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N O V E M B R E 2 0 1 0ATEISMO
UNA NUOVA
CROCIATA?
3 La crociata degli atei 4 La scienza si `
e sbarazzata di Dio?
6 Si vivrebbe meglio in un mondo senza religione?
8 “Mi avevano insegnato l’ateismo”
10 Pasti caldi direttamente da casa?
Chiamate un dabbawala 13 Gas naturale:
energia per le nostre case 19 Parole che riflettono sapienza 20 Il punto di vista biblico
Si devono rivolgere preghiere ai “santi”?
22 Macadamia:
una squisita noce australiana 24 Frutto di un progetto?
L’occhio della canocchia pavone 25 “Ha conservato l’ottimismo”
30 Uno sguardo al mondo 31 Da considerare in famiglia 32 La Bibbia: Perch´
e conoscere il suo messaggio
ATEISMO:
UNA NUOVA CROCIATA? 3-9
Alcuni esponenti di spicco dell’ateismo hanno una missione: convertirvi al loro credo. Le loro argomentazioni sono valide?
15 Un libro degno di fiducia:
Parte I
Questo `
e il primo di una serie di sette articoli che prendono in esame la storia e le profezie bibliche. Hanno lo scopo di aiutarvi a capire che la Bibbia` e accurata e degna di fiducia.
26 Dovrei lasciare la scuola?
Quando dovresti terminare gli studi? Quali sono i tuoi obiettivi scolastici? Speriamo che questo articolo ti aiuti a fare la scelta giusta.
Foto scattata per gentile concessione del British Museum
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TIRATURA MEDIA: 38.451.000 COPIE SI PUBBLICA IN 84 LINGUE
Svegliatevi! Novembre 2010 3
N
EOATEI: sono definiti cos`ı i componenti di una nuova corrente di atei, i quali non si ac- contentano di tenere per s´
e le proprie idee. La loro `
e piuttosto una crociata per “cercare con fer- vore, rabbia e passione di convincere chi `
e religio- so a pensarla come loro”, ha scritto il giornalista Richard Bernstein. Anche gli agnostici sono nel loro mirino, perch´
e i neoatei non lasciano spazio al dubbio. Per loro Dio non esiste. Punto e basta.
“Io credo che il mondo abbia bisogno di sve- gliarsi dal suo lungo incubo di fedi religiose”, ha affermato il premio Nobel Steven Weinberg.
“Qualsiasi cosa noi scienziati possiamo fare per in- debolire la presa delle religioni dovremmo farlo e potrebbe alla fine rivelarsi come il nostro maggio- re contributo alla civilt`
a”. (Micromega, n. 3/2008) Uno strumento usato per indebolire tale presa `
e la pagina stampata, che a quanto pare sta suscitando notevole interesse, dato che alcuni libri scritti da neoatei sono diventati best seller.
La religione ha contribuito alla causa dei neoa- tei, perch´
e la gente `
e ormai stufa dell’estremismo, del terrorismo e dei conflitti di matrice religiosa che piagano il mondo. Un esponente di spicco del neoateismo ha detto: “La religione avvelena ogni cosa”. E questo ‘veleno’ comprenderebbe non solo
le posizioni estremiste, ma anche i credi religiosi in generale. I neoatei sostengono che le dottrine fon- damentali debbano essere smascherate, abbando- nate e sostituite da razionalit`
a e ragione. A detta dell’ateo Sam Harris, la gente non deve avere pau- ra di affermare apertamente “che la Bibbia e il Co- rano contengono entrambi, tra le righe, idee con- trarie alla vita”. “Non possiamo pi`
u permetterci il lusso di essere politicamente corretti”.1
Se da una parte i neoatei screditano la religio- ne, dall’altra esaltano la scienza, e alcuni arrivano ad affermare che questa confuti l’esistenza di Dio.
Ma ` e cos`
ı? Pu`
o davvero arrivare a tanto? Rivol- gendosi al lettore credente, Harris dice: “A tempo debito, uno di noi due avr`
a senza dubbio la meglio in questa disputa, mentre l’altro dovr`
a rassegnarsi alla sconfitta”.2
Secondo voi, il tempo a chi dar`
a ragione? Men- tre affrontiamo l’argomento, chiedetevi: ‘Credere in un Creatore `
e intrinsecamente dannoso? Se tut- ti fossero atei, il mondo sarebbe migliore?’ Esami- niamo il parere espresso da alcuni stimati scienzia- ti e filosofi su ateismo, religione e scienza.
1 La fine della fede, trad. di M. Gurioli, Nuovimondimedia, San Lazzaro di Savena, 2006, p. 19.
2 Lettera a una nazione cristiana, trad. di M. Gurioli, Nuovi Mondi, Modena, 2008, p. 30.
LA CROCIATA
DEGLI ATEI
4
I
L FILOSOFO britannico Antony Flew ` e stato per mezzo secolo un ateo molto stimato dai suoi colleghi. “Teologia e falsificazione”, un suo saggio del 1950, “`e stato uno dei testi filosofici pi` u ristampati del [XX] secolo”. (There is a God) Nel 1986 Flew fu definito “il pi`
u profondo tra i critici contemporanei del teismo” (la credenza in Dio o nelle divinit`
a).1 Per questo molti rimasero sciocca- ti quando, nel 2004, Flew annunci`
o di aver cam- biato idea.
Cosa lo indusse a cambiare parere? In una pa- rola, la scienza. Si convinse che l’universo, le leg- gi della natura e la vita stessa non possono esse- re venuti all’esistenza semplicemente per caso. Si tratta di una conclusione ragionevole?
Come sono venute all’esistenza le leggi della natura?
Il fisico e scrittore Paul Davies fa notare che la scienza rende un eccellente servizio spiegando fe- nomeni fisici come la pioggia. Ma dice: “Quando . . . ci si chiede per esempio ‘perch´
e ci sono leggi di natura?’, la situazione `
e meno chiara. Problemi di questo tipo non sono molto influenzati da specifi-
1 J. Barrow e F. Tipler, Il principio antropico, trad. di F. Nicodemi, Adelphi, Milano, 2002, pp. 124-125.
che scoperte scientifiche: molte delle questioni dav- vero importanti sono rimaste immutate fin dalla nascita della civilt`
a e ci tormentano ancora oggi”.1
“L’aspetto veramente importante non ` e che ci sono delle regolarit`
a in natura”, ha scritto Flew nel 2007, “ma che queste regolarit`
a sono matemati- camente precise, universali e correlate. Einstein ne parla come di ‘ragione incarnata’. La domanda che dovremmo porci `
e come la natura sia stata confezionata in questo modo. Questa `
e certamen- te una domanda che scienziati da Newton ad Ein- stein ad Heisenberg si sono posti e a cui hanno dato una risposta. La loro risposta `
e stata: la Men- te di Dio”. — There is a God.
Quindi molti scienziati assai stimati non ritengo- no antiscientifico credere in una Causa Prima in- telligente. D’altra parte, dire che l’universo, le sue leggi e la vita stessa siano frutto del caso `
e insoddi- sfacente sotto il profilo intellettuale. L’esperienza di tutti i giorni ci dice che un progetto, soprattutto se molto sofisticato, richiede un progettista.
1 Una fortuna cosmica, trad. di T. Cannillo, Mondadori, Milano, 2007, p. 28.
LA SCIENZA
SI `
E SBARAZZATA DI
DIO?
QUESTA RIVISTA SI PROPONE di essere utile all’intera famiglia. Mostra come far fronte ai problemi d’oggi. Riporta notizie, parla di popoli di molti paesi, tratta argomenti religiosi e scientifici. Ma fa di pi`
u. Va oltre le apparenze e addita il vero significato degli avvenimenti attuali, pur restando sempre politicamente neutrale e non esaltando una razza al di sopra di un’altra. Soprattutto, questa rivista infonde fiducia nella promessa del Creatore di stabilire un nuovo mondo pacifico e sicuro, che sta per sostituire l’attuale sistema di cose malvagio e illegale.
