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1.2. La Casa de Papel: creación y producción

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Academic year: 2021

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RIASSUNTO

La Casa di Carta, dal titolo originario La Casa de Papel, è una serie televisiva che ha fatto il suo debutto nel 2017 sui palinsesti spagnoli, ma che ha ancora tanto da dimostrare. La serie è sorella di alcuni prodotti già famosi tra gli spettatori italiani, conosciuti come Il Segreto e Paso Adelante, prodotti entrambi da Antena 3. Tra le serie presenti attualmente sulle piattaforme di streaming, La Casa di Carta costituisce un esempio pratico e interessante che spieghi l’importanza dello

storytelling in un’epoca così fortemente caratterizzata dalla mancanza di programmazione fissa e dal cosiddetto binge-watching. Grazie a una fortunata serie di icone e a un cast accattivante, la serie si propone non solo come prodotto di intrattenimento, ma come elemento di riflessione ispirazione per il pubblico, che ne è influenzato positivamente o negativamente.

Creata ufficialmente da Álex Pina e ad oggi prodotta da Netflix in collaborazione con Vancouver Media e Artesmedia, la serie nasce per un pubblico prettamente iberico con fatti e riferimenti ad elementi culturali selettivi, ma non si lascia fermare: nel giro di due anni, il suo successo è andato ben oltre le barriere geografiche e linguistiche, tanto da renderla la serie più vista e amata nella maggior parte dei pasi del mondo. La sua diffusione è data da una intelligente commistione del genere romantico e di azione, da temi attuali come crisi economica, femminismo e relazioni interpersonali, sullo sfondo dell’eterna dicotomia tra ciò che è giusto e quanto è socialmente inaccettabile. L’opinione pubblica e la propaganda, due degli argomenti più importanti, saranno analizzati nella realtà e nella finzione, con riferimenti agli eventi di cronaca legati alla serie accaduti negli ultimi tre anni.

Lo scopo di questa tesi è quello di stabilire in maniera oggettiva le ragioni che hanno portato alla ribalta una serie iberica in Italia, oltre che quello di evidenziare le caratteristiche vincenti di una narrazione pseudo-realista nel 2020. Verranno considerate caratterizzazione dei personaggi principali, resa delle scene principali e influenza del discorso politico all’interno della serie. Nel dettaglio, la tesi affronta inoltre il salto di qualità affrontato grazie al cambio di casa di produzione e dal conseguente aumento di capitale a disposizione, insieme all’evoluzione delle modalità di

promozione prima, durante e dopo la sua messa in onda.

Al fine di comprenderne gli intenti e la realizzazione, l’analisi si è svolta sulla base di trentuno episodi per un totale di quattro stagioni, sia da un punto di vista tecnico-cinematografico che da un punto di vista letterario. Mi sono soffermata in particolare sulla specificità dei temi e sulla loro contestualizzazione in Spagna e Italia, per poi riassumere in queste pagine gli elementi in comune e in disaccordo, le difficoltà di comprensione dovute alla traduzione e le tecniche di marketing utilizzate dalla casa Netflix per la promozione e la realizzazione del progetto. Il paragone risulta eccezionalmente utile nell’ambito della rosa dei personaggi, dello stile di vita presentato e della musica, elemento fondamentale del successo della serie.

In conclusione, verranno riassunti i parametri condivisi dalla produzione e dal pubblico spagnolo e italiano, i simboli che uniscono la cultura ispanica alla nostra e gli elementi che la allontanano.

Infine, la tesi presenta un tentativo di pronostico per il futuro de La Casa di Carta e dei suoi prodotti gemelli.

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ABSTRACT

Money Heist, originally titled La Casa de Papel, is a television series that made its debut on Spanish programming in 2017, but which still has much to prove. The series is sister to some products already famous among Italian viewers, known as Il Segreto and Paso Adelante, both produced by Antena 3. Among the series that are currently available on streaming platforms, La Casa di Carta is a practical and interesting example that explains the importance of storytelling in an era so strongly characterized by the lack of fixed programming and by the so-called binge-watching. Thanks to a successful list of icons and a captivating cast, the series proposes itself not only as an entertainment product, but as an inspirational and reflective element for the audience, which is influenced either positively or negatively by it.

Officially created by Álex Pina and produced by Netflix in collaboration with Vancouver Media and Artesmedia, the series was born for a purely Iberian audience with facts and references to selective cultural elements, which cannot restrain it: in the space of two years, its success has gone far beyond geographical and linguistic barriers, making it the most widely watched and loved series around the world. Its diffusion is given by an intelligent mixture of romantic and action genres, by current themes such as economic crisis, feminism and interpersonal relations, with the background of the eternal dichotomy between what is right and what is socially unacceptable. Public opinion and propaganda, two of the most important topics, will be analyzed in reality and fiction, with references to news events related to the series that happened during the last three years.

The aim of this thesis is to objectively establish the reasons that have brought an Iberian series into the limelight in Italy, as well as to highlight the winning characteristics of a pseudo-realist narrative in 2020. Characterization of the main characters, rendering of the main scenes and influence of political discourse will be considered. In detail, the thesis also addresses the quantum leap addressed by the change of production house and the consequent increase in available budget, together with the evolution of the promotion modes before, during and after its airing.

In order to understand its intent and realization, the analysis was carried out on the basis of thirty- one episodes for a total of four seasons, both from a technical-cinematographic and literary point of view. I dwelt in particular on the specificity of the themes and their contextualization in Spain and Italy, and then summarized in these pages the elements in common and in disagreement, together with the difficulties of understanding due to translation and the marketing techniques used by the Netflix house for the promotion and implementation of the project. The comparison is exceptionally useful in the context of the characters, the lifestyle presented and the music, a fundamental element of the series' success.

In conclusion, we will summarize the parameters shared by Spanish and Italian production and public, the symbols that unite Hispanic culture with ours and the elements that drive it away.

Finally, the thesis presents an attempt to predict the future of Money Heist and its twin products.

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RESUMEN

La Casa di Carta, originalmente titulada La Casa de Papel, es una serie de televisión que debutó en 2017 en la programación española, pero que aún tiene mucho que demostrar. La serie es hermana de algunos productos ya famosos entre los espectadores italianos, conocidos como Il Segreto y Paso Adelante, ambos producidos por Antena 3. Entre las series que se encuentran actualmente en las plataformas de streaming, La Casa de Papel es un ejemplo práctico e interesante que explica la importancia del storytelling en una época tan fuertemente caracterizada por la falta de programación fija y el llamado "binge-watching". Gracias a una exitosa serie de iconos y a un cautivador elenco, la serie no sólo se propone como un producto de entretenimiento, sino como un elemento de

reflexión inspirador para el público, que se ve influenciado positivamente o negativamente por ella.

Creada oficialmente por Álex Pina y ahora producida por Netflix en colaboración con Vancouver Media y Artesmedia, la serie fue creada para un público puramente ibérico con hechos y referencias a elementos culturales selectivos, pero no se detiene: en el espacio de dos años, su éxito ha superado con creces las barreras geográficas y lingüísticas, hasta el punto de convertirse en la serie más vista y amada en la mayoría de los países del mundo. Su difusión viene dada por una inteligente mezcla de romanticismo y acción, por temas actuales como la crisis económica, el feminismo y las

relaciones interpersonales, sobre el trasfondo de la eterna dicotomía entre lo que es correcto y lo que es socialmente inaceptable. La opinión pública y la propaganda, dos de los temas más

importantes, serán analizados en la realidad y la ficción, con referencias a las noticias relacionadas con las series que ocurrieron en los últimos tres años.

El objetivo de esta tesis es establecer objetivamente las razones que han llevado a una serie ibérica a la vanguardia en Italia, así como destacar las características ganadoras de una narrativa pseudo- realista en 2020. Se considerará la caracterización de los personajes principales, la representación de las escenas principales y la influencia del discurso político dentro de la serie. En detalle, la tesis también trata del salto cuántico abordado por el cambio de casa de producción y el consiguiente aumento del capital disponible, junto con la evolución de los modos de promoción antes, durante y después de su emisión.

