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Academic year: 2021

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(1)

R ISULTATI

Caratteristiche del campione

D

ATI SOCIO

-

DEMOGRAFICI

I tre campioni non presentano differenze significative riguardo ad età, sesso e livello di istruzione, possibili fattori di confondimento per lo studio delle funzioni cognitive; anche per le altre variabili socio-demografiche (stato civile, occupazione, livello d'istruzione, profitto nella scuola dell'obbligo e sviluppo psicofisico) non si rilevano differenze significative fra i tre gruppi (Tabelle 2 e 3).

D

ATI ANAMNESTICI

Nella Tabella 4 possiamo vedere come per i pazienti con depressione maggiore ricorrente l'esordio del disturbo risulti significativamente più tardivo (33,64 anni) rispetto ai pazienti bipolari di tipo uno e due (28,25 e 27,06 anni rispettivamente). Anche per quanto riguarda l'età al primo contatto psichiatrico (che tendenzialmente non coincide con l'esordio) e, ovviamente, per quella d'insorgenza del primo episodio depressivo, abbiamo rilevato una netta differenza tra il gruppo con depressione maggiore ricorrente (37,54 e 35,59 anni, rispettivamente) e quelli

(2)

dei pazienti bipolari di tipo uno e due (30,02 e 30 anni per il primo contatto e 29,44 e 29,11 anni per il primo episodio depressivo). I gruppi non presentano differenze significative riguardo a durata di malattia, numero e durata dei ricoveri e numero di episodi critici, eccezione fatta per un numero significativamente maggiore (p=0,023) di episodi totali dei pazienti Bipolari di tipo due se confrontati col gruppo dei casi di depressione maggiore ricorrente (Tabella 5); è tuttavia opportuno segnalare che non ci è stato possibile risalire all'informazione sul numero di episodi per circa un quarto dei casi studiati.

Il riscontro in anamnesi di sintomi psicotici varia nel nostro campione dal 22,4% del gruppo dei pazienti Bipolari di tipo due al 19,4% del gruppo con disturbo Bipolare di tipo uno (con una maggior frequenza tra questi ultimi dei sintomi psicotici in fase maniacale), senza che queste differenze raggiungano una significatività statistica. Anche riguardo agli episodi di aggressività, alla presenza in anamnesi di tentativi di suicidio, andamento stagionale e condotte d'abuso di sostanze non si rilevano differenze significative (Tabella 6).

F

AMILIARITÀ

Come si può vedere nella Tabella 7, i gruppi non

(3)

differiscono riguardo alla familiarità per disturbi dell'umore e d'ansia, schizofrenia e disturbi d'abuso.

Valutazione Neuropsicologica

D

IFFERENZE TRA GRUPPI

Una panoramica dei test neuropsicologici con le relative variabili dipendenti e le funzioni cognitive stimate è raffigurata nella tabella 8.

Nelle tabelle 9, 10 e 11 sono elencati i valori di tendenza centrale ed i risultati dell'analisi di varianza tra i gruppi per i punteggi grezzi dei test neuropsicologici che abbiamo impiegato .

Il gruppo dei pazienti con disturbo Bipolare di tipo due ha ottenuto in media risultati migliori del gruppo con depressione unipolare nel tempo di completamento del Trail Making–A ( ∆m=37,5s F=5,935; p=0,003). Non abbiamo rilevato differenze significative tra i gruppi al Wisconsin card sorting test, al Continuous performance task né al Trail making-B (tabelle 9-10).

All'Emotional Stroop Test figurano prestazioni diverse tra i gruppi, sia per i semplici tempi di reazione ai diversi

(4)

stimoli stimoli, sia per i ritardi relativi alle categorie bersaglio, indici di “interferenza emotiva”.

In particolare il gruppo dei bipolari di tipo due mostra tempi medi di risposta significativamente più bassi di quelli di entrambi gli altri gruppi per gli stimoli Neutri e Depressivi, e rispetto ai soli bipolari di tipo uno per gli stimoli Euforici e Minacciosi (Tabelle 10 e 11).

Se consideriamo gli indici d'interferenza il quadro appare meno uniforme: ai test post-hoc (sia secondo Bonferroni che Tukey) i pazienti con disturbo bipolare di tipo uno risentono maggiormente dell'effetto distraente del carico emotivo di tutti gli stimoli target rispetto al gruppo con depressione maggiore ricorrente (tabelle 10-11) e degli stimoli Minacciosi rispetto al gruppo dei bipolari di tipo due.

