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CAPITOLO I UNIONE EUROPEA E REGNO UNITO: L’INIZIO DI UNA RELAZIONE CONTROVERSA 1.

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I CAPITOLO I

UNIONE EUROPEA E REGNO UNITO: L’INIZIO DI UNA RELAZIONE CONTROVERSA

1. Dalla fine del secondo conflitto mondiale alle prime forme di collaborazione

2. L’approccio del Regno Unito alla CECA e alla CED

3. Il rifiuto della CECA per timore di una limitazione della sovranità parlamentare

4. Il graduale cambiamento dell’opinione pubblica verso l’integrazione comunitaria

5. Gli aiuti statali agli agricoltori inglesi e la politica agricola comunitaria: una questione spinosa

6. La resistenza opposta dai Paesi del Commonwealth e la Dichiarazione di Singapore

7. La richiesta di adesione del Regno Unito alla Comunità Economica del 1967 e l’opposizione della Francia

8. Il secondo tentativo di adesione: la nuova opposizione francese 9. L’uscita di scena di De Gaulle e l’adesione del Regno Unito alle

Comunità

CAPITOLO II

L’IMPATTO DELL’ADESIONE SULLE SINGOLE POLITICHE

1. L’adattamento del sistema interno britannico all’ordinamento comunitario

2. L’European Communities Act del 1972

3. La progressiva incidenza della normativa europea nell’ordinamento interno

4. Il mercato unico, l’armonizzazione e la protezione dei consumatori 5. L’efficiente sistema agricolo britannico e gli alti costi imposti dalla

politica agricola comunitaria

6. Le riforme agricole e l’interesse crescente per l’ambiente: dallo sfruttamento estensivo dei terreni all’incoraggiamento dell’agricoltura Bio

7. Verso un miglioramento delle condizioni ambientali

8. Il Regno Unito e la politica comune della pesca e gli attriti con i pescherecci spagnoli

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II CAPITOLO III

I DIVERSI CASI DI APPLICAZIONE DIFFERENZIATA DEL DIRITTO DELL’UNIONE EUROPEA

1. Il ''no'' del Regno Unito alla moneta unica

2. La decisione di non partecipare alla moneta unica nell'interesse nazionale 3. I cinque test economici

4. La politica sociale europea: le differenze tra Maastricht ed Amsterdam 5. Il trattato di Amsterdam: l’estensione al Regno Unito della politica

sociale comunitaria

6. La mancata adesione del Regno Unito agli accordi di Schengen

7. Il Protocollo allegato al Trattato di Amsterdam sulla posizione del Regno Unito con riferimento al Titolo relativo a visti, asilo, immigrazione ed altre politiche relative alla libera circolazione delle persone

8. Il Regno Unito ed il processo di riforma che ha condotto al Trattato di Lisbona

9. L’opt-out del Regno Unito in merito alla Carta dei diritti fondamentali dell’UE

10.Il «Protocollo 21» allegato al Trattato di Lisbona in merito alla posizione del Regno Unito rispetto allo spazio di libertà sicurezza e giustizia 11.Il Regno Unito e la cooperazione giudiziaria in materia civile

I. Il Regolamento Bruxelles 1 (44/2001)

II. Il Regolamento 805/2004: un titolo esecutivo europeo per

i crediti non contestati

III. La procedura europea di ingiunzione di pagamento

IV. La peculiare posizione di Regno Unito e Danimarca in

merito alle obbligazioni alimentari

V. Il diritto di famiglia e l’Unione europea: la responsabilità genitoriale e le questioni patrimoniali.

VI. La posizione di Regno Unito, Irlanda e Danimarca in

merito alle obbligazioni contrattuali, extra contrattuali e le procedure d’ insolvenza.

