• Non ci sono risultati.

Le classi terze a Napoli. Viaggio a Napoli

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Le classi terze a Napoli. Viaggio a Napoli"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

Le classi terze a Napoli

Le classi terze del nostro Istituto (secondaria) hanno partecipato nel mese di maggio, in tre date diverse, ad un viaggio di istruzione di tre giorni presso i siti più rappresentativi di Napoli e dintorni.

Viaggio a Napoli

Il giorno 8 maggio 2017 noi ragazzi di terza media delle sezioni E e F della sede della scuola secondaria di Marchesane siamo arrivati, come stabilito in precedenza, alle ore 8.00 alla stazione ferroviaria di Bassano del Grappa con destinazione Napoli. Siamo stati accompagnati da cinque professori, i quali avevano il compito di sorvegliarci ma soprattutto di fornirci ulteriori informazioni e spiegazioni. Lo scopo del viaggio era quello di visitare una nuova città in modo da arricchirci in più campi culturali; le varie mete dei giorni sono state: i Campi Flegrei, in particolar modo il vulcano Solfatara, il Vesuvio, gli scavi di Pompei e il centro di Napoli dove abbiamo visitato Piazza del Plebiscito, la Cappella San Severo con il Cristo Velato,, la Galleria Umberto I, Napoli sotterranea e il Duomo della città con la Cappella dedicata a San Gennaro. La partenza era prevista per le ore 8:45 mentre l’arrivo per le 15:30, il treno non era diretto e noi passeggeri abbiamo dovuto fare cambio a Mestre, dove siamo arrivati alle 9:45 circa e da lì siamo saliti sul treno FrecciaRossa con destinazione Napoli senza ulteriori cambi. Il 7 viaggio è stato gradevole perché passato in compagnia e le varie ore, che sembravano troppe, si sono rivelate piacevoli, tra giochi e battute, e così facendo il tempo è passato velocemente. Il treno era molto confortevole e anche chi avesse voluto dormire lo ha potuto fare tranquillamente. Oltretutto, il mezzo era munito di bar, bagni e di prese elettriche, perciò anche tutto questo ha contribuito a far passare le ore in modo veloce e in questo modo siamo arrivati a Napoli alle ore 15:30 circa e in stazione ci aspettavano Pasquale Cirillo dell’agenzia Mediterraneo e Rosaria, la guida, che ci avrebbero accompagnato nella prima tappa del viaggio.

La Solfatara

Abbiamo proseguito in pullman, ci siamo recati presso la Solfatara, uno dei tanti vulcani ancora attivi, che conservano un'attività di fumarole d'anidride solforosa, che formano i campi flegrei. Appena arrivati, siamo entrati e subito ci ha investito un forte odore di zolfo che proveniva dalle fumarole (“buchi” nel terreno da dove esce vapore ad alta temperatura);

ci è stato spiegato che quel vapore era benefico e, fin dall'antichità, veniva usato per curare malattie respiratorie e della pelle. La prima cosa che abbiamo visitato è stata la ​fangaia​, cioè una pozza di fango che bolliva riscaldata dalle falde acquifere sottostanti, più avanti nel percorso

(2)

ne abbiamo trovate di nuove e ancora non del tutto formate.

Successivamente abbiamo visitato appunto questi “buchi” nel terreno dove abbiamo fatto un esperimento che consisteva nel mettere una fonte di calore vicino a una fumarola ed immediatamente il vapore di tutte quante aumentava e questo per dimostrare che sono tutte collegate. Ci sono anche due grotte a vapore, non più utilizzate per le cure, ma ancora accessibili. Sono chiamate: Purgatorio, quella con il vapore meno bollente (circa 90°-91°) e Inferno quella con il vapore più caldo (pari ai 99°- 100°). Si pensava che passando dei minuti all'interno di esse si facilitasse la guarigione di varie malattie, in particolare delle infiammazioni e la depurazione delle vie respiratorie. La visita alla solfatara è stata istruttiva e anche divertente, perché oltre ad aver imparato alcune cose molte interessanti su questi fenomeni vulcanici, ci siamo divertiti a camminare tra questi piccoli “buchi” che emanavano vapore.

