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Sciascia e la memoria

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Academic year: 2021

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(1)

Sciascia e la memoria

di Mariella Muscariello

In un ipo

te

tico dizionario dei lemmi ricorr

enti nella scrittur

a

di Sciascia, la v

oce “memoria” occuper

ebbe non poco spazio,

per

vasiva com’è t

ant

o nella sua narr

ativa q

uant

o nella sua sag

-gis

tica; spesso esibit

a sin dalle soglie del t

es

to: nei tit

oli –

Il t

ea

-tr

o della memoria, La sent

enza memor abile 1 – e nelle epigr af i, altr ett ant e cit azioni en ab yme di una af follat a ma lucidament e selezionat a memoria le tt er aria. 2 N on sembr a im pr oprio, dunq ue, per c hiarir ci cosa sia s tat a, per

Sciascia, la memoria, par

tir e da un passo di Sa vinio c he lo scrit -tor e di Racalmut o ha pos

to in calce ad un suo ammir

at o int er -vent o sull’aut or e di Hermapr hodit o, f acendolo, tout-cour t, pr oprio: La memoria è la nos tr a cultur a. È l’or dinat a r accolt a dei nos tri pen -sieri. N on solament e dei nos tri pr

opri pensieri: è anc

he l’or

dinat

a

raccolt

a dei pensieri degli altri uomini, di tutti gli uomini c

he ci hanno pr ecedut o. E per ché la memoria è l’or dinat a r accolt a dei pen -sieri nos

tri e altrui, essa è la nos

tr a r eligione (‘r eligio’). N acq ue la Memoria nell’is tant e medesimo c he l’esiliat o A damo var ca va la soglia del P ar adiso t err es tr e… Disper at a er a in principio la Memoria. Ma q uando un dio si a

vvicinò a lei amor

osament e, alla Memoria si aggiunse la Sper anza… N o ve f

iglie generò l’amor

e di Gio ve a Mnemosine. Le q uali, scese c he fur ono sulla t err a, q ues ta ne sospirò di gioia e di consolazione. L ’ar te dunq ue è sor ta dal f econdo gr embo

della Memoria… Se l’ar

te non deriva dalla Memoria

, l’ar te è ignobi -le (p-lebea), ris tr ett a e piena di

noia, vana come i sogni…

3

(2)

Il caso, la memoria; il gioco del combinar

si di occasioni, coin

-cidenze, rispondenze, ricor

di; il conne tt er si e concat enar si dap -prima im per ce

ttibile delle cose vis

te, le tt e, immaginat e, sospe t-tat e, sognat e c he assumono poi r appor ti di cause ed ef fe tti: e tutt o si dispiega, si f a ne tt

o e necessario nel nos

tr o sentiment o, nella nos tr a r

agione, nel nos

tr

o modo di esser

e.

6

L’occasione è una sos

ta in una libr

eria antiq

uaria do

ve lo

sguar

do si posa su di un opuscolo dal tit

olo Il T ex as/ La f err ovia N uo va Y or k T ex as Messicano/La colonizzazione it

aliana della cos

ta

del T

ex

as

e sulla sua dat

a di pubblicazione: 1 88 1 . È da q ui c he pr

ende l’abbrivio il ritmo sinuoso e divagant

e della memoria, capace di attivar e una f itt a tr ama di ric hiami mnes tici tr a le tt e-ratur a e S toria, tr a cinema e f o togr af ia: l’anno 1 88 1 gli ev oca insieme i Mala voglia e l’inizio di q uella «miser a, atr oce, ma negli ef fe tti poi gr andiosa, epopea» c he fu l’emigr azione dei br ac -cianti meridionali v er so il sogno americano; da q ui alla no vella di Maria Messina, La Mèrica , il passaggio a vviene con la v elocità di un lam

po, per poi arrivar

e a r accont ar e, attr av er so v er tigi -nosi cor tocir cuiti tr a Giungla d’asf alt o e F rank Capr a, tr a v ec -chie is tant anee di emigr anti e le t es timonianze dal fr ont e di Vitt orio Ser

