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Pandemia 1836 La guerra dei Borbone contro il colera

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Academic year: 2021

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Presentazione del volume Gigi Di Fiore

Pandemia 1836

La guerra dei Borbone contro il colera

UTET, Milano settembre 2020 (pp.202)

Presentazione tratta da https://www.utetlibri.it/

«L’epidemia di colera del 1836 fu la prima della storia contemporanea a diffondersi in tutto il mondo. Una pandemia dunque. E, se ne approfondiamo tutti gli aspetti, poco meno di due se- coli diventano un arco di tempo mai passato, nonostante i progressi della scienza e della tec- nologia. Una guerra uguale contro un nemico invisibile».

Una pandemia globale. Medici eroi, crisi economiche, psicosi collettive e l’isolamento come di- fesa preventiva. Nonostante la descrizione calzi perfettamente con i primi mesi del 2020, sia- mo a Napoli, è il 1836 e il virus di allora si chiama cholera morbus. Il colera.

Anche in quel caso il contagio era partito da est: dall’India si era propagato nel resto dell’Asia, e attraverso le rotte commerciali era entrato in Europa. Dopo aver devastato gli stati dell’Alta Italia aveva raggiunto i confini del Regno delle Due Sicilie, travolgendo il governo del giovane Ferdinando II di Borbone.

L’ingresso del colera a Napoli viene accompagnato dalla grancassa di scienziati allarmisti e po- litici riformatori; dal nord arrivano testimonianze tragiche e alcuni consigli da parte dei medici che hanno già affrontato il morbo. Tra le poche informazioni sicure, come avverte in una lette- ra un dottore di Padova, c’è che il colera «si trasmette esclusivamente per mezzo delle comu- nicazioni cogl’individui che sono infetti di questo germe, o per l’uso di cose che lo nascondono;

che comparisce nei luoghi in cui si operano queste comunicazioni».

Man mano che i bollettini sulla diffusione dell’epidemia indicano un’allarmante crescita dei con- tagi, la corte dei Borbone reagisce a colpi di decreti regi: istituisce una Commissione superiore di sanità e una task force «per la conservazione della salute pubblica»; vengono chiusi i confini del regno e a ogni persona che si presenta alle porte della città è chiesta una certificazione che attesti la necessità dello spostamento; le lezioni vengono sospese; i medici dotati di speciali di- spositivi sanitari; scienziati e politici raccomandano particolare cura nell’igiene personale…

Attraverso una ricostruzione storica minuziosa, Gigi Di Fiore ci guida lungo la vertigine del pa- rallelismo storico, illuminando una società terribilmente vicina a noi, in cui appaiono evidenti le similitudini con il presente ma da cui, allo stesso tempo, emergono i problemi che oggi come in passato le amministrazioni hanno faticato a risolvere. Nel gioco, spesso fallace, dei corsi e ri- corsi storici, scopriamo che, nonostante i secoli trascorsi, nonostante i progressi della medici- na, l’ignoto che allora sconvolse il mondo è identico all’ignoto di oggi.

Gigi Di Fiore, storico, già redattore al «Giornale» di Montanelli, è inviato del «Mattino» di Na- poli (Premio Saint Vincent per il giornalismo nel 2001; Premio Pedio per la ricerca storica;

Premio Melfi per la saggistica; Premio Guido Dorso per gli studi sul Mezzogiorno; Premio Marcello Torre per l’impegno civile). Nelle sue pubblicazioni si occupa prevalentemente di cri- minalità organizzata e di Risorgimento in relazione ai problemi del Mezzogiorno. Tra le sue ul- time opere: I vinti del Risorgimento. Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli (2004, 2014), La Camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle

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