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CAVALLI E DEI MULI

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(1)

MINISTERO D'AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO

DIVISIONE AGRICOLTURA

DEI

CAVALLI E DEI MULI

ESEGUI'rO

alla Mezzanotte dal 9 al 10 Gennaio 1876

6

ROlVIA,

TIPOGRAFIA CENNINIAl\A 1876.

(2)

ISTAT- Biblioteca

Inventario S.8.N . .• &. ... Ì:.l:f-1.

Data ... :(.'!.~1~.~ ... .

(3)

INTI\ODUZIONE

Coll'art. 2o della Legge 1 o ottobre 1873 N. 1593 (Serio 2"), risgnarùanto b requisizione di quadrupedi e di veicoli p(~ l servi;.>;io dell'Esercito, ordinava:-~i il censimento generalo dei cavalli o tl(:i muli, affineltè ~;crviRso di norma, pm· assngn:n·c il contingente degli animali stessi che, in caso di bisogno, ogni provincia, dovdt somministrare.

Il :Ministero d'Agricoltura Industria e Commercio d'accordo con quello della Guerra ed udito il parere del Consiglio di Agricoltura adcliveniva alla nomin:.t di apposita Commissione C), incaricata di studiare il modo col quale conveniva ese- guire il censimento predetto.

La Commissione diede compimento in breve termine a' suoi stucli o propose che il censimento, ordinato principalmente p8r scopo militare, avesse pur anco ad ofri·irc elementi utili all'agricoltura cd al commercio. Partendo da questi principii la Com- missione suggerì di richiedere eziandio alcune nozioni sulla statura, sull' età e sulle attitudini degli animali. E nel regolamento per la esecuzione del censimento stesso, approvato con R. Decreto delli 3 ottobre 1875, fn prescritto che in ogni Comune si costituisse una Comndssione Comunale di censimento presieduta dal Sindaco e composta di due Assessori, del Veterinario Comun::de, del Segretario Comunale o di un impiegato Comunale, c che le Deputazioni Provinciali, le quali per legge sono chiamate a ripartire fra i Comuni della provincia il contingente ùci qua- drupedi ad essi assegnato dal Ministero della Guerra, riassumessero c riscontrassero le notizie fornite dai :Municipi, c fornissero una particolareggiata relazione sullo condizioni dell'allevamento dei cavalli c dei muli nella rispettiva provincia.

(l) La Commissione fu com]JOsta nel eeguente lllOLlo :

Signor Conte Vincenzo 8pini, Colonnello ùi Cavalleria, Direttore della Divisione Cavalleria vre~80 il Mini~tero <lella .. Guerra, Presid~1tc.

Signor Cav. Emilio Appelius, :Maggiore ùi C::.vallcria.

Bosio Sforza Cesarini Conte ùi S. Fiora {

Cav. Antonio 'fittoni ) Memuri clel Co11siglio di Agricolt1o·a.

Comm. Nicola Miraglia, Direttor~ della Divisione Agricoltul'a.

Comtn. Luigi Bollio, Direttore delb Divisione Statistica.

(4)

b

Il Ministero di Agricoltura Industria e Commercio, seguendo le norme trac- ciate dalla Commissione, potè quindi sin dal 15 ottobre 1875 dare alle provincie del Regno le opportune istruzioni e raccomandò alle Prefetture e alle Deputazioni provinciali che si adoperassero con ogni diligenza a far intendere ai loro ammini- strati che il censimento non aveva per iscopo di addossare ai cittadini un onere nuovo, imperocchè le requisizioni di cavalli per fornire l'esercito siano state fatte ogni qualvolta la Nazione ha dovuto ricorrere alle armi, ma doveva invece porre il Governo in condizione di chiamare i cittadini a contribuire ai pubblici bisogni in proporzione della rispettiva forza produttiva.

Esponeva inoltre le ragioni che indussero la Commissione a proporre, ed il Ministero ad accettare, che il censimento fosse eseguito anzichè alla mezzanotte del 31 dicembre in quella dal 9 al 10 Gennaio, cioè per non disturbare le popo- lazioni in un giorno dedicato per antiche consuetudini ad altre cure; ed infine pregava le Deputazioni Provinciali, per mezzo delle singole Prefetture, di indicare il numero degli allevatori di cavalli esistenti in ciascuna provincia.

Dai ragguagli pervenuti al :Ministero, così durante le operazioni preliminari come durante e dopo il censimento, risulta che in niuna parte dell'Italia si incontrarono serie difficoltà, di guisa che i risultamenti dell'attuale censimento appaiono l' espres- spressione del vero o per lo meno al vero molto si avvicinano.

I cavalli e le cavalle ascendono in tutto il Regno a 657,544 ed i muli a 293,868.

Per l'età e per la statura, facendo astrazione dagli altri requisiti che possono essere richiesti (1), dei primi sarebbero atti al servizio dell'esercito 146,663; dei secondi 92,101.

