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Portate i pesi gli uni degli altri per.. SCONFIGGERE LA PAURA

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Academic year: 2022

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Portate i pesi gli uni degli altri per..

SCONFIGGERE LA PAURA

1 LA CONDANNA

La sofferenza, l’incertezza, un brutto imprevisto, sono eventi capaci di scatenarci molte paure.

Paure giuste, talvolta addirittura indispensabili. Ma le paure a volte diventano angoscia ed allora niente più è affrontabile, tutto diventa spettro e baratro.

Nel Getsemani anche Gesù ha avuto paura. La prova che lo attendeva era davvero troppo grande ed il suo primo desiderio è di poter condividere questa paura con la sua piccola comunità: i suoi amici.

Un amico è un bene prezioso in certi momenti.

Ma per quel piccolo gruppo di seguaci questa è un’ora difficile: anche loro vivono un angoscia e questo li rende incapaci di comprendere che chi sta loro accanto sta vivendo la più profonda delle sofferenze.

Signore, aiutaci a vegliare

Per non cadere nella tentazione delle nostre paure…

Per sconfiggere la pigrizia e l’indifferenza … Per sorreggere l’amico che ci è accanto…

Preghiamo: Signore, Tu ci chiedi ogni giorno di vegliare e pregare perché accanto a noi qualcuno porta nascosto un peso troppo grande.

Sorreggi la nostra debolezza, perché sappiamo essere custodi attenti di quanti ci hai affidato. Tu che vivi….

2 CARICATO DELLA CROCE Stavo rimpiangendo il passato e temendo il futuro.

Improvvisamente il mio Signore parlò E mi disse, come sull’Oreb a Mosè:

"Il mio nome è «Io sono»".

Fece una pausa.

E io attesi.

Dio continuò:

"Quando vivi nel passato con i tuoi errori e rimpianti, è duro.

Ma io non sono lì.

Il mio nome non è «IO ero».

Quando vivi nel futuro con i suoi problemi e timori, è duro.

Ma io non sono lì.

Il mio nome non è «IO sarò».

Quando vivi in questo momento

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non è duro.

Io sono qui.

Il mio nome è «IO SONO»".

Oggi, Signore, Tu sei con me

A volte la prova che ci attende è davvero dura, ma..

La solitudine e la paura ci pesano come un macigno, ma..

Mi guardo intorno, scorgo altri che soffrono come me, vedo una mano che si tende e so che..

Preghiamo: Dio accetta la croce. Non la va a cercare e non la prepara per noi. La porta per noi, perché in qualunque condizione, in qualunque sofferenza, in qualunque sconforto possiamo scorgerlo accanto. Signore facci comprendere sempre che “Io sono” è la tua presenza qui in mezzo a noi. Tu che vivi e regni…

3 PRIMA CADUTA

Questa sera, o Signore, ho paura.

Ho paura, perché il tuo Vangelo è tremendo.

E' facile sentirlo annunziare, ma è ben difficile viverlo.

Ho paura di sbagliarmi, o Signore.

Ho paura di essere soddisfatto della mia piccola vita discreta;

ho paura di quello che do, che mi nasconde quello che non dono.

Ho paura, o Signore, perché c'è gente più povera di me, meno istruita di me, meno evoluta,

meno alloggiata, meno riscaldata, meno pagata, meno nutrita, meno accarezzata, meno amata.

Ho paura, o Signore,

perché non faccio abbastanza per loro.

Non faccio tutto per loro.

Bisognerebbe che io dessi tutto,

fino a cancellare ogni sofferenza, ogni miseria, ogni peccato dal Mondo.

Allora, o Signore,

bisognerebbe che io dessi tutto, tutto il mio tempo.

Bisognerebbe che io dessi la vita.

Eppure non è vero, Signore, non è vero per tutti, io esagero, bisogna essere ragionevoli.

Non v'è che un comandamento, per tutti: "Amerai con TUTTO il cuore, con TUTTA l'anima, con TUTTE le forze".

(Michel Quoist) Ama e fa ciò che vuoi

Quando la paura di sbagliare intrappola la mente…

Quando la paura di soffrire imprigiona il cuore…

Quando la paura di amare paralizza la libertà che ci hai donato…

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Preghiamo. “Ama e fa ciò che vuoi” scrisse S. Agostino. Purtroppo abbiamo perso fra mille rivoli

“ama” ed è rimasto “Fa ciò che vuoi”. Così abbiamo smesso di amare persino noi stessi. Ma

“Amare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze” più che un comandamento è un dono. Signore rendici capaci di comprendere che amare secondo il tuo cuore è un dono di bellezza, libertà e fecondità. Tu che vivi e regni…

4 LA MADRE

Non deve essere stato facile,

dopo aver raccolto e composto il corpo del Figlio, rinchiudersi nel Cenacolo, con quei poveri pescatori sperduti e tremanti.

