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VI UNA SCRITTRICE AMERICANA

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Academic year: 2021

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VI

UNA SCRITTRICE AMERICANA

Arnow è stata etichettata come “scrittrice regionale” e per questo motivo, molto spesso relegata nella categoria del colore locale. Questa etichetta le è stata attribuita dopo la pubblicazione dei primi tre romanzi che compongono la sua trilogia sul Kentucky. In realtà non si tratta esattamente della stessa cosa: il termine “regionale” suggerisce che un autore documenta, per esempio, il dialetto di un’area particolare, gli usi e costumi descrivendone il paesaggio, ma queste descrizioni sono intrinseche e cruciali per la comprensione della trama e dei personaggi; mentre con l’accezione “colore locale” di solito s’intende un movimento letterario americano del Diciannovesimo secolo, e questo può far riferimento a qualsiasi opera in cui l’autore mostri dettagli regionali decorativi per aggiungere interesse alla narrazione.

Secondo Glenda Hobbs la confusione sorge quando i critici letterari usano questi due termini indiscriminatamente, oppure presumono che ogni opera che contenga una quantità significativa di dettagli regionali debba semplicemente evidenziare il pittoresco di un’area. Questo è proprio quel che è successo con Arnow e le sue opere. È probabile, allora, che TD sia più noto rispetto agli altri due romanzi perché meno palesemente “regionale,” e pertanto gli è stato risparmiato questo sfortunato destino. Tre quarti del romanzo si svolgono nella Detroit del tempo di guerra, dove i Nevels sono emigrati per permettere al padre di lavorare in fabbrica e contribuire, così, allo sforzo bellico. I primi due romanzi di Arnow, MP e HH, sono invece interamente ambientati nel Kentucky agreste e descrivono ambedue gli abitanti di quell’area collinare, in lotta perpetua con una terra sterile, impervia, sempre alle prese con il fondamentalismo religioso e con la loro organizzazione tribale. Per quanto molti critici abbiano lodato entrambi i romanzi con

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90 commenti entusiastici, hanno anche inconsapevolmente annullato tali lodi nel momento in cui hanno definito “regionali” le opere. Alcuni altri, sempre secondo Hobbs, avrebbero scambiato alcune descrizioni necessarie alla trama per semplici decorazioni, tipiche del “colore locale”; altri ancora, presumendo che queste opere fossero profondamente radicate nel Kentucky rurale e che pertanto dovessero avere un fascino circoscritto, le definirono “regionali” nel senso di “alla buona, campagnolo,” sminuendone così il valore.

Con MP Arnow fece sfoggio del suo talento artistico evocando un’area povera, ma bellissima degli Appalachi dove, come detto in precedenza, una giovane di città si trasferisce per lavoro. Malgrado il romanzo sia più incentrato sulle emozioni della protagonista che, col tempo, impara ad apprezzare valori che fino ad allora le erano sconosciuti, quali la devozione famigliare, lo stretto rapporto con la terra e il concetto di giustizia, la maggior parte delle recensioni lo hanno definito per lo più un “buon romanzo

regionale” o, addirittura, un romanzo meraviglioso “of its type.”1 È pur vero che, come

molti altri romanzi ambientati in Kentucky, anche in questo troviamo la descrizione di una faida, considerata uno stereotipo di quel tipo di letteratura, tuttavia Arnow l’ha inserita innanzitutto per dimostrare la trasformazione della sua eroina: inizialmente scandalizzata dall’idea di poter giustificare un assassinio, anche se per vendicarne un altro, più avanti nel romanzo resterà scioccata dal proprio atteggiamento, quando si ritroverà a chiedere vendetta per i torti subiti; in secondo luogo, perché, perfino negli anni Trenta le faide erano ancora un fenomeno diffuso negli angoli più remoti del Kentucky sudorientale.

Quando fu pubblicato HH, la storia di un uomo che vive sulle colline del Kentucky ed è ossessionato dalla caccia alla volpe, i vari critici lo lodarono soprattutto per la rappresentazione realistica di un’antica usanza pittoresca tipica degli Appalachi. Anch’esso

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Cfr. Hobbs, Glenda, “Harriette Arnow’s Kentucky Novels: Beyond Local Color”, in Chung, Haeja K. (ed.),

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fu prontamente definito un “unusually good book of its kind,”2 soprattutto per

l’autorevolezza e la precisione con cui l’autrice descrive nei minimi particolari la vita agreste nell’area del Cumberland. Molte di queste critiche non fecero altro che consolidare l’idea, già formatasi col romanzo precedente, che Arnow non fosse altro che una romanziera regionale. A tal proposito, Glenda Hobbs scrive che, sebbene diversi critici

“perceived Hunter’s Horn ‘fine, strong, frame of universality,’”3 la maggior parte di loro

“damned it with tainted praise.”4 Uno di essi arrivò perfino a dichiarare che si trattava del

suo personale candidato al premio Pulitzer poiché lo considerava “a really remarkable regional novel.”5

TD sfuggì a tale etichetta e fu considerato unanimemente un capolavoro. Glenda

Hobbs ritiene ironico il fatto che i critici non l’abbiano catalogato come romanzo regionale visto che, rispetto ai precedenti, presenta molti aspetti tipici del genere, almeno secondo l’accezione in voga al momento, quali ad esempio lo stile di vita e il carattere dei kentuckyiani. Come è già stato sottolineato in precedenza, in questo romanzo Arnow ha rappresentato magistralmente le difficoltà di preservare il proprio credo religioso, di trarre forza dalla natura, nonché di mantenere il proprio dialetto anche in una cultura aliena. A questo riguardo Hobbs fa una considerazione: “Perhaps a novel is considered “regional”

only if all the action occurs in the same rural setting.”6 Facendo trasferire i personaggi del

romanzo in una città del nord, Arnow ha messo a tacere tutti quei critici che fino a quel momento avevano mostrato una certa ristrettezza di vedute nell’istante in cui hanno definito i suoi romanzi “regionali.”

