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MATERIALI SEMPLIFICATIPER ALUNNI STRANIERI CON DIFFICOLTA’ LINGUISTICHE STORIA

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Academic year: 2021

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(1)

STORIA

MATERIALI SEMPLIFICATI

PER ALUNNI STRANIERI CON DIFFICOLTA’ LINGUISTICHE

PRESENTAZIONE

Il presente dossier è il prodotto di un accurato lavoro di semplificazione eseguito dalla prof.ssa Brunella Tagliarini (ISS “Cellini-Tornabuoni) e Sabrina Casagrande (IPPSAR Buontalenti) sulla base del libro di testo, in uso nelle prime classi del biennio, AA.VV., Guarda che Storia, Le società preindustriali, vol.1, ed. B. Mondadori.

Tale attività è stata svolta nel corso dell’a.s. 2007/08 all’interno del progetto MAPPA MONDI, che ha visto due Istituti professionali di Firenze condividere strategie volte a favorire il successo scolastico ed evitare la dispersione degli alunni stranieri con problemi nella lingua della disciplina.

Il lavoro, per risultare effettivamente semplificato, risente talvolta dell’uso di termini del linguaggio comune non esattamente adeguati alla terminologia specifica della disciplina. Tuttavia, in considerazione del target a cui è indirizzato, è sembrato opportuno usare termini il più possibile di uso comune, anche se imprecisi. La spiegazione a voce potrà riparare alle imprecisioni.

L’attività di semplificazione non comprende i capitoli 4-14.

Referenti Intercultura IPPSAR”B. Buontalenti e IIS “B.Cellini”

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SOMMARIO

1 LE EREDITA’ DELLE PRIME CIVILTA’ ...3

1.1 Uguali e diversi. Alle radici dell’umanità...3

1.2 L’agricoltura, una rivoluzione...8

1.3 La nascita della città e dello stato pag.36-46...14

4 L’EUROPA MEDIEVALE TRA ORIENTE E OCCIDENTE ...16

4.15 L'inizio del Medioevo e la decadenza dell'Europa...16

4.16 Il Sacro romano impero e la società feudale...17

4.17 L' islàm e il mondo cristiano...20

4.18 L'Europa delle città e degli stati dinastici...23

4.19 La fine di un'epoca: l'autunno del Medioevo...26

5 LA NASCITA DELL’EUROPA MODERNA E L’APERTURA AL MONDO ...27

5.20 L'Europa alla scoperta e alla conquista del mondo...27

5.21 Lo stato, una novità dell'Età moderna...30

5.22 I cristiani divisi...32

5.23 La tolleranza: problema o principio universale?...34

(3)

1 LE EREDITA’ DELLE PRIME CIVILTA’

1.1 Uguali e diversi. Alle radici dell’umanità

1.Percorso visivo del capitolo p.16-17 1) Da dove veniamo?

La Bibbia dice che Dio ha fatto l’uomo e lo ha fatto simile a se stesso.

Gli scienziati invece dicono che nel lontano passato esisteva una specie di scimmie molto abili ed intelligenti. Con il passare del tempo, l’intelligenza di queste scimmie è migliorata sempre di più:

esse sono diventate capaci di trasformare la natura secondo i loro bisogni e sono diventate gli uomini che siamo noi oggi. Questa si chiama “teoria dell’evoluzione”. Ancora oggi l’uomo continua a migliorare, quindi l’evoluzione non è ancora finita!

2) Le tappe più importanti dell’evoluzione

Durante questo lungo periodo di miglioramento (migliaia di anni) gli uomini hanno imparato 4 cose molto importanti:

- a camminare eretti, cioè sulle due gambe e non a quattro zampe, come facevano prima;

hanno cominciato a camminare eretti 40 milioni di anni fa - a parlare

- a scheggiare le pietre per farle diventare strumenti utili (oggetti per tagliare, per scavare…); hanno cominciato a scheggiare le pietre 2 milioni di anni fa

- a usare il fuoco; hanno cominciato a farlo 1,5 milioni di anni fa 3) Abilità manuale e intelligenza sono cresciute insieme

La specie che impara a scheggiare la pietra e costruire utensili, cioè oggetti utili alla vita di tutti i giorni, si chiama HOMO HABILIS ed è vissuto nel periodo storico che si chiama Paleolitico (2 milioni di anni fa). I primi utensili che l’homo habilis ha costruito erano di pietra.

La figura 3 a p. 17 ci fa vedere come l’homo habilis capisce che una pietra scheggiata può essergli utile e “si ingegna” per farla:

1) Per scavare la terra, par tagliare la carne o per raschiare le pelli degli animali per farci vestiti ci vuole un oggetto che entra bene nella terra e che taglia -> un oggetto appuntito e tagliente, come… una pietra scheggiata! Idea!!!

2) Come posso fare per scheggiare una pietra e vedere se funziona? Pensiamo un po’… Ma sì!

Posso batterla con un’altra pietra più grande e forte e romperla in modo che sia tagliente!

3) Proviamo…

4) Ehi, funziona!

Provando e riprovando l’homo habilis è diventato sempre più bravo a scheggiare le pietre ed ha anche esercitato il suo cervello a diventare sempre più intelligente.

4) Le conquiste di homo sapiens sapiens, 40.000 anni fa

I primi uomini sono diventati sempre più bravi e intelligenti ed hanno popolato tutto il mondo. Noi oggi siamo tutti HOMO SAPIENS SAPIENS, anche se dal di fuori appariamo molto diversi tra noi. Lo schema 4 a p. 17 ci fa vedere cosa sa fare l’homo sapiens sapiens.

Unità di Apprendimento 1 - cap. 1

Tutti gli esseri umani sono figli di HOMO SAPIENS SAPIENS p.18

Come nasce l’intelligenza? La foto a destra viene dal film “2001 Odissea nello spazio” di Stanley

Kubrick e fa vedere come a un certo punto un nostro antenato, la grande scimmia che cammina su

due gambe (= primate), scopre che un osso può essere utile nella vita di tutti i giorni.

(4)

Parole difficili

- Primate = grande scimmia che cammina su due gambe e non su quattro come tutte le scimmie.

- Antenato = chi è vissuto molto prima di noi e da cui noi discendiamo

Le nostre lontane origini

Gli scienziati dicono che tutti gli uomini che abitano la terra oggi vengono da Homo sapiens sapiens.

Homo sapiens sapiens viveva in Africa 40.000 anni fa.

Homo sapiens sapiens era molto intelligente. Lui è diventato così intelligente dopo moltissimi anni e dopo aver imparato tante cose. Le cose che ha imparato lo hanno cambiato; questo cambiamento si chiama evoluzione.

Il disegno in basso a pag. 18 fa vedere le tappe più importanti dell’evoluzione dell’uomo.

- Prima era un australopiteco: cammina su due gambe, usa le cose che trova per fare le cose, ma non costruisce oggetti suoi.

- Poi diventa homo habilis: costruisce gli oggetti che gli servono di pietra scheggiata.

- Poi diventa homo erectus: impara a camminare sulle gambe, conosce il fuoco, scheggia le pietre molto bene.

- Poi diventa homo sapiens: impara a parlare.

- Poi diventa homo sapiens sapiens: inventa l’arco per cacciare, vive in gruppo, sa usare il fuoco, sa costruire moltissimi oggetti di pietra e di legno.

2. Da dove veniamo? La teoria dell’evoluzione. pag. 19

Molti studiosi dicono che la storia comincia molte migliaia di anni dopo la comparsa dei primi ominidi.

La “storia” comincia quando gli uomini cominciano a scrivere le cose che succedono e le lasciano scritte, così chi viene dopo può leggerle e conoscerle.

Infatti “storia” vuol dire “memoria scritta”.

Quando gli uomini cominciano a scrivere la “storia”? Fra IV e III millennio a.C. (vedi cap. 3) Adesso noi studiamo la “preistoria, cioè le cose successe prima dell’invenzione della scrittura”.

Le domande degli studiosi:

1) come nasce l’uomo come specie?

2) come l’uomo è diventato capace di organizzarsi per diminuire i danni e aumentare i vantaggi che possono venirgli dalla natura?

