ANNO VII -
Num.
13.T oRIN O,
rSLuglio
rgrr.RI VISTA
di INGEG NE RIA SANITARIA
e di EDIL IZIA M ODE · RNA
È 1·iservata la proprietà letteraria ed artistica degli artico!
e disegni pnbblicali 11ella RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA E nr EDILIZIA MoDERNA.
MEMOI\IE
DUE NUOVI EDIFIZI
SCOLASTICI SUBURBANI DI TORINO Il Municipio di Torino ha testè compiuto due e- difizi scolastici i quali oltre ad aggiungere nuoYo merito alla solerte Amministrazione comunale, of-
.
circondato per tre lati da vie (Cavalli, Palmieri, A- vigliana), e confinante
p~rl'altro lato con propriè- tà private. L'edificio si può dire del tipo di qu e:Ii detti a lu oe
unilateraleavendo tutte le aule sopra un lato, che è quello più lungo. Infatti l'edificio è com- posto di un braccio
principal~di fabbrica a tre pia- ni fuori terra (il pianterreno rialzato sul suolo) che si stende lungo la via Palmieri, nel q uale trovano sede le aule, tutte esposte a sud-est. Questo braccio risvolta
p~rpochi metri sulle testate, cioè all'angolo di via Cavalli e Avigliana, ma in queste appendici hanno sede soltanto le latrine ed i lavabo.
Fig. r. - Veduta fotografica della Scuolu al!u Barriera di Miluno.
frono esempi, di costruzion,_ di edifizi scolastici su- burbani, degni di nota.
Uno di questi edifizi, il più recente, sorge nella borgata barriera di Francia, sopra un rettangolo
Oltre al corpo principale si hanno tre corpi se-
condarii ad un solo piano fuori terra: uno si stacca
normalmente al braccio descritto, ·sul centro di es-
so, e contiene i locali per la refezione al pianterreno,
186 RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITAIUA
e
la cucina n el sotte rr aneo; altri due fabbricati, pa- rall
'C!lifra loro ed al fabbricato
contenente i locali re- fezioni
,si trO\·ano all'estremità d
el fabbricato prin- cipale,distacca ti
·però da ll
etestate,
econtengono
lepalestre, una pe r la sezio ne m aschile
'C!d una perla
sezio ne fe mminile .
Fra il fabb ricato co nte nente i refetto ri i e quelli
conten
'C!ntile palestre
sihanno due ampi
cortili o palestre scoperte. Tanto il locale refettor
io,quanto le palestre so no coperte a te rrazzo, quind
i l'aria ela lu
ce entran o abbondanti
.. . •
t l
Fig. 2. - Edificio Scolnstico alla Barriera di Mibno.
Sezione trasvers:ile.
Molto o pportuname nte (bench è la v ia Palmieri non sia, per inta nto, mo lto fre que ntata, ma essen d o
larga m.
12)la fronte lungo detta via è arretr3.ta di m. 4). L'area lasc;ata lib era è siste mata ad
aiu~1,:e se parata dal suo
lodesti nato a via pubhlica d.J una cancellata.
La division e d 'C!i sess i è fatta in se nso normale, quindi ogni sez ion e ha classi al pia nterreno, a l pri- mo e seco ndo piano, con ingresso, scala, ecc . sepa- rati. L 'edificio si può "dire si mmet ri co ri sp
etto ali'as ..
se centrale normale all'asse di via Palmieri; però no n esiste nessuna divisione trasversa le nei cor rido i co n g rand e vantaggio della sorveg lia nza che si pu ò es
1ercitarefacilmente d a una
estremitàall'altr a. O-
g ni entrata mette direttam en te in un 'a mpia sala di aspetto e da questa si passa alla scala c h
eporta ai piani s uperi ori ed al corridoio di disimpegno.
.
Le latrine risultano b
eneisolate e com p re ndo no
un numero di came nn1 superiore al n ume ro
del!~au le, qui ndi più
che suffi
ciente
al bisogno . S
ono
ab
bondantem
enteventilati sia naturalmente sia
ar- tìficia lm
ente, emuniti di abbondante acq ua, a
cac- ciata,che si sca ri
ca aprendo e chiudendo l'usciolino .
A dire
ilvero qu
esto sistema, encomiato da molti.
al l 'atto prati
copresenta deg li inco n ven ienti . P.rima di tutto si guasta fac ilm
ente (difatt i no n è a n
corafinito il primo anno scolastico,
che moltiapparec- chi no n fun ziona no più) o d an no motivo ai ragazz i di fermarsi nel locale latrin e per divertir si ad apri- re
e chiudere gl i usciol ini.
Le lat rin e hanno il vaso di porce
llana postosotto il pm1ime
"nto, sen za
;;edile, cosìda obbligare a met- tersi a cavalc ioni . Sotto il vaso
esist-eun sifone ch
eimmette in un coll ettore incli nato, il qual
ea sua vol-
ta sca ri ca in una ca nna ve rt
icale,isolata d all a mu- ratura, formata co n tubi di grès, munita al pied
eeli
sifo ne e prolungata superiormente o ltre il tetto per l 'aerazione.
Le lat rin e 'degli in seg nanti so n o separate d
aquelle deg li alunni; so no a T V . C . compl eto,
ci0<~a vaso co n sedile di legno, vaschetta co n cacciata d'acq ua co ma ndata a vo lon tà. Late ralmente al vaso ed imp
iantate ne l muro v i sono due me nsole di fer- ro, sulle quali si sale, in mo do da
es~ereobbli gati ad accovacciarsi (posizione
ritenuta ormai più igie- ni ca)
,evita ndo anche il contatto col sedile. Fran- camen te elogiamo questa soluzi one c he co nserv:t l 'elega nza d el W . C. e d ass icura do ppiamente l'i- g iene.
Og ni sifone delle singole latrine imm ette in un coll ettore in cli nato, attaccato al
sollìttod
el localesottostante, fun ziona nte da batteria sanitaria
.La lavatu ra dei pavimenti e delle pareti è fatta co n un g
etto d'acqua, alla pressione propria dellaco ndo tta. N
egli ant icessi sono collocate le vasc het- te per lavarsi ; quelle per bere trovansi ne i corridori
esono a zampillo ve rti cale.
L'ossatura dell' edificio, pers ino nella grossa tra- vat ura del tetto, è di cemento arm ato, il che ha fa-
_cili tato g ra nde me nte il prosciugam
entod ei locali.
I pavimenti d ell e aule so no di asfa lto arti fi ciale;
quel li d
ella Direzione, dei refettorii, e d ell
epalc5tre
sono di si lo lite, ma ha nno fatto catt ivissima prova.
_
"\"elle palestre si so no dimostra ti troppo
sdruccio-levoli, ne i refettorii, assorben do faci lm ente il gras- so, so no diventati sporchi; n
ellasala di Di rez
ione.
fo rse per l 'elasticità del cem
entoarmato, so no g ià tutti screp ola ti.