Non deve essere stato facile

Asciugare le lacrime e sorreggere la mano di Pietro Che solo poche ore prima aveva detto:

“io non lo conosco!”.

Non deve essere stato facile Rinunciare al proprio dolore, sbaragliare la paura,

smascherare la sfiducia e rincuorarli tutti, con materna tenerezza,

certa che in quel tempo ed in quelle persone lo Spirito del Figlio, manifestandosi,

avrebbe rinnovato la storia.

Resta con noi, Madre della Fiducia, perché quella stessa paura,

quello stesso smarrimento e quella stessa forza ci appartengono.

Sorreggi la nostra mano Come quella di Pietro E non affonderemo più

Nelle acque tempestose della notte.

Guida i nostri fragili passi,

perché percorrendo le vie di questa storia sappiamo essere qui e ora,

per tutti coloro che ci sono accanto realtà visibile

dell’Invisibile che ha posto la sua dimora in mezzo a noi.

Madre della Speranza sostienici Nel momento dello sconforto Nella nostra quotidiana fatica

Nella nostra incapacità di riconoscere la presenza del Figlio

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Preghiamo

O Maria, Madre della Speranza, donaci serenità e forza e fa che possiamo avere verso i nostri fratelli la stessa fiducia e lo stesso coraggio che Tu hai avuto con i primi discepoli. Te lo chiediamo

5 IL CIRENEO

Preghiera di un’alpinista Signore dei monti e delle vette, proteggimi dai pericoli della scalata custodiscimi dal freddo e dalla paura guida i miei passi su appigli sicuri.

Donami il coraggio di azzardare il passo La responsabilità nel guidare i miei compagni La fiducia di affidarmi al loro braccio

La serenità di accettare la stanchezza E quando il passo del più lento Frena lo slancio dell’ascesa Ricordaci il tremore cupo e secco

La paura e lo sconforto della scalata solitaria.

Donaci sguardi limpidi e puri

Nel vedere il nostro mondo scomparire Nello scoprire che davvero immenso È solo il cielo che ci avvolge sempre E benedici lo sforzo che ti offriamo Portando i pesi gli uni degli altri, benedici la corda che ci unisce e ci conduce saldi alla vetta. Amen Aiutaci ad affidarci gli uni agli altri Per gustare insieme la gioia della vetta Per affrontare le difficoltà con meno paura Per fuggire l’orgoglio dell’autosufficienza

Preghiamo: Allontana da noi, Signore, la tentazione dell’orgoglio che ci spinge a camminare soli.

Allontana da noi quel fastidio che proviamo per coloro che rallentano il nostro passo. Legaci ai più poveri con robusti vincoli di solidarietà, perché in alto si va solo insieme. Per Cristo…

6 LA VERONICA

Nell’omelia per l’apertura del sinodo diocesano della Chiesa di Locri Gerace mons. Bregantini, allora vescovo di quella Diocesi, raccontava una tragedia avvenuta solo un paio di giorni prima. Era stato ucciso un giovane, l’ennesimo di un triste rosario di lutti, di sera sul sagrato della chiesa di un paesino. Il giovane giaceva in un lago di sangue, nel buio, ed il giovanissimo parroco sconvolto era lì, non sapeva cosa fare con quel morto, nella piazzetta dove improvvisamente non c’era più

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nessuno, dove tutte le imposte erano chiuse e nessuna luce filtrava dalle finestre. Sconvolto il giovane prete singhiozzava come inebetito dalla paura e dall’orrore. Ad un certo punto spunta una luce, una porta si apre ed una anziana donna, apparsa sull’uscio di casa, fa entrare il prete tremante. I due si guardano e, senza una parola, si aprono ad un pianto liberatore, insieme, abbracciandosi e consolandosi l’un l’altro. Questa è un’ immagine di chiesa nella locride che ci deve accompagnare nel nostro sinodo, continuava il vescovo. La chiesa, come quella anziana donna, deve aprire la porta, sulla piazza della città, lì dove c’è la vita e la tragedia dell’uomo, deve far uscire sulla piazza la luce della propria casa, pronta ad accogliere e piangere con chi è turbato dal male, consolando con l’amore fraterno chi fatica a ricominciare il cammino.