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Questa pubblicazione non `e in vendita. Viene distribuita nell’ambito di un’opera mondiale di istruzione biblica sostenuta mediante contri- buzioni volontarie. Salvo diversa indicazione, la versione biblica usata
`e la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture con riferimenti.
Svegliatevi! `
e un periodico mensile edito in Italia dalla Congregazio- ne Cristiana dei Testimoni di Geova, Via della Bufalotta 1281, Roma. Direttore responsabile: Romolo Dell’Elice. Reg. Trib. Roma n. 14290 - 10/1/1972. Stampata in Germania da: Wachtturm Bibel- und Traktat-Gesellschaft der Zeugen Jehovas, e. V., Selters/Taunus.
5 2010 Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania. Tutti i diritti sono riservati. Druck und Verlag: Wachtturm Bibel- und Traktat- Gesellschaft der Zeugen Jehovas, e. V., Selters/Taunus. Verantwort- liche Redaktion: Ramon Templeton, Selters/Taunus.
Svegliatevi! Novembre 2010 5
Quale fede abbraccerete?
Anche se ai neoatei piace innalzare il vessillo della scienza, la verit`
a ` e che n´
e l’ateismo n´ e il tei- smo si basano esclusivamente su di essa. Entram- bi richiedono fede: nel cieco caso da un lato, in una Causa Prima intelligente dall’altro. I neoatei promuovono l’idea che “ogni fede religiosa sia una fede cieca”, scrive John Lennox, docente di mate- matica presso l’Universit`
a di Oxford, il quale per` o sottolinea con forza che questa idea `
e errata.1 Per cui la domanda `
e: da un’attenta analisi, quale fede si dimostra corretta, quella degli atei o quella dei credenti? Consideriamo, ad esempio, la questione dell’origine della vita.
Gli evoluzionisti ammettono che, sebbene esi- stano molte teorie contrastanti, l’origine della vita rimane un mistero. Richard Dawkins, esponente di spicco del neoateismo, sostiene che, considera- to l’enorme numero di pianeti che devono esistere nell’universo, era inevitabile che la vita comparis- se da qualche parte. Ma molti scienziati autorevo- li non ne sono cos`
ı sicuri. John Barrow, docente presso l’Universit`
a di Cambridge, afferma che “l’e- voluzione della vita e dell’intelligenza `
e dissemi- nata di vicoli ciechi, in ogni sua fase. I modi in cui l’evoluzione pu`
o interrompersi in un ambien- te complesso e ostile sono cos`
ı numerosi che sa- rebbe pura h´
ybris supporre che, dati semplicemen- te un’adeguata quantit`
a di carbonio e un tempo sufficiente, tutto sia possibile”.2
Tenete conto anche del fatto che la vita non ` e soltanto una combinazione di sostanze chimiche.
Si basa piuttosto su un tipo di informazione estre- mamente complessa, codificata nel DNA. Quan-
1 Fede e scienza, trad. di R. Sorgo, Armenia, Milano, 2009, p. 75.
2 Teorie del tutto, trad. di T. Cannillo, Adelphi, Milano, 1992, p. 183.
do perci`
o parliamo dell’origine della vita, parliamo anche dell’origine dell’informazione biologica. Da dove ha origine l’informazione? A quanto ne sap- piamo, pu`
o nascere solo dall’intelligenza. ` E plau- sibile che informazioni complesse, come quelle racchiuse in un software, una formula algebrica, un’enciclopedia o anche solo in una ricetta per una torta, siano il prodotto di un insieme di even- ti casuali? Naturalmente no. Eppure, sul piano del- la complessit`
a e dell’efficienza, nessuna di queste cose pu`
o reggere nemmeno lontanamente il para- gone con l’informazione immagazzinata nel codi- ce genetico degli organismi viventi.
`E scientifico ritenere
che la causa prima sia il puro caso?
Secondo gli atei, “l’universo ` e come `
e, misterio- samente, e per puro caso consente la vita”, spiega Paul Davies. “Se fosse stato differente”, dicono gli atei, “noi non saremmo qui a discuterne. L’univer- so pu`
o avere o no una profonda unit`
a alla base, ma non c’`
e assolutamente alcun progetto, scopo o senso: quanto meno nessuno che noi potremmo comprendere”. “Il vantaggio di questa posizione”, fa notare Davies, “`
e che `
e facile da mantenere: fa- cile al punto da essere una scappatoia”, cio`
e un modo comodo per evitare di affrontare la questio- ne. — Op. cit., pp. 329-330.
In un suo libro, il biologo molecolare Michael Denton `
e giunto alla conclusione che la teoria del- l’evoluzione “somiglia pi`
u a un principio di astro- logia medievale che a una seria teoria scientifica”.
(Evolution—A Theory in Crisis) Sempre Denton ha definito l’evoluzione darwiniana una delle leggen- de pi`
u grandi dei nostri tempi.
In effetti ritenere che il puro caso sia la causa prima ha del fantasioso. Facciamo un esempio.
Lingue: afrikaans, albanese, amarico, arabo, armeno, birmano, bislama, bulgaro, cebuano, ceco,7 chichewa, chitonga, cibemba, ci- nese semplificato, cinese tradizionale7 (audio solo in mandarino), coreano,67 croato, danese,7 ebraico, estone, ewe, figiano, finlande- se,7 francese,687 georgiano, giapponese,67 greco, gujarati, hiligay- non, hindi, ibo, ilocano, indonesiano, inglese,67 islandese, italia- no,67 kannada, kinyarwanda, kirghiso, kirundi, lettone, lingala, lituano, luvale, macedone, malagasy, malayalam, maltese, norvege- se,67 olandese,67 polacco,67 portoghese,687 punjabi, rarotonga- no, romeno, russo,67 samoano, sepedi, serbo, sesotho, shona, silo- zi, singalese, slovacco, sloveno, spagnolo,67 svedese,7 swahili, tagalog, tamil, tedesco,67 thai, tok pisin, tongano, tsonga, tswana, turco, ucraino, ungherese, urdu, vietnamita, xhosa, yoruba, zul`
6 Disponibile anche su CD. u
8 Disponibile anche su CD-ROM in formato MP3.
7 Disponibile anche in formato audio sul sito www.jw.org.
Gradireste altre informazioni o un gratuito studio biblico a domicilio? Scrivete ai Testimoni di Geova usando uno dei seguenti indirizzi. Per l’elenco completo degli indirizzi, vedi www.watchtower.org/address. Albania: PO Box 118, Tirana. Austria: PO Box 67, A-1134 Vienna. Belgio: rue d’Argile-Potaardestraat 60, B-1950 Kraainem. Canada: PO Box 4100, Georgetown, ON L7G 4Y4. Etiopia: PO Box 5522, Addis Abeba. Francia: BP 625, F-27406 Louviers cedex. Germania: 65617 Selters. Gran Bretagna: The Ridgeway, Londra NW7 1RN. Grecia: Kifisias 77, GR 151 24 Marousi. Italia: Via della Bufalotta 1281, I-00138 Roma RM. Paesi Bassi: Noordbargerstraat 77, NL-7812 AA Emmen. Spagna:
Apartado 132, 28850 Torrej´
on de Ardoz (Madrid). Stati Uniti d’America: 25 Columbia Heights, Brooklyn, NY 11201-2483. Sudafrica: Private Bag X2067, Krugersdorp, 1740.
Svizzera: PO Box 225, 3602 Thun.
Un archeologo vede una pietra grezza pi`
u o meno squadrata. Potrebbe attribuire una forma del gene- re al caso, il che sarebbe ragionevole. Ma poi trova una pietra perfettamente scolpita che riproduce nei minimi particolari un busto. Attribuir`
a anche questa al caso? No. La logica gli dice che qualcu- no deve averla scolpita. Ricorrendo a un ragiona- mento simile, la Bibbia afferma: “Ogni casa `
e co- struita da qualcuno, ma chi ha costruito tutte le cose `
e Dio”. (Ebrei 3:4) Siete d’accordo con que- sta affermazione?
