• Non ci sono risultati.

100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo"

Copied!
288
0
0

Testo completo

(1)

italia

Sistema statistico nazionale Istituto nazionale di statistica

100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo

2011

(2)
(3)

italia

Sistema statistico nazionale Istituto nazionale di statistica

100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo

2011

(4)

Per informazioni sul contenuto della pubblicazione rivolgersi al Cont@ct Centre dell’Istat all’indirizzo:

https://contact.istat.it//

Eventuali rettifiche ai dati pubblicati saranno diffuse

all’indirizzo www.istat.it nella pagina di presentazione del volume

Noi Italia

100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo

ISBN 978-88-458-1675-8 2011

Istituto nazionale di statistica Via Cesare Balbo, 16 - Roma Stampato nel mese di marzo 2011 per conto dell’Istat presso:

RTI Poligrafica Ruggiero S.r.l. - A.C.M. S.p.A.

Zona industriale Pianodardine - Avellino

Si autorizza la riproduzione a fini non commerciali e con citazione della fonte

(5)

presentazione

I mezzi di comunicazione ci trasmettono ogni giorno tante informazioni sui diversi aspetti della vita del nostro Paese. Ma possiamo dire che esse ci aiutano veramente a capire dove siamo e prendere decisioni con maggiore cognizione di causa? Come possiamo distinguere, tra tutte le informazioni disponibili, quelle maggiormente rilevanti per farci un’idea su come vanno le cose in questa Italia così complessa e multiforme?

“Noi Italia” intende fornire una risposta a tali quesiti attraverso indicatori statistici che permettano di cogliere sotto diversi profili la collocazione del nostro Paese nel contesto europeo, rilevando anche le differenze che sussistono tra le diverse regioni. I 120 indicatori proposti, relativi a 19 settori di interesse, spaziano dall’economia alla popolazione, dalla cultura al mercato dei lavoro, dalle condizioni economiche delle famiglie alle infrastrutture, dalla finanza pubblica all’ambiente, dalle tecnologie all’innovazione. Essi vengono presentati attraverso tavole, grafici, cartogrammi e rappresentano un’Italia che, con i suoi progressi e i suoi problemi, con la diversità e la ricchezza culturale delle sue regioni, resta uno dei principali protagonisti dell’Unione europea.

“Noi Italia” rappresenta uno strumento per orientarsi, una mappa che ci permetta di capire dove siamo e dove stiamo andando, a quale velocità stiamo procedendo, che ci rassicuri che la strada sia quella giusta, che ci aiuti a orientarci qualora volessimo cambiare direzione.

Per la sua struttura, e nonostante la sua ricchezza informativa, questa pubblicazione è destinata ad un pubblico non specialistico, cioè a tutti coloro i quali sono interessati a documentarsi sulle condizioni del nostro Paese o hanno curiosità di vario tipo da soddisfare. La nostra speranza è che la consultazione di “Noi Italia” incoraggi molti ad approfondire ulteriormente le varie tematiche e li porti a scoprire le tante statistiche prodotte dall’Istat e dall’intero Sistema statistico nazionale.

La versione di quest’anno, specialmente quella on-line (disponibile all’indirizzo http://noi-italia.istat.it/) contiene diverse novità, quali nuovi indicatori, serie storiche più lunghe, grafici statici e dinamici facilmente esportabili sui siti Internet degli utenti. In questo modo l’Istat si pone all’avanguardia tra gli Istituti nazionali di statistica nell’uso delle nuove tecnologie per la diffusione e la comunicazione dell’informazione statistica.

A tutti auguro una buona lettura.

Enrico Giovannini

Presidente dell’Istat

(6)
(7)

Territorio pag.11

1. Dimensione media delle regioni 12

2. Densità abitativa 14

3. Territorio montano 16

4. Aree protette 18

5. Permessi di costruire 20

Ambiente 23

6. Spesa per la tutela dell’ambiente 24

7. Rifiuti urbani raccolti 26

8. Rifiuti urbani smaltiti in discarica 28 9. Rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata 30

10. Emissioni di gas serra 32

11. Acqua erogata 34

12. Indice di ricambio della popolazione

potenzialmente attiva 36

13. Verde urbano 38

Popolazione 41

14. Dinamica della popolazione 42

15. Indice di vecchiaia 44

16. Indice di dipendenza 46

17. Crescita naturale e migratoria 48

18. Speranza di vita alla nascita 50

19. Fecondità totale 52

20. Nuzialità 54

21. Separazioni e divorzi 56

Stranieri 59

22. Popolazione residente straniera 60

23. Stranieri per cittadinanza di origine 62 24. Cittadini stranieri non comunitari 64 25. Grado di istruzione della

popolazione straniera 66

26. Tassi di occupazione, disoccupazione

e inattività della popolazione straniera 68

Istruzione 71

27. Spesa pubblica per l’istruzione

e la formazione 72

28. 25-64enni con livello di istruzione

non elevato 74

29. Livelli di competenza degli studenti 15enni 76 30. Giovani che abbandonano

prematuramente gli studi 78

31. Partecipazione dei giovani al sistema

di istruzione e formazione pag.80

32. Abbandono delle scuole secondarie

di secondo grado 82

33. 30-34enni con istruzione universitaria 84 34. Giovani che non lavorano e non studiano 86

35. Apprendimento permanente 88

Sanità e salute 91

36. Spesa sanitaria pubblica 92

37. Spesa sanitaria delle famiglie 94

38. Medici per abitante 96

39. Offerta ospedaliera 98

40. Mobilità ospedaliera 100

41. Ospedalizzazione per tumori e malattie

del sistema circolatorio 102

42. Mortalità per malattie del sistema

circolatorio 104

43. Mortalità per tumori 106

44. Fumo, alcol, obesità: i fattori di rischio 108

Cultura e tempo libero 111

45. Spesa delle famiglie per consumi culturali 112 46. Lavoro impiegato nel settore ricreazione

e cultura 114

47. Lettori di libri 116

48. Lettori di quotidiani 118

49. Lettori di quotidiani e riviste su Internet 120

50. Fruitori di attività culturali 122

51. Persone di 3 anni e più che praticano sport 124

Turismo 127

52. Offerta degli esercizi ricettivi 128 53. Fruizione degli esercizi ricettivi 130

54. Il turismo dei residenti 132

Criminalità e sicurezza 135

55. Omicidi volontari 136

56. Rapine 138

57. Furti 140

58. Il sommerso dei reati 142

59. Violenza sulle donne 144

60. Famiglie che dichiarano la presenza di rischio di criminalità nella zona in cui vivono 146

61. Detenuti 148

indice

(8)

