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Nuovo indice aggregato per calcolare e rappresentare in multiscala lIncidenza Territoriale della Sensibilità alla Desertificazione (ITSD) secondo il protocollo MEDALUS

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Quad. Bot. Amb. Appl., 19 (2008): 153-160.

Nuovo indice aggregato per calcolare e rappresentare in multiscala lIncidenza Territoriale della Sensibilità alla Desertificazione (ITSD) secondo il protocollo MEDALUS

V.

PICCIONE 1,

V.

VENEZIAN02

& V.

MALACRINò3

1 Dipartimento di Botanica dell'Università degli Studi di Catania, via A. Longo, 19 - 95125 -Catania - Italy.

2 Contrattista CUTGANA- Centro Universitario per la Tutela e la Gestione degli Ambienti Naturali e degli Agroecosistemi Catania - Italy.

3 Dottore di Ricerca in Ingegneria Agroforestale e dell'Ambiente - Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria Italy.

ABSTRACT. - New aggregate index to calculate and represent on multi-scale the Territorial Impact of Sensitivity to Deserti.fication (ITSD) in accordance with the Medalus protocol.- The Authors propose an index that allows one to calcu- late with ease, the territorial effect of the sensitivity towards desertification- ITSD - in order to overcome the limit of MEDALUS that does not foresee an estimate of sensitivity to the desertificati on of a territorial area ( of municipal, provin- cia I, regional, hydrographic area) through a single value. The index proposed by the authors has its advantages because it produces: effective regional rankings, classifications and consequent possibility to elaborate the comparative data with regard to different periods.

The authors besides ESA, extend the application to the four ITSD qualities considered by the method MEDALUS; the authors conclude this work by presenting and commenting on the ITSD applied to the values of ESA and the four Quality MEDALUS sense of the Region of Calabria and Sicily. The latter, is presented in two separate periods of investigati on.

Key words: Index ITSD, Sensitive Desertification, Medalus, ESA, Sicily, Calabria.

l TRODUZIO E

La gestione del territorio non può prescindere dall'in- fornazione ambientale.

La moderna pianificazione territoriale si avvale, sempre più, di sofisticati strumenti di informazione, soprattutto car- tografici, al fine di fruire di una lettura georeferenziata della sensibilità e vulnerabilità del territorio.

Per chi ha responsabilità di governo l'uso dei suddetti strumenti consente di orientare le scelte di sviluppo territo- riale, ambientale e socio-economico sulla base dei previsti impatti.

Con i lemmi Rischio, Vulnerabilità e Sensibilità sono state definite le recenti cartografie italiane a scala regiona- le (1 :250.000 e 1:100.000) della desertificazione (BARBERA

& al., 2005; BELLOTTl & al., 2005; CARNEMOLLA & al.,

2001; CECCARELLI & al., 2006; FERRARA & al., 2005;

GIORDANO & al., 2002; MONTANARELLA, 2001; MOTRONI &

al., 2003 e 2004; P1cc10NE & al., 2008), ossia del fenome- no che porta ad una riduzione irreversibile della capacità del suolo a produrre risorse e servizi, a causa di limitazioni climatiche e di attività antropiche (FAO-UNEP-UNESCO, 1977, 1979).

Mitigare la sensibilità dei sistemi naturali e seminatura- li e modificare le originarie condizioni di equilibrio rappre-

senta una priorità ambientale di massima importanza per i territori aridi, semiaridi e sub-umidi del Mediterraneo.

La comunità scientifica italiana, nell'ultimo decennio, si è dimostrata particolarmente attiva - vedasi i due recenti importanti contributi pubblicati nella collana dei manuali e linee guide dell' APAT (CECCARELLI & al., 2006; ENNE &

LUISE, 2006).

Negli studi sopra citati viene rappresentato lo stato del- l'arte delle azioni di lotta alla desertificazione sviluppate in Italia sia dal punto di vista della attività che dal punto dal punto di vista delle iniziative da porre in essere al fine di contrastare il fenomeno attraverso studi e ricerche mirate e restituzioni cartografiche tendenti a sintetizzare i fenomeni.