Il racconto della Bibbia: la Bibbia è il testo sacro degli ebrei e dei cristiani. La Bibbia dice che Dio ha fatto la Terra, gli animali e l’uomo: Adamo ed Eva sono il primo uomo e la prima donna fatti da Dio; Adamo ed Eva hanno fatto dei figli, questi figli hanno fatto altri figli … e così siamo diventati tanti uomini sulla terra. In questo modo siamo tutti figli di Dio e siamo tutti uguali in fondo.

Cosa dicono gli scienziati: la teoria dell’evoluzione: in realtà gli scienziati hanno dimostrato che

l’uomo viene dalle trasformazioni di un animale simile alla scimmia, più intelligente delle altre

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specie animali, che è cambiato molto con il passare del tempo e ha cambiato molto anche l’ambiente intorno a lui e il suo modo di vivere.

Questa trasformazione è stata lentissima: ci sono voluti 3.860.000 anni perché questa scimmia diventasse simile a noi ora. Questa trasformazione si chiama evoluzione.

Charles Darwin, uno scienziato inglese del 1800, ha dimostrato la verità di questa teoria.

Anche questa spiegazione di come è nato l’essere umano dice che gli uomini sono tutti uguali perché vengono dallo stesso antenato. (Antenato=chi è vissuto molto prima di noi). Le differenze che vediamo tra gli uomini, come il colore della pelle, degli occhi…, vengono fuori dal modo di adattarsi all’ambiente di ogni gruppo di uomini (adattamento).

3. Che cosa siamo? La capacità di pensare e di costruire p.20 In cosa siamo diversi dagli animali.

L’uomo ha imparato a fare molte cose, gli animali no. L’uomo ha imparato:

- a costruire case - a fare stoffe e vestiti - a cuocere l’argilla - a navigare

- a fondere i metalli

All’inizio l’uomo capisce che poteva costruire con le pietre oggetti utili per lavorare. Gli oggetti utili per lavorare si chiamano utensili. Gli studiosi hanno trovato molti oggetti di pietra antichi.

I primi utensili sono di pietra.

La costruzione di un semplice oggetto presuppone il pensiero.

L’uomo impara a scheggiare la pietra, cioè a romperla in modo da farla diventare tagliente.

Anche questo semplice lavoro nasce da una idea.

Avere un’idea vuol dire saper immaginare come modificare un oggetto per farlo diventare utile o più utile di prima. Saper immaginare queste cose significa essere intelligenti.

I primi uomini sapevano immaginare e trasformare gli oggetti secondo le loro necessità.

Quindi i primi uomini erano intelligenti.

L’importanza del pollice e della vista per lo sviluppo dell’abilità manuale.

L’uomo è diverso dagli animali anche perché sa usare le mani per usare e costruire gli oggetti.

I paleontologi (= studiosi dei resti pietrificati di esseri viventi molti antichi) ci dicono che l’uomo è capace di usare le mani così per 2 motivi:

- perché ha la visione binoculare (gli altri animali non ce l’hanno); cioè possono vedere un oggetto con tutti e due gli occhi possono capire la grandezza e la distanza.

- perché hanno il pollice che si oppone alle altre dita: per questo possono prendere le cose, tenerle forte, oppure lavorarle.

(vedi i disegni a sinistra).

4. L’evoluzione dagli ominidi all’uomo p.21

Gli arti anteriori non servivano più per reggere il corpo,

ovvero come i primati antenati dell’uomo imparano a camminare sulle due gambe.

40 milioni di anni fa esiste una specie di grande scimmia (= un primate) chiamata Ramapiteco.

I primati e anche i Ramapitechi per camminare si aiutano con le zampe davanti.

I Ramapitechi vivono nella foresta equatoriale, fatta di grandi alberi con molti rami e foglie.

Il clima cambia e gli alberi scompaiono.

La foresta tropicale diventa una savana, fatta di erba alta e arbusti.

I Ramapitechi nella savana devono imparare a camminare solo sulle zampe di dietro per vedere

sopra l’erba e gli arbusti le prede o i pericoli.

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Le zampe davanti piano piano non servono più per camminare e i Ramapitechi le usano per fare altre cose.

Australopiteco usa gli strumenti ma non li costruisce.

3 milioni di anni fa esiste Australopiteco.

Australopiteco non è ancora un uomo, è un ominide.

Australopiteco ha il cervello più sviluppato di una scimmia, ma non sviluppato come un uomo.

Australopiteco cammina sulle due gambe di dietro, ma sta curvo.

Australopiteco sa usare utensili ed armi, ma non sa costruirli.

Il salto di qualità: la costruzione degli utensili.

2 milioni di anni fa alcuni Australopitechi capiscono che possono costruire un ciottolo (= sasso, pietra) che taglia.

Sotto ci sono le foto di tre oggetti di pietra che tagliano fatti da uomini del Paleolitico, il periodo che stiamo studiando.

5. Le conquiste di Homo sapiens sapiens p.22

Noi apparteniamo alla specie di Homo sapiens sapiens.

Homo sapiens sapiens vive 40.000 anni fa.

Nelle foto:

1) Homo sapiens sapiens sa lavorare pietra, avorio, osso, corno.

2) Homo sapiens sapiens vive nelle grotte e nelle capanne con il tetto di pelle di animale.

3) Homo sapiens sapiens caccia gli animali con l’arco.

4) Homo sapiens sapiens usa il fuoco per scaldarsi, per tenere lontano gli anomali pericolosi, per cuocere il cibo, per fare luce.

Homo sapiens sapiens protagonista della storia Stiamo studiando la preistoria (= prima della storia).

La preistoria si divide in due parti più importanti:

- l’età paleolitica -> quando gli ominidi costruiscono ed usano oggetti di pietra e nasce Homo sapiens sapiens

- l’età neolitica -> quando l’uomo impara a coltivare la terra.

La storia comincia quando l’uomo impara a scrivere, cioè 3000 anni fa.

Approfondimenti. - pag. 23 Una corsa tra diversi candidati L’uomo di Neanderthal.

L’homo sapiens nasce nell’età del Paleolitico.

Homo sapiens è più evoluto di homo erectus e homo habilis.

Tra 200.000 e 100.000 non si trovano più le amigdale, cioè pietre lavorate su due lati, ma si trova il manufatto scheggia, cioè un manufatto (= oggetto fatto a mano) disegnato su una pietra e poi fatto scheggiando la pietra fino a che non prende la sua forma.

Il manufatto scheggia lo fa l’uomo di Neanderthal, una specie di homo sapiens.

L’uomo di Neanderthal si chiama così, perché gli studiosi hanno trovato i suoi resti in una valle in Germania che si chiama Neanderthal nel 1856.

L’uomo di Neanderthal abita in Europa e nel Vicino Oriente.

In Africa abita homo sapiens sapiens che 40.000 anni fa viene in Europa.

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L’uomo di Neanderthal incontra homo sapiens sapiens e vivono insieme in Europa per alcune migliaia di anni.

Il contributo europeo al processo evolutivo.

Prima homo di Neanderthal è più evoluto di homo sapiens sapiens, ma homo sapiens sapiens impara a fare le cose che sa fare homo di Neanderthal.

Poi homo sapiens sapiens rimane e va in tutta Europa. Homo di Neanderthal scompare.

Neanderthal vive nelle grotte. Sapiens sapiens vive in capanne fatte di pelli di animali e costruite su pali. Nelle grotte prega.

Sapiens sapiens sa lavorare la pelle dei mammut e sa fare vestiti, cuce con i tendini di animali che sono i fili.

Il cammino verso la “nostra” civiltà.

Sapiens sapiens ha ossa e muscoli che si muovono meglio nella natura.

Per questo vive di più e fa più figli.

Per questo ci sono tanti sapiens sapiens e vanno in tutto il mondo: Africa, Vicino Oriente, Europa, Asia, Oceania, Australia, Americhe.

Gli uomini sapiens sapiens che abitano più vicino al nord piano piano perdono il colore scuro della pelle che era necessario quando stavano in Africa per difendersi dal sole. Infatti al nord ci sono meno radiazioni del sole. La pelle degli uomini sapiens sapiens prende colori diversi.