indice

Strutture produttive pag. 151

62. Imprese per 1.000 abitanti 152

63. Quota di lavoratori indipendenti 154

64. Addetti per impresa 156

65. Demografia d’impresa 158

66. Competitività di costo 160

67. Composizione della struttura produttiva 162

Agricoltura 165

68. Struttura delle aziende agricole 166 69. Performance delle aziende agricole 168 70. Prodotti agroalimentari con marchi di qualità 170 71. Distribuzione per uso agricolo

di fertilizzanti 172

72. Distribuzione per uso agricolo

di prodotti fitosanitari 174

73. Aziende agrituristiche 176

Energia 179

74. Consumi di energia elettrica 180

75. Produzione di energia elettrica 182 76. Consumi di energia elettrica

da fonti rinnovabili 184

Infrastrutture e trasporti 187

77. Rete autostradale 188

78. Merci trasportate su strada 190

79. Rete ferroviaria 192

80. Autovetture 194

81. Incidenti stradali 196

82. Traffico merci e passeggeri

delle infrastrutture portuali 198

83. Trasporto aereo 200

84. Spostamenti quotidiani di studenti

e occupati 202

Scienza, tecnologia e innovazione 205

85. Spesa per ricerca e sviluppo 206

86. Brevetti 208

87. Imprese che hanno accesso

alla banda larga 210

88. Addetti alla ricerca e sviluppo 212

89. Imprese innovatrici 214

90. Laureati in discipline tecnico-scientifiche 216

91. Gli utenti di Internet 218

Macroeconomia pag. 221

92. Pil pro capite 222

93. Domanda aggregata 224

94. Produttività del lavoro 226

95. Inflazione 228

96. Credito bancario 230

97. Esportazioni 232

Mercato del lavoro 235

98. Tasso di occupazione 236

99. Tasso di occupazione

dei 55-64enni 238

100. Dipendenti a tempo determinato 240

101. Occupati a tempo parziale 242

102. Tasso di inattività 244

103. Tasso di disoccupazione 246

104. Tasso di disoccupazione giovanile 248 105. Disoccupazione di lunga durata 250

106. Unità di lavoro irregolari 252

Condizioni economiche delle famiglie 255 107.

I

ncidenza della povertà

(assoluta e relativa) 256

108. Diseguaglianza nella distribuzione

del reddito 258

109. Indicatore sintetico di deprivazione 260 110. Livello di soddisfazione

per la situazione economica 262

Protezione sociale 265

111. Spesa per la protezione sociale 266 112. Spesa per interventi e servizi sociali

offerti dai comuni 268

113. Prestazioni e contributi sociali degli enti

di previdenza 270

114. I trattamenti pensionistici 272

115. Diffusione dell’offerta pubblica di asili nido

e servizi per l’infanzia 274

116. Bambini che fruiscono di asilo nido

e servizi per l’infanzia 276

Finanza pubblica 279

117. Indebitamento netto 280

118. Debito pubblico 282

119. Pressione fiscale 284

120. Peso del settore pubblico 286

(9)

avvertenze

SEGNI CONVENZIONALI

Nelle tavole statistiche sono adoperati i seguenti segni convenzionali:

Linea ( - ) a) quando il fenomeno non esiste;

b) quando il fenomeno esiste e viene rilevato, ma i casi non si sono verificati.

Quattro puntini ( .... ) quando il fenomeno esiste, ma i dati non si conoscono per qualsiasi ragione.

Due puntini ( .. ) per i numeri che non raggiungono la metà della cifra relativa all’ordine minimo considerato.

Tre segni più ( +++ ) per variazioni superiori a 999,9 per cento.

COMPOSIZIONI PERCENTUALI

Le composizioni percentuali sono arrotondate automaticamente alla prima cifra decimale.

Il totale dei valori percentuali così calcolati può risultare non uguale a 100.

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE Centro-Nord:

Nord-ovest Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria

Nord-est Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna Centro Toscana, Umbria, Marche, Lazio

Mezzogiorno:

Sud Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria

Isole Sicilia, Sardegna

(10)
(11)

territorio



La classificazione armonizzata europea delle unità territoriali per le statistiche (Nuts) prevede tre livelli territoriali. Per l’Italia il livello delle Nuts1 comprende le 5 ripartizioni geografiche (Nord-ovest, Nord-est, Cen- tro, Sud e Isole); il livello Nuts2 21 unità: 19 regioni e le due province autonome di Trento e Bolzano; il li- vello Nuts3 le 110 province. La dimensione media delle unità Nuts2 italiane, in termini di superficie, è di poco superiore ai 14 mila km

2

; mediamente vi risiede nel 2009 una popolazione di quasi 2,9

milioni di abitanti.



Con una densità media di circa 200 abitanti per km

2

l’Italia è tra i paesi più densamente popolati dell’Unione (media Ue27 circa 114 abitanti per km

2

).



I territori montani coprono una superficie pari al 54,3 per cento del territorio, ma si tratta di aree poco densamente abitate e in passato interessate da importanti fenomeni di spopolamento. Vi risiede pertanto solo il 18,2 per cento della popolazione. Al 1° gen-

naio 2010 le Comunità montane sono 266.



Le aree protette considerate nella “Rete Natura 2000” coprono più del 20 per cento della superficie nazionale con una concentrazione relativa nel Mezzogiorno (dove sfiorano un quarto della superficie totale – anno 2009). Il nostro Paese si colloca al di sopra della media europea per territorio incluso sia nei Siti di im- portanza comunitaria (Sic, pari al 15 per cento) sia nelle Zone di prote-

zione speciale (Zps, pari al 14,5 per cento).



In Italia ogni mille famiglie sono stati autorizzati progetti per la costruzione di 7,8 nuove abitazioni e di circa 580 m

2

di superficie utile abitabile in nuovi fab- bricati residenziali. Il rapporto tra il numero di nuove abitazioni e famiglie residenti si è fortemente ri- dotto negli anni più recenti (era di 11,8 nuove abitazioni nel 2005). Questo andamento è comune al complesso dei paesi dell’Unione europea, dove il nu- mero di nuove abitazioni autorizzate si è dimez- zato tra il 2006 e il

2009.

