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L'impatto della non aderenza alla terapia immunosoppressiva sull’outcome del trapianto di fegato. Correlates and outcome of non adherence to immunosuppression after liver transplantation.

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(1)

Dipartimento di Patologia Chirurgica, Molecolare, Medica e di Area Critica

Dottorato di ricerca

Programma in “Scienze dei Trapianti”

Settore Scientifico Disciplinare MED/18

T

ITOLO

L'impatto della non aderenza alla terapia

immunosoppressiva sull’outcome del trapianto

di fegato

Relatore

Prof. Franco Filipponi

Candidato

Dott.ssa Elisa Giannessi

(2)

INDICE

Abstract pag. 3

Introduzione pag. 5

Materiali e Metodi pag. 10

PROGETTAZIONE, CAMPIONE E SETTING pag. 10

OBIETTIVI DELLO STUDIO pag. 11

VARIABILI E MISURE pag. 12

Dati clinici e demografici pag. 12

NON ADERENZA VS NON ADERENZA RIFERITA pag. 13

MISURA DELLE VARIABILI IMBP pag. 14

CONDOTTA CLINICA pag. 17

La raccolta dei dati pag. 20

ANALISI STATISTICA pag. 21

Risultati pag. 24

DATI DEMOGRAFICI E CLINICI pag. 24

NON ADERENZA AUTO-RIPORTATA pag. 25

INCIDENZA DEL RIGETTO ACUTO E ANALISI DELLA

SENSIBILITA’ DELLA NON ADERENZA pag. 26

COMPARAZIONE TRA ADERENTI E NON ADERENTI pag. 28 ANALISI DEI FATTORI ASSOCIATI ALLA NON ADERENZA

USANDO IL IMBP pag. 28

RISULTATI CLINICI pag. 30

Discussione pag. 32

Bibliografia pag. 43

Tabelle pag. 48

(3)

Abstract

Using the integrative model of behavior prediction, we investigated the

prevalence and outcome of self-reported non adherence (NA) to

immunosuppression in 268 adult, de novo liver transplant (LT) recipients;

the association between ‘non adherence’, ‘intention to adhere’ and ‘barriers to adhere’ (model 1), and the relationship between ‘intention to adhere’, ‘attitudes’, ‘norms’ and ‘self-efficacy’ (model 2). NA was measured

by the Basel assessment of adherence to immunosuppressive medication

scale (BAASIS) and patients were followed up for 5 years for evidence of

the composite and components of efficacy failure (treated and/or biopsy

proven acute rejection (t/BPAR), graft loss, and death).

NA was reported by 32.4% patients (87/268) and included timing

deviations >2 hours in 23.5% (63/268), dose omissions in 8.5% (23/268),

and dose reduction in 0.4% (1/268). Non adherers were younger (p =

0.001), had a higher risk for t/BPAR (12.6% vs. 2.8%; OR = 4.95; 95%

CI=1.6-14.7), and experienced more frequent episodes of lower

(4)

0.0047; OR 2.79; 95% CI = 1.3-5.6). In model 1, NA was predicted by

barriers (OR 2.79; 95% CI 1.19-6.53; p = 0.01) and lower intention to

adhere (OR 0.62; 95% CI 0.454-0.86; p= 0.004). In model 2, intention to

adhere was predicted by being in favor of immunosuppression (OR 0.14;

95% CI 0.06-0.03; p<0.0001) and higher self-efficacy (OR 1.28; 95% CI

1.03-1.59; p=0.02).

NA is reported by one third of recipients and is associated with younger

age and a higher risk for acute rejection. Intentions are influenced by

cognitive factors (attitudes, self-efficacy), while NA is associated with

(5)

Introduzione

In un’epoca di contrazione delle risorse finanziare, pool di donatori insufficienti e la crescente domanda di organi, l’obiettivo dell’assistenza

post-trapianto di fegato (LT) è l’individuazione di strategie di gestione per

migliorare i risultati a lungo termine [1]. L’outcome del trapianto di fegato è

il risultato di una complessa interazione di fattori biomedici,

socio-demografici, comportamentali e psico-sociali. Fino a poco tempo fa,

l’interesse scientifico è stato quasi completamente rivolto allo studio del

ruolo dei fattori di rischio biomedici per la predizione della sopravvivenza a

medio e lungo termine del graft e dei pazienti [2,3]. Tuttavia, vi è una

crescente evidenza, e che emerge principalmente da studi sul trapianto di

rene e di cuore, che i fattori socio-demografici, comportamentali e

psicosociali – come la non aderenza (NA) alla terapia, il fumo e la

depressione – siano associati a risultati clinici peggiori sia nei pazienti in

lista di attesa per trapianto che nei pazienti trapiantati [4-13].

Recenti evidenze indicano che la NA ai farmaci immunosoppressori (IS)

(6)

impatto negativo sulla sopravvivenza del graft e del paziente e sulle spese

di assistenza sanitaria [14-20].

I dati derivanti da revisioni sistematiche della letteratura mostrano che nei

trapianti di cuore, polmone, e rene circa il 50% (range 20-73%) di rigetti

acuti tardivi e il 15% (range 3-35%) delle perdite del graft sono associati

alla NA [15-17]. Inoltre, minime variazioni sulla dose prescritta e sull’orario

di assunzione del farmaco immunosoppressore sono associate a un

aumento del rischio di peggiori risultati nei pazienti trapiantati di rene e di

cuore [19, 20, 22, 23, 24]. Rispetto ad altre popolazioni di pazienti

sottoposti a trapianto, la prevalenza di NA ai farmaci immunosoppressori

nei pazienti adulti sottoposti a LT è stata studiata meno ampiamente: il

suo range sembra variare tra l’11.5% e il 60% [21, 25-36], mentre la NA ai

farmaci nei primi sei mesi dopo il trapianto di fegato può raggiungere il

78% [29]. E’ interessante notare come la variazione nella prevalenza della

NA tra vari studi sia determinata da differenze metodologiche, nella

quantificazione e nelle definizioni operative della non aderenza, limitando

(7)

Capire i possibili fattori legati alla NA può fornire un percorso per lo

sviluppo d’interventi di miglioramento dell’aderenza. Drent et al. hanno

riferito che i giovani riceventi di trapianto di fegato (<40 anni) avevano un

più alto rischio di diminuzione di aderenza e di drug holidays maggiori di

48 ore [25]. O’Carroll et al. hanno sottolineato che uno dei motivi principali

della NA dopo LT potrebbe essere la preoccupazione dei pazienti per gli

effetti negativi dei farmaci e una forte convinzione che i medicinali in

genere siano dannosi [27]. Tuttavia, questi autori hanno studiato solo

pochi fattori determinanti tra quelli possibili. Al fine di esplorare i fattori

legati alla NA nel LT e di promuovere la conoscenza, è necessario che la

teoria guidi la ricerca. Purtroppo, finora solo un numero molto limitato di

studi di ricerca nel campo dell’’aderenza nel trapianto sono basati su una

base teorica approfondita, che consenta la valutazione dei fattori

determinanti la NA ai farmaci immunosoppressori in modo completo

[37-39].

