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Academic year: 2021

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INTRODUZIONE

Come già detto nei capitoli precedenti, la rottura del LCA è il problema ortopedico del ginocchio più frequentemente riscontrato nei cani di grossa taglia. Data la sua notevole incidenza, numerose sono state le pubblicazioni volte ad individuare l’esatta patogenesi della rottura, anche se, a tutt’oggi, questa rimane sconosciuta. Le diverse ipotesi addotte per spiegare questa condizione ortopedica riguardano traumi, processi degenerativi, obesità, condizioni anatomiche e patologie immunomediate che determinano un indebolimento del legamento crociato anteriore e, di conseguenza, l’incapacità del legamento stesso di stabilizzare il ginocchio nei confronti della spinta tibiale craniale.

Inoltre, è documentato da più studi che in cani sopra i quindici chili e oltre i cinque anni di età, il legamento crociato mostra microscopici processi degenerativi che ne rendono inefficace l’azione di stabilizzazione e inducono a un rapido instaurarsi di processi degenerativi e infiammatori tipici dell’osteoartite.

Alcuni Autori hanno riportato una prevalenza della rottura del legamento in giovani cani di grossa taglia, in femmine e in soggetti sterilizzati, mentre altri hanno trovato una certa correlazione tra l’inclinazione del piatto tibiale e la rottura del LCA in cani di grossa taglia, ipotesi contestata da studi successivi.

Il ruolo chiave dell’inclinazione del plateau tibiale nel determinare la spinta tibiale craniale trova giustificazione negli studi sulla biomeccanica del ginocchio condotti

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da Slocum nel 1983. Secondo Slocum, il cranial tibial thrust è una forza generata dalla compressione del femore sulla tibia durante la fase di carico che, scaricandosi sul plateau tibiale, si scompone in due forze: una diretta a terra attraverso il garretto e il piede, e l’altra agente come spinta craniale. Quest’ultima è tanto maggiore quanto maggiore è l’inclinazione del plateau tibiale ed è, inoltre, favorita dalle forze generate dai muscoli estensori del ginocchio attraverso il tendine patellare e la rotula che agisce da fulcro.

A B A- carico ponderale

a a - componente di scivolamento

b a1- componente di compressione

a1 B - forza generata dai muscoli estensori

b – componente di scivolamento a1 A a1 Fig.1

In cani normali questa azione è contrastata da meccanismi passivi e attivi; i legamenti e i menischi costituiscono la parte passiva mentre i muscoli quella attiva (vedi capitolo 2).

Nuove condizioni di biomeccanica sono state studiate dalla Scuola Veterinaria di Zurigo a partire dall’intervento di osteotomia livellante di Slocum. Come detto da Slocum “se carichiamo l’arto con un ‘momento’ puro risulta, nel carico dell’articolazione del ginocchio, con una forza totale parallela al tendine di Achille che è approssimativamente parallelo all’asse funzionale della tibia”. Al fine di neutralizzare la spinta craniale il plateau tibiale deve risultare perpendicolare al tendine dei gastrocnemi. Tuttavia, secondo gli studi effettuati a Zurigo,

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funzionalmente il cane non carica l’arto con un momento puro ma con una vera e propria forza. Quindi, se l’arto viene compresso da una forza, l’insieme delle forze agenti sul ginocchio è parallelo al legamento tibio-rotuleo e, in questo caso, l’osteotomia correttiva deve riportare l’inclinazione del plateau tibiale perpendicolare al tendine patellare.

Però, l’insieme di queste forze agenti sul ginocchio subiscono modificazioni in base alla dinamica dell’articolazione sia in fase passiva, per il sostegno del peso nell’animale fermo, sia in fase attiva, per il sostegno del peso del cane in movimento e nella propulsione. Durante la fase di carico, se il ginocchio si muove da flesso ad esteso, il tendine patellare è diretto da caudalmente (< a 90° rispetto al plateau tibiale) a cranialmente (> di 90° rispetto al plateau tibiale). In questa fase la forza tangente è neutralizzata e il legamento crociato craniale non è sovraccaricato. Con l’articolazione in estensione completa α è 105°, mentre in flessione è 70°. Ne consegue che a ginocchio flesso si ha una spinta caudale della tibia, sovraccaricando il crociato posteriore, e a ginocchio esteso una spinta craniale, sovraccaricando il legamento crociato anteriore. In caso di incompetenza del LCA, questo non è più in grado di neutralizzare la forza tangente e durante il movimento si avrà uno scivolamento craniale della tibia.