Nello specifico, il metodo cartografico più applicato per l'individuazione delle aree sensibili alla desertificazione nelle regioni a rischio è il MEDALUS, sviluppato all 'inter- no dell'omonimo progetto realizzato dall'Unione Europea ed elaborato da KosMAs & al. ( 1999) per lo studio delle aree vulnerabili alla desertificazione nell'isola di Lesvos (Grecia).

La metodologia, nota anche come ESAs (Environmen- tally Sensitive Areas), ha lo scopo di individuare le aree sensibili alla desertificazione, attraverso l'applicazione di indicatori biofisici e socio-economici che consentono di classificare le aree in critiche, fragili e potenziali.

(2)

La metodologia permette di giungere ad una rappresen- tazione in scala 1: 100.000 (in Italia, ad oggi, la Sardegna) della sensibilità alla desertificazione di un territorio, resti- tuendo un'informazione attendibile, in quanto compatibile e coerente con i dati territoriali utilizzati.

Nell'ambito del progetto DESERTNET - Programma Interreg IIIB-MED-OCC - sono state realizzate, recente- mente, diverse mappe del rischio di desertificazione a scala regionale 1: 2 5 O. 000 (Basilicata, Calabria, ·Sardegna, Sicilia, Toscana), elaborate seguendo la metodologia MEDALUS. La condivisione di tale metodologia e la scala di rappresentazione evidenzia una evoluzione rispetto alla realizzazione delle precedenti mappe a scala nazionale.

La Carta della Sensibilità alla Desertificazione, elabo- rata secondo la procedura MEDALUS, è una base informati- va strategica per conoscere l'incidenza delle diverse critici- tà di un territorio.

Al pari di altre importanti carte di pianificazione, come la Carta Natura (APAT, 2004), la Carta di Sensibilità alla Desertificazione aiuta a definire scelte operative sia nel- 1' ambito delle politiche di gestione agricola - attraverso la diffusione di pratiche rispettose della sensibilità ambientale - sia nell'ambito delle attività produttive a forte impatto sulle risorse naturali, sia nelle attività turistiche che deter- minano forti pressioni ambientali in lassi temporali brevi e tali da compromettere la capacità portante dei sistemi natu- rali.

LA METODOLOGIA MEDALUS

Il MEDALUS si prefigge di misurare la qualità (del clima, della vegetazione, del suolo e della gestione del terri- torio) muovendo, per ciascun indice, dal rapporto degli indi- catori (ad esempio, per stimare la qualità del clima adotta tre indicatori: precipitazioni, arido-umidità ed esposizione dei versanti).

Assegnando dei pesi alle classi in cui si articolano gli indicatori, di fatto, il MEDALUS stima la perdita di qualità (degrado) causata dai fattori predisponenti del fenomeno desertificazione.

Le aree a diverso livello di degrado non sono altro che aree più o meno sensibili che, per motivi strutturali e/o fun- zionali, presentano margini ridotti nelle variazioni dei para- metri ambientali che ne regolano il funzionamento. Le aree sensibili oppongono bassa resistenza e resilienza ai cambia- menti e tendono a subire degradi irreversibili.

L'attitudine di un sistema a subire degradi permanenti a causa di pressioni esterne è nota con il termine di vulnera- bilità mentre il rischio rappresenta lo stato in cui sono pre- senti condizioni di pericolosità o di potenziale minaccia con possibilità di superamento del livello soglia al di sopra del quale si provocano fenomeni sensibili e spesso ìrreversibili, accompagnati da alterazione degli equilibri preesistenti.

Le aree sensibili alla desertificazione (ESAs) vengono individuate e mappate mediante quattro indici chiave per la stima della capacità del suolo a resistere a processi di degra- do.

Gli indici definiscono la Qualità del Suolo (Soil Quality Index - SQI), la Qualità del Clima ( Climate Quality Index - CQI), la Qualità della Vegetazione (Vegetation Quality Index - VQI) e la Qualità della Gestione del Territorio 154

(Management Quality Index - MQ!) (KOSMAS & al., 1999 a).