Tra i modelli utilizzati per spiegare i meccanismi alla base del proprio

(8)

“ambiente” attraente e clinicamente utile per la ricerca teorica sull’aderenza al farmaco, in quanto afferma che le intenzioni ed i vincoli

ambientali o personali (o barriere) sono i determinanti principali di un dato

comportamento (Fig. 1) [40]. Le barriere sono quei vincoli ambientali e

personali che hanno un’influenza negativa sull’esecuzione di un certo

comportamento [41], e comprendono – tra gli altri – la dimenticanza, la

mancanza di risorse economiche per comprare i farmaci, l’occupazione

lavorativa o dimenticare le medicine quando si è lontani da casa [42-43].

L’IMBP postula, inoltre, che le intenzioni sono a loro volta determinate da

convinzioni su norme sociali, dall’auto-efficacia (cioè credenze di controllo

del comportamento) e dalle attitudini (ad esempio, i sentimenti di

vantaggio o svantaggio che si ottiene da un determinato comportamento).

Nella pratica clinica, l’IMBP può fornire indicazioni su quali aspetti gli

interventi di assistenza sanitaria devono concentrarsi, tra cui il

rafforzamento di elementi cognitivi o la rimozione di elementi non

(9)

Utilizzando l’IMBP come sfondo teorico per la nostra ricerca, abbiamo

condotto uno studio a due livelli, composto da un questionario iniziale

(fase 1), e seguito da un periodo di osservazione longitudinale di 5 anni

(fase 2). Lo studio è volto a indagare la prevalenza e l'esito clinico della

NA auto-riferita agli immunosoppressori in pazienti adulti sottoposti a LT,

indagare il corretto stile di vita dei riceventi di trapianto di fegato e

l’associazione tra 'non aderenza' e 'intenzione di aderire' e 'barriere a aderire' (modello 1), e tra ‘l'intenzione di aderire 'e le variabili di "attitudini", "norme", e “auto-efficacia”'(modello 2) (Fig. 1).

(10)

Materiali e Metodi

PROGETTAZIONE, CAMPIONE E SETTING

Questo studio è stato avviato nel febbraio 2008 presso l’Unità Chirurgia Epatica e del Trapianto di Fegato dell’Azienda Ospedaliero Universitaria

Pisana. Lo studio consiste in un’indagine trasversale iniziale (fase 1),

seguita da uno studio osservazionale prospettico di 5 anni fino al 28

febbraio 2013 (fase 2). Lo studio è stato condotto nel rispetto dei principi

contenuti nella revisione del 2008 della Dichiarazione di Helsinki, e

l’approvazione è stata ottenuta dal comitato etico locale.

I criteri d’inclusione consistevano in: pazienti adulti (≥18 anni) sottoposti a

LT primario; un intervallo dal trapianto compreso tra 6 mesi e 5 anni, e di

madrelingua italiana. I criteri di esclusione erano: pazienti sottoposti a

trapianto multi-organo; dipendenza da terzi per l’assunzione della terapia;

pazienti sottoposti a ritrapianto; deficit cognitivi e analfabetismo. In Italia, il

Sistema sanitario nazionale copre i costi per le cure mediche del trapianto,

(11)

OBIETTIVI DELLO STUDIO

Gli obiettivi primari dello studio erano: la valutazione della prevalenza di

NA ai farmaci immunosoppressori e la definizione dei fattori correlati e dei

determinanti, come da modello IMBP (fase 1); la valutazione dell’impatto

della NA sul fallimento di efficacia - definito in maniera composita come

rigetto acuto trattato e/o provato con biopsia (t/BPAR), perdita del graft e

decesso – tra la popolazione aderente e non aderente entro 5 anni

dall’inizio dello studio. La NA è stata definita come qualsiasi deviazione dall’assunzione del dosaggio stabilito del farmaco immunosoppressore

secondo il Basel Assessment of Adherence to Immunosoppressive

Medication Scale (BAASIS). Il secondo endpoint è stato: la valutazione

della variazione >del 20% del livello inferiore del range ematico

dell’immunosoppressore e l’aderenza alle visite di follow-up nella

(12)

VARIABILI E MISURE

Dati demografici e clinici

Nazionalità, educazione (superiore/altro), occupazione (nessuna,

full-time/part-time), stato civile e situazione di vita (single/convivenza), sono

stati valutati attraverso un questionario strutturato. Altre variabili

d’interesse sono state recuperate da archivi clinici e includevano il tipo di

donatore (cadavere/vivente), le indicazioni al trapianto, il tipo di graft

(intero/split), le caratteristiche dell’immunosoppressore usato (tipo, dose e

frequenza), la complessità del regime terapeutico (numero di

farmaci/pillole), il tempo post-trapianto, t/BPAR e sua gravità, i test di

funzionalità epatica, i livelli ematici dell’immunosoppressore, la

sopravvivenza del graft e del paziente, l’incidenza di tumori maligni de

novo o ricorrenti e la recidiva della malattia primitiva che ha costituito

(13)

NON ADERENZA VS. NON ADERENZA RIFERITA

La NA riferita dai pazienti è stata misurata con l’utilizzo del Basel

Assessment of Adherence to Immunosoppresive Medication Scale

(BAASIS), che è uno strumento con 4 elementi di misura della NA

all’immunosoppressione nelle 4 settimane precedenti [44]. Le dimensioni

valutate da questa scala sono: 1) il consumo dei farmaci (omissioni di

singole dosi); 2) le drug holidays (omissioni di dosi successive); 3) la

dimensione temporale (deviazioni dall’ora di assunzione >2 ore) e 4) le

riduzioni spontanee delle dosi. Le risposte sono fornite su una scala a 6

punti: mai (0), una volta al mese (1), ogni due settimane (2), ogni

settimana (3), più di una volta a settimana (4), e ogni giorno (5). Il

questionario BAASIS è stato ritenuto valutabile se i pazienti

raggiungevano un punteggio ≥2. Per l’analisi statistica inferenziale e per

catturare più variabili possibili, abbiamo considerato come non aderente lo

score massimo di uno dei 4 elementi del BAASIS, da 0 a 4. Per i fini

descrittivi, abbiamo considerato come NA una qualsiasi deviazione dalla

(14)

0=aderente; punteggio ≥1= non aderente). La validità di questa ipotesi è stata testata a fronte all’incidenza di t/BPAR del graft epatico fino al 28

febbraio del 2013. La validità predittiva di due domande del BAASIS è

stata già dimostrata in un campione di 3.468 soggetti con infezione da

HIV, nei quali è stata osservata una relazione lineare tra il dato riferito dal

paziente e un’ottimale soppressione virale [44].

MISURA DELLE VARIABILI IMBP

Gli strumenti multi-item per le variabili IMBP sono stati ottenuti da

precedenti studi condotti sul trapianto di rene [33], tradotti dall'Inglese in

Italiano in modo culturalmente sensibile, secondo il protocollo descritto da

Wild [45], e convalidati psicometricamente.