Signore donaci una comunità accogliente

Che non si nasconda dietro i riti per ripararsi dalla vita Che sappia piangere con chi piange e gioire con chi gioisce Che sappia annunciare, denunciare e rinunciare

Padre Santo, Tu ci hai fatto per Te e senza di Te ci sentiamo perduti. Ti preghiamo. Guarda con paterna bontà noi e la nostra comunità. Aiutaci a vincere la paura ed ad aprire le nostre porte alla tristezza ed alla fatica della nostra terra. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore

7 SECONDA CADUTA

Quattro candele bruciavano lentamente.

Il luogo era talmente silenzioso, che si poteva ascoltare la loro conversazione...

La prima diceva:

"Io sono la pace,

ma gli uomini non riescono a mantenermi. Finirò per spegnermi!".

Così fu, e a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.

La seconda diceva:

"Io sono la fede,

purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere di me. ".

Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

Triste triste, la terza candela, a sua volta disse:

"Io sono l'amore,

non ho la forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza.

Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro stessi familiari."

E la candela si lasciò spegnere.

Inaspettatamente...

un bimbo in quel momento entrò nella stanza e vide le tre candele spente. Impaurito per la semioscurità disse:

"Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese, io ho paura del buio!".

E così dicendo scoppiò in lacrime. Allora la quarta candela impietositasi disse:

"Non piangere:

finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere

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le altre tre candele:

io sono la speranza".

Il bimbo prese la candela e riaccese tutte le altre.

Signore, ci guidi la tua Speranza Quando la fede è stanca

Quando l’amore è deluso Quando la pace è violata

Preghiamo. Signore, fa che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore. Fa che ciascuno di noi possa essere lo strumento capace, in ogni momento, di riaccendere con la propria Speranza, la Fede, la Pace e l'Amore. Tu che vivi e regni.

8 LE DONNE DI GERUSALEMME

In un letto d’ospedale, una vecchietta serena, parlava con il parroco che era venuto a trovarla.

"Il Signore mi ha donato una lunga vita” diceva “Ora sono pronta a partire".

"Lo so" mormorò il parroco.

"C'è però un desiderio che conservo da tempo” riprese la vecchietta “Ecco vorrei essere seppellita con un cucchiaino in mano".

"Un cucchiaino?". Il buon parroco si mostrò autenticamente sorpreso. "Perché vuoi essere sepolta con un cucchiaino in mano?".

"Vedi” riprese lei “Mi è sempre piaciuto partecipare alle feste che facevamo tutti insieme. Quando arrivavo al mio posto guardavo subito se fra le posate ci fosse anche il cucchiaino. E sai perché?

Perché voleva dire che alla fine sarebbero arrivati anche il dolce o il gelato".

"E allora?" commentò il parroco

"Certo! Significava che il meglio, la cosa per me più buona, sarebbe arrivata alla fine! Ed è proprio questo che voglio dire al mio funerale. Quando passeranno vicino alla mia bara e si chiederanno:

Perché quel cucchiaino? Tu risponderai che io ho il cucchiaino perché sta arrivando il meglio".

(liberamente tratto da Bruno Ferrero, Il segreto dei pesci rossi)

Signore, donaci la letizia del cuore Per saper sempre donare un sorriso Per essere messaggeri di speranza Per soccorrere chi si trova nella paura

Preghiamo. La saggezza e il sorriso delle persone semplici sono un dono grande quando ci sentiamo confusi e schiacciati dal nostro quotidiano. Concedici Signore di saper accogliere la loro voce semplice e la loro fede salda come balsamo alle nostre fatiche e antidoto alle nostre paure. Te lo chiediamo per…

9 TERZA CADUTA

Sogno una comunità formata da fratelli e sorelle, in cui il cui termine «fratello» o «sorella» non venga appiccicato addosso dall'abitudine, ma guadagnato, sudato, da tutti, giorno per giorno.

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Sogno una comunità in cui ogni membro venga considerato da tutti gli altri «uno di cui ci si può fidare». Ed in cui ciascuno si impegni ad esserlo per davvero.

Sogno una comunità nella quale tutti si lascino mettere in discussione e il linguaggio sia schietto, una comunità che non abbia paura della verità; una verità che guarisce sia pure dolorosamente, ma non ferisce.

Sogno una comunità in cui tutti quelli che si «atteggiano» a maestri vengano condannati a vivere le parole che dicono. Una comunità in cui l'unico sospetto valido sia il sospetto che qualche fratello o sorella non ricevano la quota d'amore che spetta loro.

Sogno venti, cinquanta, mille comunità che dimostrino che.. ho sognato la realtà!