Nell’età Neolitica (10.000 anni fa) rimane solo sapiens sapiens. Non ci sono più uomini di Neanderthal. Nell’età Neolitica homo sapiens sapiens

- scopre come coltivare le piante (agricoltura) - alleva gli animali

- costruisce le prime città - scopre i metalli

- compra e vende oggetti inventa la scrittura

6. Un solo genere tanti tipi umani diversi p.24 L’uomo popola tutta la terra.

Homo sapiens sapiens nasce in Africa.

Piano piano va in altre terre (v. grafico e cartina nella pagina).

Homo sapiens sapiens sa vivere in tutti i posti, in ambienti e climi diversi.

Esiste un solo genere umano

Popoli diversi per colore della pelle, capelli, occhi… vengono dallo stesso tipo di antenato?

O vengono da antenati diversi?

Gli scienziati dicono che i popoli diversi vengono dallo stesso tipo di antenato.

Le differenze che vediamo sono il risultato del modo in cui l’uomo si è adattato all’ambiente.

Parole difficili

Adattamento = capacità di cambiare per vivere meglio in un posto.

Non si può parlare di razze

Gli scienziati dicono che tutti gli uomini sulla terra vengono da Homo sapiens sapiens.

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I figli dei figli dei figli … di Homo sapiens sapiens si sono divisi in gruppi diversi di uomini che si somigliano. Da questi gruppi diversi nascono i diversi popoli.

1.2 L’agricoltura, una rivoluzione

Percorso visivo del capitolo - pag. 26-27

1) I gruppi umani imparano a coltivare la terra e ad allevare gli animali

Nel Paleolitico gli uomini cacciano e raccolgono i frutti della terra (economia di prelievo).

Nel Neolitico (10.00 anni fa) imparano a coltivare le piante e allevare gli animali (economia di produzione).

Gli uomini vanno a caccia e le donne raccolgono tutto quello che si può mangiare che trovano in natura. Le donne scoprono che le piante si possono far nascere e crescere vicino alle case.

2) Agricoltura e allevamento nascono dalla domesticazione

Gli uomini - guardano gli animali e scoprono che possono tenerli nei recinti e portarli al pascolo a mangiare (domesticazione degli animali – allevamento)

- guardano le piante che nascono vicino a casa,

imparano a farle nascere e crescere, cioè a coltivarle (domesticazione delle piante - agricoltura)

Gli uomini scelgono gli animali e le piante più buone o più utili per allevarle e coltivarle vicino alle case.

3) Gli agricoltori si stabiliscono in villaggi e abbandonano la vita nomade

Quando gli uomini cacciano, si spostano, seguono gli animali e spostano anche la casa (vita nomade).

Quando coltivano i campi, gli uomini devono abitare vicino ai loro campi, sempre nello stesso posto (vita sedentaria). Per questo costruiscono i villaggi con case di pietra e di legno.

4) In quali regioni della Terra nascono l’agricoltura e l’allevamento?

La figura fa vedere una cartina.

Sulla cartina ci sono i posti dove nascono l’allevamento e l’agricoltura.

Gli uomini “domesticano” per primi cereali e legumi.

In Medio Oriente gli uomini domesticano molti animali.

Il primo animale a vivere a stretto contatto con l’uomo è il cane.

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1. Ieri e oggi. Dal Neolitico trasformiamo la natura p.28 Due invenzioni del Neolitico: agricoltura e allevamento.

La domesticazione è molto antica.

Domesticazione = gli uomini e le donne imparano a coltivare piante e allevare animali, cioè farli nascere e crescere insieme a loro.

Prima le piante e gli animali nascevano e crescevano da soli nei prati e nei boschi (animali selvatici e piante selvatiche).

Per mangiare gli uomini cacciavano gli animali e raccoglievano i frutti, i fiori, le foglie e le radici delle piante.

Dopo la domesticazione gli uomini allevano gli animali e coltivano le piante.

La domesticazione cambia un poco le piante e gli animali e li fa diventare più adatti agli uomini.

La figura sotto a sinistra fa vedere le fragole selvatiche e il “maiale” selvatico, cioè il cinghiale; a destra ci sono le fragole coltivate e il maiale allevato.

L’agricoltura e l’allevamento nascono 10.000 anni fa dalla domesticazione.

Homo sapiens sapiens è il primo uomo che coltiva piante ed alleva animali.

In questo capitolo noi chiediamo:

- come hanno imparato gli uomini a coltivare piante ed allevare animali?

- perché gli uomini costruiscono i villaggi?

- perché decidono le regole di convivenza e si organizzano in società?

2. Come i gruppi umani arrivano a produrre il cibo p.29 Le comunità nomadi di cacciatori e raccoglitori.

Nel Paleolitico gli uomini vivono organizzati in società molto semplici:

- piccoli gruppi

- il lavoro era diviso tra uomini e donne

o gli uomini andavano a caccia e a pesca o le donne raccoglievano i frutti della terra

(questa organizzazione si chiama “economia di prelievo” perché il cibo veniva preso, cioè prelevato,dalla natura con la caccia e la raccolta.)

- i gruppi erano nomadi, gli uomini si spostavano continuamente per trovare nuovi luoghi pieni di animali e piante da mangiare e perché erano curiosi.

Dal prelievo alla produzione del cibo.

Nel Neolitico, in alcuni luoghi della Terra – come Cina, Medio Oriente, India – gli uomini passano dalla vita nomade alla vita sedentaria, cioè decidono di abitare in un luogo e non cambiare più.

Scelgono luoghi fertili e costruiscono case che durano nel tempo.

Gli uomini si organizzano anche in società più stabili e complesse.

Gli uomini diventano sedentari quando imparano a coltivare le piante e a produrre da mangiare.

La scoperta dell’agricoltura causa il cambiamento di vita degli uomini da nomadi a sedentari.

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Spiegazione di parole

Luogo fertile = luogo dove le piante crescono facilmente.

Stabile = che non cambia facilmente.

Perché nacque l’agricoltura?

1) Alcuni studiosi dicono che gli uomini imparano a coltivare le piante a) per caso

b) perché erano curiosi e guardavano sempre le piante e così hanno capito come fare a farle nascere e crescere.

2) Altri studiosi dicono che gli uomini imparano per necessità: cioè avevano bisogno, perché quelle che c’erano non bastavano più per tutti.

3) Altri studiosi ancora dicono che l’agricoltura è nata per lo sviluppo culturale: cioè gli uomini hanno capito che come fanno gli utensili, così possono fare anche il cibo, conservarlo e dividerlo fra tutti.

Molto probabilmente le donne scoprono l’agricoltura, perché erano loro che si occupavano della raccolta delle piante.

Dove nasce l’agricoltura?

La cartina a destra fa vedere dove nasce l’agricoltura: Medio Oriente, Cina, Messico, Ande peruviane.

In età Neolitica gli uomini coltivano soprattutto legumi e cereali, e l’igname.

Gli uomini mangiavano il tubero dell’igname.

Spiegazione di parole

Tubero = parte gonfia della pianta che sta sotto la terra (esempio: la patata)

3. I primi laboratori di ingegneria genetica p.30 L’atto di nascita dell’agricoltura.

Come le donne si sono accorte che alcune piante e alcuni frutti erano più buoni di altri da mangiare?

E come viene alle donne l’idea di provare a farne crescere altre uguali?

Forse le donne vedono che i frutti più buoni sono quelli che nascono e crescono vicino alle case.

Vicino alle case la terra è più morbida e nera perché gli uomini buttano lì rifiuti ed escrementi.

I rifiuti e gli escrementi si decompongono e formano sostanze fertilizzanti.

Sul terreno fertile nascono più piante e sono più ricche di frutti più buoni.

Forse una donna prova a buttare i semi di una pianta buona da mangiare dove la terra era

più nera e vede che nasce una pianta buona. Poi ci riprova e nasce un’altra pianta buona e così nasce l’agricoltura.