Norme - Le Norme utilizzate sono state misurate con 10 affermazioni

testate in precedenti ricerche trapiantologiche e che hanno dimostrato

avere rapporto con la NA [46, 47]. Questi elementi hanno valutato influssi

negativi o atteggiamenti standard delle persone per quanto riguarda

(15)

punti della scala Likert ('fortemente in disaccordo' (-2), 'disaccordo' (-1),

'neutrale' (0), 'in accordo' (1) e 'molto d'accordo' (2)). Utilizzando l’analisi

delle componenti principali, tali domande arrivavano a comprendere il 95%

della variabilità.

Attitudini – Le attitudini sono stati misurate con 9 items utilizzando i 5

punti della scala Likert ('fortemente in disaccordo' (-2), 'disaccordo' (-1),

'neutrale' (0), 'in accordo' (1) e 'molto d'accordo' (2)). Questi elementi

esplorano la fiducia verso l’immunosoppressore e il conseguente

collegamento con la NA e sono stati già impiegati in precedenti ricerche

trapiantologiche [46-48]. L’analisi delle componenti principali ha indicato

che tale questionario cattura il 95% della variabilità dei comportamenti.

Self-efficacy - Le aspettative di auto-efficacia, riferendosi alla fiducia del

paziente di assumere il farmaco esattamente come prescritto in una data

situazione, sono stati misurate utilizzando 7 elementi dalla Long-Term

Medication Behavior Self-Efficacy Scale (LTMBSES), come è stato

dimostrato in studi precedenti [49]. Altre 15 domande sono state aggiunte

(16)

dolorosi legati agli effetti collaterali della terapia immunosoppressiva e

derivati da precedenti ricerche del nostro gruppo [50, 51]. Alle 22

domande le risposte erano fornite su una scala a 5 punti ('per niente

sicuro' (1), 'un po' fiducioso '(2),' molto fiducioso '(3),' estremamente

fiducioso '(4) e 'completamente sicuro' (5)). L’analisi delle componenti

principali ha mostrato che le domande catturano l’88% della variabilità dei

comportamenti.

Barriere – Le costrizioni ambientali e personali nei riguardi dell'aderenza

sono state misurate con uno strumento a 16 elementi. Otto di questi

elementi sono stati ottenuti da precedenti studi sulle barriere

nell’assunzione di farmaci nei pazienti con HIV [52] e adattati per la

popolazione trapiantata. I pazienti hanno riportato la frequenza della

ricorrenza di una barriera nel corso dell'ultimo anno su una scala a 5 punti

('mai' (1), 'occasionalmente' (2), 'qualche volta' (3), 'spesso' (4) e 'sempre'

(5)). Oltre la metà della variabilità (51%) è catturato da tali domande.

Intenzioni – L’intenzione di aderire è stata misurata con un singolo

(17)

l’immunosoppressore sempre come prescritto.' Ancora una volta, è stata

utilizzata la scala a 5 punti Likert ('fortemente in disaccordo' (-2), 'non sono

d'accordo' (-1), 'neutro' (0), 'D’accordo' (1) e 'Molto d'accordo' (2)) [53].

PRATICA CLINICA

I pazienti sono stati seguiti dall’inizio dello studio fino alla fine dello stesso,

morte o perdita al follow-up come da prassi del centro, vale a dire con

visite ambulatoriali ogni 6 mesi dal sesto mese dopo il trapianto al

ventiquattresimo, e successivamente annualmente. Esami di laboratorio e

livelli ematici degli immunosoppressori sono stati consigliati una volta al

mese fino a 24 mesi e successivamente ogni due mesi, salvo diversa

indicazione clinica. I farmaci immunosoppressivi inclusi sono quelli

utilizzati nella pratica clinica del centro: tacrolimus (TAC), ciclosporina

(CyA), acido micofenolico (MPA), azatioprina (AZA), everolimus (EVR) e

sirolimus (SRL). I range di riferimento dei livelli di mantenimento del

farmaco nel sangue, in uso per tutto il periodo di studio, dai 6 mesi dopo il

(18)

dosaggio pieno e 3-5 ng/mL in caso di minimizzazione; CyA C0-h 250

ng/mL e /o C-2h 900 per il dosaggio pieno; CyA C0-h 100 e C2-h400

ng/mL in caso di minimizzazione; livello ematico basale di EVR pari a 3-8

ng/mL in trattamento combinato con inibitori della calcineurina e 6-10

ng/mL per i pazienti in monoterapia; SRL 5-10 ng/mL sia nei pazienti in

monoterapia che in terapia combinata. Nel caso i livelli ematici degli

immunosoppressori si fossero discostati più del 20% rispetto al valore più

basso del range, routinariamente si controlla l’interazione dei farmaci e si

richiede di ripetere un dosaggio ematico. Se le variazioni non sono

attribuibili a interazioni farmacocinetiche e sono confermate dai test

ematici, si procede con la modifica del dosaggio orale del farmaco e il

controllo dei valori ematici a distanza di una settimana.

Gli episodi di rigetto acuto sono stati diagnosticati istologicamente in

accordo con i criteri precedentemente esposti e classificati secondo il RAI

(Rejection Activity Index) [54]. Secondo la nostra pratica, sono trattati i

rigetti acuti, diagnosticati con biopsia, in riceventi non HCV se il RAI >7. I

(19)

aumento del dosaggio degli inibitori della calcineurina (CNI), mentre l’uso

di steroidi è riservato ai casi non suscettibili di aggiustamenti della dose di

CNI. La funzione renale è stata calcolata utilizzando le 4 variabili del

MDRD (Modification of Diet in Renal disease) (che includono età, sesso,

etnia e valori della creatinina sierica) come descritto sul sito

www.mdrd.com [55]. L’insufficienza renale è stata definita o come un

MDRD 30 mL/min o paziente in dialisi o paziente in lista per trapianto di

rene. Si definisce perdita del graft il rinserimento in lista per trapianto di

fegato presso il nel nostro centro che negli altri. La ripresa di malattia del

graft HCV correlata è basata sulla classificazione istologica secondo Ishak

[56]. L’aderenza stimata è stata calcolata per ogni paziente come la media

tra il numero delle visite di follow-up effettuate e quelle previste. I medici

del centro trapianti sono informati circa i risultati del questionario BAASIS,

ma nessun intervento addizionale è stato intrapreso per migliorare

l’aderenza durante l’intero periodo di osservazione al di fuori delle azioni

(20)