2 Cfr. Ibidem, p. 65. 3 Ivi. 4 Ivi. 5

Ivi, corsivo mio.

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92 Nonostante ciò, Arnow è tuttora considerata da molti una sorta di discendente dei romanzieri di "colore locale," un genere minore nella letteratura americana e i critici sono convinti che, come tale, continui a descrivere l'amore per il pittoresco e il sentimentale tipico dei suoi cosiddetti predecessori. Non si conoscono di preciso le date esatte di quel movimento letterario (più o meno dal 1865 al 1900), tuttavia è noto che, dopo la Guerra Civile, l'aumento della mobilità diede origine a una certa curiosità per la vita e le usanze dei luoghi più remoti del Paese. Allo stesso tempo, la crescente industrializzazione fece sì che le persone provassero una sorta di attrazione per una cultura agraria che stava scomparendo rapidamente; provavano nostalgia per l'individualità di certe aree isolate che ben presto si sarebbero dovute omologare col resto del Paese. Spesso scritti da forestieri, tali romanzi esaltavano le unicità di alcune aree agresti, di solito esagerandone le idiosincrasie, per far apparire quelle determinate zone ancor più caratteristiche. Il dialetto, gli usi e costumi, il paesaggio, il modo di vestire degli abitanti, venivano documentati minuziosamente, talvolta fino all'eccesso e, in taluni casi, l'atteggiamento dell'autore era spesso condiscendente: i personaggi venivano presi in giro affettuosamente, purché restassero "pittoreschi." La narrativa di Arnow, pur mettendo in evidenza certi aspetti "regionali" dell'area in cui sono ambientate le sue storie, non può essere definita "regionale" o "colore locale": come già ampiamente evidenziato i personaggi sono più importanti dell'ambientazione: "I had to have some setting because the people were either

at one with the setting or rebelling against it."7 Lei non è interessata a mettere in evidenza

le peculiarità di una regione, ma poiché segue una delle regole d'oro degli scrittori, ovvero quella di scrivere cose che si conoscono, ha ambientato le sue storie sulle colline del Kentucky per mostrare come esse influiscano sugli atteggiamenti e la psicologia dei personaggi. Essi, infatti, lottano per mantenere la propria integrità in un ambiente oppressivo, spesso ostile, ovunque esso si trovi.

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93 La sua scrittura è chiara e concisa, tant'è che con pochi tratti riesce a evocare uno stato d'animo, a dipingere una scena, a focalizzarsi su un evento drammatico, oppure a evidenziare alcuni aspetti di un personaggio che lo rendono vivo, reale, agli occhi del lettore. Secondo Eckley, nella trilogia sul Kentucky, Arnow va oltre il "colore locale" perché "has been content to be a simple storyteller, attempting to record honestly the nature

of human experience as she conceives it."8 Infatti, più che limitarsi a descrivere panorami,

suoni, credenze, usi e costumi di una particolare area e dei suoi abitanti, Arnow mette in risalto le tragedie o gli aspetti ironici che possono verificarsi vivendo in una zona circoscritta e isolata. Allo stesso modo l'autrice getta luce sulle condizioni sociali e ambientali che limitano i personaggi in un'ambientazione urbana, sia che si tratti di un quartiere di case popolari come quello descritto in TD, o di un sobborgo esclusivo come quello di The Weedkiller's Daughter, altro romanzo di Arnow ambientato in città.

Ovviamente in tutto questo processo è molto importante anche il background per l'ambientazione e, a tal proposito, in un'intervista sulle sue letture preferite, la scrittrice ha dichiarato:

I know there are novels and novels, but I have always enjoyed reading a novel with background that takes me sometimes into an entirely different world. When I was in my early teens, I first read Thomas Hardy; and I could feel a kinship, because his characters were in hills and woods - different from what I knew; but the background merged with the people.9

In merito a questo commento Eckley ritiene che l’autrice avrebbe potuto tranquillamente parlare delle proprie opere.

Leggendo i romanzi di Harriette Arnow dunque ci si rende immediatamente conto che sono i personaggi e non le trame, né tantomeno l'ambientazione, a dar forma alla storia: in primo luogo, l'autrice li dota di una propria individualità; in secondo luogo, riesce a proiettarsi in essi, vedendo le cose così come le vedono loro; inoltre, non esprime giudizi,

8

Cfr. Eckley, Wilton, op. cit., 1995, p. 46.

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94 né da un punto di vista etico né da un punto di vista morale, ma lascia invece che siano le loro azioni a parlare. Per tutte queste ragioni Arnow non dovrebbe essere catalogata come "scrittrice regionale" più di quanto non lo siano stati tanti altri scrittori suoi contemporanei, ma dovrebbe essere considerata a pieno titolo una romanziera americana, il cui fascino non deve essere circoscritto a una certa area geografica.

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