• Non ci sono risultati.

Attivazione di una ricaduta, risposta immunitaria, booster

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Attivazione di una ricaduta, risposta immunitaria, booster"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

1

Attivazione di una ricaduta, risposta immunitaria, booster

Domande: Lega svizzera contro il reumatismo

Risposte: Dr. rer. nat. Kristin Schmiedeberg, Capoclinica, Clinica di reumatologia dell'Ospedale cantonale di San Gallo

Febbraio 2022

1. Cosa si sa sui rischi della vaccinazione per le persone affette da reumatismo infiammatorio?

Per le persone con malattie autoimmuni o malattie infiammatorie croniche, una protezione vaccinale completa è particolarmente importante. Idealmente, sarebbe meglio completare la terapia di vaccinazione prima di iniziare la terapia

immunosoppressiva. In linea di principio, nelle persone con un a malattia autoimmune o una malattia infiammatoria cronica, anche sotto terapia immunosoppressiva, i vaccini inattivati si possono utilizzare senza un aumento del rischio di effetti indesiderati. [1]

Nessuno dei vaccini contro la SARS-CoV-2 approvati finora è un vaccino vivo. Pertanto, possono essere tutti somministrati in pazienti con malattia reumatologica infiammatoria anche sotto terapia immunosoppressiva/immunomodulatoria. A parte allergie

estremamente rare ai componenti del vaccino, non esistono controindicazioni alla vaccinazione COVID-19. [2] I pazienti con disfunzioni note o sospette del sistema immunitario sono stati esclusi dagli studi di fase III dei vaccini; tuttavia, siccome hanno potuto essere inclusi «gli adulti sani e quelli con con dizioni preesistenti stabili», gli studi di approvazione con rispettivamente più di 43.000 [3] e più di 30.000 [4] soggetti hanno annoverato anche quelli con malattie reumatologiche infiammatorie. [2, 5]

Sulla questione della tollerabilità delle vaccinazioni COVID -19 in pazienti con malattia reumatologica infiammatoria, è stata osservata una buona tollerabilità complessiva e non è emersa alcuna reazione di intolleranza specifica. Al momento non c'è alcuna prova che i pazienti con una malattia reumatica infiammatoria abbiano un diverso spettro di effetti collaterali ai vaccini finora approvati (o ne abbiano di maggiori) rispetto alla popolazione normale. In linea di principio, si raccomanda di non somministrare vaccinazioni elettive durante una ricaduta, e di valutare nei singoli casi se sia opportuno subordinare una vaccinazione contro il COVID-19 all'attuale attività della malattia. [6] [2, 7]

Nei pazienti senza segni di infezione, anche in caso di contatto con persone positive alla SARS-CoV-2, la terapia antireumatica esistente dovrebbe essere proseguita senza

(2)

2 variazioni. Questo vale anche per la terapia con glucocorticoidi nella dose

terapeuticamente necessaria. [2]

Anche se il successo della vaccinazione può essere limitato, una protezione vaccinale sufficiente si ottiene nella prevalenza dei pazienti in terapia con la maggior parte dei farmaci immunosoppressori, con la particolare eccezione della somministrazione di anticorpi che impoveriscono le cellule B e/o T (p. es. rituximab), portando a una soppressione quasi completa della risposta immunitaria adattativa umorale e/o cellulare. [1]

Per le persone in terapia immunosoppressiva, si applicano le stesse seguenti

raccomandazioni valide per altre vaccinazioni in persone con immunodeficienza. [8] 1) Poiché i vaccini mRNA non sono vivi, possono essere somministrati in caso di

immunosoppressione. 2) Le vaccinazioni dovrebbero essere effettuate preferibilmente durante una fase stabile della malattia. Se ciò non è possibile, in caso di malattie infiammatorie momentaneamente attive si raccomanda di aspettare. In questo caso, i benefici della vaccinazione devono essere soppesati rispetto ai relativi rischi, poiché non è raro che una ricaduta richieda una terapia aggiuntiva, che a sua volta può influenzare la risposta alla vaccinazione. 3) Se è prevista una terapia

immunosoppressiva o un'intensificazione dell'attuale terapia immunosoppressiva, si raccomanda una vaccinazione preventiva con almeno una dose. Non esiste un intervallo minimo da rispettare tra la vaccinazione e la terapia, ma più lungo è l'intervallo, meglio è. 4) Aspettare prima di vaccinare è generalmente consigliabile:

nell'immunosoppressione grave, per esempio nella fase di inizio

dell'immunosoppressione con alte dosi di glucocorticosteroidi (prednisone equivalente ≥ 20 mg/giorno > 2 settimane negli adulti) o nei primi tre mesi dopo una terapia che

impoverisce le cellule B (p. es. rituximab), poiché in genere la risposta vaccinale in queste situazioni si presume sia così limitata che difficilmente si ottiene una protezione.

