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Comune di San Gimignano Assoggettabilità a VAS semplificata di una Variante al Regolamento Urbanistico

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(1)

Comune di San Gimignano

Assoggettabilità a VAS

semplificata di una Variante al Regolamento Urbanistico

Relazione motivata

Novembre 2018

(2)
(3)

INDICE

1 PREMESSA 2

1.1 Contenuti della documentazione e aspetti metodologici 6

2 SCENARI DI RIFERIMENTO OBIETTIVI DEL PROGETTO E SUO

DIMENSIONAMENTO 7

3 COERENZA DEL PROGETTO CON I VIGENTI PIANI E PROGRAMMI 8

3.1 Analisi di coerenza esterna 9

3.1.1 Piano di indirizzo territoriale regionale 9

3.1.2 Piano di gestione delle acque del Distretto dell’Appennino settentrionale, Piano di tutela delle acque del Bacino dell’Arno, Piano stralcio del bilancio

idrico del Bacino dell’Arno 9

3.1.3 Piano di gestione del rischio alluvioni del Distretto dell’Appennino

settentrionale Pgra), Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del Bacino

dell’Arno (Pai) e Piano stralcio bilancio idrico del Bacino dell’Arno 9 3.1.4 Piano dell’Ambito della Conferenza territoriale n. 2 “Basso Valdarno”

dell’Autorità idrica Toscana 9

3.1.5 Piano territoriale di Coordinamento della Provincia di Siena 10

3.1.6 Piano strutturale 10

3.1.7 Piano di classificazione acustica 11

4 QUADRO CONOSCITIVO E INDIVIDUAZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI 12

4.1 Premessa 12

4.1.1 Sistema Acqua 12

4.1.2 Suolo 17

4.1.3 Sistema storico paesaggistico e naturale 24

4.1.4 Aspetti relativi al clima acustico 28

5 VALUTAZIONE DELLA COERENZA INTERNA 29

6 ANALISI DEGLI EFFETTI ATTESI 29

6.1 Effetti sulle matrici ambientali e misure di mitigazione 30

(4)

1 PREMESSA

La variante al vigente Regolamento urbanistico comunale è finalizzata a soddisfare le esigenze di ampliare gli spazi di manovra dei mezzi e di movimentazione del materiale dell’attività produttiva in essere nello stabilimento adiacente di proprietà del Gruppo Trigano S.p.A (figura 1.1). La variante si rende necessaria in considerazione del carattere di urgenza e del valore strategico delle attività riconosciuto dal Protocollo d’Intesa siglato in data 4/06/2018 tra Regione Toscana, Comuni di San Gimignamo, Poggibonsi e Barberino Val d’Elsa e Gruppo Trigano S.p.A.

A tale scopo è opportuno evidenziare che il Comune di San Gimignano è dotato di:

 Piano strutturale approvato con Dcc 06/06/ 2007 n.40 e successiva deliberazione 30/11/2007 n.78;

 Regolamento Urbanistico approvato con Dcc 22/12/2009 n. 101 al quale si sono seguite una serie di varianti l’ultima delle quali è stata approvata con Dcc 30/07/2013 n. 47.

Poiché si tratta di modificare il Regolamento urbanistico è necessario svolgere la procedura di valutazione ambientale strategica, ai sensi della legge regionale 10/2010 e ss.mm.ii art. 5 bis commi 1 e 31 e, nell’ambito di tale procedura, poiché la variante ha un carattere redazionale, si applicano le diposizioni di cui all’art. 5 comma 3 ter della su citata legge regionale2, che prescrivono l’effettuazione della verifica di assoggettabilità semplificata.

1. 1. La Regione, la città metropolitana, le province, le unioni di comuni e i comuni, nell’ambito della rispettiva competenza, provvedono all’effettuazione della VAS sugli atti di cui agli articoli 10 e 11 della legge regionale 10 novembre 2014, n. 65 (Norme per il governo del territorio).

….

(5)

Figura 1.1 Inquadramento territoriale

(6)

Figura 1.2 - Estratto dal Regolamento urbanistico vigente

(7)

Fonte: elaborazione su dati del Ru Comune di San Gimignano

(8)

1.1 Contenuti della documentazione e aspetti metodologici

Come illustrato in premessa, poiché la variante in oggetto rientra fra quelle di carattere redazionale e non comporta modifiche alla disciplina di piano, può essere sottoposta a una verifica di assoggettabilità semplificata, tesa ad acquisire dall’Autorità competente il provvedimento motivato di esclusione dalla Vas.

