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TORNATA DI SABATO 18 DICEMBRE 1920

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Atti Parlamentari 6735 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA X X Y 1" SESSIONE - DISCUSSIONI - la TORNATA DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 2 0

C X X V I I L

TORNATA DI SABATO 18 DICEMBRE 1920

P R E S I D E N Z A D E L V I C E P R E S I D E N T E s a U I T T J .

Ì N D I C E .

Pag.

I n v e r s i o n e dell'ordine del giorno 6735

PAGELLA 6735 DE MARTINO. . . 6735

Disegno di legge (.Discussione) :

Concessione di un nuovo assegno temporaneo mensile di caro-viveri a favore dei pensio-

nati civili e militari i>736

EVOLI 6736 DORÈ 6736

. BRUNELLI 6737

BIBBIO 6 7 3 7 - 4 3 BOONOCORE 6739-43 MERLIN 6740 DE MARTINO. . - 674')

BOCCLERI 6741 SANDRINI . 6741-41

FALCIONI . 6741

PAGELLA 6741

AGNELLI, sottosegretario di Stato. . . . 6741-44

CAMERA GIOVANNI, relatore 6 7 4 3 - 4 4

Disegno di legge (Discussione)-.

Concessione di un nuovo sussidio di caro-viveri al personale addetto ai servizi pubblici di 1

trasporto affidati all'industria privata. . . 6745

SALVEMINI 6745

RAMELLA 6746-53-55-57

GRONCHI . . 6747-54

PEANO, ministro 6 7 4 8 - 5 4 - 5 5 - 5 6 - 5 9 GIUFFRIDA, relatore. . . 6 7 5 1 - 5 6 - 5 8

B I N O T T I . . . 6755

MUSATTI. 6756

Relazione (Presentazione) :

Domanda di procedere contro il deputato Bel-

trami .6759

La seduta comincia alle 10.

ii I X DONE, segretario, legge il processo verbale della seduta antimeridiana prece- dente.

(ÌJ approvato).

Inversione dell'ordine del giorno.

P A G E L L A . Chiedo di parlare.

P R E S I D E N T E . S e ha facoltà. . P A G E L L A . Chiedo l'inversione dell'or- dine del giorno ; propongo cioè che si pro- ceda subito alla discussione del disegno di legge : « Concessione di un nuovo assegno temporaneo mensile di caro-viveri a favore dei "pensionati civili e militari », Ciò perchè trattasi di un disegno di legge urgente e che non porterà certo discussione, tenuto anche conto che è stato già approvato dal Se- nato..

P R E S I D E N T E . Come la Camera ha udito, l'onorevole Pagella propone di inver- tire l'ordine del giorno, procedendosi subito alla discussione del disegno di legge segnato al n. 3. '

Faccio notare che a parlare sul primo e sul secondo disegno di legge sono iscritti pochissimi oratori.

D E MARTINO. Chiedo di parlare.

P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà.

D E MARTINO. Mi oppongo alla pro- posta di inversione dell'ordine del giorno.

Sul primo disegno di legge sono stati presentati alcuni emendamenti, fra cui uno importante dell'onorevole Corazzi LI; e quindi vorrei che si procedesse subito alla sua discussione,

P R E S I D E N T E . Metto a partito là pro- posta dell'onorevole Pagella di invertire l'ordine del giorno per discutere per primo il disegno di legge relativo alla concessione di. un nuovo assegno ai pensionati civil e militari.

(È approvata).

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]Atti Parlamentari

6736 —

Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - 1*

SESSIONE - DISCUSSIONI

- la TORNATA DEL

18

DICEMBRE

1920

Discussione del disegno di legge : Concessio- ne di un nuovo assegno temporaneo men- sile di caro-viveri a favore dei pensionati civili e militari.

P R E S I D E N T E . Procediamo dunque alla discussione del disegno di legge : Concessione di un nuovo assegno temporaneo mensile di càro-viveri a favore dei pensionati civili e militari.

Si dia lettura del disegno di legge.

PIEDONE, segretario, legge. (V. Stam- pato 9 4 9 - a . ) .

P R E S I D E N T E . La discussione generale è aperta.

Ha facoltà di parlare l'onorevole Evoli.

E VOLI. Onorevoli colleglli, il disegno di legge sottoposto all'esame del Parlamento è destinato, io penso, a raccogliere il voto

concorde di tutti i gruppi politici, essendo vòlto a .rimuovere la situazione angosciosa, in cui si dibattono con crescente passione, benemerite categorie di funzionari, che nell'età produttiva della loro esistenza det- tero le migliori energie a servizi di pub- blico interesse o a mansioni di carattere sociale.

Ma io non debbo, non posso tacere di una lacuna del disegno di legge, la quale a me, forse perchè medico, fa maggior senso.

Anche questa volta, come già nel decreto del settembre 1919, col quale veniva esteso il benefìcio di un assegno speciale di caro-vi- veri ai maestri elementari, Che era già stato accordato ai pensionati dello Stato con

decreto del luglio precedente, anche questa volta il Ministero del tesoro dimentica una benemerita categoria d'impiegati : i medici condotti in pensione. Mi risulta che l'Asso- ciazione nazionale dei medici condotti [ri- chiamò, or è poco, l'attenzione del Ministero del tesoro sullo stato economico dei medici condotti pensionati, stato economico di mi- seria dorata, in cui l'intimo disagio ama drappeggiarsi in dignitosa fierezza, forse imposta dall'altezza, dalla nobiltà della mis- sione già esercitata. Ma è uno stato econo- mico, onorevoli signori del Governo, ono- revoli ^colleglli, veramente angoscioso ed irri- tante, tanto più angoscioso in quanto è inve- lenito dal trattamento di eccezione, che ai medici condotti viene fatto in confronto di altre categorie di impiegati ugualmente bene- meriti.

Ho qui una lettera di un medico con- dotto pensionato, che è un grido di ri- volta- contro questa ingiusta sperequazione:

È possibile, egli scrive, che debba perpe-

tuarsi l'onta della miserevolissima pensione corrisposta ai medici condotti, e per giunta anche l'ingiuria che soltanto ad essi non deb- ba assegnarsi neppure un soldo di caro-vi- veri, che tutte le categorie di pensionati hanno ottenuto 1 »

Giova osservare che, tra le tarie categorie di pensionati, i medici condotti percepiscono una delle pensioni più misere, perchè essi a sessant'anni di età e dopo 25 anni di ser- vizio liquidano una pensione di 1,119 lire all'anno, pari a poco più di 90 lire al mese.

Signori ! È questa l'ora delle democrazie ; è l'ora della valorizzazione degli esseri che lavorano e producono ; è l'ora della esalta- zione degli umili.

Ma nell'ora medesima in cui il Parla- mento si preoccupa di migliorare le condi- zioni delle umili categorie sociali, non può dimenticare il medico degli umili e dei po- veri : - il medico, che vide sfiorire la sua, giovinezza e logorò l'età sua matura in putridi borghi d'ogni luce muti, orgoglioso dell'onesta miseria, perchè lieto di donare, l'opera sua ai poveri, perchè consapevole di essere, non soltanto il medico curante dei mali fisici, ma anche l'amico, il consigliere della umile gente, la quale, anche quando non dà l'agiatezza al medico di campagna, gli dà infiniti tesori di viva, sentita, vibrante riconoscenza.

A questi veterani della condotta medica, ai veterani di una nobile Croce Rossa so- ciale, come Giovanni Pascoli la definiva, la quale combatte senza uccidere e dà ai sofferenti il maggiore sollievo nelle ore angosciose della malattia e del dolore ; a questi veterani la Camera italiana deve un'attestazione di sincera riconoscenza, la

quale valga a rendere meno affannosa l'ultima ora della loro giornata. (Approva- zioni).

Ho già presentato in proposito un emen- damento all'articolo 1° del disegno di legge.

P R E S I D E N T E . Ha facoltà di parlare l'onorevole Dorè, il quale ha presentato il seguente ordine del giorno, sottoscritto anche dagli onorevoli Mazzarella, Rindone, Ca- miniti, Costa, Capasso, Baglioni Silvestro, Molisani,'1*Borromeo, Caporali, e Ciocchi:

« La Camera confida che il Governo non tardi oltre a provvedere perchè siano au- mentate, in modo equo e decoroso, le pen- sioni dei sanitari comunali ».

D O R È . - Le parole nobilissime pronun- ziate dal collega Evoli, mi dispensano dal

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Atti Parlamentan — 6737 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - 1* SESSIONE - DISCUSSIONI - Ia TORNATA DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 2 0

dirne molte altre. Anch'io convengo con ^ Ini nel ritenere che questo disegno di legge, per quanto modesto, va accettato, perchè certamente porta un sollievo alle condizioni, in cui si dibattono i poveri pensionati.