Riassumendo

Le donne raccolgono i frutti delle piante, guardano le piante tutti i giorni e scoprono che - con i rifiuti e gli escrementi la terra diventa più fertile

- dove la terra è più fertile nascono più piante e i frutti sono più buoni o allora buttano i rifiuti e gli escrementi sulla terra (concimazione) o poi ci buttano i semi delle piante buone da mangiare

Parole difficili:

rifiuti = spazzatura

escrementi = la spazzatura del corpo umano e degli animali

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si decompongono = verbo “decomporsi”, sciogliersi nella terra

sostanze fertilizzanti = gli escrementi e i rifiuti sciolti nella terra, che danno alla terra nutrimento e la rendono “fertile”, cioè buona per fare molte piante e frutti

Tecniche dell’agricoltura giunte fino a noi (figura)

1) Concimazione: buttare il concime sulla terra; concime = rifiuti ed escrementi 2) Ibridazione: mischiare diversi tipi della stessa pianta

3) Selezione: scegliere i semi delle piante più buone per seminarli, per far nascere piante più buone

Dai primi “laboratori” di ingegneria genetica agli Ogm

Nel Neolitico si scelgono le piante più buone e si mettono insieme diversi tipi della stessa pianta per fare piante più buone, resistenti, con più frutti …

Gli uomini nei secoli hanno continuato a selezionare e mescolare le piante e hanno migliorato in modo naturale molti frutti; per esempio i piselli nel IX millennio a. C., che prima erano più piccoli, le mandorle che prima, quando nascevano da sole, erano amare e velenose.

Oggi gli scienziati possono mettere dentro le piante geni diversi e le piante cambiano: per esempio nascono pomodori che non marciscono, fragole che non muoiono con il gelo, mais che non si ammala... Però non sappiamo cosa succede dopo molto tempo, se l’uomo mangia questi frutti speciali, geneticamente modificati o Ogm.

4. Gli animali: cattura e allevamento p.31

Perché l’uomo ha sentito l’esigenza di domesticare gli animali?

1) Alcuni studiosi dicono che all’inizio alcuni cacciatori prendono alcuni animali per fare sacrifici agli dei, li tengono con sé e danno loro da mangiare.

Nella figura c’è un sacrificio di animali agli dei.

2) Altri dicono che i cacciatori, guardando ogni girono gli animali, capiscono che possono prenderli e non ucciderli, ma tenerli con sé come riserva di cibo e ucciderli quando ci sarà bisogno. Nella figura uomini macellano un bue.

3) La figura a destra fa vedere come gli uomini domesticavano gli animali.

Gli uomini facevano accoppiare animali dello stesso genere ma di specie diversa per far nascere una specie più forte o più buona da mangiare (ibridazione).

Esempio: nella figura ci sono buoi pezzati (cioè con la pelliccia di due colori); in natura non esistono; questi due sono nati da una ibridazione.

Approfondimenti. Animali domesticati, animali domati p. 32 Dove avvenne la domesticazione degli animali?

La domesticazione degli animali avviene in diverse parti del mondo in modo indipendente, come l’agricoltura.

Nella tabella sotto ci sono gli animali domesticati, quando e dove sono stati domesticati.

Le principali forme di convivenza fra gli animali e gli uomini.

Gli uomini e gli animali vivono insieme in due modi diversi:

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a) simbiosi, quando l’uomo aiuta l’animale e l’animale aiuta l’uomo, come tra l’uomo e il cane: l’uomo dà da mangiare al cane e il cane lo difende e lo aiuta nella caccia;

b) sfruttamento, quando l’uomo prende l’animale e gli dà da mangiare solo per mangiarlo o per farlo lavorare, come la vacca per il latte o per la carne.

L’animale che sta con l’uomo cambia le abitudini.

La domesticazione di alcuni animali è più difficile.

La domesticazione è riuscita nel caso degli erbivori.

Nella tabella sotto ci sono gli animali domesticati.

Tutti questi animali sono mammiferi di grossa taglia e sono erbivori, cioè mangiano erba, o onnivori, cioè mangiano di tutto, come per esempio il maiale (solo il cane è carnivoro, cioè mangia carne).

L’uomo non è riuscito a domesticare nessuno dei grossi animali carnivori. Infatti gli orsi che al circo fanno gli esercizi che dice il domatore, non sono domesticati, sono domati, cioè eseguono gli ordini, ma non hanno cambiato la loro natura.

L’enigma della zebra.

Le specie di mammiferi di grossa taglia sono 72, ma l’uomo ne ha domesticate solo 10.

La zebra è molto simile al cavallo e all’asino, ma l’uomo non è riuscito a domesticarla e non si sa perché.

5 Il villaggio: la società evolve e si organizza p.33

Agricoltori e allevatori dal conflitto alla collaborazione.

L’agricoltura ha trasformato la vita degli uomini: molti gruppi di uomini da nomadi diventano sedentari, cioè abitano sempre nel solito posto.

Infatti per coltivare le piante ci vuole molto tempo, bisogna disboscare (tagliare gli alberi) per avere altri campi, bisogna costruire granai per conservare i semi o il cibo di riserva, bisogna scavare canali per l’irrigazione (portare l’acqua nei campi).

Invece la pastorizia non favorisce la vita sedentaria, perché gli allevatori devono cercare nuovi pascoli, quando nel pascolo dove stanno l’erba finisce.

Quindi gli agricoltori sono più sedentari e gli allevatori sono più nomadi.

Tra agricoltori sedentari e pastori nomadi all’inizio non ci sono buoni rapporti.

Ma alcune volte agricoltori e pastori hanno vissuto insieme anche pacificamente, soprattutto quando gli agricoltori capiscono che gli animali servono molto per concimare i campi.

Per questo nascono i villaggi dove agricoltori e pastori vivono insieme.

I primi villaggi nascono dove oggi stanno l’Iraq, la Palestina, la Turchia tra l’VIII e il VII millennio a.C.

Le conseguenze del villaggio per la vita di uomini e donne.

Quando gli uomini diventano sedentari diventano più numerosi.

Quando gli uomini si spostavano sempre le donne non potevano spostarsi con più di un figlio neonato alla volta.

Quando gli uomini stanno nei villaggi, invece, possono fare tanti figli e i figli sono utili per lavorare nei campi.

I campi sono di tutti e tutti li usano, gli animali sono proprietà privata, cioè hanno un padrone.

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Gli uomini costruiscono case più resistenti, canali per irrigare i campi, recinti per i campi coltivati e per gli animali.

I primi passi della scienza e del diritto

Gli uomini osservano la vita delle piante e capiscono che dal seme nasce la pianta, dalla pianta nasce il fiore, dal fiore nasce la pianta. Questo si chiama causa-effetto, cioè da una causa (seme) nasce l’effetto o conseguenza (pianta), etc.

Il rapporto causa-effetto è molto importante per il pensiero scientifico. Nasce la scienza.

Quando gli uomini vivono insieme nel villaggio, devono stabilire delle regole che tutti rispettano per vivere in pace. Nasce il diritto.

6. Il progresso tecnologico nel villaggio neolitico p.34

Agricoltura e allevamento hanno bisogno di nuovi strumenti di lavoro.

Nel disegno ci sono i nuovi strumenti del lavoro.

1) Le donne intrecciano giunchi e fanno cesti e stuoie per raccogliere erba e frutti e per mettere gli animali che gli uomini cacciano. Questa è la prima forma di tessitura, cioè l’arte di intrecciare fili.

2) Le donne dei villaggi lavorano le pelli degli animali per fare vestiti.

Le donne dei villaggi imparano anche a intrecciare fili di lino e cotone (che sono fatti con le piante), e di lana (che è fatta con il pelo delle pecore).

Gli strumenti che servono per fare i tessuti (per tessere) sono il fuso, la spola il telaio.

3) Ordito + trama = tessuto.

L’ordito è il filo che va dall’alto in basso sul telaio, la trama è il filo che va da una parte all’altra.

4) L’uomo dissoda la terra con la zappa e con l’aratro. L’aratro già dal IV millennio a.C. è trainato dagli animali.

5) Gli uomini prima costruiscono case di legno, paglia e fango, poi imparano a costruire case di mattoni di argilla.

6) Prima gli uomini fanno utensili con ossa, pietra e legno.