La descrizione dei territori, delle conformazioni naturali e delle caratterizzazioni determinate dall’intervento umano, quindi delle potenzialità, delle risorse e delle criticità dei luoghi, sono la base della piena comprensione della “dimensione territoriale”, quale motore per lo sviluppo regionale endogeno. L’approfondimento della conoscenza di questa dimensione, della molteplicità e specificità dei fattori interagenti, deve essere posta a fondamento della definizione delle politiche di sviluppo sostenibile, conservazione e promozione dei territori, con l’obiettivo primario di garantire la migliore qualità della vita alle popolazioni che nei territori risiedono.



Dimensione media delle regioni



Densità abitativa



Territorio montano



Aree protette



Permessi di costruire

(12)

QUOTA DI ADDETTI DEL SETTORE EDITORIALE

1 DIMENSIONE MEDIA DELLE REGIONI

La dimensione demografica delle Nuts2 nazionali tra le più elevate in Europa

UNO SGUARDO D’INSIEME

La necessità di disporre di informazione statistica riferita a unità territoriali regionali confrontabili per i paesi membri ha portato la Comunità europea all’introduzione della classificazione in Nuts (Nomenclatura delle unità territoriali per le statistiche).

Il territorio di ciascuno dei 27 paesi dell’Unione europea è stato suddiviso in aree statistiche, comparabili in termini di dimensioni territoriali e demografiche, da uti- lizzare anche come riferimento per gli interventi delle politiche comunitarie. La no- menclatura Nuts prevede tre livelli territoriali. Il livello delle Nuts1, per l’Italia, comprende 5 ripartizioni geografiche (Nord-ovest, Nord-est, Centro, Sud e Isole); il livello Nuts2, 21 unità: 19 regioni e le due province autonome di Trento e Bolzano;

il livello Nuts3 le 110 province. La dimensione media delle unità Nuts2 italiane, in termini di superficie, è di poco superiore ai 14 mila km²; mediamente vi risiede, nel 2009, una popolazione di circa 2,8 milioni di abitanti.

DEFINIZIONI UTILIZZATE

La Nomenclatura delle unità territoriali per le statistiche (Nuts) attualmente vigente è definita dai Regolamenti (Ec) n. 105/2007 del 1/02/2007 e n. 176/2008 del 20/02/2008. Le misure prescelte per la quantificazione della dimensione delle Nuts sono, in termini di estensione territoriale e di dimensione demografica, rispettiva- mente: il rapporto percentuale che ha al numeratore la superficie totale o la popola- zione media annua di ciascun paese europeo e al denominatore il numero di unità territoriali presenti nel paese stesso. In base alle soglie dimensionali definite a livello comunitario nelle Nuts1 la popolazione è compresa tra i 3 e i 7 milioni; nelle Nuts2 tra gli 800 mila ei 3 milioni; le Nuts3 tra 150 mila e 800 mila abitanti.

L’ITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

La dimensione media in termini di popolazione delle Nuts2 italiane, fra le più elevate a livello europeo, è inferiore solo a quella della Lituania e simile a quella della Ro- mania. Poco al di sotto dell’Italia nella graduatoria si collocano Francia e Spagna (circa 2,4 milioni di abitanti). Le Nuts2 di dimensioni demografiche più ridotte (con popolazione media inferiore a mille abitanti) sono quelle di Malta, Lussemburgo, Cipro, Grecia, Austria e Belgio. Considerando la dimensione media delle Nuts2 in ter- mini di superficie l’Italia, con 14,3 migliaia di km², si colloca al di sotto della media Ue27 (16,2 migliaia di km²). La Finlandia (oltre 67 mila km²) è il paese dove le Nuts2 hanno in media superfici più estese, seguita da Lituania e Lettonia (oltre 60 mila km², con livello Nuts2 coincidente con quello nazionale).

L’ITALIA E LE SUE REGIONI

Le regioni e le province autonome italiane presentano una grande variabilità in ter- mini di dimensione demografica e di superficie territoriale. Le più estese sono Sici- lia e Piemonte (oltre 25 mila km²), seguite nell’ordine da Sardegna, Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna (tutte con superfici superiori ai 20 mila km²). Tra que- ste, la Lombardia è anche la più popolosa (9,8 milioni di residenti), seguita da Cam- pania (circa 5,8 milioni) e Lazio (5,6 milioni), le cui popolazioni insistono su territori molto meno estesi (rispettivamente, poco più di 13,5 e 17 mila di km²), e dalla Sici- lia (poco più di 5 milioni di residenti). Umbria, Basilicata, le due province autonome di Trento e Bolzano, Molise e Valle d’Aosta, collocate in zone alpine e lungo l’Ap- pennino, hanno una popolazione inferiore al milione di residenti. Le ultime due, con la Liguria, sono anche le regioni meno estese (superficie inferiore a 6 mila km²). La Liguria si distingue per la consistente dimensione demografica: oltre 1,6 milioni di residenti. Nell’arco del decennio tutte le regioni (tranne Basilicata, Calabria e Molise) presentano incrementi di popolazione: i più consistenti nella provincia di Trento (+11,4 per cento), in Emilia-Romagna e nel Lazio (entrambe con variazioni superiori al 10 per cento).

Fonti

Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale

Eurostat, Nomenclatura unificata del territorio a fini statistici (Nuts)

Pubblicazioni

Istat, Atlante di geografia statistica e amministrativa, 2009

Eurostat, Regions: statistical yearbook, 2010

Link utili

www.istat.it/salastampa/comunicati/

non_calendario/20090728_00/

epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/

Popolazione residente nelle regioni italiane (livello Nuts2) Media anno 2009 (migliaia)

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale

(13)

Superficie e popolazione media delle Nuts2 nei paesi Ue Anno 2009 (km2e migliaia)

Popolazione media delle Nuts2 nei paesi Ue Anno 2009 (migliaia)

Ue27

0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500

Lituan ia

ITALIA Romani

a Francia

Spagna Polonia Lettoni

a Irlanda

Germani a

Regno U nito

Port ogallo

Ungheri a

Paes i Bassi

Slovacchia Estoni

a

Repubbl ica Ceca

Bulgari a

Svezia Dani

marca Finlandi

a Slovenia

Belgio Austria

Greci a

Cipro Lus

semburgo Malta

territorio

Superficie totale

(km2)

Popolazione media totale (in migliaia)

Numero Superficie

media (km2)

Popolazione media (in migliaia)