Però mi dolgo, come s'è doluto il collega Evoli, che siansi dimenticati i sanitari co- munali, escludendoli dai benefici di questo provvedimento.

So che anche i sanitari comunali vivono in mezzo a grandi strettezze, e non credo sia stato generoso nè giusto, nè opportuno, che il Governo li abbia dimenticati.

Pare anche a me che il Governo sia ve- nuto meno ad un senso elementare di giu- stizia, dimenticando le sofferenze di persone che oggi sopportano tutte le maggiori pri- vazioni, mentre per tutta la loro vita hanno servito i comuni, lo Stato, la popolazione, con un alto sentimento di un dovere che è allo stesso tempo umanitario e civile.

Mi duole ^ non potere acconsentire alla proposta del collega Evoli, per un emenda- mento al disegno di legge, perchè questa proposta, rimandando il progetto al Senato, potrebbe ritardare il benefìcio a coloro che lo attendono da tanto tempo.

Ad ogni modo, pur votando come è, in- completo e monco, il progetto : esprimo il de- siderio che il Governo si decida finalmente a rammentarsi di questi nostri colleghi che lottano giornalmente con le prime elemen- tarissime necessità di vita, ciò che è davvero umiliante; e presenti presto il. progetto, tante volte promesso, di una riforma equa e decorosa per le loro pensioni.

Credo che il Governo non dovrebbe attendere che anche questi poveri vecchi, irritati e disillusi, vadano ad accrescere le falangi di coloro che ritengono efficace la imposizione, per il riconoscimento dei loro diritti, con la violenza e con la forza. (Com- menti — Interruzioni all' estrema sinistra).

L'ho detto altre volte e mi duole di do- verlo ridire anche oggi. È così: ma non dovrebbe essere !

Il Governo dovrebbe venire incontro a questi poveri colleghi con spontaneo senso di giustizia, rammentando che essi com- pirono e compiono sempre, come ha detto bene l'onorevole Evoli, una vera missione di civiltà presso tutte le popolazioni, e special- mente presso le popolazioni rurali. (Appro- vazioni).

B K U N E L L I . Chiedo di parlare.

P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà.

B R U N E L L I . Anche in nome del gruppo parlamentare socialista, mi associo alle con-

\ clusioni del collega onorevole Evoli. Le cifre che egli ha citato sono per se stesse elo- quentissime. Io, medico condotto, sono un documento vivente di quanto egli ha detto.

Mi associo dunque a lui ed osservo che l'unico modo di riparare all'omissione è quello da lui proposto. Il dubbio avanzato dall'onore- vole Dore che possa essere ritardata l'appro- vazione del disegno di legge non mi pare abbia consistenza, poiché il Senato, non po- tendo disconoscere l'importanza dell'argo- mento, vorrà certo esaminare di nuovo, prima della chiusura dei suoi lavori, la legge

emendata. #

P R E S I D E N T E . Ha facoltà dì parlare l'onorevole Bubbio, il quale ha presentato il seguente ordine del giorno, sottoscritto anche dagli onorevoli Corazzin, Ciccolungo e Brancoli :

« La Camera, ritenuto che mentre si con- cede una seconda indennità di caro-viveri ai pensionati dello Stato, per impellenti ragioni di umanità e di giustizia non deb- bano essere dimenticati i pensionati degli Enti locali, ai quali non venne ancora esteso neppure il primo assegno che fin dal gen- naio 1919 è stato disposto per i pensionati governativi ;

invita il Governo perchè sollecitamente sia presentato opportuno disegno di legge per la doverosa equiparazione ».

B U B B I Ó . È con dolore che mesi sono ebbi ad apprendere che il progetto per i pensionati presentato al Senato dal Governo,

e dal Senato approvato, aveva completa- mente dimenticato i pensionati comunali.

E fu sentimento di dolore, in quanto avevo veduto frustrate le lunghe insistenze ver- bali ed epistolari replicatamente rivolte al Ministero ed in modo speciale all'onore- vole Meda, perchè in quel progetto questi poveri parìa fossero equiparati ai pensionati governativi.

Avevo fermamente sperato in questo atto di giustizia e di umanità, non. avendo rilevato allora, come non rilevo ora, alcuna sostanziale o formale difficoltà alla invocata equiparazione.

Nessuna difficoltà doveva impedire la r inclusione, perchè date le stesse perentorie necessità della esistenza che urgono e per i pensionati governativi e per i pensionati locali, un senso elementare di opportunità e di equità doveva suggerire, anche .all'in- fuori di ogni premura mia o degli interessati, il compimento di un atto di giustizia.

Anzi debbo far rilevare che per i pensionati

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Atti Parlamentari — 6738.— Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - la SESSIONE - DISCUSSIONI - laT O R N A T A DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 2 0

degli Enti locali v'era un'urgenza anche maggiore di provvedere per due ragioni fondamentali, su cui richiamo la benevola attenzione della Camera. La prima, è che i pensionati locali, notatelo bene, onorevoli colleghi, e lo noti il Governo, non hanno t u t t o r a ricevuto alcun assegno di caro-vi- veri, e cioè neppure quello che fin dall'inizio del 1919 già è goduto dai pensionati governa- tivi e di cui al Regio decreto 27 febbraio 1919, n. 191.

La seconda si è che i pensionati locali hanno t u t t i o quasi t u t t i pensioni miser- rime, inferiori a quelle che sono invece go- dute dalla grande massa dei pensionati go- vernativi. Vi potrei dire a questo proposito che segretari comunali dopo quarant'anni

di servizio sono andati a riposo o senza pen- sione o con un assegno di 400-500 lire, ciò che del resto era ed è in relazione a quel- l'obbrobrioso limite minimo di lire 960 che la legge comunale e provinciale ha assegnato ai segretari dei comuni di almeno 1,000 abi- t a n t i !

E notisi che quasi sempre tale lauta pensione f u procacciata con onerose ritenute sugli stipendi degli interessati, ritenute che fino al 1915 furono dell'8 per cento, oltre al 25 per cento siigli aumenti, e che per i più anziani furono gravate da un contributo ulte- riore onerosissimo per il riscatto di servizio.

La sperequazione, la diversità di t r a t t a - mento è tanto- più, stridente quando si ri- fletta che il Governo, sempre col sistema delle mezze misure, ha creato disparità proprio in rapporto all'indennità caro-vivere tra gli' stessi pensionati comunali ; ed in- f a t t i esso ha'concessò il primo assegno di caro-vivere,-ed alla stessa stregua concederà anche il secondo, ai maestri pensionati dei comuni cosidetti autonomi, assumendo- sene direttamente l'onere e lasciando al so- lito ne dimenticatoio gli altri impiegati degli E n t i locali.

• Ho detto al solito, perchè il Governo, anzi dirò i Governi non hanno mai avuto la sensazione che accanto alla sterminata falange degli impiegati governativi, si ha una più ristretta coorte di dipendenti degli E n t i locali, i quali con non minore intensità, spirito di disciplina e produttività e quasi sempre con molto minore retribuzione at- tendono a funzioni pubbliche del t u t t o affini a quelle dei dipendenti dallo Stato.

Eorse " perchè i dipendenti degli enti locali sono meno organizzati? Eorse perchè non mettono Vaut aut dello sciopero o dell'ostru- zionismo ad ogni piè sospinto ? iTo, il Go-

verno deve apprezzare quésta disciplina

•loro, questo continuato spirito di sacrifìcio e di abnegazione ; non deve sospingerl ad atti che mai hanno voluto, ma deve an- dare loro incontro e non osteggiare perfino le più modeste loro aspirazioni, anche quando, come nel caso attuale, domandano il sem- plice compimento di un atto di giustizia.

Risponderà il Governo che fu t r a t t e n u t o dall'accogliere le istanze in considerazione delle difficili condizioni finanziarie dei co- muni e delle provincie e dalla impossibilità di aggravare i loro bilanci esauriti. È verissimo che le condizioni della finanza locale sono arrivate ad un punto ormai intollerabile, t a n t o che molte amministrazioni già si sono rifiutate di compilare i bilanci. Certo anche il Governo ha il torto di aver lasciato trascorrere t u t t i questi mesi, senza aver in alcun modo pensato a tale assillante pro- blema, che è altrettanto urgente ed impor- t a n t e come la r'estaurazione^Qlle finanze statali.

Ma crede proprio il Ministero del tesoro che salvi il pareggio dei bilanci dei nostri comuni il non obbligarli a dare l'indennità di caro-vivere ai loro pensionati ? Quando giorno per giorno cresce ogni ordine di spesa, quando occorrono decine o centinaia di mi- gliaia di lire per concedere la indennità di caro-vivere ai dipendenti in servizio, è possi- bile che proprio •quello stesso bilancio non debba e non possa trovare quella di gran lunga più modesta somma occorrente a concedere la ridottissima indennità di caro- vivere all'unico pensionato, che forse si trova nel caso di usufruirne ?

