebbe in una parola che nò le cifre, nè i resul-tati, nè i ragionamenti, n è le conclusioni non po-tessero esser contestati nè spiegati in una maniera diversa dalla nostra, bisognerebbe avvicinarsi ai processi delle scienze esatte.
Noi siamo soddisfatti troppo facilmente perchè siamo già tutti d ' a c c o r d o ; sarebbe desiderabile di soddisfare anche quelli c h e n o n lo sono, e p e r i quali I' esperienza non è fatta.
11 sig. Leviez direttore dell' Urbaint dice che i buoni resultati della libertà commerciale sono evi-denti per gli uomini illuminati e disinteressati. S e taluni hanno ancora dei dubbi ciò dipende dall'in-sufficienza dell' istruzione economica. A questa causa generale se ne aggiungono altre accidentali. L ' a-gricoltura soffre; oggi sono colpiti i proprietarii e gli affittuarii, non già gli operai agricoli. E causa di ciò sono state principalmente tre cattive raccolte successive, e poi le strade ferrate che hanno livellato in una certa misura le condizioni della p r o -duzione agricola e tolto ai dipartimenti vicini a Pa-rigi una parte dei vantaggi che dava loro la pros-simità di questo gran centro di consumo. Siccome di questi d u e fatti non si può imputare a nessuno la responsabilità si proferisce di prendersela con lo Slato cbe mantiene i trattati commerciali e la li-bertà del commercio dei grani. Ma queste lili-bertà legislative esistono fino dal 1860 ; come mai d u n -que se esse -sono la vera causa del male, -questo non si è prodotto più presto ?
Invece di cercare di difendere un sistema di v i n -coli oggi condannato, i proprietarii sarebbero meglio inspirati se domandassero di esser protetti contro gli accrescimenti dei balzelli locali e contro nuove imposizioni di centesimi addizionali ch'essi s o p p o r -tano per intero. — E questo il partito che, dopo l'abolizione delle leggi sui cereali in Inghilterra è stato adottato dai difensori intelligenti degli interessi della proprietà fondiaria.
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sisterà in principal modo nella diminuzione dei prezzi di affìtto. — Questo risultato sarà molto spiacevole per i proprietarii i quali in fine dei conti risenti-ranno tutto il danno.
Il sig. Marchal pensa c h e nelle discussioni alle quali da luogo il regime doganale in generale non si insiste abbastanza sul rincaro artificiale, cbe è sempre la conseguenza di quei dazi, n o n solo sulle quantità importate, ma ancora sui prodotti indigeni similari, rincaro che è pagato dal consumatore e n o n dall' importatore. — È d u n q u e un' imposta c b e grava su tutti i cittadini, clic n o n giova allo Stato se non per le quantità importate, m a c b e giova ai produt-tori indigeni per il soprappiù. — Tutte le imposte hanno degli inconvenienti, ma siccome sono neces-sarie bisogna cercare di renderle proporzionali p e r quanto è possibile: tale n o n è però il caso ili una imposta sugli alimenti in generale ed in particolare sul grano. — Quali sono infatti i maggiori consu-matori di p a n e ? Sono appunto le classi più povere che mangiano tanto più pane quanto meno possono procurarsi alimenti più sostanziosi e più cari. Un dazio doganale sui cereali, lungi dall'esser propor-zionale, ò precisamente proporzionale all' inverso e per conseguenza iniquo. Questa considerazione d o -vrebbe bastare per farlo scartare. Quanto alla carne, presa di mira dai protezionisti, non ò dessa già troppo cara per esser sufficientemente accessibile agli ope-rai, i quali, non avendo cbe le proprie braccia, avreb-bero bisogno di sviluppare la loro forza muscolare ? Il consumo della carne n o n è in Francia, la metà di quello c b e dovrebbe essere avuto riguardo al cli-ma. Bisognerebbe d u n q u e favorirne T uso col buon mercato invece di farla rincarare come vorrebbero gli avversarli del libero scambio. Il sig. De L a b r y riconoscendo le sofferenze incontestate ed inconteslabili dell'agricoltura, pensa che i proprietarii s a ranno obbligati, per conservare gli aiBttuarii a r i -bassare il prezzo degli affitti c h e da un mezzo secolo in qua, ha seguito una progressione sempre crescente. Noi saremmo della sua opinione e non vi v e d r e m m o un gran male, se la situazione attuale dovesse esser permanente. Ma bisogna pure rendersi conto delle cause di queste sofferenze, c h e fortunatamente sono del tutto accidentali. Durante tre anni consecutivi le intemperie hanno ridotto il raccolto dei cereali in quantità ed in qualità. L a perdila annua non è i n feriore a 3 0 0 milioni, cioè pei tre anni circa 1 m i liardo, e questa cifra spiega i lamenti ma non g i u -stifica il rimedio domandato dai protezionisti agricoli. Qualche buona annata riparerà tutto il male. Baste-rebbe d u n q u e c h e i proprietarii facessero ai loro af-fittuari'! qualche anticipazione o dessero loro u n poco di tempo senza giungere fino ad una diminuzione dell'affitto. Il prezzo elevato del bestiame durante i due primi anni di questa crisi è stato un certo c o m -penso, ma p e r u n a deplorevole fatalità, i rigori di questo inverno hanno fatto gelare in certe regioni, i cavoli, le barbabietole, le patate e forzano in q u e -sto momento molti coltivatori a vendere il bestiame magro, oliò n o n hanno più mezzi di nutrirlo; ma con una temperatura più calda questo deprezzamento si fermerà.