Italia 301.336 60.192,7 21 14.349 2.866,3

Austria 83.844 8.365,3 9 9.316 929,5

Belgio 30.528 10.788,5 11 2.775 980,8

Bulgaria 111.002 7.585,1 6 18.500 1.264,2

Cipro 9.250 797,5 1 9.250 797,5

Danimarca 43.098 5.520,1 5 8.620 1.104,0

Estonia 45.288 1.340,3 1 45.288 1.340,3

Finlandia 338.436 5.338,9 5 67.687 1.067,8

Francia 632.834 64.540,4 26 24.340 2.482,3

Germania 357.093 81.901,0 39 9.156 2.100,0

Grecia 131.957 11.277,7 13 10.151 867,5

Irlanda 69.797 4.452,9 2 34.899 2.226,5

Lettonia 64.589 2.254,8 1 64.589 2.254,8

Lituania 65.300 3.339,5 1 65.300 3.339,5

Lussemburgo 2.586 497,8 1 2.586 497,8

Malta 316 413,3 1 316 413,3

Paesi Bassi 41.543 16.531,7 12 3.462 1.377,6

Polonia 312.685 38.151,6 16 19.543 2.384,5

Portogallo 92.118 10.632,5 7 13.160 1.518,9

Regno Unito 243.069 61.802,0 37 6.569 1.670,3

Repubblica Ceca 78.867 10.487,2 8 9.858 1.310,9

Romania 238.391 21.480,4 8 29.799 2.685,1

Slovacchia 49.034 5.418,6 4 12.258 1.354,6

Slovenia 20.273 2.039,7 2 10.137 1.019,8

Spagna 505.987 45.908,6 19 26.631 2.416,2

Svezia 441.370 9.298,5 8 55.171 1.162,3

Ungheria 93.028 10.022,0 7 13.290 1.431,7

Ue27 4.403.617 500.378,3 271 16.250 1.846,4

Paesi Nuts2

PAESI

Fonte: Eurostat, Nomenclatura delle unità territoriali per le statistiche (Nuts) Fonte: Eurostat, Nomenclatura delle unità territoriali per le statistiche (Nuts)

(14)

Densità della popolazione per regione

Anno 2009 (abitanti per km2)

QUOTA DI ADDETTI DEL SETTORE EDITORIALE

2 DENSITÀ ABITATIVA

L’Italia è tra i paesi più densamente popolati dell’Unione

UNO SGUARDO D’INSIEME

La densità della popolazione è un indicatore utile alla determinazione dell’impatto che la pressione antropica esercita sull’ambiente. È fortemente influenzata dalle caratte- ristiche geofisiche della zona di riferimento, che può ad esempio includere o meno aree non abitabili (zone di alta montagna, corpi d’acqua eccetera), e antropiche, in funzione dei differenti contesti insediativi delle aree urbane e rurali. In Italia la den- sità di popolazione media nel 2009 è di circa 200 abitanti per km².

DEFINIZIONI UTILIZZATE

La densità di popolazione è espressa come rapporto tra il numero di persone che ri- siedono in una determinata area e la superficie dell’area stessa. Per il calcolo del- l’indicatore a livello di paesi Ue27 si è rapportata la popolazione residente totale (media nell’anno) in una determinata area, alla superficie territoriale, escludendo dal computo le acque interne, almeno nei casi in cui l’informazione è disponibile. Per i confronti regionali sui comuni italiani secondo l’ampiezza territoriale, la popolazione media annua è stata rapportata alla superficie totale.

L’ITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

L’Italia è fra i paesi più densamente popolati: 199,8 abitanti per km² rispetto a una media Ue27 di circa 114 nel 2009. Soltanto Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito e Ger- mania presentano densità superiori, se si esclude il caso molto particolare dell’isola di Malta, in cui su un territorio di poco più di 300 km² insistono oltre 400 mila abi- tanti. I paesi dell’Unione che presentano le più basse densità di popolazione sono la Svezia, la Finlandia e l’Estonia, con valori inferiori ai 30 abitanti per km².

L’ITALIA E LE SUE REGIONI

Le due regioni più densamente popolate sono la Campania e la Lombardia, con oltre 400 abitanti per km², seguite dal Lazio (circa 330 abitanti per km²). Tutte le regioni di maggior peso demografico (oltre 4,5 milioni di abitanti) presentano densità pari o superiori ai 200 abitanti per km²; a queste si aggiungono la Puglia e la Liguria, regione dove su un territorio di poco più di 500 mila ettari insiste una popolazione di 1,6 mi- lioni di persone. La regione con la densità di popolazione minima è la Valle d’Aosta, seguita da Basilicata, provincia autonoma di Bolzano e Sardegna, tutte con densità in- feriori a 70 abitanti per km².

Si tratta di valori medi che non tengono tuttavia conto delle notevoli differenze tra i comuni inclusi in ciascuna regione. Gli scostamenti più marcati rispetto ai valori medi nazionali si rilevano per i comuni appartenenti alle due classi estreme in termini di estensione territoriale (rispettivamente fino a mille ettari e oltre 25 mila ettari).

La densità dei comuni di estensione inferiore a mille ettari è pari a 543 abitanti per km², notevolmente superiore alla densità media nazionale. In particolare nelle regioni del Mezzogiorno, dove tale classe è particolarmente rappresentata in Campania e Si- cilia, la densità media supera i 900 abitanti per km² (con punte in Campania di più di 1.400 abitanti per km²). All’opposto i comuni appartenenti alla stessa classe delle re- gioni del Centro e del Nord-est presentano concentrazioni di popolazione più ridotte (fra 270 e 300 abitanti per km²). Nel Nord-ovest, dove le basse estensioni territoriali caratterizzano quasi il 40 per cento dei comuni, la densità media è di circa 479 abi- tanti per km².

I comuni che, invece, ricadono nella classe di superficie territoriale più elevata (oltre 25 mila ettari) sono prevalentemente collocati nel Centro, con una densità piuttosto elevata (434 abitanti per km²), più del doppio della media nazionale per la stessa classe, e nel Mezzogiorno, dove all’opposto i valori di densità sono molto più bassi (132 abitanti per km²).