2. La vaccinazione può scatenare una ricaduta?

Le principali dichiarazioni di base delle società specializzate in reumatologia mirano ad elaborare un programma di vaccinazione individuale insieme ai pazienti fin

dall'insorgere della malattia e – se possibile – ad effettuare le vaccinazioni necessarie ancora prima dell'inizio della terapia. Spesso, tuttavia, non si riesce a farlo a causa dell'attività della malattia di base. In questo caso, le vaccinazioni necessarie dovrebbero essere somministrate il prima possibile – preferibilmente dopo aver raggiunto una remissione stabile. [10]

Teoricamente, come le infezioni, le vaccinazioni potrebbero scatenare ricadute di manifestazioni note o anche iniziali di malattie reumatologiche infiammatorie. Per i

(3)

3 vaccini attualmente approvati contro il COVID-19, i dati disponibili sono ancora

insufficienti. Secondo le conoscenze attuali, il beneficio della vaccinazione supera inequivocabilmente il rischio teorico di un'attivazione di solito solo lieve o temporanea della malattia di base. Gli studi su altri vaccini non hanno mostrato alcuna prova che scatenino ricadute della malattia reumatologica infiammatoria. Non si è osservato alcun effetto sull'attività della malattia di base in relazione alla vaccinazione mRNA contro la SARS-CoV-2. [11] Anche se in singoli casi possono verificarsi «ricadute» n el contesto della risposta vaccinale (desiderata), generalmente controllabili con una terapia

sintomatica, [12]non ci sono prove di un'attivazione permanente di una malattia

reumatologica infiammatoria a seguito della vaccinazione contro la SARS-CoV-2 [13]. Il timore di un peggioramento di una malattia reumatologica infiammatoria non è quindi un motivo per astenersi dalla vaccinazione. [2]

3. Come si valuta l'efficacia protettiva per le persone con reumatismi infiammatori?

Le infezioni rimangono la causa più importante dell'aumento della morbilità e della mortalità nei pazienti con malattie reumatologiche. Il rischio di infezione è determinato da 4 fattori principali: la malattia di base, le malattie concomitanti, l'età e il tipo e l'intensità della terapia immunosoppressiva. [10] [1]

Efficacia dei vaccini: tutti i vaccini fino ad oggi sono stati mirati alla variante originaria del coronavirus. È evidente che i vaccini attualmente disponibili sono meno efficaci contro la variante Omicron e che anche una precedente guarigione dal coronavirus protegge meno dalla reinfezione con la nuova variante. La protezione contro la malattia grave dovuta alla variante Omicron, invece, rimane in parte inalterata in seguito a un precedente contagio o dopo la vaccinazione. Questa protezione può essere

nuovamente rafforzata in modo significativo con una dose di richiamo. Per questo motivo, ora si raccomanda fortemen te la vaccinazione o il booster. [14]

La pandemia di COVID-19 rende particolarmente difficile la cura ottimale dei pazienti con malattie reumatiche che possono essere a maggior rischio di infezione e

ospedalizzazione. Ecco perché è estremamente importante garantire il successo della vaccinazione di questi pazienti. [7] Il vaccino a RNA messaggero Comirnaty®

(BNT162b2 di BioNTech/Pfizer) contro la SARS-CoV-2 riduce notevolmente l'infezione, la trasmissione, l'ospedalizzazione e la morte nei pazienti immunodepressi. Lo sviluppo di anticorpi neutralizzanti dopo la vaccinazione è stato associato alla protezione contro il COVID-19. [15] Tuttavia, nei soggetti sotto farmaci immunosoppressori è stata rilevata una ridotta immunogenicità di diversi vaccini, [6] e i rapporti iniziali sembrano

confermare una minore risposta anticorpale dopo la vaccinazione contro la SARS -CoV- 2 nei pazienti che assumono alcuni farmaci immunosoppressori (p. es. rituximab, abatacept, glucocorticoidi a dosi elevate e forse JAK inibitori). [16-18]

