G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E
SCIEN ZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO. BANCHI, F E R R O V IE . IN T E R E S S I
Anno VII - Voi. XI
Dom enica 19
I NOSTRI BILANCI
i( M inistero d'A grieoi1 u ra In d u stria e Com m ercio) Nel prendere brevemente in esame i nostri bi lanci, è nostro intendimento di fermarci un po’ di più su quelli die possono offrire un maggiore in teresse per i cultori delle discipline economiche, come porta l’ indole del nostro giornale. Ed è ap punto per questo che incominciamo dal bilancio del Ministero di agricoltura, industria e commercio, di questo Ministero che in generale suole riguardarsi quasi di secondo ordine, quasi un campo di prova pei principianti. A sostegno di una tèsi opposta, noi non citeremo l’esempio del Gran Cancelliere tedesco il quale ha assunto il Ministero del commercio, poi ché è chiaro dove egli tende e dove crede di arri vare colle sue teorie protezioniste, audacia nuova e secondo noi non destinato ad essere favorita dalla fortuna, ma citeremo piuttosto esempi paesani, ri cordando come il conte di Cavour, grande fautore delle economiche libertà, illustrasse sè stesso e r e casse notevoli benefizi al suo nativo Piemonte al lorché resse quel dicastero, e come l’on. Minghetti non sdegnasse nel 1869 di assumere quel portafo glio. S ’ intende bene che il Governo non deve porre ostacoli di sorta all’azione dei privati, ma è certo altresì che dove, come da noi, le vecchie abitudini e la mancanza di iniziativa degli individui manten gono l’agricoltura, l’industria e il commercio in una relativa inferiorità, il Governo possa utilmente aiu tare lo sviluppo di queste fonti della prosperità na zionale, con quei mezzi che sono conformi alla sua natura.
Ciò premesso, diremo che il Bilancio del Mini stero di Agricoltura, Industria e Commercio votato dalla Camera si riassume così:
Totale d Ila spesa ordinaria L. 8,021,398.45 Totale della spesa straord. » 547,205. 00
L. 8,6827525738 Il Ministero aveva proposto L. 8,654,525.38, onde la differenza in più è di lire 28 mila, che è quanto dire che la Camera ha quasi del tutto approvato il disegno di legge presentato dal Governo. La cifra votata dalla Camera supera pertanto di sole L. 52,000 (cifra tonda) quella stata approvata nel bilancio ul timo di definitiva previsione, incluso l’aumento del decimo per compito sessennio di stipendii, ecc. Inol tre da questa somma dovrebbero detrarsi L. 113 m. e più che figurano come partite di giro, e L. 3 mi lioni e più che servono all’Economato Generale, il
Dicem bre 1980
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quale, come dice la relazione, della Commissione parlamentare serve alla sua volta o servir dovrebbe per le somministrazioni necessarie a nove altri Mi nisteri. Quindi è che secondo le proposte ministe riali accolte dalla Camera colla differenza suaccen nata, si avrebbe una cifra complessiva di meno di cinque milioni e mezzo, cifra assai modesta di fronte all’ ampiezza e varietà di servizi, a cui quel dicastero deve attendere e di fronte a quello che si spende in altri paesi per altro titolo.
Qui ci pare di dover rilevare una osservazione che troviamo nella relazione della Giunta parlamen tare, la quale accenna le opinioni opposte e conclude per lasciare le cose come sono. E lasciandole come sono, è vero che al Governo occorre per questo lato più sapienza che denaro, perchè in generale gli si chiedono più consigli che aiuti, ma riputiamo che sarebbe opportuno tornare sull’ argomento delle at tribuzioni dei varii Ministeri, poiché è certo che da una parte il Ministero di Agricoltura e Commercio potrebbe più utilmente soprintendere a certi rami di servizio e a certi lavori, come è certo dall’ altra che alcuni servizi anderebbero meglio se non vi fossero impegnati più Ministeri, tanto da doversi r i petere il proverbio volgare, che i troppi cuochi gua stano la cucina. Ma lasciamo una questione teorica che qui sarebbe fuori di posto. Anche la Commis sione partì dal concetto di non compromettere l’av venire, mantenendo le spese ormai stanziate in bi lancio e opprovate dalla Camera, e rivolgendo la propria attenzione alle variazioni introdotte dopo il bilancio ultimo di definitiva previsione o a qualche speciale argomento, sul quale la Camera aveva fatte delle raccomandazioni.
1634 L’ E C O N O M I S T A
quando verrà la relazione della Commissione d’in chiesta, ma promise altresì di tener conto di quella raccomandazione che non riguardava soltanto il pre sente, ma anche l’avvenire.
Il capitolo riguardante il fitto di locali fu appro vato in lire 43,000, se non che 1' on. ministro si riservò di tornare alla Camera per chiedere di es sere autorizzato a spendere per nuovi locali, e que sto perchè al suo dicastero verrà aggregata la parte della statistica civile e penale ed anche la statistica amministrativa, e più sarà impiantata la statistica per le cause di morte. E noi crediamo che a suo tempo la Camera non ricuserà la spesa, poiché ri teniamo che sia un vero bisogno di perfezionare 1’ ufficio della statistica, che sotto la direzione del l’egregio Bodio ha dato risultati notevoli, ma di cui egli per primo ha sempre notato la insufficienza.
La Camera approvò senza discussione il capitolo 10, Agricoltura, colonie agricole, scuole, poderi, istru zione, esposizioni, esperienze, medaglie d’ onore ed ispezioni in lire 339,940 e il capitolo 11, Razze equine in lire 873,000. Noi diciamo il vero che troviamo deplorabile questo che è ormai diventato un sistema, poco ci imporla che sia colpa dell’ Assemblea o del Ministero — e lo è or dell’ una or dell’ altro secondo i casi — il sistema, vogliamo dire, di volare i bilanci a tamburo battente. La camera si dà sovente il lusso di lunghe discussioni sulla politica estera o interna, delle quali può dirsi che molte volte lasciano il tempo che trovano, e trascura quella che sarebbe in un governo rappresentativo la sua più importante e le gittima occupazione, l’ esame dei bilanci. Lasciamo considerare ai nostri lettori quante importanti que stioni si racchiudano nel capitolo 10. Quanto al ca pitolo d i. non sapremmo non approvare la racco mandazione fatta al Governo dalla Commissione di studiare affinchè la spesa o sia regolata meglio o sia tolta o convertita in premi a privati allevatori e a chi sappia riprodurre cavalli di buon sangue. 1 la menti sono molli e gravi, e il Governo deve ottem perare all’ ordine del giorno del 4 dicembre 1879. Noi non siamo certo competenti a giudicare se tutti i lamenti siano giustificati, ina incliniamo a credere che in generale non siano senza fondamento; sem brandoci ovvio che la riproduzione e l’ allevamento dei cavalli debbano farsi meglio da coloro che vi abbiano un particolare interesse.
Commissione e Camera si sono assai occupati dei boschi, trovando che quanto all’ applicazione della legge forestale 20 giugno 1877 e al relativo rego- lamento non sono irragionevoli i lagni di coloro che dicono che in tre anni non si è progredito molto per il vincolo delle foreste, per l’ ordinamento del per sonale di custodia e per la polizia forestale. E in tanto la scure continua ad abbattere le selve, e a ciò si attribuiscono molti disastri. Il relatore chiede a! Governo che la legge sia rispettata e applicata e che si mantengano inviolati e sacri i boschi, che ser vono alla salubrità dell’aria e per la difesa dei ter reni e delle persone. E simili raccomandazioni si ripetono da molti onorevoli deputati, parecchi dei quali pensano che la logge anderebbe modificata e che per ora ha fatto più male che bene. L’ uno grida che il male dipende dall’ essersi caricate le provin ole della spesa delle guardie forestali ; I’ altro dice che il decreto reale ha create molte sperequazioni; un terzo trova che gli uffici forestali debbono essere composti di gente abile e pagata bene e non di
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persone rispettabili, ma che hanno da pensare a troppe altre cose per occuparsi dei boschi ; un quarto finalmente vuole i rimboschimenti..E il ministro os serva che ci vuole del tempo perchè la legge dia i suoi frutti, promette una relazione per la fine del mese, e conclude che per far tante cose ci vogliono molti danari e che egli ne ha pochi a sua disposi zione. Al che il relatore on. Merzario risponde che si tratta di più di un milione che va quasi tutto a pagare un personale che dovrebbe fare qualche cosa. Noi non rientreremo nella questione della legge fo restale, ma non possiamo a meno di dire che tutta la discussione avvenuta alla Camera ci sembra ab bia in sostanza confermato quello che abbiamo so stenuto reiteratamente, e cioè la inefficacia di una legge forestale. Per ora almeno ci pare che i fatti ci abbiano dato anche una volta ragione.