Anche per il gruppo dei bipolari di tipo due risulta un significativo effetto d'interferenza rispetto ai pazienti con depressione maggiore, limitato però agli stimoli Minacciosi.

(5)

Sintomi psicotici e prestazione neuropsicologica

Abbiamo valutato le differenze tra i profili neuropsicologici dei pazienti con e senza sintomi psicotici in anamnesi, sia nel campione complessivo (tabelle 12 e 13) che nell'ambito dei singoli sottogruppi.

Pur tenendo conto della ridotta numerosità del gruppo dei pazienti con sintomi psicotici rispetto all'altro, emerge una differenza significativa nella prestazione al Wisconsin card sorting test, dove i pazienti con sintomi psicotici risultano commettere in media meno errori perseverativi (14,65 contro 20) e completare più categorie (3,23 contro 2,5) (Tabella 12).

Nel campione complessivo non figurano ulteriori differenze tra i due gruppi (Tabella 13).

D

ISTURBO

B

IPOLARE DI TIPO UNO

All'interno del gruppo dei bipolari di tipo uno troviamo differenze significative soltanto all' Emotional Stroop Test (vedi tabella 14), dove il gruppo di pazienti con sintomi psicotici presenta tempi di risposta maggiori agli stimoli di tipo neutro (Δm=159,36ms;Sig.=0,02) euforico (Δm=168,90 ms;Sig.=0,01) e minaccioso (Δm=278,26ms;Sig.=0,01) ed

(6)

una maggior interferenza degli stimoli di tipo minaccioso (Δm=118,89ms; sig.=0,04).

D

ISTURBO

B

IPOLARE DI TIPO DUE

Nel sottogruppo dei pazienti bipolari di tipo due emerge una peggior prestazione del gruppo con sintomi psicotici rispetto all'altro (Tabella 15) al Wisconsin card sorting test, sia per il numero di categorie completate (Δm=0,94 con sig.=0,008) che per il numero di errori perseverativi (Δm=-6,16 con sig.=0,05).

D

EPRESSIONE

M

AGGIORE

R

ICORRENTE

Nel sottogruppo dei pazienti con depressione unipolare il gruppo con sintomi psicotici risulta significativamente migliore nella risposta agli stimoli neutri all'emotional stroop task (Δm= -140,79 con Sig. =0,01) e presenta una maggior interferenza sull'attenzione da parte degli stimoli delle categorie “depressiva” (Δm=121,19;

Sig.= 0,05) ed “euforia” ( Δm=77,69; Sig= 0,004) (tabella 16).

Correlazioni con lo spettro dell'umore

*

Abbiamo valutato le correlazioni tra i punteggi grezzi ottenuti alla valutazione neuropsicologica ed i punteggi dei domini dello spettro dell'umore, ricavati dal

* Per il significato di queste correlazioni e di quelle con le variabili anamnestiche si rimanda al capitolo successivo

(7)

questionario SCI-Moods (versione lifetime) (Tabella 17).

W

ISCONSIN

C

ARD

S

ORTING

T

EST

La prestazione al WCST non presenta correlazioni con i domini dello spettro dell'umore.

C

ONTINUOUS

P

ERFORMANCE

T

ASK

Nel campione complessivo e nei due gruppi di pazienti bipolari non si rilevano correlazioni significative tra la prestazione al CPT e lo spettro dell'umore.

Nel gruppo dei pazienti con depressione maggiore ricorrente il tempo di reazione peggiora significativamente con il punteggio del dominio Umore Maniacale (Rho=-0,296; p=0,026)

T

RAIL

M

AKING

T

EST

Nel campione unitario ritroviamo esclusivamente correlazioni statisticamente deboli, per quanto significative (Rho in valore assoluto tra 0,14 e 0,18), che al più permettono di supporre una tendenza che, comunque, non trova corrispondenze all'interno dei singoli sottogruppi. Riportiamo comunque le tendenze mostrate da queste correlazioni: il Tempo al TMT-A diminuisce

(8)

all'aumentare del punteggio del dominio Energia Maniacale (Rho=-0,141; p=0,049). Il numero di errori al TMT-B aumenta di pari passo con il punteggio dei domini Umore Maniacale (Rho=0,175 ; p=0,015) e Totale Moods (Rho=0,141; p=0,049). La variabile Flessibilità mostra un peggioramento con l'aumentare del punteggio dei domini Energia Maniacale (Rho=0,152; p=0,036), Cognitività Maniacale (Rho=0,168; p=0,020) e Umore Maniacale (Rho=0,188 ; p=0,009 ).