(4)

4 Per valutare l'immunogenicità e la sicurezza di due dosi di vaccino mRNA Comirnaty®

(BNT162b2 di BioNTech/Pfizer) in pazienti adulti con malattie reumatiche infiammatorie autoimmuni (n=686) rispetto alla popolazione generale (n=121), è stato condotto uno studio osservazionale multicentrico. Dopo la vaccinazione, i tassi di sieropositività e i livelli di S1/S2 IgG risultavano significativamente più bassi nei pazienti con AIIRD

rispetto ai gruppi di controllo (rispettivamen te 86% (n=590) vs. 100%, p<0,0001 e 132,9

± 91,7 vs. 218,6 ± 82,06 BAU/mL, p<0,0001). Il vaccino mRNA BNTb262 ha suscitato una risposta vaccinale nella maggior parte dei pazienti con malattie reumatiche infiammatorie autoimmuni e ha evidenziato un profilo di sicurezza accettabile [19], anche in pazienti con malattie reumatiche infiammatorie autoimmuni in Svizzera. [20]

Le vaccinazioni di richiamo in pazienti con una risposta anticorpale inizialmente

negativa possono produrre una risposta anticorpale positiva anche senza interruzione dell'immunosoppressione. [21]

Il Comirnaty® (BNT162b2 di BioNTech/Pfizer) è stato analizzato in tre studi clinici randomizzati di fase I e fase II a partire dalla primavera 2020[22] [23] [24]. In questo ambito è stato eseguito uno studio dose-finding controllato con placebo (NCT04368728) per indagare l'immunogenicità e la sicurezza di due dosi (i.m.; 21 giorni di distanza) con tre diversi dosaggi in due gruppi di età (18-55 e 65-85 anni) composti da 45 soggetti ciascuno. [22] Successivamente, il dosaggio è stato fissato a 30 µg per tutti i gruppi di età.

Immunogenicità umorale: i dati degli studi di fase I/II di BioNTech (BNT162-01) e di fase I/II/III di Pfizer (c4591001), attualmente in corso, mostrano che la vaccinazione suscita robuste risposte di neutralizzazione della SARS-CoV-2 e di anticorpi che legano S1 fino a 1 mese dopo la seconda dose. I titoli di neutralizzazione e le concentrazioni di

anticorpi che legano S1 sono più alti nei soggetti più giovani (18-55 anni) rispetto ai partecipanti più anziani (56-85 anni). Tuttavia, i «Geometric mean titers» (GMT) neutralizzanti sia nei partecipanti più giovani che in quelli più anziani 1 mese dopo la seconda dose sono paragonabili o superiori alla risposta vaccinale (GMT) dei sieri di individui guariti da un'infezione da SARS-CoV-2. Pertanto, la vaccinazione conferisce almeno la stessa immunogenicità che si ottiene guarendo dall'infezione in entrambi i gruppi di età.

Immunogenicità cellulo-mediata: i dati sull'immunità cellulo-mediata in un numero limitato di soggetti di età compresa tra 18 e 55 anni sono resi disponibili dallo studio BioNTech di fase I/II (BNT162-01). Questi dati indicano che le risposte delle cellule T CD4+ e CD8+ antigene-specifiche sono indotte dal vaccino e mostrano un profilo Th1 favorevole. Nello studio, ulteriori dati saranno raccolti e valutati costantemente per un periodo fino a 24 mesi: oltre ai titoli anticorpali, anche le risposte delle cel lule T, e

questo sia in soggetti anziani di età ≥ 56 anni che in adulti con grave immunodeficienza.

(5)

5 4. Per il reumatismo infiammatorio è consigliato un vaccino in particolare?