(liberamente tratto dalla Rivista Consacrazione e servizio) Signore, rendici costruttori di sogni

Con tutte le persone che hai affidato alle nostre cure Con chi ha paura di sognare

Nelle nostre parrocchie Preghiamo

Un sogno condiviso diventa realizzabile. Signore, Tu non ci hai dato il potere di compiere magie, ma la forza di spostare montagne. Ti preghiamo, sostieni il nostro impegno affinché, con la nostra fatica ed il nostro amore, portando i pesi gli uni degli altri, possiamo edificare la Chiesa-comunità, immagine del Tuo volto. Tu che vivi e regni..

10 GESU’ E’ SPOGLIATO

Uno dei drammi più atroci del nostro tempo, è l’abuso sui minori, sui nostri piccoli. Non vorremmo parlarne qui, ma non è onesto relegare fuori della porta realtà dolorose per paura di affrontarle anche se ci sentiamo davvero nudi davanti a certi orrori.

C’è una bella filastrocca, indirizzata proprio ai nostri bambini, che ogni genitore, ogni insegnante, ogni educatore dovrebbe conoscere e far conoscere. Portare i pesi gli uni degli altri – per sconfiggere la paura – vuol dire anche condividere una parola difficile, ma preziosa, capace di salvare da un baratro.

FILASTROCCA DEI SEGRETI CHE PESANO Ho nascosto quella cosa in fondo a me Perché se non la vedo, lei non c'è Non ne parlo per non essere più triste Perché se non la dico, non esiste

Ma laggiù in fondo a me, nel buio denso Anche se non la vedo, io ci penso E lei beve quel buio come inchiostro E cresce sempre più, diventa un mostro Ma io so cosa ai mostri fa paura

Il sole, che taglia in due la notte scura

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Apro la mia finestra a questo sole Ed apro la mia bocca alle parole Ne parlo con la mamma, con l'amico Tu mi spaventi, mostro?… E io ti dico!

E tu ti sciogli in un po’ di porcheria Mi dai un ultimo morso, e fuggi via Mi rimane una bella cicatrice

Dov'è scritto: mostro morde, uomo dice

(filastrocca della “Melevisione” sugli abusi sessuali) Signore, donaci il coraggio di parlare

Quando il nostro silenzio cresce come un macigno Quando il silenzio di chi ci sta accanto ci inquieta

Quando dobbiamo rivestire di dignità chi è stato spogliato

Preghiamo. Un dolore silenzioso cresce come una piaga dell’anima ed uccide la fonte della gioia.

Un dolore condiviso si frantuma in piccoli pezzi e feconda la fiducia e la solidarietà. Aiutaci Signore a donarci gli uni gli altri le nostre povertà, e fa che mai il dolore di un cuore incontri la nostra superficialità.

11 GESU’ E’ INCHIODATO

Dal Diario di Martin Luther King

Dopo una giornata particolarmente dura, andai a letto a tarda ora. Mia moglie era già addormentata e io quasi sonnecchiavo, quando il telefono squillò, e una voce irosa disse: "Stai a sentire, negro, noi abbiamo preso tutti quelli di voi che abbiamo voluto. Prima della prossima settimana, ti dispiacerà di essere venuto a Montgomery". Io riattaccai, ma non potei dormire: sembrava che tutte le mie paure mi fossero piombate addosso in una volta: avevo raggiunto il punto di saturazione.

Mi alzai dal letto e cominciai a camminare per la stanza; infine andai in cucina e mi scaldai una tazza di caffè. Ero pronto a darmi per vinto. Cominciai a pensare ad una maniera di uscire dalla scena senza sembrare un codardo.

In questo stato di prostrazione, quando il mio coraggio era quasi svanito, decisi di portare il mio problema a Dio. La testa tra le mani, mi chinai sul tavolo di cucina e pregai ad alta voce. Le parole che dissi a Dio quella notte sono ancora vive nella mia memoria: "Io sono qui che prendo posizione per ciò che credo sia giusto. Ma ora ho paura. La gente guarda a me come a una guida, e, se io sto dinanzi a loro senza forza né coraggio, anch'essi vacilleranno. Sono al termine delle mie forze. Non mi rimane nulla. Sono arrivato al punto che non posso affrontare questo da solo...".

In quel momento sperimentai la potenza di Dio come non l'avevo mai sperimentata prima. Mi sembrava di poter sentire la tranquilla sicurezza di una voce interiore che diceva:

"Prendi posizione per la giustizia, per la verità. Dio sarà sempre al tuo fianco".

La paura si allontanò per sempre e fui pronto, nel nome di Dio, ad affrontare ogni pericolo, ogni prova.

Sentivo che in un mondo buio e confuso il regno di Dio può ancora regnare nel cuore degli uomini... Dio non ci lascia soli nelle nostre agonie e nelle nostre battaglie: ci cerca nelle tenebre e soffre con noi.

