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Autosoccorso cordata parete

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Academic year: 2021

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AUTOSOCCORSO DELLA CORDATA

PARANCO DI RECUPERO “MEZZO POLDO”

Recupero di ferito mediante paranco “mezzo poldo” con piastrina.

Questo sistema di recupero va adottato, oltre che in alpinismo su ghiaccio e su roccia, anche nella pratica sci alpinistica.

Non è molto veloce ma garantisce il successo del recupero anche se ad operare si è da solo.

Note sul sistema autobloccante.

La piastrina GI-GI potrebbe essere sostituita da sistemi autobloccanti come il nodo CUORE o il nodo EDI.

TAV. “A” - PARANCO MEZZO POLDO

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PARANCO DI RECUPERO “MEZZO POLDO” CON SPEZZONE AUSILIARIO

Recupero mediante paranco “mezzo poldo” con piastrina e spezzone ausiliario.

Questo sistema di recupero va adottato, oltre che in alpinismo su ghiaccio e su roccia, anche nella pratica sci alpinistica.

E’ un evoluzione della manovra precedente: minore la velocità ma risulta inferiore anche lo sforzo (in assenza di attriti sarebbe la metà); è utile quando il compagno caduto è molto pesante.

Note sul sistema autobloccante.

La piastrina GI-GI potrebbe essere sostituita da sistemi autobloccanti come il nodo CUORE o il nodo EDI.

TAV. “B” - PARANCO MEZZO POLDO CON SPEZZONE AUSILIARIO

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Sequenza delle operazioni:

1 – Bloccare il mezzo barcaiolo, al quale è assicurato il compagno caduto, mediante asola di bloccaggio e contro asola, avendo l’accortezza di lasciare almeno 60 cm di asola lasca in uscita dalla contro asola di sicurezza.

2 – Fare passare l’asola lasca all’interno del moschettone sul quale è realizzato il mezzo barcaiolo, ricongiungerla con se stessa e chiuderla con un moschettone a ghiera (A). Su questo moschettone inserire la piastrina di recupero “B”.

3 – Realizzare sul tratto di corda lasca in uscita dal mezzo barcaiolo (chiuso con asola e controasola di bloccaggio), un nodo autobloccante (Prusik o Machard con moschettone) con cordino assicurato all’imbracatura tramite moschettone a ghiera (autoassicurazione).

4 – Svincolarsi ora dal capo di corda al quale si era legati.

Seq. 1 Seq. 2 Seq. 3

5 – Inserire ora un moschettone a base larga (possibilmente a ghiera) nel foro libero della piastrina

“C”.

6 – Su questo moschettone va fissato, con un barcaiolo (nodino di sicurezza), un capo dello spezzone ausiliario.

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7 – Nel caso si voglia realizzare il paranco di recupero “mezzo poldo con piastrina” si può usare come primo spezzone la stessa corda di cordata (vedi il sistema di recupero ultimato nella tavola “A”)

8 – Portarsi con l’altro capo dello spezzone sul bordo del terrazzino e sul ramo di corda in tensione e realizzare, nel modo più corto possibile, un nodo machard con moschettone (moschettone 1).

9 – Far passare il capo libero dello spezzone ausiliario nel moschettone del machard e quindi formare un nodo barcaiolo (con nodino di sicurezza) dove inserire un moschettone (moschettone 2)

10 – Collegare il moschettone 3 al capo libero della corda di cordata e far passare quest’ultima

attraverso il moschettone 2 (che a sua volta è agganciato allo spezzone).

11 – Ritornare con la corda all’ancoraggio e farla passare nel moschettone a base larga (C) dove è fissato con barcaiolo il primo capo dello spezzone ausiliario.

12 – Ripassare infine il medesimo ramo di corda nel moschettone 3.

13 – Il paranco è terminato, bisognerà quindi inserire la corda in tensione dentro la piastrina.

Seq. 4 Seq. 5 Seq. 6

14 – Recuperare l’infortunato fino a che sul ramo in tensione si crei un lasco tale da consentire l’inserimento nella piastrina della corda sotto carico.

15 – A questo punto bloccare il recupero sul moschettone 3 con asola e contro asola di sicurezza.