eni – «E come il cielo a

vr ebbe po tut o non esser e una t esa fr esc hissima bandier a a s telle e a s trisce? F u così c he ci pr eser o»? – i pr opri per sonali ricor di dello sbar co americano

nella Sicilia del ’43 e il disarmat

o s tupor e dei soldati it aliani all’arriv o, sulle cos

te dell’isola, delle truppe di P

att on e di 285 Sono s tabilit e q ui, in un discor

so, com’è d’uso in Sa

vinio,

segnat

o dalle sue origine gr

ec he e dalle ripe tut e fr eq uent azioni

del mondo classico, pr

of icue eq uazioni c he densif icano la so -st

anza della memoria, nobilit

andone la funzionalità: tr a Me -moria e R eligione, tr a Memoria e Mit o, tr a Memoria e Ar te, tr a Memoria e Civiltà. N on sono f or se q ues ti – r eligione, mit o, ar

te e civiltà – i valori a cui l’int

elle

ttuale Sciascia, laico sacer

-do te di una memoria ‘pr esbit e’ adibit a a sos tener e la sua idea civile della le tt er atur a, è sem pr e rimas to, nel t em po, f edele? 4 Consapev ole, per ché nat o e cr esciut

o in «un piccolo paese,

isola nell’isola, della Sicilia int

erna, senza, in q

uei primi anni,

mai allont anar sene», di a ver e «da in vent ariar e ricor di ben div er -si per q uantità, q ualità e signif icati, di q

uelli di ogni altr

o suo

coe

taneo c

he q

uei primi anni li ha passati in città più o meno

gr andi, in paesi af facciati al mar e o t occati da s tr ade e f err o vie di gr ande tr ansit o», 5 si è sem pr e im pegnat o a tut elar e i «colori» della pr

opria memoria dal «ner

o pr esent e»: i fr ammenti signif i-cativi della s toria pr opria e di q

uella di Sicilia hanno riem

pit

o

gli scaf

fali di una biblio

teca ideale c

he, insieme alla sua biblio

-teca r eale, af follat a di libri, do ve Bor ges con viv e con Br ancati e

Manzoni con Mont

aigne, gli ha consentit

o di pene

tr

ar

e negli

oscuri meandri dell’It

alia cont em por anea. P er

ciò memoria aut

obiogr af ica e memoria le tt er aria spesso si intr

ecciano nella sua scrittur

a, dando origine a t

ent

acolari per

-cor

si critici: valga, per tutti, il saggio dal tit

olo E come il cielo avr ebbe po tut o non esser e. Ques to l’esor dio: 284

(3)

siana, una «cat

egoria spirituale»

9 che, nel caso della scrittrice di

Alimena è la «prudenza». Prudenza nel non andar

e oltr e il modello v er ghiano c he le im pediva di sondar e «altri orizzonti», che f

iniva per conf

inarla in uno spazio mar

ginale, q

uello di un

epigonismo, all’alt

ezza degli anni V

enti del ’900, or amai fuori tem po. 10 Ma Sciascia va oltr e, le riconosce dell’altr o, e indica, accant o a V er

ga, altri nomi da af

fiancar

e alla Messina, primo

fr

a tutti, Luigi Pir

andello: C’è anzi, q uantit ativament e e in q ualità, il pr eciso disv elar si di q uello s tesso orizzont e umano e sociale c he inesauribilmen

-te, già da prima, Pir

andello v

eniva cogliendo e consegna

va alle

N

ov

elle per un anno

e a r omanzi come L’Esclusa: la piccola e inf i-ma bor

ghesia siciliana e, dentr

o l’angus tia e lo spent o grigior e di una t al classe, la sof focat a e angosciant e condizione della

donna. Come, appunt

o, in Pir

andello: ma vissut

a più dall’in

-terno, con una sensitività più pr

ont a e accor at a: da f ar pensar e a Cec ho v più c he a V er

ga; e nel nome di Cec

ho v, v er o maes tr o ad entr

ambe, alla sua coe

tanea K

atherine Mansf

ield. Che poi

Maria Messina abbia poco conosciut

o Cec

ho

v, come è pr

esu

-mibile, e per nulla la Mansf

ield, non ci im

pedisce di def

inirla

(alla Bor

gese, ma senza per

ent orie tà) una Mansf ield siciliana. 11 È così c he Sciascia o ttiene il duplice ef fe tt o e di includerla nel suo «sis

tema», nella «galassia pir

andelliana», 12 e, attr av er so Pi -randello, di conf erir e alla scrittur a della Messina un r espir o eu