Il ministero accrebbe di alcune migliaia di lire il bilancio per gli incoraggiamenti alla industria na zionale dei tabacchi, che sembra bene avviata, e pei tentativi d’ introdurre nelle nostre campagne un be stiame più robusto. Quanto al capitolo 19, Istituti superiori e scuole d’arti e mestieri, rimase appro vato in L. 362,280 (spese fisse) e L. 66,600 (spese variabili). Dalla breve discussione avvenuta alla Ca mera, risulta che il Ministero si è mostrato benevolo con alcune scuole recentemente sorte per iniziativa privata, e fra queste le scuole commerciali femmi nili di Napoli, di Siracusa, e di Firenze. La qual cosa ci sembra lodevolissima, poiché pensiamo che se fu provvido aprire alle donne la carriera dell’ insegna mento elementare, oggi occorre schiudere loro di nanzi qualche altra via, perocché in quella l’offerta supera la domanda, oltreché per fare la maestra occorrono speciali attitudini. Ci è parso corretto che 1’ on. Ministro voglia attendere una chiara manife stazione dell’ opinione pubblica circa alla idea di una esposizione universale a Roma, e ci è piaciuto del pari che si sia stanziata una maggiore somma di !.. 21,000 colla quale più che in passato si po tranno eccitare specialmente i piccoli comuni ad aprire concorsi agrari.
L ’ on. Fortunato richiamò l’attenzione del Governo sulla questione del reparto dei beni già dichiarati demaniali nelle provincie napoletane, notando che la questione demaniale è continua sorgente di liti, di perturbazioni, d’incertezze nei titoli stessi di pos sesso privato, e fomite di discordia e di corruzione in quasi tutti i comuni delle sedici provincie me ridionali ili terraferma. L’ on. Fortunato concluse che il Governo veda se sia il caso di una legge eccezionale per guarire il malanno di quella che egli chiama una guerra civile. Il Ministro ha assi curato 1’ on. deputato che il Governo si preoccupa della questione e che è perciò in trattative col col lega guardasigilli, ma ha aggiunto che le difficolta sono gravi e che occorre molto studio per stabilire i concetti cardinali che dovrebbero informare un diségno di legge. Noi pensiamo che la quistione sia grossa, ma pensiamo altresì che non convenga cor rere a fare leggi eccezionali che quando la necessità ne sia assolutamente dimostrata.
19 dicembre 1880 L’ E C O N O M I S T A 1635
agricoltura, il ministero proponeva lire 95,000, la Commissione 30,000. A questo capitolo era stala ri mandata, come abbiamo detto, la discussione del cap. 9 della parte ordinaria (agricoltura, spese fisse). Niuna meraviglia se quel dissenso ha provocata una discussione non breve. Oratori delle varie parti della Camera hanno parlato con molta competenza, dimostrando come T impianto di simili scuole possa riescire utilissimo all’ incremento dell’ agricoltura e delle industrie che in particolar modo vi si ricolle gano come l’ industria enologica e l’ industria degli olii. Una questione gravissima era stata sollevata dall’ on. Cattani-Cavalcanti circa al modo di venire in aiuto alle scuole di cui è parola, ma poiché egli rititò il suo ordine del giorno dopoché il ministero ebbe osservato che fino dal giugno presentò un di segno di legge per le scuole agrarie, ci riserbiamo anche noi di tornare sull’argomento quando verrà in campo la discussione intorno al loro ordinamento. Di fronte al bilancio, ci limitiamo a dire che pare a noi clic la Camera abbia avuto ragione di acco gliere la proposta ministeriale.
Gli effetti de! Corso Forzoso
Abbiamo promesso ai nostri lettori di dar loro ulteriori ragguagli sulla recente pubblicazione del Ministro delle Finanze intorno agli effetti del corso obbligatorio dei biglietti di Banca; e manteniamo la nostra parola togliendo alcune cifro da quell’im portante lavoro.Tra i pagamenti che il Tesoro deve fare fuori del Regno, uno dei più grossi è quello del servizio del debito pubblico ili cui si pagano nelle piazze estere gli interessi per mezzo di Case Bancarie. Siccome tali pagamenti debbon esser fatti in oro, e f oro deve essere acquistato nella massima parte dello Stato, è evidente che tanto maggiore sarà l’ aggio o la perdita per le finanze pubbliche, quanto maggiore sarà la somma che lo Stato deve pagare all’ estero.
E quindi, senza dubbio importante rendersi ra gione se queste somme abbiano tendenza all’ au mento od alla diminuzione, e se lo Stato disponga di mezzi crescenti o decrescenti per far tali saldi od almeno per diminuire la perdita conseguente.
Sotto i diversi titoli di : consolidato 5 e 3 0[0 al portatore, e 5 e 3 0|0 nominativo; — Monte Lom bardo-Veneto; — Prestito Lombardo-Veneto 5 0|0 del 1850 e del 1859; — Prestito pontificio 5 0,0 del 1857, 1860 e 1864; — ed obbligazioni della strada ferrata Torino-Savona-Acqui, lo Stato ha do vuto pagare nel triennio 1 8 7 6 -7 8 le seguenti somme
1876 . . . L. 6 8 ,4 6 1 ,3 7 5 .2 6 1877 . . . » 7 6 ,5 1 9 ,8 6 3 .4 9 1878 . . . » 76,98 0 ,4 2 8 .0 6
a cui aggiungendo le spese varie come: interessi in conto corrente, sconti di effetti, perdite sulle ri messe e monete rifiutate, trasporto di fondi, prote sti, bolli, inserzioni nei giornali, tasse postali, tele grammi ec<\, le quali spese ascesero nel 1876 a L. 2 2 ,4 8 1 .8 2 , nel 1877 a L. 64,070.21 nel 1878 a L. 7 7 ,4 0 9 .0 3 ; ed aggiungendo ancora le spese di commissione che ascesero nei tre anni a Li
re 2 4 8 ,1 3 6 .8 6 , L. 2 7 5 ,0 9 1 .9 6 , L. 2 0 9 ,7 0 2 .4 5 si hanno i seguenti totali di pagamenti pel servigio del debito pubblico fatti a Parigi per mezzo della Casa Bancaria Rothscbild fratelli :
1876 . . . L. 6 8 ,7 3 1 ,9 9 3 .9 7 1877 . . . » 76,85 9 ,0 2 3 .6 6 1878 . . . » 7 7 ,3 47,619.57
le quali cifre dimostrano che nel triennio stesso tali pagamenti aumentarono dal primo al terzo anno del periodo di quasi un l|6.
Non però tutti i titoli aumentarono; ma dimi nuirono: il consolidato 3 0|0 al portatore da Li re 9 2 5 ,1 2 7 .2 9 a L. 8 8 4 ,8 4 5 .8 8 ; il Monte Lom bardo Veneto da L. 1,337,821.68 a L. 7 9 6 ,8 7 9 .1 4 le obbligazioni della strada ferrata Torino-Savona- Aqui da L 1 0 8,210.90 a L. 9 2 , 3 4 6 . 2 8 ; — mo stra invece una intermittenza il Prestito Lombardo- Veneto 5 0|0 del 1850 il quale nel 1876 esigeva il pagamento di L. 83,666.97, nel 1877 L. 94 ,2 8 0 .1 5 , nel 1878 di L. 8 7 ,1 5 4 .5 0 ; — sono stazionari o quasi il Monte Lombardo Veneto (L. 250,000), ed il Prestito pontificio 5 0t0 del 1857 L. 7,779,940. 49 (1876). L 7,819,184.50 (1877), L. 7 ,8 8 0 ,0 7 6 .4 4 (1878); infine segnano aumenti: il consolidato 5 OjO al portatore, il quale occupa la cifra più grossa di tali pagamenti cioè:
1 8 7 6 ...L. 53,882,702. 93 1 8 7 7 ... » 6 0 ,4 7 3 ,5 7 1 .8 7 1 8 7 8 ...» 62,504,139. 62 il che equivale in tre anni ad un aumento del 20 per 100 sulla cifra del primo anno; — il prestito Lombardo-Veneto 5 per 100 del 1859 da Li re 1,795,270. 75 a L. 2,141,834. 53 e quello pon tifìcio pure 5 per 100 del 1860 e 1864 da Li re 2,298,634. 25 a L. 2,342,851. 67. Possiamo.quindi concludere che il consolidato 5 per 100 al portatore causa dal solo tutto l’aumento del 20 per 100 di questa categoria di pagamenti.