Nei corrido i ed a ltri locali i pavimenti so no a pia- strelle di ceme nto ; nei cessi, di battuto di cemen to
.L'illuminazione 'delle aule è unilaterale a d
eccezio-ne di due o tre a ule alle estremità
.Le porte e le fi- nestre
sono munit'C! di
vfìs-istasaprentesi ve rso l'in-
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Rt"vt'sta dt" lngegnert·a Sanitaria e di Edt'lt"zia Moderna, Anno XII, I9II - N. r3. T
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terno, con congegno semplicissimo comandato d:J.
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. _I muri sono tinteggiati a calce con colla, coi so- liti colori, verde pallido per le pareti e azzurrognolo
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pei soffitti delle aule, giallognolo nei corridoi; gli zoccoli finora sono a calce, ma pare verranno 111
seguito verniciati a smalto.
(Contin-ua). ING. G. BAIRATT.
J88 IUVISTA_Dl INGEGNERIA SANITARIA
LA LEGGE PER LA PROVVISTA DI ACQUE POTABILI.
Il Ministro Luzzatti presentava e fa ceva appro- vare dal Parlamento, nel decorso febbraio, il pro- getto di legge -· relatore On. Sanarelli -
«Age- volezze ai Comuni del Regno per la provvista di
acque potabili e per l'esecuzione di opere igieni- che)), E' oramai risaputa l 'influenza che ha sulla pubblica salute ed anche sull'economia nazionale, l'a cqua per uso di bevanda. Un'acqua scarsa e mal- sana può esser causa di danni gravi la prima , di mali ed anche di mali ep idemici la seconda.
1.1 legislatore di ciò s i era resa piena contezza con la legge sanitaria del r88r.
Infatti all'art. 44 si prescr iveva come
condizion~non dubbia, che
«ogni Comune deve essere fornito di acqua potabile riconosciu ta pura e di buona qua- lità· n, e senza riguaroo all'ostacolo finanz
'ario sog-giungeva
ccche ove questa manchi, o sia insalubre o insufficiente ai bisogni d ella popolaz ione, il Co-
mune può essere,
p~rdecreto del Ministero deLl'In- terno, obbligato a provvedersene n. Di più voleva punito penalmente e responsabile civilmente .dei danni, colui che somministrasse acque guaste, o che le inquinasse (r).
Nonostante queste sagge dispos izi oni ed altre leggi successive per mutui di favore ai Comuni con il sussidio dello Stato, la grande maggioranza dei Comuni rurali hanno acqua sca rsa o malsana. In- fatti risulta da dati ufficiali, com e a tutto il 1910 fu- rono spese L. 122.670.642 per provvista di acqua potabile nel quinquennio r898-1903. Di questa co- spicua somma ben 63.285·790 ri guarda no i Comuni capoluogo di provincia, circondario o distretto , con una popolazione complessiva di L. 8.594·127 abi-
tanti, mentre da tutti gli altri Comuni del Regno, che pure hanno una popolazione di ben 2J.88I.I26 abitanti non vennero spese che L. 57.385 ·45
1.Difficoltà finanziaria, incoscienza igienica e non- curanza pubblica, resero lettera morta l'applicazio- ne dell'art. 44 della legge sanitaria succitata. Bene quindi fece if Governo a proporre ed il Parlamento
da approvare
.Ja legge di cui ci occupjamo (2).
All'art. 1 di essa si dispone che la Cassa Depo- siti e Prestiti resta autorizzata a concedere mutui ai Comuni del Regno per la somma complessiva di 250 milioni, in rag ion e di 15 milioni per ognuno de- gli anni solari 1912 e 1913, 20 milioni per ognuno degli anni dal 1914 al
1~;)19,25 mili o ni per ognuno
degli anni dal 1920 al 1923.
(r) BETTINI, !894. )50; Cass. Unica, VI, 58; Giurisprudwza pw., Torino, 1894. 457; Legge, 1894, II, 417 e •wla; Mo11. Trib.,
1894, 848; Legge, 1895,· II, 100 e 11ola.
(2) Manca la sanzione del Senato, che non può mancare.
I mutui dovranno esti nguersi in 30 anni e
111so ne i casi di assol uta n ecessità.
L'art. 2 divide
iComuni in 5 categor.ie secondo il ce n simento del 1901 e come appresso:
1 • Comuni con popolazione sup eriore ai 100 mila abitanti;
2' fra i s o .ooo e roo.ooo abitanti;
3' fra i 25.000 e so.ooo abita nti;
4• fra i ro.ooo e 25.000 abitanti;
s · Comuni con popolazione fino a ro.ooo abi- tanti.
Sono escl usi dal ben efici o della legge i Comuni co n popolazione superiore ai roo.ooo abitanti. Lo Stato conco rre col pagame nto di parte degli inte- ressi su l mutuo a seconda delle varie categorie.
Verranno maggiormente favoriti i piccoli Co- muni.
I progetti tecnici dovranno essere approvati dal Genio Civile.
E' permessa la costituzione di Consorzi fra più Comuni.
L 'art. 3 pe rmette che nei Consorzi possano en- trare i proprietari interessati.
L'art. ro estende i ben efici della legge anche a quei Comuni che hanno già in corso lavori per provviste ai acque p otab ili, ma che non abbiano ot- tenuto il mutuo a norma della legge 13 luglio 1905.
A coloro che pure avendo ottenuto il mutuo non abbiano ancora ri cevuto alc una somministrazione, o ppure se ottenuta e incassata debbano eseguire la- vori suppletivi.
l nOi speciale regolamento ministeriale prov ve- de rà all'esplicazione della legge e sulle norme re- lative all'approvazione dei progetti e dei collaudi . E' be ne il notare ancora come all'art. 6 si stabi- li sce ch e il Governo presterà g ratuitamente ai Co- muni minori e più bisognosi, privi di risor se idri- ,che, l'op era dei propri funzionari tecnici per la
consulenza tecnica circa la compilazione dei pro- getti, analisi dell'acqua e di tutti quei dati geolo- g ici ed idrog rafici che i rispettivi Ministeri posso- no fornire .
Questo il sunto delle principali disposiz ioni della legge, la cui relazione fatta , come g ià si è d etto, dall'On. Sanarelli, me rita di
esserelet ta da tutti i
tecnici ed amministratori comunali.
Noi lodiamo , come certo si merita, la legge e facciamo i più caldi voti p erch è i Comuni nostri ne app rofittino, ponendosi in grado di corrispondere agli sforzi del legislatore. Solame nte ci sia per- messo l 'osservare ch e sarebbe stato opportuno l'e- sentare dalle tasse di bollo e di registro i progetti
tecnici, gli atti di collaudo e le operaz ioni presso la Cassa D epositi dello Stato, no nch è daJla tassa di R. M . sug li acquedotti, alme no su quelli esercitati direttamente dai Comuni.
E DI EDILIZ-IA l\lODER:-1:\
C
onfidiamo poi
cheil R
egolamento rid uca
e sem-pli
cizzi le for malità burocrati
cheper
otten
erei m utu i, che all o stato att uale son
olun
ghissime, pe- nose e dispendiose o ltremodo.