A tale scopo è pertanto necessario elaborare una relazione motivata che illustri l’assenza di impatti sull’ambiente, i cui contenuti sono i seguenti:

1) caratteristica della variante: scenari di riferimento, obbiettivi e dimensionamento;

2) verifica di coerenza con gli strumenti della pianificazione sovraordinata e di quella di settore comunale;

3) descrizione delle caratteristiche dell’intervento e stato attuale delle diverse componenti ambientali interessate, con un grado di dettaglio tale da consentire di accertare l’assenza dii possibili impatti significativi con particolare riguardo alla presenza di eventuali aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale;

(9)

2 SCENARI DI RIFERIMENTO OBIETTIVI DEL PROGETTO E SUO DIMENSIONAMENTO

L’obiettivo della variante è quello di classificare la porzione di area strettamente congiunta allo stabilimento produttivo come ampliamento del tessuto produttivo esistente TP (cfr art. 41 delle N.T.A.), finalizzata alla possibilità di utilizzarla quale spazio di manovra dei mezzi e movimentazione dei materiali nell’ambito della produzione, con esclusione, al suo interno, di qualsiasi intervento edificatorio o altre trasformazioni di carattere permanente che comportino l’impermeabilizzazione del suolo. In altre parole si tratta di modificare la destinazione dell’area da area produttiva di trasformazione degli assetti insediativi a tessuti produttivi esistenti.

Tabella 2.1 - Obietti, azioni

Obiettivi Azioni

Modificare la destinazione dell’area Rendere disponibile un’area libera per i fabbisogni logistici dell’attività produttiva esistente

(10)

3 COERENZA DEL PROGETTO CON I VIGENTI PIANI E PROGRAMMI

La valutazione di coerenza si riferisce al confronto tra gli obiettivi e le azioni della proposta variante e quelli degli altri pertinenti piani che insistono sulla zona, di competenza di altri enti o amministrazioni ovvero della stessa amministrazione comunale e cioè:

 Pit;

 Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dell’Arno (PAI);

 Piano di gestione del rischio alluvioni del Bacino dell’Arno (PGRA);

 Piano stralcio della risorsa idrica del Bacino dell’Arno;

 Piano di gestione delle acque del bacino dell’Arno (PGA);

 Piano dell’Autorità idrica Toscana;

 Piano territoriale di coordinamento (PTCP) della provincia di Siena;

 Piano strutturale del Comune di San Gimignano

 Piano comunale di classificazione acustica (PCCA)

La simbologia utilizzata per l’analisi di coerenza riportata nella legenda (tabella 3.1) è la seguente:

a) coerenza diretta: gli obiettivi della variante sono sostanzialmente analoghi o comunque presentano chiari elementi di integrazione, sinergia e/o compatibilità con la disciplina del piano/programma preso in considerazione;

b) indifferenza: non c’è una correlazione significativa tra gli obiettivi della variante e il pia- no/programma preso in considerazione;

c) incoerenza: gli obiettivi della variante sono incompatibili con la disciplina del piano/programma preso in considerazione.

Ai fini dell’analisi di coerenza è opportuno rilevare che il Piano Ambientale ed Energetico regionale (Paer) non è compreso nel precedente elenco in quanto viene considerato di rango superiore, cioè i suoi obiettivi, a differenza di quanto avviene per gli altri piani, non rappresentano elementi di confronto per verificare la coerenza della variante ma piuttosto vengono assunti quali parametri (target di riferimento) rispetto ai quali valutare gli effetti ambientali.

Tabella 3.1 – Legenda dei simboli utilizzati per la verifica di coerenza

Coerente ◄► Indifferente Non coerente © Coerenza condizionata

(11)

3.1 Analisi di coerenza esterna

3.1.1 Piano di indirizzo territoriale regionale

Tabella 3.2 – Compatibilità

Obiettivo della variante

Coerenza

Obiettivi Pit Note

Modificare la destinazione dell’area

Disciplina d’uso della scheda Val d’Elsa

1.1 evitare ulteriore consumo di suolo e mitigare gli effetti negativi delle urbanizzazioni esistenti nei fondovalle del Fiume Elsa, del Virginio, del basso corso del T. Orme e del tratto del T. Pesa, in particolare lungo gli assi infrastrutturali principali, anche ai fini di riqualificare le “aree critiche per la funzionalità della rete ecologica”, contenendo le attività e gli insediamenti produttivi misti entro i limiti del territorio urbanizzato, anche attraverso il riuso delle attività dismesse nonché mantenendo i varchi inedificati