Questi dati dimostrano evidentemente la scarsità della nostra produzione caval- lina, paragonata sia colla superficie geografica sia colla popolazione del Regno, e ci fanno palese altresì com'essa sia insufficiente agli svariati bisogni dell'esercito, dell'agricoltura e del commercio e come per provvedere ad essi convenga ncor- rere alla importazione.

Un altro argomento dal quale può dedursi che la produzione è scarsa in con- fronto alla domanda del paese, si trae dal prospetto numerico degli allevatori di cavalli esistenti nel Regno, qui sotto trascritto.

È vero che le Commissioni Comunali di censimento, nel fornire alle Deputazioni Provinciali i dati per la compilazione del quadro medesimo, non si attennero strettamente alle istruzioni l\1inisteriali, inquantochè talune di esse compresero fra gli allevatori coloro che, possedendo una o più cavalle da servizio le destinano

(1) I cavalli o muli per essere C!assiticati quali abili al servizio dell'esercito, devono soddisfare alle seguenti coU•

dizioni:

lo Avere compiuti i 4 anni;

2" Avere una statura non inferiore pei cavalli ad l m. e 46 cent. e non inferiore pei muli ad 1 m. e 4! cent.

3• Avvicinandosi alla statura minima bisognerà che i cavalli e i muli siano ben tarchiati e controbilancino con la. robustezza la bassa statura. Il peso di questi quadrupedi non deve essere inferiore a 350 chil.

4.• Sono da classificarsi ft•a gli inabili al servizio dell'esercito, le cavalle pregne o con puledri lattanti, gli stal- loni ~pprovati_, i quadrupedi ciechi d'ambo gli occhi, quelli colle gambe gonfie o rovinate, gli zoppi cronici per doglia vecchta, quelli affetti da malattie sospette di poter degenerare in moccio o farcino; o finalmente quelli dei medici con- dotti di campagna. (Regolamento per la esecuzione della legge per la requi8izione dci quadrupedi pel servizio dell'esercito approvato con n. Decreto 18 aprile 187iiJ.

(5)

contemporaneamente e saltuariamente alla riproduzione, altre invece ascrissero fra gli allevatori soltanto coloro che dell' allevamento fanno speciale industria, altre infine, cioè quelle appartenenti alle provincie di Cuneo, di Porto Maurizio, di Massa e Carrara, di Pesaro, di Ascoli Piceno, di Perugia, di Lucca, di Livorno, di Chieti, di Napoli, di Benevento, di ~iessina e di Cagliari o non hanno fornito

!1-lcuna indicazione, o hanno dichiarato non esistere colà allevatori di cavalli.

Ne consegue che il numero degli allevatori, specialmente da 1 a 5 capi, de- nunziato dalle Commissioni Comunali, non si avvicina abbastanza al vero; ma per quanto se ne allontani non cade dubbio che, ponendolo a raffronto colle 212,628 cavalle da servizio e colle 55,310 destinate esclusivamente alla riproduzione risul- tanti dal censimento, appare sempre pressochè insignificante. Ne ciò deve mera- vigliare, dacchè concordi colle asserzioni delle Deputazioni Provinciali, il più gran numero delle quali dichiara essere pressochè nullo l'allevamento dei cavalli, perchè i proprietari attendano a preferenza a quello dei muli perchè più profittevole, mentre quel poco che si fa è trascurato e più che a vera industria serve a sop- perire alle occorrenze dei proprietari che lo esercitano.

Del resto però apparisce, dal quadro anzidetto, che ne' luoghi ove l'agricoltura è maggiormente svolta, eccezione fatta per la Sieilia e forse per la Sardegna, cioè nel Piemonte, nella Lombardia, nel Veneto, nell'Emilia, e nella Toscana, o ve si escluda per quest'ultima regione qualehe provincia fornita di vaste tenute incolte, ove è possibile esercitare l'allevamento brado, abbondano i piccoli allevatori, mentre nelle provincie delle Regioni Meridionali prevalgono i possessori di forti mandre, le quali per altro vanno ognora assottigliandosi col progredire dell'agricoltura e coll' incremento della viabilità.

Bene a proposito si è quindi da alcuni osservato che l'allevamento equino presso di noi, è entrato in un periodo di trasformazione; che a quello brado si va sostituendo l'altro sem·i-brado e stallino e che questa trasformazione fa avvertire semprepiù la necessità dell'intervento governativo, avvegnachè le considerevoli spese che si richieggono per questo allevamento ne pongano in dubbio il tornaconto.

Il quadro che qui appresso si riporta servirà come elemento di utili confronti rispetto al nuovo indirizzo che prende presso di noi l' allevamento cavallino.

(6)

REGIONI E PROVINCIE

REGIONE I.

P l c m o n t e.

Cunoo.

Torino AlesRandria • Novara • • •

Toh.li.

REGIONE II.

L o m b a r ti i a.

Pavia.

Milll.no Como.

Sondrio.

13crgamo Brel!cia • Cremona M'antova.

Totale.

REGIONE III.

Veneto.

Verona • Vicenza.

Belluno • Udine.

Treviso • Venezia.

Padova Rovigo

Totale.