Usciti dalla solfatare abbiamo preso il bus per andare in hotel, ma ad un certo punto la nostra professoressa ha deciso di fare una piccola sosta al Tempio di Serapide. Il Tempio di Serapide appunto ​si trattava del luogo dove sorgeva l'antico ​Macellum​, cioè il mercato pubblico della ​Puteoli romana. Questo tempio ha la particolarità che ogni tanto viene sommerso dall’acqua del vicino mare ed è per questo che se si guardano le colonne, che una volta sostenevano il tempio, fino ad un certo punto si notano dei piccoli buchi lasciati dai molluschi. Successivamente siamo risaliti in bus per andare all’hotel. Anche il Tempio di Serapide è stato molto interessante da visitare, sopratutto perchè la professoressa Di Riso prima della gita gita ci aveva parlato di questo tempio e appunto di questa sua particolarità, che ci aveva incuriosito molto.

(3)

Campus Vesuvian Institute

Dopo la visita alla Solfatara, noi ragazzi ci siamo recati al grande hotel di Castellammare di Stabia dove abbiamo pernottato per due notti. Questa struttura non funge solo da albergo, è anche un osservatorio vulcanologico del Vesuvio, e grazie a ciò numerosi sono gli studenti universitari italiani e non che si recano nella struttura per studiare. La struttura è dotata di una grande hall, dove si trova un piccolo bar, la reception e dei divani dove potersi rilassare guardando la grande e unica televisione dell’albergo. Alla; a causa di questo piccolo disguido l'autista aveva dovuto sperimentarsi in accurate manovre per una quindicina di minuti inutilmente e per questo tutti noi abbiamo dato vita ad una sonora risata comune.

Il Vesuvio

Il giorno 9 Maggio 2017 ci siamo recati alle ore 9.00 di mattina, usando come mezzo di trasporto l'autobus, sulla cima vulcanica situata sul Golfo di Napoli ossia il Vesuvio. Giunti nel luogo ci siamo avviati all'ingresso dove abbiamo preso i biglietti per la visita. Successivamente ci siamo incamminati verso una salita di circa 2 chilometri per arrivare al cratere del vulcano. Arrivati in cima ci ha accolto una guida che ci ha raccontato brevemente la storia e le caratteristiche di esso. Qui abbiamo appreso nuove e varie informazioni, che ci sono servite ad arricchire il nostro bagaglio culturale. Tra queste abbiamo parlato della prima e stravagante eruzione, dei materiali da cui è composto, come veniva visto dalla gente del paese di quel tempo e, come abbiamo già detto prima, le sue caratteristiche principali.

Il Vesuvio è un vulcano particolarmente interessante per la sua storia e

(4)

per la frequenza delle sue ​eruzioni​. Si tratta di un ​vulcano esplosivo​, la cui ultima eruzione ebbe luogo nel ​1944​. Da questa data non si sono verificate più eruzioni e il Vesuvio è considerato in stato di quiescenza.

L'eruzione, che ha profondamente modificato la morfologia del vulcano e dei territori circostanti, ha provocato la distruzione delle città di ​Ercolano​, Pompei​, Oplontis e ​Stabia​, le cui rovine, rimaste sepolte sotto strati di pomici, sono state riportate alla luce a partire dal XVIII secolo sotto la dinastia dei Borbone durante il Regno di Napoli. Un tempo il Vesuvio veniva visto dalle persone soltanto come un monte, ma dopo la prima eruzione si sono accorti che si trattava di un vulcano attivo. Nel 1631 ci fu un'altra imponente eruzione. Dopo numerosi eventi premonitori quali rigonfiamento del suolo, piccoli terremoti che si manifestavano già da qualche mese e prosciugamento delle fonti, all'alba del 16 dicembre il Vesuvio rientrò in attività dopo un riposo di circa 130 anni, con l'apertura di una bocca laterale sul versante Sud-Est con una iniziale fase di attività stromboliana e forse l'emissione di una colata di lava (per molti autori invece non vi fu alcuna colata di lava). Una prima fase espulse ceneri frammiste all'acqua che scesero a valle a grandi velocità, oltre a colonne di vapore. Successivamente ebbe luogo una violenta attività esplosiva dal cratere centrale con un'alta colonna di ceneri, pomici e gas. Al termine di questa visita siamo scesi e abbiamo avuto la possibilità di comprare qualche souvenir, dopodichè ci siamo recati al nostro bus che ci ha portato nella città di Pompei. Per noi questa esperienza è stata unica e piacevole perché abbiamo potuto scoprire e vedere una delle più grandi e pericolose meraviglie della natura d'Italia.

