La ricerca Infermieristica
“Mi considero un viaggiatore nel tempo, guidato da un inesauribile desiderio di ricerca… … Nell'arte e
nella scienza una simbiosi di
massimo valore per
Cliente Essere di bisogni Cliente/essere di bisogni Cliente/essere di bisogni Pratica infermieristica Pratica infermieristica ricerca ricerca
Le risposte assistenziali accettano la persona non solo come è in quel momento ma
anche per ciò che può diventare
Un ambiente
assistenziale offre lo sviluppo del potenziale, permettendo allo stesso tempo alla persona di
L’assistenza può essere dimostrata in modo efficace J e a n W A T S O N 1985 L’assistenza è composta da fattori caratteristici che hanno come risultato la
soddisfazione dei bisogni
ASSISTERE Una scienza
dell’assistere è complementare alla scienza della cura ASSISTENZA La pratica assistenziale è centrale nella scienza infermieristica L’assistenza efficace promuove la salute e la crescita dell’individuo o della famiglia L’assistenza è più consona alla salute e alla cura. La pratica integra conoscenze biologiche con conoscenze del comportamento umano per generare, favorire la
Scienza
Infermieristica
“La scienza infermieristica come qualsiasi
scienza ha l’obiettivo di costruire proposizioni
riguardanti la realtà assistenziale”
• Le proposizioni scientifiche che si
formulano si distinguono da quelle del
discorso comune per la possibilità di
Scienza infermieristica
Il risultato delle operazioni del pensiero,
in quanto oggetto
di codificazione sul piano teorico
(scienza pura)
di applicazione sul piano pratico
(scienza applicata).
Sistema di proposizioni
(assiomi =
affermazioni di base)
formulate e strutturate
secondo norme e criteri
È l’insieme di conoscenze relative all’
assistenza all’uomo sano e malato.
È attenta alla progettazione,
attuazione
,
verifica
Ricerca infermieristica
“un’indagine sistematica sui problemi incontrati nella pratica infermieristica e sulle modalità di assistenza al cliente …”
(Gortner 1975)
per “ottenere soluzioni a problemi e/o scoprire e interpretare nuovi fatti e soluzioni”
(Waltz e Bausell 1981. p.1)
“La ricerca infermieristica riguarda l’assistere e le cose che gli infermieri fanno, che sono diverse dalle azioni intraprese dalle altre discipline”
La ricerca infermieristica
“sviluppa conoscenze sulla salute e sulla promozione della salute nel corso di tutta la vita, sull’assistenza alle persone con problemi di salute e disabilità e sulle azioni infermieristiche che aumentano la
capacità dell’individuo di rispondere a problemi reali o potenziali di salute “
( American Nurses Association, 1981)
“Gli infermieri ricercatori tentano di descrivere eventi e fenomeni, definiscono e registrano le relazioni fra i fenomeni, eventualmente controllano e prevedono i
“Il focus della ricerca deve essere la scoperta delle
conoscenze fondamentali che riguardano la pratica infermieristica”
(Barnard, 1980; Lo Biondo- Wood e Haber 1994)
“L’evoluzione infermieristica richiede un’analisi sistematica delle ricerche applicabili all’area infermieristica da parte di esperti”
La storia/ricerca
Da
Campo della ricerca: 1° ricerca infermieristica
“L’assistenza ai soldati durante la guerra di Crimea” Florance Nightingale (Sarkis e Conners, 1986)
“Le attente registrazioni statistiche sono un modello per gli infermieri e per i sociologi” (Cohen,1984)
dal 1900 al 1940
la formazione infermieristica relativamente ai metodi d’insegnamento e di valutazione
Durante la seconda guerra
il reclutamento e la richiesta d’infermieri crescente
bisogno di professionisti per rispondere ai bisogni civili e
Nel 1950
Molto interesse per la ricerca infermieristica; Istituzione di Master per la formazione di inf ricercatori;
Investimento soldi per focalizzare le funzioni e le attività infermieristiche.
I dati furono pubblicati sulla rivista “Nursing Research”. Negli anni sessanta
Sviluppo di modelli teorici; Uso di metodi scientifici nell’attività quotidiana
infermieristica.