La variante non prevede consumo di suolo ed è localizzata all’interno del territorio urbanizzato

3.1.2 Piano di gestione delle acque del Distretto dell’Appennino settentrionale, Piano di tutela delle acque del Bacino dell’Arno, Piano stralcio del bilancio idrico del Bacino dell’Arno

Gli obiettivi indicati dai piani non interferiscono con la strumentazione urbanistica di livello comunale, anche in considerazione del fatto nessuna delle scelte localizzative degli interventi indicati nei piani interessa l’area della variante. È tuttavia opportuno sottolineare che questi piani contengono indicazioni e direttive rivolte agli strumenti urbanistici comunali, affinché indirizzino le proprie azioni alla tutela qualitativa e quantitativa delle risorse, così da assicurarne il risparmio e un loro utilizzo razionale.

3.1.3 Piano di gestione del rischio alluvioni del Distretto dell’Appennino settentrionale Pgra), Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del Bacino dell’Arno (Pai) e Piano stralcio bilancio idrico del Bacino dell’Arno

Le scelte della variante sono subordinate al rispetto della disciplina e della zonizzazione del Pgra, mentre non risultano interferenze con le indicazioni del Pai. Le analisi e gli studi geologici idraulici di supporto alla variante, a cui si rimanda per maggiori approfondimenti, danno conto di tutte le problematiche connesse con questi aspetti.

3.1.4 Piano dell’Ambito della Conferenza territoriale n. 2 “Basso Valdarno” dell’Autorità idrica Toscana

Gli obiettivi e le azioni della variante risultano in linea con le strategie individuate dal Piano di ambito.

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3.1.5 Piano territoriale di Coordinamento della Provincia di Siena

Tabella 3.3 – Compatibilità

Obiettivo della variante

Coerenza

Obiettivi PTCP Note

Modificare la destinazione

dell’area

Gli ambiti produttivi di interesse provinciale sono caratterizzati da:

- elevata capacità data dalla presenza o previsione di adeguate infrastrutture viarie e ferroviarie e di reti tecnologiche adeguate, compresa la cablatura;

- adeguata collocazione territoriale in relazione alle risorse essenziali ed al paesaggio;

- presenza di comparti produttivi avanzati, ad elevata specializzazione e competitività;

- relazioni con i principali centri di ricerca e formazione;

- essere oggetto di politiche di programmazione economica e produttiva e/o di politiche territoriali di riqualificazione ed espansione.

Circondari ad elevata densità produttiva:

In questo circondario si concentrano tutte o in quota parte importante le principali specializzazioni produttive della Provincia come la camperistica, la cristalleria, parte del farmaceutico- biotecnologico;

- Rappresenta un’area di particolare densità produttiva all’interno di un contesto di altissimo valore ambientale, paesaggistico e storico, con una economia importante sia nel settore agricolo - agroalimentare che turistico.

- Una situazione molto articolata con presenze di medio – grandi imprese e moltissime di piccola e piccolissima dimensione.

- In quest’area inoltre ricade un protocollo d’intesa tra le Province di Siena e Firenze per il supporto al sistema produttivo della camperistica della Val d’Elsa e Val di Pesa e dove sono previsti importanti interventi per il miglioramento dell’offerta localizzativa e di infrastrutturazione (vedi la realizzazione dello scalo di Zambra nel comune di Barberino FI).

La variante risponde adeguatamente alle indicazioni del Ptcp

3.1.6 Piano strutturale

Tabella 3.4 – Compatibilità

Obiettivo della variante

Coerenza

Obiettivi PS Note

Modificare la destinazione

dell’area

Gli interventi di trasformazione del territorio all’interno dell’UP16 debbono rispettare le disposizioni contenute al Titolo II, Capo I “Il governo della risorsa idrica”, Capo II” Prevenzione del rischio idraulico”, Capo III” Prevenzione del rischio geologico”, Capo IV”

Patrimonio boschivo ed aree di interesse forestale”, Capo V

“Direttive ambientali” e al Titolo III, Capo I ”Invarianti strutturali” e Capo III “Sistema del territorio rurale”, delle presenti norme.