Pompei

Tornati dal Vesuvio, siamo andati a mangiare in un tipico locale napoletano in cui ovviamente facevano la pizza, e dopo aver pranzato ci siamo diretti insieme dalla guida agli scavi di Pompei. Appena entrati la guida ci ha spiegato la storia di quella città e come, ancora oggi, possiamo vederne i resti nonostante la devastante eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Poi siamo andati a visitare l’Anfiteatro, dove si possono ancora vedere le gradinate e alcune scritte che c’erano sui muri; andando per le strade della città c’erano molte scritte sui muri e la guida ci ha spiegato che quelle erano le pubblicità e che dato che ce ne erano moltissime voleva dire che ci abitavano molte persone. Poi siamo andati a vedere una casa molto grande, presumibilmente di un signore molto ricco dove sono stati ritrovati dentro una cassaforte i suoi gioielli, in alcune pareti della casa si potevano vedere che le pareti erano dipinte con colori come giallo o rosso cosa che nelle casa di oggi non si fa ma che a quell’epoca avevano tutti. Dopo di che siamo andati a visitare le Terme Stabianae; esse erano aperte a tutti anche ai più poveri, era un luogo dove trovarsi e rilassarsi.

Infine siamo andati nel Foro dove c’erano i templi degli Dei e dove si potevano vedere opere ammassate ritrovate negli scavi. La visita a Pompei ci è piaciuta molto perché innanzitutto è stata molto interessante e poi è stato molto bello vedere cose rimaste intatte nonostante l’eruzione

(5)

e nonostante siano passati quasi duemila anni.

NAPOLI: PIAZZA DEL PLEBISCITO

Il 10 maggio, nonché terzo e ultimo giorno della gita scolastica, siamo

andati a visitare Piazza del Plebiscito che è il cuore della città di Napoli;vicino troviamo la Basilica di San Francesco di Paola, il Palazzo Reale , il palazzo della prefettura e il Palazzo Salerno. La piazza oggi è il punto più visitato dai turisti. Inizialmente si presentava come uno slargo parecchio irregolare dentro le mura dell'antica Palepoli, andate distrutte alla fine del XIV secolo, per lasciar spazio a monasteri e conventi . Il primo fu quello di S. Croce , dove si diceva che era sepolto il corpo del piccolo Carlo Martello; attorno furono costruite case che venne chiamato Borgo Del Santo Spirito. Nel 1482 giunse a Napoli un monaco la cui santità si era diffusa ovunque, era San Francesco di Paola, che espresse il desiderio di costruire un convento che poi fu dedicato a San Giovanni, ma fu chiamato dell'Orto dei SS.Luigi e Martinello. Nel 1500 con l'inizio del viceregno spagnolo occorreva un palazzo per il vicerè, fu costruito il Palazzo Vecchio. Nel 1600 a distanza di un secolo venne costruito il Palazzo Reale, firmato dall' architetto reale Domenico Fontana. Nella piazza furono celebrate molte feste popolari e giochi di soldati; famosa era la Cuccagna che prometteva ogni sorta di cibarie e viveri. Dopo lo scoccare delle 22 con due colpi di cannone, si dava il via all'assalto del popolo partecipante, che cercava di prendere più roba possibile. La piazza fu anche usata come teatro per le lotte di libertà del popolo napoletano come ad es. nel 1647 la fuga del duca d’Arcos e il massacro del 15 maggio 1848. Nel XVIII la reggia divenne pericolante, l’architetto Luigi Vanvitelli potenziò il fabbricato e costruì otto nicchie dove dal 1888 saranno esposte tutte le statue dei re di Napoli “ Ruggero il Normanno, Federico II, Carlo d'Angiò, Alfonso d'Aragona, Carlo V, Carlo III, Gioacchino Murat, Vittorio Emanuele II”. Nel 1837 gli appartamenti reali verso CastelNuovo furono distrutti da un grande incendio , Ferdinando II ordinò di rifare l’ala destra e di abbattere il Palazzo Vecchio. Con l’ultimazione dell’ antico progetto del Foro Murat, Ferdinando IV decise di costruire al centro del portico una chiesa, e così nacque la chiesa di S.

Francesco di Paola. Due palazzi completarono la piazza Palazzo Salerno e palazzo dei Ministri oggi Palazzo della Prefettura. Dopo il 1860 con l’Unità d’Italia la piazza prese il nome di Piazza del Plebiscito. Al centro

(6)

della piazza troviamo due statue equestri di Carlo III e Ferdinando I costruite dal Canova e finite dal suo allievo Calì dopo la morte del suo maestro.