Fonti

Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale

Istat, Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali

Eurostat, Demography – Regional data

Pubblicazioni

Istat, Annuario statistico italiano, 2010

Link utili

www.istat.it/strumenti/definizioni/

comuni/

epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale;

Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali

(15)

Densità della popolazione per classe di superficie territoriale dei comuni e regione Anno 2009 (abitanti per km2)

Densità della popolazione nei paesi Ue Anno 2009 (abitanti per km2)

territorio

Classi di superficie territoriale (in ettari)

Fino a 1.000 1.001-2.000 2.001-6.000 6.001-25.000 Oltre 25.000 Totale

Piemonte 152,8 152,1 150,2 243,5 - 175,0

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 158,0 61,7 70,0 10,8 - 39,2

Lombardia 693,5 391,1 260,9 472,1 - 411,8

Liguria 359,9 197,7 200,2 602,9 - 298,1

Trentino-Alto Adige 130,1 92,0 120,3 46,6 22,7 75,6

Bolzano/Bozen 247,3 119,6 168,7 30,0 22,7 68,0

Trento 117,5 84,8 84,5 79,4 - 84,6

Veneto 397,1 329,9 249,4 232,9 413,0 267,0

Friuli-Venezia Giulia 246,7 204,5 185,9 105,0 - 157,0

Emilia-Romagna 832,9 546,3 188,8 177,2 273,2 195,8

Toscana 831,6 393,8 222,7 154,6 79,5 162,2

Umbria 114,1 99,3 80,6 93,9 143,5 106,5

Marche 376,1 239,3 148,4 157,8 117,9 166,5

Lazio 173,7 199,3 188,7 175,4 1.295,5 329,7

Abruzzo 234,1 129,0 134,3 96,8 155,7 124,4

Molise 25,7 53,3 76,6 70,9 - 72,2

Campania 1.497,9 583,7 239,4 445,3 - 428,6

Puglia 450,7 402,2 261,9 202,9 156,7 211,0

Basilicata - 49,0 55,4 56,3 101,0 58,9

Calabria 275,7 143,6 118,4 149,7 64,7 133,2

Sicilia 879,6 368,6 183,6 204,1 111,6 196,1

Sardegna 192,1 61,2 67,0 63,1 140,7 69,4

Nord-ovest 478,7 267,6 193,7 316,1 - 276,4

Nord-est 276,8 277,4 198,9 146,3 279,4 185,7

Centro 303,1 237,1 179,1 150,7 434,5 204,5

Centro-Nord 448,9 265,8 191,7 180,3 394,3 257,6

Mezzogiorno 926,3 289,1 149,0 149,7 131,7 169,7

Italia 543,2 271,8 174,8 166,6 253,5 200,2

REGIONI

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Fonte: Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale; Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali Fonte: Eurostat, Demography - Regional data

1.296

0,0 100,0 200,0 300,0 400,0 500,0 600,0 700,0 800,0

Malta Paes

i Bassi Belgio

Regno U nito

Germani a

ITALIA Lussemburgo

Repubbl ica Ceca

Dani marca

Polonia Port

ogallo Slovacchia

Ungheri a

Francia Slovenia

Austria Romani

a

Spagna Cipro Greci

a Bulgaria

Irlanda Lituan

ia Lettoni

a Estoni

a Svezia

Finlandi a Ue27

(16)

QUOTA DI ADDETTI DEL SETTORE EDITORIALE

3 TERRITORIO MONTANO

Circa il 20 per cento della popolazione risiede in territorio montano

UNO SGUARDO D’INSIEME

Ciascuna regione italiana è fortemente caratterizzata dalla conformazione geomor- fologica del proprio territorio: in tutte una quota della superficie presenta caratteri- stiche riconducibili a quelle dei territori montani. Questi richiedono specifica attenzione in termini di politiche di valorizzazione e salvaguardia, che possano tra- sformare la marginalità in opportunità di sviluppo. I comuni italiani sono in maggio- ranza classificati come montani (51,9 per cento degli 8.101 al 31 dicembre 2008). Tra questi, 655 sono parzialmente montani e i rimanenti 3.546 totalmente montani. I ter- ritori montani coprono nel complesso il 54,3 per cento della superficie e influenzano fortemente la distribuzione della popolazione: le aree montane sono infatti general- mente meno densamente popolate e in Italia vi risiede meno di un quinto della po- polazione (18,2 per cento). Al 1° gennaio 2010 le Comunità montane, associazioni di comuni totalmente o parzialmente montani, sono 266, notevolmente ridotte in nu- mero rispetto agli anni precedenti (erano 358 nel 2006), più numerose nel Mezzo- giorno (94) e nel Nord-ovest (65).

DEFINIZIONI UTILIZZATE

La caratteristica “montana” è stata attribuita ai comuni italiani attraverso un impianto legislativo (L. 991/52 e L. 657/57) che distingue tre diversi gradi di montanità: co- muni totalmente montani, parzialmente montani e non montani. Con l’approvazione della L. 142/90 di riforma dell’ordinamento locale, l’opera di classificazione dei ter- ritori montani si è conclusa ed è stata conseguentemente cristallizzata a quella data (art. 29, comma 7). Accanto alla classificazione dei comuni montani la L. 1102/71 (Nuove norme per lo sviluppo della montagna) all’art. 4 definisce la Comunità mon- tana, costituita da aggregati di comuni parzialmente e/o totalmente montani, quale Ente di diritto pubblico e ne demanda l’istituzione ad apposite leggi regionali. A se- guito delle leggi regionali di riordino delle Comunità montane, in attuazione delle legge finanziaria del 2008, si è determinata una significativa riduzione del loro nu- mero .

L’ITALIA E I SUOI COMUNI

La Valle d’Aosta e le province autonome di Trento e di Bolzano, per la loro struttura orografica, sono interamente costituite da comuni totalmente montani. A seguire le re- gioni con maggiore incidenza di comuni montani sono Umbria, Molise e Basilicata con quote di comuni totalmente montani pari rispettivamente al 75, 90 e 92 per cento.

La Puglia è la regione con l’incidenza più contenuta (23,6 per cento) di comuni mon- tani, tra i quali prevalgono i parzialmente montani.

L’ITALIA E LE SUE REGIONI

Oltre a Valle d’Aosta e Trentino-Alto Adige, che hanno territori totalmente montani, percentuali di superficie montana superiori a tre quarti delle rispettive superfici ter- ritoriali caratterizzano anche Umbria (85,8 per cento), Liguria (81,5 per cento), Mo- lise (78,7 per cento) e Abruzzo (76,6 per cento), con gran parte del territorio esteso lungo la dorsale appenninica. Significative quote di popolazione montana (al netto delle regioni totalmente montane), con livelli superiori al 60 per cento, si registrano in Molise, Basilicata e Umbria.

La regione con il maggior numero di Comunità montane è la Lombardia (23 comu- nità), seguita da Piemonte e Lazio (22) e da Campania e Calabria (20).