Infine un'ultima osservazio ne : quella cioè che po- tessero comprender i nei bene fi
cid
ella leg g
ei mu- tu i p
erope razio ni eli riscatto da parte de i Com uni
di acquedott i
che oggi
sono in man
odi Socie tà pri- vate, le quali
esercitano su
alcune città unY
eroe tah·olta dannoso mon
opo lio eli fatto .
Firenze, Aprii<! l 91 I.
Ing. A . R ADDI.
QUESTIONI
TECNICO-SftNITJ1RIE DEL GIORNO
LA
PO~IPA\. GAZ
HU~IPHREY.A Ducll
en f'ort funziona una pompa a gaz, idea- ta da Humphrey, nella quale è realizzato in modo molto
sempliceun ciclo ad alto re ndime nto ed a è1 uattro tempi; ne togliamo dall' Engineering la d e- sc rizio ne e qualche figura illu strati Y a .
L' apparecch io co nsis te esen zia lmente (v. fig . 1) in un tubo acl u coll e braccia inegua li ; il ramo più corto J3 è imm
ersoparzialme nte nella vasca di aspi- razio ne D; quell o più lun gò C sbocca nella Yasca E.
Inferiormente al livello del liquioo, sul ramo corto, so no disposte le valvol
edi aspirazione d'acqua s; il tron
codi B
chetravasi sop ra al detto liYello costi -
. tuiscela camera eli co mbust ione, fornita 'el i una val- Y ola di a mmissio ne F e eli una per lo sca ppa men- to g . Qu.fndo si mette in marcia la po mpa, essa funzi o na nel seguen te modo: la m iscela eli gaz ed a ria, co mpressa nello spazio H, \lÌen e infiammata da una sci ntilla
elettrica;l'acqua è cacciata n el ra- mo più lungo del tubo acl
ed acquista una forzaYi,·a s uffi ciente per co ntinu are il suo movimento a nche quando la pressione del gaz è cliYentata ug ua- le a quella
atmosferi~:-a.In questo istante, la yaJvo la di scappamento g s i apre sollecitata dal proprio peso, mentre, continuando il moto della colo nna liquioa, si aprono le valvole eli aspirazio ne : una parte dell'acqua aspirata segue il mQ\·imento d
ellacolo nna, l'altra prende il posto dei gaz bruciati
edil livello a poco a poco .ritorna uguale a quello del la Yasca d'aspirazione.
Durante questo periodo, la pression
eri
esceleg - ge rmente inferiore a quella atmosferica e quindi un po' d'aria p enetra attraverso un'altr a Yah·ola che non è seg nata in figura.
Con sumata la forza ,·iva acquistata ed essend o la press io n e dei ga z uguale a· lla pressioi 1e atmosfe- ri ca. cessa il m oYim ento dell a colo nna liquida; poi,
sotto l'azio
ne d
ella gravità,l'acqua ritorna indie- tro; i gaz bruciati
esconodalla ':ah
·olaai scappa- me'n to, la quale si chiude a utomaticamente non appena Yiene ra
ggiu,nta dal liquid.o.
S
ottol 'az io ne della forza viva, l 'acqua sale nella
camera di comb us ti o ne e CQ ,.")Him
el'aria racchiusa nell o
spazio Had una pressione più elevata di qu
elladO\·uta al
carico statico. :-.J
eYiene eli conse- guenza che il moù me nto della colonna si inverte a ncora una Yolta
ela pressione de lla ca m
era eli com- bustion
ediventa. eli nuovo inferiore all 'atmosferica . In questo ista nte, si apre la ,· .a h
·ola eli ammissione F e
s~introduce la miscela d'aria
edi gaz me ntre l'acqu a sale. Y erso E; questo m ovime nto è
se_g~ìtoda un ritorno verso la camera di co mbustione , il
che producenuova m ente una compressio ne ; allo ra ha luogo l 'accensione
edil ciclo ricomincia.
D
rig. I.
La pompa funziona adunque secon do un ciclo a quattro tempi non ug uali , un po' diverso da quello realizzato nei comuni motori a gaz inquantoch è il gaz
el 'a ria so no introdotti in due perodi diversi del
ciclo stesso.
11 funzionamento è mo lto
sile~Jzioso,non essen- clO\·i eli se nsibil e
che il rumoredell'aspirazione che è, del resto, m olto facilmente attenuabile; lo scappamento si fa al la pressione at mosferi ca e quindi non produce rumore ; la cam
eraeli co mbu- stione no n s· i sca lda.
Il rendimento supera quello degli o rdinari motori a gaz e ne è principale cagione il fatto ch e la dila- tazione è compl eta, m en tre nel ciclo
cc ~'Jtto n,lo scappa mento s i effe ttu a ad una pressio n
emaggiore di due c hil og ramm i .
Con una compressio ne di soli kg . 3, 15, il consu- mo di carbo ne è inferior
ea
500gram mi per cavallo- ora
,in acqua soll evata .
?\Ielle figure 2
e3 so no rappresentati in dettaglio
i mecca ni sm i eli di stribuzio ne; esse ndo tu"tte lé vat-
YOle auto m atiche, occo rre una di spos izione speciale
chet rattenga o ra quella el i ammissione ora quella
di scàppa mento . Ragg iun go no questo scopo il pe_ z-
zo a e le du e molle
be c, la cui ten sione è provocata
'da l p
ezzo d,il quale v ie ne spinto, o ra da un lat() ora
RIVISTA DI l! GEG ERIA SA ITARIA
da ll'altro, dai
COll ari fissi
ed
elleaste aelle YaJ\·oJ
e.Quando
dha raggiunto una
d~lle sue p
osizioniv i
permane in ca usa de lla molla
g,fi nchè n
on
è sol-lecita to a pre ndere la posizion
eopposta
.N~lla
figura
2,la vah
·oladi
scappamentog
è aperta; abbassandosi
essaha tirato la m oll a
b, cheten d
e ad aprirele val
vole di
ammissione; ma il
p~zzo a
non pu
òobbedi re alla mo ll a b
sen
on quan- do la va h·ola di scappa me nto sia
chiusa; in
Fig. 2. qu~sto istante esso abban-
do ne rà
·lava lvola di am- missione per ve nne a m a ntenere
chiusa quella-di scapp ame nto ; la va h
·o-la di ammissio n
e sarà al-lora
libera d i ap rirsi;
sce
ndendo,
essaim·ertirà la p
osizione d
; d e tend~rhla mo lla c ; ma, a s ua vo l- ta , la va)vola di sca ppa- me nto no n potrà mumier-
si finchèquella di ammi s- sio ne non sia rito rn ata nella s ua sed e.
