economico, la concorrenzialità del prodotto nazionale rispetto all’offerta proveniente dai sistemi zootecnici
“forti” del mercato comunitario.
Peraltro, la quantificazione dei fabbisogni energetici diretti del comparto zootecnico nazionale, o di suoi sottoinsiemi territoriali, è impresa alquanto complessa. Infatti il sistema produttivo italiano risulta tutt’altro che omogeneo quanto a struttura di base e a orientamenti produttivi;
inoltre le tecnologie applicate al processo produttivo, dalle quali dipende in larga misura l’entità del consumo energetico, variano in modo consistente a seconda delle caratteristiche strutturali e produttive degli allevamenti.
Purtroppo proprio queste ultime caratteristiche, che rappresentano le variabili più idonee a spiegare le diverse esigenze energetiche delle aziende zootecniche, sono note solo parzialmente.
La bibliografia nazionale e internazionale relativa ai consumi energetici negli allevamenti non è molto nutrita, anche se negli ultimi anni hanno visto la luce alcuni studi interessanti.
Questo supplemento propone una serie di contributi sulle tematiche dei consumi energetici, del risparmio energetico e della produzione di energia da fonte fotovoltaica, attingendo in massima parte dalle attività svolte nell’ambito del progetto di sperimentazione “Re Sole”
(Sviluppo delle diverse tecnologie per il risparmio energetico e per lo sfruttamento di energia solare negli allevamenti dell’Emilia-Romagna). Un progetto finanziato dall’assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia- PAOLO ROSSI, Crpa spa, Reggio Emilia
La questione energetica
esige nuove risposte
INTRODUZIONE
Secondo l’agenzia americana EIA (United States Energy Information Administration) il consumo energetico mondiale del 2010 si può stimare in circa 151 PWh/anno (P=peta=1015), come si desume dal documento International energy outlook 2010.
Il trend di consumo è in crescita, sebbene vi sia stata una leggera flessione nel 2008 e 2009 per effetto della crisi economica mondiale; la stessa EIA stima che raggiungerà i 216 PWh nel 2035, con un forte contributo soprattutto da parte dei Paesi che non appartengono all’OECD (Organization for Economic Cooperation and Development), quali Cina e India.
La domanda crescente di petrolio, unitamente alla rigidità dell’offerta, concentrata in pochi Paesi e spesso soggetta a crisi geopolitiche e a fenomeni speculativi, ha creato le basi per un mercato internazionale fortemente instabile e con prezzi tendenzialmente in aumento. Da qui, per soddisfare le richieste energetiche della società moderna, l’improrogabile necessità di fare ricorso sempre maggiore alle energie rinnovabili; ciò è chiaramente
evidenziato da numerose normative che hanno visto la luce negli ultimi anni. Di fatto, la politica europea per l’energia e il clima si basa
sostanzialmente su due filoni paralleli:
l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. Entrambi richiedono ingenti investimenti.
Nel settore agricolo il tema
dell’energia, dei suoi consumi e delle relative fonti di approvvigionamento sta assumendo, con il passare degli anni, un’importanza sempre maggiore.
Il progresso tecnologico, infatti, permettendo la sostituzione di quote elevate di forza lavoro con forza motrice, ha comportato il crescente impiego di fonti energetiche diverse.
In particolare, il comparto zootecnico è andato soggetto, soprattutto nelle regioni a più spiccata vocazione settoriale, quali quelle della Pianura padana, ad un processo di intensa ristrutturazione produttiva e tecnologica. Sul piano produttivo si è assistito alla crescente concentrazione degli allevamenti in aziende di dimensioni sempre più elevate; sul piano tecnologico tale processo è stato accelerato dalla disponibilità di impianti e attrezzature diretti a conseguire un riassetto ergonomico degli allevamenti, con conseguente riduzione di manodopera e sua progressiva sostituzione con impianti che richiedono un più elevato consumo energetico.
Così, per quanto il costo energetico rappresenti tuttora una frazione non elevata sul totale dei costi di produzione (circa il 5% nel comparto bovino da latte), si prevede che in futuro assumerà un’importanza sempre maggiore, di pari passo con l’aumento dei costi delle fonti energetiche tradizionali e con il progressivo e crescente trasferimento di tecnologia nel settore della produzione zootecnica. Ciò spiega l’interesse teorico e pratico per una problematica destinata ad assumere una valenza strategica negli sviluppi del comparto,
soprattutto alla luce della necessità di operare sul versante della
riduzione dei costi di produzione per affermare, specialmente sul piano
SOMMARIO
04 INTRODUZIONE
La questione energetica esige nuove risposte
di Paolo Rossi
06 Bovini da latte: la voce “energia” pesa sui costi
di Paolo Rossi e Alessandro Gastaldo
09 Per i suini i valori cambiano in base al tipo di allevamento
di Paolo Rossi e Alessandro Gastaldo
13 Il progetto “Re Sole”:
un’analisi sulle aziende dell’Emilia-Romagna
di Paolo Rossi, Alessandro Gastaldo e Lorenzo Leso
16 Le caratteristiche delle stalle incidono sui consumi
di Paolo Rossi, Alessandro Gastaldo e Lorenzo Leso
20 Negli allevamenti suinicoli
la ventilazione assorbe il 50% dell’elettricità
di Paolo Rossi, Alessandro Gastaldo e Stefano Pignedoli
24 Risparmiare si può: ecco come intervenire
di Paolo Zappavigna
28 Fonti rinnovabili: potenzialità e sviluppo del solare in Italia
di Giovanni Riva
31 Investire nel fotovoltaico per integrare il reddito:
l’esempio di due imprese
di Paolo Rossi e Alessandro Gastaldo Romagna e cofinanziato da Bit S.p.a.
di Parma, Project Group di San Polo (RE), Bluengineering S.r.l. di Rubiera (RE), Kiepe Electric S.p.a. di Cernusco sul Naviglio (MI) e Isomec S.r.l. di Parma.
L’iniziativa, coordinata dal Crpa (Centro ricerche produzioni animali) e avviata nell’autunno del 2009, coinvolge le seguenti strutture: Fondazione Crpa Studi Ricerche di Reggio Emilia, Dipartimento di protezione e valorizzazione agroalimentare (Diproval) dell’Università degli studi di Bologna, Dipartimento di scienze applicate ai sistemi complessi (Sasc) dell’Università Politecnica delle Marche, Bit Energia S.r.l. di Parma e Comitato termotecnico italiano (Cti) - Energia e Ambiente di Milano.
L’obiettivo del progetto è quello di limitare i consumi energetici da fonti fossili negli allevamenti dell’Emilia-Romagna, promuovendo la diversificazione produttiva delle aziende agricole mediante lo sfruttamento dell’energia solare. In particolare, favorendo l’adozione negli allevamenti:
– di sistemi per il risparmio energetico, con tecniche che puntino all’efficienza e all’ottimizzazione di strutture e impianti normalmente presenti;
– di sistemi fotovoltaici;
– di sistemi a solare termico per la produzione di acqua calda.
I comparti zootecnici interessati sono il bovino da latte, con particolare riferimento alla zona tipica di produzione del Parmigiano- Reggiano, il suino e l’avicolo, ovvero i tre comparti più rilevanti per la zootecnia della nostra regione.