Negli anni ’70- ’80
C’è il boom del fenomeno “ricerca infermieristica”
L’ANA raccomandò come area di ricerca
• la promozione della salute • la prevenzione delle malattie
• il rapporto costi/benefici nell’assistenza sanitaria • l’assistenza infermieristica per clienti ad alto rischio I risultati sono documentati nelle riviste “Advances in Nursing Science, Reaserch in Nursing and Health; Western Journal of Nursing Research”
È l’ora, in America, della
creazione della National Center for Nursing Research sotto
l’egida del National Institute of Health.
Le quattro proprietà della ricerca infermieristica: • la ricerca infermieristica deve focalizzarsi su una
variabile che fa la differenza nel migliorare l’assistenza al cliente
• la ricerca infermieristica deve contribuire allo sviluppo della teoria e del corpo di conoscenze scientifiche del Nursing
• un problema di ricerca appartiene all’infermieristica quando gli infermieri hanno l’accesso e il controllo sul fenomeno che si è studiato
• un infermiere ricercatore deve avere una
mentalità creativa, indagatrice, inquisitoria
Le fasi della ricerca
1. Scelta del problema di ricerca e definizione delle ipotesi
2. Formulazione del disegno di ricerca 3. Raccolta dei dati
4. Codifica e analisi dei dati
5. Interpretazione dei risultati al fine di controllare le ipotesi
1. Scelta del problema e definizione delle ipotesi 2. Formulazione del disegno della ricerca 3. Raccolta dei dati 4. Codifica e analisi dei dati 5.
Interpretazione dei risultati
Fasi collegate e interdipendenti.
Principi della “circolarità” e della “replica”.
“La ricerca è un ciclo che non ha mai termine.
Dobbiamo sempre accettare tutti i risultati in modo provvisorio, consapevoli del fatto che indagini
1. Individuazione del problema
Fattori che l’influenzano:
1.1 Il paradigma del ricercatore 1.2 I valori del ricercatore
1.3 La metodologia del ricercatore 1.4 L’unità d’analisi scelta
1.1 I paradigmi di ricerca
Il paradigma è la finestra mentale attraverso la quale il ricercatore vede il mondo.
Paradigmi sono in concorrenza tra di loro. I risultati della ricerca vanno letti in relazione al paradigma con il quale sono stati codificati e non secondo il paradigma dominante.
1.2 I Valori del ricercatore
I valori sono le diverse concezioni di ciò che appare desiderabile e indesiderabile.
I valori con i relativi assunti, cioè giudizi di valore,
influenzano il paradigma, pertanto sono, nell’ambito della ricerca, un problema, in quanto affermazioni non
verificabili. (Esempio di giudizio di valore: “le persone non dovrebbero utilizzare il controllo delle nascite”)
La reattività
La tecnica di ricerca è reattiva quando la sua applicazione provoca da parte delle persone studiate una reazione tale da influenzare i dati.
(vedi l’osservazione partecipata)
L’effetto reattivo della ricerca sul fenomeno studiato è
spesso denominato “effetto Hawthorne” . L’attenzione da parte dei ricercatori modifica il comportamento stesso che si desidera studiare.
1.3 La metodologia e il metodo
La metodologia è la filosofia del processo di ricerca. Comprende gli assunti, i valori che servono alla base razionale della ricerca, gli standard o i criteri che il
ricercatore utilizza per interpretare i dati e per pervenire alle conclusioni.
I metodi sono le tecniche, gli strumenti di ricerca per raccogliere i dati.
Metafora didattica sui metodi
• Quando si ha solo un martello, tutti i problemi vengono affrontati a martellate, anche quando si hanno solo viti • Quando si conoscono diversi strumenti (tecniche),
occorre sapere scegliere quale è più adatto al problema concreto che ci sta di fronte
1.4 L’unità di analisi
L’unità d’analisi è il campione d’indagine tratto da una popolazione composta, nel caso delle scienze sociali, di individui.
Le unità d’analisi differiscono grandemente per l’ampiezza o la dimensione:
Macroricerche = ampi aggregati (paesi, regioni..)
1.5 Il fattore temporale
Gli studi differiscono per il modo in cui tengono conto del tempo; si fa distinzione tra studi trasversali e studi
longitudinali.
