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Capitolo 2 Il Progetto

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Academic year: 2021

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Capitolo 2

Il Progetto

2.1 Il progetto attuale

Il progetto del presente Piano di Sicurezza e di Coordinamento riguarda i lavori per la realizzazione delle infrastrutture della viabilità partendo dallo svincolo esistente di Maroccone fino allo svincolo (compreso) a Chioma di monte.

La lunghezza complessiva dell’intervento (vedi disegni di progetto) risulta pari a circa 6,25 km.

Lungo tutto il tracciato, sono stati previsti due svincoli posizionati rispettivamente alle due estremità dell’itinerario stesso e più precisamente:

- lo svincolo di Maroccone (completamento di quello esistente); - lo svincolo di Chioma nei pressi della località Chioma.

La prima parte del cantiere si svolge in una zona piana che si estende fino all’imbocco lato Nord della galleria Calafuria ( situato in un'area boschiva), e si immette in questa Galleria dopo aver attraversato con un ponticello il “Fosso di Maroccone”.

L’accesso a questo cantiere avviene attraverso lo svincolo esistente di Maroccone. Quindi la viabilità, oltrepassata la galleria Calafuria, si sviluppa all’aperto per circa 130 mt attraversando il “Botro Calignaia” che dovrà essere incanalato in uno scatolare in c.a., si immette nella galleria Romito.

L’accesso a questo cantiere avviene dalla Strada Statale Aurelia subito a valle del ponte “Calignaia” direzione Grosseto.

L’imbocco lato Sud della galleria Calafuria, è situato in corrispondenza di una vecchia cava, a pareti verticali, dismessa da anni che dovrà essere consolidata prima dell’inizio dei lavori.

Il cantiere base di Calignaia sarà posizionato in corrispondenza delle altre due cave anche esse dismesse da anni che presentano le stesse caratteristiche di quella vista prima.

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Anche l’imbocco Nord della galleria Romito interessa una parete verticale in una cava ormai abbandonata nel Botro di Calignaia.

Superata la galleria Romito (con Direzione Livorno – Grosseto) la viabilità si sviluppa all’ aperto per circa 450 m attraversando il “Botro Quercianella e Rio dei Poggi” e più a valle il “Botro Forconi”, tutti quanti incanalati in scatolari in c.a.

L’accesso a questo cantiere avviene dalla Via del Litorale in prossimità del campo sportivo.

La viabilità di cantiere si sviluppa entro l’assetto urbano in una zona a bassa densità e scorre lungo il “Botro Quercianella” in una zona alberata.

Il cantiere base sarà posizionato parte in corrispondenza del campo sportivo e in parte sul rilevato dello spazio aperto tra i due imbocchi delle gallerie Romito (Sud) e Chioma (Nord).

Il cantiere “Chioma” è posizionato a valle dell’ imbocco lato Sud della galleria Chioma e il corrispettivo cantiere base sarà allestito in corrispondenza della zona pianeggiante (situata in un’ area boschiva) individuata sulla riva sinistra del “Torrente Chioma”. Nell’area ove saranno svolte le lavorazioni di progetto si sviluppa la viabilità esistente della Via del Litorale che scorre parallelamente alla Ferrovia Pisa - Roma e scavalca il “Torrente Chioma” attraverso un ponte.

E’ presente anche una viabilità secondaria come ad esempio la Via Mario Pucini, che tramite un sottopasso attraversa la viabilità principale e si dirige verso l’Impianto di depurazione e altre immissioni come ad esempio la Via del Vaiolo.

Alla sinistra del tratto terminale dello svincolo di Chioma e più precisamente immediatamente dopo il Torrente Chioma esiste un insediamento urbano.

In questo tratto dovrà essere realizzato lo svincolo di Chioma composto da un viadotto, dalle rampe di accesso al viadotto, da due rotatorie per lo smistamento del traffico a terra e altre opere.

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2.2 Ponti e viadotti

L’impalcato dei ponti e dei viadotti, costituito da più campate di lunghezza variabile, sarà realizzato con travi appoggiate a sezione composta acciaio – calcestruzzo gettato in opera.

Per il tracciato principale la sezione trasversale è costituita da una carreggiata di larghezza 10.20 m, fiancheggiata da due cordoli di larghezza 0.70 m ciascuno, per una larghezza complessiva di 11.60 m.

La struttura in acciaio prevista dal Comune di Livorno è costituita da cinque travi, poste ad interasse di 2.50 m.

Nella terza parte del presente studio è stata proposta un’ alternativa progettuale che prevede ancora una struttura mista acciaio-calcestruzzo, con due travi principali ad interasse di 7m (si rimanda alla Parte III).

Per le rampe dello svincolo di Chioma la sezione trasversale è costituita da una carreggiata di larghezza 6.50 m anch’essa fiancheggiata da due cordoli di larghezza 0.70 m ciascuno, per una larghezza complessiva di 7.90 m.

La struttura in acciaio è costituita da 3 travi, poste ad interasse di 2.60 m Le opere ricadono in zona classificata sismica di seconda categoria (S = 9).

I ponticelli stradali sulla S.S. n°1 Aurelia in località Calafuria sono stati previsti con struttura portante ad arco in cemento armato poggianti su spalle sempre in cemento armato opportunamente fondate ed ancorate al terreno di fondazione.

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2.2.1 Realizzazione di ponti e viadotti

2.2.1.1 Generalità

La realizzazione di un viadotto richiede tecniche ed attrezzature specialistiche poiché i lavori si svolgono quasi sempre in quota.

Quindi è necessario programmare le fasi esecutive, in connessione agli aspetti della tecnologia costruttiva e ai rischi riguardanti l’ ambiente dove si opera, quali ad esempio i pericoli dovuti all’ azione del vento, alla presenza di corsi d’ acqua sottostanti o limitrofi, a linee elettriche aeree e a possibili cedimenti dei terreni circostanti.

Devono adottarsi tutte le misure per evitare i pericoli di caduta predisponendo le necessarie misure provvisionali (parapetti, ponteggi, reti) o cinture di sicurezza dotate di appositi agganci.

Le fondazioni, costituite da plinti in cemento armato a sezione rettangolare, vengono realizzate successivamente all’ esecuzione di lavori di scavo e sbancamento (fondazioni dirette).

Quando il terreno lo richiede è necessario effettuare dei consolidamenti tramite palificazioni, pozzi, ecc. (fondazioni indirette).

I pericoli maggiori sono connessi a possibili smottamenti delle pareti degli scavi o al rischio di caduta negli scavi stessi.

Qualora le pareti degli scavi profondi più di 1,50 m non diano sufficiente garanzia di stabilità, anche in relazione alla loro pendenza, si devono applicare idonee armature ed i cigli devono essere muniti di parapetto o comunque appositamente segnalati.

Questi lavori si svolgono spesso in zone montagnose e quindi occorre tenere presente anche il pericolo costituito da possibili frane del terreno limitrofo, da caduta di masse rocciose o nevose. Gli impalcati sono rappresentati dalle strutture orizzontali del viadotto che si appoggiano sui pulvini. L’ impalcato può essere costruito in vari modi:

- con prefabbricati a terra (parzialmente o totalmente) e assemblati in opera con

getti di calcestruzzo integrativi;

- in opera a struttura piena o nervata.

Per la realizzazione degli impalcati prefabbricati si utilizza una speciale struttura metallica, il “carro da varο”, che parte dalla spalla del viadotto e consente la collocazione in sede delle travi.

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La messa in opera degli elementi prefabbricati potrebbe essere eseguita, se le altezze di posa non sono elevate, mediante l’ utilizzo di una o più autogrù di adeguata capacità portante.

Per gli altri tipi di impalcato si utilizzano appositi casseri che permettono la progressiva gettata in opera del calcestruzzo.

Particolare attenzione deve essere prestata ai rischi di caduta: le funi di trattenuta delle cinture di sicurezza devono poter impedire cadute di oltre 1,5 m; vanno predisposte le reti di protezione (tese ai lati o sotto le strutture orizzontali).

Il sollevamento e la posa del tondino per l’ armatura, principale e/ο integrativa, delle corde e degli apparati di precompressione, e le apparecchiature di appoggio vanno eseguiti con grande attenzione.

Devono essere studiati i sistemi migliori per gli agganci e la tesatura delle reti, che devono trovarsi il più vicino possibile alla sovrastante zona di lavoro e non devono avere parti metalliche di aggancio in grado di creare pericolo (se urtate in caso di caduta) adeguando le protezioni anche sui loro frontali e sulle testate.