Il signor Juglar ha censurato i lavori per le fer-rovie secondarie di cui il governo ha fatto votare il programma T anno s ' o r s o e di cui comincia l'ese-cuzione in questo momento. Noi non sapremmo as-sociarci alle sue critiche; noi crediamo al contrario
cbe questa rete complementare sia necessaria per dare all' agricoltura gli sbocchi economici c b e le mancano e facilitare il trasporto a buon mercato degli ingrassi e dei mezzi di miglioramento cbe sol-leveranno la produzione agricola dalle sue sofferenze temporanee. La maggior parte delie linee attual-mente in esercizio è stata concepita per favorire l'industria manifatturiera. E tempo di pensare all'agri-coltura. E non bisogna credere olia queste linee complementari, anche quando sembrasse che n o n coprissero le spese di costruzione e d'esercizio con gli incassi l'atti alle stazioni, n o n sarebbero r e m u -neratrici, perchè è certo, ed il ministro dei lavori pubblici l'ha proclamato diverse volte, cbe il pro-litio indiretto di una via di comunicazione, quale è una ferrovia, rappresenta tre o quattro volte T a m -montare delle riscossioni fatte alle stazio..i.
Perfino durante il periodo della costruzione vi sarà u n benefizio per l'agricoltura. U n a delle cause di lamento delle industrie metallurgiche deve essere attribuita alla riduzione dei lavori ferroviari per parte delle grandi compagnie c b e giungono al c o m pimento delle reti loro concesse. Il governo ha d u n -que pensato mollo saviamente di completare la rete ferroviaria precisamente in quest' epoca. Certo si può temere una esaltazione pregiudicevole alle finan-ze; m a il governo ha promesso di procedere con la massima cautela, e le camere possono sempre moderare il movimento, qualora sembrasse loro troppo accelerato, perchè nessuna linea può esser costruita se non sia votato u n progetto di legge speciale col quale si approvi la spesa. Il ministro ha promesso di n o n consacrare ogni anno a questi lavori p i ù di 5 0 0 milioni, e questo è circa ciò c h e spendevano le grandi compagnie durante il periodo di costru-zione delle loro reti.
I PRODOTM DELIE FERROVIA
; i l 3 0 N o v o n i t > r e 1 8 7 9 Il prodotto generale del mese d i - n o v e m b r e 1 8 7 9 salì a L. 14,124,996, ed è composto come s e g u e : Viaggiatori L. 6,075,717 Bagagli » 259,748 Merci a grande velocità » 1,353,746
Id. a piccola velocità » 6,379,463 Prodotti diversi » 56,322
Totale . . L. 14,124,996 Tale prodotto va poi ripartito come s e g u e :
1879 1878 Ferr. dello Stato . . . L. 7,993,834 L. 7,769,544
» di diverse Società
29 febbraio 1 8 8 0 L' E C O N O M I S T A 9G9 Si ebbe dunque nel novembre 1 8 7 9 u n aumento
di L. 679,030. Tutte le linee furono in aumeu'o, fuorché la SettimoRivarolo, eh' ebbe una d i m i n u -zione di L. 5 3 1 .