L’annullamento della forza di scivolamento si può ottenere mantenendo α sotto i 90° durante tutto il carico ponderale, in modo da rendere la risultante delle forze agenti sull’articolazione parallela alla componente perpendicolare al piano e, poichè due forze uguali e contrarie si annullano, si potrà sopperire alla deficienza del LCA e ottenere un’articolazione funzionalmente stabile.

Chirurgicamente si può annullare il cranial tibial thrust attraverso la rotazione del plateau tibiale (tibial plateau leveling osteotomy, TPLO) che viene reso perpendicolare al tendine di Achille, alla base del lavoro di Slocum, o secondo la scuola di Zurigo, con l’avanzamento della tuberosità tibiale (tibial tuberosity advancement, TTA), e quindi del punto di inserzione del tendine tibio-rotuleo sulla tibia, che assume di conseguenza una posizione perpendicolare al plateau tibiale.

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Dall’ideazione di quest’ultime tecniche chirurgiche è intuibile l’importanza dell’inclinazione del plateau tibiale, sia rispetto al tendine di Achille sia rispetto al legamento tibio-rotuleo, nel determinare la forza di scivolamento craniale della tibia. Molti studi hanno focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’inclinazione del plateau tibiale nel predisporre alcune razze, taglie o individui alla rottura del LCA, ma pochi hanno cercato di trovare delle correlazioni tra una diversa dimensione della tuberosità tibiale, e quindi l’inserzione del legamento tibio-rotuleo più o meno craniale, e la rottura del crociato.

6.1 MATERIALI E METODI

Scelta radiografica

In questo studio abbiamo preso in considerazione 72 radiografie in proiezione medio-laterale dell’articolazione del ginocchio, ottenute da 50 pazienti durante il periodo compreso tra gennaio 2004 a maggio 2006. Di queste radiografie 33 rappresentavano ginocchi di cani con rottura del LCA, in 6 casi bilaterale, mentre la restante parte costituiva il gruppo di controllo.

Le radiografie sono state accuratamente selezionate, eliminando quelle non perfettamente eseguite sia nella proiezione medio-laterale, che nella postero-anteriore, per escludere errori legati al malallineamento ed al malposizionamento dell’arto, che avrebbero alterato i punti di riferimento per l’esecuzione delle misurazioni.

Per un corretto posizionamento della proiezione medio-laterale il ginocchio deve essere flesso a 90°, posizionato in modo tale che il femore sia perpendicolare alla tibia e la tibia sia perpendicolare al tarso. Nella radiografia i condili femorali devono essere perfettamente sovrapposti e l’eminenza intercondiloidea si deve trovare in corrispondenza del centro della curvatura dei condili femorali. Nella proiezione postero-anteriore, il ginocchio viene forzato in massima estensione in quanto ciò evita qualsiasi rotazione dell’articolazione femoro-tibio-rotulea e, quindi,

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alla rotula di ruotare sia internamente che esternamente determinando valutazioni errate. Anche il garretto deve essere tenuto in estensione, senza però ruotare forzatamente il tarso. Il corretto posizionamento si ha quando la rotula è perfettamente localizzata tra i rilievi mediale e laterale del solco intercondilare e il bordo mediale del calcaneo giace nella maggior profondità del solco talare.

Le proiezioni radiografiche scelte comprendevano l’articolazione tibio-tarsica e quella del ginocchio, con i raggi proiettati a metà della diafisi tibiale. Per minimizzare gli errori legati all’inclinazione dei raggi incidenti sull’articolazione sono state escluse tibie eccessivamente corte o troppo lunghe (vedi capitolo 2). La lunghezza delle tibie da noi prese in esame rientrava in un range compreso tra 18 e 24 cm. Inoltre i condili femorali presentavano una sovrapposizione superiore al 90%, mentre sono state escluse quelle in cui si aveva una incongruità craniale, caudale e distale > a 2mm. Questa attenta selezione ha ristretto molto il numero dei soggetti da valutare in quanto, in molti casi, un perfetto posizionamento è difficilmente ottenibile, sia per complicazioni derivanti dal paziente, come il naturale difetto di allineamento di alcuni arti, sia per errori da parte degli operatori.