Quando l’ altezza del viadotto e la natura del terreno sottostante lo permettono vanno allestiti ponteggi a montante completo di impalcati di servizio (sottoponti e normali parapetti con arresto al piede). Nei lavori di scavalcamento di corsi d’ acqua va prevenuto il pericolo di annegamento, tenendo anche a disposizione mezzi di salvataggio, quali salvagenti e natanti. Va prevenuto il rischio di formazione di ghiaccio e i relativi pericoli. I lavori notturni devono essere opportunamente illuminati.

Se la tesatura dei cavi viene effettuata in cantiere, ne va prevenuta la rottura, adottando in ogni caso idonee misure di sicurezza occorre usare segnali luminosi intermittenti e l’ inizio e la fine dei lavori vanno segnalati acusticamente.

Sulle testate di ancoraggio vanno affisse le targhe indicanti l’ entità del tiro e la misura della eccentricità ammissibile: ogni macchina va corredata di istruzioni per l’ uso e per i controlli periodici (da annotare su apposita scheda a cura dell’ utilizzatore).

Gli impalcati vengono ultimati procedendo a lavori di finitura: la costruzione dei cordoli lungo i margini della carreggiata (realizzati tramite apposita casseratura a sbalzo con contrappeso), il montaggio del guardrail e la sistemazione del fondo stradale con l’asfaltatura finale. In quest’ ultima fase i rischi sono costituiti dalle sostanze utilizzate, per lo più ustionanti, e quindi è obbligatorio l’ utilizzo dei mezzi individuali di protezione. Il piano di sicurezza deve essere divulgato tra i lavoratori ed aggiornato durante lo svolgimento dell’ opera dal Coordinatore per l’ esecuzione.

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2.2.1.2 Fasi per la realizzazione del ponte sul Torrente Chioma

1) Spostamento della recinzione e tracciamenti.

2) Demolizione del ponte esistente (Demolizione dell’impalcato, delle pile, delle spalle e dei rilevati).

3) Spianamenti e realizzazione dei pali Ф1000 e Ф1200.

4) Realizzazione delle spalle in c.a. (casserature, armature, getto di c.l.s, disarmo opere in c.a., appoggi, baggioli e ritegni antisismici).

5) Messa in opera delle travi metalliche.

6) Realizzazione impalcati: casserature, armature e getto soletta. 7) Cordoli e barriere metalliche di sicurezza.

8) Finiture varie di completamento.

2.2.1.3 Realizzazione di viadotti

Fase 1.

Recinzione della zona d’intervento, allestimento del cantiere e tracciamenti. Fase 2.

1) Spianamenti e realizzazione dei pali Ф1200 (Trivellazioni, messa in opera della armatura, getto di cls, a maturazione del calcestruzzo scapitozzatura delle teste dei pali);

2) Realizzazione delle fondazioni, (messa in opera di palancole metalliche, scavi, armature e getto di c.l.s).

3) Realizzazione delle spalle e pile (casserature, armature, getto di c.l.s, disarmo opere in c.a. e riempimenti).

4) Realizzazione dei pulvini (casserature, armature, getto di c.l.s, disarmo opere in c.a., realizzazione dei baggioli , ritegni antisismici e messa in opera degli appoggi).

Fase 3.

1) Realizzazione dei muri in c.a. in corrispondenza della spalla (lato Quercianella); 2) messa in opera dei rilevati e formazione di sottofondo stradale.

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Fase 4.

1) Montaggio e assemblaggio delle travi metalliche (opportunamente controventate nella fase provvisoria di realizzazione);

2) Realizzazione impalcati: messa in opera delle coppelle prefabbricate, casserature, armature e getto della soletta;

3) Realizzazione dei cordoli in c.a e messa in opera di barriere metalliche di sicurezza.

4) Impermeabilizzazioni e stesa degli strati di conglomerato bituminoso; 5) Segnaletica orizzontale e finiture varie;

Fase 5.

Smontaggio del cantiere.

2.2.2 Demolizione del ponte esistente sul Torrente Chioma

2.2.2.1 Generalità

Prima della demolizione del ponte è necessario effettuare un sopralluogo individuando tutti i sottoservizi e sopraservizi interferenti (gas, ENEL, telecom, acquedotti ecc). I lavori di demolizione non devono iniziare se prima non sono state disattivate tutte le interferenze.

Per la demolizione delle strutture in calcestruzzo possono essere utilizzati martelloni idraulici, escavatori con pinze, cesoie idrauliche o seghe a disco.

La lavorazione che precede la demolizzione del ponte è la rimozione del pacchetto stradale e la rimozione di tutti i sottoservizi e sopraservizi.

La demolizione dell’ impalcato verrà effettuato suddividendolo in corrispondenza delle travi che lo costituiscono.

Le travi separate verranno rimosse mediante l’ utilizzo di autogrù di adeguata portata, previa imbracatura effettuata mediante carotaggio e posizionamento dei perni di acciaio. A protezione dei lavoratori durante la fase di demolizione dell’ impalcato, e contemporaneamente con l’ asportazione dei marciapiedi e dei sicurvia metallici, l’

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impalcato dovrà essere parapettato longitudinalmente mediante idonei parapetti anticaduta.

Tali parapetti di protezione dovranno essere messi anche in corrispondenza dei due tagli trasversali e spostati man mano che la demolizione avanza.

A protezione della sede stradale adiacente, per eventuali schizzi di detriti, bisognerà posizionare una barriera costituita da rete metallica o da teli.

Interrompere momentaneamente il traffico veicolare, se i carichi sospesi invadono la sede stradale della viabilità.

La demolizione delle pile potrà essere eseguita con il metodo del ribaltamento se l’ altezza non supera i 5 mt dal piano di campagna.

Il ribaltamento dovrà avvenire verso il lato opposto della viabilità.

Durante la prima fase della demolizione l’ Impresa dovrà prevedere l’ imbracatura in quota dal lato del tiro (tramite cestello porta persone), successivamente si procede ad un indebolimento al piede della pila (lato del tiro) mediante mezzi meccanici.

Il tiro ed il ribaltamento dovranno avvenire posizionando il mezzo di tiro ad una distanza non inferiore a 1,5 volte l’ altezza della pila da demolire.

Nel caso di pile di altezza superiore a 5,00 mt la demolizione dovrà iniziare dall’ alto mediante l’ utilizzo di martello demolitore e quando l’ altezza lo permette la demolizione potrà avvenire per rovesciamento.

Durante le fasi di demolizioni dovrà essere assolutamente vietato il transito di persone e di mezzi o l’ effettuazione di lavorazioni nelle zone attigue e aver cura di bagnare abbondantemente i manufatti per diminuire al minimo l’ innalzamento di polveri.

Per la demolizione di spalle le lavorazioni dovranno procedere nel seguente modo: a) preparazione di piste per l’ accesso alle spalle;

b) smantellamento degli strati bituminosi e dei rilevati;

c) demolizione delle spalle, con martello demolitore idraulico o con escavatori con pinze;

d) trasporto dei detriti delle demolizioni, e) ripristino dei fossi e canali.

Il personale impiegato per il taglio di strutture in c.a. e per le demolizioni dovrà essere composto da lavoratori specificatamente formati e informati sui rischi.

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2.2.2.2. Fasi per la demolizione del ponte sul Torrente Chioma

Fase 1.

Allestimento del cantiere in adiacenza al viadotto da demolire.

Fase 2.

Rimozione di tutti gli eventuali sottoservizi e sopraservizi interferenti. Rimozione del pacchetto stradale.

Demolizione dell’impalcato.

Demolizione delle pile e delle spalle.

Demolizione del rilevato e varie sistemazioni con movimenti di terra.

Fase 3.

Smontaggio del cantiere provvisorio

2.2.3 Prescrizioni generali ai fini della sicurezza

(rischi e misure di sicurezza):

1) Gli scavi nell’ area di cantiere, comportano il rischio di caduta al loro interno di uomini e mezzi:

Tutti gli scavi devono essere segnalati o parapettati;

2) Le movimentazioni delle macchine nell’ area del cantiere possono comportare il rischio di collisione tra i mezzi e l’ investimento dei lavoratori:

Per evitare il rischio di collisione tra mezzi e l’ investimento dei lavoratori devono essere studiate accuratamente le percorrenze dei mezzi.

In casi particolari deve essere un preposto a dirigere movimentazione dei mezzi;

3) La movimentazione degli elementi prefabbricati comporta il rischio di urti e caduta di materiale dall’ alto.

Durante la movimentazione dei prefabbricati è necessario interdire l’ area, al di sotto del raggio d’ azione della macchina, al passaggio di uomini e mezzi ed è necessaria la presenza di un preposto che agevoli le manovre. Verificare l’ idoneità dei ganci e delle funi che devono avere impressa la portata massima.