Alle persone con un sistema immunitario indebolito, l'Ufficio federale della sanità

pubblica (UFSP) raccomanda la vaccinazione con un vaccino mRNA. [14] Con i vaccini mRNA, l'immunizzazione si può raggiu ngere entro circa 4-7 settimane: la sola presenza di una malattia reumatologica infiammatoria non comporta alcuna preferenza per uno dei vaccini approvati in Europa. [2] Con l'obiettivo di un'immunizzazione rapida nella terapia urgente con rituximab e nei pazienti di età superiore a 60 anni con una tendenza alla trombosi o alla trombocitopenia immune, l'uso di un vaccino mRNA dovrebbe

essere considerato come una precauzione in queste situazioni. [2]

Non sono disponibili dati comparativi sull'efficacia e la sicurezza dei vaccini utilizzati nei pazienti affetti da una malattia reumatologica infiammatoria. Di conseguenza, non esistono preferenze a favore di un particolare vaccino per i pazienti con malattia reumatologica infiammatoria. Lo Spikevax® di Moderna ha mostrato un contenuto di anticorpi del vaccino più alto rispetto al Comirnaty® di Pfizer/BioNTech nello studio SCQM (Swiss Clinical Quality Management in rheumatic Diseases), ma non è ancora chiaro se questo sia anche associato a una protezione vaccinale de facto migliore o più duratura. [30]

Vaccino Comirnaty®

(BNT162b2)

Spikevax®

(mRNA-1273)

Vaccino COVID- 19 Janssen®

Ancora in sospeso

Ancora in sospeso Fabbricante BioNTech/Pfizer Moderna Janssen AstraZeneca Novavax Approvazione 19 dic. 2020 12 gen. 2021 22 mar. 2021 In

approvazione presso Swissmedic

Ancora in sospeso

Tipo di vaccino

Vaccino mRNA Vaccino mRNA Vaccino a vettore virale

Vaccino a vettore virale

Vaccino proteico Dosaggio Due dosi di

vaccino

Due dosi di vaccino

Una dose di vaccino

Ancora in sospeso

Due dosi di vaccino Efficacia Protezione del

95% contro il decorso grave della malattia

Protezione del 95% contro il decorso grave della malattia

Protezione del 85% contro il decorso grave della malattia

Studi in corso Studi in corso

Approvazione per età

Da 5 anni Da 12 anni Da 18 anni Ancora in sospeso

Ancora in sospeso

Tabella 1. Vaccini in Svizzera

(6)

6 5. La vaccinazione di richiamo (booster) è raccomandata anche per le persone con

reumatismi infiammatori? Perché sì, perché no?

Sì, l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) raccomanda una vaccinazione di richiamo dopo un'immunizzazione di base con 2 dosi di un vaccino mRNA per le persone con un sistema immunitario indebolito, non prima di un intervallo di 4 mesi per tutte le persone di 12 anni e più. Poiché la protezione vaccinale dopo

un'immunizzazione di base composta da 2 dosi si esaurisce dopo 6 mesi nelle persone sane (nelle persone immunodepresse anche prima), si raccomanda una vaccinazione di richiamo al più tardi dopo 6 mesi. La raccomandazione della vaccinazione combinata per i vaccini mRNA Comirnaty® di Pfizer/BioNTech e Spikevax® di Moderna è

disponibile dal 12 gennaio 2021 e viene aggiornata a intervalli regolari. La

raccomandazione di vaccinazione per il vaccino a vettore virale COVID -19 Janssen® è disponibile dal 29 settembre 2021. [14] Per una migliore protezione possibile contro una malattia grave da Covid-19 con ospedalizzazione, si raccomanda una vaccinazione di richiamo, soprattutto per: persone di età pari o superiore a 65 anni con malattie

croniche con il più alto rischio di ammalarsi gravemente di Covid-19, comprese le malattie infiammatorie immunomediate (ad esempio lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, psoriasi, malattia infiammatoria intestinale cronica) che ricevono una terapia immunosoppressiva (compreso prednisolone equivalente > 20 mg/giorno, terapie risparmiatrici di steroidi e farmaci biologici). [14]

A partire da 4 settimane dopo la conferma dell'infezione da SARS-CoV-2/COVID-19, si raccomanda una sola dose di vaccino (o 2 per i pazienti gravemente immunodeficienti) per l'immunizzazione di base, indipendentemente dal vaccino Covid-19 utilizzato. [14]

6. La combinazione di diversi vaccini ha senso (per esempio Moderna e Pfizer)?

Perché sì, perché no?

