• Non ci sono risultati.

Corda

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Corda"

Copied!
10
0
0

Testo completo

(1)

La Corda

è l’elemento fondamentale della catena di assicurazione e non ha senso definire la resistenza degli altri elementi senza prima considerare lo studio delle sue proprietà. Le corde per alpinismo sono costituite da monofilamenti di nylon che ritorti ed associati danno origine ad una serie una serie di trefoli. Tali trefoli ritorti originano gli stoppini veri e propri della corda che sono poi rivestiti da una calza esterna che ha il dovere ( oltre che a concorrere alla resistenza finale della corda ) di proteggere il delicato interno dai raggi solari, da sfregamenti pericolosi contro rocce, spigoli taglienti e, naturalmente, dagli attriti di scorrimento. Come detto sono generalmente fatte di Nylon o suoi derivati ed hanno una caratteristica molto particolare: assorbono uno shock in modo graduale, dissipando parte dell’energia prodotta da una caduta attraverso un allungamento prestabilito

tali corde sono dette “Dinamiche” (la dissipazione permette di scaricare meno forza sugli ancoraggi della parete, riducendo i rischi di cedimenti, inoltre un arresto “statico” porterebbe a gravissime conseguenze sul fisico umano rottura del bacino, della spina dorsale nel peggiore dei casi).. Una serie di monofilamenti non attorcigliati ha un carico di rottura maggiore di quello ottenibile con gli stessi monofilamenti attorcigliati. L'attorcigliamento riduce anche la lunghezza totale. Quindi un forte grado di attorcigliamento comporta corde pesanti e meno resistenti ma con buona capacità di assorbimento di energia; per contro un basso grado di attorcigliamento origina corde con caratteristiche opposte. La corda ottimale dovrà rappresentare quindi il miglior compromesso fra le caratteristiche di resistenza e di assorbimento di energia. Esistono altresì corde “ statiche“ che viceversa non offrono alcun tipo di assorbimento di energia e tali corde vengono utilizzate soprattutto in Speleologia o per risalita.

Le corde devono essere conservate al riparo dalla luce del sole in un luogo fresco e asciutto Ognuna è provvista per legge di una data di scadenza, ed è assolutamente sconsigliato prolungarne l'uso. Inoltre lo stato e le caratteristiche fisico-dinamiche dipendono esclusivamente dal nostro uso e dal loro stato di conservazione. Non abbiate alcun rimpianto

(2)

COSTRUZIONE DELLA CORDA

Filo Interno di identificazione

Come prima espresso le corde sono costruite con materiali sintetici che risentono di molti fattori tra cui gli effetti del tempo che ne alterano progressivamente le caratteristiche meccaniche e dinamiche.

Di qui la necessità di evidenziare l’anno di fabbricazione della corda in modo di poter provvedere tempestivamente alla sua sostituzione. Su questo filo interno è evidenziato il diametro il tipo il numero della norma e l’anno di fabbricazione. Ogni anno il colore del filo interno è differente e segue una tabella prestabilita.

La calza

Come precedentemente detto la calza oltre ad essere l’involucro della corda concorre sino al 35- 40% della sua tenuta. Esistono però due tipi di tessitura della calza ognuno dei quali con delle specificità d’utilizzo ben determinate questi sono : il primo a 48 fusi ed il secondo a 32 fusi. Nella sezione a lato possiamo vedere la differenza di spessore dato dal diverso tipo di calza per cui facilmente possiamo immaginare che una corda con la calza più spessa cioè a 32 fusi ( in basso ) abbia una resistenza all’usura superiore ma una elasticità ridotta rispetto a quella invece e 48 fusi che avrà una maneggevolezza ed una elasticità superiore. Di qui ne consegue che quella a 32 fusi sarà preferita per le attività in falesia e monotiri.

La calza è un tessuto tubolare ottenuto con l’intreccio di stoppini colorati

I trefoli interni sono costituiti da stoppini fatti di monofilamenti continui di nylon ( Poliammide 6 ) dello spessore di circa 30 millesimi di millimetro

Filo interno di identificazione

(3)

Scorrimento della calza

Anche se la costruzione della corda è di alta qualità l’anima e la calza sono due componenti indipendenti che tendono a scorrere e a separarsi l’una rispetto all’altra. La calza deformandosi pian piano a causa soprattutto del discensore, crea una zona molle attorno all’anima e dei punti di rigonfiamento “effetto calzino”, fenomeno questo che comporta un’usura più rapida. Tale fenomeno avviene in particolare in un utilizzo intensivo o in moulinette e può comportare anche un rischio di bloccaggio nel discensore o nell’apparecchio di assicurazione.