Fonti

Unione nazionale comuni, comunità, enti montani (Uncem)

Pubblicazioni

Istat, Atlante statistico della montagna, 2007

Uncem, XIII Relazione sullo stato della montagna italiana, Roma, 2007 Link utili

www.istat.it/ambiente/

www.uncem.it/stories/2003/12/02/

Comuni per grado di montanità al 31 dicembre 2008

Fonte: Elaborazione Istat su dati Uncem

(17)

Popolazione dei comuni montani e non montani per regione Anno 2008 (composizioni percentuali)

territorio

Superficie territoriale e popolazione residente dei comuni montani al 31 dicembre 2008 (valori percentuali) e numero di Comunità montane per regione al 1° gennaio 2010

Fonte: Uncem; Istat, Movimento e calcolo della popolazione residente annuale; Istat, Variazioni territoriali, denominazione dei comuni, calcolo delle superfici comunali

(a) La percentuale è ottenuta rapportando la somma delle superfici dei comuni totalmente montani e della parte montana dei comuni parzialmente montani alla somma delle superfici totali dei due aggregati.

(b) La percentuale è ottenuta rapportando la somma della popolazione dei comuni totalmente montani e della quota di popolazione residente nella parte montana dei comuni parzialmente montani alla somma delle popolazioni totali dei due aggregati.

0 20 40 60 80 100

Valle d'A./Vale d'A. Bolzano/Bozen

Trento Molise

Basilica ta

Umbria Sardegna

Abruzzo Calabria

Liguri a

Marche

Friuli-Venezia Giulia Piemonte

Toscana Lazio

Lombardia Sicilia

Campania Veneto

Emi lia-Romagna

Pugli a Popolazione montana Popolazione non montana

Fonte: Elaborazione Istat su dati Uncem

di cui Totalmente

montani

Piemonte 1.206 530 503 43,9 51,8 15,4 22

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 74 74 74 100,0 100,0 100,0 8

Lombardia 1.546 542 529 35,1 43,3 13,3 23

Liguria 235 187 167 79,6 81,5 22,0 12

Trentino-Alto Adige 339 339 339 100,0 100,0 100,0 23

Bolzano/Bozen 116 116 116 100,0 100,0 100,0 7

Trento 223 223 223 100,0 100,0 100,0 16

Veneto 581 158 119 27,2 32,0 8,7 19

Friuli-Venezia Giulia 219 105 84 47,9 56,9 15,4 4

Emilia-Romagna 341 124 95 36,4 38,5 8,6 10

Toscana 287 157 114 54,7 47,3 14,6 14

Umbria 92 91 69 98,9 85,8 63,5 5

Marche 246 124 103 50,4 59,0 20,4 10

Lazio 378 240 175 63,5 44,2 13,7 22

Abruzzo 305 227 200 74,4 76,6 36,2 19

Molise 136 123 111 90,4 78,7 69,6 10

Campania 551 299 197 54,3 56,4 11,9 20

Puglia 258 61 26 23,6 24,8 7,7 6

Basilicata 131 115 106 87,8 71,3 65,9 14

Calabria 409 286 218 69,9 65,7 36,0 20

Sicilia 390 185 102 47,4 36,7 12,0 -

Sardegna 377 234 215 62,1 74,5 50,7 5

Nord-ovest 3.061 1.333 1273 43,5 53,8 15,4 65

Nord-est 1.480 726 637 49,1 52,4 17,5 56

Centro 1.003 612 461 61,0 53,9 18,7 51

Centro-Nord 5.544 2.671 2.371 48,2 53,3 17,0 172

Mezzogiorno 2.557 1.530 1.175 59,8 55,8 20,5 94

Italia 8.101 4.201 3.546 51,9 54,3 18,2 266

% (B)/(A)

Superficie montana (a)

Popolazione montana (b) REGIONI

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Numero comuni Percentuale Numero di

comunità montane Totale

(A)

Montani (B)

(18)

QUOTA DI ADDETTI DEL SETTORE EDITORIALE

4 AREE PROTETTE

Un quinto del territorio in aree protette, meno nel Mezzogiorno

UNO SGUARDO D’INSIEME

La necessità di attivare misure per tutelare la flora, la fauna e la diversità biologica viene più volte ribadita dalla normativa europea che definisce le azioni per una ge- stione sostenibile delle risorse naturali. In particolare, la creazione e la conservazione di aree naturali è fondamentale per la salvaguardia della biodiversità. In Italia nel 2009 le aree protette considerate nella Rete Natura 2000 coprono più del 20 per cento della superficie nazionale.

DEFINIZIONI UTILIZZATE

La Rete Natura 2000 include due tipologie di aree naturali protette, definite in se- guito all’emanazione delle Direttive europee 79/409/Cee (modificata dalla direttiva 97/49/Ce) e 92/43/Cee. La prima istituisce le Zone di protezione speciale (Zps) per la conservazione degli uccelli selvatici; la seconda considera i Siti d’importanza co- munitaria (Sic), ovvero le zone speciali di conservazione degli habitat naturali e se- minaturali e della flora e fauna selvatiche. L’indicatore commentato viene determinato rapportando per i paesi Ue e per le regioni italiane la superficie delle aree protette alla superficie territoriale complessiva.

L’ITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

I dati reperibili a livello internazionale non permettono di aggregare la superficie delle diverse tipologie di aree naturali (Sic e Zps) della Rete Natura 2000, poiché sono pos- sibili sovrapposizioni territoriali. I dati a livello europeo sono quindi disponibili solo distinti per singole tipologie.

L’Italia possiede una percentuale di superficie sottoposta alla tutela della Rete Natura 2000 che la colloca tra i primi dieci paesi dell’Unione, con quote delle aree Sic (15 per cento del territorio nazionale) e delle Zps (14,5 per cento) superiori ai rispettivi valori medi comunitari (13,6 e 11,1 per cento). La Slovenia è il paese dove la percentuale di territorio compreso nei siti di importanza comunitaria risulta più elevata (31,4 per cento), seguita dalla Bulgaria e dalla Spagna (rispettivamente con il 29,6 e 24,5 per cento). Chiudono la classifica Danimarca (7,4 per cento) e Regno Unito (6,8 per cento), che presentano quote molto contenute di territorio sottoposto a tutela per entrambe le tipologie di area. Per le Zps, la Slovenia è superata dalla Slovacchia (ove più di un quarto del territorio vi è incluso). Solo Irlanda e Malta, all’opposto, hanno le percen- tuali di Zps più basse (rispettivamente 2,9 e 5,1 per cento della superficie nazionale).

L’ITALIA E LE SUE REGIONI

Nelle ripartizioni centro-settentrionali sono più di 3 milioni gli ettari compresi nelle aree naturali protette considerate nella Rete Natura 2000, il 18 per cento del totale.