Nello specifico:

1. Indice di Qualità del Suolo (SQI, Soil Quality Index).

Prende in considerazione le caratteristiche del terreno, come il substrato geologico, la tessitura, la pietrosità, lo strato di suolo utile per lo sviluppo delle piante, il dre- naggio e la pendenza.

2. Indice di Qualità del Clima ( CQL Climate Quality Index). Considera il cumulato medio climatico di preci- pitazione, l'aridità e l'esposizione dei versanti.

3. Indice di Qualità della Vegetazione (VQL Vegetation Quality Index). Gli indicatori presi in considerazione sono il rischio d'incendio, la protezione dall'erosione, la resistenza alla siccità e la copertura del terreno da parte della vegetazione.

4. Indice di Qualità di Gestione del Territorio (MQ!, Management Quality Index). Si prendono in considera- zione l'intensità d'uso del suolo e le politiche di prote- zione dell'ambiente adottate.

Dalla combinazione dei quattro indici di qualità, ciascu- no individua tre classi di qualità (elevata, media e bassa), attraverso la seguente formula

ESAI = (SQI

*

CQI

*

VQI

*

MQI)114

si ricava un indice di sensibilità che viene distinto in 4 classi di ESAs:

1. ESAs critiche (articolata in 3 sottoclassi): aree già alta- mente degradate tramite il cattivo uso del terreno, rap- presentando una minaccia all'ambiente delle aree circo- stanti;

2. ESAs fragili (articolata in 3 sottoclassi): aree dove qual- siasi cambiamento del delicato equilibrio delle attività naturali o umane molto probabilmente porterà alla deser- tificazione;

3. ESAs potenziali: aree minacciate dalla desertificazione se soggette ad un significativo cambiamento climatico.

4. ESAs non affette.

Da quanto detto, emerge che una mappa realizzata secondo la metodica MEDALUS offre molti piani di lettura e si candida a indicizzare il Rischio Desertificazione ..

Per essere considerato tale deve soddisfare criteri speci- fici quali:

rilevare cambiamenti in assetti importanti (le quattro qualità contemplate dal MEDALUS soddisfano questa condizione);

individuare fattori che potrebbero essere fonti di costi significativi per le generazioni presenti o future (le cause predisponenti);

indicare qualsiasi problema che possa essere risolto in un determinato periodo di anni, decadi o secoli.

In quest'ultimo caso analizzando periodi diversi è in grado di restituire scenari suscettibili di mettere in evidenza problemi specifici per i quali esistano dei livelli-soglia oltre i quali anche cambiamenti minori potrebbero essere causa di effetti irreversibili.

Il MEDALUS, con la classificazione finale dell'indice ESAi, di fatto adotta delle Soglie, ossia limiti oltre i quali le pressioni non possono essere assorbite dall'ambiente senza che questo venga danneggiato e le risorse naturali che lo compongono depauperate.

Il MEDALUS consente di calcolare il grado di sensibili-

(3)

tà alla desertificazione di ogni unità elementare di territorio considerato con un valore riconducibile ad una delle 8 clas- si di sensibilità previste che vanno dalla condizione miglio- re -non minacciato -alla peggiore -critico 3.

Ne consegue che, per un'area oggetto di indagine, il metodo stima quali ambiti del territorio e con quale esten- sione - in ha, Kmq -si manifesta il fenomeno.

METODOLOGIA

A fronte di una così articolata e dettagliata stima della distribuzione dei territori regionali delle varie classi indivi- duate dall'ESA, si registra una obiettiva difficoltà nel momento in cui si vuole esprimere una valutazione com- plessiva del fenomeno su due regioni o, nel caso della Sicilia, anche, nei due periodi.

Al fine di superare il limite del metodo MEDALUS, che non prevede la stima della sensibilità ambientale di un'area

(comprensorio comunale, provinciale, regionale, bacino

idrografico) restituita da un valore unico, hanno elaborato un indice denominato ITSD capace di calcolare agevolmen- te l 'Jncidenza Territoriale della Sensibilità alla Desertifi- cazione.