Scelta dei soggetti

La scelta dei soggetti è stata effettuata in relazione alla valutazione radiografica. I criteri per l’esclusione dei soggetti riguardavano anche l’età (soggetti troppo giovani in cui le fisi non si erano ancora chiuse), la presenza di patologie ossee (come neoplasie), fratture e qualsiasi intervento sull’osso che ne poteva alterare l’asse tibiale o la conformazione della tibia prossimale. I dati riguardanti l’età, il sesso, la razza, il peso e lo stato del legamento crociato sono stati ottenuti con un’indagine retrospettiva.

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Tutte le radiografie, dopo un’attenta selezione, sono state valutate misurando il grado di artrosi secondo un metodo a punti. Per ogni ginocchio sono stati calcolati: l’inclinazione del piatto tibiale (TPA) secondo il metodo proposto da Slocum, la conformazione della tibia prossimale espressa in DTA/PTA proposta da Osmond (vedi capitolo 5) e la lunghezza della tuberosità tibiale, misurazione da noi introdotta.

Valutazione del grado di artrosi

La valutazione del grado di artrosi con un metodo a punti prevede l’attribuzione di un valore agli osteofiti, presenti in specifiche aree del articolazione del ginocchio, in base alle dimensioni degli stessi. Si attribuisce un punteggio compreso tra 0 e 3, dove per 0 si intende l’assenza di osteofiti, per grado 1 osteofiti di grandezza inferiore a 2mm, per grado 2 osteofiti di grandezza compresa tra 2mm e 5mm e, infine, per grado 3 osteofiti maggiori di 5mm.

Le sedi prese in considerazioni sono ( fig. 2 e 3):

a- la cresta trocleare laterale e mediale (nella proiezione medio-laterale); b- gli epicondili femorali laterale e mediale (nella proiezione

antero-posteriore);

c- l’apice e la base della rotula (nella proiezione medio-laterale);

d- gli ossicini del Vesalio (nelle proiezioni medio-laterale e postero-anteriore);

e- i condili laterale e mediale della tibia (in proiezione postero-anteriore); f- l’area intercondiloidea centrale e caudale del plateau tibiale (nelle

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c b a b f c f d e f e fig. 2 fig.3

Quindi è stato attribuito un punteggio, in base al metodo sopra descritto, per ognuna delle sedi (in totale 6) considerate. Tutti i punteggi raccolti sono stati, quindi, sommati e, in base al risultato ottenuto, è stato valutato il grado di artrosi:

ƒ artrosi lieve per valori tra 0 e 11; ƒ artrosi moderata per valori da 12 a22; ƒ artrosi grave per valori da 23 a33.

Angolo di inclinazione del piatto tibiale

Il metodo convenzionale, e quello da noi scelto per questo studio, per la misurazione del TPS è quello proposto da Slocum, anche se secondo alcuni Autori questo sottostima il reale grado di inclinazione del piatto tibiale (vedi capitolo 5). Il TPA di Slocum ci offre dei punti di riferimento più oggettivi del metodo proposto da Baroni e, anche se dovesse sottostimare la reale inclinazione, ciò non influirebbe sul risultato del nostro studio.

Abbiamo misurato il TPA tracciando due rette:

• una, che ci permette di identificare l’asse longitudinale della tibia, passante dal centro dell’eminenza intercondiloidea del plateau tibiale e, distalmente, dal centro dell’articolazione tibio-tarsica;

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• un’altra, che identifica il plateau tibiale, passante per il punto più craniale del plateau tibiale, a livello del tubercolo di Gerdy, e per il punto più caudale, a livello dell’inserzione del LCP.

Quindi si ottiene l’angolo del plateau tibiale (TPA) dall’intersezione della tangente alla superficie articolare della porzione prossimale della tibia con la perpendicolare all’asse di riferimento della tibia (fig.4)(Abel, 2003).

