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Bibliotheken und die Ökonomie des Wissens 1450-1850: Internationale Tagung, April 2019, Sárospatak (Ungarn), édité par Frédéric Barbier, István Monok et Andrea Seidler, Budapest, Magyar Tudományos Akadémia Könyvtár és Információs Központ, 2020

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Academic year: 2021

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Bibliothecae.it, 9 (2020), 2, 500-502 Recensioni

DOI <10.6092/issn.2283-9364/12022>

Les Bibliothèques et l’économie des connaissances = Bibliotheken und die Ökonomie des Wissens 1450-1850: Colloque international = Internationale Tagung, 9-13 avril/April 2019 Sárospatak (Hongrie/Un-garn), édité par Frédéric Barbier, István Monok et Andrea Seidler,

Budapest, Magyar Tudományos Akadémia Könyvtár és Információs Központ, 2020, (L’Europe en réseaux = Vernetztes Europa, 8), isbn 978-963-7451-57-7.

Il titolo del volume, di 384 pagine, comprendente gli atti del Collo-quio internazionale tenutosi nell’aprile del 2019 a Sárospatak, non ri-specchia esattamente il contenuto delle 16 relazioni che vi erano state originariamente tenute, e che, a parte la introduzione della conferenza di István Monok, mancano comunque di rispecchiare il tema annun-ciato nella seconda parte del titolo del volume, ossia la «économie des connaissances», la cui definizione e la cui estensione rimangono sostanzialmente opache.

Le evidenze fornite nei numerosi saggi si riferiscono prevalente-mente a collezioni ed a raccolte private formatesi nell’area europea centro-orientale, nel quadro di un’osservanza religiosa composita fra il protestantesimo ed il cristianesimo orientale, una zona geografi-co-culturale sulla quale non abbondano certamente ragguagli ed in-formazioni precise e dettagliate.

Le 16 conferenze non difettano comunque di notizie e di informa-zioni storico-erudite, oltre che bibliografiche, relativamente a

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zioni bibliotecarie e catalografiche concernenti raccolte librarie, per lo più private, di vari paesi europei, che si estendono dall’Ungheria alla Francia, dalla Svizzera alla Spagna, e dalla Germania all’Italia nel periodo compreso fra il 1450 e il 1850. Esse tuttavia rimangono allo stato di una raccolta di documenti separati, significativi ad uno ad uno ma non integrati in una visione se non complessiva almeno rie-pilogativa. Questa obiettiva frammentazione nulla toglie all’interesse dei singoli contributi che rimangono un apporto di prima mano su situazioni e circostanze finora sostanzialmente sconosciute ed inedite.

Considerata in termini di informazione bibliografica, la raccolta rappresenta un contributo tutt’altro che trascurabile alla conoscenza non solo dei movimenti e degli interessi ideologici verificatisi in quei paesi, e delle loro implicazioni ed afferenze dottrinali e filosofiche, per il tramite dei fondi librari relativamente agli ambiti geografici ed ai rispettivi periodi, ma in genere alla documentazione sulle corrispon-denti raccolte.

La gamma erudita riguardante la casistica nazional-storico-biblio-teconomico-bibliografica che viene illustrata dai vari relatori, spazia dalle biblioteche delle Chiese riformate francesi alla raccolta libraria di Calvino e di Beza, dalle raccolte librarie nel bacino carpatico alla obsolescenza delle collezioni librarie dei predicatori riformati nel re-gno di Ungheria alla biblioteca nei secoli XVI e XVII della famiglia morava dei Zierotin, dal profilo storico-biblioteconomico delle libre-rie della Slesia adalla letteratura storiografica austriaca di Sebastian Tengnagel e di Johann Seyfried, al profilo erudito di Christoph Jacob Trew alle collezioni librarie delle società erudite.

Sul piano squisitamente tecnico, ossia di meriti ordinativi-cata-lografici, è un utile panorama il contributo di Helwi Blom (p. 203-234), che passa in rassegna i sistemi di classificazione bibliografica nei cataloghi delle biblioteche private che fossero stati pubblicati in Francia nel secolo XVIII. Maria Luisa Vidriero, per suo conto, mette in rapporto la collocazione fisica, anche mobiliare dei volumi di un “gabinetto” culturale, nell’ambito di un corrispondente programma

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di educazione scientifica e letteraria.

Frédéric Barbier mette a fuoco un tema di grande interesse genera-le, ossia la qualificazione e l’identità del genere “romanzo” in Francia durante l’Ancien Régime, e, corrispondentemente i riflessi ordinativi sul piano delle classificazioni bibliotecarie. Segue, di Andrea Seidler, la discussione sugli orientamenti eruditi che hanno ispirato l’ordina-mento delle raccolte librarie nella seconda metà del XVIII secolo, in particolare sotto l’influenza del gesuita Georg Pray. Olga Granasztói presenta la raccolta libraria di una aristocratica ungherese della fine del secolo XVIII. Christophe Didier illustra la presenza di testi e pro-grammi teatrali in un fondo della Biblioteca universitaria di Strasbur-go.

Per l’Italia Andrea De Pasquale informa su La nascita delle riserve

di libri antichi in Italia (p. 338-358) nelle maggiori biblioteche

italia-ne. Perde tuttavia l’occasione di segnalare il fondamentale – e quasi sconosciuto, se non comunque gravemente trascurato – contributo teorico, ordinativo e catalografico di Giovanni Battista Audiffredi, re-lativamente alla individuazione, anche nelle raccolte private, ed alla rispettiva catalogazione degli incunabuli romani, pubblicato nel 1783, che getta luce anche sui corrispondenti problemi riproduttivi e ordi-nativi. Si veda al riguardo il mio lavoro Giovanni Battista Audiffredi (Roma, De Luca, 1994, p. 52-61).

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