REGIONE IV.

Lig-uria.

Porto Maurizio.

Genova • • • • Mas~a Carrara •

Totale,

Ifumoro d~i allevatori Numero degli allavdori l !

1 j /·a. l ! r ·a.

~') '~ ~ oj•,... o~·- .,.,... g o!·~ o ~ Il !lEGIONI R PROVINCIE •O o;l.P.. "''P.. "''S.. :.:! l~ ~ l .,.~ o g

;t' ~l ~ ;t' ~ ;; l'c ' ~ ~ <e g : ~ g ~ S •c

~c) ~ () ~., ~., ~ l ~ ~ l~ ;] t

--~---~- !---nE-o-roN_E_v_. _ _ , _ _

l_

l 0

178 40

208 s

426 8

83 G

211 39 8 311l 17

9

1996 123 1140 58

3819 204 10

20 603 10

10 277 884 18 464 .29 64.4 13 215 30

311'7 110

8

8 9

22 8

9

l l - U l a . l l

6

Pìaèenz~.

Pin·mw ••

Reggio· nell'Emilia:

M:odena Ferrara Bologna Ravenna.

Forli • • •

Totl'lie·.

REGIONE VI.

l'iiarebe ed trmbrla.

Pesaro • Ancona.

:Macerata.

6. Ascoli Piceno.

-l

- l

Perugia (Umbria).

Lucca Pisa • LiYorno Firenze.

Arezzo.

Siena . •

Tott.lll.

REGIONE VII'.

'J'osèiUia.

Grosseto •

Totale.

REGIONE VIII.

Lnzio.

Roma • • • , •• , ••• , , 52 i} l

121 2041 171

11 206 88

134&

35

<163 75 13

498 'l5 13-

228 24

131 77 20 364

5

4 64

4

12 6'

'l·

820 99 1'l 13

658 31'l S'l 39

l---_;_ _ _ _ _ _ l

1'l

(7)

Numero dtagll allevatori Numero degli alleT&tori

~ l·~ ~ ·p, ·~ o ~

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REGIONI E PROVINCIE ..s .... ,.... o:s·p, o:l•p, <N o:l·p, o (.) REGIONI E PROVINCIE <Il .... ,.... <N >n (.)

o:l'P., o:l•p, ot·p, o

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'O 'O o:l 'O o:l .a b 'O o:l ~ o! ~

o o

\.'. - - - - - - -- - - -

REGIONE IX. REOIONE XI,

ltierictlonale Adrlntlcn. Slelll:l.

Teramo. .. . . 363 10 - - - Palermo 14i5 35 7 3 -

Chieti. .. . . - ·1 - - - :Messina .. - - - - -

Aquila degli Abruzzi. 781 32 6 1 1 Catania 695 so ( - -

Campobasso • ... 133 51 7 2 - Siracusa • 203 13 2 - -

~'oggia . 246 246 76 49 20 Caltanissetta • 126 4 - - -

Ba.ri delle Pugile .. 354 43 15 14 1 Girgenti , .. 862

2:1

- - -

Lecce. .. . . 266 15 3 - - Trapani .. 94 5 - -

Totale. 2143 398 107 66 22 Totale. 3455 113 18 3 -

REGIONE X. l

ltierldlonale Mediterranea.

REGIONE XII, l

Caserta • 358 40 20 11 3 Sard~ana.

Napoli. - - - - - Cagliari .. - - - - -

Benevento. - - - - - Sassari. 930 114 14 l -

Avellino. .. 22 6 l l l

Salerno • 15 7 3 2 2 Totale. 930 114 14 1 -

Potçnza. 321 90 16 4 6

Cosenza, '·. 3 4 - - l TOTALE DEL REGNO. 18118 1667 348 172 66

Catanzaro. 146 21 8 2 -

Reggio di Calabria. · • 33 5 - - l

Totalo. 898 173 48 20 14

l

D_all' altro prospetto qui appresso riportato risulta c~ e il Regno d'Italia conta soltanto 2. 22 cavalli e O. 99 muli per chil. quad. e 24. 53 cavalli e 10. 96 muli per 1000 abitanti.

Ma molto disparati sono i rapporti che presentano tra loro le diverse regioni del· Regno. Relativamente al numerQ dei cavalli, per chil. quad., primeggia la Lombardia con 3. 97 ; vengono subito dopo Roma con 3. 72; il Veneto con 3. 25.

Superano di poco la media del Regno la Sardegna con 2. 66, l'Emilia con 2. 39 e la Toscana con 2. 37. Tutte le altre regioni hanno una media inferiore che varia fra 2. 01 (provincie_meridionali dell'Adriatico) e l. 16 (Piemonte). Rispetto alla popolazione, la Sardegna è la regione che conta maggior numero di cavalli, 102 per 1000 abitanti; ma ciò dipende dalla scarsa ·popolazione dell'Isola di fronte all'estensio~e territoriale e dei suoi terreni ademprivi. Segue la provincia romana .con .53 càvalH per 1000 abitanti; ma anche per Rom~ il maggior numero di cavalli devesi attribuh•e ai molti terreni pascolati vi che· possiede, ed in cui si fa esclu-

(8)

l.,.-

l

sivamente l'allevamento· brado. Superano di poco la media del Regno le provincie meridionali dell'Adriatico con 30 cavalli, la LoW:bardia e la Toscana èon 27. Si aggirano fra 23 (Emilia) e 5 (Liguria) tutte le altre regioni.