“Pi`
u cose conosciamo riguardo al nostro uni- verso”, scrive Lennox, “pi`
u l’ipotesi che vi sia un Dio Creatore il quale abbia progettato l’universo per un certo scopo acquista credibilit`
a come spie- gazione migliore del perch´
e noi siamo qui”. — Op.
cit., p. 84.
Triste a dirsi, tra le cose che minano la fede in Dio c’`
e il male perpetrato nel suo nome. Di con- seguenza alcuni hanno concluso che l’uomo vi- vrebbe meglio senza religione. E voi cosa ne pen- sate?
I
L NEOATEISMO sogna un mondo senza re- ligione: senza terroristi kamikaze, guerre religiose e predicatori televisivi che tosano i loro greggi. Vi attira l’idea?Prima di rispondere, chiedetevi: ‘Esistono prove a conferma del fatto che il mondo sa- rebbe migliore se tutti fossero atei?’ Riflettete:
qualcosa come un milione e mezzo di cambo- giani morirono quando i khmer rossi tentaro-
no di instaurare uno stato ateo marxista. E nel- l’URSS ufficialmente atea il regime di Stalin miet´
e decine di milioni di vittime. `
E vero che quelle atrocit`
a non sono direttamente ricon- ducibili all’ateismo. Ma dimostrano senz’altro che un governo improntato all’ateismo non `
e in grado di garantire pace e armonia.
Pochi negherebbero che la religione sia stata causa di molte sofferenze. Ma la colpa `
e da at-
SI VIVREBBE MEGLIO IN UN MONDO SENZA RELIGIONE?
La terra data all’antico Israele era abitata dai cananei, un popolo depravato che pratica- va l’immoralit`
a sessuale — tra cui incesto, so- domia e bestialit`
a — e compiva sacrifici rituali di bambini. (Levitico 18:2-27) Un’opera di con- sultazione afferma che gli scavi “hanno porta- to alla luce mucchi di cenere e resti di scheletri infantili in cimiteri adiacenti ad altari pagani, a conferma della diffusione [dell’usanza di sacri- ficare i bambini]”. (Archaeology and the Old Testament) I cananei adoravano i loro d`
ei
dandosi all’immoralit`
a e sacrificando i loro pri- mogeniti a quegli stessi d`
ei, dice un manuale biblico, che aggiunge: “Gli archeologi che sca- vano fra le rovine delle citt`
a cananee si chiedo- no perch´
e Dio non li abbia distrutti prima”.
— Halley’s Bible Handbook.
La distruzione dei cananei da parte di Dio ci ricorda che egli non tollerer`
a per sempre il male perpetrato in suo nome. Atti 17:31 dice:
“[Dio] ha stabilito un giorno in cui si propone di giudicare la terra abitata con giustizia”.
COSA PENSA DIO DELLE ATROCIT `
A RELIGIOSE?
Svegliatevi! Novembre 2010 7
tribuire a Dio? No, cos`
ı come una casa auto- mobilistica non pu`
o essere ritenuta colpevole se una persona causa un incidente perch´
e usa il cellulare al volante. Le sofferenze dell’uomo hanno molte cause, e una di queste va ben ol- tre le convinzioni religiose. La Bibbia la identi- fica con l’imperfezione ereditata. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio”. (Ro- mani 3:23) Questa inclinazione peccaminosa tende a promuovere egoismo, eccessivo orgo- glio, desiderio di autonomia morale e violenza.
(Genesi 8:21) Inoltre porta le persone a giusti- ficarsi e a propendere per credi che condona- no le trasgressioni. (Romani 1:24-27) A ragione Ges`
u Cristo disse: “Dal cuore vengono malvagi ragionamenti, assassinii, adult`
eri, fornicazioni, furti, false testimonianze, bestemmie”. — Mat- teo 15:19.
Una distinzione importante A questo punto `
e bene fare una distinzio- ne tra la vera adorazione, cio`
e quella che Dio accetta, e la falsa. La vera adorazione aiuta a combattere basse inclinazioni. Incoraggia l’a- more altruistico, la pace, la benignit`
a, la bon- t`
a, la mitezza, la padronanza di s´
e, la fedel- t`
a coniugale e il rispetto per gli altri. (Galati 5:22, 23) La falsa religione, invece, si adatta alle mode, o, come dice la Bibbia, ‘solletica gli
orecchi’, giustificando alcune delle azioni erra- te che Ges`
u condann`
o. — 2 Timoteo 4:3.
`E possibile che l’ateismo contribuisca a que- sta ambiguit`
a o confusione in campo morale?
Se si fa a meno di Dio non si ha alcuna respon- sabilit`
a verso un’autorit`
a divina, n´
e esistono
“valori oggettivi da rispettare”, dice il docente di diritto Phillip Johnson. In questo modo la moralit`
a diventa relativa, e ciascuno pu` o stabi- lire quali princ`
ıpi seguire, ammesso che scelga di averne. Senza dubbio questo modo di pensa- re fa s`
ı che per alcuni l’ateismo risulti una filo- sofia attraente. — Salmo 14:1.
Dio, comunque, non tollerer`
a per sempre la falsit`
a, religiosa o atea che sia, n´
e coloro che la promuovono.1 Promette: “I retti [in sen- so morale e spirituale] son quelli che risie- deranno sulla terra, e gli irriprovevoli quelli che vi resteranno. Riguardo ai malvagi, saran- no stroncati dalla medesima terra; e in quanto agli sleali, ne saranno strappati via”. (Proverbi 2:21, 22) Il risultato sar`
a qualcosa che nessun uomo, nessuna filosofia o istituzione umana potr`
a mai portare: la pace e la felicit`
a univer- sali. — Isaia 11:9.
1 Potete trovare una spiegazione biblica esauriente del per- ch´
e Dio sta temporaneamente tollerando la malvagit` a e le sofferenze nel capitolo 11 del manuale di studio Cosa insegna realmente la Bibbia?, edito dai Testimoni di Geova.
Sono state commesse atrocit` a sia da religiosi che da irreligiosi
Il sostegno della Chiesa a Hitler Teschi di vittime dei khmer rossi (Cambogia)
&APPhoto
8
I
L PROFESSOR Frantiˇsek Vyskoˇ
cil, docen- te presso l’Universit`
a Carlo di Praga, ` e noto a livello internazionale per le sue ricer- che nel campo della neurofisiologia. In passato era ateo, ma ora crede fermamente in Dio. In un’intervista rilasciata a Svegliatevi! il professor Vyskoˇ
cil spiega perch´
e ha cambiato idea.
Cosa pensava della religione prima di intraprendere la carriera nel campo scientifico?
Mi avevano insegnato l’ateismo, e mio padre spesso si faceva beffe degli ecclesiastici. Nel 1963 mi laureai in biologia e chimica. Durante gli studi ritenevo che la teoria dell’evoluzione spiegasse la biodiversit`
a.
Ci dica qualcosa della sua carriera di scienziato.
Da ricercatore ho studiato le propriet` a chi- miche ed elettriche delle sinapsi. Ho anche condotto studi sui neuroni e sulle pompe di membrana, nonch´
e studi di trapiantologia e de- sensibilizzazione ai farmaci. Molti miei lavori sono stati pubblicati e alcuni articoli sono di- ventati studi di riferimento. A suo tempo sono entrato a far parte della Societ`
a Scientifica del- la Repubblica Ceca, una comunit`
a di scienziati scelti dalla Societ`
a stessa. Dopo la “rivoluzione di velluto” (novembre-dicembre 1989) ottenni una cattedra presso l’Universit`
a Carlo ed ebbi il permesso di recarmi nel mondo occidenta- le per conoscere altri colleghi, alcuni dei quali premi Nobel.
Pensava mai a Dio?
In un certo senso s`
ı. A volte mi chiedevo per- ch´
e tante persone molto istruite, tra cui alcu- ni miei professori, credessero in Dio, anche se
non si esponevano pi`
u di tanto per via del re- gime comunista. Ero dell’avviso che Dio fos- se un’invenzione umana, e mi indignavo per le atrocit`
a commesse in nome della religione.