La raccolta dei dati

Tutti i pazienti eleggibili sono stati invitati telefonicamente a partecipare da

un ricercatore (JD, LB), e a coloro che hanno accettato sono stati inviati a

domicilio ulteriori informazioni scritte, i questionari per la valutazioni

auto-riferite di aderenza e i moduli di consenso informato scritto. I pazienti che

hanno deciso di partecipare hanno firmato il modulo di consenso informato

scritto e inviato i questionari al nostro centro in una busta pre-indirizzata e

pre-affrancata. I pazienti che necessitavano di informazioni supplementari

sono stati invitati a cercare assistenza tramite un numero telefonico

gratuito disponibile presso il nostro istituto. Se entro 15 giorni dal primo

contatto telefonico i questionari non fossero pervenuti, i pazienti venivano

nuovamente contattati da un infermiere del centro. l pazienti venivano

considerati non responder se i questionari non fossero pervenuti entro 15

giorni dal secondo contatto telefonico. L’accettazione dei questionari è

stata ufficialmente chiusa il 29 Febbraio 2008. Al ricevimento, tutti i

questionari sono stati controllati per la coerenza e la completezza dei dati,

(21)

richiesta ai pazienti. I questionari sono stati codificati numericamente per

permettere il confronto tra i dati auto-riportati e quelli clinici. Tutti i dati

rilevati dai questionari e le cartelle cliniche sono state introdotte in un

data-base elettronico (Excel 2007 for Windows, Microsoft Ltd., Seattle, WA,

US).

ANALISI STATISTICA

Secondo il livello di misurazione e della distribuzione dei dati, l’analisi

statistica descrittiva dettagliata è stata eseguita per ogni variabile

utilizzando frequenze e proporzioni, medie e deviazioni standard, o

mediane e range interquartili, a seconda dei casi. Le variabili categoriche

sono state analizzate con il chi-quadro o il test esatto di Fisher a seconda

dei casi; le variabili continuamente distribuite sono state analizzate con il

t-test per campioni non accoppiati, mentre il Mann-Whitney U-t-test è stato

utilizzato per i dati ordinali o le variabili continue con distribuzione non

normale della varianza. La sopravvivenza del graft e del paziente è stata

(22)

metodo log-rank. I dati sono stati censurati al momento della

manifestazione (t/BPAR; perdita del graft o morte) o all’endpoint dello

studio (28 febbraio 2013).

La validità della definizione operativa di non aderenza con un BAASIS

score ≥1 è testata contro l’incidenza a 5 anni di t/BPAR secondo

l’approccio OFAT (one-factor-at-a-time). La validità della definizione

operativa di non aderenza per prima cosa è stata verificata nella

popolazione responder (cioè quelli con almeno una risposta sul BAASIS)

vs. pazienti valutabili (cioè quelli con score ≥2 su dimensioni BAASIS). Infine, l’ipotesi è stata testata in pazienti con punteggio 0 vs. ≥1 (ipotesi 1), e in quelli con punteggio 0-1 vs. ≥2 (ipotesi 2). Il test esatto di Fisher è stato utilizzato come test di sensibilità. Per l’analisi dei correlati della non aderenza, in conformità con il quadro teorico dell’IMBP, abbiamo fatto

regredire la “non aderenza” su “intenzione di aderire” e su “barriere

dell’aderenza” (model 1) e, successivamente, l’ “intenzione di aderire” su “attitudini”, “norme”, e “self-efficacy” (model 2) utilizzando modelli

(23)

Le analisi sono state effettuate con il software SPSS 14.0 per Windows

(SPSS Inc., Chicago, IL) e 9.1.3 SAS (SAS Institute INC., Cary, NC, USA).

(24)

Risultati

DATI DEMOGRAFICI E CLINICI

Su 444 pazienti trapiantati presso il nostro istituto da 6 mesi a 5 anni prima

di questo studio, 317 (100%) erano i pazienti trapiantati ancora vivi che

hanno soddisfatto i criteri di inclusione e sono stati contattati

telefonicamente ed hanno ricevuto i questionari di studio per posta (Fig.

2). 49 pazienti (15,4%) non hanno risposto. Le caratteristiche

demografiche e cliniche dei 268 pazienti che hanno risposto (84.6%) sono

presenti nella Tabella 1.

Rispetto alla popolazione dei responder i non responder erano

significativamente più giovani (età media 50.7± 10.2 vs 54.4± 8.9; Z=2.29;

p=0.02) (dati non mostrati). La tabella 2 illustra il tipo e le modalità di

somministrazione dei farmaci immunosoppressori e la terapia orale

(25)

NON ADERENZA AUTO-RIPORTATA

Nella popolazione degli intervistati (268), 5 pazienti (1.9%) non potevano

essere adeguatamente allocati né nel gruppo aderenti né nel gruppo non

aderenti a causa di alcuni dati mancanti e sono stati quindi considerati non

valutabili ai fini dell’analisi statistica. Un totale di 176 pazienti (65.6%) non

hanno segnalato né omissioni di dosaggio, né tempi di deviazione >2 ore

rispetto all’ora di assunzione, né una riduzione spontanea della dose del

farmaco né drug holidays nel corso delle ultime 4 settimane (cioè

punteggio totale=0 nel BAASIS). La popolazione dei pazienti con

punteggio ≥1 sul BAASIS includeva 87 pazienti (32.4%): 63 (23.5%) ha

riferito una deviazione di temporizzazione >2 ore una volta al mese, ogni 2

settimane, ogni settimana, più di una volta alla settimana e ogni giorno,

rispettivamente in 46 (17.1%), 6 (2.2%), 4 (1.5%), 6 (2.2%) e 1 (0.5%)

casi. 23 pazienti (8.7%) hanno riportato le omissioni della dose una volta

al mese, ogni due settimane e ogni giorno in 13 (4.9%), 3 (1.2%) e 7

(2.6%) casi rispettivamente. Solo 1 paziente (0.4%) ha segnalato una

(26)

paziente (0.4%) ha riportato drug holidays una volta al mese in

concomitanza con l’omissione di una dose giornaliera. Come risultato, 176 pazienti (65.6%) hanno ottenuto 0 sul BAASIS (“mai” su tutti e 4 gli elementi); 75 (27.9%) punteggio 1 (qualsiasi risposta ≥1 sul almeno un elemento); 12 (4.5%) punteggio 2 (qualsiasi risposta ≥1, in 2 elementi) e 5

(1.9%) non erano valutabili (<2 elementi sul BAASIS).

INCIDENZA DEL RIGETTO ACUTO E ANALISI DELLA SENSIBILITA’

DELLA NON ADERENZA

La validità dell’assunto della non aderenza ≥1 secondo il BAASIS è stata testata con l’approccio OFAT nei riguardi dell’incidenza di t/BPAR sopra il

periodo di osservazione di 5 anni della popolazione responder vs. pazienti

valutabili e secondo le eventuali categorie di punteggio del BAASIS. Fino

al 28 febbraio 2013 un totale di 23 pazienti (8.58%) hanno presentato

almeno un episodio di t/BPAR. In 7 (2.6%) casi era attribuibile ad una

riduzione/minimizzazione dei farmaci immunosoppressivi, a causa di

(27)

post-trapianto in 3 (1.1%) casi (1 carcinoma epatocellulare recidivante; 1

adenocarcinoma gastrico de novo ed 1 colangiocarcinoma recidivante).