Riguardo ai muli, la Sicilia è la regione che ne numera più , sia per chil.

quad. (3. 83) sia per 1000 abitanti ( 43). Vengono poi, ma l ungi assai, la Liguria con 2. 20 per chil. quad. e 12 per 1000 abitanti, e le provincie meridionali dell'Adriatico con 1. 42 e 21. Si avvicinano alla media generale le provincie meridionali del Mediterraneo con O. 87 per chil. quad. e 9 per 1000 abitanti, Roma con O. 82 e 12 e il Piemonte con O. 83 e 8. La regione che ne conta meno è la Sardegna, la quale non ne ha che O. l per chil. quad. O. 30 per 1000 abitanti.

Per chilometro quadrato Per 1000 abitanti REGIONI

Cavalli Muli Cavalli Muli

REGIONE I. Piemonte 1 16 o 83 11 8

:> II. Lombardia. 3 97 o 59 27 4

» III. Veneto. 3 25 o 37 29 3

» IV. Liguria • o 99 2 20 5 12

» V. Emilia 2 39 o 22 23 a

~ VI. Marche ed Umbria. 1 28 o 35 17 5

» VII. Toscana, 2 37 o 21 27 s

» VIII. Lazio • 3 72 o 82 53 12

,. IX. Meridionale Adriatica • 2 01 1 42 30 21

,. x.

.

Mediterranea. l 19 o 87 12 9

» XI. Sicilia • 1 59 3 83 18 43

,. XII. Sardegna 2 66 o 01 102 o,~o

REGNO • 2 22

l o 99 24 53 10 96

Nella tabella appresso trascritta si sono messe a raffronto le notizie dell'Italia con quelle de' principali Stati esteri in cifre effettive ed in cifre proporzionali rispetto all'estensione territoriale ed alla popolazione. Dobbiamo osservare però che dalle notizie che ci fu dato di raccogliere circa il numero dei muli, questi si trovano in iscarso numero in tutti i paesi del Nord, ed anzi in alcuni, come nel~a

Norvegia, ques.ti animali sono pressochè sconosciuti. Non è che nella Spagna, in Italia ed in Francia che se ne conta un l'Umero abbastanza rilevante.

L'Italia, come già fu detto, conta 2. 22 cavalli e O. 99 muli per chil. quad. e

24.53 cavalli e 10.96 muli per 1000 abitanti. Essa ha quindi una media per chil. quad. superiore a quelle della Svezia (l. 14), della Norvegia (0. 48), del Portogallo (0. 86), della Spagna (0. 75), della Grecia (1. 97), degli Stati Uniti del- l' America del Nord (l. 02);. ma questi paesi, tranne la Spagna, il Portogallo e la Grecia, misurano una superficie immensa con una popolazione relativa estrema- mente piccola. Avvicina le medie della Svizzera (2. 43) e della Russia (3. 02).

Ha invece una media assai inferiore a quelle degli altri Stati e segnatamente del

(9)

g Belgio (9. 61), della Gran Bretagna (8. 86) e della Danimarca (8. 29) coi quali paesi sta come l a 4.

Rispetto alla popolazione l'Italia ha una media che supera soltanto quella della Spagna (22. 69) e quella del Portogallo (18. 25). Sta colla Sassonia come 1 a 2, colla Francia, colla Norvegia, colla Germania come l a 3, colla Gran Bretagna e colla Prussia come 1 a 4. Hanno medie di gran lunga superiori la Russia, la Svezia, l'Ungheria e gli Stati Uniti dell'America, medie che si aggirano tra 147 (Ungheria) a 244 (Stati Uniti d'America). . .

In quanto ~l numero dei muli la Svizzera ne conta O. 07 per chil. quad. e l. 18 per 1000 abitanti; l'Austria ne novera appena O. 03 per chil. quad •. e O. 57 per 1000 abitanti;, l'Ungheria, O. 01 per chil. quad. e O. 21 per 1000 abitanti ; e la Germania anche meno, 0,003 per chil. quad. e 0,04 per 1000 abitanti.

Dove riscontrasi maggiore il numero dei muli è nella Spagna (1. 31 per chil.

quad. e 39. 53 per 1000 abitanti).

Nella Francia la media per chil. quad. è di circa la metà di quella del regno

d'It~lia (0. 57) e la media per 1000 abitanti raggiunge quasi la media nostra di 8. 41 contro 10. 96.

*

' _, ... ,,.

