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_________ _________ prof. Antonio VITUCCI prof. Antonio VITUCCI

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Academic year: 2021

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(1)

LABORATORIO di CHIMICA LABORATORIO di CHIMICA MANUALE PRATICO per gli STUDENTI MANUALE PRATICO per gli STUDENTI Apparecchiature di LABORATORIO Apparecchiature di LABORATORIO

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prof. Antonio VITUCCI prof. Antonio VITUCCI

(2)

LA BILANCIA

Lo strumento impiegato per la misura della massa è la BILANCIA.

Le bilance normalmente usate in laboratorio vengono classificate in base alla loro sensibilità.

Distinguiamo così due categorie principali di bilance:

bilancia tecnica con portata fino a 1000g / sensibilità 10-2g

bilancia analitica con portata fino a 200g / sensibilità 10-4

La scelta della categoria di bilancia da usare dipende dalle caratteristiche dell’operazione che si sta effettuando: in tutte le determinazioni qualitative, o comunque che non richiedano un elevato grado di accuratezza, è conveniente usare la bilancia tecnica.

In tutti gli altri casi viene usata la bilancia analitica, tenendo presente che per le sue caratteristiche richiede da parte dell’operatore un’attenzione ed una perizia superiori.

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• PORTATA:

indica il valore massimo della misura effettuabile dallo strumento.

Bilancia analitica 200 g

Bilancia pesa persone 150 Kg Pesa per bestiame 2000 Kg

• SENSIBILITA’:

è la minima variazione della grandezza che lo strumento è in grado di apprezzare.

Bilancia analitica 10-4 g

Bilancia pesa persone 0,5 Kg Pesa per bestiame 10 Kg

• ACCURATEZZA:

Scostamento tra la misura effettuata ed il “valore vero”.

• PRECISIONE:

Capacità di uno strumento di dare, misurando più volte la stessa grandezza, lo stesso valore.

ATTENZIONE: Uno strumento può essere preciso ma non necessariamente altrettanto accurato.

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Bilancia TECNICA

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Bilancia ANALITICA

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LA LAMPADA BUNSEN

La lampada, o becco bunsen è, essenzialmente, un bruciatore di gas combustibile, le cui caratteristiche lo rendono particolarmente adatto all’impiego in un laboratorio chimico.

La lampada bunsen è formata da una base sulla quale viene fissato un ugello collegato tramite un corto tubo laterale alla conduttura del gas combustibile. Al corpo dell’ugello è avvitato un cannello metallico di circa 10 cm di lunghezza, che presenta alla sua base due fori diametralmente opposti; una ghiera, anch’essa forata e libera di ruotare, completa l’apparecchio.

Avendo i fori del cannello e della ghiera lo stesso diametro, è evidente che, ruotando quest’ultima, è possibile chiudere completamente l’afflusso dell’aria nella parte basale del cannello, oppure regolarlo inmodo graduale; (l’aria viene “aspirata” all’interno del cannello dal gas che fuoriesce a pressione dall’ugello).

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A seconda della quantità di aria con cui viene miscelato il gas prima che questo venga incendiato, si possono verificare diverse situazioni:

A) fori completamente chiusi il gas non viene miscelato con una sufficiente quantità di aria (e quindi, ricordiamolo, di ossigeno), di conseguenza la sua combustione non sarà completa, e darà luogo ad una fiamma luminosa, instabile e non molto calda, che chiamiamo

“fiamma riducente”.

B) fori completamente aperti il gas arriva all’uscita del cannello già miscelato con un’abbondante quantità di ossigeno; tale circostanza dà luogo ad una combustione completa, causa di una fiamma incolore, stabile e molto calda, chiamata “fiamma ossidante”.

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La fiamma completamente riducente non presenta particolare interesse, al contrario sarà interessante soffermarsi sulle caratteristiche della fiamma ossidante.

Questa, all’osservazione, risulta divisa nettamente in due zone:

un cono esterno, ed un cono interno. In queste due zone esiste un’ulteriore suddivisione in zone a diversa temperatura. Il cono interno, debolmente colorato in azzurro è, a tutti gli effetti, praticamente freddo.

Al contrario, il cono esterno raggiunge temperature dell’ordine dei 1000 - 1200 °C, ciò che ne consente l’utilizzazione in molte operazioni classiche del laboratorio chimico.

Ricordiamo che nell’uso normale della fiamma bunsen come fonte di calore per il riscaldamento di soluzioni, la fiamma da utilizzare è quella ottenuta chiudendo i fori del cannello a metà circa, onde evitare un surriscaldamento eccessivo della vetreria.

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LA CENTRIFUGA

La centrifuga di laboratorio, è un'apparecchiatura impiegata per accelerare la separazione tra corpi aventi differente densità mediante l'uso (normalmente esclusivo) della forza centrifuga (o più precisamente dell'accelerazione centrifuga).

Provette di laboratorio sono dei contenitori in vetro dove inserire la sostanza da separare.

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AGITATORE magnetico

L’agitatore magnetico è uno degli strumenti di base di qualsiasi laboratorio scientifico. Viene utilizzato solitamente per mescolare efficacemente e senza l'ausilio di aste ed agitatori esterni, un solvente e uno o più soluti, mediante la rotazione di un'ancoretta magnetica sul fondo di un contenitore sul quale agisce un campo magnetico. La velocità di agitazione viene solitamente regolata mediante un microprocessore ad impulsi che consente di ottenere un'ottima progressione della velocità. Gli agitatori magnetici spesso sono anche dotati di riscaldamento per mezzo di una resistenza elettrica posta sotto il piano d'appoggio. Le temperature che possono essere raggiunte variano da poche decine di gradi fino a 300 °C a seconda della qualità professionale dello strumento.

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GRAZIE PER

L’ATTENZIONE

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