Fig.4

a - asse funzionale della tibia;

b – linea passante dalla porzione craniale del piatto tibiale e

l’inserzione del LCP;

c b

a

c - linea perpendicolare all’asse funzionale della tibia passante

dall’eminenza intercondiloidea;

d – angolo che indica l’inclinazione del piatto tibiale.

Nella valutazione del TPA bisogna mettere molta attenzione in quanto la variabilità nelle misurazioni inter e intraosservatore è elevata e le fonti di errore possono essere numerose. Una prima fonte di errore potrebbe essere il non perfetto posizionamento del paziente e della tibia. Una minima flessione, rotazione o deviazione sul piano sagittale nel disporre il ginocchio, può alterare l’immagine radiografica dei punti di riferimento per tracciare l’asse funzionale e la tangente al piatto della tibia, determinando errori. Anche quando il paziente è disposto correttamente ci possono essere fonti di errore. L’estremità caudale della superficie articolare della tibia, ad esempio, può apparire curvilinea, rendendo difficile il ritrovamento del punto di inserzione del LCA. In alcuni casi, il margine caudale della superficie articolare può

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essere arrotondato o inclinato rendendo difficile l’identificazione del punto per tracciare la linea parallela al piatto tibiale. Inoltre le modificazioni degenerative che si sovrappongono ai limiti del plateau tibiale, specialmente nel punto caudale, sono le principali responsabili delle differenze tra le misurazioni.

Angolazione della tibia prossimale

Il DTA/PTA rappresenta l’angolazione della tibia prossimale in relazione all’asse medio tibiale ed è ottenuto misurando l’angolo tra il DTA e l’asse della porzione prossimale della tibia (PTA). Il PTA è la linea di unione del punto medio della faccia distale della cresta tibiale, misurata su una linea perpendicolare al DTA, e la faccia caudale del condilo mediale della tibia (fig.5).

Il DTA è stato scelto per questo studio in quanto si basa esclusivamente sull’asse della tibia prossimale e teoricamente non è influenzato dalla porzione prossimale della tibia (capitolo 5).

DTA/PTA PTA 50% DTA 75% fig. 5

Nella determinazione del DTA/PTA è importante porre attenzione nell’individuare con esattezza la porzione più caudale della tubertosità tibiale e il punto medio della perpendicolare al DTA. In quanto, a differenza del TPA, dove anche una variazione

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di qualche millimetro del punto medio a livello del tarso influisce relativamente sulla determinazione dell'angolo (variando di 4mm < di 0,5°), variando il punto medio della perpendicolare al DTA o spostandola di qualche millimetro prossimalente o distalmente la variazione del DPA/PTA è notevole.

Lunghezza prossimale della tuberosità tibia

La lunghezza della tibia, come precedentemente detto, influisce sul sistema di forze agenti sul ginocchio favorendo, attraverso l’azione del legamento tibio-rotuleo, lo scivolamento craniale della tibia. Ma quanto questa lunghezza possa influire su questo processo non è chiaro. Da qui l’esigenza di ideare un sistema per calcolare la lunghezza della tuberosità tibiale (LTT) e rapportarla alla lunghezza prossimale dell’intera tibia (LPT).

Il sistema di misurazione prevede di tracciare una linea che va dal punto più craniale della cresta tibiale a quello più caudale della superficie articolare del condilo tibiale mediale e un’altra, perpendicolare a questa, passante per l’eminenza intercondiloidea. In questo modo è possibile misurare la distanza tra la larghezza totale della porzione prossimale della tibia e rapportarla alla larghezza della tuberosità tibiale, rappresentata dalla porzione craniale al punto di intersezione della perpendicolare a LPT, quindi craniale al LCA.

Questo sistema di misurazione, a differenza degli altri proposti, fornisce dei punti di riferimenti sulla proiezione radiografica più oggettivi e facilmente individuabili. Le sole difficoltà riscontrate si ritrovano in caso di artrosi marcata a causa dell’alterazione dei punti di riferimento dovute alle produzioni osteofitiche che, a livello della porzione caudale del condilo mediale tibiale, potrebbero, in un osservatore poco attento, falsare la lunghezza della LPT.