(10)

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~·e~

Per ohUometro

quadrato Per 1000 abU&Jlti STATI ~ ~ ~ Popolazione

·;.s

·a

Superilcie Numero Numero del Cavalli dei Mull

Cavalli Muli Cavalli Muli

---1-~0----1·---J---1---1·--- ---

Italia. • • • • • • • • • 1876 Gr. Bretagna e Irlanda (a) 1875 Russia (a) , , , • • • • 1870 Svezia (d) • • • • • • • 1875 Norvegia (d) • • • • • • 1876 Danimarca (d) , • , • • 1871

W11rttemberg • • • • • • Prussia. • • • • • • ~

Baviera • • • (d) • • • . 1873

::::1~

: :

~

: : : : : \

Altl'i stati di Germania • )

Totale Germania

Olanda (d) • • • Belgio (d) • •

1876 1866

26801154, 32412010 71174.198 43<83291 1817237 1803400

24.639706 1818539 48634.50 2556244 14.61562 5721194

41060695

3809527 5336631 Francia (d). • • • • • • 1873' 36102921 Portogallo (a). • • • • • 1870

Spagna (b). • • • • • • 1859 Austria (d). • • • • • • 1870 Ungheria (d). , • • • Svizzera (c), Grecia (a) ••

1870 1876 1867 Stati Uniti d'America (a) 1875

4367882 16835506 20394980 15509455 2669147 1457894 38925598

296305 657:544.

314951 2790851 5352703 16169000 442751 503553 316694.

38200

151903 316570

348338 2274932 19504 96970 75868 353316 14990 11579'2 15075 70285 66840 440936

540610 3352231

32875 29455

260056 283163 529049 2742738

92751 507036

79716 382009 800191 1389623

· 3238M 2179811 41418

50123

100935 98938 9322997 9504200

293868 2 22 8 86 3 02 114

o 4.8 829

o 99 24. 53 86 10 227 05 114 88 '83.60 175 55

934 . 6 53 o 003 92 83 25 4 97 '{ 8 001 53 82 60 4 65 o 001 72 64 26 7 72 o 002 45 so

21 4 66 o 001 4.8 09 560 6 59 o 008 .77 07

1626

803775

665472 11719 8266 3145

7 91 9 61 5 18

o 86

o 75 4 63 67l 2 4.3 1 97 l 02

68 26 58 06

o 57 75 97

1 31 18 25 22 69

003 6813

o 01 146 99

o 07 . 37 81 67 86 244 16

10 96

004.

o 01

o 01

o 01

o 02 009

841

89 53

o 57

o i l 1 18

Segue per ultimo il. prospetto nel quale si paragonano le notizie statistiche intorno al bestiame raccolte dal 1868 al 1871 e quelle del c.ensimento eseguito

nel 1876.

Soltanto nella regione VII (Marche ed Umbria) si .riscontra una. difFerenza in meno rispetto ai cavalli censiti nel 1~76. Eguale differenza si rileva ancor sui muli nelle regioni Emilia, Toscana e Sardegna; in quest'ultima il numero dei muli è diminuito della metà, mentre di poco più che un terzo è cresciuta la popola- zione. cavallina.

Esaminando poi i risultati parziali delle singole provincie, quelle nelle. quali si riscontra maggior diminuzione di cavalli sono Ferrara, Pisa, Grosseto, Palermo,

(a) Per questi pàeslle notizie furono ricavate dall'.Agriculturat Ileturne o/ (}reat Britaln, ruit11 .Abllrad Blturlfl· /or tlle Ulflte4 llìll{ldom, Britil1l Pouesaions and jorngn Countr(es - 1875,

(l>) Per questo dal Han4buch der vergleiehen4en Btatiltik 110n /(ol!J - Le,lpzig 1816.

(.:) Per la Svizzera, il censimento svizzero - 18'16. · (Il) Per questi le n<1tizie si ebbero dagli uffici di atatlstlca dei sln:roli paesi.

(11)

e Siracusa; Bergamo, Rovigo, Pesaro, Ancona, Ascoli Piceno, Perugia e Messina sono le altre provincie che segnano diminuzione di cavalli in una proporzione piccolissima.

In più gran numero sono le provincie nelle quali la produzione dei muli risulta in decremento. Notansi prime Pisa e Cagliari nelle quali le conclusioni del censi- mento 1876 sono di più che la metà inferiori alle notizie raccolte dal1868 al 1871.

È notevole anche la diminuzione che si riscontra a Siracusa, Firenze, Cremona;

così pure conviene avvertire che tutte le provincie della regione Emilia hanno risentito un decremento più o meno sensibile.

Offrono diminuzione di poco momento le provincie di Mantova, Vicenza, Bel- l uno, Rovigo, Massa Carrara, Ancona, Ascoli, Perugia, Arezzo e Siena.

In tutte le altre provincie si rileva un aumento tanto nella popolazione cavallina, quanto ne' muli; di guisa che in tutto il Regno l'aumento corrisponde a poco più di un quinto, riguardo ai cavalli e ad un terzo circa rispetto ai muli.

(12)

PROVINCIE

REGIONE IX.

Meridionale A.drlntlca.

45 Teramo.

46 Chieti 47 Aquila.

48 Campobasso 49 Foggia.

50 Bari • 51 Lecce

Totale REGIONE :X.