Il mecca ni
smo di accen- sio ne co nsi
stein un o stan
-t uffo ca ri ca to da un a m ol- la la c ui asta passa fra due ro telle spi nte alla loro \ o l- ta co ntro d
i essod a du
:>altre molle ; le ro telle
gi- rano mentre l'as ta s· i sol- le,·a; un a di
esseporta un a leva di conta tto il
cui Fig. 3·s pos tanledl to a ngolare è li- mitato da due pezzi fissi; m entre aumenta la pres- sio ne. la leva
èin
contatto con uno dei pezzi; quan- do incomin
ciaa diminuire, essa vie ne in
contatto co li 'altro e stabilisce la corrente.
P
er la prima messa in marcia, bi
sogna
compri-m
erel'aria nella
camera di
combustione ~p
oi apri- re a mano la va
lvola discappa m ento ; allora la co- lo nn a d'acqua
si innalza n
ella
camera di combu
- stione,poi rito rna indietro aspi rando il gaz ch
esi comprime
e siacce nde, essendo in
cominciatoil
funzionam~nto
no rmal
edell'apparecch io .
Sull<~
pompa Hulmphrey furono fatti dal profes- sore
-rwin alc un e
esperienz~che
èinteressante riassum
ere;le fi
gure 4, 5
e6 rapprese nta no le di- sposizi o ni prese durante le prove .
Il gaz prm·e ni va
·da un gazom
etro,il quale ve- ni,la, acl og ni mis ura,
separatodalla
suacondut- tura; ·il vo lume impiega to si misurava quindi calco- Janclo
-l' altezza
· di di
scesaCiel gazome tro durante di
eci ododi
ci minuti.La pression
e· ela temperatura
erano m
is urati supp
unendu
_il
gaz saturo
di umidità;il li,·el lo d
ell'acquanella
,-asca del gazometro ven
i-va te nuto
costanteda un troppopi
eno.L
a camera di
combustione
comunicava conun tubo lungo
41metri
avente un diametro di
6r centi - metri
,il q uale
sbocca,·a in una grande
camp
anaad aria; in questa
campa na si manteneva
costant
ela p ressio ne ma n onando il
robinettoB, d
opo aver consultato il man
ometro d
elquale u n
odei
,rami
co-muni
cava collav
ascadi
aspirazio ne me ntre l'altro
erain
comunicaz ione
coll
'acquade l
serbatoiod'a- ria
.Durante le prove, il robinetto A riman
eva com-pleta me nte aperto; d al grand
e serbatoiod'a
ria,l'ac- qua veniva
condo tta, attraverso un
serbatoio d
'a-ria più piccolo, ad un a vasca di mi
suranel c ui fon- do era praticato in parete sotti le. u n foro di
228mil- limetri, che
v~rsaval'acqua nel serbatoio a lime n- tante la vasca di aspirazione." ]l
cari
cod
'acqua
so-pra alla bocca, mi
surato adinte n ·al li cl. i un m inuto e mezzo, p ermetteva di d ed urre !l d
eflusso della pom- pa ; i ro binetti C
eD rim a nevan
o chiusi.Fig. 4·
(':L
l
l ... . ,. ;;
~Fig. s-
Fig. 6.
Durante ogn i prm·a, l'al tezza a
cui s i mandava
l 'acq
ua, resta va costa nte ; l 'esper imento
eraneces-
sar iame nt
einter mitte nte ; m
entreil gazo metr
o siriempi va, la pompa
era con gi unta direttamente alla conduttura d
elgaz.
Furono fatte analis i di gaz e
sidedu
sseroi pote- ri ca lv rifici ; p
erconfro ntarli in peso di ca rbone, s i
E DI EDILIZIA MODERNA
s
upp
oseper l
'antraci te un
potere calorificodi
1700calori
e alk
g. e
per il gazogeno un
rendimento del-
•l'
So%. cioè si
am
mise cher kg . d
iantracite corri-
spondesse
a quella quantità di
gaz capacedi for-
nire 6320 calorie.Le medie di tre se ri
edi
esperi
enzehann
odato
seguen ti ri
sultati :
2
Carico sopra al foro della vasca di misura 1.18 !.02 I. )8 Deflusso (litri al secondo) 122.)6 II8.43 I )2-04
Altezza totale (metri) 10.02 7-91 6.)2
Potenza in acqua sollevata(cavalli vapore) 16.r s 12.)2 I0-99
Cicli al minuto !).8 11.8 11.4
Volume per ogni ciclo (litri) 530 6os 69s Consumo _al minuto calcolato in gaz ani-
dro a 0° e 760 mm. di pressione (litri) 6)0 530 485 Consumo di gaz per cavallo-ora in acqua
innalzata (litri) 2)50 2550 2640
Calore p<'r cavallo-ora in acqua innal-
zata (calorie) ).IO 3· )O 3-90
Peso di :mtfacite per c:.!Vat1o-ora in ac-
qua innalzata tkg.) 0.4l> 0.51 0-53 5
Compressione (kg. per cm2) 3-I 2.3 1.37
Pressione esplosiva 7 S· 5 6
In seguito alle prov
e,il prof. U rwin co ncl ude :
-chela pompa Humphrey è un apparecch io di gra n-
de sem pli
cità edi funzionam
entom ol to regolare;
che,
d ata la m an
canzadi attriti, la macchina deve dura re m
olto tempo e con servare a lungo il s uo ren-
·dimento ; che il
contattodell'a
cquacolla ca mera di
-combu stio ne evita gli in
convenienti diuna p oss i- bile dilatazione.
L'altezza massi ma di solleva men to n
on dipende -chedalla lung hezza del tub
o ela pon,pa funz
iona per piccole al, tezze senza bisogno di veni r modifi-
-cata e con .re ndim ento poco diverso .
L
'acqua non è r iscaldata in modo apprezzabile ; -durante le pro ve la sua
t~mperatura,aopo un 'o ra di fu nzio namento in
cuive ni va a'do_perata la m ed
esi-ma acqua, non si in nalzava nemmeno di un
grado .
In questo tipo di p ompa si ra ggiun ge un a no te- vole eco no mia ; si può affermare
chela po mpa Humphrey ha lo
st~ssorendime nto in acqua
sol-levata
che unmotore a gaz in lavoro mecca n
:coe
-chelo stesso motore a gaz, azionando una pompa
centrif uga, co n sum erebbe il 45 % di più. E
certa-
mente ques to n on è un o deg li ultimi vantaggi pre-
sentati dal
sistema di pompa descritto.
s.
L'ORGA:'\ IZZ .
"\ZIO
.E PR
ATICADELL' INSEGN \ MENTO ÒELL.'ECd:'-\O~'II A 1-:-\D'L-STRIALE
NELLE SCUOLE
TEC NICHE TEDESCHE
La questio ne dell
'insegn am
ento econom ico e so-
·ciale
nell
e scuo le tec ni
chefu
già discu ssa dal pun- to di ,-ista del pro
grammad
elle n ozioni da impar-
tir
si,ma no n fu
ancora
studiata in relaz:one a l re-
gime da istituirsi p
erdare
allelezioni del profes-
sorela sanz io ne
che garantisce l'acqui
sizione d
apa rte cl
ell'all1.;vol,d
elle cognizioniimpa rtite
d~dmaest:o .