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4) Le operazioni di armatura e getto comportano il rischio di caduta a livello, scivolamenti e schizzi:

Per la posa di armature e per il getto si dovranno prevedere (ove necessario) passerelle, andatoie di idonee dimensioni, nonché l’ utilizzo di guanti e degli occhiali in dotazione.

5) La posizione ravvicinata, delle squadre nell’ esecuzione dei diversi strati costituenti la sovrastruttura stradale e di altre strutture, comporta rischi di urto tra i mezzi o d’ investimento dei lavoratori.

Il rischio d’ interferenza tra le lavorazioni si riduce imponendo una distanza minima tra le squadre di almeno 10 mt.

6) L’ interferenza tra le lavorazioni e la circolazione ordinaria comporta rischi d’ investimento e incidenti con i lavoratori ed i mezzi di cantiere:

Il rischio d’ interferenza con la circolazione ordinaria si riduce realizzando il blocco, la deviazione o parzializzazione del traffico stradale.

La deviazione dovrà essere preceduta da opportuna segnaletica ed eventualmente regolata con movieri o semafori mobili.

7) La realizzazione di pali trivellati comporta il rischio di caduta dell’operatore nel foro, caduta del materiale di scavato dall’alto, rischio di contatti con gli elementi in sospensione (ad esempio gabbie di ferro ect):

Il rischio di caduta dell’operatore nel foro si riduce se durante lo scavo la zona è perimetrata ed è ben segnalata.

Vietare il deposito di qualsiasi materiale in prossimità dello scavo.

Il rischio di caduta del materiale di scavato dall’ alto, il rischio di contatti con gli elementi in sospensione (ad esempio gabbie di ferro ecc.) si riduce se l’operatore a terra si trovi fuori dalla zona di manovra dei carichi sospesi.

Pertanto tale zona dev’ essere recintata o ben segnalata.

8) Le lavorazioni all’ interno degli scavi comportano il rischio di seppellimento: Il rischio seppellimento si riduce prevedendo la profilatura delle scarpate in funzione dei parametri geotecnici del terreno od opportune armature.

Vietare il deposito di materiali di qualsiasi natura in prossimità dei cigli dello scavo. Per scavi profondi (come ad esempio quelli necessari per la realizzazione delle fondazioni delle pile e spalle del Viadotto Chioma) è necessario consolidare le pareti degli scavi mediante l’ infilaggio, su tutto il perimetro degli scavi, di palancole

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metalliche opportunamente calcolate e controventate e perimetrare la zona degli scavi con idonei parapetti;

9) I lavori di scavo e il movimento delle terre comportano emissioni di polvere: Il rischio di emissioni di polveri si riduce programmando bagnature del materiale; 10) La tesatura di trefoli comporta il rischio di essere investiti dalla rottura di un

trefolo preteso:

Il rischio si riduce se se il corpo umano, turante la tesatura, si trova, fuori dalla direzione dei trefoli. Impedire l’ avvicinamento alla zona al personale non addetto alla tesatura.

11) La messa in opera di impermeabilizzazioni e la stesura di conglomerati bituminosi comportano il rischio di bruciature e il contatto con emulsioni e vapori tossici:

Il rischio si riduce indossando adeguati DPI (guanti, mascherine etc.).

12) Gli scavi in presenza di acqua (livello della falda superiore alla quota dello scavo) comportano il rischio di annegamento:

Il rischio si riduce utilizzando pompe per l’allontanamento delle acque. Vietare la presenza dei lavoratori nello scavo in presenza di acqua o nel caso di non funzionamento delle pompe.

13) Le lavorazioni in quota, per l’ assemblaggio dei prefabbricati, getti di c.l.s. ed altro, comportano il rischio di caduta dall’ alto:

Il rischio si riduce utilizzando ponteggi fissi o mobili o cestelli porta persone. Vietare le lavorazioni in quota in presenza di vento.

Fornire ai lavoratori cinture di sicurezza e calzature con suola antisdrucciolo e imperforabile e informarli sul corretto uso.

14) Quando le lavorazioni in quota, per l’ assemblaggio dei prefabbricati, getti di c.l.s ed altro, attraversano un corso d’ acqua comportano il rischio di caduta dall’ alto e annegamento:

Il rischio si riduce utilizzando ponteggi fissi o mobili o cestelli porta persone.

Nel caso di attraversamento di un corso d’acqua predisporre sotto la zona di intervento una idonea rete di protezione (tesa ai lati o sotto le strutture orizzontali).

Vietare le lavorazioni in quota in presenza di vento.

Fornire ai lavoratori cinture di sicurezza e calzature con suola antisdrucciolo e imperforabile e informarli sul corretto uso.

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Il rischio annegamento si riduce se, nei periodi di piena dei torrenti, le attività delle lavorazioni a quota venissero sospese.

15) Il montaggio e l’assemblaggio delle travi metalliche, la messa in opera di coppelle prefabbricate e di altre lavorazioni (demolizioni) in quota comportano il rischio di caduta di materiale dall’alto:

Il rischio si riduce con una opportuna controventatura delle travi metalliche durante la fase provvisoria della loro messa in opera e la verifica dell’idoneità dei ganci e delle funi che devono avere impressa la portata massima.

Durante la realizzazione dell’impalcato (o durante la demolizione dell’impalcato del ponte esistente) vietare ogni attività al di sotto dell’ impalcato stesso oppure al di sotto del raggio d’azione della macchina.

16) Per il montaggio delle casseformi per i getti degli elementi verticali e orizzontali (pile, spalle e pulvini) utilizzare autogrù, autogrù con cestello portapersone regolamentare, ponteggi fissi e trabattelli a norma.

17) Vietare, durante i getti con autopompa e autobetoniera, che i mezzi stazionino in prossimità dei cigli delle scarpate o degli scavi.

Vietare di scasserare elementi verticali e orizzontali prima che il calcestruzzo abbia raggiunto una idonea resistenza.

19) I rischi diminuiscono se il responsabile di cantiere, prima di iniziare i lavori, si accerti del buon funzionamento delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di sicurezza.

20) Nei lavori eseguiti ad altezze superiori a 2 mt da terra utilizzare trabattelli a norma di legge.

21) Usare scale a mano regolamentari per altezze inferiori a due metri.

Le scale doppie non devono superare i 5 mt di altezza verificando anche l’efficienza del dispositivo che limita l’apertura della scala stessa.

22) Le autogrù, durante le fasi di lavoro, devono stazionare sempre su sottofondi stabili e su piani orizzontali e devono essere dotate di stabilizzatori.

Dovrà essere severamente vietato a tutti i lavoratori di avvicinarsi o transitare nella direzione del movimento o comunque di restare sotto l’azione dell’attrezzo. 23) Gli attrezzi di lavoro dovranno essere idonei per i lavori cui sono destinati. 24) Vietare l’utilizzo di fiamme in vicinanza di materiali infiammabili o esplosivi. 25) I ferri di ripresa verticali devono essere adeguatamente protetti alla loro

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26) Vietare l’accesso ai non addetti ai lavori nelle zone delle demolizioni predisponendo opportuna recinzione.

L’impresa dovrà fornire ai lavoratori i DPI specifici alla lavorazione in corso:

casco; b) guanti; c) occhiali protettivi; d) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; e) occhiali o visiera di sicurezza; f) otoprotettori; g) cinture; h) mascherine etc.

NOTA: Prima dell’ inizio dei lavori controllare tutte le eventuali interferenze che andranno ad interferire con i lavori che saranno eseguiti in zona ( gas, linee elettriche aeree e sotterranee, fognature, telecom etc.).

I lavori non potranno iniziare se tutte le interferenze non sono state disattivate.

L’impresa dovrà fornire ai lavoratori i DPI specifici alla lavorazione in corso:

a) casco; b) guanti; c) occhiali protettivi; d) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; e) occhiali o visiera di sicurezza; f) otoprotettori; g) cinture; h) mascherine etc.

I rischi maggiori di cui il lavoratore deve essere informato sono:

- Investimento; - Schiacciamento; - Caduta dall’alto;

- Caduta di materiale dall’alto: - Inalazione di polveri;

- Contatto con le linee elettriche;

- Rumore;

- Annegamento;

- Vento, ghiaccio, pioggia; - elettrocussione.

Le misure di sicurezza:

o delimitazione delle aree di lavoro;

o eliminazione o spostamento di ogni interferenza esterna (gas, acquedotti, telecom, fognature, linee elettriche sotterranee o aeree ecc).