Lo studio trasversale studia una sezione trasversale di popolazione in un determinato momento
La studio longitudinale comporta dati raccolti in un periodo di tempo prolungato – settimane, mesi, anni-
Se lo studio è fatto sulla stessa popolazione in tempi
diversi si chiama “studio di panel” ; se si studiano gruppi diversi in tempi diversi si dice “studio di trend”
Lo studio trasversale ha il vantaggio fondamentale di raccogliere dati di un gran numero di persone e
compararli – i dati non sono influenzati dallo scorrere del tempo –
Lo studio longitudinale ha il vantaggio di consentire lo studio dei mutamenti di un fenomeno nel tempo – si può valutare la tendenza a
…-Paradigma Unità di analisi Metodo di
raccolta dati Tecnica di analisi dei dati
“Scientifico” o
statistico Solitamente micro ma anche macro Inchiesta Statistica Psicologia sociale e ricerca su piccoli gruppi Micro Prevalentemente esperimento di laboratorio e osservazione Statistica
Etnografia Dal micro al macro (ad es. comportamento collettivo)
Osservazione e
note sul campo Analisi verbale o qualitativa delle note prese sul campo
Etnometodologia Micro Osservazione e registrazione su nastro
Analisi verbale dei nastri e delle note prese sul campo
in evidenza:
Il problema, in definitiva, identifica la direzione che
prenderà la ricerca stessa. Pertanto i termini devono:
• essere chiari e non ambigui
• esprimere le relazioni tra due o più variabili
• identificare la popolazione che deve essere studiata
• incoraggiare i test empirici.
2. Il disegno della ricerca
Dopo aver individuato il problema di ricerca si procede alla costruzione delle spiegazioni sociologiche.
Si decide come misurare le variabili principali dell’ipotesi e il gruppo di persone su cui verificare l’ipotesi stessa.
Che cosa è una spiegazione?
Una deduzione logica di un enunciato (explanandum) dedotto da condizioni singolari di contesto e da
Nel formulare
2.1 L’ipotesi di ricerca
È necessario fare un distinguo tra
2.1.1 Studi descrittivi, mirano a descrivere
dettagliatamente il fenomeno ciò che è successo
-2.1.2 Studi esplicativi, mirano a spiegare il fenomeno specificando perché o come è accaduto
Gli studi esplicativi Comprendere ciò che succede
(come facciamo a sapere se comprendiamo o meno?) Prevedere e spiegare
(Ma non è lo stesso perché la previsione precede l’evento mentre la spiegazione ha luogo dopo che l’evento è
2.2 La teoria
Fornisce spiegazioni e previsioni nel tentativo di rispondere alle domande del come e perché.
La teorizzazione è lo sforzo di fornire spiegazioni e
previsioni di fenomeni assistenziali, in generale collegando il tema studiato (ad es. l’ansia) a qualche altro fenomeno (ad es. mancanza di conoscenze).
La teoria deve essere controllabile.
Le componenti fondamentali della teoria sono concetti e variabili collegati in affermazioni genericamente conosciute come proposizioni.
2.2.1 Concetti e variabili
I concetti sono immagini o percezioni mentali che non possono essere osservate direttamente (ad es. amore,
giustizia, ansia ..) o che possono avere referenti facilmente osservabili (ad es. tavolo operatorio, elettrocardiografo ….) •E’ una categoria mentale che permette di classificare in E’ una categoria mentale che permette di classificare in
modo convenzionale e arbitrario oggetti concreti o astratti
modo convenzionale e arbitrario oggetti concreti o astratti
e di denominarli
Concetti
CONCETTO
PERCETTO
SEGNO
Le variabili
sono l’oggetto dello studio. Esse possono essere dipendenti o indipendenti.
La variabile Indipendente è detta così perché ha un effetto presunto sulla variabile dipendente.
È capace di indurre un mutamento nella variabile dipendente.
La variabile
Dipendente, è la conseguenza o effetto presunto.
Varia in relazione ai cambiamenti che si verificano nella variabile indipendente.
La variabile dipendente è quella che il ricercatore è interessato a comprendere e spiegare.
Le variabili
Spesso le due variabili hanno una relazione causata da una terza variabile detta Variabile interveniente.
Esempio: le variabili A e B sono correlate perché A causa una terza variabile C, che a sua volta causa B. La C è detta variabile interveniente.