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16 – Inserire la corda, ora non più in tensione, nella piastrina (B) utilizzando possibilmente un moschettone a ghiera (D).

17 – Recuperare, grazie alla piastrina, tutto il lasco della corda in tensione.

18 – Sciogliere contro asola, asola di bloccaggio e continuare il recupero, dopo avere eventualmente riposizionato tutto il paranco.

19 – Il lasco che si formerà durante la manovra sulla corda in tensione verrà recuperato con la piastrina (B).

Seq.7 Seq.8

Nota: nel caso si rendesse necessario il recupero dell’infortunato fino all’ancoraggio si può operare nel seguente modo: quando questi giunge in prossimità del terrazzino, staccare il machard presente sulla corda in tensione e agganciare il moschettone 1, ora libero, all’imbracatura dell’infortunato.

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IL MOVIMENTO DEL RECUPERO NEI PARTICOLARI

Ad ogni recupero effettuato sul ramo di corda in uscita dal moschettone 3 corrisponderà l’avvicinamento di quest’ultimo verso il moschettone C (moschettone al quale è fissato con il barcaiolo lo spezzone ausiliario).

Per recuperare ulteriore spazio d’azione del paranco potrò, inizialmente, riportare il moschettone 3 vicino al moschettone 2 mediante il semplice scorrimento della corda (movimento indicato dalle frecce ai lati del tratto annerito di corda).

Una volta esaurito lo spazio di recupero ottenibile con l’azione appena descritta bisogna riabbassare l’autobloccante a cui è collegato lo spezzone ausiliario, riportandosi nelle condizioni iniziali della manovra.

Utilizzando al posto della piastrina il nodo “edi” è chiaro che bisogna inserire il moschettone “C” in un'altra sede rispetto alla posizione indicata in figura.

Una soluzione può essere posizionarlo in corrispondenza del vertice della sosta (vicino al moschettone in cui era costruito il ½ barcaiolo di recupero).

ATTENZIONE: Nel caso in cui il ferito è collegato ad una mezza corda,

si potrebbe verificare la pericolosissima situazione in cui, una volta terminata la parte iniziale della manovra ed inserita la corda nella piastrina pronta per il recupero, questa una volta sotto tensione si ribalti invertendo automaticamente i capi e passando quindi dalla posizione di recupero a quella di scorrimento.

A questa malaugurata eventualità, resa possibile dal fatto di utilizzare una singola corda di piccolo diametro, si può comodamente ovviare posizionando il moschettone “D” in senso longitudinale (non trasversale come normalmente avviene) per riuscire ad agganciarlo al moschettone “A” Questa semplice operazione renderà impossibile la rotazione del moschettone “D” e quindi di fatto impedirà il ribaltamento della corda.

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RECUPERO DEL FERITO MEDIANTE SPOSTAMENTO PUNTO DI SOSTA

Manovra necessaria quando il primo di cordata rimane inanimato ed ha già superato la metà corda.

Tale evento si può facilmente verificare non solamente in montagna, su terreno di avventura, ma anche in falesia su vie con più lunghezze di corda.

Si tratta quindi di spostare la sosta per poter raggiungere l’infortunato ed eventualmente effettuare una calata.

Questa manovra si può effettuare solo se il ferito (F) si trova in prossimità della verticale Rispetto al punto di sosta.

Sequenza delle operazioni:

1 – Dopo aver arrestato la caduta, bloccare il mezzo barcaiolo con un asola e controasola.

2 – Il soccorritore (S) si dovrà autoassicurare tramite un autobloccante bidirezionale al ramo di corda in tensione, quindi arrampicando dovrà raggiungere e superare la mezzeria della corda (fig.2).

N.B. Intendiamo rimarcare come anche in questa occasione sia importante segnare la mezzeria della corda.

Altro importante elemento da tenere in considerazione è che tutte le operazioni avverranno sulla tenuta dell’ancoraggio che ha arrestato la caduta del ferito.

Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3

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3 – Oltrepassata la mezzeria, attrezzare un punto di sosta idoneo ad un eventuale calata con ferito (collegamento della sosta di tipo fisso) che chiameremo sosta 2.