Para comprender su intención y realización, el análisis se llevó a cabo sobre la base de treinta y un episodios para un total de cuatro temporadas, tanto desde el punto de vista técnico-cinematográfico como literario. Me detuve en particular en la especificidad de los temas y su contextualización en España y Italia, y luego resumí en estas páginas los elementos en común y en desacuerdo, las dificultades de comprensión debidas a la traducción y las técnicas de comercialización utilizadas por la casa Netflix para la promoción y realización del proyecto. La comparación es

excepcionalmente útil en el contexto de los personajes, el estilo de vida presentado y la música, elemento fundamental del éxito de la serie.

Para concluir, se resumirán los parámetros compartidos por la producción y el público español e italiano, los símbolos que unen la cultura hispana con la nuestra y los elementos que la alejan.

Finalmente, la tesis presenta un intento de predecir el futuro de La Casa de Papel y sus productos gemelos.

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Indice

Introducción ... 5

1. La Trama ... 7

1.1. Los Personajes ... 8

1.2. La Casa de Papel: creación y producción ... 11

1.3. Un guion en desarrollo ... 14

1.4.1. Escenas principales: Primera Temporada ... 16

1.4.2. Escenas principales: Segunda Temporada ... 20

1.4.3. Escenas principales: Tercera Temporada ... 21

1.4.4. Escenas principales: Cuarta Temporada ... 22

2. Narración entre realidad y ficción ... 23

2.1. Storytelling ... 23

2.2. La narración de Pina ... 25

2.3. Opinión pública ... 27

2.4. Símbolos ... 29

3. Los temas principales ... 32

3.1. Realismo ... 32

3.2. Crisis económica ... 35

3.3. Política de género ... 37

3.3.1. Mónica Gaztambide: una mujer en busca de ternura ... 38

3.3.2. Raquel Murillo: la violencia de género y el empoderamiento de la mujer ... 40

3.3.3. Ariadna: ¿acoso o consentimiento? ... 40

3.3.4. El papel de la madre ... 41

3.3.5. El papel de la hija ... 41

3.3.6. La política del Bum Bum Chao ... 42

3.3.7. La persecución de Ángel ... 42

3.4. Estetización de la violencia ... 43

3.5. Música ... 45

4. La comunicación de La Casa de Papel ... 50

4.1. Léxico ... 50

4.1.1. Argot y prejuicios ... 51

4.1.2. Dificultades en la traducción ... 53

5. Las figuras de la serie ... 55

5.1. Proyectos paralelos ... 57

Conclusiones ... 57

Bibliografía ... 59

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Introducción

La historia del cinema es una serie aún en curso, en continuo desarrollo y en sintonía con los tiempos. A partir de unos pocos minutos de documentales silenciosos, nada más que unas pocas imágenes en secuencia, el mundo del vídeo ha dado pasos de gigante y ha evolucionado hacia formas diferentes, con un público exigente e historias cada vez más intrigantes. El antepasado de la serie de televisión tal y como la conocemos hoy en día es el guion de la década de 1930, el teledrama que inicialmente trataba de obras literarias ya existentes. Después de varios experimentos, aumentos de presupuesto, reducción de tiempo, tenemos series históricas como Sentieri y Dallas. En poco tiempo, las series de televisión finalmente comenzaron a asumir la misma variedad de contenidos de feuilletons y revistas.

Hasta hace unos años, ver una serie de televisión era un acontecimiento emocionante: se esperaba el momento, siempre el mismo sólo una vez a la semana, y con suerte nadie más querría ver la televisión. Era un producto de larga conservación, visto poco a poco y con largas historias, incluso demasiado largas, pero que podía contar con una conexión estable con el público fiel. Ahora el mundo ha cambiado.

Las nuevas tecnologías han dado lugar a la posibilidad de piratear las películas que se ven en los cines, de ver series de televisión grabadas ilegalmente, e también de modificar productos teóricamente cubiertos por el derecho de autor. Para resolver el problema, los grandes señores de Internet han creado plataformas exclusivas y de pago, en las que el contenido es a la vez exclusivo y de libre acceso en línea.

Estos oasis de contenido de alta definición existen desde hace años a la carta, aunque nadie los conocía: catálogo reducido, pocas inversiones en marketing y así Netflix no pudo empezar antes de 2013, aunque se creó en 1997. Antes de que se pudiera ver el contenido del streaming, Netflix funcionaba como un alquiler de video, pero en línea: los DVDs reservados en la red se enviaban directamente a la casa de los consumidores, con comodidad. Después de una evolución inicial en 2008, el viraje llegó con la producción de la primera serie de Netflix, House of Cards. Después de su éxito, produjo alrededor de 126 series y películas en 2016, superando a otras plataformas competidoras. Hoy en día, la plataforma fundada por Reed Hastings y Marc Randolph tiene aproximadamente 8600 empleados en oficinas de los Países Bajos, la India, el Japón, los Estados Unidos, el Brasil y Corea del Sur. En lo que respecta al número de títulos, no hay cifras seguras sobre las cifras totales, pero hay entre 2000 y 6000 títulos según el país de referencia. El nacimiento de estas plataformas es una revolución en pleno vigor, por varias razones: la usabilidad del contenido se vuelve casi global; el contenido está disponible todos los días, a cualquier hora del día; no hay horarios obligatorios, el contenido es accesible hasta el final sin interrupciones ni publicidad. En conclusión, el sistema de difusión de contenidos ha experimentado un cambio trascendental en cuanto a los aspectos logísticos, jurídicos y económicos. Y eso no es todo. La posibilidad de ver una película o una serie de televisión sin límites hace que la escala se incline más hacia el segundo formato, ahora más que nunca. Una serie de televisión tiene más contenido disponible, un compromiso más fuerte y una gama más amplia de posibilidades. La razón es simple: si a la audiencia le gusta un episodio, el siguiente probablemente también tendrá éxito. Por otro lado, el cine está perdiendo terreno. La compra de entradas para ver las películas en los cines se vuelve costosa y el público espera a que el título sea adquirido por la plataforma, que en cambio permite el acceso garantizado a todos los contenidos por un precio mensual mucho más bajo.

Los nuevos métodos de uso quitan parte de la magia, por supuesto, pero han demostrado ser la estrategia ganadora para muchas empresas que han formado alianzas económicas en el pasado.

Para entender por qué, basta con pensar en las diversas películas esperadas este año, que han decidido probar la emisión de pago en plataformas secundarias - teniendo muy poco éxito. Como resultado, más y más producciones se mueven directamente a la pantalla pequeña, manteniendo el mismo tamaño de contenido.

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Se trata de un fenómeno gradual, que ciertamente se ha acelerado durante el año 2020 debido al aislamiento forzoso de Covid-19. Así que Netflix crece y sigue creciendo, superando a las plataformas que en su lugar empiezan a cambiar de formato, como Amazon Prime Video y Disney Plus, de reciente creación, pero difícilmente comparable. Sólo el pasado 15 de abril, la plataforma Netflix registró un aumento del 3,19% en las acciones de Wall Street, hasta 426,7 dólares cada una, que se elevaron a 490 dólares durante el primer trimestre de este año. En total, los rumores aún no oficiales informan de que el número de suscriptores ha aumentado en unos 8 millones sólo en el primer trimestre de este año, llevando oficialmente a Netflix a la cima del ranking de plataformas de streaming en línea.

Uno de los productos más sometidos a esta visión es el gran fenómeno de la producción española de los últimos años: La Casa de Papel. Es un producto innovador en su confusión, interesante desde el punto de vista económico y de contenido. A diferencia de lo que ha hecho en el pasado para sus propias producciones, Netflix ha confiado en la serie en su ontología, sin proporcionar ninguna estrategia de marketing y publicidad. Las dos primeras temporadas, que constituyen la primera parte de la trama, fueron un éxito mundial sin una campaña a medida ni un equipo de publicidad que las presentara en la plataforma. Su éxito, inesperado y repentino, es el resultado de una buena intuición.

El propósito de esta tesis es analizar las características que hacen que una serie como La Casa de Papel sea tan atractiva para el público, tanto que la producción ha anunciado no sólo la renovación, sino el aumento de las temporadas disponibles de cuatro a seis en un solo año. Se tienen en cuenta las técnicas de realización, los símbolos, la promoción y las escenas principales.