Per memoria: variabile distorcente e sopprimente
Le relazioni tra variabili
La relazione può essere positiva o negativa
indipendentemente dal grado d’intensità (forza di collegamento) che li lega
Positiva o diretta al variare dell’una varia anche l’altra nella stessa direzione
Negativa o indiretta al variare dell’una varia anche l’altra in direzione opposta (incremento dell’una e decremento dell’altra).
2.2.2 Definizione delle proposizioni
La proposizione è un’affermazione concernente uno o più concetti oppure variabili.
“il 45% degli studenti universitari negli Stati Uniti ha usato la marijuana almeno una volta” Proposizione univariata
perché contiene una sola variabile.
“ Quanto maggiore è il tasso di densità in una città maggiore è il suo tasso di criminalità” Proposizione multivariata perché contiene due variabili.
Proposizioni
sono il materiale da costruzione delle teorie così come i concetti lo sono delle proposizioni.
La maggior parte delle proposizioni sono di tipo bivariato. Le proposizioni assumono vari nomi
Nome delle
proposizioni Modo in cui la proposizione è prodotta Può essere provata direttamente
Ipotesi Dedotta o generata dai dati Sì
Generalizzazione empirica
Generata dai dati Sì
Assioma Vero per definizione No
3. Misurazione
È il processo attraverso cui si determina il valore o il livello, sia qualitativo che quantitativo, di un particolare attributo per una particolare unità di analisi.
Comporta l’assegnazione di numeri - variabile quantitativa -
o denominazioni - variabili qualitative - a concetti.
Le variabili qualitative sono utilizzate largamente negli studi basati sull’osservazione; la sola operazione numerica che si può fare è quella del calcolo delle frequenze.
3.1 la distinzione tra qualitativo e
quantitativo
Quantitativo, “riguarda la raccolta sistematica
d’informazioni numeriche, di solito in maniera molto controllata. Per l’analisi di queste informazioni si usano procedure statistiche”
Qualitativo, “riguarda la raccolta e l’analisi sistematica di materiale narrativo, soggettivo. Si usano procedure in cui si tende ad avere un controllo minimo imposto dal
ricercatore”
il risultato del relativo approccio è
Ricerche quantitative usano maggiormente un ragionamento logico-deduttivo e attributi misurabili dell’esperienza umana.Ricerche qualitative tendono ad utilizzare gli aspetti dinamici e individuali dell’esperienza umana in un
approccio olistico.
Items Ricerca quantitativa Ricerca qualitativa
Focus Si concretizza su un numero ristretto di
concetti specifici Tenta di comprendere nella loro interezza alcuni fenomeni, piuttosto che focalizzarsi su concetti specifici
Concetto di
partenza Inizia con idee preconcette su come i concetti sono correlati Ha poche idee preconcette: sottolinea l’importanza delle interpretazioni da parte delle persone di eventi e circostanze, piuttosto che
l’interpretazione del ricercatore
Metodo Usa procedure strutturate e strumenti formali
per raccogliere informazioni Raccoglie informazioni senza strumenti formali o strutturati
Controlli Raccoglie informazioni in condizioni
controllate Non tenta di controllare il contesto di ricerca, ma cerca di catturare quel contesto nella sua interezza
Obiettività verso soggettività
Enfatizza l’obiettività nella raccolta e
nell’analisi delle informazioni Tenta di trarre profitto dai dati soggettivi come mezzo per capire e interpretare le esperienze umane
Analisi Analizza le informazioni numeriche attraverso
3.2 I livelli di misurazione
• misurazione nominale /qualitativo
• misurazione ordinale
• misurazione ad intervalli quantitativo
• misurazione dei rapporti
3.2.1 Misurazione nominale
Qualsiasi misurazione qualitativa è nominale, sia che le categorie siano designate con nomi o con numeri.
È essenziale che
• vi siano almeno due categorie (altrimenti non è una variabile),
• le categorie siano distinte e reciprocamente esclusive ed esaustive (es. sesso),
• i casi che cadono sulla linea di divisione tra l’una e l’altra siano in numero ridotto.
3.2.2.Misurazione ordinale, a intervalli, di rapporto Questi tre livelli di misurazione sono di tipo quantitativo.