Cosa l’ha indotta a cambiare idea sull’evoluzione?
Cominciai a nutrire dubbi sull’evoluzione durante i miei studi sulle sinapsi. Ero affascina- to dalla strabiliante complessit`
a di queste con- nessioni tra cellule nervose, semplici solo in ap- parenza. ‘Com’`
e possibile’, mi chiedevo, ‘che le sinapsi e le informazioni genetiche che le ri- guardano siano semplicemente il prodotto del
“MI AVEVANO
INSEGNATO
L’ATEISMO”
Svegliatevi! Novembre 2010 9
cieco caso?’ Non riuscivo a trovare una rispo- sta sensata.
Poi, agli inizi degli anni ’70, assistei a una conferenza di un famoso scienziato e docente russo, il quale afferm`
o che gli organismi viventi non possono essere il risultato di mutazioni ca- suali e selezione naturale. Uno dei presenti allo- ra gli chiese dove si potessero trovare delle ri- sposte. Il professore tir`
o fuori dalla giacca una piccola Bibbia in russo, la mostr`
o all’uditorio e disse: “Leggete la Bibbia, specialmente il reso- conto della creazione contenuto nella Genesi”.
Pi`
u tardi incontrai il professore e gli chiesi se diceva sul serio a proposito della Bibbia. In sostanza la sua risposta fu: “I semplici batteri si dividono ogni 20 minuti circa e hanno cen- tinaia e centinaia di proteine diverse, ognuna delle quali `
e costituita da 20 tipi di amminoa- cidi disposti in catene che possono contener- ne parecchie centinaia. Per evolversi attraverso singole mutazioni vantaggiose, i batteri avreb-
bero impiegato molto pi`
u dei tre o quattro miliardi di anni da che, stan- do a molti scienziati, la vita ebbe ori- gine sulla terra”. A suo avviso era molto pi`
u sensato il libro biblico del- la Genesi.
Come influirono su di lei le parole del professore?
Le sue osservazioni, oltre ai miei dubbi assillanti, mi indussero a inta- volare l’argomento con diversi colle- ghi e amici credenti, ma le loro idee non mi convincevano. Poi parlai con un farmacologo che era testimone di Geova.
Per tre anni diede a me e a mia moglie Ema am- pie spiegazioni sulla Bibbia. Due cose ci colpi- rono. Primo che il “cristianesimo” tradizionale ha ben poco a che fare con la Bibbia. Secon- do che la Bibbia, pur non essendo un libro di scienza, `
e in armonia con la vera scienza.
Il fatto di aver cambiato idea ha interferito con la sua ricerca scientifica?
Tutt’altro. Un bravo scienziato deve essere il pi`
u obiettivo possibile, a prescindere dalle sue convinzioni. Ma la mia fede ha cambiato me.
Anzich´
e essere troppo sicuro di me, altamen- te competitivo e indebitamente orgoglioso del- le mie capacit`
a in campo scientifico, ora sono molto grato a Dio per qualsiasi dote io possa avere. Inoltre, invece di attribuire ingiustamen- te al cieco caso gli straordinari progetti eviden- ti nella creazione, io e non pochi altri scienziati ci chiediamo: ‘Come ha fatto Dio a ideare tut- to questo?’
Io e non pochi altri
scienziati ci chiediamo:
‘Come ha fatto Dio
a ideare tutto questo?’
10
P
ER andare al lavoro, immaginate di dover uscire di casa ogni giorno alle cinque del mat- tino e di dover affrontare un viaggio. A pranzo non vi andrebbe di gustare un pasto cucinato esat- tamente alla maniera di casa vostra? Per migliaia di persone che lavorano a Mumbai, in India, que- sto `e possibile grazie ai dabbawala, i quali conse- gnano pasti fatti in casa.1
Il bisogno aguzza l’ingegno
Verso la fine del XIX secolo Mumbai, all’epoca chiamata Bombay, era un agglomerato commer- ciale in espansione. Per recarsi in ufficio, uomi- ni d’affari inglesi e indiani dovevano percorrere lunghe distanze. La rete dei trasporti era insuf- ficiente, e i ristoranti pochissimi. Un pasto prepa- rato a casa era davvero apprezzato, quindi c’era- no dei servi incaricati di ritirare il pranzo da casa
1 La parola dabba significa “contenitore”, mentre wala ` e il termine con cui vengono identificati coloro che offrono questo tipo di servizio. La grafia pu`
o variare.
del datore di lavoro e consegnarglielo in ufficio.
Scorgendo le possibilit`
a commerciali della cosa, un lungimirante imprenditore assunse dei giovani disoccupati provenienti dai villaggi e mise su un servizio di consegna pasti direttamente da casa al lavoro. L’attivit`
a nata da quel piccolo inizio fu un vero successo.
La gente continua a gradire il cibo preparato a casa propria. Anche se oggi, ovviamente, ci sono pi`
u ristoranti, questa soluzione rimane economica e tanto diffusa. Inoltre molti hanno problemi di sa- lute e devono attenersi a un certo regime alimen- tare, e altri osservano delle restrizioni per motivi religiosi. Alcuni, ad esempio, non mangiano la ci- polla mentre altri rifiutano l’aglio. Dal momento che molti di questi ingredienti sono presenti nelle pietanze preparate nei ristoranti, il servizio di con- segna dei pasti fatti in casa risolve il problema.
Il servizio pi`
u affidabile
Nel corso degli anni, questo semplice sistema
PASTI CALDI DIRETTAMENTE DA CASA?
CHIAMATE UN
DABBAWALA
Svegliatevi! Novembre 2010 11
di consegna non `
e cambiato molto, fatta eccezio- ne per le proporzioni. Attualmente sono pi`
u di 200.000 i pranzi che ogni giorno vengono con- segnati da oltre 5.000 addetti, per la stragran- de maggioranza uomini. I pasti, preparati a casa dei clienti, vengono consegnati nei rispettivi uffici, ovunque si trovino in questo conglomerato urba- no che supera ormai i 20 milioni di abitanti. I dab- bawala coprono un’area che ha un raggio di una sessantina di chilometri, forse a piedi (trasportan- do dai 30 ai 40 pasti con dei carretti), in bicicletta o servendosi dei treni locali. Indipendentemente dal mezzo usato, riescono a consegnare il pasto giusto alla persona giusta, e anche in perfetto ora- rio! Si dice che in media ci sia un solo errore ogni 6 milioni di consegne. Come fanno a mantenere un simile record?
Dal 1956 esiste l’associazione dei dabbawala, una fondazione con tanto di comitato esecutivo e vari uffici. Gruppi di lavoratori, sotto il control- lo di un supervisore, operano in maniera indipen- dente. Tutti per`
o sono soci e membri dell’orga- nizzazione e questo, a loro dire, `
e il segreto del successo della loro attivit`
a. Infatti da che il servi- zio `
e stato istituito, oltre un secolo fa, i dabbawala non hanno mai scioperato.
I dabbawala hanno un tesserino di riconosci- mento e sono facilmente individuabili, visto che indossano tutti camicia e berretto bianchi e ampi pantaloni. Chi gira senza berretto, si assenta o
I “dabba” vengono caricati su un treno per la consegna
Il “dabba” `
e composto da vari scomparti che si agganciano fra loro per facilitarne il trasporto
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arriva in ritardo senza un valido motivo, oppure viene scoperto a bere in servizio, pu`
o essere mul- tato.
La giornata tipo
Sono le 8,30 del mattino. Qualcuno a casa del cliente, forse la moglie, ha gi`
a preparato il pranzo e lo ha messo nell’apposito contenitore (dabba).
Di solito i dabba si compongono di vari scompar- ti che si incastrano l’uno sull’altro e sono tenuti insieme da ganci metallici. Ogni dabbawala ritira diversi di questi contenitori in una certa zona, li carica sulla bicicletta o sul carretto e si dirige spe- dito verso la stazione ferroviaria, dove incontra al- tri membri del suo gruppo. A quel punto, proprio come si fa in un ufficio postale, i contenitori ven- gono suddivisi a seconda della destinazione.