Quindi, 16 pazienti (5.9%) sono stati inclusi nei risultati e nell’analisi della sensibilità. L’incidenza del t/BPAR in relazione alle categorie del BAASIS

era del 2.8% (5/176) con punteggio =0; 9.4% (7/75) per punteggio=1;

33.4%(4/12) per punteggio =2, e zero (0/5) per pazienti non valutabili. La

comparazione tra popolazione di responder (#268) vs. pazienti valutabili

(#263) non ha rilevato nessuna differenza dopo l’inclusione di 5 pazienti

non valutabili, tra aderenti (p=0.0039; OR=5.09; 95% CI=1.55 to 19.23) e

non aderenti (p=0.0048; OR=4.64; 95% CI=1.42 to 17.55). Basandosi

sulle categorie di punteggio, l’incidenza di t/BPAR era 2.8% (5/176) e 12.6% (11/87) per BAASIS=0 vs. BAASIS≥1 (p=0.0034; OR=4.95; 95%

CI=1.6 to 14.7) (hypothesis 1) and 4.8% (12/251) e 33.4% (4/12) per

BAASIS=0-1 vs. BAASIS ≥2 (p=0.0003; OR=9.95; 95% CI=1.88 to 43.32) (hypothesis 2). Quindi un punteggio BAASIS≥1 era constantemente

associato con un significativo incremento del rischio di t/BPAR attraverso i

(28)

COMPARAZIONE TRA ADERENTI E NON ADERENTI

I non aderenti (punteggio BAASIS≥1) sono stati comparati con gli aderenti

per tutte le variabili demografiche e cliniche esplorate cioè età, stato civile

e istruzione. I pazienti non aderenti erano probabilmente più giovani

(51.7±8.8 vs. 55.5±8.6 anni; p=0.001), meno frequentemente sposati o

conviventi (65.5% vs 84.1%; p=0.001) e con un’istruzione superiore

(29.8% vs 18.2%; p=0.04) dei pazienti aderenti (Tabella 3).

ANALISI DEI FATTORI ASSOCIATI ALLA NON ADERENZA USANDO IL

IMBP

La figura 3 mostra che tutti tranne uno dei rapporti ipotizzati del IMBP

erano statisticamente significativi. Un incremento di 1 punto sul risultato

della scala delle barriere ha portato ad un aumento di quasi tre volte le

probabilità di non aderenza, mentre un aumento di un punto nella volontà

di prendere il farmaco porta ad una diminuzione delle probabilità di non

(29)

Un aumento di un punto sulla scala degli atteggiamenti (che indica gli

atteggiamenti meno favorevoli alla terapia immunosoppressiva) era

associata ad un rapporto di probabilità sette volte inferiore all’ intenzione di assumere l’immunosoppressore. Allo stesso modo, un incremento di

punto sulla scala di self-efficacy era associato ad una probabilità più alta

del 28% di intenzione di assumere il farmaco immunosoppressivo. Le

norme non sono state significative. Il modello ha evidenziato un 28% della

variabilità, per il quale la variabile “attitudine” è stata largamente

responsabile (Fig. 3).

Nessuna delle credenze è risultata significativa. Abbiamo anche testato

ogni credenza separatamente nel predire direttamente la non aderenza.

La self-efficacy è stata in grado di prevedere la non aderenza in una

semplice analisi proporzionale di probabilità (test chi-quadro 4.27; p=0.03),

(30)

RISULTATI CLINICI

Nel corso del periodo di Follow-up di 5 anni, l’incidenza di fallimento di efficacia è stata più elevata nei pazienti con un punteggio BAASIS ≥1 (Log

Rank p test per non aderenti vs. aderenti = 0.0072) (Fig. 4). Cioè,

l’incidenza di t/BPAR era alta (p=0.0034; OR=4.95%; 95% CI=1.6-14.7),

mentre la perdita del graft (0.56% vs. 1.14%; p=0.66) e la morte del

paziente (11.5% vs. 9.6%; p=0.54) erano comparabili tra gli non aderenti e

aderenti, rispettivamente (Tabella 4).

La mediana del punteggio RAI per BPAR non è differente tra non aderenti

(8) e aderenti (7.5) (p>0.999) (Tabella 4). Un caso di perdita del graft era

stato osservato in ogni gruppo: un paziente aderente con HCV recidivante

che ha subito un re-trapianto presso il nostro centro e un paziente non

aderente con cirrosi alcolica recidivante che è stato reinserito in lista per

trapianto di fegato presso un altro centro trapianti nazionale (Tabella 4).

L’incidenza cumulativa dei pazienti deceduti era similare in entrambi i

(31)

era l’insufficienza epatica HCV correlata, con 9/16 (56.2%) casi tra

aderenti vs. non aderenti 6/10 (60%) (p=0.56) (Tabella 4).

Sono stati osservati episodi imprevisti di bassi livelli ematici di

immunosoppressori in 20 (22.9%) pazienti non aderenti vs. 17 (9.6%)

aderenti (p=0.0047; OR=2.79; 95% CI=1.3-5.6), mentre l’aderenza alle

visite di follow-up erano in media (SD) di 0.98 (0.05) tra aderenti vs.

(32)

Discussione

In base alla nostra conoscenza, questo è uno dei più grandi studi

trasversali sulla non aderenza ai farmaci immunosoppressori su pazienti

trapiantati di fegato ed il secondo ad esplorare la prevalenza di non

aderenza dei pazienti sottoposti a trapianto di organo solido nel campo di

applicazione dell’IMBP dopo quello di Schnid-Mohler et al. [38]. Inoltre,

questo è a oggi uno dei più grandi studi di coorte trasversale di pazienti

trapiantati di fegato di un centro trapianti europeo, sotto il Sistema

Sanitario Nazionale. L’attuale ricerca aveva lo scopo di esplorare la prevalenza, i fattori di rischio e l’impatto clinico della non aderenza a livello del paziente e non poteva includere fattori legati all’interazione tra i pazienti e gli operatori sanitari o per l’organizzazione delle cure presso il

nostro centro contro altre istituzioni in tutto il nostro Paese. Tuttavia, la

comprensione approfondita dei meccanismi che portano alla non

aderenza ai farmaci richiede l’esplorazione del livello d’interazione tra paziente e chi fornisce le cure e l’organizzazione dei centri trapianti e del

(33)

Sebbene l’aderenza all’immunosoppressori giochi un ruolo cruciale nella

prevenzione del rigetto e della perdita del graft, una parte sostanziale dei

pazienti trapiantati non sono aderenti al loro regime [14].