Meridionale l!letllterrnnt'n.

52 Caserta.

53 Napoli • 54 Benevento 55 Avellino 56 Salerno.

57 Potenza 58 Cosenza 59 Catanzaro 60 Reggio Calabria.

Totale REGIONE XI.

Slellln.

61 Palermo 6.2 Messina 63 Catania 64 Siracusa 65 Caltanissetta • 66 Girgenti 67 Trapani

68 Cagliari 9 Sassari.

Totale REGIONE XII.

Sardel!iua.

Totale

Numero dei Cavalli

2758 3267 87 3 3219 7882 11749 7879

45537

9712 6392 1790 2385 3034 3675 1609 2365 1353

32315

11506 3347 3411 10679 4582 3550 4823

41898

22283 23736

46019 3166 4634 10506 5861 25151 20033 10832

80183

14120 12966 2236 3257

2485 3499 1997

54465

10104 3297 7843 8425 5584 5257 6056

46566

27975 36826

64801

Dift'erenza. Numero dei Muli Differenza

in ph\

408 1367 1723 2642 17269 8284 2953

34646

4-108 6574 446 872 1808 5388 8713 1134 644

2~150

4432

1002 1707 1233 8314

4668

5692 13090

18782

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14S2 50

2254

3706 1142 3417 7Gll 8!)16 3301 9360 8624

42571

3122 2372 1952 2677 3039 6915 2838 2648 4110

29673

20361 3570 6294 1580,1 10651 13144 12114

130!

4301 10613 10540 6704 12304 10290

56146

4054 2960 2123 2934 4007 10392 4164 4577 4618

39829

23389 5776 18134 12625 17759 20281 14151

81938 112115

348 37

154 45

162 974 3002 1624 3203 2944 1666

13575

932 588 171 257 968 M77 1326 1929 508

10156

3028 2206 1184.0

7108 i

7137 2037 33356

30177

8 3179

3179

8 194

385

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(13)

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RIEPILOGO.

1 UEGrONE I. Plemonto • . , 23739 33911 10172 13717 21176 10459

2 II. Lombardia . 80943 93364 12421 12793 13953 1160

III. Veneto • . . 66966 76215 9249 8267 859·1 327

4 IV. Liguria . 48J2 5278 436 10732 11709 977

5 V. Emlll:~ . • 48032 49056 1024 5372 4568 80-1

VI. ltl:arcbe ed 'Umbrla • 24.974 24718 2.i6 6721 6852 131

VII. Toscana. . • 49450 53074 3624 6087 [;070 1017

VIII. Lazio . . . 11500 44326 328:?6 l 1200 9772 8572

45537 80183 34646 42571 56146 13575

l) IX. lUerld. Adriatica.

10 X. lUe••hl. llledlterranea 32315 54465 2:Wi0 29673 39829 10156

11 XI. Sicilia. . • 41898 4G5GG 4GG8 81938 112115 30177

12 XII. Sardf'gna . 46019 64801 18782 385 199 186

149993 256 'l5534 2007

---.---.... ....---.-.---._

Totale •• 4'16215 625957 149742 219456 292983 'l3527

13 Qua•lrupedi della R. Casa dci RR. Priu- cipi, del Governo c degli Uflìziali

dell'esercito • .. . . . . . . 31587 31587 885 885

TOTALE GENERALE 476215 657544 181329 219456 293868 744.12

- - - -

Per ciò che riflette la qualità degli animali ed i metodi di allevamento, il Ministero crede più opportuno lasciar la parola alle Deputazioni Provinciali, ri- producendo qui appresso le relazioni da esse presentate.

Frattanto però giova avvertire che dal complesso ùi queste relazioni emerge che la maggior parte delle Deputazioni Provinciali sono concordi nel riconoscere la decadenza e la diminuzione delle razze. Imputano la diminuzione ai mutati mc- todi di coltura agraria, alla introduzione delle trebbiatrici ed allo Hvolgimento della viabilità; la decadenza allo scarso numero di h noni stalloni, in difetto dei quali sono impiegati riproduttori di nessun pregio c q uollo che è peggio carichi d'anni e di difetti, i quali anzichè avvantaggiare, non fanno che sempre più im- miserire la produzione; alla cattiva scelta delle cavalle destinate alla riproduzione, alla poca cura che si ha di esse in ogni tempo, e pur anco durante la gestazione e dopo il parto, ed all'abitudine inveterata di sottoporre i puledri a faticosi lavori prima ancora che abbiano raggiunto la maturità.