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a

LTT LPT LPT lunghezza prossimale della tibia- dal punto più craniale della cresta tibiale a quello più caudale della superficie articolare del condilo tibiale mediale

a- perpendicolare a questa, passante per l’eminenza intercondiloidea

LTT- lunghezza della tuberosità

tibiale- porzione di LPT craniale ad a

Essendo il proposto del nostro studio di osservare, sia attraverso i sistemi di misurazione già considerati da altri Autori, sia mediante la metodica sperimentale da noi introdotta, se specifiche conformazioni della tibia prossimale possano predisporre alla rottura del LCA , abbiamo messo a confronto i valori medi di:

• articolazioni con e senza rottura;

• articolazioni di soggetti con rottura bilaterale e articolazioni di soggetti non affette da alcuna patologia;

• articolazioni con rottura e senza di soggetti con rottura monolaterale;

• e articolazioni degli arti con rottura di femmine e maschi, considerata la maggiore predisposizione delle prime alla rottura.

Inoltre abbiamo diviso in due sottogruppi le articolazioni con e senza rottura per valutare se a tuberosità tibiali più o meno lunghe corrispondano valori di DTA/PTA

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e di TPA che possano individuare una determinata popolazione predisposta alla rottura o preservata da questa.

6.2 RISULTATI

I 50 soggetti inclusi in questo studio sono rappresentati da: 30 femmine, di cui 3 sterilizzate, e da 20 maschi, di cui 1 castrato, con un peso che va dai 18 ai 45 Kg ed età compresa tra i 2 e i 7 anni. Le razze coinvolte sono: meticci (9), Rottweiler (4), Bulldog (1), Beagle (1), Terranova (2), Golden Retriever (5), Pointer (1), Boxer (8), Pitt bull (1), Bracco Tedesco (2), Pastore Tedesco (4), Dobermann (1), Corso (1), Pastore Maremmano (1), Setter Inglese (3), Bullmastiff (1) e Dogue De Bordeaux (2).

I risultati ottenuti dalla valutazione del DTA/PTA, TPA e del LTT/LPT dei singoli soggetti sono riportati nelle tabelle 1, 2 e 3.

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bull dog m 1a sx 3,70 2,70 0,73 7° 15° 5 artrosi lieve lux rotula no

beagle m 2,5a sx 3,60 3,00 0,83 11° 23° 2 assente lux rotula no

dx 3,70 2,80 0,75 13° 25° 1 assente nessuna no

terranova m 3,5a sx 4,90 3,70 0,75 13° 23° 6 artrosi lieve rottura LCA si

dx 4,90 3,80 0,77 14° 24° 7 artrosi lieve rottura LCA no

golden ret. f 8a sx 4,30 3,60 0,84 4° 20° 15 artrosi moderata artrosi no

dx 4,20 3,50 0,83 22° 9 artrosi lieve rottura LCA si

meticcio f 4a sx 3,40 2,80 0,82 3° 23° 0 assene nessuna no

dx 3,30 2,70 0,82 3° 24° 0 assente nessuna no

pointer f 7a sx 4,20 3,50 0,83 13° 30° 2 assente rottura LCA si

boxer f 3a sx 4,40 3,40 0,77 4° 26° 4 artrosi lieve inst.rot. no

dx 4,20 3,30 0,78 13° 31° 0 assente nessuna no

terranova f 2a sx 4,60 3,60 0,78 24° 13 artrosi moderata rottura LCA no

dx 4,60 3,50 0,76 30° 0 assente sosp.les. lca no

meticcio mc 6a sx 3,50 2,80 0,80 13° 32° 1 assente rottura LCA no

meticcio m 24m sx 3,20 2,70 0,84 6° 26° 2 assente lux rotula no

rottweiler f 5a sx 4,10 3,50 0,85 23° 6 artrosi lieve rottura LCA si

dx 4,30 3,30 0,77 4° 24° 2 assente nessuna no

pittbul m 5a sx 4,20 3,20 0,76 22° 3 assente rottura LCA si

bracco ted f 6a dx 4,20 3,00 0,71 25° 2 assente rottura LCA si

past. ted. m 4a sx 4,90 3,90 0,79 5° 24° 15 artrosi moderata nessuna no

boxer fs 2a sx 4,20 3,40 0,80 10° 25° 4 artrosi lieve nessuna no

dobermann fs 4,5a sx 4,90 4,00 0,81 5° 30° 12 artrosi moderata nessuna no

dx 5,10 4,00 0,78 22° 14 artrosi moderata rottura LCA si

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segnalamento LPT LTT LTT/LPT DTA/PTA PTA osteoartrosi diagnosi int.