A causa della mancanza di un gold standard, la valutazione della non

aderenza al regime immunosoppressivo è particolarmente esigente. Oltre

ad utilizzare una varietà di metodi diretti (es. test, osservazione) e indiretti

(es. self-report; controllo elettronico), l’interpretazione dei punteggi di non

aderenza è ulteriormente messo in discussione da diversi metodi di

ricerca, definizioni operative e tipo di disegno (trasversale vs.

longitudinale) usati negli studi di aderenza [58]. Al fine di valutare la

relazione tra non aderenza e il risultato clinico, un approccio subclinico è

sostenuto e si riferisce alla valutazione della non aderenza di un campione

di pazienti indipendentemente dal loro stato clinico, permettendo così

l’identificazione di tutti i pazienti non aderenti [17, 22]. Questo è in contrasto con un approccio clinico, per cui l’impatto della non aderenza sul

risultato clinico è valutato post-factum e cattura solo la proverbiale punta

(34)

Finora, ci sono poche prove che collegano la non aderenza ai farmaci

immunosoppressori e gli esiti clinici peggiori nei pazienti dopo il trapianto,

usando un approccio subclinico [25-29]. Tramite l’uso di un approccio

clinico, in uno studio di coorte retrospettivo di 444 trapiantati di fegato con

122 sottoposti ad un’indagine sulla non aderenza, Lieber e collaboratori

hanno dimostrato che la non aderenza ai farmaci immunosoppressori era

associata con un più alto rischio di deviazione sull’assunzione del TAC ed

una più alta incidenza di perdita del graft [59]. Da un lato, un approccio

subclinico è più impegnativo, in quanto richiede lunghi periodi di follow-up

e valutazioni complessive di risultati biochimici, clinici e comportamentali.

D’altra parte, potrebbe anche darsi che una terapia immunosoppressiva

meno complessa nei pazienti adulti sottoposti a trapianto di fegato rispetto

ai trapiantati di rene, cuore, polmone e intestino, ed un maggiore grado di

tolleranza immunologica del trapianto di fegato rendono la non aderenza

più indulgente in questa popolazione di pazienti, un ipotesi che deve

essere ulteriormente sostenuta con studi longitudinali correttamente

(35)

letteratura internazionale di non aderenza ai farmaci immunosoppressivi

che sia stato collegato ad un aumento del rischio di rigetto acuto nel

trapianto di fegato entro 5 anni dopo un’indagine di riferimento ed uno con

i più lunghi periodi di osservazione prospettica mai segnalato. Anche se

l’aumento del rischio di rigetto acuto non è stato associato con un

peggioramento della sopravvivenza del graft e del paziente – come ci si

può aspettare in una popolazione di pazienti trapiantati di fegato –

l’associazione tra non aderenza e aumento dell’incidenza di t/BPAR fa

presagire che la non aderenza è clinicamente rilevante e che ogni sforzo

deve essere intrapreso per ridurre al minimo l’impatto clinico negativo. L’alta prevalenza riportata di non aderenza all’immunosoppressore dopo il

trapianto di organo solido e dei suoi scarsi risultati clinici ed economici

richiama allo sviluppo effettivo di interventi di miglioramento dell’aderenza [60]. A sua volta, la gestione della non aderenza richiede l’identificazione e

la prevenzione dei suoi fattori di rischio correlati. Modelli comportamentali

possono servire come punto di partenza per l’identificazione dei fattori di rischio che influenzano il risultato e indicazioni per l’implementazione della

(36)

prevenzione e del trattamento con farmaci per la non aderenza [60].

L’adozione di questi quadri teorici si è rilevata utile per migliorare l’aderenza ai farmaci [61,62]. L’IMBP [40] è stato recentemente sviluppato

integrando il Theory of Planned Behavior [63], il Theory of Reasoned

Action [64], il Health Belief Model [61] e il Social Cognitive Theory [65] per

identificare i fattori che sottolineano la performance o non performance di

praticamente qualsiasi comportamento di salute. L’IMBP ha il vantaggio di

superare le debolezze dei modelli precedenti [61-65] e di cogliere le

interazioni dinamiche tra il cognitivo (cioè intenzionale) e fattori di rischio

non intenzionali (barriere) che danno luogo alla non aderenza. Questo è

stato il motivo per cui abbiamo adottato l’IMBP come base teorica per la ricerca corrente. Tuttavia, l’IMBP ha alcune limitazioni, in quanto

presuppone che il comportamento sia principalmente il risultato di un

processo decisionale intenzionale. I pazienti in terapia di mantenimento

non sono spesso capaci di prendere decisioni consapevoli circa la loro

terapia immunosoppressiva, poiché diventata un’abitudine, e di altri fattori

(37)

dimenticanza, che si è rivelato essere un ostacolo importante in questo

studio, inoltre, l’IMBP non tiene conto del ruolo delle emozioni individuali e

dei fattori emozionali che determinano il singolo comportamento, o per

fattori relativi al sistema riguardo l’interazione tra curante e paziente e come mostrano i risultati, non può essere usato per spiegare l’intero

spettro di variabilità della non aderenza ai farmaci.

Nonostante i limiti di un disegno misto, i bias legati ai non responder

escludendo i pazienti deceduti o persi durante il follow-up, la serie

corrente sottolinea che la non aderenza all’immunosoppressore interessa

1 su 3 (32.4%) trapiantati di fegato adulti e che la giovane età è un fattore

di rischio significativo per la non aderenza. Questi dati sono in accordo

con quanto precedentemente riportato per il trapianto di fegato e altre

categorie di pazienti trapiantati di organi solidi [37], ma la reale grandezza

della non aderenza nel nostro campione potrebbe essere stato

sottovalutata, poiché i pazienti che non hanno risposto ai questionari

(15.4%) erano significativamente più giovani rispetto a quelli che hanno

(38)

scostamento temporale > di 2 ore rispetto all’ora di assunzione dell’immunosoppressore, che rispecchia quanto precedentemente

riportato negli altri studi di trapianto di fegato [25]. Nel corrente campione,

su 87 pazienti non aderenti, 63 riportano una deviazione temporale> 2 ore,

mentre 23 riportano l’omissione di dosi e solo 1 paziente riporta la

riduzione spontanea della dose da assumere. Drug holidays sono riportate

una volta al mese da 1 paziente soltanto in concomitanza con l’omissione

della dose giornaliera. L’alta frequenza della deviazione temporale >2 ore

osservata nella nostra popolazione potrebbe essere un surrogato di

difficoltà/barriere incontrate dai pazienti nell’aderire al loro regime farmaceutico. Questo assunto è sostenuto dall’associazione osservata tra

la non aderenza agli immunosoppressori e t/BPAR e utilizzata per un più

accurato sviluppo di strumenti di valutazione, studi di coorte prospettici,

propriamente progettati e definizioni clinicamente significative di non

aderenza nell’impostazione del trapianto di fegato [13]. Sulla base dei

nostri risultati, siamo convinti che non tutti i pazienti con deviazioni

(39)

comportamento potrebbe essere un indicatore di aumento di difficoltà (es

dimenticanza), che dovrebbe essere a sua volta mirata nella pratica

clinica.

Tutte tranne una delle relazioni ipotizzate incluse nell’IMBP erano significative, tranne le norme. Il potere esplicativo per prevedere la “non-performance” dell’assunzione di farmaci era basso, ma questo è dovuto al fatto che l’IMBP spiega solo parte della variabilità esistente in aderenza.