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o apposizione di segnaletica di sicurezza; o utilizzo di sistemi anticaduta;

o predisposizione di sistemi per la bagnatura dei materiali;

o divieto d’ accesso ai lavoratori nella zona di utilizzo dei mezzi d’ opera;

o divieto d’ accesso ai lavoratori nella zona e sotto la zona di movimentazione dei materiali;

o distanza di lavoro maggiore di 5 mt dalle linee elettriche altrimenti le linee elettriche vanno spostate e se questo non è possibile, devono essere protette adeguatamente (l’ impresa deve interpellare il gestore delle linee elettriche); o adozione di idonea procedura per la manutenzione dei mezzi d’ opera; o presenza costante di un preposto;

o formazione e informazione dei lavoratori sulle lavorazioni e sui rischi che ne derivano;

o allestimento di ponteggi fissi o mobili;

o nello scavalcamento del corsi d’acqua va prevenuto il pericolo di annegamento, tenendo anche a disposizione mezzi di salvataggio, quali salvagenti e natanti. Vietare le demolizioni in periodi di piena del Torrente ed eseguirle possibilmente nei periodi di magra;

o vietare qualsiasi attività in presenza di ghiaccio;

o vietare qualsiasi attività in presenza di vento forte e di pioggia; o i lavori notturni devono essere opportunamente illuminati;

o controllare i ganci e le funi per il sollevamento dei blocchi e delle cinture di sicurezza;

o L’ impresa dovrà fornire ai lavoratori i DPI specifici alla lavorazione in corso: casco; b) guanti; c) occhiali protettivi; d) calzature di sicurezza con suola antisdrucciolo e imperforabile; e) occhiali o visiera di sicurezza; f) otoprotettori; g) cinture; h) mascherine etc.

NOTA: Per la fase di allestimento del cantiere (recinzioni e vari impianti) e la viabilità di cantiere, si rimanda al paragrafo sull’ allestimento dei cantieri base.

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Azioni di Coordinamento.

- effettuare riunioni preliminari per illustrare al direttore tecnico di cantiere e ai vari responsabili delle imprese i contenuti del piano di sicurezza e coordinamento (aggiornandolo alle nuove necessità del cantiere), soffermandosi sui punti critici dell’ esecuzione dei lavori;

- Programmare i lavori che riguardano la demolizione del vecchio ponte sul Torrente “Chioma” verificando la stabilità delle parti non demolite e l’ attraversamento del Torrente “Chioma”.

- Sviluppare un piano dettagliato per le demolizioni, per il recupero e smaltimento

in discarica delle parti demolite.

- Predisporre un piano di bagnatura degli inerti provenienti dalle demolizioni. - Programmare la sospensione delle demolizioni in corrispondena del Torrente

“Chioma” nei periodi di piena.

- Coordinare i movimenti delle macchine operatrici in modo da evitare punti di

collisione e vietare l’ accesso all’ area dell’ intervento ai non addetti ai lavori predisponendo idonea recinzione con opportuna cartellonistica.

- Programmare i lavori che riguardano la realizzazione della deviazione del

traffico stradale e alla realizzazione degli scavi delle fondazioni delle spalle e delle pile dei ponte e delle altre opere in modo da evitare la contemporaneità delle lavorazioni.

Le macchine operatrici (escavatori, Pala meccanica; camion; ecc) dovranno lavorare su zone distinte e in modo da evitare pericolose interferenze.

- Coordinare i movimenti delle macchine operatrici in modo da evitare punti di

collisione e vietare l’ accesso all’area dell’intervento ai non addetti ai lavori predisponendo idonea recinzione con opportuna cartellonistica.

- Interdire l’ accesso agli scavi con idonei parapetti.

- Programmare la sequenza delle lavorazioni per la realizzazione delle casserature,

messa in opera delle armature, getti e casserature delle fondazioni, delle spalle, delle pile, dei pulvini e delle altre opere in modo da evitare la contemporaneità delle lavorazioni.

Le macchine operatrici (autogrù, autobetoniera, autopompa, camion ecc.) dovranno lavorare su zone distinte e in modo da evitare pericolose interferenze.

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- Coordinare i movimenti delle macchine operatrici in modo da evitare punti di

collisione e vietare l’ accesso all’ area dell’ intervento ai non addetti ai lavori predisponendo idonea recinzione con opportuna cartellonistica.

- Programmare i mezzi utilizzati per getti di calcestruzzo (autopompa e

autobetoniera) affinché siano lontani dai cigli degli scavi e predisporre che la zona delle lavorazioni sia interdetta ai non addetti ai lavori.

- Eseguire una scrupolosa programmazione dei getti, predisponendo adeguata

illuminazione nel caso in cui i getti fossero eseguiti in periodi notturni.

- Tutti gli scavi devono essere opportunamente segnalati ed alla presenza d’ acqua

programmare l’ aggottamento che dovrà essere eseguito mediante pompe sommerse controllando opportunamente l’ impianto elettrico d’alimentazione e individuando i punti di scarico delle acque pompate.

Dovranno essere previste sempre pompe di riserva complete di ogni accessorio.

- Programmare scrupolosamente le attività della messa in opera delle travi

metalliche prefabbricate, della sovrastruttura portante in cls in modo da eliminare le interferenze, tenendo presente che il viadotto scavalca il Torrente “Chioma”.

- Predisporre l’ interdizione della zona delle lavorazioni con idonea segnalatura e

recinzioni ai non addetti ai lavori e sospendere le lavorazioni sopra il Torrente “Chioma” nei periodi di piena.

- Programmare scrupolosamente le attività che riguardano l’ esecuzione della

sovrastruttura stradale (messa in opera della impermeabilizzazione, la stesa e rullatura dei conglomerati bituminosi).

- Interdire la zona delle lavorazioni, con idonea segnalatura, ai non addetti ai

lavori.

- Non consentire nessuna attività che prevede l’ utilizzo di elettricità se l’

impianto realizzato non è stato collaudato.

Per eventuali riparazioni disattivare l’ alimentazione della corrente elettrica nel tratto interessato.

- Non consentire nessuna attività, se prima non sono state prese tutte le misure di

sicurezza.

- Informare i lavoratori sui rischi che corrono durante l’ esercizio delle loro

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l’ esecuzione dei lavori se i mezzi di sicurezza forniti sono sufficienti, in caso contrario, dovranno essere tempestivamente potenziati.

- Utilizzare personale altamente qualificato.

- I datori di lavoro, in caso di affidamento dei lavori ad imprese in subappalto o a

lavoratori autonomi dovranno fornire agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi del cantiere e in particolare sul rischio annegamento.

- Fornire agli stessi soggetti dettagliate informazioni sul rischio rumore esistente

nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle eventuali disposizioni specifiche (anche aziendali) e le possibili indicazioni contenute nei Piani di Sicurezza e di Coordinamento.

(18)

2.3 La sistemazione dei cantieri

2.3.1. La cantierizzazione

Lungo il tracciato sono state individuate varie aree da destinare alle operazioni di cantiere dove insediare i servizi logistici della direzione e del personale, gli impianti per la lavorazione degli inerti, per il confezionamento dei calcestruzzi, per la lavorazione del ferro, nonché per la prefabbricazione e lo stoccaggio delle centine per il rivestimento delle gallerie ed altre aree destinate a varie lavorazioni che richiedono superfici modeste di occupazione.

In ordine spaziale, a partire dallo svincolo del Maroccone e procedendo verso sud, troviamo rispettivamente i seguenti cantieri principali:

- il “Cantiere Maroccone” - il “Cantiere Calignaia” - il Cantiere Rogiolo” - il “Cantiere Chioma”.

I cantieri intermedi “Cantiere Calignaia” e il Cantiere Rogiolo”, a causa della particolare situazione morfologica del sito, hanno reso necessaria la realizzazione di apposite rampe per gli accessi ai cantieri dalla stessa Aurelia.

Il suolo occupato ha destinazioni e morfologia diversificata, in particolare:

- I cantieri iniziale e finale insistono su un terreno pianeggiante, e sono facilmente

raggiungibili dalla viabilità esistente;

- I cantieri intermedi sono ubicati su terreni con morfologia fortemente acclive, e

presentano maggiori problematiche, sia per quanto riguarda l’ organizzazione delle aree di cantiere, sia in termini di allacciamento alla viabilità esistente. Per ogni cantiere è stata comunque tracciata la viabilità su strade esistenti da utilizzare insieme a quella conseguente alla realizzazione della nuova strada in corso d’ opera: si ricorda che, come accennato precedentemente, le strade di arroccamento ai cantieri intermedi coincidono con quelle che diverranno le vie di fuga “Calignaia” e “Rogiolo”. I cantieri basilari sono i cantieri Maroccone e Chioma in quanto, visti gli spazi a disposizione, sono quelli aventi dimensioni maggiori, e si collocano all’ inizio e alla fine del lotto 0, in corrispondenza degli omonimi svincoli.