In
fatti, l
'esperienza prm-a 3cheun
esame annualedinanzi al professo re, mentre
p~rmettea quest'ulti- mo di
giudi
carede ll
'efficaciadell
eproprie lezioni, no n assic u ra la rego larità d
ello sforzo da p arte del- l 'affievo nel
corsodell'
anno sco last:co. Il sistema p iù
gen~rale cons:ste nel ricorre re ad interrogazio- ni
sufficientementefreq uen ti p
ertenere sveg lio lo
z.elodegli alli
e,-i;ma
esson
on può applicarsi al- l'in segnam
ento econo mico e
sociale colla stessafa- cilità co n cui si app li
caagli in
segname nti a
iordine tecnico
.j
La molteplicità delle interrogazioni n
on permette di imporn
eil carico a l professore
ed ogni esami-
nator~
non può
compiereb
eneil
suo ufficio se non ha un a conoscen za precisa d
ellem ateri
ein seg nate ag li allievi;
orben~,questa
condizioneè
soddisfattasoltanto d a chi assiste al corso, inquantochè le
q4~sti o ni politiche e socia li non so no così precise da un a nno a ll 'al tro,
com~q u elle tec n iche, da permet-:- te re al p rofessore la pubblicazi
one di un testo, che possa ve nir studi ato da
gli esaminato ri speciali; ne de rin1 adunqu
eche l' interve nto di questi u!timi
.ÌIJ:- contra ostacoli talvolta
insup~rabili.D'altra parte
p
er s~guiree
completarele lezioni del professore, non basta
esporrequanto è stato fatto nel corso, ma bisogna fa re uno sforzo p erso nal e ai riflessione ed è qu
esto che deve essere richiesto agli allievi.
La prat ica d egli interrogatorì adunque, non è, nel campo dell
'economiaindustriale, altrettànto feco nda
chenel domini o della tecni ca .
Tutte queste
considerazioni sono p
erfettamentegiustificate da lla pratjca. Infatti n
eli~scuole
_fra n- cesi, il
cui programma di studi riserva a qu elli econom ici
esocia li un temp
osufficiente, il comple- m ento del co rso orale viene chiesto no n ad inter- rogatori, ma a ve re co nferenz e, com
eè il caso della
Sc~ola
di Sci
enzapo litica.
A ll 'estero poi, le Scuo le tec ni
che ovel 'inseg· na- mento
econo mico raggiunge il suo più alto grado di
sviluppo, ha nn
od
eicosid etti Seminari, cioè dei locali ove i professori riunisco no g li allievi per com- pila re dei laYori personali e per discutere in comu- ne le questioni speciali.
L
emod ali tà di o rga nizzaz io ne dei Seminari sono
mo lto vari
é, seno n
n~lprincipio, almeno nei parti-
cola ri
,dai quali app unto dipe nde il Yalo re dell'isti-
tuzione . Fra le sc uole tec ni che superiori tedesc he,
quella <;l i Be rlino
èla pri1:nà , e per ora la sola, che
possegga un Semi nario dotato di m
ezziY erame nte
pratici.
Rl \1ST.-\ DI J:;:GEG~ERI:\ SA:\ IT.'\RI.-\
Questo Semin ario ha un tripli
ce scopo:
1 . -
Offrire ag li stud
entiun a regolare occasio- ne, n
egli es';!rcizi
settimanali , di approfo nd ire,
col- la libera di
scussionedi molte questioni , le nozioni acq ui
stateal co rso di lez ioni
one ll
o studiopani- colare .
2.
-Facilitare loro la
cono
scenza dellabiblio- g rafia
coll'aiuto di una biblioteca sp eciale.
3· - In segn are loro a trattare le questioni Ji o rdin e eco nomico facendo eseg ui re lavori sc ienti- fi
cidi piccola m ole.
Dal secondo semestre d ell'ann o scolastico 1907-o8, la Scuola tecnica superiore di Be rlin o adibisce al Seminario un locale sp
ecialeche, in seg ui to ad in- grandimenti ulterio ri, com prende un gabj n etto di lavo ro per il professo re, ed una b ibli o teca le cui sale sono ded
icate ancheagli
esercizi o rali .
Era assolutamente n ecessario c rea re una biblio- teca speciale, data l ' in suffi cienza della biliot
ecad el- la Scuola in materia di
economia industriale; essafu fondata con una
spesadi 6ooo marchi
econ un r';! ddito annuale di
150marchi
chene . assic ura l'e- sistenza futura; nel mag g io 1910,
essa erag ià ricca di 16oo volumi comprese le rivis te e le en ciclope- die: Le principali rùbriche del ca talogo sono :
eco-no mia politica in generale; socio logia, social ismo e movimento sociale; qu estio ne socia le (questi o ne operaia, lavoro d
elledon n e, probl
ema della terra e del.l'abitazro ne) ; politica sociale d ei Comuni, ass i-
stenza pubblica, igiene ; ag ricoltura e p olitica agra- ria; indu stria e politica industriale; co mmercio e p olitica commercial e ; colo nizzazio ne ed emi g razio- n e ; m
ezzi dicomunica zione e loro politica ;· mon ete, pesi, mi sure e questione mo neta ria; credito, ban- che e borse; assicurazioni; assoc iazioni; interess i industriali; sc ienze delle finanze, questi
one
epo liti- ca finanziaria , imposte e doga ne; tecni ca ed eco no- mia politica; s tati sti ca; funzione dello Stato
epo- litica; scienza giuridica; di vers i.
L e ope re isolate son o scelte esclusiva mente fra le pubbli cazi oni più recen ti per soddisfare agli im- mediati bisog ni di rice rche,
sah·oa colmare p oi le inevitabili lacun e. Sono
stati preferitiquei libri ch e ri g uardan o nello
stesso tempo la tec nica e l'
econo-mia industriale ; essi possono venir con side rati co-
;
11e segtJ ito de lle
produ~ionicamerali d ei secoli XVIII e XIX; tali
sono,ad esemp io, le mo n ogra-
fie tec ni co-econo mich
edi Sinzheine r, g li st udi che vanno co ntinua me nte moltiplica ndos i in Germa nia
~;ull'organizzazione e
l'a mministrazion
edelle fab- bri che, il prezzo di costo ecc . Accanto alla lettera- tura tedesca, sono pure ben rappresentate la lette- ratura in g lese
ela fran
cese.
L
eope re della biblioteca debbono, p
erprincipio,
essere c?ns ultate
sulposto;
gli impres titi n o n sono
co
nse ntiti
che eccezionalm
entep
eriaYori del S~ mi
na rio . I lib ri
sonoa
completa disp
osizi
onedegli al- li
evi; il le tto re pr
endeda sè il \10lum
edesid
erato ed èques to un buon sistema
chefam igl iarizza l'allievo
colla b
iblioteca. D'a ltronde due
cataloghi,un
oal-
fabeti
co el'a ltro
sistematico,ai uta no moltissimo le rice rch';! , mentre
l'assis~ente,sempre pro nt
o a gui- dare g li all iev i,
suppliscepe rfettam
entea lla vol uta m a ncan za d
elbibliotecario.