Poi imparano a fare utensili con i metalli.

Il primo metallo che usano è il rame.

Gli utensili di metallo sono più resistenti.

7) Prima gli uomini fanno orci, vasi e ciotole (contenitori) di pelle di animali e di legno per conservare i cereali, cuocere il cibo, mettere l’acqua e il latte.

Poi imparano a fare contenitori di ceramica.

8) 5.000 anni fa gli uomini inventano il tornio. Il tornio è uno strumento che serve per fare

contenitori di argilla.

(14)

1.3 La nascita della città e dello stato pag.36-46

1. Città e stato non sono sempre esistiti

3000 a.C. gli uomini coltivano i campi (agricoltura) e allevano le bestie.

Gli uomini costruiscono le città.

Gli uomini amministrano le città e la terra attorno alle città:

gli uomini formano uno stato.

Sono le prime civiltà urbane (civiltà delle città).

L’uomo ha diviso la terra in stati.

2. Perché nacquero le città?

Nel 3000 a.C. in Mesopotamia (vedi cartina a pag. 40, n.1)la popolazione sumera vive nella città.

Vive in città per 3 cause:

1) l'agricoltura è sviluppata,

2) la lavorazione dei metalli è diventata molto importante,

3) i contadini e gli artigiani scambiano i loro prodotti nei mercati delle città.

I contadini aspettano la pioggia per bagnare i campi(agricoltura a secco).

Dal 3000 a.C. i contadini bagnano i campi con l'acqua dei fiumi e dei laghi.

I campi bagnati producono più cereali (grano, orzo, riso).

La maggiore quantità di cibo porta:

-gli uomini mangiano di più e aumenta la popolazione;

-gli uomini vivono nei terreni che danno più cibo;

-gli uomini tengono i cereali nei magazzini;

-gli uomini danno i cereali per mangiare agli artigiani, ai funzionari, ai sacerdoti, agli artisti, ai mercanti.

Tutte queste persone vivono assieme nelle prime città.

3. Il lavoro dei gruppi umani per raggiungere l'acqua

L'acqua è una risorsa/cosa che non c'è quasi mai quando serve.

Per questo l'uomo costruisce canali e laghi e per prendere l’acqua quando serve.

In Cina, India, Mesopotamia ed Egitto gli uomini costruiscono canali e laghi.

In Cina, India, Mesopotamia ed Egitto si formano le società fluviali o idrauliche.

Vedi foto a pag.40:

1) l'acqua è tirata su da un lago in Mesopotamia;

2) pozzi per prendere l'acqua dalla terra;

3) piccole montagne di terra(dighe) per fermare l'acqua sul fiume Nilo;

4) canali e dighe sul fiume Indo;

5) una collina tagliata a strati per coltivare il riso 4. Metallurgia e divisione del lavoro

Nelle città vivono le persone e controllano l'acqua di tanti territori.

Nelle città si trovano i magazzini per conservare i prodotti della campagna.

Fino al 3000 a.C. circa le donne sono molto importanti.

Le donne fanno i lavori importanti, come tessere, curare con le erbe, lavorare le pelli…

Gli uomini fanno solo lavori faticosi, come la caccia, la divisione degli animali morti in pezzi

(macellazione), la lavorazione del legno…

(15)

Nel 5000 a.C. gli uomini scoprono i metalli, prima il rame;

ma solo nel 3000 a.C. gli uomini iniziano a lavorare i metalli.

E’difficile lavorare i metalli, servono grandi forni e tanta legna; è possibile solo nelle città.

Il fabbro lavora i metalli, è un lavoratore autonomo e specializzato.

Nelle città si crea la divisione del lavoro.

I lavori d'intelligenza, come costruire canali, forni, osservare le stelle per la semina, sono lavori che danno rispetto, stima, potere e ricchezza.

I lavori d'abilità, come il fabbro, danno gran considerazione.

I lavori manuali, come il contadino, non danno nessun prestigio e ricchezza.

Le donne lavorano solo in casa e quindi sono considerate niente.

5. Con la città e i commerci nasce la scrittura Metallurgia e divisione del lavoro

Nelle città arrivano il legno, i metalli, il cotone, ma anche le stoffe, i cesti di paglia e i cereali e gli animali da vendere.

Tutte queste cose sono vendute in un posto chiamato "mercato".

Le persone vendono nel mercato e sono chiamati “mercanti”.

Per pagare gli oggetti comprati, fino a circa l'anno 1000, è usato il baratto.

Il baratto vuol dire prendere un paio di scarpe e dare in cambio un pollo o un pezzo di stoffa o un oggetto.

Dopo l'anno 1000 a.C. gli oggetti vengono da lontano e gli uomini pagano con le monete d'oro e d'argento.

I governanti sanno quante persone vivono nello stato.

I governanti fanno pagare le tasse a tutti.

Alcuni segni scritti rappresentano gli oggetti e le idee: la scrittura.

Gli scribi sanno scrivere quei segni e sanno leggerli;

gli scribi sono molto considerati.

6. La città, centro di potere

Il disegno riproduce la città di Ur, in Mesopotamia.

Nella città si trovano il potere politico e religioso.

1) La ziqqurat è un grande tempio dove è adorata la divinità che protegge la città.

Nella ziqqurat vivono i sacerdoti e il sovrano.

2) Vicino ci sono gli uffici delle tasse, le case dei soldati, i magazzini più importanti.

3) Vicino i mercanti vendono e comprano.

Le case della gente non importante sono attorno.

4) Artigiani, sacerdoti, scribi, soldati pensano solo al loro lavoro;

in campagna i contadini lavorano e producono anche per loro.

7. Lo stato, un'eredità anche per i secoli successivi

I primi stati si formano tra 2000 e 1000 anni a.C. in Mesopotamia, Cina, Egitto, India.

Ogni stato unitario ha una città e la città comanda sul territorio attorno.

Ogni stato ha il controllo dell'acqua per l'agrocoltura.

Le foto a pag.46 rappresentano le caratteristiche di uno stato sia nei tempi antichi sia oggi:

1) uno stato ha il potere di comandare sul suo terrotorio;

2) uno stato ha delle leggi che tutti i cittadini devono rispettare;

3) uno stato ha delle persone e degli uffici (burocrazia) che fanno funzionare lo stato;

4) un compito della burocrazia è prendere le tasse;

5) uno stato ha un esercito per difendere i cittadini e per comandare sui cittadini.

(16)

UdA 1

Capitolo 2 – percorso visivo del capitolo - pag. 26-27 L’agricoltura, una rivoluzione

1) I gruppi umani imparano a coltivare la terra e ad allevare gli animali Nel Paleolitico gli uomini cacciano e raccolgono i frutti della terra (economia di prelievo).

Nel Neolitico (10.00 anni fa) imparano a coltivare le piante e allevare gli animali (economia di produzione).

Gli uomini vanno a caccia e le donne raccolgono tutto quello che si può mangiare che trovano in natura. Le donne scoprono che le piante si possono far nascere e crescere vicino alle case.

2) Agricoltura e allevamento nascono dalla domesticazione

Gli uomini - guardano gli animali e scoprono che possono tenerli nei recinti e portarli al pascolo a mangiare (domesticazione degli animali – allevamento)

- guardano le piante che nascono vicino a casa,

imparano a farle nascere e crescere, cioè a coltivarle (domesticazione delle piante - agricoltura)

Gli uomini scelgono gli animali e le piante più buone o più utili per allevarle e coltivarle vicino alle case.

3) Gli agricoltori si stabiliscono in villaggi e abbandonano la vita nomade

Quando gli uomini cacciano, si spostano, seguono gli animali e spostano anche la casa (vita nomade).

Quando coltivano i campi, gli uomini devono abitare vicino ai loro campi, sempre nello stesso posto (vita sedentaria). Per questo costruiscono i villaggi con case di pietra e di legno.

4) In quali regioni della Terra nascono l’agricoltura e l’allevamento?

La figura fa vedere una cartina.

Sulla cartina ci sono i posti dove nascono l’allevamento e l’agricoltura.

Gli uomini “addomesticano” per primi cereali e legumi.