-ropeo. Insomma, Sciascia, come ebbe a dir

e di Pir andello, «è sem pr e dalla par te di lei»: 287 Montgomer y. 7 P arlando degli auct or es sciasciani, Ant onio Di Gr ado ci ha avv er titi c he è oppor tuno dis tinguer

e «i modelli dalle scoper

te (o riscoper te) […], q ues to o q uel P adr e le tt er ario, dalla v ocazio -ne a f ar si a sua v olt a padr e put ativ o e gener oso talent scout ». 8 È pr oprio su q ues to piano c

he Maria Messina e Gio

vanni V er ga sembr ano of frir si come t es timoni a f av or e di q ues to duplice im pegno di Sciascia le tt or

e, della sua memoria, or

a declinat a a so ttr arr e all’oblio delle s torie le tt er arie fr ammenti signif icativi della tr

adizione dei Siciliani, or

a dispos ta, con gr ande ones tà int elle ttuale, a “rilegger e” per r ecuper ar e alla pr opria idea di le t-ter atur a scritt ori pr egiudizialment e es tr omessi. Dell’esis tenza e dell’oper

a di Maria Messina, nat

a ad Alimena nel 1 88 7 e mor ta a Pis toia nel ’4 4, il pubblico it aliano er a pr es -soc hé ignar o f

ino agli anni Ott

ant

a, q

uando, su suggeriment

o

di Leonar

do Sciascia, la casa editrice Sellerio ha iniziat

o a pub -blicarne le no velle, i r omanzi, la le tt er atur a per l’inf anzia. Il repec hage inizia nell’’8

1 con una silloge di tr

e no velle, Casa pat er -na , Gli ospiti, L ’or a c he passa , accom pagnat e da U na no ta a f irma di Sciascia c

he è insieme, nella lim

pida ricc

hezza dei rilievi cri

-tici c

he contiene, una mir

abile le

ttur

a dei suoi mondi narr

ativi e delle sof fer enti silhoue tt es femminili c he ne sono pr o tagonis te, ma anc he una sor ta di is

truzioni per l’uso per adde

tti ai la vori int er essati all’ascolt o di disper se v oci f

emminili. Sciascia par

te da Bor gese c he ne La vit a e il libr o av eva a vut o il merit o di segna -lar e ai pr opri le tt

ori la Messina attribuendole, secondo una

modalità c

he a Mengaldo è par

sa ricorr

ent

e nella critica bor

ge

(4)

Maria Messina af fidano i des tini dei pr opri per sonaggi: la vit a di ’Nt oni, tr ansfuga ed apos tat

a dell’ideale dell’ ‘os

trica’, sarà, dopo la def initiva par tenza da A ci-T

rezza, come il mar

e c

he

«non ha paese nemmen lui»;

16 mentr e è nel mar e c he l’er oina messiniana per la q

uale, come Sciascia ha rilevat

o, non sono

pr

evis

ti pir

andelliani «buc

hi nel cielo di car

ta da cui […] scende

l’idea della fuga o la gr

azia della f ollia», 17 cer ca la mor te. T ra i due tr agitti pr

edominanti nel per

cor so della le tt er atur a siciliana, acut ament e tr acciati da N at ale T

edesco – una linea

epico-lirica, da V

er

ga a Vitt

orini a Bona

viri, e una linea saggi

-stico-discor siva, da De R ober to a Pir andello a Br ancati – è indubbio c

he Sciascia si sia riconosciut

o appieno nella secon

-da. 18 P er sua esplicit a ammissione, er a andat o, nel t em po, ad una pr ogr essiva svalut azione dei Mala voglia , q uasi ad una «insof fer enza». 19 Ma la pr