Attraverso l'ITSD gli AA. perseguono l'indicizzazione univoca di un ambito territoriale, con possibilità di produrre

graduatorie e ricondurre ad una classificazione e ad un con-

fronto agevole fra aree e periodi diversi.

Alle 8 classi di sensibilità alla desertificazione, sensu Medalus, gli AA. assegnano un peso progressivo, a passo costante 1 (O coincide con la classe non minacciata e 7 con la classe critico 3) da moltiplicare con i valori ESA! regi- strati nell'ambito territoriale da caratterizzare ( comprenso- rio comunale, provinciale, bacino idrografico) così come riportato nella tabella seguente.

Classi ESA Cod. Intervalli Peso

Aree non minacciate nm < 1,17

o

Aree potenziali p 1, 17 - 1,22 1 Aree fragili 1 fl 1,23 - 1,26 2

Aree fragili 2 f2 1,27-1,32 3

Are fragili 3 f3 1,33 - 1,37 4 Aree critiche 1 cl 1,38 - 1,41 5 Aree critiche 2 c2 1,42 - 1,53 6 Aree critiche 3 c3 > 1,53 7

Gli ettari o chilometri quadrati di territorio i cui valori ESA rientrano in uno dei summenzionati intervalli vengono moltiplicati per il peso assegnato all'intervallo in cui rica- dono; il valore calcolato per la classe viene sommato a quel- li restituiti dalle altre 7 classi ESA come espresso dalla seguente formula:

ITSD classi= _LESAI (nml *O)+ _LESAI (p*l) + _LESAI (fl *2) + _LESAI (f2*3) + IESAI (f3*4) + _LESAI (cl *5) + L:ESAI (c2*6) + _LESAI (c3*7)

Il valore trovato (ITSD classi) viene rapportato al valore teorico ESAi teorico (c3*7) ipotizzando che tutto l'ambito territoriale indagato ricada nella classe c3:

ITSD = (ITSD classi/ESAi teorico)* 100

Il valore sommatoria dell 'ITSD viene tradotto in percen- tuale, ai fini della leggibilità e della confrontabilità, condi- zione che si presta per una classificazione a cinque interval- li a passo costante 20 che qui gli AA. propongono.

Classi ITSD

o -

20

21 - 40 41 - 60 61 - 80 81 - 100

Incidenza Minima Minimo-media Media Medio-elevata Elevata

Uguale procedura metodologica viene applicata alle 4 qualità MEDALUS con la differenza che le classi contem- plate sono tre e quindi i pesi da applicare a passo costante 1 vanno da O .a 2 e tenendo presente che gli intervalli sottesi dalle 4 qualità hanno passo differente come si evince dalle seguenti tabelle.

Qualità Clima Intervalli Peso

Alta < 1,15

o

Media 1,15 - 1,81 1

Bassa > 1,81 2

Qualità Vegetazione Intervalli Peso

Alta < 1,13

o

Media 1,13 - 1,38 1

Bassa > 1,38 2

Qualità Suolo Intervalli Peso

Alta < 1,13

o

Media 1,13 - 1,38 1

Bassa > 1,38 2

Qualità Gestione Territorio Intervalli Peso

Alta < 1,25

o

Media 1,25 - 1,50 1

Bassa > 1,50 2

APPLICAZIONE E RISULTATI

Gli AA. illustrano i risultati dell'applicazione dell' Indice ITSD a scala regionale disponendo delle basi dati georeferenziate della Calabria e della Sicilia, quest'ultima distinta in due periodi.

Nella Tav. l è riportato il risultato georeferenziato del- 1 'interrogazione del data base MEDALUS messo a punto per la regione Sicilia (PICCIONE & al., 2008), a sua volta distin- to nei due periodi considerati, ossia lo scenario indicato come primo periodo -metà secolo - restituito sulla base dei dati climatici relativi al periodo 1931-60 e dalla Carta dell'Uso del Suolo del CNR-TCI (1958) e secondo periodo - fine secolo - restituito sulla base del trentennio climatico 1961-90 e del Carine Land Cover (2000).