Però I' aumento principale si ebbe sulle Romane in L. 338,968, e sulle ferrovie di proprietà dello Stato, in L. 2 2 1 , 2 9 0 ; e l ' a u m e n t o minimo sulla Torino-Rivoli in L. 7 9 0 n o n tenendosi conto delle linee n o n ancora aperte all' esercizio nel 1 8 7 8 .
Devesi poi notare che la lunghezza totale delle linee in esercizio, la quale nel novembre 1 8 7 8 era di chilometri 8266, nel novembre 1 8 7 9 ascendeva invece a chilometri 8109, essendosi nel detto mese aggiunti chilometri 7 (pel tronco Mariano-Inverigo, della linea M i l a u o - S a r o n n o - E r h a ) ai chilom. 8 4 0 2 , c h ' e r a n o nell'ottobre 1 8 7 9 .
I prodotti dal 1" gennaio a tutto novembre 1 8 7 9 , confrontati con quelli dello stesso periodo 1 8 7 8 , presentano le cifre seguenti :
1879 1878 Ferr. dello Stato . . . L. 85,966,441 L. 81,303,127
» di diverse Società
e-sercitate dallo Stato » 14,881,037 » 13,989,540 » Romane . . . . » 25,876,421 » 23,979,892 >. Meridionali . . . » 20,513,091 » 19,196,091 » Venete . . . . » 938,851 » 755,594 » Sarde » 997,821 » 858,730 » Torino-Lanzo . . » 430,097 » 396,385 » Torino-Rivoli . . » 148,267 » 140,648 » Settimo-Rivarolo . » 129,750 » 83,743 » Milano-Saronno-Erba» 193,932 » » » Conegliano-Vittorio » 65,003 » » Totale . 1.. 150,140,711 L. 140,703,750 L'aumento nel 1879 è stato quindi di L . 9,136,961. Tutte le linee furono in a u m e n t o ; però l ' a u m e n t o principale si ebbe sulle ferrovie di proprietà dello Stato in L . 4,663,311, sulle Romane in L . 1,896,529, e sulle Meridionali in L . 1,317,000. L'aumento m i -nimo si ebbe sulla ferrovia Torino-Rivoli in L. 7,619, non lenendosi conto delle linee non ancora aperte all'esercizio nel 1 8 7 8 .
II prodotto chilometrico nelle diverse linee in esercizio nel mese di novembre 1879, confrontato con quello del novembre 1 8 7 8 , presenta le medie seguenti :
1879 1878 Ferr. dello Stato L. 2,119 L. 2,072
» di diverse Società
eserci-tate dallo Stato. . . . » 1,484 » 1,465 » Romane » 1,464 » 1,281 » Meridionali » 1,372 » 1,362 » Venete » 709 » 548 » Sarde . . . 404 » 367 » Torino-Lanzo . . . . » 1,105 » 1,070 » Torino-Rivoli . . . . » 1,066 » 1,000 » Settimo-Rivarolo . . . » 472 » 496 » Milano-Saronno-Erba. . » 728 » » » Conegliano-Vittorio . . » 655 » » Media complessiva L. 1,695 L. 1,640 Si ebbe dunque nel novembre 1 8 7 9 u n aumento di L. 5 5 . Tutte le linee aumentarono, f u o r c h é la Settimo-Rivarolo, c h ' e b b e invece una diminuzione di L. 2 4 . L ' a u m e n t o principale si ebbe sulle Romane in L . 1 8 3 , e sulle Venete in L. 1 6 1 . Il m i -nore aumento fu p e r le Meridionali in sole L. 10. Finalmente il prodotto chilometrico dal 1° g e n -naio a tutto novembre 1879, confrontato c o n quello
dello stesso periodo del 1 8 7 8 , presenta le medie seguenti :
1879 1878 Ferr. dello Stato L. 22,845 L. 21,767
» di diverse Società
eserci-tate dallo Stato. . . . » 15,915 » 14,962 » Romane » 15,439 » 14,480 » Meridionali » 14,146 » 13,288 » Venete » 6,852 » 5,515 » Sarde » 4,319 » 4,315 » Torino-Lanzo . . . . » 13,440 » 12,387 » Torino-Rivoli . . . . » 12,355 » 11,720 » Settimo-Rivarolo . . . » 5,641 » 5,981 » Milano-Saronno-Erba. . » 8,815 » » » Conegliano-Vittorio . . » 9,286 » » Media complessiva L. 18,115 L. 17,222 L' aumento della media generale pel 1879 è stato quindi di L. 8 9 3 .