Perchè, notino gli onorevoli colleghi, si t r a t t a di un numero assai ristretto di pensio- nati dagli E n t i locali ; come risulta fra l'al- tro dalle statistiche dalla Cassa di previdenza.

Si comprende che maggiore sarà il numero dei pensionati i cui assegni sono diretta- mente pagati dagli Enti, ma si t r a t t e r à pur sempre di un numero limitato, perchè, pur troppo, gli antiquati regolamenti di innu- meri comuni non hanno riguardato il diritto di pensione ai propri dipendenti, i quali fino all'ultimo respiro bene spesso stanno sulla breccia.

Di più, farò notare che i comuni più grandi, quelli che hanno maggiore numero di pen- sionati diretti, già hanno quasi t u t t i prov- . veduto, anche in esecuzione di una circolare

incitatrice del Governo del marzo scorso e che io, in limone ad alcuni colleghi, era riuscito ad ottenere dall'allora sottosegre- tario- onorevole Grassi.

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Atti Parlamentari — 6739 — Camera dei Deputati

L E G I S L A T U R A XXV - 1* S E S S I O N E - D I S C U S S I O N I - Ia TORNATA DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 5 0

N o n si t r a t t a q u i n d i che di p r o v v e d e r e ad u n r i s t r e t t o n u m e r o , cui, per a v v e n t u r a , a p p a r t e n g o n o p r o p r i o coloro che più n e h a n n o bisogno, e per i quali il p r o b l e m a del

p a n e è più categorico ed i m p e l l e n t e .

La q u e s t i o n e è di così ovvia o p p o r t u n i t à ed e q u i t à , che, ne sono certo, la C a m e r a e 10 stesso Governo a v r e b b e r o a p p r o v a t o u n articolo a g g i u n t i v o a l l ' a t t u a l e disegno di legge, in cui fossero r i c o r d a t i q u e s t i miseri d i p e n d e n t i , che da t a n t o t e m p o a t t e n d o n o . Ma p o i c h é a n c h e in q u e s t o sono s t a t i s v e n t u r a t i per il f a t t o che il p r o g e t t o è s t a t o primar p r e s e n t a t o al S e n a t o e da q u e s t o già

" a p p r o v a t o , così io, che b e n c o m p r e n d o la i n d e r o g a b i l e n e c e s s i t à di a p p r o v a r e p r i m a della fine d e l l ' a n n o il p r o g e t t o stesso da t a n t o t e m p o a t t e s o dai p e n s i o n a t i g o v e r n a - tivi, n o n i n t e n d o d e l u d e r e le loro s p e r a n z e con la p r e s e n t a z i o n e di un articolo aggiun- t i v o che o b b l i g h e r e b b e a r i p r e s e n t a r e il pro- g e t t o al S e n a t o .

Mi sono perciò l i m i t a t o , a n c h e d ' a c c o r d o con i colleghi di g r u p p o , a p r e s e n t a r e u n ordine del giorno che suoni r i c o n o s c i m e n t o del d i r i t t o dei p e n s i o n a t i degli E n t i locali e dell'urgenza di p r o v v e d e r e ; e mi affido al G o v e r n o che vorrà a c c e t t a r e t a l e ordine del giorno e l ' i m p e g n o che c o n s e g u e n t e m e n t e è per d e r i v a r n e . E ne a v r à la g r a t i t u d i n e di t a n t i vecchi d i p e n d e n t i , che v e d r a n n o al- fine r i c o n o s c i u t a la l u n g a o p e r a d a t a per il progresso dei c o m u n i e dello s t l t s o S t a t o , nella esplicazione di t a n t i servizi che allo S t a t o più d i r e t t a m e n t e s a r e b b e r o p e r t i n e n t i . Essi sono deboli, sono sparsi, n o n possono esplicare u n ' a z i o n e collettiva ; non disdegni 11 G o v e r n o di r i g u a r d a r l i ; i n d e r o g a b i l i ra- gioni di e q u i t à e di u m a n i t à lo i m p o n g o n o ! (Approvazioni — Congratulazioni).

P R E S I D E N T E . H a f a c o l t à di p a r l a r e l'onorevole B u o n o c o r e , il q u a l e ha presen- t a t o il s e g u e n t e o r d i n e del giorno :

« La C a m e r a i n v i t a il G o v e r n o a nomi- n a r e u n a Commissione che faccia p r o p o s t e c o n c r e t e e definitive a f a v o r e dei pensio- n a t i collocati a riposo a n t e r i o r m e n t e al 30 s e t t e m b r e 1919, siano essi d i p e n d e n t i dallo S t a t o , dai c o m u n i o da altri E n t i , e f a v o t i che a f a r p a r t e della Commissione p r e d e t t a sia c h i a m a t a u n a r a p p r e s e n t a n z a del personale i n t e r e s s a t o », •

B U O N O C O R E . Onorevoli colleghi, n o n i n t e n d o f a r e u n discorso p e r c h è desidero n o n sentire il rimorso di a v e r r i t a r d a t o , a n c h e di u n ' o r a , l ' a p p r o v a z i o n e di q u e s t o disegno di legge, per q u a n t o esso sia m a n -

chevole, come h a n n o d i m o s t r a t o i colleghi Evoli, D o r e e B u b b i o . E n o n si l i m i t a n o a quelle d e n u n z i a t e , le l a c u n e del p r o g e t t o . B a s t i che -io rilevi che coi p r o v v e d i m e n t i p r o p o s t i a f a v o r e dei p e n s i o n a t i n o n si. p u ò , n o n si d e v e r i t e n e r e d e f i n i t i v a m e n t e s i s t e m a t a la loro p e n o s a situazione. Do lode al G o v e r n o perchè* con q u e s t o .disegno di legge ha mo- s t r a t o di n o n essere insensibile alle invoca- zioni di u n p r o l e t a r i a t o che, inabile o r m a i a d ogni l a v o r o profìcuo, vive di stenti, di r i n u n z i e e di sacrifìci di o g n i - s o r t a , d o p o a v e r d a t a t u t t a la p r o p r i a a t t i v i t à allo S t a t o .

E sono anche, lieto di c o n s t a t a r e che è o r m a i t r a m o n t a t a la s t r a n a teoria del- l ' i n v a r i a b i l i t à delle p e n s i o n i l a quale f u eccepita nei p r i m i t e m p i della giusta agi- t a z i o n e dei p e n s i o n a t i , quasi che questi non subissero, al p a r i degli a l t r i c i t t a d i n i , il disagio economico d e r i v a n t e dal s e m p r e c r e s c e n t e rialzo dei prezzi dei generi di p r i m a necessità e dalla s v a l u t a z i o n e della m o n e t a .

Altri p r o v v e d i m e n t i e di n a t u r a o r g a n i c a sono necessari perche.' non t a r d i la sistema- zione definitiva della condizione economica dei p e n s i o n a t i , ai quali n o n si p u ò non ri- conoscere il d i r i t t o alla vita. Occorre sol- t a n t o considerare che la concessione del c a r o - v i v e r i , p r o p o s t a da q u e s t o disegno di legge, viene a coincidere con la p r o p o s t a di a u m e n t o del prezzo del p a n e , per convin- cersi che la concessione stessa n o n risolve, - n e p p u r e in m i n i m a p a r t e , il penoso p r o b l e m a .

P e r q u e s t e considerazioni e per le altre che i miei colleglli h a n n o p r o s p e t t a t o a fa- v o r e dei medici c o n d o t t i , dei segretari co-^

m u n a l i e del p e n s i o n a t i in genere d i p e n d e n t i da E n t i locali, io prego il Governo di accet- t a r e e la C a m e r a di v o t a r e il mio ordine del giorno. (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . H a f a c o l t à di p a r l a r e l ' o n o r e v o l e Merlin, il quale, con gli onore- voli Curti e B u b b i o , ha p r e s e n t a t o il s e g u e n t e ordine del giorno :

« La Camera, p u r a p p r o v a n d o il disegno di legge a f a v o r e dei p e n s i o n a t i civili e m i l i t a r i per l ' u r g e n t e necessità di n o n di- l a z i o n a r e i benefici per la classe dei pen- sionati, i n v i t a il Governo a presentare- op- p o r t u n e p r o p o s t e per l ' o r g a n i c a sistema- zione di t u t t e le pensioni, allo scopo di eli- m i n a r e i n g i u s t e s p e r e q u a z i o n i t r a vecchie e n u o v e pensioni, per p a r i f i c a r e le condi- zioni degli ufficiali di r i s e r v a e quelli di posizione ausiliaria e per migliorare le sorti dei vecchi p e n s i o n a t i e x - m o n a s t i c i i quali godono di assegni insufficienti alla v i t a »,

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Atti Parlamentari — 6740 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - 1' SESSIONE - DISCUSSIONI - la TORNATA DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 2 0

MERLIN. Noi non intendiamo in nessun punto modificare il disegno di legge, già approvato dal Senato, perchè riteniamo di assoluta urgenza che esso diventi legge dello Stato, in modo che i pochi benefìci che esso concede, possano essere percepiti subito da coloro che ne hanno urgente bisogno-.