Nella stessa tavola è riportata la Carta delle Aree Sensibili alla Desertificazione della Calabria (BARBERA et al., 2005) di fine secolo, relativa al secondo periodo, sulla base dei dati cli- matici del 1961-90 e del Carine Land Cover (2000).

Dall'osservazione diretta delle suddette carte si possono esprimere, a grandi linee, le seguenti considerazioni: le mappe della Sicilia presentano una sensibile maggiore pre- senza di colore rosso, che identifica la condizione critico 3, rispetto alla Calabria.

Nella rappresentazione cartografica delle due Sicilie, a sua volta, le varie classi di sensibilità alla desertificazione, rappre- sentati dai diversi colori, si distribuiscono in modo diverso.

(4)

È evidente l'aumento sensibile della classe non minac- ciata nel secondo periodo rispetto al primo.

Solo una rappresentazione, a scala adeguata, consenti- rebbe una migliore lettura della distribuzione delle classi di sensibilità.

Un salto di qualità informativa si ottiene dall'interpreta- zione delle Tabb. 1, 2 e 3 che accompagnano la Tav. 1.

L'analisi delle percentuali di territorio riportate per ogni classe ESA consente di fare ulteriori riflessioni: la Sicilia presenta una percentuale di territorio nella classe critico 3 tre volte superiore a quella della Calabria.

Quest'ultima registra, per il secondo periodo considera- to, quasi il 40% di territorio nelle classi critico 1 e 2 e un ulteriore 40% ricadente nelle classifragile 1,2 e 3 contro il 23,5% e il 17% del corrispondente periodo della Sicilia.

Passando al confronto delle due mappe della Sicilia, relative ai due periodi analizzanti, i dati più discordanti sono relativi alle aree non minacciate che, nel secondo periodo, si sono incrementati di un fattore 3, rispetto al primo, e le aree in classe critico 2 e 3 che hanno subito un abbattimen- to medio di circa il 5%.

La mancanza di una indagine retrospettiva della Calabria non consente di affermare se lo scenario rilevato a fine seco- lo rappresenta il riscontro scientifico di un peggioramento o miglioramento della sensibilità alla desertificazione.

Passando a commentare i risultati ottenuti con l'Indice d'Incidenza Territoriale della Sensibilità alla Desertificazione (ITSD) della Calabria (Fig. l ), gli AA. rile- vano un valore di quattro punti più basso del corrispondente periodo considerato per la Sicilia - risultato interessante se si considera che da un'analisi esclusivamente visiva dei colori saremmo portati a ritenere che lo scarto fra le due regioni sarebbe dovuto essere maggiore, mentre in realtà, passando ai valori tabellari, si evince la rilevante incidenza delle clas- si fragile e critico 1 e 2 della Calabria rispetto alla Sicilia.

Più intuitiva la differenza fra gli indici ITSD dei due periodi messi a confronto per la Sicilia: indubbiamente scontato, dal punto di vista visivo, prevedere un valore più alto nel primo periodo rispetto al secondo, ma non certo di 8 punti percentuali.

Ma la potenzialità dell'indice ITSD si intravede nel con- fronto di aree all'interno delle rispettive regioni; di estremo interesse applicativo poter indicizzare in modo univoco il fenomeno nell'ambito di un comprensorio comunale, pro- vinciale o di un bacino idrografico nonché, se si dispone di due periodi, come nel caso della Sicilia, poter promuovere dei confronti.

In ottica di management dell'ambiente, con l'indice ITSD il decisore politico può elaborare graduatorie suscetti- bili di essere tradotte in classificazioni.

Se si estende la filosofia dell'indice ITSD alle quattro qualità sensu MEDALUS (clima, vegetazione, suolo, gestio- ne del territorio) si può, a sua volta, conoscere - anche in questo caso in modo univoco - il contributo dato da ciascu- na qualità.