La simbologia

Essendovi diversi tipi di corda utilizzabile nella pratica dell’ alpinismo le case produttrici insieme agli organismi competenti per la loro certificazione hanno sviluppato una simbologia semplice ed efficace affinché uno si possa facilmente indirizzare sia all’ atto del loro acquisto che nel loro utilizzo vero e proprio. Tali informazioni sono applicate a mezzo di una fascetta adesiva posta all’estremità della corda.

Legenda

Questo simbolo che trovate apposto su una fascetta all’estremità della corda indica la corda "singola". Vale a dire che può essere impiegata da sola.

Questo simbolo indica invece la "mezza corda” cioè quella corda da usare abbinata ad un’ altra mezza corda, questa è la combinazione più comune per alpinismo.

Questo simbolo indica le corde "gemellari", che sono da esclusivamente da usare abbinate ad un’altra gemellare ma, con una singola assicurazione.

Questo simbolo indica che la corda in oggetto può resistere ad un certo numero di cadute su spigolo vivo.

Questo simbolo indica le corde che hanno subito un trattamento idrorepellente e che quindi sono indicate per arrampicata su ghiaccio.

Questo simbolo apposto su tutti i materiali da scalata certifica che secondo le nuove normative Europee il prodotto in oggetto è risultato Conforme alle esigenze CEN. Le CEN sono sostanzialmente le norme UIAA assimilate dal Palamento Europeo nel 1995 che approvando la direttiva sui (PPE Personal protection equipment) le ha ufficializzate. Ad esempio la norma CEN sulle corde è segnalata con in N° EN 892

Questo simbolo apposto su tutti i materiali da scalata certifica che il prodotto in oggetto è conforme alle normative UIAA. Che significa Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche apporre tale simbolo non è obbligatorio ed è oggi ormai puramente commerciale.

(4)

L’etichetta

Quando acquistate una corda per fare la scelta del tipo di prodotto e della Marca ritenuta più idonea alle vostre necessità oltre al consiglio del rivenditore di fiducia ogni casa vi mette a disposizione un cartellino tecnico che accompagna il prodotto sul quale sono evidenziati chiaramente tutti i dati salienti della corda. Questa è una delle operazioni da fare con la massima attenzione in quanto oltre alla spesa errata potreste acquistare un prodotto non aderente alle vostre esigenze. Di seguito illustrato vediamo un cartellino tecnico “ Tipo “ con evidenziate tutte le voci che devono apparirvi.

Modello

D i a m e t r o . . . . 9 m m N u m e r o d i c a d u t e . . . 1 7

F o r z a d ' a r r e s t o . . . 5 9 0 d a N P e s o u t i l i z z a t o . . . 5 5 k g A l l u n g a m e n t o c o n 8 0 k g . . . . . 7 , 6 % F l e s s i b i l i t à s u l n o d o . . . 0 , 6 K S c o r r i m e n t o d e l l a c a l z a . . . 0 ± 1 m m P e s o a l m e t r o . . . . 5 3 g L u n g h e z z a . . . M e t r i 6 0

CE 970183 EN 892

Organismo di controllo

(5)

Svolgimento della corda

La prima volta al termine del processo di produzione la corda viene avvolta, senza attorcigliamenti, in una matassa, ed in tale stato viene anche distribuita. Prima di utilizzarla per la prima volta, bisogna aprire la matassa e svolgere la corda, in maniera da escludere la comparsa di attorcigliamenti. Per fare ciò occorre aprire la confezione inserendo nella matassa entrambi gli avambracci in opposizione, e ruotarli in modo da far scendere il fine corda sul pavimento. Quando la corda sarà completamente aperta, riprenderla in mano, sfilarla metro per metro per tutta la lunghezza e scuoterla per togliere eventuali attorcigliamenti, ripetendo l’operazione due o tre volte. A questo punto la corda è pronta per il trasporto o per essere inserita in un “sacco corda”. E’ consigliabile effettuare le suddette operazioni direttamente sul

“sacco corda” o in un ambiente pulito (ad es. appartamento),in modo da proteggere fin da subito la corda da un’inutile sporcizia.