Me acerqué a esta obra a través de tres visiones de la serie: primero sola y luego en compañía de espectadores de diferentes edades y habilidades lingüísticas. La primera visión, en español, con fines informativos; la segunda, en italiano, para comprender las dificultades de traducción y comprensión de los elementos típicamente españoles; la tercera visión fue útil para los detalles y para un análisis más preciso de los diversos temas.

Además de la serie, utilicé el documental La Casa de Papel: El Fenómeno, una película de 55 minutos publicada en Netflix el 3 de abril de 2020. Las entrevistas del documental se han integrado con numerosos vídeos disponibles en la red, así como con las entrevistas oficiales concedidas a revistas españolas e internacionales.

Desde el punto de vista teórico y técnico, utilicé volúmenes y entrevistas de profesionales del mundo cinematográfico, juntos a documentos relativos a la historia del cine y la televisión, tanto españoles como internacionales. El análisis de los diversos aspectos de la serie se realizó posteriormente mediante comparaciones con un corpus de películas elegidas según el género, las técnicas de producción y el reparto común.

La elección de este tema está ligada a mi amor por el cine y la comunicación, así como a mi deseo de probar mi mano en una pieza original. Para un público que se dedica a la lingüística y a las técnicas de comunicación, la serie La Casa de Papel es un excelente punto de partida para una serie de reflexiones más que tópicas sobre la relación con las instituciones, la prensa y los preconceptos sociales.

Analizar una serie de este tipo y su éxito es quizás la forma más rápida y práctica de obtener una visión general de la situación mundial actual.

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1. La Trama

El género de la serie es el atraco, el Heist. La serie se desarrolla en torno a los conceptos de robo, dinero y prioridades. Ocho delincuentes se unen a un hombre llamado El Profesor para robar el dinero del estado en dos ocasiones. Tokio, Berlín, Helsinki, Oslo, Río, Moscú, Denver y Nairobi, nombres en clave de criminales marginados, se preparan para engañar a las autoridades españolas con el romántico sueño de hacerse ricos sin hacer daño a nadie.

La trama de la primera parte de la serie gira en torno a la idea de la resistencia, la revolución contra el sistema y la voluntad de los miembros del equipo de escapar con el botín después de los fracasos de los golpes en solitario. Para rebelarse contra un sistema económico injusto, un grupo de matones pasan cinco meses preparándose para el robo del siglo: 2 400 000 euros sacados de la Fábrica Nacional de Moneda y Timbre. En la segunda parte, el equipo quiere proveer de la reserva nacional de oro del estado, guardada dentro del Banco de España y, al mismo tiempo, los atracadores quieren ser el medio de una guerra contra la ilegalidad de las prácticas del estado. Ambos robos son vistos como un desafío a la policía española y contra el actual sistema político y económico, al que el Profesor considera culpable de la vida de penurias de los ciudadanos y de la pérdida de su familia, su padre y su hermano, ambos muertos durante robos.

En la primera parte, cada detalle del robo es atendido por el Profesor, que está a cargo de la operación desde el exterior. Las armas, la violencia y la batalla con la policía son elementos de este tipo de acción, pero La Casa de Papel sale de la caja. Como en la moda estadounidense, los robos de la teoría funcionan sólo con mucha concentración y poco que perder, y esta es la razón detrás de las reglas establecidas por el Profesor. Los miembros de la pandilla no pueden revelar información personal, y mucho menos entablar relaciones románticas, pero por supuesto no se respeta ninguna de las dos cosas. El propio Profesor transgrede el plan, se enamora de la investigadora encargada de la operación, Raquel Murillo, y descuida a sus compañeros, sólo para tener que encontrar extraños planes para resolver las situaciones. Gracias a las diferentes historias de amor, la serie pertenece también al género rosa, atrayendo incluso a un público más femenino. La primera parte termina con el éxito del plan del Profesor y una mirada al futuro: los miembros del equipo, tras perder dos hombres, se dividen en parejas y llegan a aguas internacionales. La promesa es no volver nunca a Europa, sino escapar a otro lugar sin contactar con nadie. La banda consigue repartir más de 1.000.000 de euros, engaña a la policía y se gana el favor de los ciudadanos españoles. Después del final de la segunda temporada, la serie parecía haber terminado, pero la producción pudo reanudar la historia gracias al final abierto. Con la renovación del contrato, la producción admitió que cambiaría la trama, especialmente para el futuro de los personajes más queridos. La muerte de Berlín, como dijo el coordinador del guion Javier Gómez Santander, no habría ocurrido en la segunda parte si sólo hubieran podido prever la amplitud del fenómeno.

Al principio de la tercera temporada, vemos a las parejas en su vida como fugitivos: de las cuales vemos algunos flashbacks durante la segunda parte. Río y Tokio viven en la isla del archipiélago de Guna Yala, Denver y Mónica crían a su hijo en Indonesia, Nairobi y Helsinki disfrutan de la Pampa Argentina. Descubrimos que, unos dos años después de su separación, Río y Tokio se separan a la vez y rompen las reglas, usando un teléfono satelital y atrayendo la atención de los servicios de investigación europeos. Para salvar a su amante, Tokio se pone en contacto con el Profesor, se reúne con él en Tailandia y luego lo sigue hasta las Filipinas. Tokio se encuentra con Raquel, que mientras tanto se ha unido al Profesor llevándose a su madre y a su hija. El ladrón no confía en la policía, pero Raquel se presenta como Lisboa y jura su lealtad al Profesor. Entienden que la detención de Río es ilegal y que, muy probablemente, el chico está siendo retenido en el extranjero y torturado. El Profesor decide reunir a la banda y organizar una segunda huelga para estafar al Estado y exponer a la opinión pública la ilegalidad, tanto española como internacional, del sistema judicial.

Varias veces, los diálogos subrayan que el segundo plan no es tan seguro como el primero, porque nadie tuvo tiempo suficiente para prepararlo: la idea inicial había sido escrita por Berlín y Palermo, pero se había dejado de lado a favor del primer robo de la serie. En el segundo robo, la banda ocupa

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el Banco de España para robar la reserva nacional de oro. La segunda parte se centra pero en la nueva dinámica de los personajes en lugar de la acción, tanto que el atraco al Banco no termina después de dos temporadas, como el público había previsto. Al final de la cuarta temporada, vemos que la situación se descontrola: mientras Marsella está ocupado en Argelia, el Profesor es presionado por Alicia Sierra, que ha sido expulsada por la policía. Dentro del Banco, la banda ha perdido Nairobi, y que las relaciones amorosas de la primera parte parecen haber terminado.

El contenido de la serie aparece original, pero tuvo que enfrentar algunos obstáculos. Entre otros, la producción tuvo que negar las acusaciones de plagio de Fernando Araujo, autor del atraco del siglo al Banco Río de Acassuso. Su robo tuvo lugar 13 de enero de 2006 en Argentina, pero con armas falsas. A pesar de las diversas acusaciones, Vancouver Media ha negado cualquier tipo de inspiración, pero en la práctica hay demasiadas coincidencias. En el atraco de Araujo, seis ladrones entraron en el banco, tomaron rehenes y durante horas se enfrentaron a un asedio policial de más de 300 oficiales. La orden de entrar en el banco se dio 5 horas después de que los ladrones entraran, pero ya era tarde, ya no estaban allí. Como parte del plan, habían cavado un túnel por el que habían logrado salir, habían escapado usando botes de goma en los que habían cargado 15 millones de dólares, de los cuales sólo se recuperó un millón. Lo que dejaron atrás fueron los rehenes ilesos y un mensaje que decía: «En el barrio de Ricachones, sin armas ni rencores, es sólo plata y no amor». Detrás del plan estaba Fernando Araujo, un docente de artes marciales que se llamaba a sí mismo El Maestro y que, gracias a su plan, no fue reconocido a tiempo por la policía como sospechoso. Araujo quería enviar un mensaje, y para ello reclutó a los miembros de una pandilla perfecta, que lo seguirían en su locura y no usarían la violencia. La idea era detener a la policía gracias a los rehenes, para que tuviéramos tiempo de reunir el dinero suficiente. Mientras tanto, Luis Mario Vittete, el Berlín argentino, que incluso había estudiado teatro para ser más elocuente al hablar con las autoridades, estaba negociando con la policía. Pero es aquí donde la historia de La Casa del Papel y la de este robo son distintas. En realidad, los ladrones lograron escapar con el botín, pero fueron encontrados poco después porque la mujer de uno de ellos había confesado todo a la policía después de enterarse de que su marido tenía la intención de divorcio. Los ladrones fueron capturados y pasaron unos 5 años en prisión, pero la mayor parte del dinero nunca fue recuperado y se cree que todavía pueden mantenerlo oculto. Después de las acusaciones, Araujo firmó un contrato con Latido Films, con quien colaboró en la realización de la película The Heist of the Century dirigido por Ariel Winograd, publicada en enero de 2020.

