• Non ci sono risultati.

Charles Baudelaire vs Oliver Wendell Holmes. Il flâneur e lo spettatore. La fotografia dallo stereoscopio all’immagine digitale, Franco Angeli, Milano 2014

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Charles Baudelaire vs Oliver Wendell Holmes. Il flâneur e lo spettatore. La fotografia dallo stereoscopio all’immagine digitale, Franco Angeli, Milano 2014"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

Cinergie, il cinema e le altre arti

RECENSIONI

153

7

CINERGIE

il cinema e le altre arti

Cinergie uscita n°7 marzo 2015 | ISSN 2280-9481

Charles Baudelaire vs Oliver Wendell Holmes

Il fl âneur e lo spettatore. La fotografi a dallo stereoscopio all’immagine digitale, Franco Angeli,

Milano 2014

Questo ultimo libro di Giovanni Fiorentino è un utile tassello ai fi ni dello studio socioculturale dell’immagine, “decisamente fuori dall’analisi estetica e storico-artistica” (pag. 9), dall’invenzione della fotografi a, fi no all’esplosione di infi niti pezzetti digitali sulla rete. Ruolo che incide, e ha inciso fi n dall’Ottocento, sull’immaginario collettivo e personale, sulla psicologia sociale e individuale e sulle abitudini e i comportanti delle masse e degli intellettuali.

Ed è proprio da due intellettuali che Fiorentino prende lo spunto, “due autori che anticipano signifi cativamente la rifl essione sulla fotografi a in quanto ‘tecnologia culturale’” (pag. 10), come farà Raymond William sulla televisione: da un lato (dell’Atlantico), Charles Baudelaire, poeta, scrittore, critico letterario, critico d’arte, giornalista, aforista, saggista e traduttore, “fl âneur metroplitano”. Dall’altro, lo statunitense Oliver Wendell Holmes, medico, insegnante, letterato, “grande consumatore di immagini” e collezionista di fotografi e stereoscopiche. L’uno polemizza contro la fotografi a, “nuova industria che ha contribuito non poco a rafforzare la stupidità nella fede” che l’arte possa o debba restituire la verosimiglianza maggiore possibile con la realtà naturale, e di conseguenza “a distruggere quanto poteva restare di divino nello spirito francese” (Baudelaire a pag. 45). L’altro, non nasconde affatto la sua eccitazione davanti a tali strumenti che catturano i raggi di sole, “fi ssano la nostra illusione più fugace” (“questa vittoria dell’ingegno umano è la più audace, remota, improbabile, incredibile tra tutte le scoperte che l’uomo abbia mai fatto (...) talmente familiare, da farci dimenticare la sua natura miracolosa, proprio come dimentichiamo quella del sole stesso, al quale dobbiamo le meraviglie della nostra nuova arte.” Holmes, pag. 50) e che gli permettono di girare il mondo e indagarne ogni angolo pur rimanendo nella propria stanza: “quelle visioni da contemplare per le quali gli uomini rischiano la vita, spendono denaro, tollerano il mal di mare (...) queste straordinarie visioni di Alpi, templi, palazzi, piramidi, per quattro soldi ve le potete portare a casa, si possono guardare a piacimento, accanto al focolare, con un perpetuo bel tempo, quando si è dell’umore giusto, senza prendere freddo, senza la necessità di una scorta, in qualsiasi ordine di successione – da un ghiacciaio al Vesuvio, dal Niagara a Memphis – per quanto tempo si desidera, interrompendo quando si vuole” (pp. 70-71).

Ciò che Holmes e Baudelaire hanno in comune è (dunque) molto più di quanto li divide. Scrive Fiorentino: “l’esperienza del fl âneur metroplitano vissuta e descritta da Baudelaire, essenzialmente quella dello spettatore ottocentesco che abita le strade della città, con la fotografi a stereoscopica slitta dalla luce pubblica della strada all’ombra privata della casa” (pag. 11). Nelle parole di Baudelaire il fl âneur è colui che cerca e incarna la modernità che attraversa come ipnotizzato da ciò che gli è intorno.