Per quanto riguarda i singolo gruppi, per i pazienti bipolari di tipo uno si osserva che il tempo al TMT-A aumenta con l'aumentare del dominio Cognitività Depressiva (Rho=0,245; p=0,036).

E

MOTIONAL

S

TROOP

T

EST

-

TEMPI DI RISPOSTA

Nel totale del campione si osserva una debole correlazione significativa tra il tempo di risposta agli stimoli depressivi ed il dominio Cognitività Maniacale (Rho=-0,155; p= 0,030), che trova conferma nell'ambito del gruppo dei Bipolari di tipo due (vedi oltre).

Per il gruppo dei pazienti bipolari di tipo uno non si riscontrano correlazioni significative.

(9)

Per i pazienti bipolari di tipo due si osservano in generale correlazioni negative tra i tempi di risposta di tutte le categorie ed i seguenti domini dello spettro dell'umore:

Umore depresso influisce negativamente sui tempi di risposta agli stimoli neutri (Rho=-0,292;

p=0,017),depressivi (Rho=-0,321; p=0,009), minacciosi (Rho=-0,262; p=0,034).

Cognitività maniacale influenza negativamente i tempi di risposta agli stimoli minacciosi (Rho=-0,261; p=0,034) e depressivi (Rho=-0,273;

p=0,028).

Totale Moods correla negativamente con i tempi di risposta agli stimoli minacciosi (Rho=-0,264;

p=0,032) e depressivi (Rho=-0,28 ; p=0,024 )

Nel gruppo dei pazienti con depressione maggiore ricorrente rileviamo correlazioni ulteriormente diverse:

Umore maniacale aumenta con l'aumentare dei tempi di risposta agli stimoli euforici (Rho=0,369;

p=0,005 ) e minacciosi (Rho=0,33; p=0,012 ).

(10)

Energia maniacale correla con i tempi di risposta agli stimoli neutri (Rho=0,283; p=0,033 ), minacciosi (Rho=0,322; p=0,15 ) ed euforici (Rho=0,395;

p=0,002 ).

E

MOTIONAL

S

TROOP

T

EST

-

LATENZE

Si può osservare nel campione complessivo una debole correlazione positiva tra l'interferenza media degli stimoli euforici ed il punteggio al dominio Umore Maniacale (Rho=0,155; p=0,030), che trova conferma nel sottogruppo dei pazienti con depressione maggiore ricorrente (Rho=0,325 ; p=0,014).

Correlazioni con le variabili anamnestiche

Sono stati eseguiti il test di Pearson per le variabili età d'esordio, numero di episodi affettivi (totali e per polarità) e durata di malattia, ed il test di Spearman per le variabili Titolo di studio e Profitto Scolastico (la cui scala, occorre precisare, aumenta di valore al peggiorare del profitto alla scuola dell'obbligo) (Tabelle 18 e 19).

WCST

Nel campione generale si osservano:

(11)

una debole correlazione negativa tra il numero di categorie completate e l'età d'esordio del disturbo (Rho=-0,18; p=0,02) e la durata di malattia (Rho=-0,16; p=0,04). Queste tendenze trovano conferma rispettivamente nel gruppo dei pazienti con depressione unipolare (Rho=-0,28;

p=0,05) ed in quello dei bipolari di tipo due (Rho=0,29; p=0,03).

con l'aumentare della durata di malattia aumenta il numero di errori perseverativi (Rho=0,23;

p=0,003), dato che trova corrispondenza nel campione dei bipolari di tipo due, seppur con significatività minore (Rho=0,28; p=0,03)

il numero degli errori perseverativi aumenta col peggiorare del profitto scolastico (Rho=-0,22;

p=0,003), e questo dato si riconferma per il gruppo dei pazienti con depressione unipolare (Rho=-0,39;

p<0,001)

Nel campione dei pazienti bipolari di tipo uno non si osservano correlazioni significative tra wcst e le variabili anamnestiche.