La vaniante recepisce le indicazione del PS

(13)

3.1.7 Piano di classificazione acustica

Tabella 3.5 – Compatibilità

Obiettivo della variante

Coerenza

Obiettivi Pcca Note

Modificare la destinazione dell’area

La proposta di variante ricade in classe acustica V.

La normativa vigente include le aree produttive in classe V

(14)

4 QUADRO CONOSCITIVO E INDIVIDUAZIONE DEI POSSIBILI EFFETTI

4.1 Premessa

Trattandosi di una piccola area è praticamente impossibile circoscrivere il quadro conoscitivo alla situazione del luogo su cui si prevede l’intervento, cosa che del resto avrebbe anche un significato del tutto irrilevante, in quanto gli eventuali effetti si risentirebbero ad una scala sicuramente maggiore. A tal proposito è inoltre opportuno evidenziare che data la natura della variante le matrici ambientali coinvolte sono principalmente l’acqua, il suolo, il paesaggio il clima acustico, e marginalmente anche gli aspetti legati all’inquinamento elettromagnetico, mentre su tutte le altre gli impatti possono essere considerati trascurabili se non addirittura nulli. Per questi motivi l’analisi dello stato attuale delle componenti ambientali viene riferita ad un ambito più esteso di quello della variante e prende in considerazione le matrici acqua, suolo, paesaggio, rumore e elettromagnetismo.

4.1.1 Sistema Acqua

Qualità dei corpi idrici

La caratterizzazione della qualità delle acque superficiali e sotterranee si basa sulle diposizioni contenute nella Direttiva Europea 2000/60, recepita in Italia con il D.lgs 152/2006 e il relativo Dm attuativo 260/2010.

Secondo la suddetta normativa l’unità base di gestione per le acque superficiali è il corpo Idrico, cioè un tratto di un corso d’acqua appartenente ad una sola tipologia fluviale, definita sulla base delle caratteristiche fisiche naturali, che deve essere sostanzialmente omogeneo per tipo ed entità delle pressioni antropiche e quindi per lo stato di qualità. L’approccio metodologico prevede una classificazione delle acque superficiali basata soprattutto sulla valutazione degli elementi biologici, rappresentati dalle comunità acquatiche (macroinvertebrati, diatomee bentoniche, macrofite acquatiche, fauna ittica), e degli elementi ecomorfologici, che condizionano la funzionalità fluviale. A completamento dei parametri biologici monitorati si amplia anche il set di sostanze pericolose da ricercare.

Tale suddivisione è stata effettuata al fine di individuare:

d) corpi idrici a rischio ovvero quelli che in virtù dei notevoli livelli di pressioni a cui sono sottoposti vengono considerati a rischio di non raggiungere gli obiettivi di qualità introdotti dalla normativa.

Questi corpi idrici saranno quindi sottoposti ad un monitoraggio operativo annuale, per verificare nel tempo la situazione degli elementi di qualità che nella fase di caratterizzazione non hanno raggiunto valori adeguati;

e) tratti fluviali non a rischio o probabilmente a rischio che, in virtù di pressioni antropiche minime o

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Infine, nel caso di fenomeni di impatti non del tutto chiari, è richiesto un monitoraggio di indagine che sarà la base di un successivo monitoraggio operativo.

Novità significativa della norma europea è il calcolo degli indicatori di qualità ambientale, non più assoluti ma relativi: lo stato di qualità studiata è messo cioè in relazione a siti di riferimento con pressioni pressoché nulle; per ogni parametro si ottiene un EQR (Environmental Quality Ratio - rapporto di qualità ecologica). L’ l’EQR varia da 0 a 1, corrispondenti ad uno stato ecologico cattivo (0, colore rosso) o elevato (1, colore blu). La gamma dei valori risultanti da tale rapporto definisce i limiti delle cinque classi di stato ecologico elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo. L’obiettivo ultimo richiesto dalla WFD è il raggiungimento di un “buono stato” ecologico e chimico di tutte le acque comunitarie entro il 2015 con alcune deroghe fino al 2021. L’area della variante è interessata dagli elementi riportati nella figura 4.1.