El mensaje dejado por la banda

En general, la producción ha admitido que se inspiró en las fugas ideadas por El Chapo Joaquín Guzmán, el famoso narcotraficante mexicano. Su nombre fue mencionado por Antoñanzas en el octavo episodio de la tercera temporada, donde cita a su famosa fuga de la Cárcel del Altiplano en 2015.

1.1. Los Personajes

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Toda la historia se basa en la voluntad del Profesor, cuyo verdadero nombre en la serie es Sergio Marquina y el intérprete Álvaro Morte, de rebelarse. El pasado de su personaje es mayormente un misterio, pero sabemos que es un hombre que no existe en la burocracia española y que, gracias a su anonimato, tiene la oportunidad de mezclarse con la multitud.

Para vengarse de una vida solitaria y de la falta de dinero, el Profesor organiza el primer robo en la Fábrica Nacional de Moneda y Timbre y se pone en contacto con ocho delincuentes con antecedentes penales menos graves que tienen todo que ganar y nada que perder. En la segunda parte de la serie, después de la muerte de Berlín, decide vengarse por su asesinato y utiliza la captura ilegal de Río como una treta para «darle un pulso al sistema». El segundo robo, en el Banco de España, está actualmente en curso en la trama de la serie.

Después de años de planear el plan de robo con el que soñaba su padre, tiene cinco meses para enseñar a su equipo en detalle y un máximo de once días para tener éxito en su primer robo. Es un hombre frío y calculador, que no duda en utilizar los sentimientos de los demás para conseguir lo que quiere, pero su inteligencia lo hace atractivo a los ojos del público, sus errores lo hacen más fiable.

El primer miembro del equipo, en orden cronológico, inicialmente parece ser Tokio, nombre en clave de Silene Oliveira e interpretado por Úrsula Corberó: es una chica salvaje que acaba de perder a su madre y a su novio por su vida de ladrona. Su papel es fundamental y duradero, y podemos percibirlo desde su rol de narrador no fiable. Se describe como bomba de relojería, caprichosa, inconsciente, superficial y egoísta. Hace el papel de una desgraciada y crea problemas. Se la representa con pelo corto y despeinado, ropas ajustadas y un collar con un símbolo de feminismo siempre alrededor de su garganta. Su frase memorable es «Jarana, hermana». Su personaje está basado en Mathilda, la chica de la película El Profesional interpretada por Natalie Portman.

Úrsula Corberó y Natalie Portman

De hecho, el primer criminal involucrado es Berlín, Andrés de Fonollosa González interpretado por Pedro Alonso. Es el antihéroe por excelencia. Al final de la segunda temporada resultará ser el hermano mayor del Profesor, aunque no se conoce su historia familiar, dada la diferencia de apellidos. Su caracterización es la de un hombre incapaz de sentir, a menudo cruel, pero al mismo tiempo ambiguo con sus actos de bondad. En el desarrollo de su historia, claramente inesperada por los guionistas, su personalidad se confunde. El público lo recuerda por frases como

«Te quiero, hermanito», por sus largas e intensas miradas y su dura consideración por la vida. Muere para salvar al equipo. El personaje de Berlín ha sido descrito varias veces como similar al Joker interpretado por Joaquín Phoenix en la película del mismo nombre, un criminal que comete crímenes por el arte de hacerlo, por el placer que conlleva. En realidad, la conexión es muy débil y sólo podría sostenerse en la primera parte de la historia, donde el comportamiento de Berlín parece puramente malicioso y sin escrúpulos; en la segunda parte, la apatía de Berlín aparece como una condición psicológica fuera de su control, tanto que el espectador siente lástima por él. Más precisamente, una productora dijo que era consciente de las similitudes entre la caracterización del personaje de Berlín

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y la de Zulema Zahir en Vis a Vis: cínicos, egoístas y muy ambiciosos, podrían definirse como las dos caras de la misma moneda.

El siguiente personaje es Moscú, Agustín Ramos e interpretado por Paco Tous: el actor comparte con su papel la fecha de nacimiento, 01/05/1964, y Andalucía como la provincia de origen, ya que Denver escribirá en su ataúd Dos Hermanas como el lugar de nacimiento de su padre. Junto con su hijo, a veces se le describe como Pareja Dinamita, mientras que Tous los llama «como el Dúo Sacapuntas, pero en butrones». Su caracterización es la de un hombre corriente, el más cercano a la realidad andaluza, un hombre que ama el vino y a su hijo, un padre al que le hubiera gustado dar más, un gran amante de la música. Un ex minero, es un hombre con graves problemas de salud pulmonar que involucró a su hijo en el robo para darle una vida mejor. El público lo recuerda por su frase final:

«¡Que no me ha presentado! Agustín Ramos y ha sido un placer». Muere para salvar a Tokio.

Su hijo, Denver, Daniel Ramos e interpretado por Jaime Lorente, es la segunda bomba del equipo, con una cabeza caliente y un pasado violento. Se le describe como un chico ingenuo, sin educación y a veces irrazonable. Su papel es el de un inconsciente buen tipo del equipo, leal pero demasiado sincero. El afecto por su personaje viene de la frase «¡Ita boy!» y su risa, deliberadamente graciosa.

La segunda mujer de la serie es Nairobi, Ágata Jiménez e interpretada por Alba Flores: una madre soltera que perdió a su hijo por el tráfico de drogas. Es una activista feminista, se rebela contra los esquemas masculinos del equipo y siempre se enamora de los hombres equivocados. Está representada con vestidos anchos, peinados amazónicos, un pendiente siempre más largo que el otro.

Sus frases más memorables son «Soy la puta ama» y «Empieza el matriarcado».

El niño del grupo es Río, Aníbal Cortés e interpretado por Miguel Herrán. Es joven, sentimental, romántico y con un estómago débil. No es particularmente afortunado, es capturado por la policía después del primer robo y parece ser incapaz de acertar en su trabajo, con un mal momento y un papel inestable dentro de la banda.

Además de ellos, están Helsinki y Oslo, dos primos serbios que actúan como guardaespaldas del equipo, exmilitares de tamaño impresionante. Oslo, Dimitri Mostovói e interpretado por Roberto García, muere primero, herido en la cabeza durante un levantamiento de rehenes. Helsinki, cuyo nombre es un error en la serie, ya que es conocido como Yashin Dasáyev en los créditos finales de la segunda temporada y luego Mirko Dragic en la cuarta, es interpretado por Darko Perić. Después de un comienzo sin fuegos artificiales, el público se apega a él tras la revelación de su homosexualidad y el desarrollo de su amistad con el personaje de Nairobi, al que permanece fiel hasta el final, incluso más allá de su condición de soldado. Se le recuerda por su relación con Palermo, inesperada por el público, y por su frase irónica «Hombre cuida hombre».

Fuera de la banda en la primera parte, pero Lisboa en la segunda, Raquel Murillo es interpretada por la actriz Itziar Ituño. Es la investigadora al mando de la operación, una madre soltera que cuida de su madre enferma de Alzheimer. Viene de una historia de abuso con su exmarido, su compañero de trabajo, y cubre el papel de una mujer de carrera que lucha por mantener su autoridad.

Se la recuerda más como la compañera del Profesor. Tiene un piercing en la nariz y su expresión suele estar arrugada, tiene la costumbre de atarse el pelo con un lápiz cada vez que tiene que negociar.