Su ogni contenitore viene apposto un codice che combina lettere, numeri e colori, indicante la zona da cui proviene il pasto e la pi`
u vicina stazio- ne ferroviaria, nonch´
e la stazione di destinazione, l’edificio e il piano. I dabba che devono arrivare nella stessa zona vengono messi insieme su lunghe strutture in legno, che possono portarne fino a 48.
All’arrivo del treno, vengono caricati su un com- partimento speciale vicino alla cabina del macchi- nista. Quando il treno raggiunge uno snodo ferro- viario, i contenitori vengono trasferiti sul treno che li porter`
a alla destinazione finale. Qui sono nuova- mente suddivisi per l’ultimo tratto della consegna, che avverr`
a in bicicletta o con un carretto.
Questo metodo di trasporto non `
e solo efficien- te, ma anche economico. Inoltre i dabbawala non
rimangono imbottigliati nel traffico, dal momento che procedono lungo il margine della strada o tra le auto incolonnate. Alla fine il cibo viene conse- gnato all’ufficio giusto entro le 12,30. Poi, tra le 13,15 e le 14,00, dopo avere a sua volta pranzato, l’instancabile dabbawala torna a ritirare i conte- nitori vuoti. Questi vengono riconsegnati a casa del cliente, dove un componente della famiglia li lava e li prepara per il giorno dopo. Dall’inizio alla fine, il tutto si `
e svolto in modo veloce ed efficace, come in una staffetta.
Un servizio umile, ma molto apprezzato Lo straordinario lavoro svolto dai dabbawala non `
e passato inosservato. Altre organizzazioni hanno analizzato il loro sistema di consegna per poterne applicare i princ`
ıpi in altri settori com- merciali. Sono stati realizzati dei documentari sui dabbawala. Il Forbes Global Magazine ha inoltre conferito loro un certificato di merito (Six Sig- ma) per i risultati pressoch´
e perfetti da loro con- seguiti. I dabbawala sono stati poi menzionati nel Guinness dei primati e in studi analitici condotti presso l’americana Harvard Business School. Han- no ricevuto visite ufficiali da dignitari, compreso un membro della famiglia reale inglese, il quale `
e rimasto talmente colpito dal loro lavoro da invitar- ne alcuni al suo matrimonio in Inghilterra.
I dabbawala di ultima generazione si avvalgono di computer e cellulari per prendere gli ordini e re- gistrare i conti. Il metodo di consegna, per`
o, rima- ne sempre lo stesso. Si avvicina l’ora di pranzo? A Mumbai molti affamati uomini d’affari possono stare tranquilli: sanno che sulla loro scrivania sta per arrivare da casa un pranzetto ancora caldo, e in perfetto orario!
Molte compagnie hanno studiato l’efficace metodo di consegna dei “dabbawala”
1.I leoni.
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O
LTRE il 20 per cento del fabbisogno mondia- le di energia viene soddisfatto per mezzo del gas naturale. Ma da dove proviene? `E una fonte di energia pulita? E quanto ne rimane?
Molti scienziati ritengono che il gas naturale si sia formato milioni di anni fa grazie alla decompo- sizione di materia organica vegetale e animale, in- cluso il plancton. In base a questa teoria, nel cor- so di lunghi periodi di tempo l’azione dei microbi, associata alla pressione dei sedimenti accumulati al di sopra e del calore proveniente dagli strati sot- tostanti, avrebbe trasformato i detriti organici in combustibili fossili, come carbone, gas e petrolio.
Gradualmente la maggior parte del gas sarebbe risalita attraverso rocce porose, formando a vol- te vasti giacimenti intrappolati sotto uno strato di roccia impermeabile; ce ne sono di enormi, con miliardi di metri cubi di gas. Come vengono loca- lizzati questi depositi?
Alla ricerca del gas naturale
I satelliti di telerilevamento, il sistema di localiz- zazione GPS, la sismica a riflessione e i computer hanno permesso di andare pi`
u a colpo sicuro nel- la ricerca del gas. La sismica a riflessione si basa sul principio secondo cui il suono viene riflesso dagli strati rocciosi del sottosuolo, dando cos`
ı agli studiosi la possibilit`
a di ottenere un’immagine acu- stica degli strati stessi. `
E l’uomo a creare le sorgen- ti sonore, di solito per mezzo di piccole cariche esplosive o di vibratori installati su speciali veico- li. Le onde d’urto che ne risultano viaggiano attra- verso la crosta terrestre e tornano indietro per ri- flessione verso strumenti di rilevamento, grazie ai quali gli esperti possono generare al computer im- magini tridimensionali delle formazioni rocciose.
A loro volta queste immagini permettono di rileva- re la presenza di eventuali giacimenti di gas.
Nell’esplorazione in mare aperto le onde sono- re vengono generate per mezzo di speciali fucili si-
smici che sparano in mare aria compressa, vapore o acqua. Le onde di pressione prodotte penetrano nel fondale e vengono riflesse verso gli idrofoni ag- ganciati alla nave di rilevamento per mezzo di un lungo cavo. Anche in questo caso, grazie ai segnali
GAS NATURALE
ENERGIA PER LE NOSTRE CASE
˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙
Strumenti speciali generano onde sonore che dagli strati rocciosi vengono riflesse verso dei rilevatori
I geologi analizzano le immagini tridimensionali ottenute grazie alle onde sonore
In alto:5 Lloyd Sutton/Alamy; in basso: 5 Chris Pearsall/Alamy
ricevuti, gli esperti possono creare al computer im- magini da analizzare.
Per giustificare i costi dell’estrazione, il giaci- mento deve essere sufficientemente vasto. Quindi i geologi devono verificarne sia la pressione che il volume. Nel caso della pressione, la misurazione pu`
o essere eseguita in modo piuttosto accurato per mezzo di appositi strumenti. Determinare il volume esatto, invece, `
e pi`
u difficile. Un metodo consiste nel misurare la pressione iniziale, rilascia- re una certa quantit`
a di gas e quindi effettuare una nuova misurazione della pressione. Un lieve calo indica che si `
e in presenza di una vasta riserva; se il calo `
e consistente, la riserva `
e piccola.
Produzione e distribuzione
Dopo l’estrazione il gas naturale viene traspor- tato per mezzo di condutture verso le raffinerie. L` ı vengono eliminati gli scarti chimici, tra cui biossi- do di carbonio, acido solfidrico, anidride solforo- sa, come pure vapore acqueo, che pu`
o corrodere le condutture. Il gas naturale viene quindi distilla- to a temperature molto basse per rimuovere l’a- zoto che non `
e combustibile e recuperare sostan- ze preziose quali elio, butano, etano e propano. Il prodotto finale `
e a tutti gli effetti metano puro, che
`e incolore, inodore e altamente combustibile. Dal momento che si tratta di un prodotto naturale, il metano viene anche definito gas naturale.
Allo scopo di rendere il gas naturale pi` u sicuro per l’uso domestico, gli stabilimenti di produzione aggiungono piccole quantit`
a di composti derivati
dallo zolfo. Il caratteristico odore pungente per- mette cos`
ı di percepire facilmente le perdite e fer- marle prima di un’esplosione. In ogni caso, il gas naturale `
e molto pi`
u pulito di altri combustibili fossili, come carbone e petrolio.
Per facilitarne il trasporto, parte del gas viene portato a temperature molto basse e convertito in gas naturale liquefatto. Il butano e il propano fini- scono spesso per essere trasformati in gas di petro- lio liquefatto (GPL), usato ampiamente come car- burante per automobili, autobus, trattori, camion e altri veicoli. Nell’industria chimica, il butano e il propano vengono utilizzati per produrre materiale plastico, solventi, fibre sintetiche e altri prodotti organici.
Una fonte di energia esauribile Proprio come tutti gli altri combustibili fossili, il gas naturale `
e una risorsa esauribile. Si calcola che debba ancora essere trovato circa il 45 per cento del gas disponibile sul pianeta. Se questa sti- ma `
e corretta, all’attuale ritmo di consumo tale riserva potrebbe estinguersi nell’arco di una ses- santina d’anni. In molti paesi, per`
o, il consumo energetico `
e in crescita, quindi le previsioni attua- li potrebbero rivelarsi tutt’altro che accurate.