Al pari delle Tabb. 1, 2 e 3, le Tabb. 4, 5 e 6 consentono di conoscere le percentuali di territorio che ricadono nei tre intervalli - alta, media e bassa - individuate da ciascuna delle quattro qualità MEDALUS.

Informazioni decisamente significative ma che, anche in questo caso, possono essere sintetizzate da un valore unico.

In Fig. l risulta agevole, ad esempio, confrontare la qua- 156

lità climatica della Calabria (ITSD 29) rispetto alla Sicilia (ITSD 57) o della Sicilia nei due periodi (ITSD 49 nel I periodo) rilevando che lo scarto fra le due regioni è rilevan- te (30 punti percentuali) e, a conferma dei cambiamenti cli- matici in corso, in Sicilia si registra un sensibile inaspri- mento (8 punti percentuali) fra i due periodi analizzati.

Se si passa a confrontare la qualità della vegetazione (Fig. l ), i risultati si ribaltano; la Calabria si pone in una posizione peggiore della Sicilia, presentando uno scarto di 15 punti percentuali.

Viceversa, il confronto, , della Sicilia nei due periodi fa emergere un fatto apparentemente singolare: la qualità della vegetazione è migliorata di ben 1 O punti nell'ultimo perio- do; dato, questo, estremamente interessante che merita approfondimenti e considerazioni a parte.

Prevedibile la risposta dell'indice ITSD per quanto attie- ne la qualità di gestione del territorio che vede la Calabria in una posizione più felice della Sicilia (ITSD 56 contro 69) e, fatto ancor più interessante, lo scarto di 16 punti percentua- li fra i due periodi considerati per la Sicilia, a dimostrazio- ne che l'assenza di politiche protettive del territorio fino gli anni cinquanta ha inciso pesantemente sul risultato.

CONSIDERAZIONI

L'applicazione dell 'ITSD evidenzia l'efficacia e la capa- cità di rispondere alle nuove esigenze di pianificazione, caratterizzata da problematiche sempre più complesse.

I risultati dimostrano una buona risposta dell'indice nel sintetizzare le informazioni frammentate e di esprimere l'Incidenza Territoriale della Sensibilità alla Desertifica- zione in modo sintetico, pur nondimeno rappresentativo del fenomeno nella sua articolazione dei fattori predisponenti.

La possibilità di monitorare l'andamento di un processo complesso, quale il rischio desertificazione, costituisce una indubbia risorsa per gli stakeolders.

L'adozione di indici sintetici, quali l 'ITSD, consente di controllare l'andamento sia globale che delle diverse com- ponenti territoriali-ambientali, con possibilità di sviluppare proiezioni dell'andamento del fenomeno.

L' ITSD può entrare nel novero degli indici preposti al controllo territoriale-ambientale che, attraverso il rileva- mento e il monitoraggio, concorrono a restituire lo Stato dell'Ambiente, nelle diverse componenti, strumento di governo indispensabile per adottare scelte e strategie idonee alla gestione del territorio.

Il controllo territoriale-ambientale, di competenza del sistema delle Agenzie (APAT, ARPA, APPA), nella moder- na accezione, è l'insieme delle azioni tendenti a garantire la disponibilità di un quadro certo e continuamente aggiornato dello stato dell'ambiente e delle informazioni di supporto che permettono di seguire e prevedere l'evoluzione dei fenomeni degenerativi generali e localizzati, consentendone la limitazione nello spazio e nel tempo.

L'informazione georeferenziata offerta dall'ITSD risulta essere efficace e la sua rappresentazione cartografica uno strumento flessibile, facilmente aggiornabile e integrabile, grazie agli strumenti informatici di ultima generazione ( GIS).

Con l'indicizzazione univoca del Rischio Desertifica- zione si può pensare a promuovere Standard Ambientali, ossia strumenti di politica ambientale adottabili dall' autori- tà pubblica per migliorarne la qualità.