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Ognuno dei quattro cantieri suddetti può essere diviso in sub-zone secondo criteri spaziali e logistici, in base alle differenti attività previste.

Oltre ai suddetti quattro cantieri, è previsto un ulteriore cantiere inerente la realizzazione di un’ opera che, pur non appartenendo al tracciato della variante, è stata concepita nell’ottica generale del riassetto della viabilità costiera, ed in tale ottica deve essere considerata.

Si tratta della demolizione e successiva ricostruzione del ponte di Calafuria, il cui relativo cantiere verrà conseguentemente denominato “Cantiere Calafuria”.

In ogni caso la programmazione dei lavori e la cantierizzazione è stata studiata non solo tenendo conto della pendenza delle livellette ma, principalmente, in funzione delle possibili velocità di avanzamento consentite dalla natura delle rocce attraversate in modo tale che i tempi di operatività dei diversi cantieri risultassero pressoché uguali. Sono stati anche quantificati i traffici indotti dal trasferimento di materiale, che complessivamente richiedono una media giornaliera di circa 100viaggi (con punte di 244 in fase di scavo) con un percorso medio di 25 Km, avendo considerato un coefficiente di rigonfiamento del materiale di 1,30 ed un volume trasportato per automezzo di 20 mc.

Notizie dettagliate comprendenti, fra l’altro, le quantificazioni del traffico indotto per il trasferimento del materiale scavato, sono riportate nell’ apposita relazione nonché nel Piano di sicurezza e coordinamento dell’ opera.

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2.3.2 Allestimento del cantiere

2.3.2.1 Generalità

L’allestimento del cantiere deve essere eseguito tenendo nel dovuto conto la normativa vigente; in particolare le leggi che regolano le fasi di allestimento, mantenimento e gestione dell’ impianto di cantiere sono le seguenti:

- D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164: “Norme per la prevenzione degli infortuni sul

lavoro nelle costruzioni”;

- D.P.R. 19 marzo 1956, n. 303: “Norme generali per l’ igiene del lavoro”; - Legge. 5 marzo 1990, n. 46: “Norme per la sicurezza degli impianti”.

Quando si allestisce un cantiere bisogna preventivamente esaminare i seguenti fattori: il periodo in cui si svolgeranno i lavori;

- la durata ipotizzata per gli stessi e il numero massimo di lavoratori previsto, al

fine di organizzare gli apprestamenti in modo da garantire ai lavoratori un ambiente adeguato dal punto di vista igienico e di rispettare le norme in ciascuna delle fasi del programma dei lavori.

Pertanto un corretto allestimento del cantiere presuppone anche un accurato studio del progetto dell’opera che si deve andare a realizzare, del tipo di appalto e un’ analisi delle risorse necessarie per portare il lavoro a compimento.

Sono anche indispensabili:

- esame del sito in cui sorgerà il cantiere, con particolare riguardo alle vie d’ accesso, ai confini, alla natura del terreno, all’ eventuale esistenza di impianti pubblici preesistenti, come linee elettriche aeree e sotterranee, fognature, acquedotti, ecc.; sarebbe inoltre corretto inquadrare il sito in cui si svolgeranno i lavori dal punto di vista climatico e geotecnico;

- individuazione dei fabbisogni di materie prime e di tecnologie necessari per l'esecuzione dei lavori, scelta dei macchinari e delle attrezzature che verranno utilizzate.

Determinazione delle caratteristiche tecniche delle macchine, comprese le potenze dei motori, gli ingombri, i pesi, e le attrezzature di sicurezza necessarie. È bene cercare di fare in modo che i macchinari siano posizionati in maniera tale

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da non essere spostati durante i lavori fino al loro termine e che i mezzi di sollevamento siano concentrati nelle zone più operative del cantiere;

- individuazione complessiva dei presidi antinfortunistici che devono essere allestiti nel cantiere in funzione dei macchinari previsti, delle lavorazioni che verranno eseguite e del numero di operai.

Il cantiere deve essere allestito tenendo conto che le opere provvisionali che saranno poste in opera devono essere idonee, secondo quanto prescritto dall'art. 7 del D.P.R. n. 164/56, dove si legge:

Le opere provvisionali devono essere allestite con buon materiale ed a regola d’arte, proporzionate ed idonee allo scopo; esse devono essere conservate in efficienza per l’ intera durata del lavoro.

Prima di reimpiegare elementi di ponteggi di qualsiasi tipo si deve provvedere alla loro revisione per eliminare quelli non ritenuti più idonei.

L’ analisi di tutti questi fattori permette di individuare la migliore organizzazione del cantiere.

Il progetto del cantiere deve considerare le seguenti strutture:

- recinzione;

- viabilità interna al cantiere e accessi al cantiere;

- zone di deposito e stoccaggio del materiale, possibilmente suddivise in modo da

distinguere chiaramente i materiali che sono già stati verificati ed accettati e quelli ancora da esaminare;

- impianti idrici, elettrici, telefonici;

- impianto aria compressa e impianto di ventilazione se necessari; - impianto di betonaggio e depositi degli inerti;

- impianti di sollevamento;

- baraccamenti, compresi servizi igienici, mensa degli operai, eventuali dormitori

e locali di ricovero;

- uffici per l’ impresa e per la direzione lavori; - opere provvisionali.

Nel caso di un’ opera di tipo tradizionale dovranno essere individuate le seguenti zone:

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- zona di deposito dei materiali di smarino e eventuali impianti di frantumazione

degli inerti e materiali vari;

- zona di lavorazione del ferro e delle centine; - zona di lavorazione del legname.

Gli uffici vanno ubicati in un luogo adeguato, tenendo conto del normale accesso del personale e del pubblico; è buona norma, per questo motivo, tenerli lontani dalle zone operative.

I magazzini devono essere posizionati in luoghi facilmente accessibili ai mezzi e comodi per l’approvvigionamento.

L’ individuazione dei depositi di materiali è subordinata ai percorsi, alla eventuale pericolosità dei materiali (combustibili, gas compressi, vernici), ai problemi di stabilità (non si possono predisporre, ad esempio, depositi di materiali sul ciglio degli scavi e accatastamenti di altezza eccessiva).

Il deposito di materiale in cataste, pile, mucchi, va sempre effettuato in modo razionale e tale da evitare crolli o cedimenti pericolosi.

E’ opportuno allestire i depositi di materiali che possono costituire pericolo in zone del cantiere appartate e delimitate in modo conveniente.

La prima opera che deve essere eseguita nell’istallazione del cantiere è la preparazione dei piazzali, che devono essere realizzati su terreno stabile in grado di assorbire c a r i c h i concentrati e inoltre atti a permettere la movimentazione delle macchine operatrici, dei materiali, la posa dei box prefabbricati e delle baracche per uffici, spogliatoi, servizi igienici, depositi materiali, posa del banco per la lavorazione del ferro (eventuale), della sega circolare, dell’impianto di betonaggio, ecc.

2.3.2.2 R e c i n z i o n e

È necessario recintare i cantieri lungo tutto il perimetro al fine di segnalare la zona di svolgimento dei lavori e impedire l’accesso agli estranei.

La recinzione deve essere costituita da materiali robusti e duraturi corredati di richiami di divieto e pericolo; devono essere previste l’imbiancatura degli assiti e la posa di lanterne rosse sugli angoli da tenersi accese dal tramonto all’alba.

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Si devono adottare misure per impedire che la caduta accidentale di oggetti e materiali costituisca pericolo per il

passaggio o lo stazionamento di terzi in prossimità di zone di lavoro di pertinenza al cantiere. La zona adibita ai servizi di cantiere, sarà recintata con paletti di acciaio, rete elettrosaldata, tavolato e dovrà essere chiusa con appositi cancellate atte ad impedire l’accesso ai non addetti ai lavori; in corrispondenza delle sovrapposizioni di due pannelli

di rete elettrosaldata dovranno essere eseguite opportune legature al fine di impedire eventuali sporgenze dei ferri del singolo pannello, sia verso l’esterno che verso l’interno della recinzione.

La recinzione dell’area del cantiere operativo sarà realizzata mediante paletti in acciaio infissi nel terreno con un’altezza di almeno mt. 2,00 fuori terra collegati fra loro in sommità e alla base da tavole di legno e rete plastificata arancione; in taluni casi potranno essere utilizzate transenne metalliche sempre con rete plastificata arancione. Tale recinzione dovrà essere dotata di segnalatori luminosi notturni con sufficiente intensità per evidenziare e segnalare il cantiere.