In realt`
a il galoppante processo di industrializ- zazione in corso in alcuni paesi potrebbe indurre qualcuno a credere che le risorse della terra siano infinite. Certo, esistono anche il nucleare e altre fonti energetiche rinnovabili, come l’energia sola- re e quella eolica. Ma riusciranno a soddisfare il crescente fabbisogno energetico? Si dimostreran- no sicure? E quale sar`
a il loro impatto ambienta- le? Sar`
a il tempo a dirlo.
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Dopo l’estrazione il gas naturale `
e trasportato per mezzo di condutture verso la raffineria, dove viene lavorato per la distribuzione domestica e commerciale
Pozzo
Raffineria
Azienda distributrice
Svegliatevi! Novembre 2010 15
L’
EGITTO, famoso per le piramidi e il Nilo,`e la prima potenza mondiale menzionata nella storia biblica. Fu durante il suo dominio che Israele divenne una nazione. E fu qui che Mos`
e, l’autore dei primi cinque libri della Bib- bia, nacque e fu istruito. La storia e l’archeolo- gia confermano quello che lui scrisse riguardo a questa antica potenza? Consideriamo alcuni esempi.
Storia degna di fiducia
Titoli onorifici e terminologia.Spesso l’accu- ratezza di una narrazione storica si desume dai dettagli, come usi e costumi, cerimonia- le, nomi e cariche. Quanto ai primi due libri della Bibbia, Genesi ed Esodo, si rivelano af- fidabili sotto questo punto di vista? A proposi- to del racconto della Genesi relativo a Giusep- pe, figlio del patriarca Giacobbe, nonch´
e del libro di Esodo, J. Garrow Duncan afferma:
“[Lo scrittore biblico] conosceva perfettamen- te il mondo egizio: la lingua, gli usi e i costumi, le credenze, la vita di corte, l’etichetta e la buro- crazia”. Egli aggiunge: “[Lo scrittore] ricorre al corretto titolo in uso ed esattamente com’era utilizzato nel periodo in questione. . . . In effetti
l’elemento che pi`
u di qualunque altro dimostra la profonda conoscenza dell’Egitto nell’Antico Testamento, come pure l’affidabilit`
a dei suoi scrittori, `
e l’uso del termine faraone in varie epoche”. Duncan inoltre dice che, “nel descri- vere i suoi personaggi al cospetto del faraone, [lo scrittore] fa loro osservare il corretto pro- tocollo e usare la terminologia giusta”. — New Light on Hebrew Origins.
Fabbricazione di mattoni. Mentre erano schiavi in Egitto, gli israeliti fabbricavano matto- ni di argilla mista a paglia, che serviva da col- lante. (Esodo 1:14; 5:6-18)1 Secondo un libro pubblicato alcuni anni fa, “in pochi luoghi [la fabbricazione di mattoni] era cos`
ı diffusa come in Egitto, dove i mattoni seccati al sole sono ancora oggi, com’`
e sempre stato, il caratteri- stico materiale edilizio del paese”. Il testo fa anche riferimento alla “pratica egizia di usare paglia nella fabbricazione”, il che conferma que- sto ulteriore particolare menzionato nella Bib- bia. — Ancient Egyptian Materials and Industries.
1 Se non avete una Bibbia ma avete la possibilit` a di con- nettervi a Internet, potete consultare i brani biblici sul sito www.watchtower.org/i. In questa pagina troverete il link “Leg- gete la Bibbia on-line”.
UN LIBRO DEGNO DI FIDUCIA
Parte I
L’Egitto e la storia biblica
La Bibbia fu scritta nell’arco di circa 1.600 anni. La storia e le profezie in essa racchiuse sono connesse a sette potenze mondiali: Egitto, Assiria, Babilonia, Media-Persia, Grecia, Roma e Gran Bretagna-America. In una serie di sette articoli verr`
a presa in esame ognuna di esse. A che scopo? Mostrare che la Bibbia
`e degna di fiducia e ispirata da Dio, e che contiene un messaggio di speranza: le sofferenze causate dalla cattiva gestione del potere da parte dell’uomo finiranno.
Egitto,faraone,eRoma,Nerone:fotoscattatapergentileconcessionedelBritish Museum;Media-Persia,bassorilievo:MuseodelLouvre,Parigi
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Rasatura.Nei tempi antichi gli uomini ebrei si facevano crescere la barba. Ma la Bibbia dice che, prima di comparire al cospetto del faraone, Giuseppe si ras`
o. (Genesi 41:14) Perch´
e lo fece?
Per adeguarsi all’uso e al cerimoniale egizio, se- condo cui la barba era un segno di impurit`
a. Gli antichi egizi, spiega un libro, “si vantavano di es- sere ben rasati”. (Everyday Life in Ancient Egypt) Infatti in varie tombe sono stati rinvenuti oggetti per la cura del corpo quali rasoi, pinzette e spec- chi, e gli appositi astucci. Evidentemente Mos`
e era un cronista meticoloso. E lo stesso si pu`
o dire di altri scrittori biblici che hanno documen- tato eventi relativi all’antico Egitto.
Attivit`
a commerciali. Geremia, il quale scris- se i libri di Primo e Secondo Re, forn`
ı partico- lari specifici riguardo alle attivit`
a commerciali del re Salomone, che scambiava cavalli e carri da guerra con gli egizi e gli ittiti. La Bibbia affer- ma che si vendeva un carro “per seicento pez- zi d’argento, e un cavallo per centocinquanta”, ovvero un quarto del prezzo del carro. — 1 Re 10:29.
Secondo una fonte, sia lo storico greco Ero- doto che i reperti archeologici confermano il fat- to che durante il regno di Salomone il commer- cio di cavalli e carri era fiorente. Infatti “venne fissato un tasso di cambio standard di quattro . . . cavalli per un carro egiziano”, come confer- mato dai dati del testo biblico. — Archaeology and the Religion of Israel.
Operazioni belliche.Geremia ed Esdra men- zionano anche l’invasione di Giuda da parte del faraone Sisac e precisano che avvenne “nel quinto anno del re [giudeo] Roboamo”, cio`
e
nel 993 a.E.V. (1 Re 14:25-28; 2 Cronache 12:
1-12) Per molto tempo l’unico resoconto del- l’invasione fu quello biblico. Poi in un tempio di Karnak (l’antica Tebe) torn`
o alla luce un bassorilievo.
In esso, di fronte al dio Amon si vede Sisac col braccio alzato nell’atto di colpire dei prigio- nieri. Vengono inoltre elencati i nomi delle citt`
a israelite conquistate, molte delle quali sono state identificate con luoghi biblici. In pi`
u si fa men- zione di una localit`
a chiamata “Campo di Abra- mo”, il pi`
u antico riferimento al patriarca bibli- co Abraamo in documenti egizi.1 — Genesi 25:
7-10.
1 J. Finegan, Luci del lontano passato, trad. di G. Cambon, Aldo Martello ed., Milano, 1957, p. 80.
Ancora oggi in Egitto si usano mattoni fatti con la paglia e seccati al sole
Rasoio e specchio:
due oggetti di un kit per la rasatura rinvenuto in Egitto
Su questo bassorilievo di Karnak compaiono i nomi delle citt`
a israelite conquistate
Kitperlarasatura:5TheMetropolitanMuseumofArt/ArtResource,NY;bassorilievodiKarnak:PictorialArchive(NearEasternHistory)Est.;statuadiMenfi:cortesiadiDanielMayer/CreativeCommons
`E chiaro quindi che gli scrittori biblici non misero per iscritto delle storie romanzate. Sa- pendo di essere responsabili di fronte a Dio, scrissero la verit`
a, anche quando essa non era ragione di vanto, come nel caso delle vittorie riportate da Sisac su Giuda. Questa sincerit`
a stride con le cronache imbellite ed esagerate degli scribi egizi, i quali evitavano di riportare particolari che potessero risultare poco lusin- ghieri per i loro sovrani o connazionali.