Esaminando ora le spese state necessarie per i pagamenti delle somme anzidette esse sommarono
nel 1876 a ... L. 270,618. 71 1877 ... « 335,162. 17 1878 ...» 3 6 7 ,1 9 1 .5 1 Paragonale queste cifre ai pagamenti che si do vevano fare, risultano le seguenti proporzioni : nel 1876 le spese ammont. a L. 0 . 3 9 per ogni 100 lire
1877 id. » 0 . 4 3 ' id.
1878 id. » 0. 46 id.
Di queste somme però le spese varie furono nei tre anni più che triplicate, cioè nel 1876 erauo di L. 22.501. 00, nel 1877 salirono a L. 6 4,078.18, e nel 1878 a L. 9 0 , 4 0 9 , 9 2 ; tra le quali spese figu rano bensì nel 1878 L. 12 292. 25 alla Commissione pel cambio delle obbligazioni pontificie del 1857, e vi sono degne di nota L. 3 9 ,1 7 6 .1 5 di interessi in conto corrente, che non erauo rappresentati da alcuna cifra nel 1876 e L. 3 6 ,1 7 5 .4 0 di bolli che nel 1876 erano solo L. 1 4,355.35.
Sulla spesa per C om m ission i; peramore di bre vità noi non noteremo qui se non quella cifra che riguarda il consolidato 5 per 100 al portatore: le spese di commissione furono:
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Oltre a questi pagamenti, che sono i più impor tanti, la Casa Rothschild ne fece anche altri pella Direzione generale del Tesoro e per la Direzione generale delle Gabelle, le quali sono però di poco 1 conto ove si eccettui quella di L. 1,003,890 73 per rate arretrate di rendita pagate nella conversione delle obbligazioni dello Strade ferrate romane in con solidato 5
0|0-In quanto agli altri Ministeri, essi pagarono per mezzo della Cassa bancaria stessa le seguenti cifre : Ministero della guerra per missioni, fitto di locali e spese diverse per la legazione di Parigi :
1876 1877 1878
L. 32,000 00 L. 38,686 40 L. 72,925 96 il Ministero della istruzione pubblica per I’ Istituto j internazionale a Parigi per il perfezionamento ed uni ficazione del sistema metrico :
1876 1877 1878
L. 47,322 40 L. 7,472 00 L. 9,963 00 quello dell’ interno, per missioni all’estero nel 4876 j e per concorso all’ Esposizione Universale di Parigi del 1878:
1876 1878
L. 5,000 00 L. 616,500 00
quello dei lavori pubblici per il genio civile, acqui sto di fanali per i porti e fari, rotaie per le Strade ferrate, macchine e corrispondenze internazionali colla Francia pei telegrafi e le poste :
1876 1877 1878
L. 796,419 59 L. 626,242 72 L. 617,596 39 11 Ministero della guerra, per acquisto di cannoni, macchine ed altro per l’artiglieria :
1876 1877 1878
L. 1,717,859 43 L. 11,410 36 L. 403,214 80
7 I
Il Ministero della marina per noli e trasporti, per j artiglierie, navi in armamento, macchine, carbon fossile, libri, strumenti, ecc.
1876 1877 1878
L. 660,310 82 L. 2,922,562 59 L. 4,314,590 38 Finalmente il Ministero di agricoltura industria e commercio per materiali e strumenti al Museo in dustriale di Torino, per gli uffici di metereologia, per concorso alla Esposizione Universale di Parioi
del 4878: s
1876 1877 1878
L. 3,828 50 L. 40,324 30 L. 423,433 59 Tutti questi pagamenti per un somma comples siva nel
1S76 di L. 71,819,563.60 Spese L. 279,152.90 Totale L. 72,098,716.50 ! 1877 » 80,671,714.43 > 358,032.63 » 81,024.767,06 1878 » 83,848,445.80 » 390,082.89 ». 84,238,528.69 j
e quindi, nella proporzione la spesa col pagamento ! pel 1876 del 0,38 0|0, pel 4877 del 0,43 0|o, nel 1878 del 0,47 0|0, tutti questi pagamenti, come ab hiamo detto furono eseguiti dalla casa Rothschild di Parigi.
Ma a Parigi stesso lo Stato si servi oltre dalla i casa Rothschild, anche della società generale di ere-
j
dito industriale e commerciale, e della società per | favorire lo sviluppo dell’ industria e del commercio in Francia ; queste due società fanno por conto dello Stato i seguenti pagamenti ; la prima per interessi 3 0[0 ed ammortamenti della strada ferrata Vittorioj
Emanuele, e delle obbligazioni 6 0|0 dei Canali Cavour, nel
1876 di L. 3,019,496.35 Spese L. 37,488,28 Totale L. 3,056,981.63 1877 > 2,836,678.25 » 8,321.95 » 2,844,960,20 1878 > 2,895,000.65 » 12,440.25 » 2,907,440.90
il che equivale nel rapporto tra le spese e le somme che si dovevano pagare: pel 1876 all’ l , 24 per cento, (notiamo che per il 1876 vi sono L. 28,000 di spese per la commissione del cambio delle cedole, senza di che la quota percentuale si ridurrtibbe a L. 0,31) pel 4877 al 0,29 e pel 1878, al 0,42 per cento. Per la seconda i pagamenti invece furono :
1876 di L. 2,121,962.32 Spese L. 5,493.92 Totale L. 2,127,456.24 1877 » 2,178,271.55 » 5,337.20 » 1
,
183,608.75 1878 » 2,090,166.19 » 5,397.85 » 2,095,564 04cioè le spese importarono nel 1876 il 0,25 0|0, nel 1877 il 0,24 0|0 e nel 1878 il 0,2 6 0|0-
Vediamo ora sommariamente gli altri pagamenti fatti nelle altre piazze estere e le cifre relative delle spese.
La casa C. I. Hambro e figli di Londra pagò per conto dello Stato italiano a Londra stessa le se guenti cifre :
1876 di L. 13,964,987 Spese L. 54,312.75 Totale L. 14,019,250 1877 » 11,483,619 » 51,409.00 » 11,537,028 1878 » 11,033.164 _ » 77,088.00 » 11,110,252
Il che equivale nelle spese precentualmente nel 1876 al 0,39 per cento
» 1877 » 0,45 » » 1878 » 0,69 »
Questi pagamenti della Casa C. I. Hambro e figli ese guiti a Londra per conto dello Stato ebbero per titoli: — interessi ed ammortamento del prestito Hambro 5 per cento per quasi tre milioni e mezzo di lire; — interessi ed ammortamenti delle obbligazioni della strada ferrata Maremmana per circa due milioni; — id. per le obbligazioni dei canali Cavour per circa un milione e mezzo; e quindi fitti dei locali per le legazioni ed i consolati, acquisti di materiali ed altro per il Ministero dei lavori pubblici e per quello della guerra e della marina ecc.
Oltre la Casa Hambro a Londra fece pagamenti anche la Casa Rothschild e figli però in piccole pro porzioni; difìatti non si hanno che le seguenti cifre: 1876 L. 74,992,50 Spese L. 398,95 Tot. L. 75,391‘55 1877 » 65.548,50 id. » 378,75 id. » 65,927,25 1878 » 3,939,00 id. >» 26,00 id > 2,965,00 Le spese adunque furono del 0 5 3 0|0 nel 4876, del 0,57 nel 1877, del 0,6 6 nel 1878.
Finalmente per il prestito contratto nel 1836 dal- l’ ex duca di Lucca la Casa Rothschild fece a Fran coforte i seguenti pagamenti ;
1876 L. 92,159,20 Spese L . 682,08 Tot. L. 92,841,28 1877 » 92,159,20 id. » 674,24 id. » 92,833,44 1878 » 82,159,20 id. » 644,05 id. » 92,803,25 Dal che si ricava in quanto alla proporzione delle spese la seguente procentuale : 1876 del 0 ,7 4 0|0, 1877 del 0,73, 1878 del 0,69.
Ora noi abbiamo messe insieme queste cifre ri cavandole dal lavoro ministeriale, solo per farci una idea della proporzione delle spese che costarono i diversi pagamenti; li riassumiamo nel seguente pro spetto :
Società Società Gen. di Credito per lo sviluppo ere
19 dicembre 1880 L’ E C O N O M I S T A 1637
Anni Casa Hambro
a Londra Casa Rothschild a Londra Casa Rothschild a Francoforte s/M
1876 0,39 0,0 0,53 0,74
1877 0,43 » 0,57 0,73
1878 0,69 » 0,66 0,69
Dal quale prospetto rileviamo che i pagamenti meno costosi furuno quelli che si eseguirono a Pa rigi per mezzo della Società per lo sviluppo della industria e del commercio in Francia, i più costosi quelli fatti a Francoforte s/M. per mezzo della Casa Hothsehild.