La vaccinazione con diversi vaccini per l'immunizzazione di base contro il Covid-19 non è raccomandata, [25] fintantoché sono disponibili solo pochi dati scientifici che

mostrano la sicurezza e l'efficacia di un programma di vaccinazione con diversi vaccini contro il Covid-19. [8]

Nelle persone di età inferiore a 30 anni si raccomanda preferibilmente la vaccinazione con Comirnaty® di Pfizer/BioNTech. Questo perché si sono registrati rari casi di

miocardite/pericardite con decorso lieve nella stragrande maggioranza dei casi, quando si è vaccinati con Spikevax® di Moderna in questo gruppo di età. I benefici della

vaccinazione Covid-19 superano nettamente i possibili rischi nelle persone sotto i 30 anni di età. [14]

Alle persone di età superiore a 18 anni che per motivi medici non possono essere trattate con una terza dose di un vaccino mRNA oppure rifiutano la terza dose di

(7)

7 vaccino mRNA, è possibile somministrare una dose del vaccino COVID-19 Janssen®

come vaccinazione di richiamo eterologa non prima di 4 mesi dopo il completamento dell'immunizzazione di base con un vaccino mRNA (cfr. allegato 3). Questo schema eterologo per la vaccinazione di richiamo è approvato da Swissmedic con un intervallo di 6 mesi. L'eventuale vaccinazione di richiamo prima di 6 mesi dal completamento dell'immunizzazione di base viene effettuata al di fuori dell'approvazione di Swissmedic (off-label). [14]

7. Le persone affette da reumatismo avranno bisogno anche di una quarta o quinta dose di vaccino in futuro? Perché sì, perché no?

La Società Tedesca di Reumatologia ha riconosciuto in una recente dichiarazione che le vaccinazioni di richiamo devono essere con siderate nei pazienti che non hanno titoli sufficientemente alti o duraturi di anticorpi neutralizzanti, [29] anche se ciò è ancora oggetto di un dibattito in corso. Le vaccinazioni di richiamo possono indurre una risposta anticorpale positiva in pazienti con una risposta anticorpale inizialmente assente anche senza interruzione dell'immunosoppressione. [21]

8. Le persone affette da reumatismo sono ancora considerate a rischio dopo la vaccinazione completa?

Sì, perché i pazienti con malattie autoimmuni e altre malattie infiammatorie croniche hanno un rischio maggiore di infezione [5]. Questo è in parte una conseguenza della rispettiva malattia, e in parte è dovuto alle terapie necessarie (p. es. glucocorticoidi, terapie di base, farmaci biologici). Rispetto ai pazienti non immunosoppressi, il rischio di determinate infezioni virali, batteriche, fungine o parassitarie aumenta in alcuni casi da 2 a 3 volte quando vengono somministrati i farmaci biologici. [1] [21] [2] [26]

9. Attualmente, quando si viene considerati completamente vaccinati?

L'immunizzazione di base consiste in due iniezioni di vaccino mRNA nel muscolo deltoide a distanza di 28 giorni l'una dall'altra o in una combinazione di infezione confermata da SARS-CoV-2 e una dose di vaccino a distanza di almeno 4 settimane l'una dall'altra, indipendentemente dall'ordine (eccezione: gli individui immunodeficienti ricevono due dosi di vaccino mRNA in caso di infezione confermata). L'immunizzazione di base per le persone gravemente immunosoppresse consiste in 3 dosi di

vaccino. Sotto trattamento con farmaci biologici che bloccano le citochine (p. es. fattore di necrosi tumorale-α, anti-interleuchina-6) o immunosoppressione lieve, gli individui vaccinati di solito formano anticorpi protettivi dopo la vaccinazione completa. D'altra

(8)

8 parte, questa formazione di anticorpi può essere limitata o completamente assente nelle persone che sono trattate con una terapia gravemente immunosoppressiva a causa di trapianti, malattie autoimmuni o tumori (p. es. leucemie). Alcuni studi in questi gruppi di persone mostrano che, in particolare, i trattamenti che sopprimono le cellule B (p. es.

rituximab, ocrelizumab, ciclofosfamide, chemioterapie, inibitori della tirosina chinasi di Bruton, terapie con corticosteroidi ad alte dosi o altre terapie altamente

immunosoppressive come p. es. micofenolato, inibitori della Janus chinasi, trattamenti combinati) possono essere associati a una scarsa o assente produzione di anticorpi dopo due dosi di vaccino mRNA Covid-19. Finora è poco noto se vi sia almeno un basso livello di protezione anche in assenza di anticorpi del vaccino. È ipotizzabile che un effetto protettivo sia successivamente mediato dalle cellule di difesa (cellule T). [8]