CAPPELLA DI SAN SEVERO

Dopo aver visitato Piazza del Plebiscito, siamo andati a visitare la cappella di San Severo. Appena arrivati ci siamo messi in fila aspettando che la guida comprasse i biglietti e intanto un venditore ambulante si è messo a cantare con un bongo tutte le canzoni che ascoltiamo noi giovani, facendoci ridere tutti. Alla fine dopo cinque minuti siamo entrati nella cappella. Vendendola siamo rimasti tutti a bocca aperta da quanto era favolosa. La guida ci ha spiegato una leggenda sul perché è stata costruita la cappella. La cappella all’inizio era un giardino circondato da 4 mura “​Un uomo era stato accusato di un reato che non aveva commesso.

Il giorno del processo passò con il carro e le guardie davanti a queste quattro mura. Una di esse crollò, rivelando così il ritratto della Madonna.

Lui fece un voto promettendo in caso di grazia avrebbe portato alla

(7)

Madonna i suoi beni. E così successe.​”

Poi la guida ci ha spiegato la storia delle due statue di fianco al Cristo Velato. Il ​Disinganno si trova alla sinistra dell’Altare Maggiore ed è un altro capolavoro eccezionale nato dalle mani del Queirolo, voluta dal principe per ricordare suo padre Antonio, rappresentato come un uomo che si libera da una rete, che si divincola da quella rete che rappresenta le passioni mondane. Alla destra dell’altare, invece, troviamo la ​Pudicizia​.

Monumento dedicato alla madre di Raimondo, Cecilia, morta quando il principe aveva solo un anno. Fu il Corradini a realizzare quest’altro velo che avvolge l’eleganza e la bellezza naturale di questa donna, così aderente al corpo da esaltarne le forme. Lo sguardo perso nel vuoto, la lapide spezzata e l’albero della vita simboleggiano l’esistenza troncata troppo presto, facendo emergere il dolore del figlio.

L'opera più celebre della Cappella di San Severo è senza dubbio il ​Cristo Velato​, posto al centro della navata centrale.Originariamente la statua doveva essere scolpita da Antonio Corradini. Lo scultore, già ottantaquattrenne, però morì nel 1752 senza riuscire a completare l'opera, ma realizzandone solo un bozzetto in terracotta. Raimondo fu quindi costretto ad

affidarsi al talento di Giuseppe Sanmartino, che ebbe così l'opportunità di realizzare «una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da una sindone trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua». Il Sanmartino, in ogni caso, tenne poco conto dei bozzetti precedentemente disegnati dal Corradini.

Si trattava di un Cristo, sdraiato su un materasso, con il capo sorretto da due cuscini, il cui corpo è ricoperto da un velo che aderisce perfettamente alle forme del viso ed al corpo stesso, tanto che sono visibili le ferite. Al lato si trovano: una corona di spine, una tenaglia e dei chiodi, uno dei quali sembra quasi pizzicare il velo della sindone.

Subito dopo siamo andati a vedere ​la tomba del principe​, Raimondo di Sangro, il quale ha fatto costruire la cappella. Poi siamo scesi per le scale. Raimondo di Sangro aveva un progetto. Si dice che nel suo rumoroso laboratorio sperimentasse invenzioni nel campo dell’arte, della meccanica, della chimica e dell’idrostatica, ma anche che di notte da questo luogo si udivano strilla e rumori sordi, con fiamme vaganti e urla infernali.

(8)

Le Macchine Anatomiche​,

Si tratta degli scheletri di due individui, un uomo e una donna, completamente scarnificati. Al di sopra di ciascun scheletro è riprodotto, fino nei particolari, l'intero sistema circolatorio. Secondo la tradizione più nota essi furono realizzati dal medico palermitano Giuseppe Salerno intorno al 1763, sotto la direzione dello stesso Raimondo di Sangro, seguendo un procedimento a tutt'oggi non completamente chiarito.

Queste strane creazioni furono descritte nei minimi particolari per la prima volta già nella Breve Nota, una guida settecentesca al Palazzo di Sangro e all'adiacente cappella, che riporta l'esistenza anche del

«corpicciuolo d'un feto» con tanto di placenta. Questa terza «macchina» è rimasta visibile fino agli ultimi decenni del XX secolo, quando fu rubata.