Per ottenere quindi il miglioramento delle razze e per indurre i proprietari a dedicarsi con maggior cura all'allevamento degli equini, molte delle Deputa- zioni Provinciali propongono che il Governo, oltrecchè aumentare nei depositi il numero dei riprodqttori, scegliendo quelli che per la lqro struttur~ più f'i addi-

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n

cono alle nostre cavalle, diminuisca la tassa di monta la cui gravezza, dicono, in·

duce i meno agiati proprietari a valersi dei pessimi stalloni offerti, con tenue compenso, dalla industria privata, ed accordi alle cavalle un maggior numero di salti; disponga di generosi sussidi a titolo d'incoraggiamento all'industria pri- vata, a somiglianza di quanto è fatto da altre Nazioni, che pur vantando nume- rose ed accreditate razze cavalline, non ristanno dallo spendere ingenti somme ·per conseguire un maggior miglioramento di esse; che il Governo, siccome è fra i maggiori consumatori della specie e quindi il più interessato ad attenerla di buona qualitit, faccia acquisto a prezzi rimuneratori dei giovani puledri; e per ultimo che, al fine di neutralizzare la malefica influenza degli stalloni girovaghi si proibisca anche da noi, come è costume in molti altri Stati, l'adoperare nella ri- produzione stalloni non presentati ad apposite Commissioni Ippiche, e da queste riconosciuti atti al loro uffizio.

Accennato sommariamente alle cause che influirono sulla diminuzione e sul deterio- ramento della produzione cavallina, cause che sono pur identiche per la produzione mulattina, resterebbe a parlare dei metodi di allevamento usati nelle diverse parti del Regno. Siccome però le informazioni somministrate dalle Deputazioni Pro·

vinciali collimano perfettamente con quelle che servirono per compilare la rela- zione sull'allevamento degli equini posta come introduzione alla Statistica clel bestiame pubblicata sul finire del 1875, il :Ministero ripubblica la relazione stessa, che gli sembra necessario complemento delle indagini presenti.

« L'allevamento degli animali equini viene praticato con mezzi e metodi alquanto disparati e con intenti diversi nei vari territori del Regno. Raramente esso mira ad un scopo industriale; più spesso è diretto a soddisfare il bisogno del consumo locale eli forza motrice, e manca quasi ovunque quella distinzione di usi e di attitudini speciali, pei quali altrove furono attivati metodi razionali nell'alle·

vamento dei ca valli.

« Nelle provincie Piemontesi e Liguri prevale il sistema della piccola coltura nelle terre e con esso le coltivazioni frazionate ed accurate degli alberi e delle piante industriali, al quale sistema difficilmente si annesta un esteso allevamento di cavalli. Come forza motrice dei lavori agrari, vi rimane quasi esclusivo l' uso del bue, che la ricerca nel consumo delle carni, l'abitudine, e la qualità dei terreni contribuiscono a mantenere in credito. Quasi del tutto vi è difetto di quelle mag·

giori opportunità dei pascoli e di vasti possessi che generalmente si credono con·

facenti e talvolta essenziali allo sviluppo di questi animali. È errore di credere che l'allevamento cavallino non torni possibile e conveniente se non col concorso delle grandi sodaglie e per mezzo della maggiore possidenza, perocchè abbiamo esempi di estesa produzione e di rendevole allevamento in condizioni di coltura essenziahnente intensiva e colla proprietà frazionata; chè anzi per l'azione di queste ultime condizioni, l'industria e l'arte dell'allevamento oggidì presentano i migliori esempi di riuscita.

« Non è però mcn vero che in Italia l' allevamento dei cavalli sofferse diminu- zione di pari passo coll'estendersi dei dissodamenti e colla conseguente scomparsa dei pascoli incolti, e con la introduzione delle trebbia.. triei; nè ancora si dà opera

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o

a ripigliarlo con mezzi diversi, dei quali l'industria potrebbe disporre, per ra- gioni forse molteplici.

« Questa condizione di cose è comune a molta parte d'Italia del pari che alle accennate provincie, ed è poi in ogni caso il carattere preminente di que~»ta ffi.- dustria specialmente nelle provincie del Settentrione.

« S'importano in ogni anno cavalli e muli dalla Francia nella Liguria, ove per la natura del suolo montuoso e per l'esigenza del commercio più attivo si fa grande consumo di animali da soma. E del pari le provincie subalpine occiden- tali e montuose importano cavalli dalla Francia e le orientali e piane dalla Svizzera.

c Da quest'ultima regione l'importazione altre volte numerosa riesce oggidì più scarsa (1); tuttavia prevale il tipo svizzero rimasto ai prodotti equini nella parte piana del Piemonte e della Lombardia.

« Quelle provincie di quest' ultima regione, che comprendono il territorio mon- tnoso e collinare del piedimonte alpino, trovansi in poco differenti condizioni delle piemontesi; fanno allevamento sparso e frazionato di cavalli e di muli affidati a coltivatori della piccola coltura più spesso mezzaioli o coloni, i quali pel lavoro dei campi fanno egualmente uso esclusivo dei buoi.

« I mandriani delle valli comensi, bergamasche e bresciane destinano per lo più le cavalle alla produzione mulattiera. I prodotti servono al consumo locale dei trasporti pei monti o vengono esportati nel genovesato. I mezzaioli del piano acquistano puledri lattonzoli dai coltivatori del territtorio irriguo ed esercitano la speculazione di allevarli sino all'età del lavoro.