Il Sem inario
èaperto, durante le scuo le, in tre pom
eriggi dellasett iman a (l un
edì, m
';!rcoledì , sa·
bato)
en
el mattino del sabato; durante le v)ca nze,
sta aperto in certe o re. La f req ue nza deg li al lievi no n può esse r';! tanto gra nd
e,data la m
oltep li cità dei co rsi e degli ese rcizi prati ci; di più s i ha ancora tro ppo l'opini o ne che la lettura di opere o di riv iste di eco no mia industrial e cost ituisca un piacere il . qua- le assorbe troppo tempo p er conc';!d
erselo molto speS-so. Gli
esercizidel Seminario hanno rego larme nte luogo una volta alla settimana sotto la direz io ne del professore H
erkener eno n
comprendo no nessun interrogatori o . Essi ri g uarda no, alcuni lo svi luppo
"di diYid
ersi soggetti trattatin
elle lezioni, altri lo
stu-dio di materie nuove.
l
soggetti dellaprima catego ria danno luogo ad un'espos izi on
ed
<;!] professore efin ora furono tra tta- ti : il problema delle crisi
economiche,la ques tione d
ell'ab itazio ne, il m
etodo
edil ,-alare d ella
stati- stica, il credito pubblico.
Le materi e della seco nda ca tegori a,
che occ upa no un temp
om o lto più lun go, proYocan o da parte di qualcuno degli allievi un rappo rto verbale su di un lavoro scritto; questo rapporto è accompag na- to dalle osservazioni del professore e seg uìto da
~Jnadi
scussion e. Gli allieYi possono
studiareant ici- patame nte i
soggettisu
cuive rte la discuss io ne,
es- sendo qu
estia nnunciati al prin
cipiodel
semes tre.
In questi tre ultimi sem
estri, furono trattat
ida 26 re latori
35soggetti; nessu no
è costretto atrattare una determinata qu esti one od a fa re un rapporto ; i
soggetti possono venire libe ramente proposti
eso- no accetta ti quando si prestano ad un la voro frut- tifero. TuttaYia, per due ,- a lte la
stessaqu
estio ne fu affida ta a relatori divers i invi tan d
olia tra ttarla
sotto i s uoi ,- a ri aspetti : questo siste ma è vera men
tebuono quando si scelgono soggett i di r
eale interesse pratico e di
eccezionaleimpo rta nza . Cos ì, nell': n-
vern o 1908-1 909 fur o no presentate
sette relazioni sul movimentodi concentrazio ne n
ellavita eco- n omi
catedesca per l'indu stria me tallurg ica, la ban-
ca,il piccolo comm ercio e l'agricoltura . Nell ' im·er- no 1909-10 furono studi ate da
cinquea llievi le c risi economiche nell'industria meccanièa, nell e cost ru- zi
oni na,;aJi , nell a navi gaz io n e ma rittim a e R
';!na na.
E DI EDILIZIA MODERNA
Gli a ltri soggetti s i possono ragg ruppare nel se-
gu ente modo:
I
0do dici questioni di economia sociale;
2° quat tro questioni di pol itica commerciale;
3°
settequ
estioni di
carattere vario.
La p artecipazione a i lavori del Seminario è p
er-fettamente facoltativa; la frequ enza è del 25
%circa;
s
u 1
60alliev i inscritti al corso, 40 pre ndono parte a questi esercizi.
In b ase ai ri sultati o ttenuti, il Sig nor Walthe r
(dal cui rapporto togliamo queste n ote) esprime la
sicurezza cheil valore dei lavori aumenterà insieme
coll'intereSS';! cheg li allievi portano agli esercizi
delSe minario; che questo interesse andrà sempre
crescendoin grazia alla fa coltà concessa agli stu- denti di sostituire co i loro ese rcizi i progetti n';!ces-
sari per ottenere il diploma di in gegneri-meccanici
edi poter prese ntare le (:liscussioni tecni co-econo-
micheper conquistare il grado di dottor-ingegnere .
Il personale del Seminario comprende, oltre
·al professore, un assistente ingegne re-meccanico, che
abbiaseguìto all'Università, per qualche anno, i
corsidi
economiapolitica; egli deve dare al Semi-
narioq u attro mezze giornate di presenza alla setti- mana,
compiere le funzioni di bibliotecario ed aiu-
tare g li
allievinei loro lavori.
Il reddito del Seminario di Berlino, è di 2900 mar-
chi, di cui I500 per la biblioteca e 1400 per l'assi- stente .
La descrizione dell'organizzazione modello rea- li~zata_ a Berlino d imostra che per adottare un si- mlle Sist~ ma nell e scuole tecniche bisognerebbe fare un doppto sacrificio di tempo e di danaro.
Sarebbe infa tti nec';!ssario ded icare alle conferen-
ze _ed_ agli esercizi perso nali parte delle ore che gli a lhe~
1debbono con sacrare all'insegnamento tecni- co;
m~ltrel'
impiantodi un locale e. di una biblio·
teca _
esige una spesa non indifferente alla quale si aggiUn
ge ancora lostipendio di un assistente la cui presenza . è n
ecessana per ben dmgere. . . a li ' allievi
ne1 loro Ja
· do
0
von e efficacementeaiutarli.
...,ueste du
e difficlt' b
m t b"J
·. o a non sem rano pero Insor- o n a
'I. mfatf '
. .' 1 co
n un accurata revisione dei pro
g rammt
SIpotrà t
~-
spon·b·l
rovare un certo spazio di tempo ai-
l
1
ee questa · · ,
f . ·
revisio n e e già imposta dal con- m uo progredire
d Il.
1' r · .
e atec nica c he rende necessaria e Immazlone dell .
finanziaria
.l
ematen e superflue. Per la parte
(fl' ~
01 a spesanon è così grande da impe-
Ire orgal1lzzazio n d.
' .. . volta inpiant t
1
e.1
. unCOSI pratico IStituto; una
a a a btbhotec
~·
saranno di sim . a, co n 3.)00 hre all'anno Il
pegnati tutti iservizi.
vero ostaco lo allo
s ..l .
gnamento . '
'1 uppoestens1vo delPinse- economi
co e socialIl l . che consiste nell,
·d. ff e ne e sc uo e tecm- blico
.Lo scambi~nd~1l er~ nza degli _alli e'"'~ e del pub-
e Idee ela discussione dei la-
vari scri
,ttino n posso no esse re fecondi se non è suf- ficientemente grande il numero d ei presenti alle con- ferenze e
l~ partecipazi~nea qàesto genere di studi no n è fruttifera se non e spontanea.
.
