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Di seguito una sintesi dei principali temi trattati:

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Academic year: 2021

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Analisi

Di seguito una sintesi dei principali temi trattati:

Linee guida europee - Le linee guida nazionali costituiscono i criteri per la definizione dei progetti, che dovranno allinearsi a loro volta alle linee guida europea. La Commissione le ha rilasciate nelle more dell’approvazione della normativa europea in materia, che è tuttora in corso e che dovrà concludersi quando ci sarà accordo fra Parlamento e Consiglio. Nelle linee guida sono individuati 4 obiettivi generali:

• Coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione;

• Rafforzamento della resilienza economica e sociale,

• Mitigazione dell’impatto sociale ed economico della crisi Covid-19;

• Sostegno alla transizione verde e digitale.

Inoltre, secondo il piano europeo le azioni dei PNRR nazionali, dovranno anche contribuire al conseguimento delle cosiddette azioni “flagship” che la commissione ha elencato nella strategia annuale per la crescita sostenibile. Queste sono:

• Power up - Utilizzare più energia pulita

• Renovate – Rinnovare aumentando l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati

• Recharge and Refule – Ricaricare e rifornire attraverso tecnologie pulite per accelerare l’uso di strumenti di trasporto sostenibili, accessibili e intelligenti

• Connect – Collegare stendendo rapidamente i servizi veloci a banda larga a tutte e regioni e tutte le famiglie, comprese le reti in fibra ottica e in 5G

• Modernize – Modernizzare e digitalizzare la PA e i servizi pubblica;

• Scale up – Espandere e aumentare la capacità del cloud industriale europeo di dati con lo sviluppo di processori più potenti, all’avanguardia a e sostenibili;

• Re-skill and Up-skill – Riqualificare e migliorare le competenze, adottando sistemi di istruzione

PNRR - Le linee guida del Governo sono pienamente coerenti con quanto prescritto dalla Commissione. I paesi sono ora invitati a stilare un elenco credibile di riforme da attuare secondo un calendario realistico e collegate ad un piano coerente di investimenti. Bisogna dimostrare coerenza fra le riforme e investimenti nonché coerenza all’interno di un piano globale. Il PNRR deve essere allineato anche con le raccomandazioni specifiche ai Paesi, sia quelle per il 2019 che quelle per il 2020, nonché alle sfide e alle priorità di policy individuate nel semestre europeo, e in particolare la transizione verde e digitale. Il Ministro ha ricordato su questo punto che il Green and Innovation Deal è stato al centro del Governo fin dalla sua formazione

Timing - Le Linee guida costituiranno lo schema di piano iniziale che verrà presentato a

metà ottobre e che costituirà la base per un dialogo approfondito con la Commissione UE e

il Parlamento. Dopo aver ricordato che le parti sociali avranno un ruolo importante nella

definizione dei progetti concreti ha evidenziato che la definizione del PNRR si concluderà

all’inizio del 2021 sinergicamente alla predisposizione degli altri documenti programmatici

inseriti nel semestre europeo in modo da poter essere tra i primi a presentare il piano formale

non appena Next Generation EU sarà effettivamente approvato e operativo. Il Parlamento

sarà chiamato a partecipare a tutte le fasi del piano contribuendo ad indirizzare le scelte del

Governo. Ha inoltre ricordato che si tratta di un’opportunità irripetibile per uscire dalla crisi

pandemica, per affrontare profondi squilibri che da tempo rallentano il Paese (basso livello

di investimenti; elevata burocrazia, bassa produttività, pesante debito), per definire un

mercato del lavoro più attivo e per ricucire le numerose fratture sociali e territoriali che si

sono approfondite nel corso di molti anni.

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Effetti per l’Italia – L’effetto distributivo del Piano europeo è particolarmente rilevante per l’Italia: la componente sovvenzioni darà la possibilità di incrementare gli investimenti pubblici materiali e immateriali nonché le politiche di sostegno agli investimenti privati e all’innovazione conseguendo anche un aumento del PIL e dell’occupazione. L’aumento del PIL, a sua volta consentirà di migliorare la dinamica del rapporto debito/PIL. Le simulazioni effettuate mostrano che con i fondi del Recovery Plan il trend del PIL aumenterà di 0.2/0.5 punti percentuali all’anno a seconda dell’efficienza ipotizzata della relativa spesa aggiuntiva.

A questo si aggiunge l’effetto delle riforme.

NADEF – Il documento presentato ieri al CdM è particolarmente complesso, perché si cerca di dettagliare una prima ipotesi di scansione di utilizzo dei fondi europei negli anni e di analizzare la coerenza dal punto di vista macroeconomico e di finanza pubblica fra i fondi e le risorse di bilancio. Ha ricordato che i fondi del Next generation UE, non sono solo quelli della Recovery and Resilience facility ma anche quelli del programma Reacting Europe e quelli del JTF e a questi si aggiungeranno gli usuali fondi strutturali e di investimento europei che necessitano di un’importante pianificazione sinergica coi nuovi fondi varati. A questo si aggiunge la necessità di definire il giusto equilibrio fra prestiti e sovvenzioni, tenendo conto che i primi hanno un impatto sul deficit e si crea quindi una nuova necessità di finanziamento, anche se essendo a tasso zero hanno un impatto positivo sula finanza pubblica. Il Ministro ha poi ricordato che il debito si deve pensare anche alla sostenibilità di lungo periodo del debito, che deve rientrare sul sentiero di riduzione dopo le necessarie misure di quest’anno. Serve, quindi, un disegno di bilancio coerente con questi investimenti, riqualificando la spesa e riducendo quella improduttiva. Inoltre, serve un nuovo sistema fiscale per accompagnare il nuovo modello produttivo garantendo l’equità del sistema.