Signore, rafforza il nostro coraggio

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Nei momenti in cui la violenza ci turba…

Quando il timore per coloro che amiamo indebolisce le nostre scelte per la giustizia Nei momenti in cui la fede vacilla..

Preghiamo. A volte, anche quando crediamo profondamente nella verità delle nostre scelte, la paura e la violenza sconvolgono la nostra fermezza. Donaci, Signore, in questi momenti una fede salda ed una comunità coraggiosa, disponibile a spezzare con noi il pane della sofferenza. Tu che vivi e regni…

12 LA MORTE IN CROCE Preghiamo: Signore ti benedico,

per tutte le volte che colmi le falle delle mie delusioni.

Signore ti benedico,

quando riempi col Tuo amore i buchi profondi della mia solitudine.

Signore ti benedico,

quando mi mandi il Tuo Spirito Consolatore per farmi uscire dall’ angoscia.

Signore ti lodo, quando mi sostieni nei miei fallimenti, ricordandomi che chi possiede Te, possiede tutto.

Signore ti lodo,

quando nella mia presunzione di poter fare da solo, mi affaccio al baratro della disperazione

e Tu mi afferri con la Tua mano paterna e forte.

Signore ti lodo,

quando la paura del dolore

mi fa rifugiare nelle Tue braccia paterne.

Signore ti lodo,

quando infine tapperai il buco della mia morte riempiendolo della tua vita eterna.

(da una preghiera di Raffaele Mezza) 13 LA DEPOSIZIONE

La Paura è mostro multiforme che avvinghia il cuore e lo paralizza. E’ l’arma di Satana per impedirci di amare, per uccidere in noi la speranza, per renderci incapaci di bene … La paura è la madre fecondissima dei nostri peccati di omissione.

Anche Gesù ha avuto paura durante la Passione.

Ma tutta la Passione di Gesù è incastonata dentro la sua Preghiera. I Vangeli ci raccontano come Gesù pregasse al Getsemani, inizio della Passione, dolorosamente, (“Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”), e come Gesù pregasse sulla croce, alla fine della passione, recitando, anzi vivendo nella sua carne il salmo 22 ( Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato).

Ma la paura non è l’ultima parola del Cristo. E la morte non spezza il rapporto di Gesù con Dio, la sua preghiera.

L’ultima, silenziosa, parola di Gesù è l’abbandono in Dio.

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Con Gesù deposto dalla Croce ed accolto dalle braccia di Maria preghiamo ripetendo insieme:

Dio mio, mi abbandono a Te.

Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla;

su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce. Rit.

Il Signore mi rinfranca,

mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Rit.

Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Rit.

Preghiamo. Un proverbio africano dice: Un giorno la paura bussò alla porta. Il coraggio andò ad aprire e vide che non c'era nessuno. Ti chiediamo, Signore, quando la paura bussa alla porta del nostro cuore e vorrebbe paralizzare la nostra speranza, insegnaci a darci coraggio gli uni gli altri, ad alzarci ed aprire le nostre porte, nella dolce fiducia che Tu sei il nostro Pastore. Per Cristo …

14 LA SEPOLTURA

“Dio è morto!”

Nelle vuote stanze Del mio cuore Rimbomba tremulo Il nero grido.

Si. Dio è morto!

Sbeffeggiato dall’ipocrisia Di chi parla di Lui

Per parlare di sé Ed acquisire potere.

Dio è morto!

Inchiodato al legno dalla nostra ottusità, Simbolo inerme

Della nostra incapacità di sperare.

Si. “Dio è morto!”

Trafitto dalla nostra paura Di scoprirci fratelli

Del poveraccio puzzolente Che ci sta accanto

Il Signore dei Signori,

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Sepolto da milioni di parole Che coprono il cuore E nascondono il dolore Il Signore, il Signore è VERAMENTE morto?

La paura che abita le stanze dl mio cuore Grida

la sua disperazione,

… ma non è sola.

Una parola d’amore, un gesto inaspettato un sorriso generoso le sussurrano accanto la loro certezza.

“Dio è morto, sì.

Ma solo per tre giorni.

Poi

… risorge”.

Dio risorge

Nell’amore sincero di due sposi … Nella speranza operosa della fede … Nella carità senza vanità …

Preghiamo: Ti ringraziamo Signore per i gesti d’amore che abbiamo ricevuto e che ci preservano nei momenti bui della vita. Ti preghiamo, fa che quanto abbiamo ricevuto divenga dono, affinchè si apra il sepolcro dove abbiamo sepolto la Speranza.

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