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L EDITORIALEMalattie dermatologicheinfettive del gatto:“rarità” da conoscere e saper affrontare

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Anno 30, n° 3, Giugno 2016

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Carla Dedola, Medico Veterinario Dipl. College Europeo di Dermatologia Veterinaria

di CARLA DEDOLA

EDITORIALE

Malattie dermatologiche infettive del gatto:

“rarità” da conoscere e saper affrontare

L

a specie felina ha spesso subito, soprattutto in tempi passati, adatta- menti di protocolli diagnostici e terapeutici dedicati in primis alla sua controparte canina. Anche la ricerca scientifica e le pubblicazioni in me- dicina veterinaria nel campo dei piccoli animali hanno visto il migliore ami- co dell’uomo come protagonista principale. È per questo che digitando la pa- rola “canine” o “dog” nella finestra di ricerca di pubmed (uno dei più famosi por- tali di accesso alla documentazione scientifica in campo medico) il risultato vanta più di 300 mila articoli, mentre poco più di 100 mila vengono selezio- nati digitando la parola “feline” o “cat ”. Fortunatamente negli ultimi anni si sta cercando di restituire ai gatti il loro spazio, con sempre più congressi, corsi di aggiornamento, ricerche scientifiche e prodotti farmaceutici a loro speci- ficatamente dedicati. Eccoci qua dunque, nel nostro piccolo, a cercare di con- fermare l’individualità e l’identità dei nostri compagni di vita felini. La review di questo numero di Veterinaria è dedicata alle dermatiti da agenti infettivi rari nel gatto che possono causare problemi dermatologici sia in forma esclusi- va, che come parte di un quadro clinico più generalizzato. Tra questi non sono stati inclusi i micobatteri che, per quantità di informazioni e complessità, me- ritano una revisione a parte, già in opera, e che verrà pubblicata ben presto.

Il modo di trasmissione dell’agente eziologico responsabile delle malattie in- fettive trattate nella review è diverso a seconda della malattia considerata e può essere dipendente dal contatto con altri animali, come ad esempio il contagio tramite il morso di topi infetti del Micobacterium lepraemurium,1responsabile della lebbra felina, o con gli escrementi dei piccioni nel caso della criptococ- cosi sostenuta da Cryptococcus neoformans,2oppure si può trattare dell’inocula- zione di un microrganismo tramite la contaminazione di ferite penetranti (morsi, ferite profonde create con oggetti acuminati) come nel caso di no- cardiosi, actinomicosi e infezioni da elementi fungini saprofiti.3,4Sappiamo inoltre che spesso è la situazione immunitaria sfavorevole del gatto a facilitare l’insorgenza di un’infezione che in condizioni di immunocompetenza non si

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svilupperebbe o darebbe origine a forme autolimi- tanti.5Come spesso capita in dermatologia, i qua- dri clinici presenti in malattie diverse possono equivalersi e solo un approccio ragionato al pro- blema ed esami collaterali mirati potranno facilitare il raggiungimento di una diagnosi definitiva.

Il quadro clinico predominante in corso di malat- tie infettive batteriche, fungine e protozoarie è rap- presentato da dermatiti nodulari con localizzazione cutanea e sottocutanea e con la presenza in alcuni casi di tragitti fistolosi,6mentre le dermatiti ero- sivo-ulcerative caratterizzano primariamente le in- fezioni di origine virale.7Oltre ad una valutazione visiva del tipo di lesione e della sua localizzazione, l’esame macroscopico dell’essudato, quando pre- sente, può in alcuni casi suggerire una diagnosi piuttosto che un’altra. Se presenti granuli per esem- pio, soprattutto se di colore giallastro o sulfureo, può essere sospettato uno pseudomicetoma o un’in- fezione da Actinomyces spp.3

L’esame citologico, eseguito per ago infissione o ago aspirazione, è uno degli esami collaterali che di solito fornisce importanti informazioni in corso di lesioni papulo-nodulari e, in alcuni casi (es. crip- tococcosi, toxoplasmosi, alcune infezioni da mi- cobatteri, leishmaniosi), può essere esso stesso in grado di fornire una diagnosi definitiva, soprattutto se sottoposto alla valutazione di un occhio esperto.

Non è infrequente tuttavia la necessità di ricorrere all’esame istologico corredato di colorazioni spe- ciali ed eventuali tecniche diagnostiche molecolari, come per esempio la PCR, o di esami colturali per batteri o funghi, volti a completare il procedimento diagnostico. Più di altre malattie dunque, quelle di natura infettiva, vedono la necessaria collabora- zione da parte di numerosi specialisti (dermato- logo, microbiologo, patologo, internista) che devono coordinarsi e comunicare fra loro nell’in- teresse del paziente. L’approccio terapeutico e la

prognosi di queste malattie è differente a seconda dei casi tuttavia in molte occasioni si riconosce un denominatore comune caratterizzato da terapie farmacologiche prolungate più o meno associate all’asportazione chirurgica di tutte o di buona parte delle lesioni.3,8 Unica eccezione è rappresentata dalle malattie virali per le quali per lo più non esi- stono trattamenti farmacologici di comprovata ef- ficacia.7Ultima considerazione da fare parlando di malattie infettive è relativa al potenziale zoonotico di alcuni agenti eziologici (es. criptococcosi, alcune micobatteriosi, infezioni da poxvirus), in partico- lare nei casi di malattie o terapie che possono es- sere causa di immunosoppressione, in queste situazioni bisognerebbe prevedere l’allontana- mento del soggetto infetto almeno fino alla sua completa guarigione.3Mi auguro che i colleghi pos- sano trovare interessante la lettura di questo nu- mero di Veterinaria e che possano arricchire le loro conoscenze con informazioni aggiornate e attuali.

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