Però noi approviamo questo disegno di legge coh concetto, che esso non debba essere se non una disposizione di carattere assolu- tamente transitorio, perchè non possiamo dimenticare tutte le disuguaglianze e le sperequazioni che esistono nella materia di cui ci occupiamo tra le varie categorie di pensionati. Non solo ; ma tra i nuovi ed i vecchi pensionati vi è una disparità di trat- tamento tale, per cui succede che a per- sone di identico grado, ufficio ed anzia- nità, solo perchè messe in riposo un mese ed anche un giorno prima o dopo, viene li- quidata una pensione notevolmente diversa.

La legge 23 ottobre 1919, n. 1960, ha por- tato a questo : che, essendo stati notevol- mente aumentati gli stipendi col 1° aprile 1919 e dovendosi liquidare la pensione sulla base dello stipendio percepito nell'ultimo triennio, individui subalterni, i quali sono stati messi in pensione alla fine 1919, go- dono di assegni superiori a persone che hanno coperto uffici direttivi, ma che sono state collocate in pensione qualche tempo prima.

Comprendo come questo fatto abbia potuto verificarsi, ma il Governo ha il*

dovere di cercare che queste sperequazioni siano o tolte od attenuate,- perchè sono con- tinuo oggetto di stridenti contrasti, di cri- tiche e di malcon ito.

Occorre, a nostr modo di vedere, una sistemazione generale, con una legge orga- nica in modo da giungere ad una unifor- mità di trattamento.

Sopra tutto per gli impiegati più vecchi, che sono i peggio trattati, lo stesso sottose- gretario al tesoro conosce quali dolorosi casi sussistano, e perciò invocare che si ri- medi a tale stato di cose sembra per il gruppo popolare un assoluto dovere.

Altra disparità che occorre togliere è quella che esiste fra gli ufficiali di riserva e gli ufficiali in posizione ausiliaria. Io non tratto questi argomenti perchè mi faccio carico della sollecitudine con la quale questa discussione deve svolgersi, ma è necessario richiamare anche su di essi l'attenzione del Governo.

In ultimo poi diciamo che un congruo miglioramento deve essere fatto alle pen-

sioni di cui godono gli ecclesiastici poiché il loro trattamento è assolutamente insuf- ficiente. Le pensioni loro assegnate non servono nemmeno per i minori bisogni; do- vrebbero essere assegni alimentari e vice- versa »non servono nemmeno ad acquistare il primo alimento, cioè il pane. (Interruzioni).

Il Governo deve preoccuparsi anche di costoro e deve coordinare tutta l'ardua e de- licata materia. (Approvazioni).

P R E S I D E N T E . Ha chiesto di parlare l'onorevole De Martino. Ne ha facoltà.

DE MARTINO. Mi rendo conto della necessità di questo disegno di legge, che siamo costretti ad approvare con una solle- citudine straordinaria,* perchè non sia arre- stato da una discussione d'indole generale;

ma. credo opportuno che la Camera faccia presente al Governo che tutta questa ma- teria deve avere una profonda e larga siste- mazione.

Questo disegno di legge provvede, per quanto è possibile, ai pensionati dello Stato;

ma, associandomi ad altri colleghi, rilevo che i pensionati degli Enti locali sono an- cora colpiti dalla più sinistra delle spere- quazioni.

Il Governo ha adottato parecchi provvedi- menti per gli impiegati dello Stato, e, succes- sivamente a questi, anche a favore degli im- piegati degli enti locali. Così con decreti del 191# fu fatto obbligo ai comuni di se- guire le stesse norme, che lo Stato aveva sta- bilito a favore dei suoi impiegati.

Però ac-cade che, mentre il Governo fa obbligo agli enti locali di estendere ai loro im- piegati quei benefìci che lo Stato dà ai pro- pri, lo stesso non avviene per i pensionati degli enti locali.

Confidiamo, quindi, che il Governo vorrà nel più bjreve termine possibile, provvedere perchè sia riconosciuto per tutti i pensio- nati il diritto alla vita ; e sarebbe strano che si riconosces.se questo diritto alto e no- bile solo per coloro che hanno servito lo Stato, e non per coloro che hanno servito i comuni, che pure sono una frazione dello Stato.

Per queste considerazioni, mi associo a quanto hanno detto i colleghi "che mi hanno precedutole confido, ripeto, che lo Stato vor- rà porre termine, con una sistemazione gene- rale, alla situazione nella quale si trovano costoro che sono tra i migliori nostri citta- dini, e che hanno dato prova, durante tutta la loro vita, di aver servito fedelmente la cosa pubblica. (Approvazioni).

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Atti Parlamentari — 6741 — Camera nei Dspuiati

LEGISLATURA XXV

- 1*

SESSiUNE - DISCUSSIONI

- l

a TORNATA DEL

18

DICEMBRE

1920 ' PRESIDENTE. L'onorevole Boccieri ha

chiesto di parlare. Ne ha facoltà.

BOCCIERI. Onorevoli colleghi : brae- vissima oratio. Mi associo a tutte le consi- derazioni svolte dai precedenti oratori, ma amo di spezzare una lancia a favore dei pensionati degli enti locali, dei quali già ho udito che alcuni oratori generosi si sono occupati.

Ora io, senza infastidire la Camera, per- chè è nastro dovere imprescindibile di vo- tare la legge a vantaggio dei benemeriti cui si riferisce, propongo un ordine del giorno che dice « La Camera, approvando il disegno di legge, invita il Governo a pre- sentare, . non oltre tre mesi, un progetto di legge che estenda ai pensionati degli enti locali i benefici concessi a quelli dello Stato».

Voci. È già stato presentato !

BOCCIERI. Allora mi ' associo, e non insisto nel mio ordine del giorno. (Si ride).

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l'onorevole Sandrini, il quale Svolgerà anche il seguente ordine del giorno :

« La Camera confida che le disposizioni della presente legge saranno -estese anche ai pensionati delie Provincie redente ».

SANDRJNI. Brevissime jjarole, e credo che una parola del Governo potrebbe ren- dere inutile il mio ordine del giorno.

Il presente progetto di legge si applica, in primo luogo, ai pensionati delle ammini- strazioni dello Stato, ed in secondo luogo ai maestri elementari delle amministrazioni sco- lastiche provinciali o iscritti al Monte pen- sioni.

È imprescindibile, secondo me, che questa legge, immediatamente do'po la sua appro- vazione, abbia ad essere applicata non solo alle vecchie Provincie, ma anche a quelle ora fortunatamente unite alla Patria.

Ora io desidero su questo punto una pa- rola di chiarimento dal Governo, la quale renderebbe inutile l'approvazione del mio ordine del giorno.

Una seconda parte del provvedimento attuale riguarda le pensioni ai maestri. Su questo punto prego il Governo di conside- rare che la legislazione austriaca, ancora in vigore nelle terre redente, non è perfetta- mente identica alla legislazione italiana in materia di istruzione pubblica ; perciò bi- sognerebbe che il Governo, nelle disposizioni regolamentari intorno all'applicazione di que- sta legge, coordinasse il sistema austriaco al sistema italiano, ai soli effetti di concedere anche ai maestri delle terre redente quel be-

nefìzio che il presente disegno di legge con- cede ai nostri.

La situazione alimentare ed econ-omica è non meno grave nelle provinole redente che non nel resto d'Italia, Anche Trieste soffre dello stesso caro-viveri che è in Italia, ed anzi peggio, perchè le relazioni commerciali non sono state ancora colà riprese.

Quindi confido che il Governo vorrà dire una parola di assicurazione in merito al mio ordine del giorno.

FALCIONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. .Ne ha facoltà,

FALCIONI. Non una parola in merito al disegno di legge che tutti approviamo. Ho appreso poc'anzi che taluni colleghi nostri hanno presentato emendamenti ed arti- coli aggiuntivi, ed intendo far presente il pericolo gravissimo a cui così andiamo in- contro.

Trattandosi di un disegno di legge, che ci è venuto da] Senato, qualunque emenda-, mento porter3bbe alla conseguenza di ritor- narlo ancora al Senato. Prego quindi gli onorevoli Galleghi di non volere insistere negli emendamenti.

PAGELLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà,

PAGELLA. Aggiungo pochissime parole a quelle dette dall'onorevole Falcioni. Qua- lunque modificazione a questo disegno di legge, che non è un disegno di legge per pensioni, ma per caro-viveri, sarebbe un ritardo alla sua applicazione.

Mi associo quindi alle parole dell'ono- revole Falcioni, poiché noi non facciamo altro che interpretare il desiderio degli in- teressati, i quali ci hanno pregato, che, pure ritenendo il disegno di legge insufficiente, non proponessimo alcuna modifica per non ritardarne l'applicazione.