past.marem fs 1,5a dx 4,30 3,70 0,86 23° 4 artrosi lieve rottura LCA si

sx 4,50 3,50 0,78 25° 9 artrosi lieve rottura LCA si

meticcio f 9a sx 4,10 3,70 0,90 11° 25° 7 artrosi lieve rottura LCA no

dx 3,00 2,60 0,87 11° 26° 4 artrosi lieve rottura LCA no

meticcio m 9a sx 5,10 3,90 0,76 14° 23° 15 artrosi moderata rottura LCA si

dx 5,10 3,90 0,76 11° 26° 5 artrosi lieve rottura LCA no

sett.ingl. m 6a sx 5,00 3,90 0,78 8° 26° 3 artrosi lieve nessuna no

boxer m 5a sx 4,50 3,50 0,77 13° 30° 7 artrosi lieve rottura LCA no

bracco IT f 6a sx 4,70 3,70 0,79 4° 23° 0 assente rottura LCA no

PT f 6a sx 4,30 3,60 0,83 8° 30° 0 assente nessuna no

dx 3,90 3,20 0,83 5° 20° 0 assente lux rot. si

rottweiler f 4a sx 4,50 3,70 0,82 12° 26° 7 artrosi lieve lassità rot. no

dx 4,50 3,70 0,82 10° 24° 5 artrosi lieve nessuna no

labrador m 4a dx 4,40 3,60 0,81 14° 28° 5 artrosi lieve rottura LCA si

meticcio m 2a sx 3,70 3,10 0,84 7° 26° 0 assente nessuna no

meticcio m 10a dx 3,50 3,10 0,88 6° 25° 0 assente displasia no

boxer f 5a sx 4,20 3,50 0,83 5° 23° 0 assente nessuna no

boxer m 5a sx 4,50 3,80 0,84 13° 29° 8 artrosi lieve artrosi no

boxer f 1.5a sx 4,40 3,70 0,84 4° 23° 5 artrosi lieve Rt. menisco no

boxer m 5a sx 4,70 3,80 0,81 29° 12 artrosi moderata rottura LCA no

dx 4,70 3,80 0,81 12° 26° 0 assente nessuna no

meticcio f 5a dx 4,05 3,35 0,83 14° 22° 6 artrosi lieve rottura LCA si

sx 4,05 3,35 0,83 8° 19° 0 assente nessuna no

labrador f 5a sx 3,80 3,20 0,82 8° 26° 0 assente nessuna no

dx 3,80 3,30 0,87 10° 23° 0 assente nessuna no

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segnalamento LPT LTT LTT/LPT DTA/PTA PTA osteoartrosi diagnosi int.