atica del rilegger

e – ha scritt

o, inf

atti,

che «la gioia del rilegger

e è più int ensa e luminosa di q uella del legger e» 20 – e l’incontr o inatt

eso con una delle meno no

te no velle v er ghiane, La c hia ve d’or

o, hanno sia cambiat

o di segno

il suo giudizio sul primo r

omanzo del Ciclo dei Vinti, sia rio

-rient at o la sua int er pr et azione dell’oper a v er ghiana c he, af fr an -cat a dall’ipo

teca dell’“ideologia”, gli riv

ela altr

e, a lui più con

-geniali r agioni. A La c hia ve d’or o Sciascia ha riser vat

o un saggio – dal tit

olo

per noi esem

plar e, V er ga e la memoria – per fe tt ament e so vr ap -ponibile alla s truttur a di un poliziesco, do ve il critico, indossa -ti i panni di un sagace de tectiv e, pr es ta minuziosa att enzione ai de tt agli, la vor

a, per dirla con La

vage

tt

o, «con piccoli indizi», tr

a-289

È q

uando esce dal mit

o e guar da la donna dentr o la socie tà, dentr o la f

amiglia, vittima appunt

o di q

uel pr

egiudizio antico cui altri ne ha

aggiunt o l’inf ima bor ghesia f er ocement e (e q

uella siciliana in par

ti -colar e), c he Pir andello div ent

a, come oggi si dir

ebbe, uno scritt

or

e

“f

emminis

ta”; e possiamo anc

he dir e il più “f emminis ta c he la le tt e-ratur a it aliana anno veri. La sua tr epida, dolor osa, angosciat a att en

-zione alla condi-zione della donna […] non ha incrinatur

e, sf aglio, contr addizioni: Lo scritt or e è sem pr e dalla par te di lei. 1 3 U n le tt or e di V er ga e di Pir andello, sollecit at o dalle sugge -stioni int er pr et ativ e of fer

te da Sciascia, non può non a

vv er tir e che nella tr ama di Casa pat erna , prima no

vella della silloge, tr

o-vano nuo va f orma t ant o pir andelliane «s tanze della t or tur a», q uant o v er ghiani, tr agici sr adicamenti dal no to. 14 È la s toria di V anna c he, fuggit a da R

oma e da un matrimonio inf

elice, cer ta di tr o var e af fe

ttuosa accoglienza nella casa pat

erna, dolor osa -ment e v erif ica l’emar

ginazione a cui la sua f

amiglia d’origine,

regolat

a sulle con

venzioni di una piccola socie

tà di pr

o

vincia, la

des

tina. Come Mar

ta A yala, V anna div ent a una s tr anier a all’in -terno della f

amiglia, come lei viv

e c

hiusa nei perime

tri clau -str of obici pr edispos ti dai f

alsi miti della decenza e dell’onor

e, come lei è s tr ett a nelle maglie di un pr essoc hé unanime os tr a-cismo. Ma l’amar o consuntiv o a cui arriva – «N on si t orna. T utt

o cambia [...] e ciascuno ti accoglie, come si accoglie una

str anier a di passaggio» 1 5 – sembr a l’eco pr olungat a dell’addio del gio vane ‘Nt oni Mala voglia c he, per a ver vis to il ‘mondo’, patisce un irr ev er sibile s tr aniament o nel riacq uis tat o nido pat erno? È alla f igur

alità del mar

e c he t ant o V er ga q uant o 288

(5)

velo c he copriva, a suo a vviso, la sos tanza pr of onda dell’oper a ver ghiana c he è, appunt

o, la memoria. Ma l’indagine continua

e, ado

tt

ando uno dei principi me

todologici f

ondanti af

fermati

da Holmes – la necessaria applicazione al «f

att o» di un r agio -nament o r egr essiv o o analitico –, 2 4 Sciascia riper corr e à rébour s la s toria di V er ga e N edda , F ant as tic heria e i Mala voglia div ent a-no altr ett anti t es ti a f av or e del «peculiar e appor to della memo -ria» nell’oper a dello scritt or e cat anese. In N edda agisce, inf atti, un com