Le zone di ingresso e di uscita dal cantiere saranno opportunamente segnalate e in quei punti saranno creati gli accessi (per gli automezzi e per i lavoratori) e più precisamente:

-Per i cantieri base:

o L’ingresso al cantiere degli automezzi dovrà essere realizzato mediante un cancello metallico scorrevole di larghezza minima 6,00 mt e di altezza h = 2,00mt, a cancello aperto, l’ingresso agli automezzi sarà regolarizzato mediante sbarre apribili meccanicamente e gestite dal custode alloggiato in un apposito box in prossimità dell’ ingresso;

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o L’ingresso al cantiere dei lavoratori dovrà essere realizzato mediante un cancello metallico (munito di chiusura con chiavi) di larghezza 1,20 mt e di altezza h = 2,00mt.

-Per i cantieri operativi:

o L’ ingresso al cantiere degli automezzi dovrà essere realizzato mediante cancello in legno (attrezzato di lucchetto) di larghezza minima 4,00 mt e di altezza h = 2,00mt e dovrà essere chiuso a fine turno lavorativo.

o L’ ingresso al cantiere dei lavoratori dovrà essere realizzato mediante un cancello in legno (munito di chiusura con lucchetto) di larghezza 1,20 mt e di altezza h = 2,00mt.

2.3.2.3 Regolamentazione degli accessi all’ area di cantiere

Le aperture, durante le ore di lavoro, impediranno normalmente l’ accesso alle zone di intervento e saranno aperte solo per l’ ingresso o l’ uscita dalla zona di lavoro dei mezzi operativi e d’approvvigionamento dei materiali.

L’ accesso alle zone operative e ai servizi sarà consentito solamente al personale addetto ai lavori (personale dell’ impresa ed eventuali ditte subappaltatrici), nonché al Responsabile dei lavori, al Coordinatore per la progettazione e l’ esecuzione, al Direttore dei lavori, al personale di vigilanza degli organi territorialmente competenti. L’ impresa esecutrice, così come tutte le imprese subappaltatrici, prima dell’ inizio dei lavori dovrà fornire al Coordinatore per l’ esecuzione l’ elenco del personale che intendono utilizzare per l’ esecuzione dell’opera e che pertanto potrà accedere al cantiere.

Eventuali variazioni di personale dovranno essere tempestivamente comunicate al Coordinatore per l’esecuzione.

Per ogni lavoratore, compresi i tecnici presenti in cantiere, sarà cura della ditta assicurare l’approvvigionamento e la custodia in cantiere dei D.P.I. in numero sufficiente.

Eventuali terzi potranno accedere al cantiere solo se autorizzati ed accompagnati dal capo cantiere, dopo averli dotati di D.P.I. con riferimento al tipo di lavorazioni che saranno eseguite al momento della visita ed ai relativi rischi.

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2.3.2.4 Strade e percorsi interni.

Deve essere accuratamente studiata la viabilità interna al cantiere (i percorsi delle persone, dei materiali e dei mezzi) e la mobilità verticale, come prescritto anche dall'articolo 4 del D.P.R. n. 164/56.

Per le strade interne valgono le seguenti prescrizioni:

- devono essere abbastanza larghe per permettere l’ accesso dei mezzi,

preferibilmente a senso unico;

- devono essere dotate di una segnaletica che permetta di chiarire le manovre

permesse, di limitare la velocità ed evidenziare ostacoli o pericoli di varia natura;

- devono essere mantenute sgombre dai materiali;

- la loro pavimentazione deve essere sufficientemente compatta e si deve evitare

che vi possa ristagnare l’ acqua creando pozzanghere fangose nelle quali diminuisca l’ aderenza delle ruote;

- se il terreno asciutto risultasse molto polveroso, bisogna provvedere a

mantenerlo inumidito o porre in opera una finitura in asfalto o altro materiale impregnante.

Il traffico diretto al cantiere, se non disciplinato, può creare intralci e pericoli; occorre quindi valutare quale sia

l’accesso più conveniente rispetto alle strade esterne per ridurre al minimo gli inconvenienti al traffico, tenendo conto che potrebbe essere utile far entrare gli autocarri da un lato e farli uscire da un altro, così da evitare la necessità di compiere manovre difficoltose.

Le vie di accesso al cantiere richiedono un’ indagine preliminare per scegliere in maniera adatta i mezzi da usare per il trasporto dei materiali; quando siano previsti notevoli movimenti è necessario scegliere attentamente le zone di scarico.

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Le vie di accesso al cantiere e i percorsi interni devono essere illuminati secondo le necessità.

Se gli autocarri devono passare sotto archi o ribassamenti della costruzione è indispensabile segnalare, in modo evidente ed in posizione sufficientemente arretrata, l’ostacolo e la sua altezza da terra.

Oltre ai segnali può essere necessario illuminare le zone o rendere maggiormente visibili gli ostacoli con rifrangenti.

E’ inoltre importante:

- delimitare le vie di transito degli automezzi e del personale in modo che, se

possibile, non si intersechino; le varie zone in cui si articola il cantiere e in modo particolare le zone di lavoro, montaggio degli impianti, depositi, uffici non devono interferire fra loro ed essere collegate mediante itinerari il più possibile lineari;

- indicare chiaramente con apposita segnaletica, i limiti di velocità, i sensi di

marcia, gli stop, gli eventuali sensi rotatori e le zone destinate alla manovra, alla sosta ed al posteggio di automezzi;

- incanalare il traffico pesante lontano dai margini di scavo, dagli elementi di base

di ponteggi e impalcature e, in generale, da tutti i punti pericolosi; se questo non è possibile, evidenziare chiaramente eventuali ostacoli o punti di probabile urto con pitturazione di bande trasversali giallo/nero alternate;

- le vie di transito vanno mantenute efficienti e non devono essere ingombrate da

materiali che ostacolino la normale circolazione;

- le rampe di accesso al fondo degli scavi devono avere una carreggiata solida atta

a resistere al transito dei mezzi di trasporto di cui è previsto l’ impiego ed una pendenza adeguata alle caratteristiche dei mezzi stessi;

- la larghezza delle rampe deve consentire un franco di almeno cm 70 oltre la

sagoma di ingombro dei veicoli; qualora nei tratti lunghi il franco venga limitato su di un solo lato, lungo l’ altro lato devono essere realizzate nicchie o piazzole di rifugio ad intervalli non superiori a m 20;

- i viottoli e le scale con gradini ricavati nel terreno devono essere muniti di

parapetto sui lati verso il vuoto.

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- accessi e percorsi assumono particolare riguardo nelle demolizioni, nel corso

delle quali sbarramenti, deviazioni e segnalazioni devono sempre mantenersi efficienti e visibili e, quando necessario, sorvegliati da un addetto;

- il transito sotto ponti sospesi, ponti a sbalzo, scale aeree e simili deve essere

impedito con barriere o protetto con l’ adozione di misure o cautele adeguate;

- quando possibile, deve anche essere risolto il problema dei parcheggi degli

automezzi e dei mezzi di trasporto personali di operai o visitatori autorizzati.

2.3.2.5 Impianto idrico e fognario di cantiere

Gli impianti di acqua potabile devono, se possibile, essere allacciati alle reti comunali; in caso contrario devono essere alimentati con acqua riconosciuta potabile dall’ Ufficio d’ Igiene (se l’ acqua usata per gli impasti non è riconosciuta potabile essa dovrà avere una linea d’ erogazione differenziata e nei relativi punti d’erogazione deve essere posta la scritta “ACQUA NON POTABILE”).

In alternativa potranno essere utilizzati serbatoi per l’ accumulo dell’ acqua sia ad uso di cantiere (non potabile come ad esempio per l’antincendio, per lavaggio automezzi per le lavorazioni ecc) sia ad uso potabile e per igiene personale.

Gli installatori montatori d’ impianti, macchine o altri mezzi tecnici dovranno attenersi alle norme di sicurezza e igiene del lavoro, nonché alle istruzioni fornite dai rispettivi fabbricanti dei macchinari e degli altri mezzi tecnici per la loro parte competenza – art. 6 c.3 D.Lgs 626/94.

L’ impresa esecutrice, una volta eseguito l’ impianto, dovrà rilasciare la dichiarazione di conformità degli impianti realizzati nel rispetto delle norme di cui alla L. 46/90 art. 9. Gli impianti di fognatura devono essere sostituiti con impianti di depurazione secondo le prescrizioni vigenti.