Nel Mezzogiorno la quota sale al 24,1 per cento del territorio, grazie anche al peso rilevante delle aree classificate come “Siti di importanza comunitaria”.

La regione con la più alta quota di superficie territoriale protetta nelle zone di Natura 2000 è l’Abruzzo (36,0 per cento), seguita da Valle d’Aosta e Campania, entrambe con una superficie interessata superiore al 29 per cento. La minore percentuale di su- perficie protetta si trova in Emilia-Romagna (11,6 per cento). Con riferimento alle su- perfici incluse nella rete di Natura 2000, valori superiori ai 400 mila ettari sono presenti in Veneto, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna (nelle Isole si superano i 500 mila ettari).

Considerando la parcellizzazione delle aree, la Lombardia è la regione che ne as- somma il maggior numero (241), seguita da Sicilia (232) e Lazio (200). Quella con il numero più basso di aree Natura 2000 è, invece, la Valle d’Aosta con 30 aree.

Fonti

Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare

Commissione europea, Dg Ambiente

Pubblicazioni

Istat, Annuario di statistiche ambientali, 2009

Commissione europea, Natura 2000 newsletter, 2009

Link utili

www.minambiente.it/home_it/home_natura.

html?lang=it&Area=Natura

ec.europa.eu/environment/nature/info/

Superficie territoriale della rete Natura 2000 per regione Anno 2009 (a) (b) (c) (percentuali sulla superficie territoriale totale)

Fonte: Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare

(a) Il numero e l'estensione dei siti Natura 2000 per regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i Sic e le Zps.

(b) I valori in ettari della superficie sono basati sulle misurazioni dell'Agenzia del territorio al 31 dicembre 2002.

(c) Il sito IT1201000 cade in parte in Piemonte ed in parte in Valle d'Aosta; il sito IT7110128 cade in Abruzzo, Lazio e Marche; il sito IT7120132 cade in Abruzzo, Lazio e Molise. Il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.

(19)

Aree comprese nelle Zone di protezione speciale (Zps), nei Siti di importanza comunitaria (Sic) e nella rete Natura 2000 per regione

Anno 2009

Superficie territoriale dei Siti di importanza comunitaria (Sic) e delle Zone di protezione speciale (Zps) nei paesi Ue

Anno 2009 (percentuali sulla superficie territoriale totale)

0 5 10 15 20 25 30 35

Slovenia Bulgaria

Spagna Port

ogallo Estoni

a Greci

a

Lussemburgo Ungheri

a ITALIA (a)

Svezia Romani

a (b) Finlandi

a Malta

Slovacchia Cipro

Lettoni a

Austria

Irlanda Belgio Lituan

ia Germani

a

Repubbl ica Ceca

Francia Paes

i Bassi Polonia

Dani marca

Regno U nito

Sic Zps

Ue27

territorio

Fonte: Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare

(a) Il numero e l’estensione dei siti Natura 2000 per regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i Sic e le Zps.

(b) I valori in ettari della superficie sono basati sulle misurazioni dell’Agenzia del territorio al 31 dicembre 2002.

(c) Il sito IT1201000 cade in parte in Piemonte ed in parte in Valle d’Aosta; il sito IT7110128 cade in Abruzzo, Lazio e Marche; il sito IT7120132 cade in Abruzzo, Lazio e Molise. Il calcolo delle superfici è stato effettuato attribuendo a ciascuna regione la parte di sito effettivamente ricadente nel proprio territorio.

Fonte: Commissione europea (a) Il dato sulle Zps non è disponibile.

(b) La fonte è il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Ettari In % della superficie territoriale (b)

Ettari In % della superficie territoriale (b)

Ettari In % della superficie territoriale (b)

Piemonte (c) 50 307.880 12,1 122 282.345 11,1 141 396.837 15,6

Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste (c) 5 86.315 26,5 28 71.619 21,9 30 98.933 30,3

Lombardia 66 297.337 12,5 193 224.201 9,4 241 372.067 15,6

Liguria 7 19.615 3,6 125 145.428 26,8 132 147.354 27,2

Trentino-Alto Adige 36 269.727 19,8 192 301.525 22,2 196 323.309 23,8

Bolzano/Bozen 17 142.594 19,3 40 149.898 20,3 40 149.898 20,3

Trento 19 127.133 20,5 152 151.627 24,4 156 173.411 27,9

Veneto 67 359.869 19,6 102 369.866 20,1 128 414.741 22,5

Friuli-Venezia Giulia 8 116.450 14,8 56 132.170 16,8 60 149.733 19,1

Emilia-Romagna 78 180.644 8,2 129 226.481 10,2 148 255.819 11,6

Toscana 61 192.072 8,4 123 286.839 12,5 143 362.725 15,8

Umbria 7 47.093 5,6 98 109.667 13 104 120.200 14,2

Marche (c) 29 131.013 13,5 80 102.608 10,6 102 146.213 15,1

Lazio (c) 39 408.187 23,7 182 143.107 8,3 200 441.630 25,6

Abruzzo (c) 5 307.921 28,6 53 252.587 23,5 57 387.076 36,0

Molise (c) 12 66.019 14,9 85 97.750 22 88 118.724 26,8

Campania 29 218.036 16,0 106 363.275 26,7 121 397.601 29,3

Puglia 10 263.666 13,6 77 465.518 24 83 474.597 24,5

Basilicata 16 159.904 16,0 49 59.114 5,9 52 168.395 16,8

Calabria 6 262.256 17,4 179 85.976 5,7 185 319.923 21,2

Sicilia 29 387.158 15,1 217 384.065 14,9 232 568.736 22,1

Sardegna 37 296.217 12,3 92 426.251 17,7 121 529.838 22,0

Nord-ovest 128 711.147 12,27 468 723.593 12,486 544 1.015.191 17,518

Nord-est 189 926.690 15,0 479 1.030.042 16,6 532 1.143.602 18,5

Centro 136 778.365 13,3 483 642.221 11,0 549 1.070.768 18,3

Centro-Nord 453 2.416.202 13,6 1.430 2.395.856 13,4 1.625 3.229.561 18,1

Mezzogiorno 144 1.961.177 15,9 858 2.134.536 17,35 939 2.964.890 24,099

Italia 597 4.377.379 14,5 2.288 4.530.393 15,0 2.564 6.194.451 20,6

Zps Sic Natura 2000 (a)

REGIONI

RIPARTIZIONI GEOGRAFICHE

Superficie Superficie Superficie

Numero Numero Numero

(20)

