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Di seguito una sintesi dei principali temi emersi nel corso dell’audizione:

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Academic year: 2021

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Analisi

Nella giornata di oggi, lunedì 8 marzo, presso le Commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell’UE di Camera e Senato è stato audito il Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco in merito al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. In apertura, il Presidente della seduta Sen. Stefano (PD) ha ribadito l’esigenza e l’urgenza che il Parlamento si trova ad avere nel prendere visione dei progetti articolati secondo il modello richiesto dalla Commissione Europea. Inoltre, in merito alla governance, ha ricordato come sia ancora da definire il tema del coordinamento con i Ministri e gli altri livelli di governo territoriale, nonché quello sul monitoraggio dell’avanzamento della spesa.

Di seguito una sintesi dei principali temi emersi nel corso dell’audizione:

Risorse del PNRR: ricordando come il Piano preveda fondi a disposizione per l’Italia per gli anni 2021-2026 pari a circa 196 mld, 69 dei quali sotto forma di trasferimenti e 127 di prestiti, Franco ha sottolineato il bisogno di tener conto dei dati finanziari più aggiornati (come il Reddito Nazionale Lordo 2019), secondo i quali la stima dell’entità delle risorse a disposizione del Paese sarà di circa 191,5 mld. Queste cifre potranno essere oggetto di ulteriori margini di variabilità: tolto il 70% delle risorse i cui criteri di distribuzione sono già noti, la distribuzione del restante 30% sarà definita nel giugno del 2022 sulla base dell’andamento del PIL nei paesi dell’UE nel biennio 2020-2021;

Articolazione del Piano: nonostante l’orientamento del Governo sia quello di confermare le sei missioni del Piano, il Ministro ha ricordato come sia, tuttavia, necessario rafforzarle in alcune parti;

complessivamente i progetti attualmente in essere ammontano a circa 65 mld e nelle prossime settimane sarà necessario riflettere sul rapporto tra progetti a legislazione vigente e nuovi progetti, al fine di considerare se la distribuzione tra i due canali di intervento debba restare quela indicata o possa essere soggetta a cambiamenti. All’interno delle risorse del Piano, è stata inserita anche una quota di risorse del Fondo sviluppo e coesione di circa 20 mld per progetti non ancora definiti, a cui si aggiunge 1 mld riferito al Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie: le risorse del Fondo sviluppo e coesione sono dedicate a progetti nuovi, addizionali e complementari;

Piano di azione del Governo: il Ministro ha evidenziato come sia necessario assicurare che i progetti di riforma e investimento siano effettivamente completati entro i tempi previsti dal Piano.

A tal fine, ha garantito l’impegno del Governo su più fronti; dal punto di vista organizzativo, per garantire la finalizzazione del lavoro, l’Esecutivo ha incardinato la governance del PNRR presso il MEF, che si coordina con le amministrazioni di settore cui competono le scelte sui singoli progetti, e il compito di indirizzo sulle proposte di riforma. La responsabilità primaria sui progetti e sugli investimenti rimane dei singoli Ministeri, che devono lavorare congiuntamente laddove la trasversalità degli obiettivi lo richieda, e con il coordinamento del MEF. Infine, ha ricordato come, insieme al MEF, sono coinvolti il Ministero per la transizione digitale per tutti i progetti che riguardano la digitalizzazione, il Ministero per la transizione ecologica per quelli relativi alla politica energetica e impattanti sull’ambiente e il Ministero del Sud per assicurare la coerenza del Piano con l’obiettivo di riduzione dei divari territoriali;

Progettualità: ricordando come i paesi beneficiari dei fondi dovranno impegnarli entro il 2023 – di cui il 70% già entro il 2022 – per concludersi entro il 2026, il Ministro ha ricordato come, dovranno essere caratterizzati da realizzabilità, accountability e monitorabilità, tre caratteristiche imprescindibili da affiancarsi all’indicazione della struttura di governo responsabile, agli organi responsabili per la realizzazione ed alle modalità di coordinamento delle autorità convolte;

Il modello di governance: il modello di governance si baserà su due livelli: da un lato il Governo sta considerando la costituzione di una struttura centrale di coordinamento del PNRR presso il MEF a presidio e supervisione dell’attuazione del Piano con compiti di:

o supporto della gestione del monitoraggio degli interventi;

o gestione dei flussi finanziari con l’UE;

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o rendicontazione degli avanzamenti del PNRR alla Commissione Europea;

o controllo della regolarità della spesa e della valutazione dell’impatto; Questa struttura sarà affiancata da un’unità di audit indipendente.

Dall’altro lato, a livello di ciascun Ministero il Governo sta considerando la creazione di presidi di monitoraggio e controllo sull’attuazione delle misure di rispettiva competenza, con il compito di interagire con i soggetti attuatori pubblici e privati.

Queste si interfacceranno con la struttura centrale del MEF che aggregherà i dati ai fini della rendicontazione al Governo, anche per le eventuali azioni correttive da assumere. Va prevista la possibiltà di assicurare un supporto tecnico specialistico a quelle amministrazioni che dovranno realizzare interventi anche a livello locale;

Visione unitaria della politica economica: infine, il Ministro ha sottolineato come il PNRR non sia l’unico strumento di politica economica, ma come esso si affianchi alla normale programmazione comunitaria. In questo senso, ha evidenziato come il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 preveda interventi per 1.074 mld. Inoltre, la legge di bilancio 2021 ha assegna al Fondo di sviluppo e coesione per il periodo 2021-2027 una dotazione finanziaria di 50 mld, cui si aggiuneranno 23 mld con la legge di bilancio del 2022 come già previsto nella NADEF.

Q&A

Ricerca: la Sen. L’Abbate (M5S) ha chiesto chiarimenti sulle intenzioni del Governo in merito alla missione 4 del Piano (Istruzione e Ricerca) e al rapporto tra la ricerca e le imprese.

o Risposta: il Ministro ha risposto che la ricerca si concentra in alcune limitate aree del Paese poiché i centri di ricerca proliferano spesso in aree ad alta densità di imprese. Questa iniquità andrebbe superata immediatamente e la Ministra dell’università e della ricerca ne sta facendo uno dei punti cruciali del suo programma.

Coinvolgimento enti locali e PA: l’On. Lovecchio (M5S) ha suggerito di incrementare il coinvolgimento degli enti locali e ha chiesto di quali strumenti si potrebbero dotare Comuni e Regioni per velocizzare la spesa dei fondi.

o Risposta: ha replicato che le amministrazioni pubbliche hanno capacità tecniche non sempre adeguate. Negli ultimi anni si è assistito nella PA ad un forte calo delle risorse e un aumento dell’età media dei dipendenti pubblici. Il problema più urgente sarebbe quindi quello di potenziare in tempi brevi queste strutture amministrative per gestire i progetti del Piano, obiettivo a cui il Governo dovrebbe lavorare in queste settimane. Per esempio, ha fatto notare che attualmente al MEF ci sono 50 dirigenti e funzionari che a tempo pieno si dedicano al Piano, ma il numero andrà crescendo per garantire maggiore efficienza. Tutti gli altri Ministeri dovrebbero allo stesso modo dotarsi di strutture che aiutino soprattutto nella fase di monitoraggio e modifica in corso d’opera dei progetti.

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