• el pubblico, coloro che per i primi temono· e Ia- mentt no l'ac uirsi dei probl emi economici e sociali so no poi g li ultimi a ce rcare i mezzi di affrettarne la so luzio ne. Fra questi m ezz i, no n ultim o è la forma- zione d egli ingegneri ed è interesse e dovere non solo degli industriali, ma anche di ogni cittadino di coo perare a questo scopo in v ista del perfeziona~
me nto g rande che ne verrebbe alle scuole tecniche.
E.
UNA NUOVA POMPA
PER LE DISINFEZIONI COL SUBLIMATO.
La Rivista ha segnalato in diverse occasioni i nuov i tipi di pompa a disinfezione che sono com- parsi nei varì paesi, rilevandone pregi ed incon- venienti.
In mani era speciale ha più di una volta lamenta- ta la diffico ltà che si ha per il sublimato corrosivo;
e i costruttori di po mpe hanno cercato di risolvere
s
con vari ripieghi il problema di impedire che
ire- cipienti si alterino, in contatto col sublimato senza d 'a ltro Iato dover ricorrere all'uso di pompe intera- '
mente costrutte in ebanite o in altro materiale inal- te rabile.
Non ricordo i mrt mod i seguiti nella soluzione
d el problema: ma voglio far cenno di una nuova
pompa che ha g irato in mani era ingegnosa la dif-
ficoltà senza cos tringere élll'uso di pompe in mate-
ria speciale inalterabili dal sublimato. La pompa
in disco rso - pompa Brioschi per sublimato, mo-
dello I9I I - si presenta così come mostra la fi-
g ura annessa e cioè di forma conica, come le
abituali pomp<;! Brioschi. Accanto al recipiente co-
ni co travasi un recipiente cilindrico della capacità
di mezzo litro, in vetro (con una copertura esterna
pro tetti va in m etallo), destinato a contenere la so-
luzione concentrata di sublimato.
194 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
· La pompa presenta in oltre uno stantuffo S per la messa in pressione dell'acqua e le solite a ltre par- ti di questa pompa (valvola, manometr o, apertu ra
di cari co) . La pompa si fonda su questo principio:
che il grande reci pien te co nico ed il piccolo ci- lind rico, hanno tubi di deflu sso dei liquidi cosi ca- li- brati che permettono lo sv uotam en to · dei due reci- pienti in uno stesso tempo.
Quando la pom pa funziona, tan to l'acqua del g rande recip iente coni co, quanto il sub limato del piccolo recipiente cil indrico, vengo no richiamati in una piccola camera di miscela (in ebani te) ove i due liquidi si mescolano a ttenendosi cosi un a solu- zione diluita di sublimato a t itolo noto (il piccolo rec ipiente cili ndrico è capace di mezzo litro, il grande conico di litri 12,50) che passa nella lancia di getto. Naturalm ente mutando il titolo della solu- zione madre, muterà a volontà il titolo della so lu- zione che viene proiettata dali 'apparecchio.
Come si vede d a questi ce nn i, il sublimato non viene in contatto se non del ' 1etro, della gomma e dell'eban ite (la lancia di proiezione del li quido è in legno o in ebanite). P er contro la pompa ha il vantaggio di potersi usare come le comuni pompe di metallo senza speciali riguardi.
E. B.
NOTE PRAlTGIE
SISTEMA BENNIS PER L'ALIMENTAZIONE
AUTOMATICA DEI FOCOLAI.
·Alla stazione centrale municipale di elettricità di Amster- dam si è fatto l'impianto, per sedici calçlaie a vapore, del sistema di alimentazione automatica ideato da « Bennis and C.» di Little Hulton (Boston).
Le caldaie sono tutte del tipo Lancastre a focolare interno e non presentano quasi nessuna differenza fra di loro, benchè impiantate da . tre diversi costruttori.
Nell'apparecchio
fj~~~~~DJMi}[~~;;;;; ·
Bennis viene perfet.tamente imitato il lavoro del fuochis- ta, inquantochè una pala getta periodi- camente il combu- stibile sulla griglia.
Ogni focolare è for- nito di uno di que- sti apparecchi, alimentati da una tramoggia, alla quale il materiale è a sua volta fornito da un meccanismo di tras- porto a catena, che si sposta con la velocità di 30 centimetri al secondo e può provvedere 25 tonnellate di carbone all'ora. Ma 1<:~- parte piu interessante dell'impianto è l'insieme de- gli organi di comando della pala che lancia il combustibile; diamo la rappresentazione nella qui unita figura.
Il braccio curvo A, che porta la paletta B, è ricondotto in- dietro dal dito C,· il quale viene spostato successivamente
dai quattro denti G di un albero dotato di un movimento uniforme di rotazione; i denti G hanno dimensioni diverse, perchè la distanza del getto corrispondent-e a ciascuno di essi sia pure diversa.
Lo spostamento del dito C si trasmette ad uno stantuffo mobile nel cilindro E, essendo il prolungamento di C arti- colato all'asta D dello stantuffo stesso. Sull'asta è poi av- volta una molla la cui tensione è regolata dalla chiocciola F; la quale molla riporta bruscamente in avanti lo stantuf- fo e la pala non appena i denti G abbandonano il dito C.
I l cilindro E è costruito in modo che, alla fine della sua corsa, lo stantuffo spinto dalla molla, ha radunato dinanzi a sè una certa quantità d'aria, che serve ad ammortire l'urto. La paletta B ed i denti g sono proporzionati in modo da ripartire uniformemente il carbone su tutta la superficie del- la griglia e la posizione longitudinale esatta della regione ali- mentata in rapporto alle estremità del focolare viene deter- minata modificando convenientemente la tensione della mol-
la .che :muove lo stantuffo. E.
NUOVO 10DELLO DI SPUTACCHIERA IGIENICA Un nuovo tipo di sputacchit:ra viene proposto dal Dottor È. Cathoire, maggiore medico nell'esercito francese (Revue d'hygiène, 1911, n. 4, il quale ha scelto, come materiale di costruzione dell'apparecchio da lui ideato, la carta, forman- done dei piccoli sacchi resi impermeabili per azione dell'o- lio di lino cotto. Questi sacchi sono fatti in un solo pezzo, per ripiegatura meccanica della carta, così da assicurarne la perfetta tenuta. Il sacco viene introdotto in apposito re- cipiente (R) e fissato a questo mediante un collare ribat-
tuto (fig, 2).
Fig. 1 Fig. 2.
Per l'uso, si pongono nel sacco, fino a due terzi della sua altezza, dei minuti frammenti di legno, ad es. quelli provenienti dalle piallatrici meccaniche; questo materiale sembra assorba gli sputi, suddividendoli e facilitandone l 'es- sicamento prima, e poi,· una volta allontanati, il completo
incenerimento.
Il recipiente o corpo della sputacchiera è costrutto in ·ferro smaltato, cosl da essere agevolmente lavabile e di un co- sto relativamente basso. Il recipiente, a forma di tronco di cono, viene appeso al muro mediante un supporto a tre bran- che (a) assai stabile e robusto; esso è poi ricoperto da un coperchio, che vierte ·atzato a mano mediante presa sul bottone b; questo dispositivo di apertura presenta il vantag- gio, secondo il Cathoire, di guidare e di incitare a qualche precauzione coloro che sputano nell'apparecchio.