Mónica Gaztambide, luego Estocolmo, es interpretada por Esther Acebo. Una secretaria valiente, viene de una relación adúltera con un hombre que no la ama. Es la madre del grupo, cuida de Río cuando vuelve del cautiverio y de su marido, Denver, cuando no se pelean.

Arturo Román, interpretado por Enrique Arce, es el primer antagonista de la serie. Director de la Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, se le caracteriza como pusilánime, cobarde, mitómano y acosador. En el transcurso de las temporadas su figura empeora tan sustancial e inesperadamente que el público en casa lo comparó con el año 2020 y la emergencia del Covid-19. Es un villano, sin duda, pero su carga peyorativa supera con creces la de Berlín. Su personaje está convencido de que la culpa de su caída es de Denver y no de su moralidad corrupta.

El primer nuevo personaje que vemos en la segunda parte de la serie es Palermo, apodado Martín Berrote e interpretado por Rodrigo de la Serna. Se llama El Ingeniero, está a cargo de la parte

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logística del segundo robo. Es homosexual y misógino, locamente enamorado de Berlín y desesperado por su pérdida. Tiene una relación con Helsinki, pero no siente nada por él. Es famoso por la filosofía de Bum Bum Chao, que también da título al quinto episodio de la tercera temporada.

Es un hombre inestable y deprimido, pero increíblemente inteligente. El Profesor lo describe como

«obsesivo, ególatra, pero es un genio»1.

El siguiente personaje es Marsella, interpretado por Luka Peroš: hace el papel de Sancho Panza para el Profesor, su guardaespaldas y el topo en el exterior. Es un exsoldado y se llama a sí mismo "no mudo, calladito". Descubrimos que él y Bogotá conocieron al Profesor y a Berlín mucho antes que el resto del equipo. Es interesante saber que Peroš, de origen croata, se dobló a sí mismo en las versiones italiana, inglesa, francesa, portuguesa, alemana y turca de la serie, así como en la original.

Hovik Heuchkerian es Bogotá, un hombre rudo, padre de siete hijos de siete madres diferentes.

Carece de sofisticación, pero desempeña un papel tierno en el cuidado de Nairobi, así que tiene sentimientos románticos.

Alicia Sierra es la verdadera novedad de la serie, el elemento que faltaba: un verdadero antagonista. Es una investigadora interpretada por Najwa Nimri, ya conocida como actriz y cantante, y es el ejemplo correcto de "villana" dentro de la serie. Su caracterización es la de una mujer al final de su embarazo, recientemente viuda, caprichosa y cruel.

1.2. La Casa de Papel: creación y producción

La Casa de Papel es òa serie de televisión creada por Álex Pina, producida por Atresmedia en colaboración con Vancouver Media para su emisión primero en Antena 3, y posteriormente en Netflix.

Inicialmente se creó pensando que sólo constaría de quince episodios de unos setenta minutos cada uno, pero las cosas cambiaron drásticamente tras la adquisición de los derechos por la plataforma Netflix. Hasta la fecha, la serie se compone de dos partes, cada una dividida en dos temporadas, y treinta y uno episodios; además, Netflix publicó el documental La Casa de Papel: El Fenómeno, que explica la realización de la serie con entrevistas inéditas y detalles sobre el rodaje. La serie original fue emitida en un solo tramo por el canal español Antena 3 desde el 2 de mayo al 23 de noviembre de 2017, dividida en dos partes distintas: los primeros 9 episodios en primavera y los últimos 6 en otoño. En Italia, la primera parte se emitió a partir del 20 de diciembre de 2017 en Netflix, mientras que la segunda parte se emitió a partir del 6 de abril de 2018. El 19 de julio de 2019 la tercera parte fue liberada en la plataforma de streaming, mientras que la cuarta parte fue liberada el 3 de abril de 2020. El 28 de enero de 2020 se confirmó que se producirá una tercera parte, como las anteriores, en dos temporadas, la quinta y la sexta.

Álex Pina, el creador español más de moda hoy, es un escritor de series de televisión ya bastante conocido en la escena ibérica: colaborador de Globomedia desde 1996 hasta 2016, no sólo ha contribuido a la creación de series, sino que también se ha involucrado en el mundo del cine, realizando algunas películas como Kamikaze, ganadora del Premio del Público en el Festival Internacional de Miami, Fuga de cerebros (Biznaga de Plata en el Festival de Cine de Málaga), Tres metros sobre el cielo, versión española de Tre metri sopra il cielo, y Tengo ganas de ti, una de las películas más exitosas de la reciente historia del cine español. Entre las series más famosas de su currículum se encuentran Los Serrano, Vis a Vis, Bienvenidos al Lolita y Los Hombres de Paco.

Vis a Vis, ya terminada, fue la serie en la que Pina trabajó al principio del proyecto de La Casa de Papel. Las dos series comparten diferentes elementos, incluyendo parte del reparto. Sin embargo, en varias ocasiones Pina y Jesús Colmenar han declarado que la presencia de proyectos gemelos no

1 Episodio 4x03, el Profesor no confía en la lealtad de Palermo.

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influyó en el contenido de la serie, sino que, por el contrario, los productos realizados con Globomedia sirvieron como bancos de pruebas.

Vis a Vis, creado por Globomedia, tiene una historia de emisión similar a La Casa de Papel, y fue de hecho un trampolín para Álex Pina. Estrenada por primera vez el 20 de abril de 2015, la serie trata de la historia de dos mujeres, Macarena Ferreiro y Zulema Zahir, interpretadas por Maggie Civantos y Najwa Nimri, cuyos destinos se entrelazan primero en la cárcel y luego fuera de ella. La serie tuvo bastante éxito, pero al igual que La Casa de Papel estaba destinada a tener una vida corta y, el 22 de junio de 2016, la programación española anunció la cancelación de la serie, que todavía tenía dos temporadas y veintiséis episodios. Pina dijo a la prensa que había terminado lo que para él era un ciclo, dejó la productora Globomedia, para la que ya había colaborado en más de 400 episodios de diferentes series, y trajo consigo a varios colegas que habían trabajado con él en la serie. Poco después, fundó su propia compañía, Vancouver Media Sociedad Limitada, con sede en Madrid.

Vis a Vis fue comprado por Fox Networks España un año después, el 6 de julio de 2017, y la emisora anunció una tercera y una cuarta temporada para la segunda parte, la última de la serie. El 20 de abril de 2020, Netflix publicó la última parte del proyecto, una secuela sobre la vida de los personajes de Macarena y Zulema en ocho episodios llamados Vis a Vis: El Oasis, concebido por Iván Escobar.

Vis a Vis, a pesar de tener un público más homogéneo y un nivel de atracción mucho más bajo, ha logrado en poco tiempo conquistar la parte femenina del público de La Casa de Papel, contando incluso con los índices de audiencia de los que no han visto la serie gemela. De alguna manera, las dos series son rivales: por un lado, la libertad económica y los fuertes personajes masculinos, por otro una serie construida dentro de una prisión femenina y basada en la vida de mujeres al mando de sus destinos.

La impronta de la primera serie es ciertamente evidente en la elección del reparto: la segunda actriz principal es de hecho Najwa Nimri2. Los colores están en contraste: aunque la técnica de saturación permanece casi completamente inalterada, La Casa del Papel había eliminado severamente los colores que “pinchen la pantalla", en primer lugar, el amarillo que se convierte en el protagonista indiscutible de Vis a Vis. La diferencia de colores y símbolos va muy bien con las características fisonómicas de los protagonistas: Tokio y Nairobi son mujeres apasionadas, morenas y vestidas con el color de la resistencia, mientras que el color amarillo se adapta ciertamente a la personalidad astuta y retorcida de los personajes de Macarena y Zulema. También recuerdo que Najwa Nimri no es la única actriz que Alex Pina quería en el nuevo set: Alba Flores, la intérprete de Nairobi, hace el papel de una gitana lesbiana, impulsiva y a primera vista con malas intenciones. Tras la cancelación de las dos series del programa de Antena 3, todas las actrices mencionadas hasta el momento se habían comprometido con otros proyectos3, lo que sugería que no volverían a trabajar en los planes ahora cerrados.