Invitiamo perciò la Camera a votare senz'altro il disegno di legge.

AGNELLI, sottosegretario di Stato per il tesoro. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

AGNELLI, sottosegretario di Stcdo per il tesoro. La Camera ha pazientemente ascol- tato otto o dieci oratori ; essa non ha dunque il diritto di pretendere che io faccia così poco conto delle importanti considerazioni presentate, da non rispondere nemmeno.

Stia sicura però che mi atterrò alla massima brevità. Ometto qualunque invito all'ac- cettazione completa del disegno di legge, nei termini in cui è presentato.

Autorevoli oratori hanno già fatto pre-

sente che se* si adottasse qualunque modifi-

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Atti Parlamentan — 6742 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXY

- 1'

SESSIONE - DISCUSSIONI

-

laTORNATA DEL

18

DICEMBRE

1920 cazione, anche la più giustificata, ciò ritar-

derebbe di un tempo apprezzabile l'appro- vazione e l'applicazione della legge, e sarebbe contrario allo scopo, che tutti d'accordo j*i proponiamo, di portare un sollievo, sia pure tenuissimo, alle disagiate condizioni dei pensionati" dello Stato. Quindi il disegno di legge può attendersi un'immediata ap- provazione, tale quale è.

Solamente, perchè esso non passi quasi fra il compatimento generale, come un di- segno di legge difettosissimo e accettato solo per rassegnazione, vorrei che la Camera, e particolarmente gli oratori che hanno inter- loquito, mi usassero la cortesia di riflettere su alcune brevissime considerazioni.

Una parte di esse riguarda l'argomento trattato dall'onorevole Merlin: si sarebbe dovuto in questo disegno di legge discipli- nare nientemeno che la materia aggroviglia- tissima e complessa della perequazione ge- nerale delle pensioni; e non soltanto, come fu oggetto di altri discorsi, della perequa- zione fra impiegati dello Stato e impiegati degli Enti locali, ma anche fra impiegati messi in pensione in un determinato mo- mento, e impiegati messi in pensione succes- sivamente.

È verissimo che per gli impiegati messi in pensione dopo il settembre 1919 vi è un trattamento che è superiore notevolmente a quello che si fa agli impiegati che vi sono andati prima ( ma la ragione di questo di- pende puramente e semplicémente dallo Stipendio base su cui la pensione si calcola.

E se un concetto di perequazione dovesse in- trodursi, ciò non si potrebbe fare che in base a calcoli molto precisi e molto diffìcili a compiersi, i quali non avrebbero potuto in nessuna maniera essere compiuti ed adottati in occasione di questo disegno di legge.

Così pure * è materia enormemente più complicata quella che riguarda la perequa- zione fra questa e quella categoria di ufficiali, p persino fra questa e quella di ecclesiastici, di cui ci ha parlato l'onorevole Merlin. È una materia non solo più difficile, ma del tutto distinta dallo scopo circoscritto e limitato che questo disegno dì legge si propone.

Perciò l'ordine del giorno che è stato pre- sentato in proposito, come del resto (lo dico incidentalmente) tutti gli altri, possono dal

Governo essere accettati come raccomanda- zione, anche in rapporto alle dichiarazioni che il Governo stesso ha fatto in occasione di risposte date, sia privatamente che in pub- blico, a quesiti o ad interrogazioni presentate.

Lo stesso debbo dire della questione sol- levata dall'onorevole Sandrini. Egli dovrebbe

tener presente che per il trattamento degli impiegati, per ciò che riguarda legislazione sociale e ogni altra sorta di leggi a tutela di determinate classi, l'estensione di disposi- zioni che vengono adottate nel territorio del- l'antico Regno, deve formare oggetto di al- tra speciale disamina, che sarà fatta con l'ap- provazione della legge dal passaggio dello Stato di guerra allo stato di pace perlenno^e Provincie del Eegno d'Italia.

SANDRINI. Sono già riunite.

AGNELLI, sottosegretario di- Stato per il tesoro. Non sono ancora ad esse estese tutte le disposizioni. Yi è una infinità di'disposi- zioni da applicarvi, e questa estensione deve formare oggetto di uno studio speciale.

• S AND BINI. Le altre sono leggi del pas- sato, mentre questa è legge del presente che si applica ad uno stato giuridico nazionale ormai perfetto.

AGNELLI, sottosegretario di Stato per il tesoro. Si =v%drà in quale misura potranno applicarsi. Potrebbe darsi che con l'inten- zione di giovare finissimo col danneggiare.

Yi è una serie di situazioni di fatto e di di- ritto che sarebbe pericolosissimo pregiudi- care improvvisando, in- occasione di questa discussione.

È stata poi qui sollevata la questione dei pensionati ;degli Enti locali. Di questa que- stione il Governo ebbe già ad occuparsi, come dicevo, rispondendo alle interrogazioni presentate da vari deputati,.e in particolare anche dall'onorevole Bubbio. • È intenzione del Governo di fare quanto è possibile per- chè anche a queste condizioni disagiate i comuni e le provincie abbiano a provvedere- efficacemente. Però è doveroso tener conto (per mitigare almeno le alte meraviglie che furono sollevate perchè con questo dise- gno di legge, per spontanea iniziativa- il Governo, al grave argomento non avesse provveduto) che si tratta anche qui di una materia ben distinta da quella in discus- sione oggi.

Diceva l'onorevole De Martino che, se non erro, è un insigne cultore del diritto : non sono tutti impiegati pubblici ? Veris- simo : ma sono impiegati di categorie deter- minate. I bilanci ai quali si devono attingere i me^zi per i loro compensi, e anche per i compensi del periodo di quiescenza, devono ricorrere a determinate fonti, che, per norma di diritto pubblico, sono distinte dalle fonti del bilancio dello Stato. (Commenti).

Questo si dice solo per domandare mo-

destamente che le questioni siano vedute in

serie, una successivamente all'altra, altri-

menti si crea una confusione non a n'unissi-

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Atti Parlamentari — 6743 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - 1" SESSIONE - DISCUSSIONI - la TORNATA DEL 18 DICEMBRE 1 9 2 0

bile nè giuridicamente, uè finanziariamente.

Tanto è ciò vero che nel cercare una spiega- zione a questa confusione, io vorrei dare agli egregi e cortesi oppositori un'attenuante.

Essi sono stati tratti a questo argomento dalla situazione che il disegno di legge crea ai maestri pensionati...

BOCCIERI. No, no, abbiamo riscontrato nel disegno una lacuna !

AGISTELLI, sottosegretario 'di stato per il tesoro. ...a cui si dovette provvedere perchè la disuguaglianza di trattamento sarebbe parsa nel loro caso, non per sola analogia, ma per identità delle condizioni, stridente e intollerabile. Nel loro caso, trattasi di per- sone di cui una parte è passata alle dipen- denze dello Stato, e una parte è rimasta in rapporto soltanto con gli enti locali.

L'argomento sarà però oggetto di rifles- sione, col sincero e leale intendimento di a- dottare provvedimenti utili anche alla con- dizione degli altri dipendenti dagli E.nti locali.

Per queste considerazioni, e anche per- chè pare che neppure i cinque minuti di so- 'lito concessi agii onorevoli colleghi per espli- care in materia di interrogazioni siano con- cessi al Governo per difendere un suo pro- getto, non aggiungo altro.

Anzi, questa vostra impazienza vi fa onore; tenete però .calcolo che noi, come disse l'onorevole Buonocore, prendiamo una ini- ziativa che apre uno spiraglio non trascu- rabile f noi facciamo nostra la concezione moderna, secondo la quale la pensione, costi- tuisce materia rivedibile, e con la messa a riposo non si chiude ogni rapporto contrat- tuale e giuridico tra l'impiegato e l'ente che lo ha assunto. (Approvazioni).

CAMERA G I O V A C I , relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMERA GIOVANNI, relatore. Sarò bre- ve, come gli altri oratori, e ir due minuti assolverò il mio còmnito ; ma non dovete disconoscere che il relatore di una Commis- sione possa parlare.

Tre sono le questioni sollevate a propo- sito di questo disegno di legge.

Anzitutto, se debba estendersi alle Pro- vincie redente questo disegno di legge.

Prego l'onorevole S^ndrini di non .in- sistere su questo punto. È così evidente il buon diritto che deriva dalla sua osserva- zione, che apnunto nel momento, in cui lo stato di diritto s >rà l'espressione della perfe- zione e l'applicazione della legge, noi ci tro-

veremo di fronte alla dimostrizione precisa che questa situazione di cose deve esten- dersi anche alle prò vinci© redente.

Si è poi detto : provvedete a riordinare le pensioni in .senso di giustizia. Il pensiero nostro è che, effettiva mente, in Italia occorre, dal punto di vista di tutto quello che in- cide sul bilancio dello Stato per l'opera altrui, instaurare una maggiore giustizia.