plesso gioco di rifr

azioni mnemonic

he: è la f

iamma di

un camine

tt

o, come la «madeleine inzuppat

a nell’infuso», a f ar riscoprir e ad un r omanzier e annoiat o, satur o di immaginazio -ne, il po tenziale narr ativ o im plicit o nei f atti di Sicilia; in F an -tas tic heria , la sos tanza «svagat a, capricciosa, lont ana della me

-moria» assume, per Sciascia, cor

por

ea identità nella com

pagna di viaggio ripe tut ament e in vit at a dall’aut or e a r amment ar e q uant o ha vis to nella br ev e sos ta ad A ci-T rezza; nei Mala voglia , è nella f orma, nello s tile, c

he a Sciascia si palesa, come un’epi

-fania, il tr

att

o pr

ecipuo della scrittur

a v er ghiana, c he è un «ria -scolt ar e, un tr asf erir

e la memoria alla memoria di una v

oce, di

un modo, di una cadenza, di una sint

assi», è memoria di «una

voce narr ant e». 25 U na f

iamma, una donna, un bambino, sono

altr

ett

anti pezzi di un puzzle c

he, incas tr ati tr a di lor o, of fr ono al le tt or e una «c hia ve d’or o» – la c hia

ve della memoria – con cui

entr ar e nei segr eti dell’oper a di V er ga e risolv er e q uello c he a Giacomo Debenede tti er a par so un mis ter

o nella sua biogr

af

ia

int

elle

ttuale: il salt

o, il brusco passaggio dalla mediocrità dei

romanzi mondani al genio della narr

ativa rus ticana. 26 291 sf ormandosi in un «ins tancabile risolut or e di enigmi». 21 La no

-vella ha tutti gli ingr

edienti per intrigar

e Leonar do Sciascia: c’è un assassinio, q uello di un po ver o ladr o d’oliv e ammazzat o da un cam pier e, Sur far eddu, sor ta di maf ioso c he la vor a alle

dipendenze di un canonico; c’è il giudice c

he, v enut o a f ar e giu -stizia, ma dispos to a lasciar si corr om per e, f inge di a ver per so nel frutt et o la c hia ve del pr oprio or ologio; e c’è il canonico s tes -so c he, int enzionat o ad occult ar e la v erità, com pr a il silenzio del tut or e dell’or

dine con una c

hia

ve d’or

o c

he, insieme all’in

-dult

o di Garibaldi, o

ttiene la piena assoluzione dei colpev

oli. U na «s toria mor ale», q ues ta, do ve, seppur e nel linguaggio r a-str emat o c he gli è pr oprio, il narr at or e s ta, decisament e dalla par

te della «gentuzza», esce da «q

uell’ambiguità tr a pie tà e ideo -logia» c he Sciascia, dissent endone, a veva a vv er tit o nella no vella Liber tà. 22 Ma c’è di più. Munit o, me taf oricament e, della s tessa lent e d’ingr andiment o c he perme tt e a Sherloc k Holmes di risa -lir e dalla cener e di un sigar

o all’identità dell’assassino, Sciascia

si sof ferma su di un de tt aglio, nascos to tr a le pieghe dell’in -tr eccio, all’appar enza irrilevant e. È la pr esenza di un bambino

sul luogo del delitt

o: «Ma appena fuori dal cor

tile – si legge nella no vella – si tr o var ono fr a i piedi Luigino, c he er a sgat -taiolat o fr a la gent e. – P or tat e via q ues to r

agazzo, gridò lo zio

canonico. – N o! V oglio andar e a v eder e anc he io! – s trilla va cos tui. E dopo, f inc

hé visse, gli rimase im

pr esso in ment e lo spe tt acolo c he a veva a vut o so tt o gli occ hi così piccolo». 23 È così