LA RELAZIONE M IN ISTER IA LE
SOI PROVVEDIMENTI PER L’ ABOLIZIONE DEL CORSO FORZOSO
{Coni, e fin e vedi i n u m eri precedenti) Due altre condizioni la relazione ravvisa neces sarie per conseguire efficacemente l’ estinsione del corso forzoso; cioè che le previsioni dell’ avvenire siano ugualmente buone così dal lato politico come pei rispetti economici, e che l’ aggio sia cessato in tieramente qualche tempo prima della effettiva ri presa del cambio metallico. Noi aggiungiamo che la prima di queste condizioni si compenetra in certa guisa con quella di cui parlammo nel numero pas sato, concernente il corso del cambio a noi favore vole, perchè ognuno comprende che se la minaccia di gravi perturbamenti si manifestasse sul nostro orizzonte, gli stranieri si affretterebbero a rimandarci la nostra rendita ed a riprendersi I’ oro datoci in cambio; la seconda è condizione essenzialissima e la relazione ci sembra che dia forse ad essa un’impor tanza minore di quella che essa deve avere.
Infatti il ministro manifesta chiaramente I’ inten zione di contribuire alla sparizione dell’aggio surro gando i biglietti col mettere in circolazione la massa metallica procacciatasi dall’ imprestito, servendosene pei pagamenti ordinarli del governo, prima ancora che i biglietti siano resi convertibili in oro mediante il cambio a richiesta. Orbene noi crediamo che que sto sarebbe gravissimo errore e che non un solo marengo dei 600 milioni del nuovo mutuo dovreb bero uscire dalle casse governative, finché 1’ aggio non fosse completamente sparito. Sia pure 1’ aggio principalmente dovuto alla quantità della carta e al grado di fiducia nella sua conversione finale in me tallo, come crede la relazione, o sia, come crediamo noi, principale cagione dell’ aggio in Italia i bisogni di oro dei quali le relazione non tien conto suffi ciente, perchè dimentica i pagamenti in oro che de vono farsi all’ interno e per quelli da farsi all’estero si tranquillizza col calcolo molto fallace con cui de traendo l’ ammontare dell’ aggio dal corso dei cambi si mostrano questi a noi favorevoli ; qualunque sia diciamo la cagione dell’ aggio, finché esso persiste, il gettare delle somme d’ oro sul mercato è lo stesso che darle in preda agli speculatori, i quali le fac ciano emigrare col duplice danno di una spesa inu tile per parte dello Stato e di una restrizione nella circolazione del paese, per quella parte dei biglietti che fosse stata riscattata.
Il governo non ha che una sola via corretta da seguire che accenniamo per sommi capi, ma che
disgraziatamente non sembra esser quella che esso si è proposta. Aspettare che la certezza del ritorno alla circolazione metallica e i provvedimenti da prendersi per diminuire nel paese i bisogni d’ oro, come ad esempio la rinunzia alla esazione in oro dei dazi doganali producano la totale equiparazione del prezzo della carta a quello del metallo. Far sì che questo evento si verifichi lentamente e grada tamente e non a forti sbalzi come è successo in queste ultime settimane. Cominciare a rimettere in circolazione la moneta divisionaria più sollecita mente che sia possibile. Preparare alla carta ban caria la possibilità di una elasticità maggiore per il caso che ilei corso dell’ operazione dovesse verifi carsi qualche improvvisa restrizione del mezzo cir colante, elasticità ohe non pregiudichi il periodo di raccoglimento in cui le banche dovrebbere entrare nell’ ultimo momento dell’ operazione, nel momento cioè in cui il biglietto consorziale divenisse con vertibile in oro mediante il cambio a richiesta. Fa vorire così il ristabilimento delle correnti metalli che nel paese, le quali si ripristinerebbero appena fosse assicurata la sparizione definitiva dell’ aggio, ed in quel momento soltanto aprire lìberamente gli sportelli delle Tesorerie al baratto e moderatamente ancora ai pagamenti in moneta metallica.
Dove consentiamo pienamente con la relazione è nel valutare i benefici effetti della cessazione del corso forzoso e nel ritenere esagerati i timori di danni momentanei che l’abolizione del corso forzoso possa recare alle industrie italiane. Molte industrie che devono provvedere all’ estero gran parte delle loro materie prime e degli apparecchi più costosi si avvantaggeranno assai dalla cessazione dell’aggio, le tariffe ferroviarie italiane che rappresenteranno un peso maggiore quando l’aggio sia scomparso potranno essere opportunamente ribassate, lo eleva mento reale nel prezzo dei salari che resteranno no minalmente allo stesso livello o impiegheranno mollo tempo a discendere sarà largamente compen sato alle industrie dalla maggior produttività della mano d'opera meglio rimunerata e qui la relazione entra in opportuni raffronti statistici, non nuovi ai nostri lettori, per dimostrare quanto sia maggiore la produttività degli opifici esteri in proporzione dei pesi che deve sopportare il fabbricante e special- mente dei salari, sebbene il prezzo di questa sia in una misura più elevata. Per di più poi i nostri fab bricanti fruiscono di un regime doganale eccezio nalmente favorevole, qual è quello della nostra ta riffa generale modificata dal solo trattato con l’ Au- stria-Ungheria, regime che il legislatore no,n ha mai creduto dovesse essere definitivo, e le industrie ma nifestano in generale anco all’ estero un raovimepto di ripresa che tende ad aumentare il prezzo dei salari.
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moneta divisionaria sono stati coniati 156 milioni, dei quali 25 si trovano sempre nelle casse del Te soro e 33,8 quasi interamente nelle casse della Banca Nazionale, fra i quali ultimi sono compresi 13 mi lioni che lo Stato ha ricevuto dalla Francia in conto delle monete divisionarie che si è obbligato a ritirare con la convenzione del 5 novembre 1878 e che ha provvisoriamente permutato con la Ba' ca riceven done in cambio tanti scudi per L. 10,374,951. Qui la relazione si diffonde nei particolari della conven zione del 1878 spiegando come in luogo dei 100 milioni che si supponevano circolare negli Stati del - 1’ Unione Latina la Banca di Francia incaricata di raccoglierli non ne abbia trovati che 79. Altri 16 milioni di queste monete dovranno esser ritirate dal Governo italiano alla fine dell’ anno corrente, ed i rimanenti 49 milioni dovranno ritirarsi in tre rate uguali scadenti ciascuna nei tre anni prossimi, po tendo il Governo, se vuole, chiederne ancora la consegna immediata.
Saranno tutti insieme 146 milioni di moneta di- visionaria, compresi i 10 di proprietà esclusiva delle Banche ed i 14 che il Governo ha tuttora la fa coltà di far coniare. Come si vede vi sono circa 24 mdioni che mancano per raggiungere la cifra delle passate coniazioni, di cui una parte è forse tesoreggiata fra noi e negli altri paesi dell’ Unione Latina, ma una parte più considerevole rappresenta monete andate in lontani paesi o scomparse per consumo, smarrimento o rifusione.
Quanto alla moneta di bronzo ne sono stati co niati 76 milioni per rispondere alle esigenze mani festatesi dopo ¡1 1866, ma prima non ve ne erano in circolazione che 21 milioni. Una parte di questa moneta è pure consumata o smarrita, e invece dei 21 milioni che bastavano prima del 1866 ne occor reranno probabilmente in circolazione una quaran tina per l’estensione maggiore del Regno e per sup plire alla moneta d’argento divisionaria che sarà forse un poco deficiente. Circa 35 milioni rifluiranno perciò nelle casse del Tesoro, il quale, poiché il va lore intrinseco di questa moneta equivale solo ad un sesto del suo valor nominale, dovrà sostenere a questo titolo una perdita di circa 30 milioni alla quale potrà sopperire con la presente giacenza in fruttifera di argento divisionario e di argento dei passati governi senza che occorra fare assegnamento alcuno sui fondi provenienti dall'emissione del nuovo consolidato.
Vi sono inoltre le monete degli antichi Stati ita liani di cui si può valutare tuttora una giacenza in paese di 140 milioni basandosi sulla quantità di esse che si è riversata nelle casse del Te.-oro in ciascuno degli anni precedenti, e che sebbene formi una pro gressione decrescente, non è ancora stata inferiore ai 10 milioni.