Pina, a diferencia de algunos de sus colaboradores, no volvió a colaborar con Globomedia y permaneció en las etapas de planificación de La Casa de Papel, que ahora estaba adquiriendo otro competidor. La segunda parte de Vis a Vis, pasada a Fox, amenazaba con quitarle audiencia a la nueva serie de Pina. En realidad, los dos proyectos han logrado vivir juntos bastante bien. Tras adquirir los derechos de distribución de Vis to Vis, Pina se enfrentó a una encrucijada: continuar en un escenario puramente español o aliarse con Netflix. Al final, el resultado de la primera parte de la serie le llevó a explorar las ventajas de la distribución en línea. Mientras tanto, Vancouver Media se comprometió a la producción de la serie El embarcadero, que ve una vez más a Álvaro Morte como el protagonista.

En una entrevista con Javier Gómez sobre la renovación, el ex periodista comenta:

«¿Éxito? No, La casa de papel fue un fracaso. En contra de lo que parece, la vida de la serie es la historia de un fracaso. Antena 3 recortó el número de capítulos previstos. La serie mantenía unas cifras decentes, pero nada especial. La sensación no era nada halagüeña y yo

2 En La Casa de Papel, Nimri interpreta a Alicia Sierra, que asume el papel de antagonista e inmigrante.

3 Maggie Civantos empezó a trabajar en la serie Las Chicas de Cable, a partir de 2017. Después del anuncio de la secuela de Vis to Vis, dejó el set de la nueva serie para concentrarse en la anterior.

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ya estaba pensando en los siguientes proyectos de la productora. Pero sí tenía esa idea de que esta pobre serie merecía algo más... y entonces sucedió.»4

La gestión de la serie cambia drásticamente tras la adquisición por parte de Netflix: después de unos meses en la plataforma, el éxito de la serie explotó sin ningún tipo de marketing, y los fabricantes de Netflix solicitaron la creación de dos temporadas más. La renovación de la serie implicó un nuevo propósito, un presupuesto mucho mayor que el del año anterior y un nuevo tipo de audiencia.

En las diversas entrevistas que el equipo de producción concedió sobre el rodaje de la nueva parte, varios actores dijeron estar sorprendidos por la posibilidad de volver a trabajar en la banda del Profesor, después de celebrar el final del rodaje poco antes. Aunque la trama permanece casi inalterada, el cambio de dirección de la producción se refleja en las nuevas técnicas. El elenco de los actores permanece intacto, pero con algunas adiciones: la tercera temporada introduce los personajes de Palermo, Marsella y Bogotá, llevando el elemento latinoamericano a la pantalla precisamente con motivo del segundo robo de la banda, el atraco al Banco de España que constituirá la trama de las dos últimas temporadas disponibles y, presumiblemente, también de la quinta, prevista para el próximo año.

Lamentablemente, el salto de calidad en el presupuesto no se refleja suficientemente en los detalles y las técnicas. La tercera temporada comienza inmediatamente con una escena pomposa pero poco realista: aeronaves sobrevuelan la ciudad de Madrid sin ser perturbadas, luego millones de euros caen sobre la multitud. Dentro del documental encontramos el llamado “making of” de la escena, con los fans y las dificultades técnicas relacionadas con el clima y el tiempo disponible, mientras que nos damos cuenta de que los dirigibles son un trabajo de CGI5. A diferencia de las temporadas anteriores, en las que las improbables acciones del Profesor se explicaban por su incansable investigación y obsesión por el detalle, la escena inicial es la primera de una larga serie en la que la explicación no se sostiene y se pierde el sentido del realismo que había hechizado al público tan rápidamente. El estilo de rodaje es ciertamente muy similar, sobre todo en cuanto al uso de la saturación y los zums, mientras que los ajustes se enriquecen. Uno de los obstáculos encontrados al principio de la producción ya estaba en el segundo episodio, cuando el equipo logró llegar a los lingotes de la cámara acorazada: la escena se grabó en un estudio de Londres, pero el material utilizado para los lingotes no era adecuado para largas tomas submarinas, por lo que se arruinó en poco tiempo y fue casi completamente modificado por el equipo de CGI.

El aumento del presupuesto también ha afectado a los lugares donde se grabó la serie: mientras que la primera parte se registró en España, la segunda ve escenarios internacionales. La trama de las dos primeras partes de la serie se desarrolla principalmente en la Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, pero esto no es lo que vemos: las escenas de exteriores se rodaron en Madrid, mientras que las escenas de Toledo se rodaron en la Finca El Gasco, en Torrelodones. En el caso del Banco de España, que a su vez no dio las concesiones, el exterior se filmó en el complejo Nuevos Ministerios del Ministerio de Desarrollo en Madrid. El rodaje interno se realiza en los estudios de Colmenar Viejo, antiguo plató de Vis a Vis, y en la sede del diario ABC en Torrejón de Ardoz para las escenas de impresión de dinero. Para las escenas interiores de la tercera y cuarta temporadas, la productora afirmó que se basaba en ejemplos de mobiliario de la época franquista, como en el caso de la Universidad de Madrid, mientras que las estatuas se habrían realizado en el Valle de los Caídos, también conocida como Basílica de la Santa Cruz del Valle de los Caídos, el conjunto monumental situado en San Lorenzo de El Escorial. Otras escenas se rodaron en Florencia en Italia, Tailandia, Guna Yala y Ciudad de Panamá. Las escenas en las que el Profesor y Lisboa conducen la caravana se rodaron en la playa de las Salinas de Cabo de Gata, en Almería. La fachada del edificio que aparece en la serie, aunque se refiere a la Fábrica de Moneda y Timbre Nacional de España, en realidad

4 La entrevista se puede encontrar en

https://www.elmundo.es/papel/cultura/2019/09/12/5d791951fc6c8337538b45fe.html

5 CGI es la sigla universalmente usada para las imágenes generadas por ordenador.

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pertenece precisamente al edificio del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC), organismo vinculado al Ministerio de Economía del país.

En cuanto al contenido, el éxito de La Casa de Papel es sólo en parte inesperado: se trata de una forma híbrida que combina el género de acción con el género romántico, mezclando el suspenso de un robo imposible a personajes con relaciones románticas de varios tipos.

La mezcla de los distintos géneros es la razón de la positiva acogida del público masculino y femenino, junto con la fuerte presencia de símbolos tanto españoles como internacionales.

El género predominante se llama Heist o Caper y tiene un gran número de películas particularmente exitosas, como Las Hienas, Rufufú o la saga más comercial de Ocean's Eleven. Álex Pina, en una entrevista en 2017, había declarado su deseo de crear una serie de televisión sobre la misma línea falsa, para que fuera realista: las series de televisión que tratan de los robos en el mercado son de hecho rodadas desde el punto de vista de la policía, especialmente en episodios que informan de un gran número de tomas diferentes entre sí y a menudo inspiradas en la realidad. La Casa de Papel, por otra parte, habla de un golpe utópico con personajes románticos experimentados por una vez del lado del ladrón, con el largo tiempo que tardan los que son realmente responsables de la acción, y es un intento objetivamente exitoso, si se consideran los numerosos intentos de emulación en la vida real en los últimos años. De hecho, el público se ha identificado - a menudo demasiado - con la banda y con el sueño de robar un banco para hacer la vida de ricos, a pesar de la inmoralidad del concepto.

En el documental El Fenómeno, la producción tiene nueve razones que explican el éxito de la serie:

1. Somos latinos: se refiere a la pasión de los latinos y a un chiste de Bogotá en el quinto episodio de la cuarta temporada «¿Qué somos, latinos o alemanes?». El objetivo es justificar la mezcla de los géneros de acción y romance con el típico estereotipo de la pasión latina: siempre en movimiento, pero con la mirada puesta en el amor.

2. Somos impredecibles: el equipo describe al Profesor como pringado, y a Tokio como un sputnik. Los diversos personajes ofrecen la posibilidad de crear acontecimientos inesperados que pueden justificarse por su caracterización.

3. Hay empatía: Álex Pina cita la carga peyorativa del personaje de Berlín, explica que el afecto del público por los personajes conduce a una identificación a priori a pesar de sus delitos.

4. Somos inclementes: «No hay nada ni nadie sagrado» - Berlín y Nairobi, los personajes más queridos, son asesinados en la serie. En la práctica, su muerte ha aumentado el compromiso.

