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La forza e le sue espressioni: il potenziamento (n°3/2006)

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L’Angolo del Fitness

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LA FORZA E LE SUE ESPRESSIONI:

IL POTENZIAMENTO

L

a forza muscolare può esprimersi in diversi modi ed è infatti strettamente correlata ad almeno altre tre componenti del fitness: la velocità, la potenza e la re-sistenza muscolare. Tutte e tre queste componenti rivesto-no un ruolo di primissimo piarivesto-no nei movimenti di tutti gli animali, in molti sport e, naturalmente, nelle varie discipli-ne della ginnastica. L’allenamento di tali compodiscipli-nenti ha un importante significato anche in programmi finalizzati esclusivamente alla salute, in quanto consente di introdur-re varietà – e quindi inteintrodur-resse e motivazioni – ai protocol-li di allenamento.

La potenza muscolare è correlata alla rapidità con la qua-le viene svolto un lavoro, come, ad esempio, spostare una massa. Sia quest’ultima il proprio corpo, una parte di es-so, o un oggetto. Per esemplificare, si ha maggior poten-za quando:

- a parità di tempo, si ha un maggiore spostamento della massa

- a parità di spostamento, quest’ultimo avviene più velo-cemente

- a parità di spostamento e tempo si muove una massa maggiore

- una qualsiasi combinazione dei casi precedenti

L’allenamento della potenza (potenziamento) deve essere affrontato con la consapevolezza che, se effettuato in mo-do scorretto, può facilmente essere traumatico e contro-producente. Un recente (2002) pronunciamento congiun-to dell’ American College of Sports Medicine e dell’ United

States Olympic Committee, propone la seguente

consequen-zialità metodologica e didattica:

1) Acquisizione di una buona stabilità del rachide median-te il rafforzamento dei muscoli della fascia lombare (ad-dominali, obliqui, lombari, muscolatura dello strato pro-fondo ecc.)

2) Acquisizione di una buona tecnica esecutiva degli eser-cizi di forza (mediante l’allenamento base della forza) 3) Allenamento della forza con poche ripetizioni ad alta

in-tensità (e quindi bassa velocità “non intenzionale”) 4) Allenamento della velocità usando i medesimi esercizi

del punto 3 ma con bassa intensità e massima velocità esecutiva

5) Esercizi specifici della disciplina eseguiti alla massima ve-locità possibile, utilizzando intensità da leggere a mo-derate

Talvolta, soprattutto in ambito sportivo (non esclusa la gin-nastica sportiva), tale consequenzialità non viene rispetta-ta; in particolre, non è infrequente l’omissione dei punti 2, 3 e 4, con la focalizzazione dell’attenzione – e delle eser-citazioni – solo sull’ultimo punto (il 5). Inoltre, queste ul-time esercitazioni vengono spesso svolte senza un control-lo reale ed individualizzato di quelcontrol-lo che è probabilmente il parametro più importante in assoluto nell’allenamento della forza: l’intensità. Per sottolineare la necessità e l’uti-lità di seguire la progressione sopra riportata, è convenien-te analizzarla punto per punto.

1) I movimenti in cui viene espressa la massima potenza, sono quasi sempre caratterizzati da un coinvolgimento globale del corpo, come accade per esempio nei salti. Pertanto è indispensabile che la parte “propulsiva” del corpo stesso formi un tutt’uno con le parti restanti. Ciò è possibile solo stabilizzando quella fondamentale e de-licata “cerniera” costituita dal tratto lombare. Inoltre, tale stabilizzazione è fondamentale già per svolgere cor-rettamente l’allenamento base della forza nonché,

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nel-di Vittorio Balnel-dini

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la ginnastica, per ogni forma di esercitazione tecnica. 2) L’esecuzione lenta e controllata degli esercizi che

carat-terizza l’allenamento “base” della forza, ha un duplice significato: funzionale (condizionale) e tecnico (coordi-nativo). Condizionale, in quanto l’esecuzione intenzio-nalmente lenta dei movimenti (utilizzando tipicamente intensità dell’ordine di 10 - 12 RM) ha un importante si-gnificato preparatorio e protettivo sulle strutture musco-lari, tendinee ed ossee che saranno successivamente sol-lecitate in azioni più dinamiche. Coordiantivo, in quan-to il corretquan-to apprendimenquan-to delle tecniche esecutive è ovviamento facilitato da tempi esecutivi più dilatati (co-me peraltro sempre avviene in Natura, nell’ apprendi-mento motorio)

3) Il passo successivo, nell’allenamento della forza, è quel-lo di utilizzare intensità più elevate, per esempio 6 – 8 RM o anche più. Ciò tuttavia è possibile esclusivamen-te se il grado di maturazione biologica e esclusivamen-tecnica dell’e-secutore lo consentono. Pertanto, nell’allenamento di soggetti giovani o poco preparati questo punto deve es-sere omesso. E’ importante considerare che utilizzando tali elevate intensità, la velocità esecutiva non è più una libera scelta ma è imposta dal carico. Ovvero, le esecu-zioni sono “lente” anche quando l’esecutore intende esprimere la massima velocità.

4) A questo punto si affronta l’allenamento specifico della velocità, con esecuzioni veloci degli esercizi di forza uti-lizzati precedentemente. Con intensità di lavoro e nu-mero di ripetizioni indicativamente dimezzate rispetto a quelle utilizzate per l’allenamento “base” della forza (punto 2) e mantenendo invece lo stesso numero di se-rie (da una a tre)

5) Infine, si giunge all’utilizzo delle azioni specifiche della di-sciplina, ricercando le massime velocità esecutive possibili A prescindere dal punto 1, che deve sempre e costante-mente accompagnare qualunque tipo di preparazione, gli altri punti vanno sviluppati sequenzialmente. Tuttavia, una volta sviluppata interamente la sequenza, le varie compo-nenti (allenamento base della forza, allenamento della for-za, allenamento della velocità) vanno incrementate paral-lelamente, eventualmente privilegiando quelle più perti-nenti al contesto della preparazione (competizioni, infor-tuni ecc.). Ciò è evidentemente possibile solo con la perio-dizzazione, dedicando, per esempio, una seduta ad ogni componente nell’arco del microciclo. Uno schema esem-plificativo al riguardo può essere il seguente: lunedì, alle-namento base della forza; mercoledì, allealle-namento della ve-locità; venerdì allenamento della forza (o della resistenza).

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