Ciascuno di essi, nell’ordine, incorpora i precedenti; cioè ciascun livello di misurazione incorpora le proprietà dei livelli precedenti più alcune proprietà che gli sono proprie.
Ordinale: è analoga a quella nominale per quanto attiene
il principio di “categorie reciprocamente esclusive ed esaustive”. Tuttavia le diverse categorie, non essendo tutte allo stesso livello e quindi di uguale valore, sono ordinate gerarchicamente a
seconda del valore che hanno rispetto alla proprietà considerata.
A intervalli: consente di determinare di quante unità è la
differenza tra una posizione nella graduatoria e la successiva (utilizza l’operazione di somma o di
sottrazione).
Questa misurazione informa sul livello di
intervallo esistente tra una categoria e l’altra, definendo una scala a intervalli che ci dice sia se una categoria è più in alto dell’altra sia di quante unità è più in alto.
Di rapporti: consente di determinare il rapporto tra una
categoria e l’altra della scala gerarchica di categorie (richiede l’operazione di moltiplicazione o di
divisione).
esempio
Le scale termometriche di Celsius, Fahrenheit, Kelvin. Nelle scale C. e F. lo zero è arbitrario.
Infatti,
il punto zero, nella scala di Celsius indica il punto di congelamento dell’acqua; nella scala Fahrenheit, il punto zero è a 32° sotto quello di congelamento e corrisponde alla temperatura più bassa osservata da F. in una miscela di neve e sale.
Nella scala Kelvin, invece, la temperatura ha “un’interpretazione diretta in
termini del moto delle molecole e il punto 0°K è il punto in cui tale moto cessa del tutto “. Solo adottando questa scala è possibile effettuare operazioni di moltiplicazione o di divisione sulle temperature ottenendo risultati che abbiano un significato: cioè ogni variazione può essere tradotta in termini di moto delle molecole.
3.3 La validità e l’attendibilità
Nel determinare la validità e attendibilità delle misure è d’obbligo porsi delle domande di base su qualsiasi
strumento di misurazione: • che cosa misura?
• i dati che fornisce sono rilevanti per le caratteristiche a cui si è interessati?
• sino a che punto le differenze dei punteggi
rappresentano differenze reali delle caratteristiche che stiamo cercando di misurare?
• sino a che punto riflettono anche l’influenza di altri fattori?
“la validità di uno strumento di misurazione può essere definita come il grado in cui le differenze di punteggio riflettono autentiche differenze tra gli individui
relativamente alle caratteristiche che cerchiamo di misurare, non errori costanti o casuali”
Sellitiz e altri 1976, 168-169
“ Nell’uso scientifico la misurazione di un dato fenomeno (designato a sua volta da un dato concetto) dà origine ad una valida misura se riesce effettivamente a misurare il fenomeno” (es. test sull’intelligenza)
“l’attendibilità di uno strumento di misura è data dalla stabilità dei risultati della misurazione”
“il rapporto tra validità e attendibilità è asimmetrico, dato che la validità implica l’attendibilità ma non viceversa” K.D. Bailey1982, trad. it. 1985
3.4 L’errore
Uno dei molti tipi di errori che s’incontrano nel processo di ricerca è quello della mancanza di validità o di attendibilità.
Fase della ricerca Tipo di errore
Costruzione del concetto e dell’ipotesi con
scelta di definizioni operative Mancanza di validità a vista Costruzione dello strumento di ricerca
(questionario) Formulazione errata o ambigua delle domande Campionamento Errore di campionamento
Raccolta dati Errore per mancato controllo di: Ambiente
Situazione personale dell’intervistato Rapporto tra l’intervistato e il ricercatore Difetti dello strumento di ricerca
4. Il campionamento
È la selezione di un sottoinsieme di popolazione , le cui dimensioni sono definite a priori, in grado di fornire lo stesso livello di accuratezza d’informazioni.
Le stesse, che si sarebbero ottenute esaminando l’intera popolazione.
Il campione deve essere rappresentativo dell’universo. La dimensione del campione dipende dall’ampiezza della popolazione che deve essere campionata.
