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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 197

118

DISTRIBUZIONE DEI GENOTIPI DI VIRUS C IN UN CAMPIONE DI PAZIENTI NELL’AREA METROPOLITANA DI NAPOLI .

Scarallo G., Quartotti A., Marino F., Fasano S.,Varelli G.

Istituto Diagnostico Varelli di Napoli

Introduzione. L’epatite di tipo C costituisce attualmente uno dei più importanti problemi di sanità pubblica a livello mon-diale; in Italia i portatori cronici di dell’HCV sarebbero più di un milione. Il genoma dell’HCV presenta notevole grado di eterogeneità intrinseca, l’esistenza di molteplici popola-zioni virali è un possibile meccanismo attraverso il quale il virus sfugge alla sorveglianza immunitaria. In Italia vi è una netta prevalenza del genotipo 1b. La caratterizzazione mole-colare permette di valutare l’aggressività ed il comportamen-to clinico dei singoli genotipi insieme alla risposta alla tera-pia farmacologia.

Metodi. Nell’arco temporale 2003-2005, sono stati tipizzati i genotipi HCV di 123 pazienti, provenienti dall’area metro-politana di Napoli, che dovevano sottoporsi a terapia intefe-ronica. A tal fine è stato utilizzato il test VERSANT HCV Genotipo (Line Probe Assay - LiPA), basato sull’ibridazione inversa su striscia singola, prodotto da Bayer.

Risultati. Il genotipo 1b è risultato essere il più frequente (64%); il genotipo 1a è stato riscontrato nel 7% dei soggetti. Il genotipo 2 è stato individuato nel 27% dei soggetti (2a-22%; 2a/2c-5%) , il 3 (3a) nel 5%, ed infine il 4 (4c) nel 2 %. Non è stata osservata una significativa differenza tra i due sessi per quanto riguarda la frequenza d’infezione di un determinato genotipo. L’età media è risultata essere di 53 anni, ma la distribuzione per fascia di età evidenzia un picco tra i 50-70 anni (mediana 61), che rappresenta oltre il 70% dei soggetti esaminati.

Conclusioni. La popolazione in esame presenta una percen-tuale di soggetti “anziani” preponderante, ed il genotipo più frequente è risultato essere, come ci si attendeva, di tipo 1b; i genotipi meno frequenti nell’area italiana, in particolare 3a e 4C , sono stati identificati sia in soggetti anziani che gio-vani, senza alcuna prevalenza significativa.

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