5. Humor negro: muchas escenas cómicas son traídas a la escena por el personaje de Arturo.

Representa la mezquindad de la sociedad, pero también su ironía políticamente incorrecta.

6. Veracidad: el narrador cita el uso de verdaderos hornos para el oro de la segunda parte. Luego, las imágenes muestran el entre bastidores del sexto episodio de la primera temporada, en el que el cirujano cosió un punto de sutura sobre el maquillaje de la herida de Enrique Arce.

7. Símbolos: himno, escudo y color, como una nación real.

8. Siempre al limite: la producción quiere subrayar las dificultades de la serie para el rodaje en Tailandia, donde la temperatura era de 44°.

9. Escribir mientras se rueda.

Al realizar mi tesis, tendré en cuenta cada uno de los puntos anteriores e ilustraré su veracidad.

1.3. Un guion en desarrollo

Todos los directores, buenos o malos, se hacen famosos cuando tienen un estilo preciso pero versátil, fácilmente reconocible. En el caso de Álex Pina, sus creaciones tienen características comunes en cuanto a técnicas y saturación, pero diferentes en el desarrollo de la trama.

La Casa de Papel es un producto que, como ya se ha mencionado, tiene mucho en común con Vis a Vis, el trabajo previo de Pina, y en este sentido cabe mencionar la evidente brecha entre la primera y la segunda parte, por un lado, debido al cambio de presupuesto y por otro al cambio de

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equipo creativo. El aumento de capital es particularmente evidente en el cambio de escenario, más que en las técnicas de grabación, que han permanecido casi inalteradas.

La particularidad de esta serie es lo impredecible: la producción funciona en base a las reacciones del público y se deja guiar una y otra vez, por lo que parece atractivo y lo que no tiene éxito. De esta manera, la serie se convierte en un reto para la propia producción y para los actores, que no poseen todo el guion. El tiempo de la producción se reduce obviamente, pero esta inseguridad da más suspense a la serie, cuyos fans pueden contar con el efecto sorpresa. Cada episodio termina con una pregunta que debe ser respondida inmediatamente o con un truco, a veces forzado, para que no puedas esperar a saber el resultado.

Pina, por supuesto, no es el primero en utilizarlo, aunque la mayoría de los casos anteriores provienen del mundo de la gran pantalla y no de series episódicas.

Para citar a algunos directores que trabajaron sin un guion, sólo hay que pensar en Casablanca de Micheal Curtiz u en 8½ de Federico Fellini, genios de la improvisación y del trabajo inspirador.

Para Pina, este método de filmación fue especialmente útil al principio, cuando la serie se emitió un episodio a la vez para la televisión. Posteriormente, se utilizó el mismo método para la segunda parte, teniendo en cuenta las reacciones de los actores y el resto del equipo. El método utilizado es la unión entre el pensamiento divergente y el convergente: el departamento creativo, dirigido por Pina, se reúne para hablar de las diversas partes del episodio y para discutir el seguimiento. Por ejemplo, el episodio piloto se escribió siguiendo el camino de la lluvia de ideas y el resultado fue la variedad de soluciones tan complejas que llevaron a un total de cincuenta opciones a considerar. Un trabajo extra para los actores que Álvaro Morte explica así: «Nosotros no sabemos hacia dónde van nuestros personajes. Vamos recibiendo guiones, que vamos grabando. Creo que es algo que usa Vancouver - la productora - para captar nuevas ideas».

En un video publicado por The Cutaway, Pedro Alonso dice:

«Es un vértigo importante que se imprime, el hecho de no saber cómo tu personaje va a evolucionar y va a acabar te pone en una situación actoral profesional interesante a mi criterio. Ese vacío que hay hacia el futuro te pone en una situación de expectativa y de atención. hay que estar muy presentes en que las situaciones en las escenas que siempre son muy exigentes a nivel dramático y a mí me interesa mucho esa forma de trabajar, de no tener todo tan establecido. Puede pasar cualquier cosa y eso es muy excitante para el actor.

Siempre hay esta idea rondando de “oh estaría muy bien tenerlo todo escrito antes de rodar”

eso no lo quiere, él quiere trabajar en caliente. Me encanta mucho olfatear que es lo que se esta cociendo energéticamente en un set y decir “me interesa de repente esto”. Es como la novelas por entregas del ‘19. Nosotros las hemos leído todas enteras, pero muchas de las grandes obras de literatura del ‘19 se escribieron por partes en pequeñas entregas en los periódicos. Eso tiene riesgo, pero a mí la experiencia en televisión me va ensenando que las locuras más imposibles que te encuentras en un guion y dices ahora como voy a justificar esto – muchas veces estos son la gran oportunidad si estas abierto a ello como actor.»

Como se describe en el documental oficial, la falta de un guion duradero lleva a la propia producción a representar las escenas ante los actores para describir acciones y posiciones, con el fin de mostrar a los intérpretes las opciones pensadas durante las reuniones. Esto explica los cambios repentinos en algunas partes de la trama, como la caracterización de Berlín o la sexualidad de Helsinki. Sin embargo, como espectador, es fácil encontrar fugas: la muerte de Nairobi, estirada hasta el final y casi exasperante, es la prueba de que el método "a la distancia del brazo" no siempre funciona.

El estilo de dirección de la serie es limpio, repetitivo, típicamente europeo, pero con algunos intentos de emular el estilo americano. Los planos son a menudo primeros o medios, raramente enteros, y hay pocos grandes planos generales. Cada personaje se aborda con movimientos de cámara específicos basados en la caracterización. Por ejemplo, la cámara siempre está baja en planos

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contrapicados, para que el público tenga una idea de su autoridad. Por otra parte, Tokio suele estar enmarcada con primeros planos para acentuar las expresiones decisivas, o con grandes planos generales para exaltar su postura. Hay frecuentes cambios de enfoque y zum, tanto hacia adelante como hacia atrás, y a cámara lenta.

La paleta de colores se juega con la saturación del color rojo, mientras que el amarillo, azul y púrpura están absolutamente prohibidos. Por lo tanto, el esquema de colores se basa enteramente en colores secundarios para resaltar el color rojo de los trajes. Además, las paletas reflejan a menudo los tonos de la escena: colores fríos para la acción contra la policía, estrategias, peleas y recuerdos tristes, paletas calientes para escenas familiares, relaciones sexuales y recuerdos felices. La elección del color fundamental está en claro contraste con la hecha para Vis a Vis, donde en cambio el color rojo está prohibido para resaltar el amarillo de los uniformes de la prisión.

Las diferencias entre la primera y la segunda parte se encuentran principalmente en la decoración de la escenografía, en la pomposidad de las escenas y, de alguna manera, en la pérdida del carácter "italiano" de la serie. De hecho, la primera parte muestra varias veces el llamado plano italiano, es decir, una sección de la toma aún más cercana al primer plano, que destaca las expresiones de los personajes en cada detalle. En la segunda parte, los planos italianos parecen desaparecer, mientras que se presta mucha más atención a los campos largos o a los grandes planos generales. La explicación es simple: el aumento del presupuesto. Durante el rodaje de la primera parte, el realismo de la serie estaba relacionado principalmente con la falta de fondos, por lo que había menos recursos en el departamento de modificación informática. En la segunda parte, sin embargo, muchas de las escenas son fuertemente modificadas - si no creadas desde cero - por el departamento de CGI de la producción, por lo que el realismo de las escenas es a menudo insuficiente. Álex Pina y Jesús Colmenar han hablado del cambio de dirección de la serie en varias ocasiones, declarando que han cambiado su objetivo: mientras que la primera parte se llama "drama de alta energía", la segunda parte es más lenta y está más centrada en los personajes. El cambio no es necesariamente negativo o poco inteligente: al principio, una serie tiene que ser necesariamente agresiva y original, sobre todo si se trata de una serie de acción, mientras que es mucho más fácil centrarse en los personajes una vez que el público los conoce gracias a la trama. Así que tenemos que subrayar la incertidumbre para la tercera parte, que ya ha sido anunciada, porque si las dos primeras temporadas se centran en la acción y las otras en los personajes, la pregunta sigue siendo en qué se centrarán las dos siguientes.

A largo plazo, es probable que ambos formatos nos cansen.