Tutte le linee aumentarono, fuorché la S e t t i m o -Rivarolo, c h ' e b b e una diminuzione di L. 340. L'au-mento principale poi si nota sulle Venete in L . 1 , 3 3 7 , sulle ferrovie di proprietà dello Stato in L. 1,078, e sulla Torino-Lanzo in L. 1 , 0 5 3 ; l ' a u m e n t o mi-nimo si nota sulle Sarde in sole L. 4.
I FALLIMENTI
Ecco la circolare diretta dal guardasigilli ai p r e sidenti dei tribunali di commercio ed ai p r o c u r a -tori del re.
Roma, 21 febbraio 1880.
La piaga dei fallimenti, che intristisce il nostro commercio, è resa anche più deplorevole e fatale dalla lentezza delle procedure e dalle spese soverchie che esse assorbono a danno dei creditori già defrau-dati ed offesi nei loro interessi.
0 7 0 2 9 febbraio 1880 del tranquillo godimento dei frutti della frode, p e r
cui è ormai entrato nella coscienza pubblica, che in molti casi p u r troppo si faccia del fallimento una colpevole speculazione.
Ma la parola autorevole che, lamentando questi gravi disordini, invitava alla esalta osservanza della legge, ed i severi ammonimenti perchè più rigorosa e sollecita fosse l'azione dell'autorità giudiziaria sta-bilita dalla legge a tutela della pubblica fede, n o n hanno, a quanto pare, ottenuto dappertutto quei b e -nefici ed efficaci risultati c h e erasi in diritto di ot-tenere.
Il nuovo Codice di commercio, che io ho ripre-sentato all'esame del Parlamento, e cbe confido di vedere colla maggiore sollecitudine accolto, potrà colle più schiene e semplici forine della sua p r o -cedura riparare in gran parte ai lamentati disordini. Sento però che mancherei al mio dovere, se intanto 10 non cercassi di valermi di tutti i mezzi dalla legge attuale consentiti per menomare i pericoli ed il danno che minacciano ogni giorno la buona lède ed il c r e -dito del commercio. Credo perciò conveniente di prescrivere quanto segue :
1. Proposta un'istanza per dichiarazione di fal-limento, il cancelliere deve immediatamente preve-nirne il presidente, il quale coavocherà d ' u r g e n z a 11 tribunale perchè pronunci la sua sentenza.
La sentenza deve possibilmente essere pronun-ciata e pubblicata nella stessa udienza.
2. Importa che nelle nomine dei sindaci provvisori si eviti le designazione di persone che a b -biano prestato il loro ufficio di consulenti del fal-lito, o siano al medesimo legati da consuetudini familiari ; importa del pari di evitare che le scelte cadano sempre sugli stessi individui che si vedono di ordinario figurare nella qualità abituale di s i n -daci provvisori di quasi tutti i fallimenti : ma siano prescelti preferibilmente i maggiori e più interes-sati fra i creditori che abbiano fama di onestà e godano della pubblica fiducia.
3. Il giudice delegato è chiamato dalla legge ad accelerare e vegliare le operazioni e 1' ammini-strazione del fallimento. Egli è in obbligo perciò di provvedere c h e le operazioni per l'accertamento dell' attivo e del passivo del fallito, p e r la verifica dei crediti, per il giuramento di conferma, nei ter-mini indicati dagli articoli 6 0 7 e 0 1 5 del Codice di commercio, ed ogni altro atto preliminare al con-cordato, seguano nel minor tempo possibile.
Ove i sindaci manchino al loro dovere, egli deve richiamarli alla rigorosa osservanza della legge, chiederne o v e d'uopo la rimozione e procedere a n -che d'ufficio alla convocazione dei creditori per tutte le operazioni che possano occorrere.
4. Il giudice delegato provvedere perchè la relazione ilei sindaci, accenni o no a fatti cbe possono dar luogo ad accuse di bancarotta o di s e m -plice fallimento, sia subito comunicata al procura-tore del re, il quale procederà d'ufficio a tutte le investigazioni necessarie onde accertare quali siano le cause c h e diedero luogo al fallimento e promuo-verà ove d'uopo l'azione penale.