« In quella vece le provincie della zona inferiore, quali Pavia, Cremona, lVIan- tova e buona parte di q ~ella di 1\Iilano, godono di condizioni eccezionali per non dire uniche nel Regno; perocchè costì soltanto il cavallo viene generalmente adoperato nei lavori agricoli e sostituisce il bue per moltissimi usi; contasi per- ciò maggiore il numero dei cavalli, più esteso e frequente l'allevamento, quan- tunque non vi si impieghino sempre i mezzi ed i processi pilì confacenti.

«La natura del suolo pianeggiante ed irriguo, la qualità dei foraggi succolenti, del clima caldo ed umido esercitano sfavorevole influenza sul temperamento dei prodotti equini, senza che l'arte venga usata sempre a correggere o menomare le cause di mala riuscita.

« Ad onta di questd però i coltivatori di questo territorio alimentano fuor di dubbio il maggior numero di cavalli relativamente alla superficie, e l'allevamento è così più presso ad assumere la importanza e le forme di una coltivazione in- dustriale sia pel ceto numeroso ed istrutto degli allevatori, sia pei mezzi più effi- caci ed uniformi di cui dispongono.

« L'unico sistema dell' allevamento è il domestico o stallino, le cavalle destinate alla riproduzione essendo quelle stesse che s'impiegano giornalmente al lavoro dei campi. La razza è una mistura di antico elemento locale mancante di tipo

(1) La ragione della diminuita importazione ~i rileva anche dal fatto che dall'Italia si esporta nella Francia e nella Svizzera un rilevante numero di puledri appena slattati.

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p

unico e modificato a sua volta da moltissimi e disparati incroci. Difetto generale è l' addestramento dei puledri a troppo giovane età, la cattiva costruzione delle scuderie, la mancanza di esercizio e di moto per gli allievi, l' uso unico di acque impure e di profende verdi, in quantità non calcolata ed esuberante, in qualità non sempre confacente.

« Condizioni favorevoli ad un allevamento migliore sono la stessa abbondanza e la varietà dei foraggi, l'agiatezza e la conseguente possibile istruzione tecnica dei colti va tori, la crescente convenienza commerciale, le tradizioni di una industria non progredita quanto è antica e l'accennato uso generale dei cavalli nei lavori campestri.

« In tempi non molto lontani il Veneto, assai più che le altre provincie del Settentrione italiano teneva numerose mandre di cavalli con l'allevamento pasco- , livo. Le piane estese ed incolte lunghesso i fiumi che attraversano quella regione,

speciahnente nella parte orientale, fornivano una opportunità per codesti alleva- menti, diventati celebri per qualità distinte di cavalli corridori, (al trotto con an- dature irregolari, traina e travalga) come quelli della valle dell'Adige, del Piave c del Tagliamento. Oggidì per la stessa cagione, accennata più sopra, degli av- venuti dissodamenti e della alienazione a privati degli stabili già appartenenti ai Comuni ed alle manimorte, che per la maggior parte servivano di pascolo, venne scomparendo quasi affatto questo modo di allevamento semib1·ado, senza che gli venisse sostituito nell'eguale proporzione l'allevamento frazionato ed annesso alle coltivazioni del terreno.

« Il bue tiensi anche colà quale unico motore di strumenti campestri, e però costituisce la principale, se non l'unica preoccupazione degli allevatori-coltivatori;

sicchè invano cercherebbesi oggidì nel Friuli il tradizionale cavallo da corsa; e può dirt3i ne sia andato scomparendo fino il tipo altre volte distinto. Alcuni pri · vati perdurano soltanto nel lodevole proposito di approfittare delle favorevoli con- dizioni del clima c del suolo per applicarvi le cognizioni dell'allevamento dci cavalli con distinti riproduttori di razze estere.

« In poco differenti condizioni versano le provincie dell'Emilia e della Romagna che la natura del terreno argilloso, difficile a lavorarsi, esige anche più imperio- samente l'uso del bue come fòrza motrice. Raro quindi e saltuario rimane l'al- levamento del cavallo presso i coltivatori, mentre soltanto alcuno dei maggiori proprietari mantiene tuttora il nucleo di antiche razze o mandre che va riducendo a sistema più intensivo d'allevamento. Le propagini detl' Appennino parmense, reggiano e modenese danno cavalli robusti di fibra e di mezzana statura quali

occorrono ai trasporti nei luoghi che mancano generalmente di strade carrozzabili.

Alcune località vallive del modenese, del ferrarese, come la storica pineta di Ra- venna, allevano tuttora mandre di cavalli con sistema che va migliorando, quanto si scosta dalle antiche razze semibrade.

« Le grandi mandre brade e semibrade, che sono ormai caratteristiche dell'alle- vamento del mezzodì, si riscontrano nella pianura della Toscana ed hanno popolato l'agro pisano, qualche località del senese e la provincia grossetana; nel resto della Toscana, cioè nelle provincie di Lucca, di .Massa, di Firenze e di Arezzo prevale pur sempre il sistema di coltura frazionata, per cui il cavallo . è escluso

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