che Luigino e la sua capacità, nel t

em po, di ricor dar e, div ent

a-no per Sciascia una riv

elazione, gli consent

ono di rimuo

ver

e un

(6)

amnesia, nella q

uale, come ha scritt

o Br

ancati,

la par

ola “pos

teri” è messa in ridicolo, e si cer

ca di dimos tr ar e c he i mor ti non esis tono. In q ues to modo, si t

olgono di mezzo dei t

ermi -ni di par agone c he po tr ebber o f ar ci arr ossir

e: gli uomini del passat

o

e q

uelli dell’a

vv

enir

e; e si dà a tutti gl’imbecilli il cor

aggio c

he gli

imbecilli sogliono a

ver

e q

uando sanno di agir

e senza t

es

timoni.

30

293

E così, con il rigor

e analitico, la capacità af fabulativa c he con -tr addis tingue la sua pr osa, anc he q uella saggis tica, Sciascia accoglie V er ga tr a q uei «milit

anti della memoria» c

he fur

ono, a

div

er

so modo, gli scritt

ori siciliani, int

enti a non occult

ar e la S toria, a rimuo ver e im pos tur e, a cer car e inf aticabilment e giu -stizia nei so tt err anei del P o ter e: Alla tur pe pr et

esa odierna di azzer

ar e la s toria, di addomes ticar e e appiattir e quella st oria, la le tt er atur

a dei siciliani si contr

appone of fr en -dosi come un t eatr

o della memoria, e come una trincea, un pos

to di vede tt a donde f ar sq uillar

e l’allarme su ogni sor

ta di mis tif icazione, di omologazione, di colpev ole oblio. A gli scritt ori isolani po tr ebbe per ciò adatt ar si la def inizione di “milit

anti della memoria” di cui si fr

egiar

o

-no gli a-nonimi membri di q

uella socie

tà dei “gius

ti” c

he, nel secolo

appena tr

ascor

so, si er

ano assunti il com

pit

o di salvar

e almeno una

vit

a dai lager nazis

ti o dallo s terminio tur co degli armeni. 27 Se De R ober to vi si im

pegnò utilizzando gli acidi corr

osivi del

suo natur

alismo critico, se l’amat

o Pir

andello si ser

vì del bis

tu

-ri dell’umo-rismo per -rimuo

ver e le masc her e c he nascondono i volti, Sciascia pr ef erì armar si di uno “sce ttico disincant o” evi -dent e, come un lascit o t es tament ario, dal so tt o tit olo scelt o per la r accolt a, pubblicat a pos tuma, di ar ticoli giornalis tici: A futu

-ra memoria (se la memoria

ha un futur o) . 28 Sce tticismo e disincan

-to – disposizioni ineludibili di una lucida coscienza critica – che non scalf

ir

ono la sua f

ede nella scrittur

a, la sua t

enacia

nello scriv

er

e, per l’opinione pubblica, su «cer

ti delitti, cer

ta

amminis

tr

azione della gius

tizia; e sulla maf

ia» 29 , altr ett ant e so -pr af fazioni consumat e in un’epoca af fe tt a da una inq uie tant e 292

(7)

6 L. S CIASCIA , E come il cielo a vr ebbe po tut o non esser e, in L. S CIASCIA , op. cit., p. 1 81 . 7 Si rimanda a tutt o il saggio, q ui necessariament e sint etizzat o, in L. S CIASCIA , op. cit., pp. 1 81-88. 8 A . D I G RADO , L’alber o genealogico e l’oliv o sar aceno, in R. C AS TELLI (a cur a di), Leonar do Sciascia e la tr

adizione dei siciliani

, Calt anisse tt a-R oma, Salvat or e Sciascia edit or e, 2000, pp. 8-9.