Lo stato ecologico, lo stato chimico, la data entro la quale dovranno essere raggiunti gli specifici obiettivi e il tipo di pressione diretta ai quali sono sottoposti i corpi idrici superficiali è riportato nella tabella 4.1. Lo stato ecologico si ottiene, come valore peggiore, tra gli elementi biologici, il LimEco e il valore medio delle sostanze chimiche di tab 1B dell’allegato 1 del Dm 260/2010. Le criticità più o meno accentuate rilevate dallo stato ecologico dell’Elsa sono generate dalle pressioni antropiche di tipo puntuale (presenza di siti contaminati e/o aree industriali dismesse e/o scarichi di reflui urbani), diffuse (deflusso urbano e agricoltura in generale) e da problemi di portata.

Nella tabella 4.2 sono elencate le informazioni relative alla stazione di monitoraggio dell’acquifero dell’Elsa localizzata nei pressi dell’area della variante, lo stato ecologico e chimico del corpo idrico sotterraneo e le pressioni che agiscono. I dati indicano l’assenza di criticità dal punto di vista quantitativo, mentre sotto il profilo dello stato chimico, l’acquifero risulta non buono (scarso) per la presenza di impatti di tipo antropico (uso di pesticidi, presenza di aree industriali, scarichi di reflui e problemi di portata.

La disponibilità idrica e l’indicazione delle disposizioni3 che è necessario rispettare per la richiesta di eventuali autorizzazioni ai prelievi sono rappresentate nella figura 4.2.

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Figura 4.1 – Corpi idrici superficiali e sotterranei, punti di monitoraggio e pozzi

(17)

Tabella 4.1 - Stato qualitativo dei corsi d’acqua superficiali

Nome Comune

Codice europeo Codice Wise IT09CI

Tipo Corpo idrico /monitoragg io (*)

Stato chimico Tab 1A /anno

Stato ecologico 2010-2012

StatoEcoTab 1b /anno

Limeco /anno

Benthos/

anno

Diatom ee /anno

Macrofit e /anno

Obiettivo s. chimico

Obiettivo s ecologico

Pressioni dirette(**) Elsa – Ponte di

Santa Giulia Poggibonsi IT09S1295

Natural/SO Buono/2012 Buono/2012 Sufficiente/

2012

Buono al 2015

Buono al 2021

Elsa – Valle superiore

Poggibonsi

IT09S1296

N002AR095fi1 HMWB/OP Buono/2013 Scarso Elevato/2013 Elevato /2013

Scarso 2015

Elevato 2015

Elevato 2015

Buono al 2015

Buono al 2021

1.1 1.5–

2.1) 2.2 3 Note: (*) SO = sorveglianza (**) 1.1 Puntuali UWWT Urban waste water = trattamento reflui urbani 1.5 Puntuali: Siti contaminati/Siti industriali abbandonati,2.1 Diffuse – Dilavamento urbano (run off) 2.2 Diffuse – Dilavamento terreni agricoli (Agricoltura), 3 Prelievi idrici (includendo anche le diversioni di portata)

Tabella 4.2 – Stazioni di monitoraggio e associato stato qualitativo, stato quali-quantitativo dei corpi idrici sotterranei Nome

stazione/corpo idrico

Comune Codice europeo

Corpo

Idrico Periodo Anno N stazioni Stato chimico Stato quantitativo Parametri Obiettivi Pressioni (*)

Pozzo Burraia San

Gimignano IT09S0260 Alluvioni 1995 - 2012 2012 4 - Buono a rischio NO3

Elsa 11AR060 Alluvioni 2001 - 2015 2015 8 Scarso Buono tetracloroetilene Buono al

2021

1,1 1.5 2.10b 2.10d

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Figura 4.2 – Disponibilità idrica per l’Acquifero dell’Elsa nei dintorni di Cusona

(19)

4.1.2 Suolo

Le considerazioni sugli aspetti geomorfologici sismici e idraulici sono trattati in maniera dettagliata nella relazione geologica e nella relazione idraulica allegate alla variante, a cui si rimanda per eventuali approfondimenti. In estrema sintesi si può affermare che la zona è inclusa:

 nella classe di pericolosità geomorfologica bassa (G1) del Ru vigente (figura 4.3);

 nella classe di pericolosità idraulica media (P2) con una piccola porzione in classe bassa (P1) secondo il Piano di gestione del rischio alluvioni (PGRA) del distretto dell’Appennino settentrionale (figura 4.4);

 nella classe di pericolosità S3 (figura 4.5).