I termini tecnici
Unità d’analisi il gruppo di persone o di oggetti da sottoporre ad indagine
Popolazione o universo la somma totale di tutte le unità di analisi
Lista di campionamento elenco completo di tutte le unità da cui è tratto il campione
5. Alcuni metodi di ricerca
5.1 Questionari 5.2 Interviste 5.3 Esperimenti 5.4 Osservazione 5.5 Uso di documenti5.1 I questionari
•
questionario postale• questionario consegnato a mano con restituzione dello stesso
– elenco di domande a cui il soggetto deve rispondere. Le domande possono essere aperte o chiuse –
Sondaggi di opinione argomenti di attualità o di pubblico interesse
5.2 Intervista
Ha l’obiettivo di conoscere le opinioni e la trasformazione delle realtà
• Intervista non strutturata • Intervista semi strutturata
5.4 Osservazione
Tecnica principale della raccolta dati sul comportamento non verbale
• Partecipante
Confronto tra ricerca quantitativa e qualitativa
interazione soggetto - oggetto
• Nella ricerca quantitativa
l’osservazione è
distaccata e neutrale (“assenza virtuale”)
• Nella ricerca qualitativa
l’osservatore è coinvolto personalmente e
condivide le esperienze degli osservati
6. L’analisi dei dati
I dati raccolti devono subire un processo di trasposizione che li trasformi in una forma adatta all’analisi.
Per l’analisi dei dati è importante procedere prima alla loro
trasposizione su schede appropriate poi procedere ad assegnare ad ogni modalità di risposta un numero di
codice.
Il passo successivo è il raggruppamento e la
differenziazione. Si ottengono così dei files e ogni file
corrisponde ad un caso.
Anche la pulizia dei dati è importante che però non si sostituisce né alla verifica né alla lettura integrale.
6.1 La codifica
È assegnare un codice ad ogni voce. Può essere fatta • a priori
• a posteriori
• delle risposte mancanti È necessario procedere alla
la tecnica delle scale
La costruzione delle scale prevede sia i tre livelli di misurazione
• ordinale • a intervalli • di rapporti
sia l’assegnazione di numeri o simboli ai vari livelli di un particolare concetto che intendiamo misurare
Le scale possono essere di vario tipo a seconda delle necessità e delle finalità.
Si no
D’accordo in disaccordo
Molto soddisfacente; poco soddisfacente; sufficientemente soddisfacente; insoddisfacente; molto insoddisfacente
1 2
1 2 3 4 5 6
7. L’analisi dei dati
L’analisi dei dati è la fase culminante del lungo processo di ricerca.
È una fase molto delicata perché un errore compromette e vanifica tutto il lavoro precedente.
È necessario analizzare i dati così da
i. Controllare le ipotesi di ricerca o comunque in modo da rispondere agli interrogativi di ricerca
ii. Presentare i risultati in una forma comprensibile e convincente all’eventuale lettore
Ci sono svariate tecniche di analisi multivariata che
tendono a contenere gli errori che si possono verificare. La statistica che accompagna l’indagine sociale ha avuto una grossa evoluzione negli ultimi anni.
I risultati delle ricerche, oggi, sono più attendibili e significativi di ieri ma lo sono meno di domani.
Organizzare una ricerca intorno al fenomeno ……..
•Definizione del problema nei suoi aspetti disciplinari:
organizzativo sociale sanitario economico politico culturale insediativo/logistico •Indagine:
chi, dove quando, perché? •Progetto di ricerca/intervento: individuazione di contenuti formativi obiettivi metodologia metodi e tecniche mezzi risorse tempi
diffusione del problema verifica
•La ricerca/intervento e la partecipazione dei dati interessati
programmazione chi, come, dove, quando, perché? •La formalizzazione dei dati/risultati e loro trasferimento
Un operatore dedito alla ricerca deve
• conoscere la ricerca e attribuirle la funzione che essa ha: attività tendente a una conoscenza scientifica relativa al segmento di campo indagato – non sopravaluterà né sottovalutare ciò che fa-
• essere teso al ricercare e non al valore della sua attività – ogni sua ricerca perviene a
verità-• essere umile e consapevole dell’utilità del suo operare • essere curioso, attivo, lungimirante
Si ricerca per sé e per gli altri.
La ricerca è uno strumento di apprendimento La ricerca è produzione di beni
La ricerca è un processo di socializzazione La ricerca è una strategia educativa