Altri 1 0 0 milioni di lire in valuta metallica po trebbero senza dubbio raccapezzarsi nelle provicele di confine nei porti di mare, presso i banchieri ed i cambiavalute tenutari per comodo dei forestieri e per i bisogni delle operazioni che giornalmente de vono effettuarsi io moneta metallica; laonde crede la relazione di mantenersi nei limiti della modera zione concludendo elio la moneta (l’oro e d’argento tuttora esistente nel nostro paese ammonti comples sivamente a somma superiore ai 440 milioni, e que sti, tenui o conto delle giacenze presso le banche ed j| Tesoro, delle proporzioni con cui le monete bor
boniche e pontificie si presentano all’erario e di al tre minori considerazioni, si presume che si ripar tiscano nel modo seguente: 209 milioni in oro, 171 in argento, 64 in argento divisionario. Tutta insieme la circolazione cartacea e metallica compresovi anco il bronzo esistente fra noi, ascenderebbe così circa a 2200 milioni di lire.
Dei 644 milioni che il governo dovrà procurarsi coll’impreslito. 44 devono servire a rimborsare, sei mesi prima della cessazione del corso forzoso, la Banca Nazionale del mutuo in oro fatto con la con venzione del 1° giugno 1875, e questi devono es sere restituiti e quindi mutuati iti oro. Gli altri de stinati a rimborsare la carta sotto qual forma do vranno essere mutuati ? A questo punto la relazione tocca la questione vertente fra i due sistemi del tipo unico e del doppio tipo, mostrando come non converrebbe a noi, con la cessazione de! corso for zoso, ristabilire il doppio tipo nella sua interezza, cioè, con la libera coniazione illimitata di entrambi i metalli, questione che ha nel nostro caso un va lore più che altro accademico, poiché, come la rela zione stessa confessa, non sarebbe facile all’ Italia di sciogliersi dagli impegni che la legano all’Unione
Latina.
Cosi è puramente accademico l’esame della questione se non convenisse di stabilire il tipo unico d’ argento per provvedere alla conversione del corso forzoso e coniare liberamente i 600 milioni di lire che ci abbisognano, diminuendo la spesa, per tal modo, atteso il prezzo attuale dell’argento, di oltre 108 mi lioni di lire. Anco questa è una opinione che oltre alle difficoltà pratiche che presenterebbe, non ab biamo mai sentito sostenere da nessuno e non vai la pena di fermarmi. Isolamento per isolamento, tanto varrebbe conservare quello della carta-mone tata ed il risparmio fatto dal governo corrisponde rebbe ad una perdita uguale per il paese.
19 dicembre 1880
L’ ECONOMI STA
1639tosto scarsa che sovrabbondante di fronte al bisogno j di quella specie di moneta. Una domanda di 400 milioni d’ oro sui mercati internazionali potrà essa elevarne tanto il valore da cagionarne un nuovo deprezzamento dell’ argento di fronte al metallo più nobile? La relazione esaminando le circostanze in cui altre volte questo fenomeno si è prodotto, come in occasione della riforma monetaria in Germania che domandò al mercato dei metalli preziosi, oltre 2 miliardi d’oro, vendendo in pari tempo 872 mi lioni d’ argento e facendo rilevare la copia enorme delle correnti metalliche sui mercati internazionali, dimostra questo timore insussistente.
Il governo si troverà quindi in possesso di 400 milioni in oro, 151 in scudi d’argento, e 132 di moneta divisionaria. Saranno insieme 683 milioni, cioè 39 di più dei 641 che linora è stato detto oc corrergli, e questi 39 milioni serviranno a far fronte al ritiro della moneta dt bronzo ed alla relativa per dita di sopra notata.
Degli altri 644 milioni, 44 serviranno a rimbor sate la banca Nazionale di un mutuo su cui lo Stato paga adesso I’ interesse del 6 5[4 0|0. Non pagando più invece d’ ora innanzi che il 5 0|0 sul nuovo imprestito da emettersi, vi sarà da questo lato un risparmio annuo di 400,000 lire. La Banca Nazionale potrà impiegare questa somma a restrin gere di altrettanta cifra la sua circolazione, e di altri 22 milioni potrà pure restringerla impiegandovi quella parte della riserva metallica che pel ritiro dei 44 milioni si rende disponibile. Quindi la cir colazione complessiva degli istituti d’ emissione che alla (ine del settembre decorso era 725 milioni po trà ridursi a 659, cioè a 66 milioni di meno. Que sti istituti avranno il corso legale prorogalo tino alla (ine del 1883. Coi 600 milioni rimanenti si ritire rebbe dalla circolazione altrettanta carta consorziale, divenuta debito diretto dello Stato, incominciando dai piccoli tagli al di sotto di 10 lire, di cui ve ne sono in giro per ben 315 milioni e mezzo, e sa lendo quindi ai tagli di 100, 230, e 1000 dei quali se ne hanno complessivamente 330 milioni, e di cui rimarrebbero in essere soli 46. I tagli da IO e da 20 lire resterebbero nella quantità attuale, cioè 243 1|2 e 50 1|2 milioni. Si può calcolare che vi saranno un 23 o 30 milioni di biglietti da 5 lire in giù, che per smarrimento o consunzione non si presenteranno al baratto, (agli Stati Uniti andarono perduti 12 milioni di dollari della fr a c tio - nal currency sopra 50). Questa somma servirà di margine che permetterà di provvedere all’ eventua lità che i biglietti da lire 10 e da lire 20 presen temente circolanti, non possano rimanere per intiero sul mercato, senza che occorra perciò aumentare di molto i 46 milioni previsti pei biglietti da 100, 230 e 1000.
La circolazione metallica composta di quella at tualmente esistente, accresciuta dalla somma pro veniente dall’ imprestito, ascenderà così a 1200 mi lioni; la circolazione cartacea da 1665 scenderà a 1 0 0 0 : saranno insieme 2,200 che equivarranno molto da vicino alla quantità di circolazione che si calcola attualmente bisognevole a nostri scambi, e che corrisponde a 78 lire per abitante. Si potrebbe osservare che la circolazione della Francia può rag guagliarsi a 277 fr. per abitante, quella della Gran Brettagna a 142, della Germania a 98 e degli Stati Uniti a 119, oltreché alcune forme del credito sono
più sviluppate in questi paesi, ma a ciò devesi con trapporre i 1400 milioni di lire, i quali secondo i computi meglio accertati erano sufficienti a compiere la somma degli scambi da noi prima del 1866 sebbene il credito fosse in uno stato ancor più in cipiente.
La relazione passa quindi a dimostrare infondati i timori che la parte cartacea figuri in una propor zione eccessiva nello stock monetario, così come sarà composto, provando con gli esempi dell’Inghilterra, della Francia e degli Stati Uniti come il corso for zoso abitui ed affezioni le popolazioni all’ uso della carta nelle comuni transazioni e addueendo un ap posito prospetto in cui è notata la circolazione car tacea di quasi tutti gii Stali di Europa e da cui risulta non solo clic gli Stati più avanzati in civiltà (togliendo ben inteso quelli che hanno il corso for zoso) ne tengono in giro maggior copia in propor zione al numero degli abitanti, ma ancora che il rapporto dei biglietti alla popolazione è in generale più elevato nei paesi cne hanno taglio minimo più basso. L’ Italia avrà il taglio minimo da 10 lire ed una proporzione di moneta cartacea per abitante di L. 35,45, assai più bassa cioè di quella della Sco zia, della Germania, dei Belgio, dell’ Olanda o sps- cialmente della Francia, che hanno un tagli minimo molto più elevato. La relazione dà molta importanza al piccolo taglio del biglietto il quale non solo estende il campo delle contrattazioni in cui esso viene ado perato, ma è altresì cagione che esso rimanga più lungo tempo in circolazione e ritorni più difficil mente allo istituto che lo emette. Coll’esempio dei- fi America, della Germania e dell’ Olanda mostra come il pubblico abbia accordato favore alla carta governativa senza mai ricercarne il baratto, e mo stra come anco in ciò la questione del taglio abbia importanza rilevantissima sia perchè il biglietto di piccolo taglio potendo essere usato dal tesoro in tutti i pagamenti è remosso ogni pericolo che ne en trino nello sue casse quantità maggiori che non pos sano uscirne, sia ancora perche col piccolo taglio si remuove ogni occasione al baratto perchè nelle tran sazioni interne essi suppliscono comodamente al metallo e quanto alle transazioni estere, senendo essi appunto al piccolo e medio commercio che ha carattere essenzialmente locale, si troveranno così diffusi e ripartiti da potere assai difficilmente esser raccolti in forti somme, come occorrono ordinaria mente pei pagamenti internazionali. Se una delle di sposizioni del progetto, aggiunge la relazione, dà al governo la facoltà di provvedere ove occorra con nuovi mezzi al cambio dei 340 milioni di biglietti consorziali restanti in circolazione, ciò accade perchè le cautele non saranno mai troppe per rimuovere dall’ animo dei portatori qualunque più remoto dub bio che il cambio potjsa essere per deficienza di mezzi sospeso.