In Medio Oriente gli uomini addomesticano molti animali.

Il primo animale a vivere a stretto contatto con l’uomo è il cane.

Unità di Apprendimento 1 - cap. 2 – 1, pag. 28

Ieri e oggi. Dal Neolitico trasformiamo la natura.

(17)

Due invenzioni del Neolitico: agricoltura e allevamento.

La domesticazione è molto antica.

Domesticazione = gli uomini e le donne imparano a coltivare piante e allevare animali, cioè farli nascere e crescere insieme a loro.

Prima le piante e gli animali nascevano e crescevano da soli nei prati e nei boschi (animali selvatici e piante selvatiche).

Per mangiare gli uomini cacciavano gli animali e raccoglievano i frutti, i fiori, le foglie e le radici delle piante.

Dopo la domesticazione gli uomini allevano gli animali e coltivano le piante.

La domesticazione cambia un poco le piante e gli animali e li fa diventare più adatti agli uomini.

La figura sotto a sinistra fa vedere le fragole selvatiche e il “maiale” selvatico, cioè il cinghiale; a destra ci sono le fragole coltivate e il maiale allevato.

L’agricoltura e l’allevamento nascono 10.000 anni fa dalla domesticazione.

Homo sapiens sapiens è il primo uomo che coltiva piante ed alleva animali.

In questo capitolo coi chiediamo:

- come hanno imparato gli uomini a coltivare piante ed allevare animali?

- perché gli uomini costruiscono i villaggi?

- perché decidono le regole di convivenza e si organizzano in società?

Capitolo 2

1 Dal neolitico trasformiamo la natura

2 Come i gruppi umani arrivano a produrre il cibo.

Le comunità nomadi di cacciatori e raccoglitori.

Nel Paleolitico gli uomini vivono organizzati in società molto semplici:

- piccoli gruppi

- il lavoro era diviso tra uomini e donne

o gli uomini andavano a caccia e a pesca o le donne raccoglievano i frutti della terra

(questa organizzazione si chiama “economia di prelievo” perché il cibo veniva preso dalla natura con la caccia e la raccolta.)

- i gruppi erano nomadi, gli uomini si spostavano continuamente per trovare nuovi luoghi

pieni di animali e piante da mangiare e perché erano curiosi.

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Dal prelievo alla produzione del cibo.

Nel Neolitico, in alcuni luoghi della Terra – come Cina, Medio Oriente, India – gli uomini passano dalla vita nomade alla vita sedentaria, cioè decidono di abitare in un luogo e non cambiare più.

Scelgono luoghi fertili e costruiscono case che durano nel tempo.

Gli uomini si organizzano anche in società più stabili e complesse.

Gli uomini diventano sedentari quando imparano a coltivare le piante e a produrre da mangiare.

La scoperta dell’agricoltura causa il cambiamento di vita degli uomini da nomadi a sedentari.

Spiegazione di parole

Luogo fertile = luogo dove le piante crescono facilmente.

Stabile = che non cambia facilmente.

Perché nacque l’agricoltura?

1) Alcuni studiosi dicono che gli uomini imparano a coltivare le piante c) per caso

d) perché erano curiosi e guardavano sempre le piante e così hanno capito come fare a farle nascere e crescere.

2) Altri studiosi dicono che gli uomini impararono per necessità: perché furono costretti a trovare un modo per far nascere e crescere le piante perché quelle che c’erano non bastavano più per tutti.

3) Altri studiosi ancora dicono che l’agricoltura è nata per lo sviluppo culturale: gli uomini hanno capito che come fanno gli utensili, così possono fare anche il cibo, conservarlo e dividerlo fra tutti.

Molto probabilmente le donne scoprono l’agricoltura, perché erano loro che si occupavano della raccolta delle piante.

Dove nasce l’agricoltura?

La cartina a destra fa vedere dove nasce l’agricoltura: Medio Oriente, Cina, Messico, Ande peruviane.

In età Neolitica gli uomini coltivano soprattutto legumi e cereali, e l’igname.

Gli uomini mangiavano il tubero dell’igname.

Spiegazione di parole

Tubero = parte gonfia della pianta che sta sotto la terra (esempio: la patata)

3 I primi laboratori di ingegneria genetica.

L’atto di nascita dell’agricoltura.

Come le donne si sono accorte che alcune piante e alcuni frutti erano più buoni di altri da mangiare?

E come viene alle donne l’idea di provare a farne crescere altre uguali?

Forse le donne vedono che i frutti più buoni sono quelli che nascono e crescono vicino alle case.

Vicino alle case la terra è più morbida e nera perché gli uomini buttano lì rifiuti ed escrementi.

I rifiuti e gli escrementi si decompongono e formano sostanze fertilizzanti.

Sul terreno fertile nascono più piante e sono più ricche di frutti più buoni.

(19)

Forse una donna prova a buttare i semi di una pianta buona da mangiare dove la terra era più nera e vede che nasce una pianta buona. Poi ci riprova e nasce l’agricoltura.

Riassumendo

Le donne raccolgono i frutti delle piante, guardano le piante tutti i giorni e scoprono che - con i rifiuti e gli escrementi la terra diventa più fertile

- dove la terra è più fertile nascono più piante e i frutti sono più buoni o allora buttano i rifiuti e gli escrementi sulla terra (concimazione) o poi ci buttano i semi delle piante buone da mangiare

Tecniche dell’agricoltura giunte fino a noi (figura)

4) Concimazione: buttare il concime sulla terra; concime = rifiuti ed escrementi 5) Ibridazione: mischiare diversi tipi della stessa pianta

6) Selezione: scegliere i semi delle piante più buone per seminarli, per far nascere piante più buone

Dai primi “laboratori” di ingegneria genetica agli Ogm

Nel Neolitico si scelgono le piante più buone e si mettono insieme diversi tipi della stessa pianta per fare piante più buone, resistenti, con più frutti …

Gli uomini nei secoli hanno continuato a selezionare e mescolare le piante e hanno migliorato in modo naturale molti frutti; per esempio i piselli nel IX millennio a. C., che prima erano più piccoli, le mandorle che prima, quando nascevano da sole, erano amare e velenose.

Oggi gli scienziati possono mettere dentro le piante geni diversi e le piante cambiano: per esempio nascono pomodori che non marciscono, fragole che non muoiono con il gelo, mais che non si ammala... Però non sappiamo cosa succede dopo molto tempo, se l’uomo mangia questi frutti speciali, geneticamente modificati o Ogm.

4 Gli animali:

cattura e allevamento.

Perché l’uomo ha sentito l’esigenza di domesticare gli animali?

4) Alcuni studiosi dicono che all’inizio alcuni cacciatori prendono alcuni animali per fare sacrifici agli dei, li tengono con sé e danno loro da mangiare.

Nella figura c’è un sacrificio di animali agli dei.

5) Altri dicono che i cacciatori, guardando ogni girono gli animali, capiscono che possono prenderli e non ucciderli, ma tenerli con sé come riserva di cibo e ucciderli quando ci sarà bisogno. Nella figura uomini macellano un bue.

6) La figura a destra fa vedere come gli uomini domesticavano gli animali.

Gli uomini facevano accoppiare animali dello stesso genere ma di specie diversa per far

nascere una specie più forte o più buona da mangiare (ibridazione).

(20)

Esempio: nella figura ci sono buoi pezzati (cioè con la pelliccia di due colori); in natura non esistono; questi due sono nati da una ibridazione.

Animali domesticati, animali domati

Dove avvenne la domesticazione degli animali?

La domesticazione degli animali avviene in diverse parti del mondo in modo indipendente, come l’agricoltura.

Nella tabella sotto ci sono gli animali domesticati, quando e dove sono stati domesticati.

Le principali forme di convivenza fra gli animali e gli uomini.

Gli uomini e gli animali vivono insieme in due modi diversi:

c) simbiosi, quando l’uomo aiuta l’animale e l’animale aiuta l’uomo, come tra l’uomo e il cane: l’uomo dà da mangiare al cane e il cane lo difende e lo aiuta nella caccia;

d) sfruttamento, quando l’uomo prende l’animale e gli dà da mangiare solo per mangiarlo o per farlo lavorare, come la vacca per il latte o per la carne.