sett.ingl m 3.5a sx 3,80 3,30 0,87 4° 22° 0 assente nessuna no

sx 5,50 4,60 0,84 11° 27° 14 artrosi moderata rottura LCA si

sett.ingl f 8.5a sx 3,70 3,10 0,84 2° 24° 0 assente rottura LCP no

meticcio f 2,5a sx 3,90 3,20 0,82 28° 0 assente rottura LCA no

dx 4,00 3,40 0,85 10° 18° 0 assente rottura LCA no

labrador m 2a sx 4,90 3,70 0,75 10° 28° 4 artrosi lieve rottura LCA si

sx 4,00 3,20 0,80 30° 0 assente rottura LCA si

meticcio f 10a dx 2,90 2,30 0,79 12° 21° 0 assente lesione LCA no

dogo m 4a dx 5,00 3,90 0,78 13° 25° 12 artrosi moderata rottura LCA si

sx 4,80 3,80 0,79 12° 27° 0 assente nessuna no

dogledeb f 3a sx 4,70 3,80 0,80 14° 24° 6 artrosi lieve rottura LCA no

dx 4,50 3,70 0,82 6° 28° 0 assente nessuna no

pt m 6a sx 5,20 3,90 0,75 11° 22° 17 artrosi moderata artrosi no

labrador f 6a sx 3,90 3,10 0,79 12° 30° 7 artrosi lieve nessuna no

meticcio fs 7a dx 4,60 3,80 0,83 24° 8 artrosi lieve rottura LCA si

sx 4,60 3,80 0,83 5° 24° 0 assente nessuna no

rottweiler fs 5.5a dx 4,50 3,50 0,77 4° 19° 0 assente nessuna no

meticcio f dx 5,00 3,70 0,74 4° 25° 2 assente nessuna no

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Da questi dati si può desumere che nella nostra popolazione le femmine con il LCA rotto rappresenta il 31.4% contro il 19.65% dei maschi.

In generale, il range dei valori delle nostre misurazioni vanno da 15° a 32° (in media, 25° ± 3.3°) per il TPA, da 2° a 14° (in media, 0.81 ± 0.04) per il DTA/PTA e da 0,73 a 0,90 ( in media, 9 ± 3°) per la LTT/LTP.

Gli arti con rottura del LCA hanno il TPA compreso tra 18° e 32° (in media, 25.24° ± 3.19°), il DTA/PTA tra 4° e 14° ( in media, 10 ± 3.14°) e la LTT/LPT tra 0.71 e 0.90 ( in media, 0.8 ± 0.04); mentre per ginocchi sani, rappresentanti il gruppo di controllo, i valori vanno rispettivamente da 15° a 31° (in media, 24.64° ± 3.39°), da 2° a 13° ( in media, 7° ± 3.34°) e da 0.75 a 0.85 ( in media, 0.81 ± 0.03) (tab.1 e 2).

articolazioni con rottura LCA articolazioni senza rottura LCA LTT/LTP 0.80 ds 0.04 LTT/LTP 0.81 ds 0.03

DTA/PTA 10° ds 3,14 DTA/PTA 7° ds 3,34 PTA 25,24° ds 3,19 TPA 24,64° ds 3,39

Tabella 1 Tabella 2

Separando gli arti con e senza rottura in due sottogruppi si ha , per ginocchi con il LCA sano e LTT/LTP < di 0.81 un TPA di 25° e un DTA/PTA di 8°, mentre per medie di LLT/LTP > a 0.81 un TPA di 24° e un DTA/PTA di 7°. Per ginocchi con il LCA rotto e LLT/LTP <0.80 o >0.80 il DTA/PTA e il TPA è lo stesso ed è rispettivamente di 10° e 25° (tab.3 e 4).

articolazioni con rottura LCA articolazioni senza rottura LCA LTT/LTP <0,80 >0,80 LTT/LTP <0,81 >0,81 DTA/PTA 10° 10° DTA/PTA 8° TPA 25° 25° TPA 25° 24° Tabella 3 Tabella 4 56,40%

In soggetti con rottura bilaterale del LCA , rappresentati dall’ 11.7% della nostra popolazione, la media dei valori delle misurazioni è per il TPA 25°, 10° per il DTA/PTA e 0.81 per LLT/LTP; mentre per i soggetti con entrambi i ginocchi sani è di 26° per il TPA, 8° per il DTA/PTA e di 0.81 per la LLT/LPT (Tab.5).

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Infine, calcolando la media dei valori ottenuti dalle misurazioni dei ginocchi con e senza rottura del LCA solo dei soggetti con rottura monolaterale i valori medi sono: per gli arti affetti, 27° per il TPA, 10° per il DTA/PTA e 0.81 per il LLT/LTP invece per il collaterale sono rispettivamente 26°, 8° e 0.81(Tab.6).

Tabella 5 Tabella 6 soggetti con rott.bilaterale arti con rott.LCA arti senza rott.LCA soggetti con rott.monolat arti con rott.LCA arti controlaterali LTT/LTP 0,81 0,81 LTT/LTP 0,82 0,81 DTA/PTA 10° DTA/PTA 10° 7° TPA 25° 26° TPA 24° 25° 11,70%

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