5. Quando i creditori si siano costituiti in stato di unione, il giudice delegato deve entro I' anno convocare d'ullìcio i creditori ed invitare i sindaci a dare il conto della loro amministrazione. Ove ciò non siasi effettuato il giudice delegato dovrà sulla
sua responsabilità provvedere immediatamente alla voluta convocazione.
Il giudice delegato dovrà inoltre almeno ogni due mesi richiedere dai sindaci u n a relazione del loro operato e riunire all'uopo i creditori per sottoporre ai medesimi i risaltati delle operazioni s i n -dacali.
6. I presidenti dei tribunali devono nel t e r mine di 1 5 giorni dalla data della presente c i r -colare inviare al Ministero di grazia e giustizia una nota di tutte le procedure di fallimento c h e si trovano tuttora aperte colle seguenti indica-zioni :
Nome, cognome, domicilio del fallito — Data della sentenza che dichiarava di fallimento — Nome, cognome e domicilio dei sindaci prevvisori e dei sindaci definitivi — S e siasi proceduto o no al c o n -cordato — Ove non sia avvenuto il con-cordato e i creditori siano passati allo stato di unione a qual punto si trovi la liquidazione del patrimonio — I n questo ultimo caso si dovrà indicare, se e quando i creditori si siano riuniti e quali deliberazioni siano state adottate.
Il Ministero confida c b e queste disposizioni sa-ranno rigorosamente osservate, e si riserva di ac-certarsene ordinando apposite ispezioni, e tenendo responsabili i presidenti e i giudici delegati della esatta loro osservanza.
Il ministro. A . V I L L A .
LA SISTEMAZIONE DEL DEBITO DELLA CITTÌ DI MADRID
Leggiamo nei giornali di Madrid c b e il Consiglio municipale di quella città, votò, con la debole mag-gioranza di u n voto, un regolamento del prestito1868.
Ecco, in forza di codesto regolamento, in qual ma-niera si procederà coi portatori di titoli del prestito in parola :
1°. A datare dal 31 gennaio 1 8 7 9 , tutti i paga-menti per interessi e per premi, nonché le estra-zioni per I' ammortamento, avranno luogo esatta-mente alle scadenze stipulate nelle obbligazioni del prestito.
L' estrazione del 1° gennaio 1 8 8 0 avrà luogo tostochè il presente progetto sarà legalmente a p -provato, ed il suo ammontare pagato in contanti.
2°. La liquidazione degli arretrati si farà alle con-dizioni seguenti :
a) I cuponi scaduti il 1° gennaio 1 8 7 9 e il I .9 gennaio 1880, come pure la metà del cupone scaduto il 1° gennaio 1 8 7 6 , saranno pagati in c o n -tanti
b) L e obbligazioni ammortizzate e non pagate fino
al 2 gennaio 1 8 7 5 , si pagheranno in 1 0 0 Ir. con-tanti e per ì premi c h ' e s s e rappresentano al di là di questa somma, sarà pagato il 2 5 0 | 0 contanti.
29 febbraio 1880 L' E C O N O M I S T A 11
d) I sei cuponi scaduti il 1° gennaio 1872, 1873,
1874, 1 8 7 3 , 1 8 7 7 e 1 8 7 8 e la metà del cupone scaduto il 1° gennaio 1 8 7 6 , come pure il 7 5 0 | 0 dei premi riportati dalle obbligazioni in tutte le estra-zioni fino al fine dicembre 1879, saranno conver-titi in Carpetas di Debito ammortizzabile senza in-teressi.
e) L'ammortamento del Debito ammortizzabile
sen-z'interessi si farà mediante acquisti, pei quali la Giunta consegnerà a datare dal 1 8 8 0 , la somma an-nua di 3 0 0 , 0 0 0 pezzette.
f ) Il pagamento degli interessi e d e l l ' a m m o r t a
-mento si farà alla Tesoreria municipale, a Madrid, in ragione di una pezzetta per franco.
Nuove pubblicazioni pervenute al
l'Economista
Interessi Genovesi. La succursale dei Giovi e la ta-riffa ferroviaria da Genova a Savona — Note di G. Remorino. Genova, tipografia e Litografia Pietro Pellas, 1880.