Ma non è il momento questo di poter prov-.

vedere ad una questione così grave.

Per i pensionati dipendenti dagli enti locali, ricordo che si sono fatti voti anche alla Giunta generale dei bilancio. Anzi, il col- lega onorevole Giuffrida propose questo voto, e nella relazione si accenna a questi voti da noi tutti fatti al Governo.

Per i pensionati degli enti locali è evi- dente la questione di giustizia, e tutti rico- nosciamo che si deve giungere alla integra- zione della vita degli enti locali in tutto il suo insieme ; è questione grave, complessa, poiché i comuni hanno diritto a vivere, ed allora, in quella circostanza, si provvedere anche a tale questione.

Ad ogni modo è stato bene che da tutte le parti della Camera si sia rilevata questa lacuna.

Il Senato ha approvato questo disegno di legge ; approviamolo anche'noi, e com- piremo in parte, come avviene nelle cose- contingenti, un atto di giustizia. (,Appro- vazioni). . •

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, dichiaro chiusa la discussione generale;

Domanderò ora ai vari presentatoli de- gli ordini del giorno se intendano mante- nerli o ritirarli.

Onorevole Dorè, mantiene il suo ordine del giorno ?

DORÈ. Lo ritiro, convertendolo in rac- comandazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Bubbio man- tiene il suo ordine del giorno ?

SUBBIO. Lo mantengo. So che il ministro dell'interno sta preparando un nuovo progetto per concessione di indennità di caro-vi veri ai dipendenti comunali, ed in quell'occa- sione potrà porre un articolo per i pen- sionati; non mi pare sia una pretesa ec-

cessiva. • PRESIDENTE. Oaorev.ole Buonocore,

mantiene il suo ordine del giorno ?

BUONOCORE" Lo ritiro, convertendolo in raccomandazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Merlin :?

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itti Parlamentari — 6744 - Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - 1' SESSIONE - DISCUSSIONI - la TORNATA DEL 18 DICEMBRE 1920

MERLIN. Lo ritiro, e lo trasformo in rac- comandazione.

PRESIDENTE. L'onorevole Sandrini ? SANI)BINI. Lo ritiro, dopo le spiega- zioni date dal relatore, nelle quali spero che il Governo sia consenziente, e cioè che la legge verrà immediatamente applicata alle nuove Provincie, non come diritto transitorio, ma come diritto sopraggiunto.

PRESIDENTE. È stato presentato anche dall'onorevole Brunelli un ordine del giorno firmato pure dagli onorevoli E voli, Pa- gella, Bisogni e Boccieri, così concepito:

« La Camera invita il Governo a presen- tare al più presto un disegno di legge inteso ad estendere i provvedimenti per il caro- viveri ai sanitari pensionati, e a tutti gli im- piegati degli enti locali ».

Lo mantiene, onorevole Brunelli ! BRUNELLI. Lo mantengo.

PRESIDENTE. Il Governo lo accetta ? AGNELLI, sottosegretario di Stato per il tesoro. Il Governo accetta quest'ordine del giorno come raccomandazione. L'argomento è oggetto di studio, ma il Governo non può accettare l'ingiunzione di presentare un pro- getto di legge.

EVOLI. Si tratta di un assegno di caro- viveri, non eli pensione.

AGNELLI, sottosegretario di Stato per il tesoro. La Camera può votarlo, noi lo accet- tiamo come raccomandazione : esso costituirà una forma solenne con cui la Camera mani- festerà il suo intendimento, del quale il Go- verno terrà il massimo conto.

CAMERA GIOVANNI, relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

CAMERA GIOVANNI, relatore. Gli ordini del giorno, che riguardano I maestri e i pen- sionati degli enti locali, la Giunta generale del bilancio, avendo espresso lo stesso concetto in un voto proprio, li accetta.

BRUNELLI. Poiché l'ordine del giorno dell'onorevole Bubbio è sostanzialmente ana- lo a quello da me presentato, mi associo, e ritiro il mio ordine del giorno.

PRESIDENTE. Metto dunque a par- tito l'ordine del giorno dell'onorevole Bubbio, di cui si è già dato lettura, e che è accet- tato dalla Commissione, e come raccoman- dazione, dal Governo.

(È approvato).

Passiamo ora all'esame degli articoli.

Art. 1.

« Ferme restando le concessioni di cui ai Regi decreti 31 luglio 1919, n. 1304, e 7 set- tembre stesso anno, n. 1730, sarà corrispo- sto un assegno mensile di lire 60 :

a) ai funzionari, militari, agenti ed operai già appartenenti all'Amministra- zione dello Stato, provvisti di pensione or- dinaria, sia ,o no privilegiata, non supe- riore alle lire 8,000 annue lorde ;

b) ai maestri elementari, già inscritti nei ruoli provinciali a termini dell'articolo 43 della legge 4 giugno 1911, n. 487, e a tutti gli altri che percepiscono pensione a carico del Monte pensioni per gli insegnanti nelle scuole e pubbliche elementari.

« L'assegno sarà corrisposto nella misura di lire 40 mensili per le vedove, gli orfani e i genitori pensionati dei funzionari, mi- litari, agenti, operai e maestri di cui alle lettere a) e b) ».

Su questo articolo è stato presentato il seguente emendamento aggiuntivo dell'o- norevole Evoli firmato anche dagli onore- voli Brunelli, Baratta, Bianchi dott. Giu- seppe, 'Maffi, Lombardi .Nicola, Buonocore, Cerabona, Tedesco Ettore :

« Eerme restando le concessioni di cui ai Regi decreti 31 luglio 1919, n. 1304, e 7 set- tembre stesso anno, n. 1730, sarà corrispo- sto un assegno mensile di lire 60 :

a) ai funzionari, ecc.

b) ai maestri, ecc.

e) ai sanitari is-eritti nella Cassa di previdenza dei sanitari italiani. L'assegno ,sarà corrisposto nella misura di lire 40 men-

sili per le vedove, gli orfani e i genitori pen- sionati dei funzionari, militari, agenti, ope- rai, maestri e sanitari di cui alle lettere a, b e c ».

EVOLI. Essendo stato approvato l'or- dine del giorno dell'onorevole Bubbio, lo ritiriamo.

PRESIDENTE. Non essendovi altre os- servazioni metto a partito l'articolo 1.

(È approvato).

Art. 2.

' « Le disposizioni dell'articolo precedente si applicano anche per i pensionati e per » le vedove che godano di un assegno conti- nuativo a carico del fondo pensioni per il personale delle ferrovie dello Stato ».

(È approvato).

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Atti Parlamentari — 6745 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - 1* SESSIONE - DISCUSSIONI - la TORNATA DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 2 0

Art. 3.

« Le disposizioni dei due precedenti arti- coli non sono applicabili a coloro che pre- stino opera retribuita presso le a'mmihistra- zioni dello Stato o altre amministrazioni pubbliche o che siano ufficiali richiamati dal congedo, semprechè la retribuzione goduta sia almeno uguale all'assegno massimo che potrebbe loro spettare ai sensi della .presente legge.

« Qualora la retribuzione risulti inferiore all'assegno, quest'ultimo

Silìci ragguagliato alla differenza ».

(È approvato).

Art. 4.

« Con decreto del ministro del tesoro sa- ranno inscritti nello stato di previsione

della apesa del Ministero del tesoro, i fondi necessari per la esecuzione dell'articolo 1 della presente legge.

« I fondi riguardanti i maestri, o le loro vedove e orfani, sarano stanziati a titolo d rimborso al Monte pensioni per gli inse- gnanti nelle scuole pubbliche elementari.

« Le spese necessarie per la esecuzione della presente legge, nei rapporti dei pen- sionati e delle vedove, orfani e genitori di che all'articolo 2, saranno a carico del fondo pensioni per il personale delle ferrovie dello Stato ».

(È approvato).

Art. 5.

« L'assegno di cui alla presente legge avrà vigore dal principio dell'esercizio finanziario 1920-21 e fino a tutto l'esercizio finanziario 1922-23.

« Fino a quest'ultimo termine è pure pro- rogato l'assegno mensile stabilito dai Eegi decreti 311uglio 1919,

n. 304, e 7 settembre stesso anno, n. 1730 ».

(È approvato).

Questo disegno di legge sarà poi votato a scrutinio segreto.

Discussione del disegno di legge: Concessione di un nuovo sussidio di caro-viveri al per- sonale addetto ai servizi pubblici di tra- sporto affidati all'industria privata.

P R E S I D E N T E . L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge per la concessione di un nuovo sussidio di caro- viveri al personale addetto ai servizi pub-

blici di trasporto affidati all'industria pri- vata.

Si dia lettura del disegno di legge.