Permessi di costruire per abitazioni in nuovi fabbricati residenziali per regione Anno 2008 (per 1.000 famiglie)

QUOTA DI ADDETTI DEL SETTORE EDITORIALE

5 PERMESSI DI COSTRUIRE

Contrazione delle autorizzazioni, ma meno intensa della media Ue

UNO SGUARDO D’INSIEME

L’importanza delle informazioni derivanti dai dati sui permessi di costruire è legata alla loro capacità di fornire segnali anticipatori rispetto all’attività edilizia. Le nuove abitazioni previste e la relativa superficie utile abitabile indicano l’evoluzione del- l’attività di una parte importante del settore delle costruzioni. Il rapporto tra il numero di nuove abitazioni e il numero di famiglie residenti, un indicatore dell’intensità del fenomeno, mette in luce un progressivo declino, confermato dall’analoga tendenza del rapporto tra superficie utile autorizzata e numero di famiglie. In Italia la contrazione nel 2008 è risultata forte: -22,4 per cento. Questo andamento è comune al complesso dei paesi dell’Unione europea dove si è dimezzato il numero di nuove abitazioni au- torizzate tra il 2006 e il 2009.

DEFINIZIONI UTILIZZATE

Il permesso di costruire è l’autorizzazione onerosa alla realizzazione o trasforma- zione di manufatti edilizi rilasciata dal Sindaco dietro presentazione di progetto. Il nu- mero di abitazioni realizzate può risultare inferiore ai permessi di costruire perché l’esecuzione dei lavori è ritardata o annullata. In questa sede si fa riferimento ai soli permessi di costruire per abitazioni in fabbricati residenziali nuovi, ossia l’insieme dei vani utili, destinati all’abitare, con un ingresso indipendente su strada, pianerottolo, cortile, eccetera. La superficie utile abitabile è la misura del pavimento dell’abita- zione al netto di murature, pilastri, tramezzi, sguinci, vani di porte e finestre, di even- tuali scale interne, di logge e balconi.

L’ITALIA NEL CONTESTO EUROPEO

Nell’Unione europea si registra nel 2009, per il terzo anno consecutivo, una contra- zione di nuove abitazioni previste dai permessi di costruire (-23,3 per cento; era stata del 9,8 per cento nel 2007 e del 27,1 nel 2008).

Nel 2009 tutti i paesi dell’Ue, tranne la Germania (+2,8 per cento), presentano una diminuzione rispetto al 2008 della superficie abitabile autorizzata in nuovi fabbricati residenziali. Le riduzioni più marcate si rilevano in Bulgaria (-59,1 per cento), Esto- nia (-54,9), Spagna (-49,1) e Lettonia (-45,9). In questi due ultimi paesi ciò fa se- guito a una caduta di entità ancora più accentuata registrata l’anno precedente.

Posta pari a 100 la nuova superficie abitabile del 2005, nel 2009 nell’Ue l’indicatore si riduce a 55,9. Solo in Polonia (158,5), Romania (121,0) e Slovacchia (103,6) il va- lore del 2009 è superiore al livello di quattro anni prima. I paesi che hanno risentito maggiormente degli effetti prodotti dalla crisi del mercato immobiliare si collocano in coda alla classifica (Spagna 22,3 ed Estonia 29,8).

I dati per l’Italia, relativi al 2008, registrano una variazione negativa del 22,4 per cento delle superfici utili abitabili autorizzate che, per quanto rilevante, è meno in- tensa di quella media europea pari, nello stesso anno, a -26,6 per cento.

L’ITALIA E LE SUE REGIONI

In Italia nel 2008 ogni mille famiglie sono stati autorizzati progetti per la costruzione di 7,8 nuove abitazioni e di circa 580 m² di superficie utile abitabile in nuovi fabbri- cati residenziali. Entrambi gli indicatori avevano segnato un picco positivo nel 2005 con 11,8 nuove abitazioni e 870 m².

Mentre le differenze dei valori medi tra le ripartizioni si sono ridotte nell’ultimo quin- quennio, a livello regionale la situazione è più eterogenea. Liguria e Campania pre- sentano valori decisamente al di sotto di quelli medi (per mille famiglie rispettivamente 3,4 e 4,0 nuove abitazioni e 240 e 320 m² autorizzati). Viceversa Um- bria e Sardegna fanno registrare i valori più alti: nella prima sono state autorizzate 11,1 nuove abitazioni per mille famiglie e nella seconda 10,7. La provincia di Bol- zano presenta la maggior nuova superficie utile abitabile autorizzata (890 m² per mille famiglie).

Fonti

Istat, Rilevazione statistica dei permessi di costruire

Istat, Bilancio demografico della popolazione residente

Eurostat, Short-term business statistics

Pubblicazioni

Istat, Statistiche sui permessi di costruire - Anno 2007, 21 luglio 2009

Eurostat, An analysis of building construction based on building permits statistics, Issue number 55/2010

Link utili

www.istat.it/imprese/industria/

www.istat.it/dati/dataset/20110112_00/

demo.istat.it/

epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/

portal/short_term_business_statistics/

Fonte: Istat, Rilevazione statistica dei permessi di costruire; Bilancio demografico della popolazione residente

Riferimenti

Documenti correlati

La versione più recente del software LabX per le bilance offre una soluzione completa per questa funzione chiave dei processi di ricerca e sviluppo nuovi composti: soluzioni

Tl : trasformatore d'alimentazione da 30W. ]naitre: alluminlo per chassis , cavetti con spina , interruttore , cambiatensione, boccole varie, even- tuale lampada spia,

La scorsa estate l’assessorato alle politiche sociali ha bandito un concorso tra i bambini che ogni giorno ha partecipato alle attività della colonia al fine si cerca- re un nome

Struttura autoportante per il sostegno di elementi “top” della serie Gamma, in acciaio inox AISI 304 sui fianchi, fondo e involucro interno. Non è possibile installare 1GIVBR

1) Valutare la possibilità di impiegare i reflui zootecnici per la fertilizzazione di impianti arborei specializzati da frutto e da legno e degli effetti che tale apporto può avere

I comuni che invece ricadono nella classe di superficie territoriale più elevata (oltre 25 mila ettari) sono prevalentemente collocati nel Centro, con una densità piuttosto

Tra le informazioni raccolte inerenti alla cultura, socialità ed attività del tempo libero, ci sono quelle sul grado di soddisfazione degli individui per alcuni aspetti della

Nella graduatoria europea della fecondità, il nostro Paese è al 23° posto, solo Francia e Irlanda presentano valori di poco inferiori alla soglia di