Annali di Statistica. Ministero d'Agricoltura, Indu-stria e Commercio. Direzione della Statistica Se-rie 2a Voi. 10 — 1879 — Roma, Tipografia Eredi
Botta, 1879.
Bilanci Comunali. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio — Direzione di Statistica — Anno XVI - 1878 — Roma, Tipografia Cenniniana, 1879.
L'Evoiution Economique du Dixneuriéme Siede. T h é o
-rie du Progrès par M. G. De Molinari. Paris, C. Reinwald, Libraire — Editeur, 1880.
L'Ordre Social. Revue Mensuelle des Sciences socia-les — 1 e Année — N. 1. Janvier 1880 — Paris, Auguste Ghio, Editeur.
Poste e Telegrafi. Sunto Bibliografico estratto dagli Annali di Statistica. Serie 21 Voi. 2° — Ministero di
Agricoltura, Industria e Comm°rcio, Direzione di Sta-tistica — Roma, Tipografia Eredi Botta, 1880.
Risposte al Questionario della Commissione Parla-mentare d'Inchiesta su II' Esercizio delle Ferrovie
Italiane, Strade Ferrate Romane. Firenze, stabili-mento di Giuseppe Civelli, 1880.
Discorsi del Ministro dei Lavori Pubblici A.
Bacca-rini. — Pronunziati al Senato nelle tornate del 22 e 23 gennaio 1880 — Abolizione graduale della tassa di macinazione del Grano — Roma, Tipogra-fia del Senato, Forzani e C. 1880.
Giorgio Arcoleo. — 11 Bilancio dello Stato e il Sinda-cato Parlamentare. —• Napoli, .Jovene, 1880.
Richard de Kaufmann. L ' A s s o c i a t i o n d o u a n i è r e d e l ' E u
-rope centrale. — Paris, Guillaumin, 1880.
Maurice Block. La France — Le departement — La commune. Entretiens famihers sur l'administration de notre pays. — Paris, Hetzel, 1880.
L. Simonia. L'éclairage a bon marche et les droits sur le petrole. —- Paris, Chaix, 1880.
Raoul Duval. L'agriculture et la liberté commerciale. — Paris, Charpentier, 1880.
Brac de la Perriere. L e S o c i a l i s m e . — P a r i s , 1880.
Pietro Merenda. La cassa di pensione per la vecchiaia in Italia. Palermo.
Annali di Statistica. Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio — Direzione di Statistica — Serio 2", Voi. 11, 1880. — Roma, Tip. Eredi Botta, 1880.
RIVISTA DELLE BORSE
Firenze, li 28 febbraio 1880 In questo momento in cui mercè le dichiarazioni pacifiche espresse nei discorsi reali di Londra, Vienna, Berlino, e Roma, le borse si trovano libere da serie preoccupazioni politiche, la questione più grave che domina tutte le previsioni, è quella di conoscere se il denaro si manterrà abbondante, come lo è oggidì. Attualmente una delle cause, c h e avrebbe potuto r i -d u r r e le risorse monetarie -dei mercati, cioè a -dire la possibilità di un nuovo prestito russo, è b r u s c a -mente scomparsa. Non è, c h e il progetto sia stato abbandonato, poiché esso costituisce una delle neeessite imperiose del tesoro, ma gli uomini cbe g u i -dano le finanze russe, sono troppo esperti e perspi-caci per comprendere c h e oggi le circostanze n o n permetterebbero di ricorrere con successo al credito delle diverse piazze d' Europa. Le operazioni di tal natura suppongono sempre, ed esigono u n certo grado di sicurezza e di calma, cbe lo stato politico della Russia non offre in questo momento. Il mercato fi-nanziario pnò essere adunque sicuro c h e da questo lato nulla verrà per qualche tempo, a diminuire ie sue disponibilità in denaro. P e r c h è questo possa man-tenersi abbondante è necessario anzi tutto, che non si facciano grossi pagamenti all' estero, e poi che la speculazione sia guardinga, e non esageri ie proprie forze. Il primo punto che potrebbe avverarsi, se si facesse sentire il bisogno di forti acquisti di cereali all' estero, non può destare grandi apprensioni, poi-ché le statistiche di importazioni, e il ribasso c h e va guadagnando terreno nei mercati granarj degli Stati Uniti, dimostrano che ìa maggior parte degli Stati europei sono abbondantemente provvisti. La seconda condizione appartiene a un altr'ordine di idee e dipende dalla saggezza degli operatori, dalle tendenze che si cercherà di sviluppare nel pubblico, e dalla direzione c h e prenderanno i capitali.