Alle persone immunodepresse di età superiore a 30 anni si raccomandano tre dosi dello stesso vaccino mRNA (dose da 30 µg per Comirnaty® di Pfizer/BioNTech ; dose da 100 µg per Spikevax® di Moderna) per l'immunizzazione di base, con un minimo di 4

settimane di distanza tra le dosi, indipendentemente dai titoli vaccinali delle precedenti determinazioni anticorpali. [8]

Alle persone immunodepresse di età compresa fra 12– 30 anni si consiglia l'immunizzazione di base con tre dosi, preferibilmente con Comirnaty® di Pfizer/BioNTech. [8]

In linea di massima, se la malattia lo permette, al momento della vaccinazione

l'immunosoppressione dovrebbe essere ridotta il più possibile. Nelle persone sottoposte a un trattamento che impoverisce le cellule B (rituximab, ecc.), la terza dose di vaccino mRNA dovrebbe idealmente essere somministrata non prima di 4-5 mesi dopo l'ultima dose del medicamento che impoverisce le cellule B e almeno 4 settimane prima della dose successiva, per consentire la migliore risposta possibile delle cellule B. A distanza di 4 settimane dalla terza dose è possibile effettuare un rilevamento degli anticorpi del vaccino. In particolare, le persone che non hanno prodotto gli anticorpi vaccinali dopo tre dosi devono essere informate di attenersi, pur se vaccinate, alle altre misure protettive (distanza, mascherine e igiene delle mani) in modo ancora più sistematico rispetto alle altre persone immunodepresse vaccinate, anche se in futuro queste restrizioni venissero allentate per la popolazione generale. In casi particolari, si può considerare una quarta dose di vaccinazione. In questa situazione, la vaccinazione di tutti i contatti stretti è particolarmente importante. Nella popolazione sana, la

determinazione degli anticorpi prima o dopo la vaccinazione non è generalmente raccomandata. Per le persone con immunodeficienza grave, i costi per la

determinazione degli anticorpi vaccinali sono coperti in conformità con questa raccomandazione. [8]

(9)

9 Referenzen

1. Wagner N, Assmus F, Arendt G, Baum E, Baumann U, Bogdan C, et al. Impfen bei Immundefizienz- chronische Autoimmunerkrankungen. Bundesgesundheitsblatt

Gesundheitsforschung Gesundheitsschutz. 2019;62[4]:494-515.

2. Specker C, Aries P, Braun J, Burmester G, Fischer-Betz R, Hasseli R, et al. [Updated recommendations of the German Society for Rheumatology for the care of patients with inflammatory rheumatic diseases in the context of the SARS-CoV2/COVID19 pandemic, including recommendations for COVID19 vaccination]. Z Rheumatol. 2021;80[6]:570-87.

3. Polack FP, Thomas SJ, Kitchin N, Absalon J, Gurtman A, Lockhart S, et al. Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine. N Engl J Med. 2020;383[27]:2603-15.

4. Baden LR, El Sahly HM, Essink B, Kotloff K, Frey S, Novak R, et al. Efficacy and Safety of the mRNA-1273 SARS-CoV-2 Vaccine. N Engl J Med. 2021;384[5]:403-16.

5. Furer V, Rondaan C, Agmon-Levin N, van Assen S, Bijl M, Kapetanovic MC, et al. Point of view on the vaccination against COVID-19 in patients with autoimmune inflammatory

rheumatic diseases. RMD Open. 2021;7[1].

6. Arnold J, Winthrop K, Emery P. COVID-19 vaccination and antirheumatic therapy.

Rheumatology (Oxford). 2021;60[8]:3496-502.

7. Curtis JR, Johnson SR, Anthony DD, Arasaratnam RJ, Baden LR, Bass AR, et al.

American College of Rheumatology Guidance for COVID-19 Vaccination in Patients With Rheumatic and Musculoskeletal Diseases: Version 3. Arthritis Rheumatol. 2021.