4 – Collegare la nuova sosta con un cordino di diametro e lunghezza adeguate alla corda che va al ferito tramite un nodo autobloccante (machard o prusik con cordino aperto). Il cordino dovrà essere collegato alla sosta con un nodo mezzobarcaiolo bloccato con asola e controasola.

Ribaltare poi la sosta, mettere in tensione il tutto e ridiscendere alla sosta 1(Fig.3).

5 – Sciogliere l’asola di bloccaggio alla sosta 1 ed in modo graduale mandare in carico l’autobloccante precedentemente predisposto alla sosta 2 (Fig.4).

6 – Smontare la sosta 1 e risalire arrampicando sempre autoassicurati alla sosta 2 (Fig.5).

7 – Autoassicurarsi alla sosta 2 e collegare la corda lasca tramite un nodo mezzobarcaiolo con asola e controasola.

8 – Intervenire sul cordino collegato nella fase “4” e con gradualità mandare in tensione la corda precedentemente bloccata al punto di sosta 2 (Fig.6).

9 – Calare il ferito alla sosta, assicurarlo e valutare l’opportunità di portarlo a base parete con una calata in corda doppia con ferito.

Fig. 4 Fig. 5 Fig.6

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CALATA DI FERITO A BILANCINO

Manovra da effettuare nel caso in cui il ferito si trovi sotto il punto di sosta e assolutamente non in grado di collaborare, neanche per togliere i rinvii intermedi.

Nella descrizione effettuata si considera di operare nelle condizioni più penalizzanti e difficili, senza soste attrezzate e con la necessità di dover recuperare il maggior materiale possibile per il proseguimento della discesa.

E’ chiaro che situazioni diverse e più favorevoli possono agevolare e velocizzare la parte iniziale della manovra.

Sequenza delle operazioni:

1 – Dopo avere arrestato la caduta bloccare il mezzo barcaiolo con un asola e relativa controasola.

2 – Attrezzare una sosta secondaria utilizzando gli stessi ancoraggi della sosta principale se abbastanza solidi, altrimenti rinforzarla con uno o più ancoraggi supplementari. La sosta secondaria andrà attrezzata con un cordino di opportuno diametro passato direttamente negli ancoraggi stessi, con un collegamento fisso, idoneo per le calate.

Così attrezzata, la sosta secondaria diventerà poi la principale (Fig.1).

N:B. Nei disegni, la sosta secondaria è indicata a lato per esigenze grafiche(sosta mobile), per la sua costruzione attenersi a quanto su descritto.

Fig. 1 Fig. 2

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3 – Costruire un nodo autobloccante bidirezionale sul ramo di corda in tensione e collegarlo alla sosta secondaria con un nodo mezzo barcaiolo e bloccarlo con asola e controasola (Fig. 1).

N.B. Se non si ha a disposizione un ulteriore cordino, il soccorritore dopo essersi assicurato alla sosta con la longe, può utilizzare, per questa operazione l’altro capo della corda di cordata.

4 – Mandare in tensione manualmente l’autobloccante sul ramo di corda che va al ferito e predisporsi per effettuare la discesa in corda doppia (discensore ed autobloccante), (Fig.2).

5 –Inserire un moschettone a ghiera nella sosta secondaria, sciogliere l’asola di bloccaggio sul moschettone della sosta principale e passare la corda di cordata nel moschettone piazzato nella sosta secondaria, il quale verrà poi abbandonato. Recuperare il lasco di corda rimasto avvicinando discensore ed autobloccante e recuperare il materiale che compone la sosta principale (non più utilizzata), (Fig.2).

6 – Predisporre un secondo autobloccante bidirezionale sul ramo di corda che va al ferito, o sfruttare quello già in posizione, collegandolo all’imbracatura come da figura.

Questo accorgimento, permette di eliminare i rischi derivanti da un eventuale perdita di carico sul ramo di corda che va al ferito (Fig. 3).

Fig.3 Fig.4

7 – Sciogliere l’asola di bloccaggio dello spezzone ed in modo graduale controbilanciare il peso del ferito con quello del soccorritore. Recuperare quindi il moschettone rimasto.