Profezie degne di fiducia Solo Geova Dio, l’Autore della Bibbia, `
e in grado di predire il futuro in maniera infallibi- le. Si noti, ad esempio, ci`
o che egli ispir` o Ge- remia a profetizzare riguardo a Menfi e Tebe, due citt`
a egiziane. Menfi, o Nof, un tempo era un importante centro politico, commerciale e religioso. Eppure Dio disse: “Nof stessa diver- r`
a un semplice oggetto di stupore e in effetti le sar`
a dato fuoco, cos`
ı che sia senza abitante”.
(Geremia 46:19) Fu quanto avvenne! Un libro afferma che i conquistatori arabi “usarono le imponenti rovine di Menfi” come cava a cielo aperto. E aggiunge che oggi “entro il perime- tro della citt`
a antica non sporge dal suolo nero nemmeno una pietra”. — In the Steps of Moses the Lawgiver.
A Tebe, un tempo chiamata No o No-Amon,
come pure alle sue impotenti divinit`
a, accadde qualcosa di simile. A proposito di questa citt`
a, che era stata capitale dell’Egitto e principale centro del culto del dio Amon, Geova disse:
“Ecco, rivolgo la mia attenzione ad Amon . . . e a Faraone e all’Egitto e ai suoi d`
ei . . . E cer- tamente li dar`
o . . . in mano a Nabucodoro- sor re di Babilonia”. (Geremia 46:25, 26) Pro- prio come profetizzato, il monarca babilonese conquist`
o l’Egitto e l’importante No-Amon.
In seguito, quando nel 525 a.E.V. il re persiano Cambise II inferse un ulteriore colpo alla cit- t`
a, essa cominci`
o un progressivo declino, fino a essere completamente distrutta dai romani.
Non c’`
e dubbio che le profezie accurate rendo- no la Bibbia un libro del tutto unico e ci indu- cono a credere in ci`
o che essa dice riguardo al futuro.
Una speranza sicura
La prima profezia della Bibbia fu messa per iscritto da Mos`
e proprio quando l’Egitto era la potenza dominante.1 Questa profezia, ri- portata in Genesi 3:15, afferma che Dio avreb- be prodotto un “seme”, o progenie, che avreb- be schiacciato Satana e il suo “seme”, ovvero
1 La profezia di Genesi 3:15 fu pronunciata da Dio nel giar- dino di Eden e successivamente messa per iscritto da Mose.`
Statua colossale rinvenuta nei pressi di Menfi; ora sdraiata, misurava in origine circa 12 metri
coloro che ne adottano le vie malvage. (Gio- vanni 8:44; 1 Giovanni 3:8) La parte primaria del “seme” di Dio si `
e rivelato essere il Messia, Ges`
u Cristo. — Luca 2:9-14.
Il Regno di Cristo abbraccer`
a l’intera ter- ra, dalla quale egli eliminer`
a tutta la malvagit` a e gli oppressivi governi umani. Finora “l’uo- mo ha dominato l’uomo a suo danno”: questo non succedera pi` u. (Ecclesiaste 8:9) Inoltre,` proprio come nell’antichit`
a Giosu`
e condusse Israele nella Terra Promessa, cos`
ı Ges` u con- durr`
a “una grande folla” di esseri umani devo- ti in una “Terra Promessa” ben pi`
u estesa: una terra purificata che verr`
a trasformata in un pa- radiso di proporzioni mondiali. — Rivelazione [Apocalisse] 7:9, 10, 14, 17; Luca 23:43.
Questa meravigliosa speranza ci ricorda un’altra profezia messa per iscritto al tempo
dell’antico Egitto. Addirittura, secondo que- sta profezia che troviamo in Giobbe 33:24, 25, Dio liberera gli esseri umani dalla “fossa”, cio` e` dalla tomba, per mezzo della risurrezione. Ol- tre a coloro che saranno risparmiati dalla di- struzione dei malvagi ormai prossima, molti milioni di morti verranno riportati in vita con la prospettiva di vivere per sempre su una ter- ra paradisiaca. (Atti 24:15) “La tenda di Dio
`e col genere umano”, afferma Rivelazione 21:
3, 4. “Egli asciugher`
a ogni lacrima dai loro oc- chi, e la morte non ci sar`
a pi` u, n´
e ci sar` a pi`
u cordoglio n´
e grido n´
e dolore”.
Storia e profezie degne di fiducia: il tema verr`
a ulteriormente approfondito nel prossi- mo articolo di questa serie, che prender`
a in esame l’antica Assiria, la potenza mondiale che segu`
ı l’Egitto.
Nel 1896, in un tempio funerario egizio, gli ar- cheologi hanno rinvenuto quella che `
e stata chia- mata la stele di Merneptah. In questa lastra di granito nero vengono esaltate le gesta del farao- ne Merneptah, il quale avrebbe regnato alla fine del XIII secolo a.E.V. Sulla stele `
e inciso un inno che in parte recita: “Israele `
e nella desolazione, non ha pi`
u discendenti”.1 A quanto ne sappiamo, si tratta dell’unico riferimento all’antico Israele in testi egizi, nonch´
e del pi`
u antico in fonti extra- bibliche.
La stele risale all’epoca biblica dei giudici, epoca documentata nel libro che nella Bibbia porta proprio il nome di Giudici. Tuttavia, a differenza delle incensanti cronache dei faraoni, il libro riporta tanto i successi quanto le sconfit- te di Israele. A proposito di queste ultime, Giudici 2:11, 12 afferma: “I figli d’Israele si mi- sero a fare ci`
o che era male agli occhi di Geova e a servire i Baal [divinit`
a cananee]. Cos` ı abban- donarono Geova . . . che li aveva fatti uscire dal paese d’Egitto”. `
E questa sincerit`
a che caratteriz- za l’intera Bibbia!
LA STELE DI MERNEPTAH
1 J. Finegan, op. cit., p. 103.
18 Svegliatevi! Novembre 2010
Svegliatevi! Novembre 2010 19
‘M
A PERCHE non ho contato fino a dieci prima´ di parlare!’ L’avete mai pensato? C’`e poco da fare, tutti lottiamo per tenere sotto controllo la lingua. Possiamo addomesticare praticamente qualsiasi animale ma, come dice la Bibbia, “la lin- gua, nessuno del genere umano la pu`
o domare”.
(Giacomo 3:7, 8) Dovremmo dunque rassegnarci alla sconfitta? No. Esaminiamo alcuni princ`
ıpi bibli- ci che possono aiutarci a controllare meglio questo piccolo ma potente organo.
˘“Nell’abbondanza delle parole non manca la trasgressione, ma chi tiene a bada le sue labbra agisce con discrezione”. (Proverbi 10:19) Pi`
u si par- la, pi`
u aumenta il rischio di dire stupidaggini o per- fino qualcosa di dannoso. In effetti una lingua che non `
e tenuta a freno, come un incendio che si pro- paga rapidamente, pu`
o diffondere pettegolezzi e calunnie. (Giacomo 3:5, 6) Invece “chi tiene a bada le sue labbra”, o pensa prima di parlare, considera l’effetto che possono avere le sue parole. Se agia- mo in tal modo gli altri ci riterranno persone discre- te e conquisteremo il loro rispetto e la loro fiducia.
˘“Ogni uomo dev’essere pronto a udire, lento a parlare, lento all’ira”. (Giacomo 1:19) Gli altri ap- prezzano quando li ascoltiamo con attenzione, per- ch´
e in questo modo dimostriamo non solo di es- sere interessati a quello che ci dicono ma anche di
avere rispetto. Che fare per`
o se uno dice qualcosa con l’intento di ferirci o provocarci? In tal caso dob- biamo sforzarci di essere ‘lenti all’ira’ non con- traccambiando con la stessa moneta. Chiss`
a, forse quella persona era turbata per qualche motivo e pu`
o anche darsi che chieder`
a scusa per la sua os- servazione poco felice. Trovate difficile essere ‘len- ti all’ira’? Allora pregate Dio di aiutarvi a padroneg- giarvi, e lui non ignorer`
a le vostre richieste sincere.