8. (EKIF) BfGBuEKfI. Impfempfehlung für mRNA-Impfstoffe gegen Covid-19 (Stand 21.01.22). https://wwwbagadminch/bag/de/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-

pandemien/aktuelle-ausbrueche-epidemien/novel-cov/information-fuer-die-aerzteschaft/covid- 19-impfunghtml#-1942803447. 2022.

9. Furer V, Rondaan C, Heijstek MW, Agmon-Levin N, van Assen S, Bijl M, et al. 2019 update of EULAR recommendations for vaccination in adult patients with autoimmune inflammatory rheumatic diseases. Ann Rheum Dis. 2020;79[1]:39-52.

10. Kneitz C, Muller-Ladner U. [Most important vaccinations in patients with rheumatological diseases and why]. Z Rheumatol. 2020;79[9]:855-64.

11. Geisen UM, Berner DK, Tran F, Sümbül M, Vullriede L, Ciripoi M, et al. Immunogenicity and safety of anti-SARS-CoV-2 mRNA vaccines in patients with chronic inflammatory conditions and immunosuppressive therapy in a monocentric cohort. Ann Rheum Dis. 2021;80[10]:1306- 12. Schmiedeberg K, Vuilleumier N, Pagano S, Albrich WC, Ludewig B, Kempis JV, et al.

Efficacy and tolerability of a third dose of an mRNA anti-SARS-CoV-2 vaccine in patients with rheumatoid arthritis with absent or minimal serological response to two previous doses. Lancet Rheumatol. 2021.

13. Pinte L, Negoi F, Ionescu GD, Caraiola S, Balaban DV, Badea C, et al. COVID-19 Vaccine Does Not Increase the Risk of Disease Flare-Ups among Patients with Autoimmune and Immune-Mediated Diseases. J Pers Med. 2021;11[12].

(10)

10 14. (BAG) BfG. Neuigkeiten und Anpassungen.

https://wwwbagadminch/bag/de/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-pandemien/aktuelle- ausbrueche-epidemien/novel-cov/information-fuer-die-aerzteschaft/neuigkeiten-und-

anpassungenhtml. Accessed February 4, 2022.

15. Khoury T, Mari A, Sbeit W. A Novel Clinical Score Predicting the Presence of Fatty Pancreas. J Clin Med. 2021;10[24].

16. Deepak P, Kim W, Paley MA, Yang M, Carvidi AB, Demissie EG, et al. Effect of

Immunosuppression on the Immunogenicity of mRNA Vaccines to SARS-CoV-2 : A Prospective Cohort Study. Ann Intern Med. 2021.

17. Mahil SK, Bechman K, Raharja A, Domingo-Vila C, Baudry D, Brown MA, et al. Humoral and cellular immunogenicity to a second dose of COVID-19 vaccine BNT162b2 in people receiving methotrexate or targeted immunosuppression: a longitudinal cohort study. Lancet Rheumatol. 2022;4[1]:e42-e52.

18. Rubbert-Roth A. Anti-S1 antibodies after vaccination with anti SARS- CoV-2 mRNA vaccines in patients with rheumatoid arthritis differ in magnitude and kinetics from healthy controls: Results from a prospective, observational controlled study. ACR 2021. 2021.

19. Furer V, Eviatar T, Zisman D, Peleg H, Paran D, Levartovsky D, et al. Immunogenicity and safety of the BNT162b2 mRNA COVID-19 vaccine in adult patients with autoimmune inflammatory rheumatic diseases and in the general population: a multicentre study. Ann Rheum Dis. 2021.

20. Rubbert-Roth A, Vuilleumier N, Ludewig B, Schmiedeberg K, Haller C, von Kempis J.

Anti-SARS-CoV-2 mRNA vaccine in patients with rheumatoid arthritis. Lancet Rheumatol.

2021;3[7]:e470-e2.

21. Albach FN, Burmester GR, Biesen R. Successful BNT162b2 booster vaccinations in a patient with rheumatoid arthritis and initially negative antibody response. Ann Rheum Dis.

2021;80[10]:1361-2.

22. Walsh EE, Frenck RW, Jr., Falsey AR, Kitchin N, Absalon J, Gurtman A, et al. Safety and Immunogenicity of Two RNA-Based Covid-19 Vaccine Candidates. N Engl J Med.

2020;383[25]:2439-50.