Il cantiere dovrà essere allestito con impianti di depurazione e vasche di decantazione. Gli impianti per la depurazione delle acque reflue di uso domestico e gli impianti per la depurazione delle acque provenienti dal lavaggio degli automezzi e delle Autobetoniere (gli automezzi prima di entrare nelle vie pubbliche devono avere le ruote lavate e ispezionate affinché non ci siano pietre od altri materiali incastrati tra le ruote stesse) dovranno essere progettati e realizzati in conformità alla vigente normativa riguardo agli “scarichi in un corso d’ acqua che ha portata naturale nulla per oltre 120 giorni ovvero in un corpo idrico non significativo” L.n. 152/99, art. 45 comma 8.

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È vietato usare acqua dei canali pubblici e divergere o impedire il corso degli stessi senza preventiva formale concessione..

L’ acqua per uso potabile e per uso igienico dovrà essere messa a disposizione dei lavoratori in quantità sufficiente.

Per la provvista, la conservazione, la distribuzione ed il consumo devono osservarsi le norme igieniche atte ad evitarne l’inquinamento e ad impedire la diffusione delle malattie.

L’ acqua da bere, quindi, deve essere distribuita in recipienti chiusi o bicchieri di carta onde evitare il contatto diretto se la distribuzione dovesse avvenire mediante tubazioni provvisorie.

2.2.2.6 Pulizia dell’ area

Le aree adibite all’ installazione del cantiere dovranno essere accuratamente pulite dai materiali di rifiuto e di scarto eventualmente presenti.

In nessuna delle aree interessate dal cantiere dovranno essere lasciati rifiuti od altri oggetti che possono creare dei rischi per i lavoratori.

Secondo le prescrizioni delle norme vigenti, il materiale di rifiuto asportato dall’ area di cantiere dovrà essere trasportato a discarica.

2.2.2.7 Esposizione del cartello regolamentare

Nel cantiere deve essere esposta, in luogo ben visibile al pubblico, una tabella chiaramente leggibile, di dimensioni di m 0,75 x 1,50 che riporti tutte le indicazioni, necessarie a qualificare il cantiere e cioè: gli estremi della concessione o autorizzazione edilizia, del titolare della stessa, del nome dell'impresa assuntrice dei lavori; del responsabile di cantiere e del direttore dei lavori.

Inoltre il regolamento della L n. 46/90 in materia di sicurezza degli impianti richiede che sul cartello debba esser riportato il nominativo del soggetto installatore dell'impianto elettrico.

Cartello e sistema di sostegno devono essere realizzati con materiali di adeguata resistenza e aspetto decoroso.

L’ obbligo dell'esibizione del cartello di cantiere è determinato essenzialmente da norme di carattere urbanistico.

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Anche nella L. n. 47/85 si richiama la necessità dell'apposizione del cartello di cantiere, facendo obbligo agli istituti di controllo segnalare le inottemperanze sia riguardo le caratteristiche dell'opera sia dei soggetti interessati.

Il D.Lgs. n. 494/96 prescrive inoltre che nel cartello sia indicato anche il nome del coordinatore per la sicurezza in fase di realizzazione.

2.2.2.8 Cartelli informativi di cantiere

I cartelli informativi di cantiere devono essere collocati in sito ben visibile e contenere tutte le indicazioni necessarie a qualificare i cantieri stessi.

Cartelli e sistema di sostegni devono essere realizzati con materiali di adeguata resistenza e aspetto decoroso.

Si ricorda che ai sensi dell’Art. 3, comma 6 del D.Lgs 494/96 e smi deve essere apposto sul cartello informativo anche i nomi dei coordinatori per la sicurezza.

2.2.2.9 Segnaletica

La segnaletica presente in cantiere deve essere sufficiente ad evitare comportamenti scorretti o pericolosi e la posa di adatta cartellonistica fa parte della razionale organizzazione del cantiere.

L’ infortunio che avviene per scorretto uso di una macchina dotata di regolari protezioni ma priva di cartello con le indicazioni di utilizzo e sicurezza, coinvolge direttamente il datore di lavoro che non si è premurato di rendere edotti i lavoratori dei rischi specifici cui sono esposti.

La segnaletica deve essere posta nei punti dove c’ è il pericolo o in quelli di speciale importanza: oltre a prevedere i segnali diurni e notturni relativi agli scavi, alle fosse e simili, è necessario identificare in modo ben chiaro il magazzino dei mezzi antincendio e di pronto soccorso, i passaggi pericolosi e tutte le parti importanti del cantiere.

I segnali si deteriorano o si insudiciano facilmente e perciò occorre aver cura di mantenerli in condizioni di buona visibilità e di sostituirli quando necessario.

La segnaletica si divide in avvisi e cartelli di istruzione e segnalazioni di sicurezza. Mentre gli avvisi e i cartelli d’ istruzione comportano dei testi piuttosto lunghi per esaurire il loro argomento e richiedono che ci si soffermi un certo tempo per leggerli, le

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segnalazioni di sicurezza devono essere brevi ed evidenti per essere notate e comprese anche da persone in movimento.

I messaggi urgenti possono essere trasmessi mediante parole o immagini; vengono usate solo poche parole, formando scritte brevi, ad esempio: vietato fumare, casco obbligatorio, carichi sospesi, ecc.

Nel caso delle immagini, si usano “segnali” composti da un pittogramma associato a forme e colori aventi significati particolari; segnali del genere sono usati nella segnaletica stradale, nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti, ecc.; a parità di messaggio, il segnale deve essere “unificato”.

Nel cantiere verranno previsti sulle strade interne i segnali propri della segnaletica stradale; gli altri cartelli avranno le seguenti forme:

1. segnali di divieto (vietato fumare; vietato usare fiamme libere; vietato ai pedoni; divieto di spegnere con acqua; vietato bere): forma circolare con bordo e barra di colore rosso, fondo in bianco e simbolo in nero;

2. segnali di avvertimento di pericolo o per richiamare l’ attenzione (materiale infiammabile; materiale esplosivo; sostanze velenose; sostanze corrosive; materiali radioattivi o ionizzanti; carichi sospesi; carrelli di movimentazione; tensione elettrica pericolosa; pericolo; raggi laser): forma triangolare, colore giallo, bordo e simbolo in nero;

3. segnali di prescrizione (obbligo di usare occhiali; casco; auricolari; maschera respiratoria; calzature di sicurezza; guanti di protezione): forma circolare, colore azzurro, simbolo in bianco;

4. segnali di salvataggio (locale o materiale per il pronto soccorso; uscita di emergenza): forma quadrata o rettangolare, colore verde, simbolo in bianco.

Le dimensioni dei segnali devono essere tali da renderli riconoscibili fino ad almeno 50 metri di distanza.

Nei luoghi in cui esiste pericolo di urto o investimento, inciampo o caduta, ecc., la segnalazione va fatta mediante strisce inclinate, di colore giallo e nero alternati. In zona visibile in prossimità della baracca di cantiere è bene affiggere un cartello in cui siano riportati i numeri telefonici di soccorso e utilità.

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Dovrà essere installata un’ opportuna segnaletica di sicurezza nei luoghi ove esistono pericoli legati alle lavorazioni od alla presenza stessa del cantiere.

La segnaletica dovrà essere sempre ben visibile, limitata alle reali necessità informative e continuamente aggiornata al progredire dei lavori.

La disposizione dei cartelli e segnalazioni stradali, dei cavalletti e dei fanali dovrà quindi essere eseguita nel rispetto del codice della strada e delle normative vigenti nel numero e nella dislocazione prevista.

La segnaletica da apporre nei cantieri è distinta in due gruppi: 1. segnaletica stradale di presegnalazione del cantiere;

2. segnaletica di sicurezza all’ interno del cantiere.

La segnaletica di sicurezza del cantiere verrà apposta dall’ Impresa a suo onere secondo le riportate linee guida.

Il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione dei lavori avrà la più ampia possibilità di comandare l’ apposizione di idonea segnaletica quando necessaria.

La segnaletica di sicurezza dovrà essere conforme al D.Lgs 493/96 “Attuazione della Direttiva 92/58/CEE concernente le prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro” del 14/08/1996.