RINDONE, segretario, legge : (V. stam- pato 942—A)

P R E S I D E N T E . La discussione generale è aperta su questo disegno di legge.

SALVEMINI. Chiedo di parlare.

P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà,

SALVEMINI. Voterò contro questo pro- getto di legge, non perchè trovi esorbitanti gli aumenti di salario assicurati al perso- nale, ma perchè ritengo ohe l'onere di questi aumenti debba essere addossato; non allo Stato, ma ai comuni, alle provinole, ai consorzi, che sono interessati al funziona- mento delle tramvie, delle ferrovie secon-' darie, dei tram elettrici. Addossare quest'o- nere allo Stato significa voler far pagare il servizio tram viario, per esempio di Roma ..di Firenze, di Torino, non a coloro che usufrui- scono del servizio, non ai comuni e alle Pro- vincie interessate, ma a tutti i contribuenti italiani : cioè anche a colorò, che vivono in paesi i quali non hapno nè tram elettrici uè ferrovie secondarie.

Se voglio andare in tram a Firenze, dove abito, il biglietto devo pagarlo io, o sotto forma di più alta tariffa, o sotto forma d'imposte che debbo pagare al comune o

"alla provincia ; non debbo pretendere che il mio biglietto tram viario sia pagato, in parte, sotto forma d'imposta statale, dal contadino della Basilicata, che resta bloc- cato per 6 mesi all'anno nei suo paese, perchè non ha strade, o dal pastore della Sardegna, che non sa neppure che cosa sia il tram elet- trico.

Certamente gli enti locali sono disse- stati ; ma è dissestato anche il bilancio dello Stato. Scegliendo il mezzo di porre a carico dello Stato i 140, milioni annui, ne- cessari all'equo trattamento del personale, si ottiene che questi 140 milioni vengano pagati dai contribuenti di tutti i comuni d'Italia e di tutte le Provincie. Ma essi sa- ranno riversati prevalentemente in quei comuni e in quelle provincie, che per essere più agiate hanno potuto costruire maggiori quantità di tram elettrici e di ferrovie e tramvie. Cioè, per mantenere i servizi pub- blici delle provincie e dei comuni più agiati, saranno rilasciati i contribuenti dei comuni e delle provincie più povere.

In questa Camera si è parlato finora spesso di questione meridionale ; ed abbiamo anche votato parecchi ordini del giorno per invitare il Governo nientemeno a risolvere

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Atti Parlamentari — 6746 — Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - V SESSIONE- - DISCUSSIONI - 2a TORNATA DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 2 0

la questione meridionale. Ma questo non è un problema unico che si possa risolvere con un sol progetto, è un fascio di questioni, che bisogna affrontare ad una ad una. E tanto per cominciare, bisognerebbe almeno non aggravare troppo la situazione, votando provvedimenti, come questi, i quali inten- sificano la funzione, che è stata disgr tamente finora compiuta dallo Stato, di pom- pare le imposte in tutte le regioni per ri- versarle poi prevalentemente nelle regioni più ricche.

Prego,-, finalmente, la Camera di osser- vare come la burocrazia romana approfitti anche di questa - legge per intensificare l'industria dell'organico. L'articolo 7 dà al Governo i poteri necessarii perchè provveda agli organismi occorrenti per compiere tutta la massa di controlli, sopra-controlli, sotto-

controlli ed extra-controlli, che questa legge rende necessari. Avremo, dunque, nuove sezioni, nuove divisioni, nuove direzioni ge- nerali, nuove ispezioni generali al Ministero dei lavori pubblici. (Approvazioni). Anche perchè questa legge estende il cancro della burocrazia romana, voterò contro (Appro- vazioni).

B E L L A S E T A . Burocrazia italiana ! S A L V E M I N I . La burocrazia romana è il centro della burocrazia italiana. Io vengo da un collegio di contadini ed Ella è eletto in Roma. Ecco la differenza !.

D E L L A S E T A . Ma è burocrazia italiana, non romana !

RAM ELLA. Chiedo di parlare.

P R E S I D E N T E . Ne ha facoltà.

R A M E L L A . Il progetto di legge, che discutiamo, ha la sua origine nello sciopero dei tramvieri e dei ferrovieri delle secondarie che si è concluso nel modo che tutti cono- scono. Gli agenti dipendenti dalle aziende private avevano chiesto al Governo l'impegno di estendere anche a loro l'indennità di caro-viveri, che in quei giorni già si diceva sarebbe stata concessa ai dipendenti delle ferrovie dello Stato. Il Governo allora ha risposto di non poter assumere nessun im- pegno, non potendo impegnare il tesoro dello Stato ad un onere gravissimo quale appunto sarebbe derivato dalla estensione dell'in- dennità caro-viveri concessa ai ferrovieri dello Stato anche ai tramvieri ed ai ferro- vieri delle secondarie. Ma, venuta la dispo- sizione che applicava l'indennità di caro-vi- veri ai ferrovieri dello Stato, i tramvieri, in relazione alla legge dell'equo trattamento, in base alla quale è stabilito che le condi- zioni economiche dei ferrovieri e dei tram-

vieri delle aziende private debbono essere messe in analogia alle condizioni economiche dei ferrovieri dipendenti dallo Stato, avan- zarono regolare domanda per ottenere che l'indennità di caro-viveri applicata ai ferro- vieri dello Stato, venisse applicata anche a loro.

La Commissione dell'equo trattamento fu investita legittimamente, legalmente del- l'autorità di esaminare la proposta, e l'ha in certo qua! modo accolta, se non nella sua entità economica, certo nel suo principio.

La Commissione dell'equo trattamento ha riconosciuto che effettivamente, rispetto alla legge 14 luglio 1912, le richieste dei tramvieri e dei ferrovieri delle secondarie, dovevano essere accolte. Se non che, appunto qui, veniamo a vedere che* la Commissione del- l'equo trattamento, mentre riconosce, come sia necessario estendere ai tramvieri e fer- rovieri delle- secondarie le condizióni fatte ai ferrovieri dello Stato, ritiene però che l'applicazione della medesima indennità di caro-viveri debba essere fatta in misura mi- nore. /"Vediamo già nella relazione, diligente e molto, ampia dell'onorevole Giuffrida, che lo stesso relatore sente il bisogno, e lodevole bisogno, di portarci un quadro dimostrativo, da cui risulta che il personale dei pubblici servizi di trasporto delle linee secondarie, in raffronto con quelli delle linee di Stato, per categorie identiche, non si trova affatto nella tanto decantata con- dizione di analogia che è contenuta nella legge dell'equo trattamento, in quanto que- sta analogia non è per nulla applicata in confronto di questi agenti.

Orbene, noi cominciamo già ad avere una base economica di contratto di lavoro, che non è in corrispondenza con le disposizioni di legge, perchè appunto questa analogia non esiste nelle tabelle organiche dei secon- dari in rapporto a quelle delle ferrovie dello Stato. Vediamo ora che anche la Commis- sione dell'equo trattamento propone che non sia esteso il trattamento dell'indennità caro-viveri nella misura stabilita per i fer- rovieri dello Stato, ma in misura ridotta, sia per quanto si riferisce agli agenti, sia per quanto si riferisce ai membri della propria famiglia a carico. Allora noi riteniamo che la Camera non possa distruggere, nell'esten- dere un trattamento, quelli che sono gli obblighi derivanti dalla legge. Noi abbiamo la legge 1912' che abbiamo il dovere di os- servare, di rispettare, e non possiamo, sol- tanto per ragioni di opportunità di tempo o di luogo, non applicarla, quando appunto

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ciò domandano gli agenti interessati. Se la legge dell'equo trattamento ha ancora vi- gore in Italia, deve essere applicata, e dal momento che è sancito che questi agenti devono avere condizioni di trattamento pari a quelli degli agenti dipendenti dallo Stato, noi domandiamo che ai ferrovieri e ai tramvieri delle linee secondarie sia con- cesso il trattamento stabilito col decreto 3 giugno 1920, n. 575. Domandiamo che all'articolo 2 venga aggiunto l'inciso che a quegli agenti dipendenti da società private, le quali avessero già data l'indennità di caro-viveri a loro carico, tale indennità fosse mantenuta, avendo lo Stato autorizzato le dette" società ad aumentare il costo dei biglietti.

Queste sono le ragioni che portiamo da- vanti alla Camera nella speranza che ne tenga Conto. Dobbiamo legittimamente ri- conoscere che già la "Giunta generale del bilancio, come risulta nella relazione, ri- conobbe il principio ; soltanto volle che siano concesse lire 90 e lire 0.65 al giorno ai membri delle famiglie a carico. Noi doman- diamo invece lire 100 agli agenti e lire 0.85 per ciascuno dei membri della famiglia a carico.

Un Collega di Genova, l'onorevole Binotti, mi ha'presentato tre specchietti corrispon- denti alle paghe che percepiscono i tramvieri di Genova. La paga quindicinale dei condut- tori capi rappresenta la somma netta di lire 242.55 -, quella dei bigliettari di lire 203 ; quella dei conduttori di lire 224.85.

