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La chirurgia multidisciplinare ricostruttiva del pavimento pelvico:uno studio retrospettivo

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Academic year: 2021

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RIASSUNTO

Il pavimento pelvico rappresenta una regione anatomica ove convergono in uno spazio esiguo tre diversi apparati strettamente collegati tra loro e qualunque patologia che vada ad alterarne uno solo, inevitabilmente si ripercuote sulla funzionalità degli altri.

Le alterazioni anatomo-funzionali del pavimento pelvico interessano prevalentemente le donne, con un’incidenza che aumenta progressivamente col progredire dell’età fino a raggiungere e superare il 40% della popolazione femminile oltre i 65 anni di età.

Dati epidemiologici stimano che nel mondo le donne affette siano oltre 400 milioni (di cui 4 milioni circa in Italia).

Le patologie più frequenti sono:  Prolasso genitale

 Prolasso rettale

 Patologie proctologiche (emorroidi,ragade, fistole e ascessi anali etc..)  Disturbi della defecazione (stipsi cronica, sindrome da ostruita defecazione)  Incontinenza anale

 Incontinenza urinaria

 Alterazioni della funzione sessuale  Dolore pelvico cronico

Il prolasso rappresenta una delle più frequenti patologie che interessano la donna, dal momento che oltre il 50% di esse evidenzia un deficit del supporto pelvico e nel 10-20% di questi casi è presente una sintomatologia clinica significativa.

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Il prolasso interferisce con la funzione della vescica e del retto, comportando nel primo caso incontinenza urinaria, difficoltà alla minzione ed infezioni urinarie ricorrenti, e nel secondo caso alterazione dell'alvo, come stipsi cronica.

Tre donne su dieci a partire dai 50 anni soffrono di questa patologia, che compromette seriamente la loro qualità di vita.

La coesistenza dei diversi difetti a livello del pavimento pelvico e il sovrapporsi di diversi sintomi nello stesso paziente è molto frequente. La valutazione clinica supportata da un corretto percorso diagnostico consente di identificare le alterazioni anatomiche alla base delle disfunzioni del pavimento pelvico e quindi programmare il tipo di trattamento appropriato. Il percorso diagnostico-terapeutico spesso richiede collaborazione tra i diversi specialisti: gastroenterologo, urologo, colon-poctologo, ginecologo, riabilitatore.

Il trattamento chirurgico trova indicazione nelle pazienti in cui il sintomo interferisce significativamente con la loro qualità di vita o in pazienti in cui sia fallito il trattamento riabilitativo del pavimento pelvico.

Il rischio di subire un intervento chirurgico per il trattamento di un disordine della statica e della dinamica della pelvi è di circa il 10% per una donna con una vita media di 80 anni.

Numerose tecniche chirurgiche sono state proposte per il trattamento del prolasso degli organi pelvici e dell’incontinenza urinaria da sforzo sia per via addominale che per via vaginale.

Lo scopo di questo studio è quello di analizzare, in termini di efficacia e sicurezza, l’approccio multidisciplinare nella chirurgia ricostruttiva del pavimento pelvico, valutando i risultati ottenuti sulla statica pelvica, la continenza urinaria e i disturbi della defecazione.

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Nello studio sono state incluse 26 pazienti, sottoposte all’intervento chirurgico multidisciplinare con un team chirurgico congiunto (uro-ginecologico e colon-proctologico). 18 pazienti sono state sottoposte all’intervento per via vaginale/trans anale.

8 pazienti con prolasso multicompartimentale complesso e prolasso del retto sono state sottoposte all’intervento per via addominale (approccio laparoscopico).

In tutte le pazienti è stata valutata la storia clinica generale ed in particolare l’età al momento dell’intervento, il grado di prolasso degli organi pelvici, la presenza di incontinenza urinaria da sforzo prima dell’intervento, la presenza di disturbi della defecazione, il tipo di intervento, il tipo di anestesia utilizzata, la perdita ematica e le complicanze post-intervento. Sono stati quindi confrontati i risultati ottenuti e valutata la tenuta a medio e a lungo termine dei diversi interventi tramite controlli a 6 e a 12 mesi, in un gruppo di 26 pazienti.

Dal follow-up ambulatoriale è emerso che più del 85% delle pazienti hanno avuto una buona tenuta a distanza dell’intervento. Nel 100% dei casi il miglioramento della sintomatologia è avvenuto subito dopo l’intervento.

Nelle pazienti con disturbi funzionali residui, come l’incontinenza urinaria da sforzo e stipsi cronica, la gravità, è comunque diminuita, come è confermato anche dai questionari specifici. Nessuna paziente ha riferito la difficoltà allo svuotamento vescicale, senso di peso perineale e dispareunia nel postoperatorio.

In particolare, al momento del controllo (follow-up medio 21 mesi) sono stati riscontrati:  22 pazienti con pieno successo anatomico

 21 pazienti con pieno successo funzionale  4 pazienti con parziale successo anatomico  5 pazienti con parziale successo funzionale

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Gli score medi totali analizzati per dominio mostrano un’evidente miglioramento della qualità di vita delle pazienti.

Dai questionari compilati dalle pazienti durante la visita : il 100% ha espresso soddisfazione per la loro esperienza di valutazione in un ambulatorio multidisciplinare e di chirurgia congiunta e nessuno avrebbe preferito approccio chirurgico in due tempi diversi

Questo lavoro conferma la necessità di un approccio integrato multidisciplinare alle patologie del pavimento pelvico complesse, consentendo così un migliore inquadramento delle patologie e garantendo al paziente un più corretto trattamento chirurgico con possibilità di riduzione degli accessi operatori, della morbilità e migliori risultati a distanza.

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