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Fig. 1 - Mappe Aree Sensibili alla desertificazione (dove: ESAI = Incidenza Territoriale della Sensibilità alla Desertificazione, CQI = lncidenza territoriale della Qualità Climatica, VQI =Incidenza Territoriale dalla Qualità Vegetazionale, SQI =Incidenza Territoriale della Qualità del Suolo, MQI = Incidenza Territoriale della Qualità di Gestione del Territorio).

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Forti degli Standard Ambientali si potrà lavorare per una corretta prevenzione, ossia per quell'insieme di disposizioni e misure previste e adottabili per rimuovere, contenere o diminuire i rischi.

Con la recente realizzazione di mappe del rischio deserti- ficazione è stato ormai colmato un vuoto nella rappresentazio- ne georeferenziata del problema nelle regioni più indiziate.

La scala 1 :250.000, prevalentemente utilizzata, consente di inquadrare, a grandi linee, la distribuzione territoriale e l'intensità del fenomeno.

La vera scommessa per il futuro è la rappresentazione del fenomeno alla scala 1 :50.000, al pari del progetto Carta della Natura introdotto dalla Legge Quadro per le Aree Naturali Protette n. 394 del 1991.

La rappresentazione cartografica della sensibilità alla desertificazione, specie nella ricerca del valore unico (JTSD), ha molti punti in comune con la metodologia adot- tata per la Carta della Natura che persegue la valutazione della qualità ambientale e della vulnerabilità territoriale attraverso indicatori ecologici di sensibilità e pressione antropica.

In attesa che la comunità scientifica si adoperi nel porta- re chiarezza semantica sull'uso dei lemmi Rischio, Vulnerabilità e Sensibilità, nelle summenzionate cartografie che hanno adottato metodologie di mappatura delle aree sensibili alla desertificazione (APAT, 2006), l'indice ITSD potrà essere applicato speditamente a livello di comprenso- ri comunali, provinciali e di bacini idrografici.

Le informazioni ricavate dall'utilizzazione dell'indice consentirebbe ai vari enti di disporre di uno strumento di indirizzo per individuare le aree sensibili prioritarie e per supportare la scelta delle tipologie d'intervento.

Tale risultato è perseguibile in quanto l'Indice ITSD resti- tuisce, con un valore unico, la complessità dell'informazione che, altrimenti, risulterebbe frammentata e priva della possibi- lità di sintetizzare l'entità globale del problema considerato.

Tab. l - ESA Sicilia relativa al Ilperiodo - fine secolo.

Classi ESA Intervalli Area (%)

Aree urbanizzate 6, 1

Aree non minacciate < 1, 17 12,7 Aree potenziali 1, 17 - 1,22 3, 5 Aree fragili 1 1,23 - 1,26 4, 5 Aree fragili 2 1,27 - 1,32 6,2 Aree fragili 3 1,33 - 1,37 5,9 Aree critiche 1 1,38 - 1,41 4,3 Aree critiche 2 1,42 - 1,53 19, 1 Aree critiche 3 > 1,53 3 7, 7

Tab .. 2 - ESA Sicilia relativa al I Periodo Metà Secolo.

Classi ESA Intervalli Area (%)

Aree urbanizzate 3. 7

Aree non minacciate Aree potenziali Aree fragili 1 Aree fragili 2 Aree fragili 3 Aree critiche 1 Aree critiche 2 Aree critiche 3

158

< 1,17

1, 17 - 1,22 1,23 - 1,26 1,27 - 1,32 1,33 - 1,37 1,38 - 1,41 1,42 - 1,53

> 1,53

4,5 2,4 2,2 5,7 6,9 7,1 23,6 44,0

Tab.3 - ESA Calabria relativa al II periodo - fine secolo.

Classi ESA Intervalli Area (%)

Aree urbanizzate 2, 4

Aree non minacciate < 1, 1 7 2, 6 Aree potenziali 1, 1 7 - 1,22 4, 6 Aree fragili 1 1,23 - 1,26 6,9 Aree fragili 2 1,27 - 1,32 16, 6 Aree fragili 3 1,33 - 1,37 16,4 Aree critiche 1 1,38 - 1,41 12,9 Aree critiche 2 1,42 - 1,53 26,7

Aree critiche 3 > 1,53 10,9

Tab.4 - Qualità (sensu Medalus) Sicilia relativa al II perio- do - fine secolo.