1.4.1. Escenas principales: Primera Temporada

1x01 - La primera escena memorable es la que da inicio a la acción: reunidos todos los elementos del equipo, el Profesor da la bienvenida y explica las reglas del juego. La escena toma la película Reservoir Dogs de Quentin Tarantino en su totalidad, desde la técnica hasta el contenido.

La comparación es obvia: seis ladrones, el jefe y su hijo organizan el robo del siglo. Los ladrones son llamados por los nombres de color: Naranja (Tim Roth), Blanco (Harvey Keitel), Rosa (Steve Buscemi), Rubio (Micheal Madsen), Marrón (Quentin Tarantino) y Azul (Edward Bunker). El jefe de la operación Joe Cabot (Lawrence Tierney), parado frente a un pizarrón, explica la operación a la pandilla, que no tendrá que abstenerse de usar nombres, hablar de sus familias o de su pasado. El elemento cómico de Reservoir Dogs está en los nombres Rosa y Marrón, pero el principio de la trama es el mismo. Las diferencias técnicas vienen dadas por la escenografía: en la película de Tarantino, la cámara encuadra a Joe Cabot por la derecha y a los ladrones por la izquierda, las luces son verdosas y las sillas se colocan en dos filas horizontales desordenadas. Cabot, mucho menos paciente que el Profesor, elige los nombres y la acción.

En La Casa de Papel, las luces están saturadas de colores fríos y los movimientos de la cámara son similares, pero los típicos primeros planos europeos alteran los patrones: enfoque en los rostros, ambos sujetos enmarcados desde diferentes ángulos. El Profesor está de pie delante de una

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pizarra y una silla, las sillas de los ocho ladrones están ordenadas en dos filas verticales. Mientras que en Reservoir Dogs fue Cabot quien dio los nombres y las órdenes, en la serie de Pina tenemos un corto sketch cómico en el que Denver dice que no quiere ser Urano por las palabras que riman y luego la voz del narrador de Tokio que se refiere a sus compañeros uno por uno con una breve introducción. Para cada camarada, se dice el nombre y el tipo de crímenes ya cometidos, mientras que se nos muestran imágenes fijas de los materiales encontrados por la policía y la toma de su foto de identificación. La peculiaridad de la escena también está en el cambio de enfoque: por cada nombre que pronuncia Tokio, la cámara enfoca primero a ella y luego a su pareja. La principal diferencia es que en La Casa de Papel la banda es contratada en base a sus experiencias pasadas: el Profesor, después de toda una vida planeando el robo, tiene un papel específico para cada uno de ellos. Berlín es un ladrón de guante blanco, 27 ataques a joyerías, subastas y furgonetas; se compara con un tiburón en una piscina. Moscú es un minero con un pasado en Asturias: seis peleterías, tres relojerías y la Caja Rural de Avilés. Denver, su hijo, es descrito simplemente como «drogas, dientes, costillas rotas». Pura sangre caliente, una bomba de relojería que, irónicamente, es exactamente lo que se dirá en Tokio en el futuro de la serie. Tokio describe entonces a Río como su debilidad, un Mozart de los ordenadores. Oslo y Helsinki se llaman siameses, soldados serbios que no necesitan pensar para ser útiles. Nairobi, llamada optimista empedernida, falsificadora y encargada de calidad para la banda.

En el turno del Profesor, la sala enmarca la sala de reconocimiento vacía: es un fantasma, un hombre que ha actualizado su carné de identidad a los diecinueve años.

La escena es fundamental para la realización de la serie, ya que el Profesor expone el centro de todo el proyecto. El equipo tiene que convivir durante cinco meses y Moscú se queja, pero el Profesor compara una vida entera de penuria con los escasos cinco meses que harán que el equipo, sus hijos y sus nietos no tengan que trabajar nunca más. El método es simple: ganarse al público.

Tokio pregunta qué deben robar y el Profesor levanta el brazo para señalar algo en el fondo de la sala.

La cámara capta primero desde el punto donde se encuentra el objeto y luego desde el opuesto; el foco está en los ladrones, que giran de dos en dos, hasta que hacen un zum sobre el modelo de la Fábrica Nacional de Moneda y Timbre. Después de esta corta escena, el público mordió el anzuelo:

no es Reservoir Dogs, pero se ve bien.

La segunda escena icónica está siempre en el primer episodio: en el minuto 31:20, Moscú y Denver abren una de las bóvedas. La música es de suspenso, los colores verde y dorado para la escena y el soplete. Después de exactamente dos minutos de robo los dos abren la puerta de seguridad para encontrar un cubo de billetes de 50 euros sobre un fondo blanco celestial. La cámara hace un zum desde el exterior y luego hace un zum desde el interior. Algunos pasos incrédulos, entonces Denver corre y se lanza sobre el dinero: la cámara entonces encuadra la cara de Denver desde arriba. La imagen fija, también utilizada como anticipo en la serie, ha sido publicada varias veces en las cuentas oficiales y ha pasado de tener unos pocos miles de “me gusta” a un promedio de doscientos mil, incluso en las versiones modificadas en las que encontramos la típica risa del personaje del Joker.

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1x07 – El séptimo episodio es interesante desde el punto de vista técnico, porque es más sofisticada que las anteriores. La primera escena notable comienza a las 8:01 a.m.: tenemos dos escenas alternas, una del color muy frío de Raquel dentro de la carpa y otra del Profesor, con la paleta ligeramente más caliente, tratando de moverse rápidamente. Raquel entra por la izquierda, la cámara la sigue de perfil mientras camina hacia su posición. Aún de perfil, vemos que el investigador pide su lápiz y el foco se dirige al policía más cercano a la cámara, y luego al lápiz en cuestión. El plano se mueve entonces frente a la estación, y los dos policías a la derecha de Raquel son filmados uno por uno mientras pasan el objeto como si fuera un testigo. Las grabaciones recuerdan deliberadamente a un teledrama médico, en el que el médico pide un bisturí durante una operación particularmente complicada. Una vez que Raquel recibe su pinza de pelo, está lista para operar: llama al Profesor y la escena se ralentiza. Los fundidos están laterales: la cámara de Raquel se desliza a la derecha, la del Profesor a la izquierda y luego la opuesta. Cuando parece que Raquel está a punto de ganar la batalla, la cámara la encuadra delante, mientras que el Profesor está de perfil; las posiciones se invierten con el deslizamiento de poder.

La segunda parte en el minuto 27:31 y presenta a Tokio y Río durante un flashback. Los dos tienen una relación en lo que parece un baño para discapacitados, sentados en el inodoro. La habitación comienza muy abajo en el piso a cuadros, lo que amplía la escena haciendo que parezca mucho más grande que la realidad. Los colores son muy oscuros, casi negros, y el foco está en la piel desnuda de los dos amantes y el rostro retorcido de Tokio, llorando por la muerte de su madre. El color rojo viene dado por unas ropas en el suelo y un cuello usado por la chica. La última toma del coito es interesante: los brazos de Tokio rodean la espalda de Río sobre un fondo casi completamente negro, mientras que los dedos tienen un ligero espasmo. Según una interpretación libre, los planos parecen una cita a las liebres de Lars Von Trier, maestro de la manipulación del espacio y los contrastes de color6.

Aunque ambas escenas están bien hechas, la más icónica comienza en el minuto 17. La toma comienza en la parte de atrás de la oficina de Arturo, la habitación enmarca el sofá en el que están sentadas las chicas ansiosas, un sillón colocado contra la pared y una puerta contigua. El personaje principal es Berlín, que entra en escena tras la pérdida de autoridad sufrida en el episodio anterior.

Como muestra la caracterización, el capitán del equipo necesita sentirse a cargo nuevamente y elige

6 Lars Von Trier forma parte, junto con destacados cineastas como Thomas Vinterberg, del grupo danés Dogme 95:

utilizan tomas sucias, es decir, imágenes en movimiento, inestables, a menudo deliberadamente descuidadas o incluso en vídeo, para dar la impresión de una improvisación que es, en cambio, el máximo refinamiento. En esto, la referencia es a la película Dogville (2003), en el que la arquitectura de la escena se reduce al mínimo necesario para la interacción entre los personajes.

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