Ora io domando alla Camera se si possa onestamente, legittimamente, non ricono- scere di "estendere l'indennità caro-vivere, nella misura approvata per i ferrovieri dello Stato, ai ferrovieri e ai tramvieri delle secondarie, quando si hanno queste risultanze specialmente in una città dove il costo della vita è elevatissimo.

Ora, in considerazione appunto di questo, noi speriamo che la Camera vorrà accogliere i nostri emendamenti agli articoli 1 e 2, e ci dispiace proprio che un collega, l'onorevole Salvemini, venga a portare qui una nota discordante proprio in un argomento che interessa una classe benemerita di operai e di lavoratori.

SALVEMINI. Ho parlato per i nostri lavoratori, per i nostri contadini, che ven- gono ad essere colpiti dall'approvazione di questo disegno di legge.

EAMELl'A. Intanto faccio notare al- l'onorevole Salvemini che il progetto di legge si basa sull'andamento delle tariffe, e

quindi pagano gli utenti ; e che in ogni modo il progetto di legge trova i proventi per far fronte a questi impegni nell'aumento delle tariffe che pagano gli utenti.

Quindi il concetto dell'onorevole Salve- mini è attuato da questo progetto di legge.

SALVEMINI. In parte !

EAMELLA. Inquantochè i cittadini delle varie città pagano l'aumento dei bi- glietti appunto per fronteggiare queste con- dizioni di cose.

SALVEMINI. Eronteggiare solo in parte ! EAMELLA. Prego il Governo, per le considerazioni svolte sulle condizioni eco- nomiche in cui si trovano questi lavoratori, di accettare la proposta che parte da questi banchi della Camera. Ma più che altro io baso le mie proposte sopra una ragione di diritto. Abbiamo una legge sull'equo trat- tamento, per cui i ferrovieri delle ferrovie secondarie e delle tramvie hanno diritto di chiedere una condizione uguale a quella (|ei ferrovieri dello Stato. Se noi come Par- lamento, come corpo legislativo, infirmiamo questo principio, domando dove va a finire la legge del 1912, che contribuì a dirimere tanti conflitti e tante contestazioni, tra le aziende e i propri dipendenti.

Per il rispetto alla legge sull'equo trat- tamento spero che il Governo vorrà accet- tare le nostre proposte ed estendere ai ferro- vieri delle secondarie e ai tramvieri le condi- zioni fatte ai ferrovieri di Stato.

P R E S I D E N T E . Ha chiesto di parlare l'onorevole Gronchi. Ne ha facoltà.

GRONCHI. Parlerò brevemente perchè la questione è messa così nei suoi termini che non ha bisogno di illustrazione. Rileverò tuttavia le ragioni per le quali il Governo aveva in un primo tempo portato il caro-vi- veri ad una misura sensibilmente inferiore a quella concessa per i ferrovieri di Stato, e successivamente la Commissione parlamen- tare incaricata dell'esame del disegno di legge lo ha elevato sino a live 90. Osservo anzitutto che l'indennità va messa in rap- porto cogli sforzi che il tesoro può fare nel- raccordare questo nuovo caro-viveri.

La sua limitazione fa sorgere quest'altra osservazione che ogni lavoratore ha diritto di essere retribuito, sia_ pure con riguardo a quelle che sono le condizioni economiche dell'azienda, ma sopra tutto riguardo a quelle che sono le esigenze della vita che sono ben più importanti e vorrei dire più sacre delle ragioni economiche.

I prospetti che la Commissione e il Go- verno ci hanno portato valgono fino ad

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Atti Parlamentari — 6748 - Camera dei Deputati

LEGISLATURA XXV - T SESSIONE - DISCUSSIONI - la TORNATA DEL 1 8 DICEMBRE 1 9 9 0

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un certo punto, perchè i raffronti fatti con le paghe del 1913 e quelle del 1920, sono nelle loro sperequazioni giustificate dall'immensa diversità di condizioni di vita. Osservo poi anche che i calcoli sono fatti in base alla paga media e noi sappiamo come queste paghe medie siano elastiche e vi sia una forte diffe- renza fra il limite massimo e il limite mi- nimo.

Alle paghe devono essere poi aggiunte le competenze accessorie, per le quali faccio osservare che se esse rappresentano un van- taggio economico per il personale, lo sono altresì per l'azienda perchè accrescono la produzione e perciò appunto il rendimento dell'azienda stessa.

Quanto alle osservazioni dell'onorevole Ramella sulla legge dell'equo trattamento ammetto la necessità di un'analogia di trattamento fra il personale delle ferrovie dello Stato, che è il- personale di aziende più affini, analogia però che è ben lontana dal- l'essere raggiunta, per quello che sono le paghe oggi percepite dai vari gradi e cate- gorie delle ferrovie dello Stato, in confronto delle ferrovie secondarie e delle tramvie.

Il Governo parla del grave onere che deve sopportare il bilancio. Mi si permetta di riprendere un argomento a Cui accennai brevissimamente altra volta, quando par- lammo dello sciopero dei ferrovieri delle

secondarie. Il Governo si deve soprattutto preoccupare, non di lesinare quello che è il compenso al personale, ma di riordinare profondamente le sue amministrazioni, ac- ciocché il loro rendimento sia più in rap- porto con l'onere finanziario che esse im- portano. Potrei rilevare al Governo come le sue recenti disposizioni per le tabelle orga- niche delle ferrovie dello Stato rispondono, assai poco a questo interesse dello Stato.

Ne parleremo ampiamente quando verranno in discussione davanti alla Camera, ma è lecito affermare fin d'oggi che se lo Stato, per una qualsiasi ragione, che non voglio indagare, ma che esamineremo, è stato così largo per certe categorie, non è riuscito con ciò a sedare le agitazioni che già si iniziano per certe altre categorie di personale delle ferrovie dello Stato, e non può oggi, basan- dosi solo su queste ragioni finanziarie, ne- gare una perequazione nel trattamento di caro-viveri tra questi ferrovieri delle se- condarie ed i ferrovieri dello Stato.

L'onorevole Salvemini ha parlato di due questioni differenti. Una che si riferisce al Mezzogiorno, che paga sempre le spese per aziende le quali in grandissima parte al

Mezzogiorno i importano poco; l'altra del- l'aumento della burocrazia, e qui l'onorevole Salvemini mi trova concorde, poiché si deve tendere con provvedimenti concreti ad eli- minare questa continua ingerenza e questo continuo aumento della burocrazia romana 0 provinciale ; ma è lecito riconoscere che proprio in un articolo di questo disegno di legge si tende ad eliminare una necessaria ' sorveglianz-a ed • ingerenza dello Stato at-

traverso questa strana e macchinosa inter- ferenza di rapporti di sorveglianza, perché lo Stato sovviene, in parte le aziende private per sopperire al maggior onere, e ci si avvia a quella specie di libertà di conduzione delle aziende che, mentre sgrava l'onere finan- ziario dello Stato da una_ parte,' dall'altra parte lo alleggerisce dal diritto e dal dovere di sorvegliare le aziende stesse. Su questo punto ha risposto in parte il collega Ramella osservando che la quasi totalità del nuovo onere è sostenuta da un inasprimento delle tariffe.

G I U F F R I D A . La totalità, e lo dimo- strerò con le cifre.

GRONCHI. Perciò sosteniamo, come diritto di giustizia, questa perequazione di trattamento per il caro-viveri e chiediamo piuttosto al Governo che, • anziché fermarsi all'onere finanziario, sia pur grave, o almeno all'alea di onere finanziario grave, che questa perequazione può portare, studi profonda- mente e sollecitamente certi riordinamenti anche dei suoi servizi che interessano ben più davvicino e gravemente l'erario, perchè soltanto così la disparità di trattamento potrà essere eliminata e l'interesse dell'erario potrà essere più adeguatamente difeso. (Ap- provazioni al centro).

P R E S I D E N T E . L'onorevole ministro per 1 lavori pubblici ha facoltà di parlare.

PEANO, ministro dei lavori pubblici.

Rispondo innanzi tutto all'ononevole Sal- vemini circa le osservazioni che ha fatto.

Giustamente egli osservava che lo Stato sop- porta un onere di 170 milioni per la siste- mazione delle ferrovie secondarie e delle tramvie : quest'onere però deriva da pre- cedenti decreti-legge che vennero promul- gati durante la guerra.

Io invece mi sono preoccupato di fare in modo che i nuovi oneri fossero a carico dell'industria medesima, e quando ho inter- pellato la Commissione dell'equo tratta- mento* ho dichiarato esplicitamente che lo Stato non poteva sopportare altri oneri per questo servizio, e che, se mai, doveva essere provveduto coll'inasprimento delle tariffe.

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