23. Mulligan MJ, Lyke KE, Kitchin N, Absalon J, Gurtman A, Lockhart S, et al. Phase I/II study of COVID-19 RNA vaccine BNT162b1 in adults. Nature. 2020;586(7830):589-93.

24. Sitthicharoenchai P, Burrough ER, Arruda BL, Sahin O, Dos Santos JG, Magstadt DR, et al. Streptococcus gallolyticus and Bacterial Endocarditis in Swine, United States, 2015-2020.

Emerg Infect Dis. 2022;28[1]:192-5.

25. Saadat S, Rikhtegaran Tehrani Z, Logue J, Newman M, Frieman MB, Harris AD, et al.

Binding and Neutralization Antibody Titers After a Single Vaccine Dose in Health Care Workers Previously Infected With SARS-CoV-2. Jama. 2021;325[14]:1467-9.

26. Hasseli R, Pfeil A, Hoyer BF, Lorenz HM, Regierer AC, Richter JG, et al. [German registry www.Covid19-Rheuma.de : Status report after 1 year of the pandemic]. Z Rheumatol.

2021;80[7]:641-6.

(11)

11 27. Simon D, Tascilar K, Schmidt K, Manger B, Weckwerth L, Sokolova M, et al. Humoral and Cellular Immune Responses to SARS-CoV-2 Infection and Vaccination in Autoimmune Disease Patients With B Cell Depletion. Arthritis Rheumatol. 2022;74[1]:33-7.

28. Sattler A, Schrezenmeier E, Weber UA, Potekhin A, Bachmann F, Straub-Hohenbleicher H, et al. Impaired humoral and cellular immunity after SARS-CoV-2 BNT162b2 (tozinameran) prime-boost vaccination in kidney transplant recipients. J Clin Invest. 2021;131[14].

29. Recommendations of the DGRh. Vaccination against SARS-CoV-2 for people with rheumatic diseases, 2021. Available: https://www.dgrh.de/Start/Wissenschaft/

Forschung/COVID-19/Impfung-gegen-SARS-CoV-2-für-Menschen-mit-rheumatischen- Erkrankungen.html [Accessed 20 May 2021].

30. Raptis C, Andrey D, Berger C, Finckh A, Lescuyer P, Ciurea A, Maletic T, Polysopoulos C, Riek M, Scherer A, Lauper K, Moeller B, Safford J, Schweizer S, von Loga I, Vuilleumier N, Rubbert-Roth A. Immunogenicity of mRNA COVID-19 Vaccines at 4 and 12 Weeks Post Full Vaccination in Patients with Inflammatory Rheumatic Diseases [abstract]. Arthritis

Rheumatol. 2021; 73 (suppl 10). https://acrabstracts.org/abstract/immunogenicity-of-mrna- covid-19-vaccines-at-4-and-12-weeks-post-full-vaccination-in-patients-with-inflammatory- rheumatic-diseases/. Accessed February 13, 2022.

Riferimenti

Documenti correlati

Ho compreso i benefici ed i rischi della vaccinazione, le modalità e le alternative terapeutiche, nonché le conseguenze di un eventuale rifiuto o di una rinuncia alla dose

Ho compreso i benefici ed i rischi della vaccinazione, le modalità e le alternative terapeutiche, nonché le conseguenze di un eventuale rifiuto o di una rinuncia

aquilone alligatore pneumatico anatroccolo stivale aviatore edicola oceano

Nel gruppo di studio vaccinale il test delle d-ROMs e il PAT test sono sta- ti effettuati al tempo 0 precedente- mente alla prima dose del vaccino, dopo 20 giorni dal vaccino e

Adeguatezza delle risorse economiche per il Servizio Sanitario Nazionale anche in base ai bisogni reali di salute della popolazione e all'innovazione tecnologica e, quindi,

Anche i provvedimenti legislativi su continuità assistenziale ospedale/ territorio, appropriatezza della prescrizione, valutazioni sul profilo di rischio, gestione dei flussi

Tutte le ragazze dodicenni, in tutte le Regioni d’Italia, ricevono dalla Azienda Sanitaria una lettera di invito a presentarsi al Servizio Vaccinale per usufruire gratuitamente

• Stromal cells activation by other (nearby ?) cells can influence tumors growth and progression.. • Total stromal ablation increases malignant behavior; therefore, ‘‘stromal