Secondo la leggenda, citata già nella guida settecentesca e tramandata tra gli altri anche da Benedetto Croce, Raimondo avrebbe fatto iniettare nel sistema circolatorio di due dei suoi servi una sostanza speciale di sua creazione, la quale avrebbe «metallizzato» i vasi sanguigni permettendo la loro conservazione nei tempo.

Il pavimento ​era formato da una serie di svastiche rovesciate.

La nostra opera preferita è stata quella del Cristo Velato perché non pensavamo che il velo fosse così realistico. Un’altra cosa che ci ha impressionato molto invece sono state le macchine Anatomiche e soprattutto la loro leggenda. All’inizio quando siamo entrati nella cappella siamo rimasti colpiti dal soffitto così ben decorato, con colori sgargianti.

Un’altra opera stupenda è stata quella della Pudicizia perché era così bella, pura, e sembrava innocente per aver meritato una morte così giovane. Una cosa molto impressionante è stata la svastica al contrario che poi Hitler ha utilizzato come segno nazista. Dopo la Cappella di San Severo, siamo andati a visitare il Duomo di Napoli con la Cappella di San Gennaro e poi Napoli Sotterranea.

(9)

Il Duomo

Dedicato all’Assunta, fu iniziato probabilmente da Carlo II d’Angiò e completato nel 1313 da suo figlio Roberto il Saggio, sebbene sussista un’ipotesi che anticipa la fondazione della fabbrica sotto Carlo I. L’attuale aspetto è il risultato dei numerosi interventi succedutisi nel corso dei secoli che ne hanno in parte alterato le originarie forme gotiche.

Particolarmente rilevanti furono i restauri realizzati dopo i terremoti del 1349 e del 1456 e i rifacimenti voluti dal cardinale Alessandro Carafa (1484-1505). All'interno del Duomo è custodito il cosiddetto "Imbusto", busto reliquiario, capolavoro di scultura Gotica, con il cranio e la teca contenenti il "Sangue di San Gennaro", che miracolosamente si scioglie tre volte l'anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio e negli otto giorni successivi; il 19 settembre e per tutta l'ottava delle celebrazioni in onore del patrono, ed il 16 dicembre.

Napoli Sotterranea

Quando siamo entrati nell’edificio che ci avrebbe introdotto nel profondo della città, l’atmosfera era come quando si scende in cantina. Eravamo solo di qualche scalinato di distacco da un grande posto, abbandonato per secoli, per poi oggi essere recuperato. Già dai tempi antichi si cominciò a scavare per ottenere una pietra facilmente riutilizzabile, il tufo. Usata poi come acquedotto dai romani, distribuiva acqua corrente. Servito anche come riparo dai bombardamenti su Napoli della Seconda Guerra Mondiale, un periodo disastroso. Tra le mura di quei posti si può sentire ancora la disperazione e la paura della gente costretta a rifugiarsi lì sotto per sopravvivere. Ora Napoli Sotterranea è uno dei posti più suggestivi della città. La guida ci ha poi condotti verso un percorso facoltativo che non consigliamo ai claustrofobici. Consisteva nell’ attraversamento di cunicoli stretti e molto lunghi, non illuminati, facendo tappa in varie stanze con cascate d’acqua e coltivazione di piante. Consigliamo a tutti di andare a vedere Napoli Sotterranea, perchè, oltre ad essere caratteristico, è anche interessante conoscere l’interno del sottosuolo di una città dopo averla visitata in superficie.

(10)

E con la visita a Napoli sotterranea si è conclusa la nostra gita scolastica a Napoli.

Aneddoti

- Una volta arrivati all'albergo l'autobus ha fatto fatica a passare attraverso il cancello perché il passaggio era troppo stretto ma il cancello, il quale non era del tutto aperto, non permetteva alla vettura di oltrepassarlo. Dopo una serie di complicate manovre da parte dell'autista, è arrivata una signora operatrice della struttura che, con estrema facilità, ha spalancato il cancello, quello che noi credevamo elettrico

- Siamo andati a visitare Napoli il giorno 10 maggio,

Commenti sul viaggio

● La gita a Napoli è stata un’esperienza meravigliosa e per questo voglio anche ringraziare i professori per averci permesso di fare questo viaggio bellissimo. In questa gita ho avuto la possibilità di camminare sul cratere di un vulcano ancora attivo, di vedere il Vesuvio, di camminare tra le vie di Pompei e di stare nei sotterranei di Napoli. Inoltre avevamo un hotel splendido con vista mare, e in più, avendo la stanza più grande, è stata anche l’opportunità di passare un sacco di ore con i miei amici senza telefono o altri aggeggi tecnologici che sarebbero stati inutili. In conclusione è stata una gita magnifica, in cui mi sono divertita e fatto cose che forse, senza questo viaggio, non avrei mai fatto. Per di più ho anche mangiato la pizza napoletana che è la cosa più buona esistente in questo mondo.