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necessità. Con opportuni prospetti intorno alla pro porzione fra la carta in circolazione e gli altri de biti a vista di fronte alle riserve ed agli effetti di portafoglio che formano appunto il fondo speciale di garanzia di tutti questi debiti, viene quindi di mostrato come anco in confronto alle Banche estere le Banche italiane si trovino in eccellenti condi zioni per mantenere in circolazione la somma di 660 milioni di biglietti che rimangono ad esse ri servati tanto più che anco le recenti indagini in torno alle condizioni delle banche di emissione hanno dimostrato come anco i portafogli di quelle tra esse che erano accagionale di aver scontato cambiali non interamente conformi alla loro indole sieno notevolmente migliorali.
A questo punto la relazione a vero dire è finita; le poche pagine che seguono non fanno che fornire un esame analitico degli articoli della legge rischia rando alcuni punti di importanza secondaria. Così a proposito dell’ articolo primo essa si ferma a pre cisare le spese che lo Stato dovrà incontrare per la fabbricazione e il mantenimento della carta che la- scerà in corso, e a proposito degli articoli 5 e 6, di chiara che il governo non è ancora definitivamente deciso intorno al taglio minimo dei biglietti se cioè oltre ai biglietti da 10 tiro dovrà accordare una certa parte anco ai biglietti da 5 aumentando così la possibilità di quei vantaggi, che come già si è vi sto, esso aspetta dalla piccolezza del taglio. Alcune incertezze si palesano ancora nel piano particolareg giato intorno al modo di eseguire l’operazione: così la relazione mostra che ancora non è stata matura mente studiata la questione del taglio da cui dovrà incominciare il baratto, se cioè dai più piccoli o dai maggiori e si contenta di affermare che la prudenza consiglierà probabilmente a procedere contempora neamente sugli uni e sugli altri. Riguardo poi al-
l’ art. 12 la disposizione che richiede il pagamenlo dei dazi in oro è difesa assai debolmente col duplice motivo di rassicurare i fabbricanti che la protezione di cui godono non verrà diminuita per lo scadi mento della moneta, e di ricondurre nelle casse del tesoro una continua corrente metallica che ne raf forzi le riserve. La relazione si chiude constatando come ad onta di alcuni interessi offesi dall’annunzio della proposta riforma I’ opinione pubblica, non in Italia soltanto, abbia fatto plauso al concepito dise gno e tutti confidano che l’Italia si trovi realmente in grado di compierlo.
Sembrandoci altamente interessante pei nostri let tori il conoscere testualmente alcuni dei prospetti statistici più importanti contenuti nella relazione o nei suoi allegati andremo riproducendone alcuni nei nostri numeri susseguenti.
IL CONSIGLIO SUPERIORE DELL'INDUSTRIA E DEL COMMERCIO
Togliamo dal D iritto le seguenti notizie intorno alle riunioni tenute a Roma dal consiglio dell’indu stria e del Commercio.
L’onorevole ministro Miceli Ita inaugurato la ses sione ordinaria del suddetto Consìglio con un note vole discorso nel quale fra le altre cose ha dimo
strato l’accresciuta influenza del Consiglio medesimo, le deliberazioni del quale prese nello scorso anno furono già in gran parte o stanno per essere tra dotte in disposizioni di legge o in provvedimenti amministrativi.
Quindi è passato al banco della presidenza il ca valiere Fabbricotti Bernardo, presidente della Ca mera di commercio di Livorno, trovandosi indispo sto in salute il presidente del Consiglio comm. Ce sare Gabella, senatore del Regno, e si è aperta la discussione sul numero quattro dell’ordine del giorno « Istituzione di un Albo dei ragionieri presso le Camere di commercio, » (relatore Pericoli).
Lunga ed animata è stata la discussione su que sto tema, intorno al quale furono eziandio mosse eccezioni di competenza, ed in ultimo il Consiglio, facendo plauso alla forbita relazione dell’on. Pericoli, e riconoscendo completamente la propria competenza nella materia, decideva in massima che nell’Albo in parola debbano essere inscritti quei ragionieri, i quali oltre al diploma possano documentare un biennio di esercizio presso una ditta commerciale, o presso un ragioniere già inscritto.
Nella seconda adunanza si è continuata la discus sione delle conclusioni proposte dal relatore sulla istituzione di un albo dei ragionieri presso le ca mere di commercio. Hanno parlato in vario senso gli onorevoli Malvano, Loteta, Lampertico, Venturi, e Calanti.
Quindi le anzidetto conclusioni, modificate in se guito ad un emendamendo formulato dagli onore voli Lampertico e Luzzatti, sono state adottate nel senso, che oltre i ragionieri con diploma, e quelli che già esercitavano cotesta professione sotto i ces sati governi, sieno iscritti nell’albo’anche coloro che hanno lodevolmente esercitato l’ ufficio di ragionieri per un tempo non minore di dieci anni, previo per altro per questi ultimi un esame di capacità nel- I’ istituto tecnico davanti ad un giurì composto in parte di delegati della camera di commercio, e di professori dell’ istituto.
L ’ on. Canzi ha svolto poi la sua relazione sulle norme per i sussidi alle spedizioni geografìco-com- mereiali, ed il consiglio ha approvato le conchiu- sioni da lui proposte, colle quali si stabiliscono i cri - terii che devono regolare la distribuzione dei sus sidii governativi per viaggi di esplorazioni geogra- fico-commerciali.
Nella relazione dell’on. Canzi sono indicati i paesi che ora meritano la speciale attenzione dei viaggia tane (Corea, Giappone, Nuova Guinea, Costa occi dentale dell’ Africa, dalla baia di Assab alla linea equatoriale Cirenaica) : non che i modi con cui pos sono essere distribuite le L. 20,000 « stanziate nel bilancio del 1880 » ed è riconosciuta la conve nienza che per l’ avvenire siano stanziate somme maggiori.
Nella terza seduta fu discusso il n. 5 dell’ ordine del giorno, cioè, determinazione della ricchezza aleoo- lica dei vini per la restituzione del dazio all’esporta- ione (relatore Ellena).
Questi svolse brevemente le conclusioni della pri ma parte della sua relazione, e dopo alcune osser vazioni dei consiglieri Luzzatti, Boselli, Boschiero e Loteta esse furono approvate premessa la seguente deliberazione :
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forme legislative e regolamentari che saranno adot tate dopo l’inchiesta sugli spiriti, coll’augurare che la Commissione d’inchiesta possa presto proporre riforme utili all’economia nazionale, delibera in tanto :
« l .° Gli studi fatti e i dati posseduti non dimo strano che si possono determinare le regioni vini fere nel modo fatto dall’articolo 80 del regolamento 31 agosto 1879.
« 2.° Per ora, e salvo ulteriori studi, è provve duto opportunamente agli interessi dell’ esportazione temporanea dell’alcool estero, e la restituzione del dazio sull'alcool nazionale aggiunto, quando siano osservate le cautele prescritte dai regolamenti in vigore.
« 3.° La misura della restituzione delia tassa per l’alcool contenuto nel vermouth è opportuna, non cosi quella per il Marsala. Occorre quindi di determinare che la ricchezza abituale dei vini na turali adoperati per esso è di 14 gradi.
« La restituzione della tassa avrà luogo anche all’esportazione dei vini e dei vermut!) in bottiglia.
« 4.° Infine se la esportazione di altri vini li quorosi accennerà a diventare cospicua, si dovranno fare, riguardo ad essi, gli stessi studii istituiti per i vini di Marsala, e si dovrà provvedere coi mede simi criterii. »
Dopo di che l’adunanza differì alla prossima riu nione di discutere e deliberare sulla seconda parte della relazione Ellena, cioè: — « Sulla determina zione delle industrie che hanno diritto alle facilita zioni stabilite dalla legge sulla tassa di fabbricazione dell’alcool. »
In una seduta susseguente si prese in esame la seconda parte della relazione del cons. Ellena.
Dopo matura discussione, a cui presero parte spe cialmente i consiglieri Ellena e Luzzatti, sulla pro posta di quest’ ultimo, il Consiglio del commercio approvò una mozione, colla quale, esprimevasi av viso: « che l’ articolo 3 della legge 19 luglio 1880, allegato B , non restringa le agevolezze accordate alle industrie che adoperano l’ alcool come materia prima, a quelle che possono comportarne I’ adulte razione, ma ammetta eziandio altri metodi per di sciplinare queste agevolezze. »
Dopo ciò furono approvate le conclusioni del re latore nel modo che segue:
I o. L ’ articolo 3 della legge 19 luglio 1880, al legato B , si può applicare alla fabbricazione dei sa poni di glicerina coll’ alcool. Ai fabbricanti che ne lacciano domanda, sarà permesso di adulterare 23 in peso di alcool, e 95 gradi (d’equivalente) per ogni cento di sapone, la cui produzione sarà accer tata in modo approssimativo. L ’ adulterazione avrà luogo con 10 per cento d’alcool metilico a 88 gradi. Sull’ alcool adulterato sarà restituita la metà della tassa pagata.