Avvolgere la corda

Per trasportare la corda (senza sacco-corda) è opportuno avvolgerla correttamente facendo un’asola a sinistra e una a destra. A propria discrezione, è possibile impugnarla dalla metà, da entrambi i capi o da un solo, e può venire avvolta su una mano, sul collo o su una coscia.

Prestare attenzione a non avvolgerla in anelli ma in asole, che pendano a sinistra e a destra.

Quando tutta la corda è avvolta, si prende la matassa e si avvolgono due o tre giri attorno alla sua metà: per bloccarli si fa passare un’asola prima per “l’occhio” della matassa e poi per la

“testa” e infine si tirano i capi-corda. Se si usa tale metodo con i due capi della corda, la stessa potrà essere trasportata come uno zaino. Al prossimo utilizzo, per evitare di ritrovarsi con la corda aggrovigliata, svolgerla facendola scorrere fra le mani per tutta la sua lunghezza.

Sacco corda

Il mezzo migliore per proteggere e trasportare una corda singola è il “sacco corda”. Un fine- corda viene fissato a un’asola del sacco, e la corda viene introdotta metro per metro. Il secondo fine-corda è libero per essere usato, e per il trasporto viene fissato alla seconda asola.

Un altro vantaggio del “sacco corda”: se il secondo fine-corda è fissato al sacco (per esempio con un nodo guida) non potrà scivolare per errore attraverso la sicura in caso di corda troppo corta, un’evenienza purtroppo non rara nell’arrampicata sportiva.

Uso della corda nelle soste

In sosta, sia su cascate che su vie di roccia è importante che la corda non penda in grosse asole, in modo di non impigliarsi . Normalmente conviene avvolgere la corda una volta a destra ed una volta a sinistra della propria sicura, sopra la coscia o un piede, in modo da averne un continuo controllo attualmente alcune case hanno costruito un anello aperto in cui inserire le corde durante il recupero evitando così di doverle avvolgere come prima esposto. In caso di cordata con unico capocordata è importante far scorrere – dopo ogni tiro – l’intera corda in modo da garantirne lo scorrimento senza intoppi.

Lavare la corda

La sporcizia riduce la qualità di una corda e ne limita la maneggevolezza. La corda dato che è soggetta a sporcarsi , è possibile lavarla a mano con acqua tiepida nella vasca da bagno o, addirittura, in una normale lavatrice. Un lavaggio saltuario permette una miglior maneggevolezza della corda e ne aumenta la durata. Per non rovinare la corda, si raccomanda

(6)

di utilizzare un detersivo sintetico delicato, di selezionare il programma delicato- lana e di non centrifugare mai! Per asciugarla, riporre la corda aperta in un luogo fresco, al buio e non appesa.

Fonti di Danneggiamento

Danno da agenti chimici

I rari casi in cui una corda si spezza sono dovuti, oltre che a cadute su spigoli vivi, a danneggiamenti con agenti chimici, in particolare acidi. L’acido solforico delle batterie di un’auto, in particolar modo, intacca le fibre di una corda causandone la scomposizione.

Purtroppo un tale danneggiamento non è visibile dall’esterno; il colore della calza cambia solo in modo limitato anche se il nucleo è già scomposto. Perciò una corda non deve mai essere riposta vicino ad agenti chimici. Il danneggiamento da solventi risulta particolarmente difficile da valutare; per questo motivo la metà-corda non dovrà mai essere contrassegnata con pennarelli o simili.

Danno da agenti meccanici

Spigoli vivi, caduta di sassi o una “piccozzata” possono “ferire” in modo determinante una zona precisa della corda. Qualora la calza venga danneggiata in modo che il nucleo diventi visibile o addirittura che fibre del nucleo risultino danneggiate, va senz’altro sostituita. E´ consigliabile una particolare cautela in caso di utilizzo di corde singole in quanto utilizzate da sole non hanno una sicurezza supplementare.

Danno da Attrito

L’attrito contro la roccia o quello prodotto dal moschettone usura l’intera lunghezza della calza.