— Luca 11:13.
˘“La . . . lingua mite pu`
o rompere un osso”.
(Proverbi 25:15) A differenza di quanto si pensi co- munemente, la mitezza rivela forza. Una risposta mite, per esempio, pu`
o vincere quel tipo di opposi- zione che sembra dura come un osso, dovuta forse a rabbia o pregiudizio. Va detto che non `
e sempre facile mostrare mitezza, specie quando gli animi sono accesi. Perci`
o riflettete sui benef`
ıci del fare ci`
o che dice la Bibbia e sulle possibili conseguenze del non farlo.
I princ`
ıpi biblici sono veramente “sapienza dal- l’alto”. (Giacomo 3:17) Quando lasciamo che tale sapienza guidi le nostre labbra, useremo parole buone, edificanti e che denotano rispetto per il no- stro interlocutore, parole simili a “mele d’oro in ce- sellature d’argento”, dette proprio al momento giu- sto. — Proverbi 25:11.
Parole che riflettono sapienza
C
OME Marie e Theresa, milioni di perso- ne in tutto il mondo invocano i “santi”per avere una benedizione. Secondo un’enci- clopedia cattolica, “i santi intercedono per gli uomini” ed “`
e ‘cosa buona e utile’ invocarli per ottenere . . . benef`
ıci da Dio”. — New Ca- tholic Encyclopedia.
Ma cosa ne pensa Dio? `
E sua volont` a che preghiamo i “santi” perch´
e intercedano a no- stro favore? Vediamo cosa dice la Bibbia.
`E giusto invocare i “santi”?
Nella Bibbia non si parla mai di fedeli ado- ratori di Dio che si rivolgono in preghiera a un “santo”. Perch´
e? L’enciclopedia citata so- pra dice che fu solo “nel III secolo”, vale a dire circa 200 anni dopo la morte di Cristo, che “venne chiaramente riconosciuta l’effica- cia dell’intercessione dei santi”. Tale insegna- mento, quindi, non proveniva da Ges`
u n´ e da- gli ispirati scrittori della Bibbia che redassero un resoconto del suo ministero. Perch´
e dicia- mo questo?
La Bibbia insegna coerentemente che dob- biamo pregare solo Dio e farlo nel nome di Ges`
u Cristo. “Io sono la via, la verit` a e la vita”, disse Ges`
u. “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Giovanni 14:6, CEI ) Queste parole inequivocabili sono in armonia con ci`
o che Ges`
u insegn`
o e che `
e riportato in Matteo 6:9-13. Mentre spiegava come pre- gare, Ges`
u disse ai suoi seguaci: “Voi dovete dunque pregare cos`
ı: ‘Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome . . . ’ ” (Matteo 6:9) Non c’`
e dubbio, quindi, che l’unica per- sona a cui dovremmo rivolgere le preghiere `
e il nostro Padre celeste. Questa verit`
a poggia su un principio biblico fondamentale.
IL PUNTO DI VISTA BIBLICO
Si devono rivolgere preghiere ai “santi”?
Marie e Theresa si consideravano “buone cattoliche”.
Entrambe credevano nei “santi”. Marie pensava di poterli pregare per avere aiuto. Theresa pregava regolarmente il “santo” patrono della sua citt`
a. Invocava anche la “santa” di cui lei portava il nome.
Svegliatevi! Novembre 2010 21
La preghiera: un atto di adorazione
“La preghiera”, dice un’enciclopedia,
“consiste in parole e pensieri riverenti rivolti a Dio, a varie divinit`
a o a qualunque persona o cosa sia oggetto di adorazione. . . . La pre- ghiera `
e un’importante forma di culto in quasi tutte le religioni del mondo”. (Il corsivo `
e no- stro; The World Book Encyclopedia). Chiedete- vi: ‘ `
E giusto inginocchiarsi per pregare con devozione qualcuno che non `
e il Creatore e il Datore di vita?’ (Salmo 36:9) “I veri adorato- ri”, disse Ges`
u, “adoreranno il Padre con spi- rito e verit`
a, poich´
e, veramente, il Padre cer- ca tali adoratori”. (Giovanni 4:23) La Bibbia dice anche che il Creatore richiede “esclusiva devozione”. — Deuteronomio 4:24; 6:15.
Consideriamo l’esempio dell’apostolo cri- stiano Giovanni. Dopo aver ricevuto le straor- dinarie visioni riportate nel libro biblico di Rivelazione (o Apocalisse) l’apostolo, preso dallo stupore, ‘cadde per adorare davanti ai piedi dell’angelo’ che gliele aveva mostrate.
Quale fu la reazione dell’angelo? “Sta atten- to!”, disse. “Non farlo! Io sono solo un com- pagno di schiavit`
u tuo e dei tuoi fratelli . . . Adora Dio”. (Rivelazione 22:8, 9) Anche in questa occasione la Bibbia sottolinea il fatto che dobbiamo adorare solo Geova Dio.
In armonia con quanto detto sopra, solo Dio `
e definito “Uditore di preghiera”. (Salmo 65:2) Inoltre, essendo l’Onnipotente, soltan- to lui ha l’autorit`
a, la conoscenza e il potere necessari per esaudire ogni legittima richie- sta rivolta in preghiera. (Giobbe 33:4) Perfi- no Ges`
u Cristo, per sua stessa ammissione, ha dei limiti. (Matteo 20:23; 24:36) Comun- que gli `
e stata data grande autorit`
a, incluso il ruolo di Intercessore a favore dell’umanit`
a.
Un Intercessore in grado di capirci Di Ges`
u la Bibbia dice: “Egli pu`
o anche salvare completamente quelli che si accosta- no a Dio per mezzo suo, perch´
e `
e sempre vi- vente per intercedere a loro favore”. (Ebrei 7:25) In altre parole Ges`
u ricopre il ruolo di Intercessore ed `
e in grado di comprende-
re i sentimenti di coloro che “si accostano a Dio per mezzo suo”. Questo non significa che dovremmo pregare Ges`
u e che poi lui debba trasmettere la nostra preghiera. Significa in- vece che dobbiamo pregare Dio nel nome di Ges`
u, riconoscendo cos`
ı la sua autorit` a. Per- ch´
e Ges` u `
e perfetto come Intercessore?
Innanzi tutto Ges` u `
e stato un essere uma- no e questo gli permette di capire meglio le sofferenze degli uomini. (Giovanni 11:32-35) Inoltre dimostr`
o di amare le persone guaren- do i malati, risuscitando i morti e assistendo spiritualmente tutti coloro che si rivolgevano a lui. (Matteo 15:29, 30; Luca 9:11-17) Per- don`
o addirittura i peccati. (Luca 5:24) Que- sto ci fa avere fiducia nel fatto che, se pec- chiamo, “abbiamo un soccorritore presso il Padre, Ges`
u Cristo, il giusto”. — 1 Giovanni 2:1.
L’amore e la compassione di Ges` u sono qualit`
a che dovremmo imitare. Certo, noi non siamo autorizzati a ricoprire il ruolo di intercessori, ma possiamo pregare a favore di altri. Anzi, l’amore dovrebbe spingerci a far- lo. “Pregate gli uni per gli altri”, scrisse Gia- como. “La supplicazione del giusto, quando opera, ha molta forza”. — Giacomo 5:16.
Marie e Theresa hanno appreso queste pre- ziose verit`
a esaminando la Bibbia. I testimoni di Geova vi invitano a fare altrettanto. Come disse Ges`
u, ‘quelli che adorano Dio devo- no adorarlo con spirito e verit`
a’. — Giovanni 4:24.
VI SIETE CHIESTI . . .
˘Secondo Ges`
u, solo a chi dovremmo rivolgerci in preghiera?— Matteo 6:9.
˘Quale ruolo ricopre Ges`
u?— Ebrei 7:25.
˘ `
E giusto pregare Dio in favore di altri?
— Giacomo 5:16.