(2)

Cinergie, il cinema e le altre arti

RECENSIONI

154

7

CINERGIE

il cinema e le altre arti

Cinergie uscita n°7 marzo 2015 | ISSN 2280-9481

Ciò che Holmes scrive a proposito dell’immagine stereoscopica gli fa da inconsapevole controcanto: “forse, mentre i due occhi fi ssano la doppia immagine, c’è anche una sorta di magnetismo: avviene qualcosa di simile all’ipnotismo di Braid (…) produce un’esaltazione onirica delle proprie facoltà, quasi una chiaroveggenza in cui, abbandonato il corpo, ci libriamo in volo all’interno di una successione di strani scenari come se fossimo spiriti disincarnati” (pag. 68). Sia l’entusiasta osservatore di immagini stereoscopiche descritto da Holmes, sia il fl âneur di Baudelaire vogliono “voir le monde, être au centre

du monde et rester caché au monde” (come ha scritto Baudelaire, appunto, a proposito del fl âneur nel

celebre Le Peintre de la vie moderne.)

Accostando Baudelaire e Holmes, si riesce a cogliere al meglio la stessa origine e la stessa natura del fl âneur e dello spettatore: borghese, metropolitana, prettamente moderna, fi glia in entrambi i casi della Rivoluzione Industriale, dell’ideologia del progresso, della “convergenza tra economia, tecnica e consumi spettacolari”, che preannuncia, insomma, il prefi gurarsi di un mondo in cui l’immagine e l’immaginario assumeranno un ruolo via via più preponderante sugli usi e i costumi della società occidentale.

Quel mondo è la nostra contemporaneità. E Fiorentino con un coraggioso balzo in avanti, la investiga a partire da due elementi. In primis, lo scarto, tanto meramente quantitativo, quanto socioculturale, tra l’Ottocento e il presente digitale, in cui “l’immagine fi ssa ha compiuto un nuovo salto evolutivo che la riporta visibilmente al centro dell’attenzione della ricerca oltre che degli innumerevoli punti di contatto con la vita quotidiana” (pag. 32): dalla scomparsa del supporto, dal formarsi “di un ambiente visivo digitale relazionale” in cui si evidenziano modelli di performance comunicativa e di auto-narrazione visiva completamente originali, alle nuove forme d’intimità, fi no all’incorporazione di media tecnologici fotografi ci e all’automazione del gesto scattare/condividere/taggare. Secondo elemento: ancora Holmes, che nel terzo dei suoi testi riportati tralascia l’entusiasmo per la stereografi a e rifl ette sulla popolarità del ritratto fotografi co, i ritratti-cartolina, che, scrive, “sono diventati ultimamente la valuta sociale, la ‘banconota’ sentimentale della civilizzazione.” (pag. 91) E, come parlasse delle foto su un social network, ne esalta la facoltà, non solo di trasferire fattezze e fi sionomie, ma di comunicare personalità e sentimenti intimi e individuali a chi guardi o si chieda di guardare.

Concludo con parole di Fiorentino: gli articoli di Baudelaire e Holmes “si inseriscono in un più ampio contesto teorico interdisciplinare utile a ripensare l’analisi culturale dell’immagine in una prospettiva genealogica che la vede occupare oggi nuova centralità nella vita quotidiana e una intensa dinamicità intermediale.” (pag. 12)

Riferimenti

Documenti correlati

Sono convinto che cinque diverse antologie – spesso allestite in anni cruciali per l’evoluzione della poetica di Eug´enio de Andrade – e, dunque, quarantaquattro anni di

È importante tenere a mente che risulta complesso realizzare un prodotto turistico adatto alle esigenze di tutti gli utenti con esigenze di accesso specifiche, dal momento che

5: Campo di anomalia magnetica collegato al banco vulcanico sottomarino “Gaia”, ubicato presso il ciglio della piattaforma continentale dei Campi Flegrei; 6: Campo

Many of these species nest in shrubs that are unpalatable to livestock (e.g. rhododendron and juniper), hence grazing may maintain open grassy areas which are beneficial

The most recent Global Initiative for Obstructive Lung Disease (GOLD) guidelines recommend triple therapy (long-acting beta2 agonists [LABA] + long-acting muscarinic antagonists

We study the Γ-convergence as ε → 0, proving a density result for Sobolev or Lipschitz transport maps in the class of transport plans.. In a certain two-dimensional framework that

Frosini, Introduzione alla programmazione ed elementi di strutture dati con il linguaggio C++, Milano, Franco Angeli, 1996.. Giudici, Data mining - Metodi statistici per

La pittura offre alla fotografia un posto La fotografia chiede solo un piccolo.. all’Esposizione di Belle Arti, Tournachon posto all’Esposizione di