Per quanto riguarda la pericolosità geomorfologica, la normativa del RU vigente art. 73 comma 4 definisce la seguente condizione:

 su tutto il territorio comunale, nelle aree inserite nella classe G.2 (pericolosità geomorfologica media) e nella classe G.1 (pericolosità geomorfologica bassa) non sono previste indagini di dettaglio a livello di “area complessiva”. I progetti devono basarsi sulle condizioni di attuazione individuate in funzione di indagini geognostiche da eseguirsi a livello edificatorio, al fine di non modificare negativamente le condizioni ed i processi geomorfologici presenti nell’area.

A tal proposito la relazione geologica allegata alla variante inserisce l’area in classe di fattibilità F1 e cioè assenza di limitazioni

In relazione alle problematiche legate alla sismicità, la classe di pericolosità S3, in cui è inclusa l’area oggetto della variante, imporrebbe che siano eseguite indagini particolari e adottati accorgimenti adeguati nelle fasi attuative degli interventi. Poiché la variante non prevede interventi edificatori anche la fattibilità dal punto di vista sismico, secondo gli studi geologici, è riconducibile alla classe F1, cioè assenza di limitazioni.

Per quanto concerne la pericolosità idraulica si applicano le disposizioni del PGRA contenute negli articoli 9, 10 e 11 che sostanzialmente impongono il rispetto di criteri di mitigazione e gestione del rischio sia per le opere stesse che per le aree contermini e dettano regole per le trasformazioni e la realizzazione di interventi di edificazione. In questo caso la relazione geologica inserisce la zona nella classe di fattibilità F2 e per questo individua specifiche prescrizioni, di cui si da conto nel successivo paragrafo 6.1.

Dal punto di vista della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi e della sensibilità l’area ricade rispettivamente in classe 2 area ad elevata vulnerabilità: falda libera in materiali alluvionali senza alcuna protezione e nelle aree sensibili con un vincolo medio, classe 2 del PTCP della Provincia di Siena (figura 4.6). Le disposizioni che disciplinano tali aspetti sono contenute negli articoli 63 e 64 della normativa del Ru che si riferiscono rispettivamente alle aree sensibili di classe 2 e alle “Disposizioni

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Figura 4.3 – Pericolosità geologica

(21)

Figura 4.4 -.Pericolosità idraulica

(22)

Figura 4.5 – Carta delle zone a maggior pericolosità sismica locale

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(24)

Figura 4.6 – Carta della vulnerabilità intrinseca della falda e della sensibilità

(25)

Figura 4.7 – Uso del suolo

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4.1.3 Sistema storico paesaggistico e naturale

Analizzando il piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico (Pit/Ppr), l’area oggetto di variante:

 non risulta interessata da vincoli paesaggistici, vincolo idrogeologico a altri vincoli sovraordinati;

 è interna al “perimetro del territorio urbanizzato” ai sensi dell'art. 224 LR 65/14, come individuato in sede di Avvio del Procedimento di formazione del POC con DCC 28/2017 (corrispondente agli ambiti di trasformazione di cui alla Tav. P04 del PS);

 appartiene al sistema di fondovalle (figura 4.8);

 è inclusa nell’area critica per processi di artificializzazione e nell’agrostemma frammentato in abbandono (figura 4.9);

 rientra nei morfotipi dei seminativi semplificati di pianura e di fondovalle (figura 4.10).

(27)

Figura 4.8 – Sistemi morfogenetici

(28)

Figura 4.9 - Carta delle infrastrutture ecologiche

(29)

Figura 4.10 – Carta dei morfotipi rurali

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4.1.4 Aspetti relativi al clima acustico

Secondo il Pcca, l’area della variante ricade in una zona compresa nella classe V (figura 4.11), compatibile con la destinazione prevista.

Figura 4.11 – Estratto del Piano di classificazione acustica

CLASSE DESCRIZIONE

IV Aree di intensa attività umana: aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie

V Aree prevalentemente industriali: aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni

VI Aree esclusivamente industriali - aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi Valori limite delle sorgenti sonore (D.P.C.M. 14/11/97) – Leq in dB (A)

Classi di destinazione d’uso del territorio Emissione Immissione diurno notturno diurno notturno

IV Aree di intensa attività umana 60 50 65 55

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5 VALUTAZIONE DELLA COERENZA INTERNA

Poiché l’obiettivo della variante è quello di cercare di soddisfare i fabbisogni logistici di un ’attività produttiva strategica presente nella zona della Cusona, la scelta di modificare la destinazione di un’area libera attigua all’insediamento produttivo esistente rappresenta la soluzione più consona allo scopo.