Ciò premesso passeremo al movimento della s e t -timana.
960 L' E C O N O M I S T A 29 febbraio 1880 di f r . -49,143,000; la circolazione di fr. 1 2 , 6 3 7 , 0 0 0 ;
le anticipazioni di f r . 4 , 1 8 9 , 0 0 0 ; i conti correnti del tesoro di f r . 5 , 9 6 8 , 0 0 0 , e i conti correnti p a r -ticolari di fr. 2 , 3 9 2 , 0 0 0 . I benefizi furono nella set-timana scorsa di f r a n c h i 5 6 7 , 0 0 0 .
In b r e v e h a luogo u n a nuova emissione di 1 5 , 5 3 2 obbligazioni del Canale di Suez al 3 0 | 0 c h e sa-r a n n o emesse a 3 3 0 , e sa-rimbosa-rsate a 5 0 0 .
A L o n d r a il d e n a r o continua ricercatissimo, e quindi lo sconto prosegue a rialzare. I consolidati inglesi da 9 8 5 | 1 6 declinarono intorno a 9 8 ; la rendita italiana ila 8 0 , 5 | 4 a 8 0 3 | 8 e la turca da 11 a 1 0 3(4. Il bilancio della Banca d ' I n g h i l t e r r a dava alla fine dell' ottavo precedente le seguenti c i f r e : in aumento il portafoglio di s t e r : 6 5 , 5 0 0 ; il conto del tesoro di 1 , 2 9 8 , 0 0 0 ; la riserva di 6 5 , 4 5 5 : in diminuzione fa circolazione di 8 2 , 4 0 0 ; il n u m e r a r i o di 7 , 7 9 9 e i conti particolari di 1 , 4 7 9 , 0 0 0 .
Le borse italiane trascorsero con la massima r i -servatezza, e quindi subirono le diverse oscillazioni v e n u l e d a l l ' e s t e r o .
La rendita 5 0 | 0 esordiva a 9 1 , 4 0 e p e r d e n d o giornalmente terreno, r i m a n e v a ierisera a circa 9 1 .
Il 3 0 | 0 n n m i n a l e da 5 5 , 2 0 a 5 5 , 3 0 .
La rendita turca saliva a Napoli fino a 1 2 , 1 0 . L e azioni della Banca Nazionale italiana da 2 2 9 3 declinavano a 2 2 7 5 ; il Credito mobiliare da 9 0 7 a 8 9 2 ; e la Banca Nazionale Toscana aggiravasi intorno a 7 3 0 . Il bilancio della Banca Toscana di Credito dava al 3 1 gennaio il seguente resultato : Cassa L . 6 , 4 5 8 , 2 4 9 , 8 4 . Portafoglio L . 6 , 3 1 8 , 1 0 1 , 1 3 ; anticipazioni L . 4 , 8 5 0 , 8 5 5 , 3 7 : Conti correnti a v i -sta L . 6 5 , 2 5 8 , 4 0 ; detti a scadenza L . 4 4 6 , 0 7 1 , 2 2 e la circolazione L. 1 2 , 6 7 9 , 5 9 0 .
L e azioni della Regìa Tabacchi deboli intorno a 9 3 4 , e le relative obbligazioni in oro nominali a 5 7 2 .
In valori ferroviari f u r o n o contratlate le obbliga-zioni centrali toscane a 4 6 0 ; le aobbliga-zioni meridionali a 4 1 6 c i r c a ; le obbligazioni livornesi C. D. a 2 8 9 , 2 5 e le n u o v e sarde a 2 8 0 .
Nei prestiti della città di Firenze il ! 8 6 8 a p r e m j ottenne 1 3 5 circa, e le delegaziqni 2 9 7 .
I napoleoni risalirono fino a 2 2 , 4 2 ; il F r a n c i a a vista fece da 1 1 1 , 9 0 a 1 1 2 , 1 0 , e il L o n d r a a 3 mesi da 2 7 , 9 2 a 2 7 , 9 6 .