Il danneggiamento aumenta con la forza della sollecitazione e con l’angolo dello spigolo. I cristalli di quarzo presenti nel granito e nell’arenaria comportano un’abrasione maggiore del calcare; le rocce erose dall’acqua sono più aggressive delle placche; la sollecitazione durante la calata o la discesa a corda doppia usura la corda più della normale arrampicata. Un punto di riferimento: la discesa a corda doppia comporta un’usura da due a tre volte maggiore dell’arrampicarsi; calare o Top-Rope aumentano l’usura da 5 a 10 volte. L’attrito comporta la rottura di piccoli filamenti della calza, che diventa più ruvida ed è soggetta a peeling, e ciò può comportare una riduzione della maneggevolezza ed un aumento dell’assorbimento di acqua.

Qualora la calza risulti usurata in modo tale da rompersi in alcuni tratti o da rendere visibile il nucleo, deve essere assolutamente sostituita. Consiglio pratico: la sollecitazione dovuta ad attrito nella fase di calata è minore se la corda passa tra due moschettoni. Qualora il punto di rinvio si trovi dietro uno spigolo roccioso si consiglia di allungarlo con una fettuccia in modo da evitare che la corda sfreghi su tale spigolo.

Danno da Calore

Un danneggiamento particolare è quello causato dal calore. Ciò può accadere se due corde si sfregano tra di loro (per esempio con le attrezzature per sicura in caso di brusche cadute), o qualora – per errore – due corde vengono passate nello stesso punto di sosta. Tali conseguenze sono riconoscibili sulla calza da tracce vitree - trasparenti o da bruciature scure.

In tali zone la corda diventa più rigida, è più difficile da maneggiare ed è meno performante. In caso di bruciature rilevanti la corda va senz’altro sostituita. In caso di calata troppo veloce il freno diventa così caldo che la corda può presentare punti di bruciatura; è quindi consigliabile…limitare la velocitá di discesa!

(7)

Controllo e verifica della corda

Si consiglia di controllare la corda ad intervalli regolari e comunque dopo sforzi particolari (caduta di sassi, contatto con ramponi, cadute, ecc.). Per fare ciò, far scorrere la corda tra le mani, metro dopo metro, alla ricerca di eventuali ingrossamenti, irrigidimenti o altro, effettuando contemporaneamente un controllo visivo. In caso di spessori diversi, di punti particolarmente usurati o tagli nella calza bisognerà sostituire la corda. Nel dubbio, un negozio specializzato potrà aiutarvi nella valutazione.

Durata di una Corda

E’ bene sostituire una corda con una frequenza d’uso durata indicativa secondo il seguente dettaglio :

- Mai : al massimo 10 anni se conservata al buio - Uso raro: 1-2 volte all’anno fino a 7 anni - Uso saltuario: 1 volta al mese fino a 5 anni - Regolare: più volte al mese fino a 3 anni - Frequente: ogni settimana fino a 1 anno

- Permanente: Uso quasi giornaliero meno di 1 anno

LA FORZA DI ARRESTO

MINIMA FORZA DI ARRESTO = MASSIMA SICUREZZA

È la forza trasmessa all’arrampicatore al momento dell’arresto della sua caduta. Si trasmette attraverso la corda lungo i punti di ancoraggio e i moschettoni per arrivare alla persona che assicura. Sono quindi la capacità della corda di assorbire l’energia della caduta unitamente alla mano dell’ assicuratore le componenti che permettono di far abbassare la forza di arresto e quindi di attenuarne gli effetti sulla catena di sicurezza. La scelta della corda è quindi fondamentale. Di conseguenza la qualità di una corda in questo campo si giudica dalla sua capacità di generare una forza di arresto bassa e di conservare questa qualità caduta dopo caduta.

La forza di arresto massima

È la forza di arresto misurata nelle condizioni della norma, vale a dire le condizioni più difficili, con fattore 2 alla prima caduta. È questo il valore che viene dato nelle caratteristiche tecniche della corda.

Variazioni della Forza di arresto

Caduta dopo caduta le capacità dinamiche della corda diminuiscono in quanto i filamento interni si distendono ( in sostanza è come allungare e snervare una molla ) e quindi la forza di arresto aumenta. Una corda con una forza di arresto massima bassa conserverà sufficienti proprietà dinamiche molto più a lungo di un altra corda.

Cosa accade con una forza d’arresto alta.