L’animale che sta con l’uomo cambia le abitudini.

La domesticazione di alcuni animali è più difficile.

La domesticazione è riuscita nel caso degli erbivori.

Nella tabella sotto ci sono gli animali domesticati.

Tutti questi animali sono mammiferi di grossa taglia e sono erbivori, cioè mangiano erba, o onnivori, cioè mangiano di tutto, come per esempio il maiale (solo il cane è carnivoro, cioè mangia carne).

L’uomo non è riuscito a domesticare nessuno dei grossi animali carnivori. Infatti gli orsi che al circo fanno gli esercizi che dice il domatore, non sono domesticati, sono domati, cioè eseguono gli ordini, ma non hanno cambiato la loro natura.

L’enigma della zebra.

Le specie di mammiferi di grossa taglia sono 72, ma l’uomo ne ha domesticate solo 10.

La zebra è molto simile al cavallo e all’asino, ma l’uomo non è riuscito a domesticarla e non si sa perché.

5 Il villaggio: la società evolve e si organizza

Agricoltori e allevatori dal conflitto alla collaborazione.

L’agricoltura ha trasformato la vita degli uomini: molti gruppi di uomini da nomadi diventano

sedentari, cioè abitano sempre nel solito posto.

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Infatti per coltivare le piante ci vuole molto tempo, bisogna disboscare (tagliare gli alberi) per avere altri campi, bisogna costruire granai per conservare i semi o il cibo di riserva, bisogna scavare canali per l’irrigazione (portare l’acqua nei campi).

Invece la pastorizia non favorisce la vita sedentaria, perché gli allevatori all’inizio dovevano cercare nuovi pascoli.

Quindi gli agricoltori sono più sedentari e gli allevatori sono più nomadi.

Tra agricoltori sedentari e pastori nomadi all’inizio non ci sono buoni rapporti.

Ma spesso agricoltori e pastori hanno vissuto insieme pacificamente, soprattutto quando gli agricoltori capiscono che gli animali servono molto per concimare i campi.

Per questo nascono i villaggi dove agricoltori e pastori vivono insieme.

I primi villaggi nascono dove oggi stanno l’Iraq, la Palestina, la Turchia tra l’VIII e il VII millennio a.C.

Le conseguenze del villaggio per la vita di uomini e donne.

Quando gli uomini diventano sedentari diventano più numerosi.

Quando gli uomini si spostavano sempre le donne non potevano spostarsi con più di un figlio neonato alla volta.

Quando gli uomini stanno nei villaggi possono fare tanti figli e i figli sono utili per lavorare nei campi.

I campi sono di tutti e tutti li usano, gli animali sono proprietà privata del padrone.

Gli uomini costruiscono case più resistenti, canali per irrigare i campi, recinti per i campi coltivati e per gli animali.

I primi passi della scienza e del diritto

Gli uomini osservano la vita delle piante e capiscono che dal seme nasce la pianta, dalla pianta nasce il fiore, dal fiore nasce la pianta. Questo si chiama causa-effetto, cioè da una causa (seme) nasce l’effetto o conseguenza (pianta), etc.

Il rapporto causa-effetto è molto importante per il pensiero scientifico. Nasce la scienza.

Quando gli uomini vivono insieme nel villaggio, devono stabilire delle regole che tutti rispettano per vivere in pace. Nasce il diritto.

6 Il progresso tecnologico nel villaggio neolitico.

Agricoltura e allevamento hanno bisogno di nuovi strumenti di lavoro.

Nel disegno ci sono i nuovi strumenti del lavoro.

9) Le donne intrecciano giunchi e fanno cesti e stuoie per raccogliere erba e frutti e per

mettere gli animali che gli uomini cacciano. Questa è la prima forma di tessitura, cioè l’arte

di intrecciare fili.

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10) Le donne dei villaggi lavorano le pelli degli animali per fare vestiti.

Le donne dei villaggi imparano anche a intrecciare fili di lino e cotone (che sono fatti con le piante), e di lana (che è fatta con il pelo delle pecore).

Gli strumenti che servono per fare i tessuti (tessere) sono il fuso, la spola il telaio.

11) Ordito + trama = tessuto.

L’ordito è il filo che va dall’alto in basso sul telaio, la trama è il filo che va da una parte all’altra.

12) L’uomo dissoda la terra con la zappa e con l’aratro. L’aratro già dal IV millennio a.C. è trainato dagli animali.

13) Gli uomini prima costruiscono case di legno, paglia e fango, poi imparano a costruire case di mattoni di argilla.

14) Prima gli uomini fanno utensili con ossa, pietra e legno.

Poi imparano a fare utensili con i metalli.

Il primo metallo che usano è il rame.

Gli utensili di metallo sono più resistenti.

15) Prima gli uomini fanno orci, vasi e ciotole (contenitori) di pelle di animali e di legno per conservare i cereali, cuocere il cibo, mettere l’acqua e il latte.

Poi imparano a fare contenitori di ceramica.

16) 5.000 anni fa gli uomini inventano il tornio. Il tornio è uno strumento che serve per fare contenitori di argilla.

Capitolo 3 La nascita delle città e dello stato

1 Città e stati non sono sempre esistiti

Civiltà urbane e stati

Cartina sotto a sinistra: il mondo nel IV millennio a.C. (età neolitica).

Nelle pianure intorno ai grandi fiumi della terra nascono le prime civiltà urbane (urbano = della città, da urbs in lat. = città).

I 4 bacini fluviali più importanti sono: il Nilo in Egitto, il Tigri e l’Eufrate che racchiudono il territorio chiamato Mesopotamia (= terra tra due fiumi), l’Indo nell’odierno Pakistan, il Fiume Giallo in Cina.

Cartina sotto a destra: il mondo nel 2005 d.C. (oggi).

Nella cartina di oggi ci sono molti stati e città che prima non c’erano.

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Lo stato e la città dove siamo nati sono molto importanti per noi: infatti per parlare di noi e presentarci diciamo il nostro stato e la nostra città.

Gli stati e le città che ci sono oggi prima non c’erano o erano molto diversi.

Si sono formati nel tempo (= sono un prodotti della storia).

In questo capitolo studiamo:

- la nascita delle città = centri di produzione, di scambi commerciali e del potere politico - la nascita dei primi stati

Nel grafico sotto c’è il percorso cha porta alla nascita delle città e degli stati.

2 Perché nascono le città?

Quando e dove vennero fondate le prime città Le prime città si sviluppano (= nascono)

- (quando) nel IV millennio a.C. (= nel 4° millennio avanti Cristo).

- (dove) in Mesopotamia (= terra tra 2 fiumi), lungo la parte sud dei fiumi Tigri ed Eufrate.

- (chi le fonda = chi le fa) il popolo dei Sumeri

Vivere in città non è come vivere in un piccolo villaggio neolitico.

La città cambia il modo di vivere degli uomini.

I fattori che favoriscono (= facilitano) lo sviluppo delle città Fattori = cause della nascita delle città:

1. l’agricoltura si sviluppa

2. si sviluppa l’artigianato come lavoro specializzato; gli artigiani lavorano il metallo 3. si sviluppano gli scambi commerciali di alimenti (= cose da mangiare) e manufatti (=

attrezzi, strumenti utili o belli)

Dall’agricoltura dei villaggi all’agricoltura irrigua

Prima si praticava (= si faceva) l’agricoltura a secco: i campi venivano bagnati solo dalla pioggia, quindi bisognava aspettare la pioggia.

L’agricoltura a secco produce poco, solo il necessario per sopravvivere per gli abitanti del villaggio.

Dal III-IV millennio a.C. si sviluppa l’agricoltura irrigua: gli uomini costruiscono dighe, canali e pozzi per portare l’acqua dai fiumi, dai laghi e da sotto terra ai campi.

Non si aspetta più la pioggia, ma si può usare sempre l’acqua del fiume, del lago, della palude..

L’acqua diventa un bene importantissimo!

Con questo nuovo sistema si coltivano cereali (grano, riso, orzo) in grande quantità.