(12)

Nel campione dei bipolari di tipo due la prestazione correla negativamente con durata di malattia e numero di episodi depressivi in anamnesi:

categorie completate - durata di malattia (Rho=-0,29; p=0,035)

errori perseverativi - durata di malattia (Rho=0,28; p=0,04)

errori perseverativi – numero di episodi depressivi (Rho=0,35; p=0,01)

Nel sottocampione dei pazienti con depressione maggiore ricorrente la performance al Wcst migliora in corrispondenza del titolo di studio e col diminuire dell'età d'esordio:

Categorie al wcst – età d'esordio (Rho=-0,28;

p=0,05).

Categorie al wcst – titolo di studio (Rho=0,29;

p=0,03)

Inoltre si evidenzia un aumento del numero degli

(13)

errori perseverativi col migliorare rendimento alla scuola dell'obbligo:

errori wcst – profitto scolastico (Rho=-0,39;

p<0,001).

CPT

Nel campione generale :

si osserva una debole correlazione tra il tempo di reazione medio ed il titolo di studio conseguito (Rho=0,16; p=0,03), che viene riconfermata nel sottogruppo dei bipolari di tipo uno (Rho=0,33;

p=0,004)

Il numero di errori aumenta con l'aumentare della durata di malattia (Rho=0,27; p=0,001) e diminuisce con il livello del titolo di studio (Rho=-0,21; p=0,004); la correlazione con la durata di malattia è confermata sia nel sottogruppo dei bipolari tipo uno (Rho=0,38; p=0,003) che in quello dei depressi unipolari (Rho=0,28; p=0,05).

Nel gruppo dei pazienti bipolari di tipo due non si evidenziano correlazioni tra cpt e storia clinica.

(14)

Nel gruppo dei pazienti con depressione maggiore ricorrente la performance al cpt correla negativamente con la durata di malattia e con il profitto scolastico:

errori al cpt – Durata di malattia (Rho=0,28;

p=0,05).

gli errori al cpt aumentano col migliorare del Profitto scolastico (Rho=-0,35: p=0,009).

T

RAIL

M

AKING

Nel campione generale si evidenzia:

Il tempo al TMT-A risulta maggiore all'aumentare ella durata di malattia (Rho=0,32; p<0,001) e diminuisce con l'aumentare del titolo di studio (Rho=-0,22; p=0,003). Il rapporto con la durata di malattia si mantiene nel sottogruppo dei pazienti bipolari di tipo due (Rho=0,43; p=0,002) e nei pazienti con depressione unipolare (Rho=0,37;

p=0,08); in quest'ultimo gruppo il tempo al TMT-A aumenta col miglioramento del profitto scolastico (Rho=-0,39; p=0,003).

Il tempo al TMT-B correla debolmente con l'età

(15)

d'esordio (Rho=0,16; p=0,04); come per il TMT-A risulta maggiore con l'aumento della durata di malattia (Rho=0,20; p=0,01) e diminuisce con il titolo di studio (Rho=-0,22; p=0,003 ). Queste correlazioni sono entrambe riconfermate nel sottogruppo dei bipolari di tipo due (rispettivamente Rho=0,38 / p=0,006, Rho=0,33 / p=0,01). Nel sottogruppo dei pazienti con depressione unipolare, analogamente al TMT-A, si conferma l'aumento del tempo all'aumentare della durata di malattia (Rho=0,31; p=0,03) e si riscontra una correlazione negativa tra tempo al TMT-B e grado di profitto scolastico (Rho=-0,37;

p=0,006).

Il punteggio al TMT-B aumenta con il titolo di studio (Rho=0,28; p<0,001), così come nei sottogruppi dei pazienti bipolari di tipo uno (Rho=0,30; p=0,01) e bipolari di tipo due (Rho=0,35; p=0,008). Per i bipolari di tipo uno emerge anche un maggior punteggio al TMT-B in corrispondenza di un miglior profitto scolastico (Rho=0,34; p=0,005).

gli errori al TMT-B correlano debolmente col

(16)

numero totale di episodi affettivi (Rho=0,17;

p=0,04)

Per il campione di pazienti bipolari di tipo uno la performance alle due versioni del Trail making risente del numero di episodi maniacali, del totale di episodi affettivi in anamnesi e della precocità dell'esordio; la resa al TMT-B migliora con il livello del titolo di studio e col rendimento scolastico:

Il numero di punti al TMT-A correla negativamente col numero di episodi maniacali in anamnesi (Rho=-0,29; p=0,04)

Il numero di punti al TMT-B correla con il titolo di studio e con il profitto scolastico (Rho= -0,34;

p=0,005)

Il numero di errori al TMT-B correla col numero totale di episodi affettivi (Rho=0,26; p=0,04) e col numero di episodi maniacali (Rho=0,42;

p=0,003) in anamnesi.