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8 – Raggiungere il ferito calandosi con la tecnica di discesa in corda doppia (Fig.4).

9 – Collegare il ferito al soccorritore con le modalità descritte nella manovra “Calata di ferito in corda doppia” (Fig. 5-6) e procedere con la discesa per raggiungere un punto idoneo ad attrezzare un punto di sosta per la calata in corda doppia.

CALATA IN CORDA DOPPIA CON FERITO

Manovra da realizzare nel caso in cui il ferito (F) non sia in grado di effettuare autonomamente la discesa in corda doppia. Es. ferita agli arti superiori.

Sequenza delle operazioni:

1 – Collegare un cordino sufficientemente lungo (almeno 3 metri) all’imbracatura del ferito tramite un nodo delle guide con frizione. Tale cordino sarà utilizzato in seguito per assicurare il ferito alla sosta successiva.

2 – Collegare il ferito (F) al soccorritore (S) tramite il cordino precedentemente sistemato

Fig. 5 Fig. 6

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Seq. 1-2 Seq. 3

3 – La regolazione della distanza potrà avvenire tramite l’effettuazione di un asola e controasola di bloccaggio (vedi seq. 1-2).

4 – Il discensore sarà collegato al ferito (F), mentre il nodo autobloccante machard sarà collegato al soccorritore (S), (vedi seq. 3).

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5 – A questo punto si potrà iniziare la calata. Si noti come, se le operazioni di collegamento sono state effettuate correttamente, il peso del ferito gravi completamente sulla corda e il soccorritore debba

solamente guidare la calata operando sul nodo autobloccante (seq. 4).

Seq. 4 Seq. 5

6 – Dopo aver raggiunto il punto di sosta successivo, sistemata la sosta medesima o quantomeno verificato la solidità del materiale trovato in loco, si assicura il ferito, utilizzando il cordino di collegamento descritto nella fase “1”, tramite un nodo mezzo barcaiolo fermato con asola e controasola di bloccaggio (vedi seq. 5).

7 – Solo in seguito all’autoassicurazione del soccorritore si potrà procedere con il recupero delle corde e ripetere la manovra per proseguire la calata.

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RISALITA DELLE CORDE CON I NODI AUTOBLOCCANTI

E' una manovra che consente di salire lungo una corda in condizioni di costante sicurezza. Può essere necessario ricorrere a questo sistema per liberare una corda doppia bloccata in alto. In questo caso i nodi autobloccanti si avvolgono intorno a tutte e due le corde contemporaneamente (Evitare assolutamente di risalire su una corda sola!). Questa tecnica è la stessa utilizzata per il recupero da un crepaccio di una persona in grado di collaborare. Sostanzialmente si tratta di eseguire 2 nodi autobloccanti su entrambe le corde, il primo da collegare all’imbracatura e l’altro, da posizionarsi sotto al precedente, da usare tramite

un’asola, come staffa per il piede. Si descrive ora un metodo a titolo esemplicativo in quanto si possono usare nodi autobloccanti diversi, dei moschettoni e più o meno cordini (dipende da quale e quanto materiale si ha a disposizione!).

Si applica alla corda di cordata un anello di cordino con nodo prusik (P1) alla distanza del braccio quasi disteso, si aggancia l’anello all'imbragatura e lo si mette in tensione. Si applica poi un secondo cordino con prusik aperto (P2) sotto al precedente, sul ramo più corto eseguire nodo di sicurezza e su quello più lungo formare un’asola con nodo delle guide per il posizionamento del piede in posizione tale che l'anello venga a cadere fra ginocchia e inguine (vedi disegno). Infilato un piede nel secondo anello, ci si alza su di esso, aiutandosi sulla corda con le braccia; sollevare ora il primo prusik (quello superiore) e rimetterlo in tensione. Trattenuti da questo cordino, si fa scorrere verso l'alto il cordino del piede, lo si carica nuovamente ripetendo le operazioni descritte.

Altro modo: eseguire in alto nodo machard bidirezionale, prendere le 2 asole e inserire moschettone a ghiera nel quale aggiungere un anello di cordino da collegare all’imbracatura, per quello sotto idem, l’anello di cordino verrà usato per il piede.

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