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Le città sono legate allo sviluppo dell’agricoltura irrigua.

Conseguenze della nuova agricoltura:

1) i campi producono più cibo (cereali) => le persone mangiano di più, stanno meglio e vivono di più => la popolazione aumenta

2) le persone si riuniscono dove c’è più cibo

3) i cereali sono tanti, bastano per tutti e avanzano (eccedenza) => si accumulano nei magazzini e

a. si possono vendere => nasce il commercio

b. il cibo prodotto da alcuni agricoltori basta per tutti, quindi altri possono fare altri lavori e diventavano artigiani, o funzionari (si occupano di organizzare la comunità), o sacerdoti (si occupano dei rapporti con gli dei), o artisti…

4) i villaggi diventano più grandi e organizzati => non sono più villaggi, ma città

3 Il lavoro dei gruppi umani per raggiungere l’acqua

L’acqua protagonista della storia

L’acqua diventa la protagonista della storia quando gli uomini da nomadi diventano sedentari.

L’acqua è una risorsa naturale e in genere non è disponibile quanta ne volgiamo, quando vogliamo.

Per avere la giusta quantità di acqua nel momento giusto e nel posto giusto gli uomini hanno dovuto lavorare molto. Quando ci riesce nasce l’agricoltura irrigua.

Nel III millennio a.C. l’agricoltura irrigua è ben sviluppata in 4 luoghi:

1) la Cina 2) l’India

3) la Mesopotamia 4) l’Egitto

Per controllare l’acqua e portarla dove vogliono gli uomini devono costruire grandi opere idrauliche, per portare l’acqua nei campi anche quando non pioveva, prendendola dai fiumi.

Per fare queste grandi opere idrauliche bisogna essere bene organizzati: per questo gli uomini si riuniscono e si organizzano e nascono le società urbane, società basate sulle città.

Gli storici le chiamano per questo civiltà fluviali o idrauliche.

Gli uomini usano modi diversi per prendere l’acqua, per contenerla, per controllarla: vedi la cartina e le figure sotto.

Fig. 1: canali e shaduf in Mesopotamia = i canali sono vie dove si fa scorrere l’acqua dal fiume ai campi; lo shaduf è un modo per sollevare l’acqua per farla andare in salita.

Fig. 2: pozzi = nel deserto si scavano pozzi profondi per trovare l’acqua sotto terra.

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Fig. 3: dighe e argini = le dighe sono come dei muri che trattengono l’acqua e si possono aprire quando ce n’è troppa; gli argini sono le rive del fiume rialzate con la terra; gli egiziani usano queste cose per ottenere altri campi dove prima c’era l’acqua del Nilo.

Fig. 4: canali e dighe anche per l’Indo

Fig. 5: modellamento dei lati delle colline = in Cina gli uomini danno una forma particolare ai lati delle colline per trattenere l’acqua nei campi di riso (risaie).

4 Metallurgia e divisione del lavoro.

Le funzioni economiche della città

In città gli uomini organizzano i lavori per fare i canali, le dighe e far arrivare l’acqua dei fiumi anche lontano nei campi.

In città ci sono i magazzini, luoghi dove si conservano i cereali (mais, frumento, riso, orzo, sorgo, miglio, avena, segale, grano saraceno, fonio, quinoa) che vengono dalla campagna.

Spiegazione dello schema sul libro:

- cose che si fanno in campagna: agricoltura irrigua; nascono i cereali; gli uomini fanno utensili e attrezzi per lavorare e per la casa; la campagna produce beni = cibo, materie prime;

- cose che si fanno in città: progetti e decisioni per i lavori di irrigazione in campagna; si conservano i cereali nei magazzini; si fanno oggetti in metallo; le persone comprano e vendono i beni che vengono dalla campagna e altre cose che si fanno in città, come gli oggetti in metallo…

L’artigianato domestico

Fino al 3000 a.C. i contadini fanno a casa gli oggetti che servono per la vita di tutti i giorni = industria domestica .

Il lavoro è diviso in lavoro delle donne e lavoro degli uomini.

Le donne fanno lavori più fini: fanno vestiti, conciano le pelli degli animali, intrecciano canestri, cesellano vasi, fanno tatuaggi, preparano da mangiare, da bere e anche medicine. Le donne si dedicavano alla magia e all’arte.

Gli uomini fanno i lavori pesanti: tagliano e lavorano il legno, macellano gli animali, lavorano l’osso e l’avorio, estraggono e lavorano la selce.

La rivoluzione metallurgica

Verso il 5000 a.C. fra Egitto e India gli uomini scoprono i metalli.

Il lavoro dei metalli non si può fare a casa, perché il metallo, per lavorarlo, bisogna fonderlo prima.

Ci vuole un luogo adatto.

Finisce l’industria domestica, cioè fare oggetti a casa di stoffa, di pelle, di ceramica, di legno o di pietra. Comincia una nuova epoca. L’uomo e non la donna lavora il metallo. Il alvoro dell’uomo ora diventa più importante per la gente di quello della donna.

Divisione del lavoro e prestigio sociale

L’uomo che lavora il metallo si chiama fabbro. E’ un lavoratore autonomo (= che lavora per sé, senza padroni) specializzato (che fa un lavoro che gli altri non sanno fare).

Il fabbro lavora in città.

(26)

In città ognuno ha il suo lavoro = il suo compito. Questa è la divisione del lavoro.

Ci sono lavori manuali (che si fanno con le mani: contadino, fabbro… ) e lavori intellettuali (che si fanno con la testa: architetto, ingegnere…).

Gli uomini che facevano lavori intellettuali erano più ricchi e importanti di quelli che facevano lavori manuali, ma il fabbro era molto importante e ben pagato, perché faceva una cosa nuova che pochi ancora sapevano fare.

Le donne adesso lavorano in casa e diventano meno importanti di prima. L’uomo diventa più importante. Il potere si concentra (= raccoglie) nelle mani degli uomini. Gli uomini governano la città.

Approfondimenti. Economia.

Finisce l’età della pietra: la rivoluzione dei metalli.

La nascita della metallurgia.

Metallurgia = la tecnica di estrarre e lavorare i metalli (come prendere e lavorare i metalli).

La metallurgia è una importantissima scoperta, come l’aratro (oggetto per rivoltare la terra) e la ruota.

I primi oggetti in metallo sono di rame e risalgono all’epoca del Calcolitico (dal greco kalkos = bronzo e lithos = pietra), 6000 anni fa.

Prima gli uomini facevano oggetti in pietra e osso.

I primi metalli: oro, argento e rame.

Mentre cercano selci da scheggiare nei depositi alluvionali, trovano oro, argento e rame.

Prima lavorano questi metalli a freddo con l’incudine e il martello.

Poi imparano a fondere i metalli nei forni e scoprono il bronzo (III millennio a.C.). Questa è la scoperta della vera metallurgia. Con questa scoperta finisce l’età della pietra e comincia l’età del bronzo.

I metalli: le leghe

I metalli si trovano nelle rocce. La fusione è una tecnica per estrarre i metalli, per tirarli fuori dalle rocce: si usa il calore e il metallo si fonde = diventa liquido, si separa dagli altri materiali della roccia, si raccoglie e si lavora.

Con la fusione gli uomini antichi ottengono leghe, come il bronzo, l’elettro, il peltro.

Dal 3000 a.C. gli uomini capiscono che il bronzo è la lega di metalli migliore per fare oggetti: è resistente, duro e si mantiene affilato (= tagliente) molto più del rame da solo.

La tecnologia per la fusione dei metalli.

Per fondere i metalli ci vuole il calore del fuoco.

Per sfruttare il calore del fuoco al meglio ci vogliono i forni, dove si possono raggiungere temperature molto alte.

I primi forni sono una cavità a forma di coppa scavata nel terreno e coperta con pietra refrattaria (una pietra che respinge il calore). Questa cavità si chiama crogiolo. Dentro il crogiolo vengono spezzettati insieme i minerali da cui viene il metallo e il combustibile (che serve per fare il fuoco).

Poi i bordi del forno vengono alzati sempre di più per aumentare il calore e chiusi da una volta con

un camino per far uscire il fumo.

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