NOTIZIE COMMERCIALI
Cereali. — Attualmente le operazioni in grano e granturchi non hanno grande importanza, e questo av-viene perchè mentre da un lato i compratori in at-tesa per l'avvenire di maggiori concessioni, non acqui-stano che per i bisog-ni correnti, dal canto loro i pos-sessori anziché cedere alle esigenze dei consumatori, preferiscono di non vendere. Di qui la calma che re-gna nella maggior parte dei mercati. Sull' andamento delle campagne specialmente dei seminati, le notizie proseguono eccellenti, e lasciano prevedere ubertosi raccolti. Il movimento della settimana è stato il se-guente : A Firenze i grani gentili bianchi ottennero
da L. 39 a 40. 50 al quint.; i rossi da L. 36.50 a 37. 50, e i granturchi nostrali da L. 29 a 29. 50. — A Livorno i prezzi praticati furono di L. 36. 50 a 37. 50 per i grani teneri Barletta ; di L. 36 a 37. 50 per i toscani bianchi ; di L. 35 a 37 per i marem-mani; di L. 29 a 30 per i granturchi nostrali; di L. 23. 50 a 24. 50 per detti di Braila e di Galaz, e di L. 24 a 25 per le fave grosse di Sicilia il tutto al quint. — A Bologna i grani ribassarono di 50 e i granturchi di 50 a 75 centesimi essendosi praticato per i grani di buonissima qualità da L. 37 a 37. 50 al quint.; per i granturchi esteri L. 22. 50 e per i no-strali L. 27. 50 il tutto al quint. — A Ferrara i prezzi praticati furono di L. 36 a 36. 50 per i grani fini fer-raresi, di L. 32 a 33. 50 per i Polesine ; di L. 27. 25 a 27. 75 per i granturchi indigeni, e di L. 22.75 a 23. 25 per i granturchi esteri. — A Yerona sostegno nei grani e nei granturchi nostrali; e completo abbandono per le provenienze dall'estero. — A Milano prezzi in-variati da L. 34. 50 a 36 per i grani ; da L. 24 a 27. 50 per i granturchi nostrali, e da L. 37. 50 a 43. 50 per il riso fuori dazio. — A Torino i grani ribassarono di 50 cent.; e ì granturchi di L. 1.50. — A Novara i risi nostrali furono contrattati da L 30.45 a 31.65 all' ettolitro. — A Genova molte vendite procorate in parte da facilitazioni. I grani teneri Berdianska fecero da L. 29.50 a 30.25 all'ettol. di chil. 83; i Maria-nopoli da L. 28.50 a 29; i Bessarabia e i Sebastopoli da L. 28.75 a 29; e i Polonia da L. 29 a 30. I gran-turchi nostrali furono venduti da L. 29. 50 a 30. 25 e gli esteri da L. 19, 75 a 20. 50 al quint. — In Ancona si fecero i medesimi prezzi dell'ottava scorsa. — A
Napoli in Borsa i grani di Barletta pronti, e per marzo
si contrattarono a L. 24.93 all' ettol. — A Bari i grani bianchi da L. 35. 50 a 36 al quint., e i rossi da L. 34 a 34.75.
Sete. — Da alcuni giorni le operazioni sono gene-ralmente molto ristrette, ma questa sosta non fu il prodotto di un vero e proprio malessere nella situa-zione dell' articolo, ma bensi la conseguenza degli ab-bondantissimi acquisti fatti nel decembre, e nella prima metà del mese scorso. — A Milano gli organzini su-blimi milanesi 18(20 si venderono a L. 86 al chilog.; i belli correnti 18(21 da L. 83 a 84; i correnti 22(22 a L. 79; le trame classiche L. 84; le sublimi 20(24 da L. 80 a 81 ; le correnti a L. 78 e le greggio 9(11 da L. 72 a 73. — A Torino non si fecero affari di ri-lievo perchè i detentori non vollero concedere le 2 o 3 lire di ribasso richieste dai compratori. — A Lione pure l'ottava trascorse affatto insignificante, ma i prezzi particolarmente per gli articoli fini, si manten-nero sostenuti. Fra le vendite conchiuse abbiamo no-tato organzini italiani strafilati 18(20 di second'ordine venduti a fr. 78 e le greggie di Toscana 9(11 di se-cond" ordine a fr. 70.