Linee guida PNRR – Queste linee guida prendono le mosse dal piano di Rilancio, in cui si tracciavano 3 linee strategiche: Modernizzazione, Transizione tecnologica ed ecologica e Inclusione sociale, territoriale e di genere. Il testo individuava poi 9 direttrici di interventi che sono integrate le linee guida. Il Ministro ha poi spiegato che il piano sarà costruito secondo una precisa sequenza logica che porterà all’individuazione di Sfide, Missioni, Cluster e Progetti. Su questi ultimi, che sono le unità di base del PNRR, al momento è in corso un’attenta fase di selezione e valutazione. Allo schema dovranno poi accompagnarsi le necessarie riforme.

Nelle Linee Guida le 4 sfide sono così declinate:

• Miglioramento della resilienza e della capacità di ripresa dell’Italia;

• Riduzione dell’impatto sociale ed economico della crisi pandemica;

• Sostegno alla transizione verde e digitale;

• Innalzamento del potenziale di crescita dell’economia e creazione di occupazione.

Le Missioni, macroaree trasversali a tutta l’economia, sono invece 6:

• Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo

• Rivoluzione verde e transizione ecologica

• Infrastrutture per la mobilità,

• Istruzione, formazione, ricerca e cultura

• Equità sociale di genere e territoriale

• Salute

Politiche e riforme di supporto – Il PNRR si deve accompagnare alle necessarie riforme.

Fra queste, la più importante è quella della PA in tutte le sue componenti: si garantirà la

finalizzazione degli investimenti pubblici migliorando il coordinamento centrale dei piani di

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investimento e sostenendo la capacità progettuale centrale e degli enti locali; si snelliranno le procedure amministrative; si favorirà il ricorso di partenariato pubico-privato; si procederà alla riforma delle concessioni statali per garantire la trasparenza, il corretto equilibrio dell’interesse pubblico e privato e il miglioramento del servizio agli utenti, si procederà alla riforma del personale della PA, valorizzando la performance organizzativa e regolarizzando lo smart working e si continuerà sulla strada della semplificazione amministrativa e normativa.

Le linee guida contemplano anche interventi in R&S, con l’incremento delle risorse, il miglioramento dei risultati prodotti e favorendo la partecipazione italiana a progetti europei e internazionali. Inoltre, si valuterà l’introduzione di crediti di imposta per investimenti innovativi e verdi e la canalizzazione di investimenti privati verso l’innovazione tecnologica.

Fra le altre riforme, ha citato:

Fisco – con la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, la revisione complessiva della tassazione per la lotta all’evasione e l’introduzione di maggiore equità, la revisione del sistema degli incentivi ambientali; degli strumenti di supporto per le famiglie e genitorialità e per la partecipazione al mercato del lavoro

Giustizia – con particolare riguardo per la riforma processuale e ordinamentale e il potenziamento delle risorse umane e delle dotazioni strumentali e tecnologiche

Criteri di selezione dei progetti – Il Governo sta raccogliendo le proposte delle amministrazioni, degli enti territoriali e di possibili co-investitori. I criteri fondamentali di selezione sono la necessità di raggiungere gli Obiettivi/Missioni e l’equo trattamento dei soggetti coinvolti. Tutti i progetti devono essere coerenti con il regolamento della Recovery and Resilience Facility. Inoltre devono rispettare altri criteri come: l’impatto positivo sulla crescita del PIL e sull’occupazione; deve avere una quantificazione dei costi e degli impatti sociali che sia motivata e ragionevole; deve esserci un chiaro legame fra azioni e politiche di supporto; devono essere definiti tempistica, modalità di attuazione con target intermedi e finali e soggetto attuatore. Ulteriori criteri sono la creazione di beni pubblici, la rapida attuabilità e la possibilità di forme di partenariato pubblico e privato. Infine, saranno privilegiati i progetti che garantiscono basso consumo di suolo e favoriscono l’utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse naturali.

Il Ministro ha poi evidenziato come vada evitata la frammentazione del PNRR in progetti isolati e non coerenti fra loro, così come l’introduzione di progetti difficili da monitorare o che abbiano significativi problemi di realizzazione. Va infine valutato se i singoli progetti possono essere finanziati anche con altri strumenti Europei.

Q&A

Sen. Bonino (Misto) – A proposito degli ostacoli nati recentemente a Bruxelles, ha chiesto di cosa si stia parlando esattamente e se la Presidenza Tedesca ha un ruolo di mediazione.