La posizione di apertura del coperchio è assicurata da una molla protetta dalla branca orizzontale del supporto, e h sua ricaduta è resa silenziosa da due bottoni di caout- chouc (d) che impediscono ogni contatto col sacco di carta senza permettere alle mosche di introdursi nell'interno, pur consentendo una sufficiente ventilazione, per evitare le fer- mentazioni, di sgradevole odore, del contenuto.
La forma tronco-conica dei sacchi di carta permette di rac- coglierne un numero considerevole, di riserva, sotto piccolo
E DI EDILIZIA MUDERNA ~9)
volume. I l loro prezzo è infimo, come quello dei ritagli di legno, che si trovano dovunque.
L 'allontanamento dei sacchi può vt:nir fatto per mezzo di pinze, ed è facile trasportarli, in un recipiente di metallo, nel luogo in cui devono essere abbruciati.
L'incenerimento è rapido e completo; esso è facilitato dal- la pieghevolezza dei recipienti, e può essere effettuato sopra un braciere comune.
L 'iniezione nelle cavie dei residui dei sacchi copiosamen- te imbrattati di sputi tubercolari e rapidamente bruciati so- pra un focolare assai moderato, ne ha dimo3trato la com-
pleta terilizzazione. Cl.
PURGATORE AUTOMATICO
D'A C/Q U A D I C O N D E N SAZI O E Il purgatore automatico d 'acqua, sistema KoertinR, di cui riproduciamo la sezione nell'unita figura tolta al Prakt. Ma- schinen-Konstr. serve per le condotte ad alta presGione ed ap- partiene al tipo a galleggiante aperto verso l'alto.
Il vapore e l 'acqua entrano nel! 'apparecchio per E e quan- do esso ne contiene un volume sufficiente, l'acqua viene cac- ciata dal condotto A.
Quando il livello dell'acqua raggiu;J- ge,. nel purgatore, il bordo superiore del ga(lleggian te a per.
to S, l'acqua stessa lo riempie poco a poco, finchè il ~uo
peso trascina l 'ast'l di una prima valvo- la V,, la quale si a- pre e permette al- l 'acqua di agire !.U di uno stantuffo K, congiunto ad un 'altra va!vo!a V2 di diametro maggiore di V,, e collocata anch'essa nel tubo centrale del galleggiante.
Aperta la valvola V, la pressione caccia l 'acqua attraverso di e sa, nel condotto A.
Poi: man mano che S si svuota e si alleggerisce, l'azione combmata dell'acqua ancor contenuta nel purgatore e di quella che penetra sotto Io stantuffo K, riconduce quest'ulti- mo nella sua posizione iniziale e richiude le due valvole V 1
V,
2•i~
modo che l 'acqua non e>ce piu e l 'apparecchio siriem~
p.e d1 nuovo. E cosi di seguito.
APPARECCHIO
PER ASSORBIRE L'AMMONIACA COI'\TE:-JUTA NEI GAZ DEI FORNI A COYE Ù\ grande difficoltà , che si incontra quando SI . VUO l e ri-. CUperare dtrettamente la totalità d eli 'a . .
d · f · • mmo111aca net gaz
et ornt a coke, • • e quella di mettere '1 1 • 1 tn t' uno contatto U!1
gas ed. un hqutdo, nel caso concreto l'acido solforico h deve ndurre l'ammoniac-a in solfato. inoltr .1 ' c e
l • e 1 gaz sotto-
messo a . trattamento . . per il ricupero t ' ra tt' tene ancora una ce1 ta quantità d t prodotti organici · l'
b · . , . • 1 qua 1 possono venire car ontuatJ dali JlCido solforico e sporcare . • .
solf t f . ptu o meno il
a o ormatost, alterandone la bianchezza d' .
· d' 'l e tmtnuendo
ne qum 1 1 valore commerciale. -
Per ovviare a questo d l' · ·
, . . . up 1ce tncon\·en1ente, . fu idearo l apparecchto det u Rhemische Chamotte d D'
d'
c
1 · un tnas-\Verke ,.t o onta. Esso è tato poi studiato in modo d 'd . il più possibile le dispersioni di calore ed evt are, 't a n n eli •u~re
111 _ J
terno del! 'apparecchio, la formazione di sali solidi, inconve- niente che, verificandosi spesso nei saturatori a cam~<na,
ne compromette il funzionamento.
L'apparecchio è e&senzialmente costituito dalla cassa A (V. figura) col fondo inclinatò, foderata di piombo e conte- nente l 'acido solforico diluito che vi giunge regolarmente dalla conduttura
J.
Un coperchio piatto B chiude la cassa superiormente ed è accuratamente difeso da un involucro calorifugo; nella sua faccia interna travasi una serie di bacchet~e sporgenti E, a sezione triangolare, ricoperte di piombo, colla superficie ondulata e terminante, verso il basso, da uno spigolo den-
tato, esse dividono la parte superiore del! 'apparecchio in parecchi scompartimenti paralleli B,, B2, B3, B4•
Quando la cassa A è ripiena di acido diluito tanto che lo spigolo delle bacchette ne rinlfme bagnato, si fa giungere, per C, il gaz caldo, preventivamente liberato dalla maggior parte di catrame. Esso passa attraverso un piccolo strato di ,acido, sotto lo spigolo del bordo K e, gorgogliando, giun- ge nel primo scompartimento 13,; lo riempie e ne fugge passando, sotto lo spigolo E, nel secondq scompartimento e così di seguito, sempre gorgogliando nell'acido; giunge in D.
Spostandosi da sinistra a destra, il gaz trascina con sè il liquido acido obbligandolo quindi, per nuova introduzione da
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ad essere continuamente in circolazione nella vasca .'\·. Per conseguenza, quando il gaz caldo giunge da C, incon- tra un liquido acido che sempre si rinnova ed è quindi in buone condizioni per un assortimento completo.-a ---;- :-- -:-- - : ---~-r ,:
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Il gaz che arriva nella vasca contiene ancora dei vapori condensabili e quindi, alla superficie del liquido si· formano dei prodotti misti a schiuma che pos>ono disturbare l 'assor-
bimento dell'ammoniaca; essi re>tano alla superficie del liquido e sono trascinati dalla corrente fino ad uno scom-.
partimento P, il quale comunica colla vasca A per mezzo del fondo bucherellato L. Il liquido in questo spazio sta in riposo e allora la schiuma e le impurità possono venir 'll- lontanate dal condotto G; la parte F ha forma cilindrica per facilitare· il movimento del liquido nella vasca.
Una serie di piastre di piombo perforate e disposte obli- quamente favorisce la separazione e la caduta del sale am- nJoniacale solido formatosi nel liquido acido, il quale sale si accumula nella parte inferiore della cassa A; di qui un ele-
v~tore a vapore N, collocato nella torre M, lo porta alle graticciate dove rimane ad asciuQarsi.