Quando si innescano due azioni ( forze ) combinate e cioè: quella dell’arrampicatore e quella della persona che assicura, naturalmente le due forze si sommano originando sull’ ultimo rinvio l’effetto carrucola. Se la corda

(8)

dell’effetto carrucola sarà quindi utilizzare una corda con una forza di arresto bassa, inoltre, quando la forza trasmessa verso l’assicuratore è troppo elevata, diventa chiaramente difficile trattenere la caduta e la corda può scorrere troppo rapidamente nell’apparecchio di assicurazione con una conseguente difficoltà di trattenuta da parte dell’assicuratore.

In Pratica sull’ ultimo punto moschettonato

Si sente spesso dire che in pratica i valori del fattore di caduta riscontrati sono bassi e che l'assicurazione dinamica permette di limitare le forze di arresto. Se ne potrebbe allora concludere che la forza di arresto massima della corda non ha che pochissima influenza sulle forze sviluppate sui punti di assicurazione. È totalmente falso. Il Club Alpino Italiano ha condotto numerosi test pratici, li ha filmati ed ha registrato le sollecitazioni lungo la catena di assicurazione. In base a questi risultati, il Dr. Bedogni ha stabilito un modello matematico che permette di calcolare le sollecitazioni sviluppate lungo il sistema di assicurazione in qualsiasi situazione. In particolare, consente di calcolare la sollecitazione sull'ultimo punto moschettonato in funzione della forza massima della corda. I risultati di questi test non hanno bisogno di commenti! Essi mostrano molto chiaramente che le sollecitazioni sull'ultimo punto sono molto diverse a seconda che si utilizzi una corda con forza di arresto massima debole, o una corda con forza di arresto massima elevata. In arrampicata, con il ripetersi di cadute che provocano un aumento della forza di arresto, una corda con una forza di arresto debole si manterrà molto più a lungo di un'altra al di sotto della soglia accettabile. Su terreni rischiosi, su cascate di ghiaccio, dove i punti di ancoraggio hanno una resistenza incerta, la sicurezza potrà essere notevolmente incrementata con l'utilizzo di una corda con forza di arresto debole, in modo da sollecitare molto meno l'ultimo punto moschettonato. Per permettere alla corda di svolgere il proprio ruolo di assorbitore di energia per tutta la sua lunghezza, occorre diminuire gli attriti, evitando gli angoli nei moschettoni.

La Forza d’arresto Valori imposti dalla norma:

• Corda intera: forza di arresto inferiore a 12 kN alla prima caduta, con fattore 1,77 e massa applicata di 80 kg.

• Mezza corda: forza di arresto inferiore a 8 kN alla prima caduta, con fattore 1,77 e massa applicata di 55 kg.

• Corda gemella: forza di arresto inferiore a 12 kN alla prima caduta, con fattore 1,77 e massa di 80 kg applicata sui due capi.

Allungamento dinamico

Si tratta della misura di allungamento della corda alla prima caduta del test UIAA quando in teoria la corda esaminata da il massimo delle prestazioni. Tale allungamento deve essere inferiore al 40%.

Allungamento statico

Questo valore misurato con un carico di 80 kg, non deve superare il 10% per una corda intera, il 12 % per una mezza corda ed il 10% per una corda gemella testata con 2 capi.

Tempo di recupero dopo una caduta

(9)

In caso di caduta violenta è sempre bene far riposare la corda addirittura legandosi se possibile all’altro fine-corda: in tal modo le fibre “stressate” possono procedere a riportarsi nella loro primitiva posizione rigenerandosi senza quindi penalizzare la durata della corda stessa.. Un ulteriore consiglio può essere dopo una caduta in un passaggio di non rimanere appeso alla corda ma di agganciarsi direttamente al rinvio.

Le fettucce tubolari

Le fettucce sono dei PPE censiti al n° EN 565 hanno elevata resistenza alla rottura ed all’abrasione e sono facilmente annodabili. Le tubolari sono adatte, per un uso universale, Nell’

orditura della treccia compaiono delle linee parallele che indicano i valori di tenuta della fettuccia utilizzata. Ogni

linea equivale a 550 daN. Esistono in varie larghezze come di seguito riportato.