Classi CQI- Alta CQI- Media CQI - Bassa

V Q I - Aree urbanizzate

· VQI- Alta VQI- Media VQI- Bassa

. SQI - Aree urbanizzate

SQI- Alta SQI- Media SQI - Bassa MQI- Alta MQI- Media MQI- Bassa

Intervalli

< 1,15 1,15 - 1,81

> 1,81

< 1,13 1,13 - 1,38

> 1,38

< 1,13

1,13 - 1,45

> 1,45

< 1,25

1,25 - 1,50

. > 1,50

Area(%) 14,6 57,1 28,3 6,1 36,7 16,9 40,3 2,1 16,6 35,9 45,4 18,0 25,4· 56,6

Tab.5 - Qualità (sensu Medalus) Sicilia relativa al I periodo - metà secolo.

Classi CQI- Alta CQI- Media CQI- Bassa

V Q I - Aree urbanizzate VQI- Alta

VQI- Media VQI- Bassa

SQI - Aree urbanizzate SQI- Alta.

SQI- Media SQI - Bassa MQI- Alta MQI- Media MQI- Bassa

Intervalli

< 1,15

1,15 - 1,81

> 1,81

< 1,13

1,13 - 1,38

> 1,38

< 1,13

1,13 - 1,45

> 1,45

< 1,25

1,25 - 1,50

> 1,50

Area(%) 21,1 59,9 19,0 2,4 17,8 29,4 50,4 2,1 16,6 35,9 45,4 5,8 18,4 75,8

Tab.6 - Qualità (sensu Medalus) çalabria relativa al II perio- do - fine secolo.

Qualità CQI- Alta CQI- Media CQI- Bassa VQI- Alta VQI- Media VQI- Bassa SQI- Alta SQI-Media SQI - Bassa MQI- Alta MQI- Media MQI- Bassa

Intervalli

< 1,15

1,15 - 1,81

> 1,81

< 1,13 1,13 - 1,38

> 1,38

< 1,13 1,13 - 1,45

> 1,45

< 1,25

1,25 - 1,50

> 1,50

Area(%) 44,2 53,3 2,5 2,0 21,6 76,0 4,0 35,1 60,9 14,4 59,8 25,8

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RINGRAZIAMENTI - Lavoro eseguito nell'ambito del progetto ARCHIMEDE -Centro Polifunzionale per lo sviluppo sostenibile, finanziato dalla Regione

160

Siciliana, Assessorato Industria, Dipartimento Industria, a valere sulla misura 3 .15 - sottoazione C Potenziamento delle infrastrutture e laboratori esi- stenti PIT n°11: Enna: Turismo tra archeologia e natura. Responsabile: Prof. Angelo Messina, già direttore del CUTGANA - Centro Universitario per la Tutela e la Gestione degli Ambienti Naturali e degli Agro-ecosistemi dell'Università degli Studi di Catania.

RIASSUNTO - Gli AA. propongono un indice che consen- te di calcolare, agevolmente, l'Incidenza Territoriale della Sensibilità alla Desertificazione - ITSD - al fine di superare il limite del protocollo MEDALUS che non prevede la stima della sensibi- lità alla desertificazione di un ambito territoriale (comprensorio comunale, provinciale, regionale, bacino idrografico) attraverso un valore unico.

L'indice proposto dagli AA. offre dei vantaggi poi- ché produce efficaci graduatorie territoriali, conse- guenti classificazioni e possibilità di elaborare con- fronti relativamente a diversi periodi.

Gli AA., oltre all'ESA, estendono l'applicazione dell 'ITSD alle quattro qualità considerate dal meto- do MEDALUS; chiudono il lavoro presentando e commentando l'ITSD applicato ai valori dell'ESA e delle quattro qualità sensu MEDALUS delle Regioni Calabria e Sicilia, quest'ultima, distinta in due periodi di indagine.

Riferimenti

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