2°. Per incoraggiare la produzione dell’enoncianina conviene di sottoporre gli opificii che la producono alla sorveglianza permanente degli agenti fiscali per accordare intanto la riduzione della metà della tassa sull’alcool consumato, salvo a veder poi se occorra concedere l’ intera esenzione.
3°. Riconosciuto che le fabbriche d'aceto debbono essere comprese tra quelle a cui si concede la ri duzione della metà della tassa, il Consiglio affida al Governo il compito di determinare il metodo più opportuno per ciò.
4°. E necessario che con legge si riducano a 4 lire i diritti a cui è soggetta l’importazione dei- fi etere solforico, e ciò per non porre ostacolo alla fabbricazione degli alcaloidi; intanto però la fabbri cazione dell’etere solforico deve essere ammessa alla riduzione della metà della tassa.
5°. Di mano in mano che un’ industria, la quale adoperi lo spirito, come materia prima, chieda l’ap plicazione dell’ articolo 3 della legge anzidetta, il Governo dovrà fare gli opportuni studi e riferirne i risultati nel più breve termine possibile al Consi glio dell’industria e del commercio.
L’on. Boselli riferì in un’ altra seduta sulla que stione « dei provvedimenti disciplinari e fiscali sul commercio girovago. »
Dopo che parecchi consiglieri ebbero parlato in vario senso, fu accolto alla unanimità il seguente ordine del giorno:
« Il consiglio del commercio non reputa che nella presente condizione delle cose convenga d’ im porre speciali discipline e speciali tributi al com mercio girovago, salvo ulteriori studi.»
Fu poi discusso l’altro punto dell’ordine del giorno concernente la « Istituzione di giudici commerciali presso i Tribunali civili nelle provincie in cui que sti hanno le funzioni di Tribunali di commercio », (relatore l’on. Cencelli).
La proposta era stata fatta dalla Camera di Com mercio di Chiavenna, ed il relatore ne aveva fatto argomento per esaminare il problema generale dei Tribunali di commercio, pronunciandosi avverso a siffatta istituzione.
Ciò diede luogo ad una lunga ed animata di scussione, nella quale molti consiglieri, fra i quali gli onorevoli Loteta, Clausi, Boselli, Ponzone e Ca lanti, si dichiararono esplicitamente favorevoli ai Tri bunali di commercio.
Fu votato da ultimo il seguente ordine del giorno: « Il Consiglio, senza punto entrare nella questione del mantenimento o della soppressione dei Tribunali di commercio, che intende di lasciare del tutto im pregiudicata, ed intorno alla quale si riserva l’intera libertà di giudizio, ove ne fosse richiesta, passa al l’ordine del giorno. »
Nella penultima riunione adottò ia sospensiva sulla breve relazione del consigliere Lattes intorno al pro getto di legge sulla sorveglianza delle caldaie a va pore, giusta la proposta dello stesso relatore, e perchè mancano ancora alcuni documenti necessarii al ma turo studio della questione, e nell’ ultima seduta , il consigliere Malvano, prendendo la parola sopra una questione non posta all’ordine del giorno, fece vive raccomandazioni al governo, affinchè voglia studiare e presentare al Parlamento un progetto di riforma degli articoli 7, IO, 20, 21 della legge del 1862 sulle Camere di commercio, ed a lui si associarono i presidenti delle Camere di commercio di Verona e di Padova.
Il Consiglio accolse e fece sue le raccomanda zioni rivoltegli in proposito.
Ebbero luogo poscia le comunicazioni dell’onore vole Ferrara sulla scuola superiore di commercio di Venezia, di cui egli è direttore fin dal primo mo mento in cui venne istituita.
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importantissimo dell’ attività umana. Rammenta poi brevemente gli appoggi venuti dal Governo, le pro messe fatte fin d’ allora dai varii ministri a favore degli allievi che sarebbero usciti da quella scuola, promesse cbe — trascurate appena fatte — finirono poi coll’ essere affatto dimenticate. Quindi viene a | svolgere l’ ordinamento della scuola ed i risultati ottenuti fino a questo momento.
« La scuola — scrive 1’ on. Ferrara — funziona oramai nella sua orbita normale da parecchi anni. Il suo personale è quasi completo. Mantiene presso di sé 18 professori (fra cui tre delle lingue orien tali, arabo, greco e giapponese) e due assistenti, con una spesa che si aggira intorno a lire 65 mila annue. Il numero medio degli studenti non è mai al disotto del centinaio ed è salito talora a circa 1 4 0 : i nuovi venuti in ogni anno battono fra i 30 ed i 40, di cui la massima parte entrano a dirittura in qualità di alunni, pochi si inscrivono come u d itori, riserban dosi di acquistare in fin d’ anno, per mezzo di esami in regola, la qualità di alunno.
« Un raffron o, che io mi astengo di fare, con altre istituzioni di grado pari a quello della scuola di Venezia, permetterebbe di dire che essa è una delle più fortunate nello spirito del pubblico italia no, e nel bone che le è dato di diffondere nel paese, istruendo annualmente un centinaio all' in circa di giovani. »
Tuttavia essa ebbe un lungo periodo di traversie asprissime, e anzi il Ferrara oggi stesso osserva « eh’ egli non oserebbe ancora, nè si lusinga che la prima èra, immancabile a tutte le nuove istitu zioni, il periodo della critica tribolatrice, sia chiuso per sempre ».
Fra tutti gli assalti cbe ha dovuti respingere, con forte mano, la nuova istituzione, si presentò, più seria per le sue conseguenze, la contrarietà crea tasi alla scuola di Venezia nell’ insegnamento della computisteria.
« Alludo, scrive l’ illustre professore, alla risolu zione governativa per la quale ua sistema o metodo di conti, al quale si diede il nome di logism ogra fia , fu adottato ufficialmente nei conti dello Stato. Questo fatto sfuggiva completamente alle attribu zioni della scuola, la quale perciò non aveva me nomamente pensato a preoccuparsene, allorquando il ministro di agricoltura, industria e commercio, onor. Majorana, rinnovando il programma degli studi negli Istituti tecnici, diede a quello della lo gismografia una importanza così estesa ed insolita, coni’ era inesplicabile agli occhi degli ordinari cul tori della computisteria.
« E anche ciò sarebbe riuscito indifferente alla scuola di Venezia, se poco dopo non si fosse pas sato ad istituire, sotto la firma del signor ragioniere generale, una critica, molto arrischiata, del pro gramma d’ insegnamento adottato nella scuola di commercio, critica la quale si concludeva col. con dannare questo programma, per la ragione, che in esso la logismografia vi occupava soltanto quell’umile posto che spelta a tanti altri sistemi e metodi, che indarno furono escogitati per soppiantare l’ antico metodo, inteso generalmente sotto il titolo di scrit tura doppia, nato da lunga mano in Italia, adottato e praticalo in tutti i paesi, e sancito da lunga e svariatissima esperienza. E anche la condanna sa rebbe tuttavia rimasta nei termini d’ una sempl ce opinione, se l’ onorevole ministro non avesse da
parte sua prestato piena adesione alle idee dell’ono revole ragioniere, nelle quali primeggiava l’ avver timento, che fino a quando la scuola non avesse mutalo condotta, i suoi certificati di licenza pei giovani avviati alla carriera magistrale della com putisteria, non avrebbero avuto alcun valore presso il regio ministero. »
Quale sia il probabile avvenire di questa istitu zione, il Ferrara esamina diffusamente, distinguendo i tre campi diversi sui quali tenderebbe ad espan dersi, il magistrale, cioè, il consolare e il commer ciale. Le sue conclusioni riescono a tutto vantaggio di quest’ ultima sezione, « che è quella appunto in cui la costituzione autonomica della Scuola non sarà mai impedita di spaziarsi, e dove un vasto campo di perfezionamenti le è sempre aperto, — quella che forma oramai una singolarità ammirata e indi cata come degna d’ imitazione in Inghilterra e in r rancia. »
La relazione termina coll’esposizione di due pro getti, di cui sta ora occupandosi attivamente il Con siglio direttivo della Scuola, e cioè, di formare col concorso di tutte le Camere di commercio del Re gno, un fondo che permetta di occupare in Oriente, come testé suggeriva S. A. II. il duca di Genova, i migliori giovani della Scuola, — e d’ istituire un corso libero per trattare di alcune quistioni di su prema importanza, nella quale gl’interessi mercantili si trovano intimamente implicati.