Prove effettuate in laboratorio a trazione lenta hanno evidenziato su una fettuccia da 19 m/m 1900 daN di tenuta. La stessa raddoppiata quindi su 4 rami è risulta tenere 3342 daN

LARGHEZZA CARICO DI ROTURA PESO AL METRO

12 mm 550 daN 17 g 15 mm 1080 daN 26 g 19 mm 1600 daN 38 g 25 mm 1870 daN 43 g

Rinvii preparati

Sono dei PPE censiti al n° EN 566 e sono costruiti da fettuccia tubolare cucita. Con due moschettoni inseriti alle loro estremità servono per collegare la corda di cordata ai punti di protezione apposti o trovati lungo il tiro di corda.

Sono particolarmente indicati per l‘arrampicata sportiva. Da prove effettuate in laboratorio a trazione lenta su materiale nuovo si sono riscontrate tenute pari a 2530 daN. Su rinvii vecchi ed in cattivo stato sono state riscontrate tenute pari a 1740 daN.

LUNGHEZZA PESO

11 cm 13 g 16 cm 16 g

2300 daN

(10)

Cordini Ausiliari

Sono dei PPE censiti al n° EN 564 risultano essere facilmente annodabili ed il loro utilizzo è specifico per un uso ausiliario ( Nodi autobloccanti ), sono studiati per sostenere carichi ma non per assorbire energia quindi non devono mai essere utilizzati come corda principale di assicurazione.

Prove di laboratorio a trazione lenta hanno evidenziato su un cordino da 6 mm dei valori tenuta pari a 1487 daN con il nodo delle fettucce e di 1650 daN con il nodo Inglese doppio. Onde procedere approssimativamente al calcolo della tenuta nominale di un cordino basta calcolare il quadrato della sua sezione e moltiplicarlo per 20. Es diametro 6 m/m ( 6 x 6 = 36 x 20 = 720 daN)

Kevlar

E’ un materiale che viene utilizzato anche per produrre un cordino di eccezionale resistenza alla rottura.

Anima in para-aramide e calza in polyamide. Non è assolutamente dinamico pertanto ne viene raccomandato l’utilizzo nelle situazioni in cui non serve nessun tipo di elasticità quindi per le clessidre sia su roccia che su ghiaccio e come cordino per i dadi senza cavetto incluso. Da nuovo i nodi devono essere costantemente controllati in quanto tendono a sciogliersi più facilmente che con altri materiali e bisogna tenere a mente che con un utilizzo frequente deve essere sostituito spesso in quanto sopporta circa 3000 cicli di torsione e piegatura.

DIAMETRO CARICO DI ROTURA PESO AL METRO

Esiste solo in 6 mm 2000 daN 29 g

Dyneema

E’ il nome generico dato al materiale sintetico GSP ( Gel Spun Polietylene ) è un marchio depositato ed è una delle più forti fibre che si possano immaginare è indistruttibile e trova molteplici applicazioni nel modo dello sport ( dalla vela al volo per arrivare sino alla pesca ) in alpinismo viene utilizzato per produrre fettucce cucite e cordini ausiliari da 5,5 m/m di altissima resistenza pari a quella del kevlar ma con caratteristiche meccaniche migliori.

DIAMETRO CARICO DI ROTURA

5.5 mm 1800 daN

Riferimenti

Documenti correlati

la legge oraria θ(t) e la variazione in funzione del tempo della lunghezza l del tratto di corda che collega la massa al

la legge oraria θ(t) e la variazione in funzione del tempo della lunghezza l del tratto di corda che collega la massa al palo;.. la tensione

Questa corda produce una frequenza fondamentale di 65.4 Hz e la lunghezza del tratto di corda compreso tra i due estremi fissi ` e 0.800 m.. Calcola la tensione

L’idea della dimostrazione e` questa: se la corda e` fissata a un estremo, e verso quell’estremo si propaga un treno di durata finita, questo si riflettera`.. nel

Sostituendo un lo ssato agli estremi con un altro fatto dello stesso materiale, ma di diametro doppio, di quanto occorre cambiare la tensione perché la frequenza di

Quando i piedi di detta scala sono appoggiati a 3 m dalla parete, qual è la massima distanza lungo la scala che un uomo (puntiforme) di massa 5M può risalire senza pericolo?.

• Esordio a 81 anni e 9 mesi di difficoltà nei movimenti fini delle dita della mano sinistra; a 6 mesi di distanza dall’esordio, all’ENO si rilevava ipostenia brachiale sinistra

Dal 2006 al 2009: collaborazione con Fase 1 srl (società di capitali della Regione Autonoma della Sardegna) in qualità di segretario verbalizzante delle riunioni del