VII. Strategie europee per evitare il fenomeno del Forum shopping.

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III CAPITOLO IV

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

1. Perché il Regno Unito dovrebbe rinegoziare o lasciare l’Europa?

2. Dal Referendum del 1975 al Referendum del 2017

3. L’analisi dei costi e dei benefici: la decisione di non partecipare alla moneta unica nell’interesse nazionale

4. Possibili alternative all’adesione all’Unione europea: I. La posizione dello "status quo

II. La rinegoziazione dei termini di adesione

III. La creazione dell’AEA

IV. L’adesione al mercato unico tramite l’EFTA e l’EEA

V. Gli accordi bilaterali tra l’Europa e il Regno Unito 5. L’inevitabile connotazione politica del dibattito in corso

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IV Introduzione

La ricerca illustra le motivazioni che hanno indotto il Regno Unito a mantenere una posizione differenziata rispetto agli altri paesi europei nel processo di integrazione comunitaria. A tal fine, viene innanzitutto analizzata l’origine di quell’atteggiamento risoluto che tuttora caratterizza i rapporti con l’Unione europea: un rapporto caratterizzato dall’opposizione britannica a legarsi troppo all’Europa, prediligendo molto spesso la relazione speciale con gli Stati Uniti e i paesi del Commonwealth. Nonostante questo, il Regno Unito non può essere considerato come un paese contrario all’integrazione europea tout court: le posizioni all’interno dell’opinione pubblica britannica sono oggi come sessant’anni fa molto ricche di sfumature. Il lavoro è frutto di un periodo di ricerca e studio presso l’Università di Oxford nel Regno Unito, dove è stato possibile consultare gli archivi della "Bodeleian Law Faculty Library" che si sono rivelati particolarmente utili tenuto conto della ricca documentazione che essi contengono in relazione alla posizione del Regno Unito in merito a numerosi atti dell’Unione europea ed alla giurisprudenza britannica dei giudici di Lussemburgo. Presso la "Bodeleian Social Science Library" sono stati invece reperiti documenti il cui esame ha consentito di comprendere il rapporto tra il Regno Unito e l’Europa in chiave sociologica. In tale ottica, particolare attenzione è stata rivolta all’analisi dei recenti dibattiti che stanno imperversando nel Regno Unito in merito alla opportunità o meno di rimanere nell’Unione europea. La ricerca si compone di quattro capitoli: nel primo capitolo verranno ripercorse le tappe che hanno portato alla formazione dell’attuale Unione europea ed in particolare si analizzerà l’inizio della relazione controversa tra il Regno Unito e l’Europa. Una prima fase che vede il Regno Unito, uscito vittorioso dal secondo conflitto mondiale, occupare una posizione di prestigio insieme a Stati Uniti e Russia e pertanto poco propenso alla cooperazione comunitaria. Tutto questo, ha causato un isolamento politico dal resto del continente europeo che sarà superato soltanto nel 1973 con l’ammissione del Regno Unito all’Unione europea dopo una lunga e per certi versi umiliante trattativa con il generale De Gaulle fermamente contrario all’adesione britannica. Sebbene, il Regno Unito non avesse mai avuto un atteggiamento costruttivo nei confronti dell’integrazione comunitaria, con il tempo, l’atteggiamento

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“sabotativo” dei progetti continentali verrà progressivamente abbandonato, lasciando spazio ad un atteggiamento più costruttivo e benevolo. Nel secondo capitolo, si analizzerà l’adattamento dell’ordinamento britannico a quello comunitario, con riferimento alle problematiche che l’adattamento stesso ha comportato. L’ingresso del diritto comunitario nell’ordinamento interno implica un forte impatto sulla sfera della sovranità statale inevitabilmente per ogni paese aderente all’Unione europea, per il Regno Unito in modo particolare essendo privo di una costituzione scritta. Verranno analizzate le tappe della progressiva incidenza della normativa europea nell’ordinamento interno, dalla prevalenza del criterio cronologico in caso di contrasto tra la normativa interna e quella comunitaria fino al riconoscimento della supremazia del diritto comunitario. L’implementazione delle politiche comunitarie crea inoltre divergenze in riferimento alla politica agricola e alla politica comune della pesca diversamente dalla materia ambientale che ne risente positivamente. Nel terzo capitolo verranno analizzati gli ambiti in cui il Regno Unito si è avvalso della clausola dell’opting out in riferimento alla politica sociale, analizzando dapprima le differenze tra Maastricht ed Amsterdam e poi in riferimento al Titolo V del TCE. Numerosi sono i casi in cui il Regno Unito ha deciso di adottare la legislazione comunitaria (opting in) per quanto riguarda il diritto internazionale privato ed il diritto processuale penale e civile. Si tratteranno le motivazioni strettamente economiche della mancata partecipazione all’Euro, attraverso l’analisi dei cinque Test economici fissati come condizione dell’ingresso nell’Unione Economica e Monetaria dall’allora Cancelliere dello Scacchiere, Gordon Brown. La ricerca prevede, nelle parte finale, alcune considerazioni in merito alla decisione dell’attuale primo ministro David Cameron di indire un referendum nel 2017 in cui i cittadini britannici saranno chiamati ad esprimersi se "rimanere dentro o fuori l’Europa". Verranno analizzati gli interessi in gioco: da una parte, la salvaguardia della supremazia del parlamento di Westminster, dall’altra l’accorta valutazione delle conseguenze economiche e politiche che tale scelta comporterà. I politici britannici vogliono evitare che la scelta di non far parte dell’Unione europea possa diminuire il prestigio sulla scena internazionale del Regno Unito. Come è ben noto, l’adesione all’Unione europea comporta costi e benefici per ogni paese membro, costi che nel caso del Regno Unito sembrano superare i benefici. Infine, verranno illustrate cinque possibili alternative alla piena adesione europea, in base

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alle quali il Regno Unito potrebbe optare per una parziale adesione all’Unione europea maggiormente in linea con la politica liberale britannica.

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