La non aderenza era principalmente determinata da fattori non intenzionali

(es. barriere). Le intenzioni sono comunque una parte necessaria della

modalità predittiva, come dimostrato in modo diretto dalle analisi che

testano le relazioni tra credenze e non aderenza. Questi ultimi fattori non

hanno comportato una migliore previsione. L’intenzione di essere aderenti

è principalmente determinata dalle attitudini dei riceventi. La Self-efficacy

è meno importante per spiegare le intenzioni. La Self-efficacy, tuttavia, è

stata in grado di prevedere direttamente il comportamento nell’analisi

univariata. L’esistenza di tale relazione è supportata dall’ultima

(40)

efficacy e comportamento (Figure 3) [63]. Esso infatti ha senso per la

self-efficacy non solo per determinare l’intenzione di aderire, ma anche

relativamente alla non aderenza non intenzionale. Per definizione, la

self-efficacy è la percezione della competenza e abilità di un soggetto di

mantenere un comportamento, perfino in presenza di barriere/ostacoli.

Essa riflette la confidenza nel gestire l’insorgenza involontaria di barriere nell’assunzione del farmaco. Self-efficacy e barriere, in altre parole,

possono essere visti in modo correlato. Nel nostro studio, confermiamo

questo connubio. L’aggiunta della variabile ‘barriere’ al cosiddetto modello

self-efficacy-alone mostra che la self-efficacy perde il suo potere predittivo

in favore della variabile barriere, suggerendo che entrambe le variabili

condividono una certa variabilità.

Cosa si può dedurre da questi risultati è che l’effetto della self-efficacy

viene mediato dalle barriere piuttosto che influenzare direttamente la non

aderenza. Un miglior modello descrittivo per l’IMBP dovrebbe postulare un

legame tra self-efficacy e barriere, come già stato proposto dei suoi autori

(41)

precedenti ricerche che il potere predittivo dell’IBMP è più alto per specifici

comportamenti e si riduce quando la variabile outcome diventa più

generica [40]. In questo modo, categorie (non)-performanti come non

aderenza sono prevedibili meno accuratamente che specifici

comportamenti come “prendi il tuo farmaco immunosoppressore domani mattina alle 8”. Nel nostro studio alcuni miglioramenti del potere esplicativo dell’IMBP sono stati introdotti misurando la non aderenza agli immunosoppressori nel corso dei mesi precedenti e dall’uso di strumenti

multi elemento per catturare tutti i concetti fondamentali coinvolti nella

determinazione di intenzioni e barriere.

In conclusione, la non aderenza affligge un terzo dei pazienti adulti

trapiantati di fegato e la prevalenza di essi (32.4%) nel nostro campione è

comparabile con i precedenti studi. Il più frequente tipo di non aderenza è

la deviazione temporale >2 ore e la non aderenza che affligge i pazienti

più giovani. La non aderenza è associata a un rischio 5 volte superiore per

(42)

immunosoppressivi nei 5 anni del periodo di follow-up. L’intenzione di

aderire sembra essere predetta da fattori cognitivi (attitudini e self-efficacy)

e la non aderenza sembra essere associata alle barriere (es

dimenticanze). Gli sforzi degli operatori sanitari e i programmi di

educazione pre- e post-trapianto non solo devono indirizzare ad un

percorso cognitivo che porti alla volontà ma anche eliminare e ridurre gli

(43)

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67. Fishbein M. A reasoned action approach to health promotion. Med Decis Making 2008; 28(6):834-44.

(48)

Tabella 1: Dati demografici della popolazione responder. Responders N=268 Variabile Frequenza(%)/mediana (IQR) Genere Uomo n (%) 207 (77.2) Età (anni) Mediana(IQR) 57 (12) Stato civile n (%) Sposato o convivente Single Divorziato o separato Vedovo 210 (79.5)a 25 (9.5)a 22 (8.3)a 7 (2.7)a Situazione abitativa Coabitazione n (%) 230 (91.3)b Occupazione n (%) Full or part-time Disoccupato 113 (42.1)c 150 (57)c Istruzione Primaria

Secondaria (completata o non completata) Universitaria (completata o non completata) Tempo intercorso tra il trapianto e lo studio (mesi)

Mediana (IQR) 107 (39.9)d 97 (36.1)d 58 (21.6)d 34 (26.5) Indicazioni al LT HCV HBV (HDV) Alcohol Autoimmune Alcohol + HCV Policistico Morbo di Wilson HCV + HBV (HDV) Alcohol + HBV (HDV) Alcohol + HBV (HDV) + HCV Alcohol + Autoimmune Altre HCC Non-HCC 102 (38) 70 (26.1) 33 (12.3) 17 (6.3) 8 (2.9) 5 (1.8) 3 (1.1) 3 (1.1) 2 (0.7) 2 (0.7) 1 (0.4) 22 (8.2) 73 (27.2) 195 (72.8) a

Dati mancanti: 4 pazienti; bDati mancanti: 16 pazienti; cDati mancanti: 5 pazienti; d Dati mancanti: 6 pazienti; LT: trapianto di fegato; HCV: Epatite C cirrosi correlata; HBV (HDV): Epatite B cirrosi correlata; HCC: carcinoma epatocellulare; IQR: range interquartile.

(49)

Tabella 2: Terapia orale nella popolazione responder trapiantata di fegato (N=268). Immunosoppressione Frequenza (%) CsA-ME 123 (45.8) TAC 119 (44.4) PSI (EVL/SRL) 34 (25/9) (12.7) MMF/MPA/AZA 52 (41/11/12) (23.8) Steroidi 12 (4.4) Monoterapia 196 (73.1) Duplice terapia 64 (23.8) Triplice terapia 8 (2.9) Monosomministrazione giornaliera 6 (2.2) Duplice somministrazione giornaliera 262 (97.8) Tutti I farmaci (immunosoppressori inclusi) Media (SD) Numero di farmaci 3.8 (1.9) Numero di somministrazioni giornaliere 2.3 (0.6)

Numero di pillole giornaliere 7.5 (3.2)

CsA-ME: cyclosporine microemulsion; TAC: tacrolimus; PSI: proliferation signal inhibitors; EVL: everolimus; SRL: sirolimus; MMF: mycophenolate mofetil; MPA; mycophenolic acid sodium; AZA: azathioprine; SD: deviazione standard.