La flessibilità correla con l'età d'esordio (Rho=0,27; p=0,03)

(17)

Nel campione dei bipolari di tipo due la prestazione ai test correla negativamente con la durata di malattia e col numero di episodi ipomaniacali in anamnesi, e positivamente con il titolo di studio (si veda qui sopra il confronto col campione generale) e la resa al TMT-B peggiora con l'aumentare degli episodi ipomaniacali in anamnesi:

errori al TMT-B – numero di episodi ipomaniacali (Rho=0,37; p=0,006)

Nel sottogruppo dei pazienti con depressione maggiore ricorrente la performance al TMT correla col profitto scolastico e, negativamente con la durata di malattia (vedere sopra); inoltre la performance ad entrambe le varianti del test risente del numero di episodi depressivi in anamnesi:

Errori al TMT-A – numero di episodi depressivi (Rho=0,47; p=0,002)

punti al TMT-B - numero di episodi depressivi (Rho=-0,67; p<0,001)

flessibilità – numero di episodi depressivi

(18)

(Rho=0,32; p=0,04)

E

MOTIONAL

S

TROOP

T

ASK

Nel campione generale soltanto gli indici d'interferenza mostrano correlazioni significative con i dati anamnestici e socio-demografici:

L'interferenza degli stimoli depressivi risulta maggiore con il migliorare del profitto scolastico (Rho=-0,25; p=0,001), così come per il sottogruppo dei pazienti bipolari di tipo uno (Rho=-0,29;

p=0,02).

L'interferenza degli stimoli minacciosi correla debolmente col titolo di studio (Rho=0,17;

p=0,02)

L'interferenza degli stimoli euforici correla debolmente col titolo di studio (Rho=0,18;

p=0,014)

Nel gruppo dei pazienti bipolari di tipo uno i tempi di risposta a tutti i quattro tipi di stimoli peggiorano con l'aumento della durata di malattia:

(19)

stimoli neutri (Rho=-0,32; p=0,01)

stimoli euforici (Rho=-0,28; p=0,03)

stimoli depressivi (Rho=-0,29; p=0,02)

stimoli minacciosi (Rho=-0,33; p=0,008)

Per quanto riguarda le interferenze, si individua esclusivamente una maggior interferenza degli stimoli depressivi al migliorare del profitto scolastico (Rho=-0,29;p=0,02).

Nel gruppo dei Bipolari di tipo due si evidenziano:

Il tempo di reazione agli stimoli minacciosi aumenta all'aumentare dell'età d'esordio (Rho=0,29; p=0,03)

L'interferenza degli stimoli depressivi aumenta con l'età d'esordio (Rho=0,30; p=0,02)

L'interferenza degli stimoli minacciosi aumenta sia con l'età d'esordio (Rho=0,32; p=0,002) che con il livello del titolo di studio (Rho=0,41;

(20)

p=0,002).

Nel sottogruppo dei pazienti con depressione maggiore ricorrente l'attenzione, valutata in base ai tempi di reazione agli stimoli, risulta correlata al profitto scolastico, salvo che per gli stimoli “depressivi”:

RT stimoli neutri – profitto scolastico (Rho=0,29; p=0,03)

RT stimoli euforici - profitto scolastico (Rho=0,37; p=0,005)

Rt stimoli minacciosi – profitto scolastico (Rho=0,35; p=0,009)

Per quanto riguarda le misure d'interferenza si evidenzia un'andamento composito:

L'interferenza degli stimoli depressivi aumenta con la durata di malattia (Rho=0,29; p=0,04) e con il livello del titolo di studio (Rho=0,31;

p=0,02)

L'interferenza degli stimoli minacciosi aumenta

(21)

con l'età d'esordio (Rho=-0,30; p=0.04)

L'interferenza degli stimoli euforici aumenta col livello del titolo di studio (Rho=0,31; p=0,02)

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