● Questa gita a mio parere è stata una di quelle esperienze che porterai sempre con te perché non puoi sapere se tornerai mai in quella città quindi è un’occasione che potrebbe capitarti solo una volta nella vita, però spero vivamente di poter tornare in quella città per certi versi un po’ pericolosa ma meravigliosa, in ambito culturale, religioso e gastronomico. Oltre ad aver visitato numerose cose mi sono divertito molto essendo in compagnia, inoltre il tempo per lo svago era molto, tra tragitti e la sera, quindi non avevi da annoiarti. Ammiro molto anche la disponibilità degli insegnanti nel portarci a fare questa gita perché al giorno d’oggi sono veramente pochi coloro che hanno il coraggio di portare i propri alunni in una città grande e distante dalla propria sede. La cosa che mi ha colpito

(11)

di più in questa gita è stata Pompei, in quanto sembra incredibile come delle persone che non disponevano di nessuno strumento tecnologico di oggi siano riuscite a costruire una città così maestosa e complessa, mi ha colpito inoltre come molte cose del giorno d’oggi non siano affatto cambiate, infatti noi abbiamo solo migliorato le invenzioni, proprio come diceva la guida: “Noi non abbiamo inventato niente, abbiamo ripreso le cose dal passato”. Quindi vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato nell’organizzazione di questo splendido viaggio e auguro a coloro che saranno in terza nei prossimi anni di fare anche loro un’esperienza del genere.

● Noi insegnanti abbiamo vissuto un’esperienza intensa e coinvolgente che ha rafforzato le relazioni con i nostri ragazzi e tra di noi. Tutto é stato possibile grazie ai numerosi elementi che compongono un bel viaggio di istruzione: luoghi interessanti da visitare, comportamento corretto degli alunni, una buona organizzazione, momenti magici da fotografare nei ricordi e, perché no, tante risate… Vorremmo ringraziare:

- le guide Raffaella, Rosaria e Fiorella per la disponibilità e la pazienza, l’abilità di captare anche i momenti di stanchezza e di saperli trasformare in occasioni di interesse...insomma di suscitare interesse anche con piccoli aneddoti, curiosità, coinvolgere con storie curiose

- Il Sig. Pasquale Cirillo dell’agenzia Mediterraneo per la puntualità nell’organizzazione, per la presenza costante e per i consigli preziosi - L’ autista, Pasquale, perché in sicurezza ci ha fatto raggiungere

luoghi con manovre impossibili

Riferimenti

Documenti correlati

1) SISMOLOGIA: Nell’area dei Campi Flegrei sono stati registrati 260 terremoti (M dmax =2.50.3) di cui 133 localizzati prevalentemente tra Pozzuoli, Astroni,

Traguardi per lo sviluppo delle competenza al termine della classe

Dopo la prima colazione in albergo, incontro con la guida locale e intera giornata dedicata alla visita a piedi all’area monumentale della città con l’emiciclo di Piazza del

14-01-2020 esempio: 19-12-2019 Data di partenza *.. Struttura di permanenza Prefisso

Peñíscola, o il castello del Papa Luna, dichiarato anche BIC. Infine, il Portal Fosc, la cui traduzione letterale è "Portal Oscuro" e che era l'ingresso principale della

E un'altra è avvicinarsi ad alcune delle città vicine a Londra in cerca di alcuni dei suoi luoghi più interessanti, come visitare il Castello di Windsor, la residenza ufficiale

Prova un "francesinha" (piatto tipico di Porto) accompagnato dall'ottimo vino locale. Gli amanti dei dolci troveranno nella centrale "Leitaria da Quinta do Paço" il

A seconda dell'orario di arrivo del volo, puoi andare direttamente in hotel o, se hai tempo, puoi sperimentare sul tuo corpo la potenza geotermica unica dell'Islanda con un bagno