Nel presente piano di sicurezza verranno usate le seguenti convenzioni terminologiche (come da Art. 1 comma 2, lettere da a ad n):

a) segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro, in seguito indicata come

segnaletica di sicurezza, una segnaletica che, riferita ad un oggetto, ad una attività od ad una situazione determinata, fornisce una indicazione o una prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, e che utilizza, a seconda dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o un segnale gestuale;

b) segnale di divieto, un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far

correre o causare un pericolo;

c) segnale di avvertimento, un segnale che avverte di un rischio o pericolo;

d) segnale di prescrizione, un segnale che prescrive un determinato comportamento;

e) segnale di salvataggio o di soccorso, un segnale che fornisce indicazioni relative

alle uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio;

f) segnale di informazione, un segnale che fornisce indicazioni diverse da quelle

(32)

g) cartello, un segnale che mediante combinazione di una forma geometrica, di

colori e di un simbolo o pittogramma, fornisce una indicazione determinata, la cui visibilità è garantita da una illuminazione di intensità sufficiente;

h) cartello supplementare, un cartello impiegato assieme ad un cartello del tipo

indicato alla lettera g e che fornisce indicazioni complementari;

i) colore di sicurezza, un colore al quale è assegnato un significato determinato;

j) simbolo o pittogramma, un’immagine che rappresenta una situazione, o che

prescrive un determinato comportamento, impiegata su di un cartello o su una superficie luminosa;

k) segnale luminoso, un segnale emesso da un dispositivo costituito da materiale

trasparente o semitrasparente, che è illuminato dall’ interno o dal retro in modo da apparire esso stesso come superficie luminosa;

l) segnale acustico, un segnale sonoro in codice emesso e diffuso da un apposito

dispositivo, senza impiego di voce umana o di sintesi vocale;

m) comunicazione verbale, un messaggio verbale predeterminato, con impiego di voce umana o di sintesi vocale;

n) segnale gestuale, un movimento o posizione delle braccia o delle mani in forma

convenzionale per guidare persone che effettuano manovre implicanti un rischio o un pericolo attuale per i lavoratori.”

Il datore di lavoro dell’ Impresa avrà istruito e formato i propri lavoratori ed il rappresentante del servizio di sicurezza e prevenzione affinché il significato della segnaletica di sicurezza tutta sia chiaro, soprattutto quando questa implica l’ utilizzo di segnali gestuali o di segnali acustici.

La segnaletica di sicurezza dovrà essere posizionata, a cura dell’ Impresa, nei siti ove si localizza la fonte di pericolo e spostata e ricollocata qualora il progredire dei lavori lo richiedesse.

Il numero degli elementi della segnaletica di sicurezza sarà adeguato all’ entità del rischio.

I cartelli da installare in cantiere, a secondo del pericolo presente, sono riportati nell’Allegato II del D.Lgs 494/96).

Per le prescrizioni relative alla comunicazione verbale e per i segnali gestuali si rimanda agli allegati VIII e IX del Decreto Legislativo citato.

Si riportano nella pagina seguente alcuni dei cartelli che devono essere esposti in cantiere a cura dell’ impresa:

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Vietato fumare. Da apporre in tutti i luoghi ove vi siano depositi di infiammabili.

Vietato fumare o usare fiamme libere. Da apporre in tutti i luoghi ove vi siano depositi di infiammabili.

Vietato ai pedoni. Da apporre nei luoghi in cui vi sia possibilità di transito vietato ai pedoni.

Divieto di accesso alle persone non autorizzate. Da apporre nei luoghi ove vi sia possibilità di ingresso a estranei.

Protezione obbligatoria dell'udito. Da apporre in prossimità degli apparecchi rumorosi.

Indumenti ad alta visibilità. In cantiere.

Calzature di sicurezza obbligatorie. In cantiere.

Guanti di protezione obbligatoria. In cantiere.

Protezione obbligatoria del viso. Da apporre in

prossimità degli apparecchi che proiettano schegge.

Casco di protezione obbligatoria. In cantiere.

Protezione obbligatoria per gli occhi. Da apporre in prossimità degli apparecchi che proiettano schegge.

Estintore. In cantiere: localizzazione dell'estintore.

Materiale infiammabile o alta temperatura

Materiale esplosivo. Da apporre nei luoghi ove sussista tale pericolo Carichi sospesi. Da apporre

in prossimità di mezzi che sollevano carichi.

Caduta con dislivello. Da apporre nei luoghi ove sussista tale pericolo Materiale comburente.

Da apporre nei luoghi ove sussista tale pericolo

Pericolo di inciampo. Da apporre nei luoghi ove sussista tale pericolo

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2.3.3 Il cantiere di Chioma

Tale cantiere sarà anche esso la base logistica principale dell’ opera e sarà allestito per dare supporto alla costruzione della galleria ”Calafuria” da lato sud e alla completa realizzazione dello svincolo di “Chioma”.

Alloggerà la mensa, i dormitori (per i lavoratori impegnati sui cantieri di Chioma e Rogiolo), e gli impianti di svago e ospiterà anche gli Uffici della Direzione Lavori e del personale Tecnico dell’ Impresa (in dimensioni ridotte rispetto a quello di Maroccone). Pertanto nel cantiere “ base” troveranno posto, almeno, i seguenti impianti:

0 recinzione del cantiere;

1 cancello per l’ ingresso/uscita degli automezzi e lavoratori;

2 parcheggio autovetture;

3 parcheggio per le macchine del cantiere; 4 box per custode;

5 fornitura elettrica MT/BT per l’ alimentazione del cantiere base; 6 quadro elettrico per lavorazioni in Galleria;

7 centrale di produzione di calcestruzzi con la relativa area deposito materiali; 8 deposito acque per lavorazioni calcestruzzi, per impianti di antincendio, per uso

potabile, per lavori in galleria, per lavaggio degli automezzi, per inaffiatura delle strade sterrate, per servizi ecc.

9 impianti per la depurazione delle acque reflue di uso domestico;

10 impianti per la depurazione delle acque provenienti dal lavaggio degli automezzi e delle autobetoniere;

11 magazzino; 12 deposito attrezzi;

13 laboratorio prove sui materiali; 14 auto officina;

15 area deposito materiale smarino 16 impianto lavaggio automezzi; 17 impianto lavaggio autobetoniere;

18 area lavorazione ferro e centine metalliche; 19 Gru a torre;

(35)

21 impianto estrazione aria inquinata dalla galleria e impianto antincendio; 22 l’ illuminazione del cantiere;

23 viabilità di cantiere;

24 uffici (di dimensioni ridotte rispetto a quelli del cantiere base di Maroccone) - sala riunioni;

25 dormitori; 26 mensa;

27 locale per l’ infermeria; 28 lavanderia;

29 locale spogliatoi; 30 locale caffè;

31 zona attività sportive ect; 32 quadri elettrici;

33 Deposito e distributore carburante (benzina e Gasolio).

Negli allegati: TAV. 2 Chioma: Planimetria di cantiere - base TAV. 3 Chioma: Planimetria di cantiere – fase 0 TAV. 4 Chioma: Planimetria di cantiere – fase 1 TAV. 5 Chioma: Planimetria di cantiere – fase 2 TAV. 6 Chioma: Planimetria di cantiere – fase 3 TAV. 7 Chioma: Planimetria di cantiere – fase 4

è riportata l’ ubicazione degli impianti di allestimento del cantiere base di Chioma, nonché l’ allestimento dei cantieri provvisori, necessari per le lavorazioni in attesa che sia completato il cantiere definitivo.

(36)

2.4 La sistemazione della viabilità in corso d’ opera

2.4.1 Le vie di fuga

2.4.1.1 Generalità

Progettualmente, per motivi di sicurezza, sono state predisposte, nel tratto intermedio tra “Maroccone” e Chioma” altre due vie di fuga (le altre due di fuga erano proprio gli svincoli in corrispondenza di Maroccone e di Chioma) poste in corrispondenza degli spazi all’ aperto posizionati fra le tre gallerie: la prima via di fuga, detta di “Calignaia”, che raggiunge la viabilità locale all’ altezza del ponte di Calignaia lungo l’ attuale Via Aurelia e la seconda, detta “Rogiolo” che raggiunge, in Quercianella, la Via comunale Vecchia Litorale e, da questa, l’ attuale tracciato della Via Aurelia.

E’ previsto che lungo il tracciato di entrambe queste ultime vie di fuga possa svilupparsi, in fase esecutiva dei lavori, l’ installazione di due “cantieri base” per la costruzione delle gallerie.

2.4.1.2 La via di fuga “Calignaia”

Si può accedere a questa via di fuga dalle due porzioni estreme delle gallerie “Calafuria” e “Romito” che confluiscono nell’ampio terrapieno da realizzare (parzialmente con lo smarino proveniente dagli scavi delle gallerie) a cavallo del torrente Calafuria che, in questa tratta, viene incanalato a scorrere in ampio scatolare in c.a..

2.4.1.3 La via di fuga “Rogiolo”

Si può accedere a questa via di fuga dalle due porzioni estreme delle gallerie “Calafuria” e “Chioma” che confluiscono nell’ ampio terrapieno da realizzare (anche esso parzialmente con lo smarino proveniente dagli scavi delle gallerie) a cavallo del torrente Rogiolo che, in questa tratta, viene incanalato a scorrere in ampio scatolare in c.a..

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