9 «La seconda modalità f

ondament

ale, e di gr

an lunga la più attiva, della cri

-tica di Bor gese consis te nel risolv er e, o t ender e a f arlo, oper e, per sonaggi ecc. in cat

egorie spirituali gener

ali», P .V . M ENG ALDO , Giuseppe Ant onio Bor gese , in P .V . M ENG ALDO , Pr of

ili di critici del N

ov ecent o, T orino, Bollati Boringhieri, 1 998, p. 32. 10 G. A . B OR GESE , U na scolar a di V er ga , in G. A . B OR GESE , La vit a e il libr o, T er

za serie, Bologna, Zanic

helli, 1 928, pp. 1 6 4-69. 11 L. S CIASCIA , N ot a a M. M ESSIN A , Casa pat erna , P alermo, Sellerio, 1 990, pp. 60-1 . 1 2 È Di Gr ado a parlar

e, per Sciascia e i suoi aut

ori, di «sis tema», di «galassia pir andelliana», A . D I G RADO , op. cit., p. 9. 1 3 L. S CIASCIA , Ev a, in Alf abe to pir andelliano , or a in C. A MBR OISE (a cur a di), Oper e 1 98 4-1 989 , Milano, Bom piani, 200 4, p. 4 78. 14 In merit o si v eda L. S CIASCIA , U na scrittur a in tr ansit o. Maria Messina tr a V er ga e Pir andello , in La civile le tt er atur a. Studi sull’Ott ocent o e il N ov ecent o of fer -ti ad Ant onio P alermo , II, Il N ov ecent o, N apoli, Liguori, 2002, pp. 1 71-85. 1 5 M. M ESSIN A , op. cit., p. 25. 16 F . C ECCO (a cur a di), I Mala voglia , T orino, Einaudi, 1 99 7, p. 3 71 . 17 L. S CIASCIA , op. cit., p. 62. 18 N . T EDESCO , Sciascia e la tr

adizione dei siciliani

, in R. C AS TELLI (a cur a di), op. cit., p. 1 7. 19 «E debbo pr eme tt er e […] c

he negli anni in cui non l’ho più rile

tt o sono andat o v er so una svalut azione dell’oper a, arrivando per

sino ad una insof

fe-renza q uasi uguale a q uella c he manif es ta Dominiq ue F ernandez in Mér e Medit err anée », L. S CIASCIA , V er ga e la memoria , in L. S CIASCIA , op. cit., pp. 1 58-59. 295 N o te 1 L . S CIASCIA , Il t eatr

o della memoria. La sent

enza memor abile , Milano, A delphi, 200 4. 2 In pr oposit

o Vincenzo Consolo ha scritt

o c

he le epigr

af

i di Leonar

do

Sciascia sono «rimemor

azione della le tt er atur a, la gr ande le tt er atur a d’altri tem pi e d’altri cont es ti, cielo di v erità sopr a un mondo, contr o una s toria di menzogna e di sconf itt a, di of

fesa all’uomo. […] In Sciascia l’epigr

af

e, come

il tit

olo, come l’illus

tr azione in coper tina – sem pr e dallo scritt or e scelt a e indicat a all’edit or

e – come la dedica, come ogni altr

o element o del par at e-st o, è q uant

o di più vicino, di più connatur

at

o al t

es

to ci sia. La sua epigr

a-fe è sem pr e di un aut or e scelt o per ammir azione e immedesimazione, è br ano, fr ase di un’oper a so tt

o la cui luce bisogna porr

e il t es to c he ci accin -giamo a legger e», V . C ONSOL O , Pr ef azione a P . D I S IL VES TR O , Le epigr af i di Leonar do Sciascia illus tr at e da 25 disegni a c hina , P alermo, Sellerio, 1 996, pp. 11-3. 3 Il br ano, tr att o dall’ar ticolo di Sa vinio (A . S A VINIO , Primi saggi di f ilosof ia delle ar ti, in “ V alori plas tici”, 1 920, 5), è cit at

o da Sciascia nel suo

Sa vinio (L . S CIASCIA , Sa vinio , in L. S CIASCIA , Cruciv erba , T orino, Einaudi, 1 983, pp. 2 14-1 5). 4 «L ’in ves tigazione, come a vv er te Sciascia da le tt or e e aut or e di de tectiv e-s to-ries , im plica la me taf isica; e dunq ue l’intuizione riv elatrice vi si conf igur a come vaticinio, f ondat o su una continuità fr a passat o e futur o nell’e terno pr esent e del t eatr o della memoria: o vv er o sulla c hiar o