Fu adottato in seguito il seguente ordine del giorno : « Il Consiglio, allietandosi dei risultati ottenuti dalla scuola superiore di commercio di Venezia, e facendo plauso all’ idea espressa dal direttore sulla relazione di inviare all’ estero, affine di studi e di esplorazione alcuni dei suoi migliori allievi, domanda al Ministero di chiedere alla scuola il progetto e di trasmetterlo insieme alla relazione anzidetta alle Ca mere di commercio, perchè vogliano iscrivere nei loro bilanci qualche somma che serva a questo in tento. »
E stato in seguito discusso il tema : Progetto di legge sulle scuole d 'arti e m estieri (relatore onore vole Luzzatti).
Il Consiglio, approvando pienamente i concetti esposti interno a questo argomento dall’ onorevole relatore, convenne nel parere:
1° Che la legge non possa definire il tipo delle scuole a tizi de ite nè determinare le modalità di ap plicazione.
2° Cbe invece debba stabilire i punti cardinali del loro ordinamento amministrativo, lasciando la più larga parte all’ iniziativa locale, cbe per mezzo del concorso delle Provincie, dei Comuni, delle Camere di commercio, delle Opere Pie, delle Società di fab bricanti e dei privati deve provvedere alla parte principale della spesa; conferendo a coloro che prov vedono alla spesa la cura della direzione e dell’am ministrazione e restringendo il còmpito dell’ autorità centrale all’ ispezione e all’ esame dei programmi, e alle norme dirette a tutelare le ragioni e a prov vedere all’ avvenire degl’ impiegati.
3° Infine, raccomanda al Governo di studiare me glio il riparto delle competenze in materia d’ istru zione tecnica tra i varii dicasteri centrali unificando il servizio delle scuole d’ arti e mestieri di qualunque specie. »
-19 dicembre 1880 L’ E C O N O M I S T A 1643
tile e p rop oste d i provvedim enti p e r m igliorarla (relatore onorevole Branca).
Questo tema diede luogo ad una vivissima discus sione, cui presero parte, oltre il relatore i consiglieri Ellena, Luzzatti, Maurogònato, Boselli, Loteta ed altri, e fu adottato il seguente ordine del giosno :
« Il Consiglio del commercio, essociandosi alle considerazioni fatte dal relatore e dagli altri oratori, raccomanda la pronta e liberale riforma delle tasse sulla marina ed anche la diminuzione delle tasse d’ ancoraggio, la sollecita esecuzione dell’ inchiesta sulla marina mercantile, e la riforma della Cassa degli invalidi, per guisa da renderne più profittevole, più economica, meglio garantita e possibilmente gra tuita l’ amministrazione. »
Fu votata inoltre la seguente mozione :
« Il Consiglio, sentite le comunicazioni dell’ ono revole Luzzatti, intorno al progetto di navigazione, promosso a Venezia per paralizzare i danni di trasfor mazioni territoriali avvenute nel Levante, raccomanda al Governo di prendere in particolare esame le con siderazioni fatte sul progetto, anche senza attendere i risultamene dell’ inchiesta. »
Da ultimo il presidente senatore Cabella ringraziò i consiglieri e si rallegrò con essi della loro efficace cooperazione e della sollecitudine da essi mostrata pel benessere del paese.
RIVISTA DELLE BORSE
Firenze, 18 dicembre. Attualmente la maggiore o minore abbondanza del denaro disponibile è l’unico fatto che eserciti un’ in fluenza decisa sul commercio dei fondi pubblici. Da qualche tempo infatti vediamo i valori aumentare, a misura che si accresce il numerario delle Banche, e diminuire allorché avwene il contrario. Questo fatto si è verificato nel mese scorso in Francia al lorché la riserva della Banca subiva ciascuna set timana considerevoli riduzioni, e oggi lo vediamo ripetersi in Inghilterra. A Londra da qualche tempo si risente il contraccolpo della cattiva situazione mo netaria agli Stati Uniti, la quale va di giorno in giorno aumeutanJo. Recenti telegrammi infatti r e cano che le condizioni delle Banche associate sono deplorevoli, che i conti correnti diminuirono di ster line 2,680,000, e che la riserva si trova al disotto del minimo legale di sterline 503,000. Questi cre scenti bisogni monetari che si fanno sentire a Nuova York e nelle altre piazze americane, non potevano a meno d’ influire sul mercato di Londra, e infatti vediamo che nell’ultimo bilancio settimanale la Banca d’Inghilterra accusava una riduzione di 755,000 ster line, e che i ritiri d’oro anzi che diminuire anda vano crescendo talmente da costringere la Banca ad aumentare il saggio dello sconto dal 2 1|2 al 3 OjO- A questo fatto devesi attribuire la debolezza che ha regnato durante la settimana nella maggior parte dei mercati, e se non fosse stata la crise monetaria, la speculazione al rialzo avrebbe avuto buon giuoco, poiché in questo momento, se si eccettua l’ affare della Grecia, non vi i; nessuna questione politica che possa destare timori.A Parigi varie cause impedirono ai fondi pubblici di camminare arditamente nella via del rialzo, e fu
rono la voce sparsa con qualche insistenza di una nuova emissione del 3 0|0 ammortizzabile per un capitale di 750 milioni, e la notizia corsa di una grave malattia di che si diceva fosse stato colpito il direttore della Banca di Francia. Nell’ insieme per altro le disposizioni del mercato si mantennero ge- uerelmente buone, avendo tanto le rendite che i va lori mantenuto i prezzi precedenti. Il 5 0 o da 119. 3 5 ' andava a 1 1 9 . 4 5 , il 3 0|Q da 8 5 . 8 0 resta a 85 ex-coupon; il 3 0|0 ammortizzabile da 8 7 .4 0 saliva a 87. 51 e la rendita italiana da 87. 40 a S8.
A Londra i consilidali inglesi da 98 15| 16 decli narono a 98 5|4. Le ragioni di questa debolezza le abbiamo dette più sopra, e non staremo a ripeterle. Sul mercato libero dello sconto il denaro essendo sempre ricercatissimo le firme primarie a tre mesi non si scontarono a meno di 2 7|8 per cento, e quelle a breve scadenza da 2 1|2 a 2 3|i. La rendita ita liana da 87 saliva a 87 1|8 e la turca restava a 125|8. A Berlino la rendita italiana da 88,25 saliva a 86,50. Le Borse italiane sempre sotto l’ incubo della pros sima discussione del progetto di legge sull’ abolizione del corso forzoso, trascorsero incerte, inattive, e deboli,
La rendita 5 0|0 che sabato era rimasta e 91,15 cadeva jerisora a 90,75.
Il 3 0|0 ebbe qualche affare Ira 53 e 53,23. I prestili cattolici non presentano variazioni im portanti rimanendo nominali il Blount a 91, il Rothscild a 97, e i certificati del Tesoro a 91,50.
La rendita turca lu trattata a Napoli da 42,80 a 13. Evalori hancarj chi più chi meno perdettero tutti terreno. La Banca Nazionale italiana da 2220 retro cedeva a 21 8 0 ; la Banca Toscana da 800 a 7 9 0 ; la Banca Romana da 1130 a 1115, la Banca Ge nerale da 618 a 5 9 7 ; il Banco di Roma da 583 a 572,50 e il Credito Mobiliare invariato intorno
a 850’. ,
Le Azioni della Regia Tabacchi restano nominali intorno a 890.
Nei valori ferroviari operazioni senza importanza, e prezzi deboli. Abbiamo notato le azioni livornesi a 4 0 5 ; le obbligazioni idem C D a 2 8 2 ; le Ma remmane a 472, e le azioni meridionali a 445.
Anche il Credito fondiario ha dovuto subire la cosrente di ribasso che ha colpito gli altri valori. Milano è caduto a 5 1 0 ; Torino a 5 0 4 : Napoli a 491 e Roma a 473.
I Napoleoni restano a 2 0 ,7 0 ; il Francia a vista a 103, e il Londra a 3 mesi a 25,90.
Chiudiamo con la consueta rassegna del movi mento bancario.
La Banca d’Inghilterra alla fine della settimana scorsa dava le seguenti variazioni : in aumento il portafoglio di sterline 2,031,074, e il conto del Te- soso sterline 830,200, e in dim inuzione il nume rario di sterline 929,441; la riserva biglietti di 719,695; la ciicolazione di 189,355, e i conti cor renti di 69,840.