Sen. Fantetti (FI) – Ha sollevato dubbi sui tempi della ratificazione degli accordi europei da parte dei Parlamenti Europei. Al momento 9 Paesi sembrano contrari. Ha chiesto se il Governo sta prendendo in considerazione anche un possibile ritardo nell’arrivo delle risorse. Ha chiesto chiarimenti sulla strategia del Governo per aumentare la sostenibilità del debito.

Sen. Bossi (Lega) – Ha chiesto se i miliardi siano effettivamente 209 o meno. Ha chiesto chiarimenti sul ruolo del Parlamento e se saranno messi da parte eventuali risorse per ripristinare il rapporto debito/PIL. Ha chiesto perché la Commissione ha così poco tempo per confrontarsi con il Ministro.

Sen. Presutto (M5S) – Ha chiesto se sia già definita la modalità di interazione fra Governo e UE sulle varie fasi di valutazione del Piano e come il MEF abbia valutato di intervenire sul bilancio di previsione laddove le somme previste anno per anno dovessero cambiare per il PNRR

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Sen. Bottici (M5S) – Ha chiesto come sia pensabile che l’Italia riesca a rientrare del debito prima che gli investimenti abbiano effetti economici. Ha chiesto se è vero che il 15 ottobre verrà presentato il Piano, spiegando che sembra un po’ anticipato visto che non si passerà dal Parlamento.

Sen. Lannutti (M5S) – Ha chiesto, a proposito del MES, quanti paesi lo abbiano richiesto e se il Ministro è in grado di garantire al Paese che ci sia la cancellazione totale delle condizionalità che mettono i richiedenti in una condizione di inferiorità anche in rapporto ai titoli di Stato e ai BTP.

Sen. Comincini (IV) – Ha ricordato come il debito in quanto tale non sia un problema se fatto per investimenti utili a garantire l’aumento di competitività e i posti di lavoro. Ha ricordato che investimenti, in linea con il green deal, portano a una maggiore crescita dell’occupazione e del PIL e ha chiesto il parere del Ministro sulla possibilità di spendere una parte delle risorse per la valorizzazione del Patrimonio culturale e artistico di cui sono dotate le città che fanno parte della c.d.

Italia minore.

Sen. Stefano (Presidente Comm. Politiche UE, PD) - Ha sottolineato la necessità, sollevata dal sistema di autonomie locali, di un approfondimento sulle procedure di spesa.

Risposte

• Era ampiamente previsto e prevedibile che ci sarebbero stati contrasti e compromessi durante la negoziazione a livello europeo. Al momento, per quanto riguarda la cosiddetta Rule of Law, il Consiglio ha approvato la proposta di mediazione tedesca ed esiste ora una posizione del Consiglio su cui questo potrà confrontarsi con il Parlamento. C’è uno stallo sulle cosiddette risorse proprie che deve essere presa all’unanimità.

• Il progetto organico e completo non sarà presentato a metà ottobre, ma una volta che sarà approvato il Regolamento Next Generation EU. A metà ottobre verrà presentato uno schema di Piano da discutere informalmente con la Commissione per avere un feedback. Il testo sarà discusso anche con il Parlamento. Il Governo cercherà di presentare il progetto a gennaio.

• Non è ancora stato definito lo schema di Piano: il Ministro ha invitato a diffidare di retroscena. Ci sarà modo di discutere il Piano quando sarà definito. Non sarebbe una buona scelta fare “un po’ di tutto”, ma serve un progetto organico per raggiungere delle missioni specifiche. Le linee guida saranno fondamentali per la selezione e la riorganizzazione dei progetti.

• Ha ricordato che le risorse complessive saranno in totale 205 miliardi, di cui 127,6 in prestiti. Le cifre si riferiscono ai prezzi 2018 e per questo sono destinate ad aumentare. Inoltre, il Ministro ha evidenziato come le risorse del Recovery and Resilience Facility siano spendibili fino al 2026 .

• Sul MES, ha ricordato che nessuno degli Stati Membri l’ha ancora richiesto e ha evidenziato che il

“MES pandemico” non elimina le condizionalità ma le qualifica e le porta unicamente a garantire che le risorse siano spese in ambito sanitario. Non sono risorse a costo zero, perché pur avendo tasso zero incidono sul debito pubblico.

• Il Paese ha un percorso tendenziale del debito, che dovrebbe ridursi l’anno prossimo scendendo al 155,8%. Con le misure di Bilancio e il Recovery Plan che saranno espansive si prevede un sentiero di riduzione del debito per riportarlo sotto il 130% a fine decennio. Il recovery plan costituisce un’opportunità storica per aumentare la crescita, l’occupazione e inclusione ma anche per ridurre in modo sostenibile e credibile il debito. Ha ricordato l’eliminazione delle clausole di salvaguardia, evidenziando come ciò incrementi la credibilità del piano di riduzione del debito.

• Per quanto riguarda la valorizzazione del patrimonio culturale si è detto concorde con il punto di vista del Sen. Comincini.

• Sul tema della procedura di spesa ha evidenziato come si vogliano realizzare procedure specifiche per l’attuazione del piano evidenziando come tutto non sarà però accentrato.

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