veggenza d’una memo

-ria “pr esbit e”, cioè ar che tipica, c

he “va alle cose lont

ane e svanisce sulle vici

-ne” e gr azie a q ues ta sua tr aspar

enza, come “di un vino c

he si decant a”, rie -sce a legger e nei nos tri des tini colle ttivi l’incessant e f erment ar e di r emo te finzioni», A . D I G RADO , Leonar do Sciascia: la f igur a e l’oper a, Marina di P atti, Pungit opo, 1 986, p. 1 9. 5 L. S CIASCIA , C’er a una v olt a il cinema , in L. S CIASCIA , F atti div er si di s toria civile e le tt er aria , Milano, A delphi, 2009, p. 1 72. 294

(8)

20 L. S CIASCIA , Del rilegger e, in L. S CIASCIA , op. cit., p. 25 7. 21 M. L A V A GETT O , La vor ar

e con piccoli indizi

, T

orino, Bollati Boringhieri,

2003, p. 33. 22 L. S CIASCIA , op. cit., p. 1 5 4. A veva scritt o a pr oposit o della no vella Liber , di a ver e il sospe tt o c he «in Liber le r agioni dell’ar

te, cioè di una superior

e mis tif icazione c he è poi superior e v

erità, abbiano coinciso con le r

agioni di una mis tif icazione risor giment ale cui il V er ga, monar

chico e crispino, si sen

-tiva t enut o», L. S CIASCIA , V er ga e la liber , in L. S CIASCIA , La cor da pazza. Scritt

ori e cose della Sicilia

, T orino, Einaudi, 1 9 70, p. 8 7. 23 G. V ER G A , La c hia ve d’or o, in C. R ICC ARDI (a cur a di) T utt e le no velle , Milano, Mondadori, 1 990, p. 9 1 3. 2 4 M. L A V A GETT O , op. cit., p. 2 1 . 25 L. S CIASCIA , op. cit., pp. 1 55-58. 26 Il rif eriment o è al saggio di G. D EBENEDETTI , Pr esagi del V er ga , in F . C ONT ORBIA (a cur a di), Saggi critici , Milano, Mondadori, 1 982, pp. 20 7-2 1 . 27 A . D I G RADO ,

“Pieni gli occ

hi, e vuo

te le mani, del ricor

do di lei” , in A . D I G RADO , La lo tt

a con l’angelo. Gli scritt

ori e le f edi , N apoli, Liguori, 2002, p. 7 4. 28 Su q ues to v olume pos tumo, pubblicat o da Bom

piani nel dicembr

e dell’89, ha scritt o ancor a Ant onio Di Gr ado: « A futur a memoria s’intit ola l’ultima r accolt a pos tuma aut orizzat a da Sciascia: c he tutt avia, pr esago e disincant at o com’er a, l’ha so tt o tit olat a

(se la memoria ha un futur

o).

Sapeva di

esser

e lui, l’ultima irrisoria caparr

a di q uel futur o: lui c he a veva t enut o in vit

a i sensi e le idee della ‘sicilitudine’ gius

to per censirli prima della f

ine,

con disillusa e tutt

avia os tinat a int elligenza d’amor e», A . D I G RADO , op. cit., p. 5 1 . 29 L . S CIASCIA , Intr oduzione a A futur

a memoria (se la memoria ha un futur

o) , in C. A MBR OISE (a cur

a di), op. cit., p. 7

70. 30 V . B RANC A TI , N

on amo la mia epoca

, in S. D E F EO -G. A . C IB O TT O (a cur a di), Il bor

ghese e l’immensità. Scritti 1

930/1 95 4 , Milano, Bom piani, 1 9 73, p. 16 4. Si v eda anc he di Br ancati, V . B RANC A TI ,

I piaceri della memoria

, in L. S CIASCIA (a cur a di), Oper e 1 932-1 9 46 , Milano, Bom piani, 1 98 7, pp. 605-608. 296

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