6 ANALISI DEGLI EFFETTI ATTESI

L’individuazione degli effetti ambientali significativi è effettuata attraverso l’analisi matriciale che rappresenta, uno strumento operativo rivolto a fornire un quadro sintetico dei risultati e dei processi di analisi. Nella prima colonna della matrice vengono riportati gli obiettivi di protezione ambientale mentre nelle altre sono indicate le azioni previste dal piano. Sulle righe invece sono considerati gli effetti attesi.

La valutazione, come relazione causa-effetto dell’intervento sulle diverse componenti ambientali, avviene tramite l’espressione di un giudizio qualitativo sulle caratteristiche (positivo o negativo) dell’effetto atteso al netto delle misure di mitigazione o del potenziale effetto mitigatorio di altre azioni previste dal piano. La formulazione del giudizio avviene utilizzando la seguente scala di valori:

1) effetto positivo e comunque compatibile con il contesto ambientale di riferimento (▲) colore verde pisello;

1) effetto atteso potenzialmente negativo (▼) colore arancione;

2) effetto ambientale atteso incerto: l’azione può avere effetti positivi o negativi a seconda delle modalità con cui viene realizzata ( colore giallo);

3) non è individuabile un effetto atteso significativo con ripercussioni dirette sull’aspetto ambientale considerato (casella bianca).

Per gli effetti che risultano potenzialmente negativi e che nessuna azione già prevista dal piano riesce a contrastare, sono indicate, interventi correttivi o di compensazione la cui tipologia è definita in relazione

(32)

Tabella 6.1 - Potenziali effetti connessi alla realizzazione della variante

Effetto atteso potenzialmente positivo Effetto atteso potenzialmente negativo

Effetto atteso con esito incerto Effetto atteso non significativo

OBIETTIVI DI SOSTENIBILITA’

AZIONI

Rendere disponibile un’area libera per i fabbisogni logistici dell’attività produttiva esistente

Lotta ai processi di cambiamento climatico

Riduzione emissioni di CO2

Razionalizzazione e riduzione dei consumi energetici Incremento di energia prodotta da fonti rinnovabili Salvaguardia della

natura e delle biodiversità

Mantenimento e recupero dell’equilibrio idrogeologico

Tutela dell'ambiente e della salute

Riduzione della popolazione esposta ad inquinamento atmosferico

Riduzione della popolazione esposta ad inquinamento acustico

Adeguamento antisismico delle strutture Uso sostenibile delle

risorse naturali e gestione dei rifiuti

Riduzione della produzione di rifiuti e diminuzione dei quantitativi conferiti in discarica

Tutela qualità delle acque ed uso sostenibile della risorsa

idrica

Aspetti territoriali e socioeconomici

Contenimento del consumo di suolo

Incremento dell’offerta di servizi

6.1 Effetti sulle matrici ambientali e misure di mitigazione

La variante non presenta impatti significativi su alcuna matrice ambientale e contemporaneamente consente di incrementare e migliorare l’efficienza dell’attività produttiva esistente.

Ciò detto è comunque opportuno considerare alcuni aspetti.

Il primo riguarda le potenziali trasformazioni morfologiche del terreno (consolidamento, regolarizzazione o spianamento del terreno, anche ai fini della regimazione delle acque superficiali, creazione di piste carrabili per accesso e manutenzione, etc). A tal proposito ogni eventuale rialzamento locale del terreno dovrà essere bilanciato da un equivalente abbassamento del medesimo sempre all’interno dell’area permeabile, in modo da compensare e non sottrare alcuna volumetria alla libera esondazione e propagazione delle acque, in caso di evento di piena duecentennale.

Il secondo concerne l’eventualità che durante la fase di movimentazioni dei mezzi e di stoccaggio temporaneo di materiale su un’area altamente vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, si possano verificare episodi di fuoriuscita di sostanze inquinanti (olio, carburante ecc). Per evitare che eventi accidentali di questo tipo, la cui probabilità risulta comunque bassa, possa produrre effetti sulle acque sotterranee, dovranno essere previsti immediate e adeguate azioni che impediscano agli inquinanti di

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