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Tabella 3:Comparazione tra aderenza auto-riportata e non aderenza.

a

Dati mancanti: 4 pazienti; bDati mancanti: 8 pazienti; cDati mancanti: 8 pazienti; dDati mancanti: 3 pazienti; eDati mancanti: 2 pazienti; fDati mancanti: 3 pazienti; gDati mancanti: 3 pazienti; *stato civile ed istruzione sono correlabili all’età, es. i pazienti più giovani hanno più probabilità di essere non sposati e con un’istruzione più alta rispetto a quelli più anziani. SD: deviazione standard; IQR: range inerquartile. Variabile Aderenti (#176) Non aderenti (#87) P Genere Uomo n (%) 132 (75%) 71 (81.6%) 0.29 Età (anni) Mediana (IQR) 57 (13) 52 (12) 0.001* Stato civile n (%) Sposato o convivente Single Divorziato o separato Vedovo 148 (84.1) 14 (7.9) 10 (5.7) 4 (2.3) 57 (65.5)a 11 (12.6)a 12 (13.8)a 3 (3.4)a 0.001* 0.3 0.04 0.58 Situazione abitativa Coabitazione n (%) 164 (93.1)b 76 (88.5)c 0.17 Occupazione n (%) Full or part-time Disoccupato 71 (40.3)d 102 (57.9)d 41 (47.1)e 44 (50.5)e 0.29 Istruzione Primaria

Secondaria (completata o non completata) Universitaria ( completata o non completata)

72 (40.9)f 69 (39.2)f 32 (18.2)f 29 (33.3)g 29 (33.3)g 26 (29.8)g 0.29 0.46 0.04* Tempo trascorso dal trapianto (mesi)

Mediana (IQR) 32 (26) 37.5 (27) 0.27

Indicazione al trapianto per cirrosi alcolica

n (%) 30 (17) 16 (18.4) 0.92

Numero di farmaci orali giornalieri (immunosoppressore incluso)

Media  SD

Numero di somministrazioni orali giornaliere ( immunosoppressore incluso )

Media  SD

Numero di pillole giornaliere ( immunosoppressore incluso ) Media  SD 3.9  1.9 2.4  0.4 7.1  2.8 3.6  1.7 2.2  0.4 7.7  3.3 0.13 0.09 0.17

(51)

Tabella 4:analisi dei risultati tra aderenti e non aderenti.

BPAR: rigetto acuto provato con biopsia; HCC: carcinoma epatocellulare; HCV: virus epatite C; RAI: rejection activity index; SD: deviazione

standard; t/BPAR: rigetto acuto trattato e/o provato con biopsia.

Variabili Aderenti (#176) Non aderenti (#87) p t/BPAR n (%) 5 (2.8) 11 (12.6) 0.0034

Perdita del Graft n (%) Pazienti deceduti n (%) 1 (0.6) 16 (9.1) 1 (1.1) 10 (11.5) 0.66 0.54 t/BPAR n (%) Trattamento BPAR

Mediana del punteggio RAI

1 (0.6) 4 (2.3) 7.5 1 (1.1) 10 (11.5) 8 0.0034 0.66 0.003 0.999 Perdita del Graft n (%)

Recidiva HCV

Recidiva cirrosi alcolica

1 (0.6) 0 0 1 (1.1) 0.66 Pazienti deceduti Recidiva HCC n (%) Recidiva colangiocarcinoma n (%) Tumore della laringe De novo n (%) HCV-related n (%) Insufficienza renale n (%) Tumore gastrico n (%) 16 (9.1) 0 1 (0.6) 1 (0.6) 9 (5.1) 4 (2.3) 1 (0.6) 10 (11.5) 2 (2.3) 1 (1.1) 0 6 (6.9) 1 (1.1) 0 0.54 0.18 0.66 0.66 0.56 0.59 0.66 Inaspettati bassi valori ematici

di immunosoppressore

17 (9.6) 20 (22.9) 0.0047

Aderenza alle visite di follow-up (media (SD))

(52)

Legenda delle figure

Figura 1: L’IMBP (Integfrative Model of Behavioe Prediction) era usato come punto di partenza teorico per la ricerca corrente della non aderenza (NA) dopo il trapianto di fegato [40]. Il modello postula che quelle intenzioni e quelle costrizioni personali o ambientali (es. barriere) sono fattori determinanti primari di un dato comportamento. Le intenzioni sono di conseguenza influenzate dalle attitudini, dalle norme e dalla self-efficacy.

Figura 2: Flowchart dei pazienti inclusi, esclusi e rispondenti allo studio corrente.

Figura 3: Usando l’IMBP (Integfrative Model of Behavioe Prediction) come base teorica, la figura mostra l’associazione tra non aderenza (NA) e “Barriere” e “Intenzioni” (Modello 1), e l’associazione tra “Intenzioni” e “Attitudini”, “Norme” e “Self-efficacy” (Modello 2). Tutte le associazioni ipotizzate erano significative. L’aderenza agli immunosoppressori (IS) era predetta da “Intenzioni” e “Barriere” e l’intenzione ad aderire era predetta da “Attitudine” e “Self-efficacy”. Le norme non erano significativamente associate. Quando abbiamo ridotto l’aderenza alla self eficacy, quest’ultima ha predetto la non aderenza, ma ha perso la sua efficacia dopo l’introduzione della variabile barriere all’interno del modello. Questo sembra implicare che l’impatto della self-efficacy sull’aderenza è mediato dalle barriere. Un’associazione reciproca (linea a punti) tra self efficacy e barriere è da noi suggerita, in accordo con l’osservazioni percedenti [67] Figura 4: Schema di proporzioni di Kaplan-Meier sul fallimento di efficacia degli aderenti (punteggio BAASIS=0) e non aderenti (score≥1) (Curva logaritmica p di non aderenti vs. aderenti=0.0072).

Figura 4: Kaplan-Meier della percentuale di fallimento dell’efficacia per aderenti (punteggio BAASIS=0; linea in grassetto) e non aderenti (punteggio1) (curva logaritmica per i non aderenti vs. aderenti = 0,0072)

(53)
(54)

Figura 2: 444 valutati per elegibilità 317 contattati telenonicamente ed inviata lettera 127 non eleggibili

69 deceduti al momento della rilevazione 28 non di madre lingua italiana

21 ritrapianti

3 dipendenti da terzi per la terapia 3 persi durante il follow-up

2 trapianti pediatrici

1 trapianto combinato rene-fegato

49 non responders

268 responders Dati disponibili

268 self-reports e caratteristiche socio- demografiche 268 questionari

268 dati clinici

(55)

Figura 3.

IMBP: The Integrative Model of Behavior Prediction; DF: degree of freedom; SE: standard error; OR: odds ratio.

IMBP variable

DF Estimate SE Wald chi-square p OR (95% CI) Model 1 Barriers 1 1.02 0.43 5.63 0.01 2.79 (1.19-6.53) Intention 1 -0.46 0.16 8.25 0.004 0.62 (0.45-0.86) r-square 0.058 Model 2 Attitudes 1 -1.95 0.39 24.5 <.0001 0.14 (0.06-0.0307) Norms 1 -0.39 0.24 2.64 0.103 0.67 (0.41-1.08) Self-efficacy 1 0.24 0.11 4.99 0.02 1.28 (1.03-1.59) r-square 0.28 Model 1 Model 2

(56)

Figura 4:

Survival Plot (Cox regression)

0 20 40 60 80 0,00 0,25 0,50 0,75 1,00

Survival Probability (individual)

Time NA on any item=0

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