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CARTA EUROPEA DELL ACQUA

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Academic year: 2022

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CARTA EUROPEA DELL’ACQUA

* Non c'è vita senza acqua. L'acqua è un bene prezioso, indispensabile a tutte le attività umane.

* Le disponbilità di acqua dolce non sono inesauribili. E’ indispensabile preservarle, controllarle e, se possibile, accrescerle.

* Alterare la qualità dell'acqua significa nuocere alla vita dell'uomo e degli altri esseri viventi che da essa dipendono.

* La qualità dell'acqua deve essere tale da soddisfare le esigenze delle utilizzazioni previste; ma, in particolare, deve soddisfare le esigenze della salute pubblica.

* Quando l'acqua, dopo essere stata utilizzata, viene restituita al suo ambiente naturale, essa non deve compromettere i possibili usi, tanto pubblici che privati, che di questo ambiente potranno essere fatti.

* La conservazione di un manto vegetale, di preferenza forestale, è essenziale per la salvaguardia delle risorse idriche.

* Le risorse idriche devono formare oggetto di un inventario.

* La buona gestione dell'acqua deve formare oggetto di un piano stabi- lito dalle autorità competenti.

* La salvaguardia dell'acqua implica un notevole sforzo di ricerca scien- tifica, di formazione di specialisti e di informazione del pubblico.

* L'acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con cura.

* La gestione delle risorse idriche deve essere inquadrata nel bacino naturale, piuttosto che entro frontiere amministrative e politiche.

* L'acqua non ha frontiere. Essa è una risorsa comune che necessita di una cooperazione internazionale.

CONSIGLIO D’EUROPA - Strasburgo 6 maggio 1968.

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I corsi d’acqua rappresentano una straordinaria ricchezza per il nostro territorio sotto l’aspetto naturalistico e ambientale.

Ben consapevoli dell’impor tanza che questi rive- stono, in tutti questi anni abbiamo cercato di tute- lare il più possibile le nostre risorse fluviali pun- tando soprattutto a perfezionare le conoscenze dei nostri operatori.

Non solo, cer ti che il cittadino debba essere coinvolto a pieno titolo nella politica di tutela e salvaguardia del proprio territorio abbiamo puntato ad incentivare l’educazione ambientale a tutti i livelli evitan- do che atteggiamenti irresponsabili dell’uomo potessero contribuire ad inquinare e degradare il paesaggio in ogni suo singolo aspetto.

Questo volume, che abbiamo realizzato appositamente per le scuole della Provincia, vuole educare e formare gli alunni, invitandoli a sco- prire il fiume nelle sue molteplici peculiarità e sensibilizzarli sulla necessità di proteggere il loro habitat. Non solo, seguendo le indica- zioni in esso contenute sarà possibile per tutti imparare a studiare i corsi d’acqua e diventare così i protagonisti di un processo di salva- guardia ambientale che deve coinvolgerci tutti nella prospettiva del raggiungimento di uno sviluppo pienamente sostenibile.

Uno sviluppo che non può prescindere in nessun modo dalla qualità dell’ambiente, dobbiamo infatti risvegliare in ognuno di noi l’orgo- glio di essere cittadini attivi di questa Provincia, e riscoprire la volontà di difendere e salvaguardare tutto ciò che ci circonda.

Questo volume è sicuramente un incentivo in più per avvicinare l’uo- mo al suo ambiente e preparare le future generazioni ad affrontare le principali problematiche del territorio con le conoscenze e gli stru- menti appropriati.

Giulio Marini

Presidente della Provincia di Viterbo

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La Car ta Europea dell’Acqua, redatta dal Consiglio d’Europa nel 1968, ci detta ancora oggi, i principi fondamentali per la tutela e l’uso ecosostenibile di questo bene prezioso. La salvaguardia delle acque dolci superficiali riveste quindi una delle sfide prin- cipali che oggi dobbiamo affrontare.

Il compito delle amministrazioni pubbliche è proprio quello di valorizzare questi ambienti per l’impor tan-

za che rivestono: i corsi d’acqua sono infatti l’elemento fondamenta- le del nostro paesaggio. Grazie ai fiumi le comunità animali e vege- tali possono vivere e prosperare; l’uomo può svolgere le sue attività agricole, industriali e ricreative, essendo elemento compatibile con l’ambiente fluviale, trovando il modo più oppor tuno per salvaguar- darlo e ridargli il ruolo centrale che gli spetta.

È da quest’ottica che nasce questo volume: vogliamo offrire a voi ragazzi una possibilità diversa di scoprire il fiume, conoscerlo profondamente nei suoi segreti, e svolgere, perché no, un’azione di controllo degli ambienti che vi sono più familiari, magari iniziando proprio con il corso d’acqua che avete sotto casa.

Ci proponiamo quindi di diffondere la conoscenza scientifica dell’e- cosistema fiume come strumento per avvicinarsi alle sue straordinarie dinamiche e appassionarsi ai suoi par ticolari animali e vegetali.

Nel volume che presentiamo troverete una breve introduzione all’e- cologia fluviale e l’Indice di valutazione della qualità del fiume; uno strumento nuovo, agile e semplificato che potrete usare direttamente sul campo a stretto contatto col fiume e che vi permetterà di diventa- re gli attori principali di un’efficace azione di monitoraggio e con- trollo della qualità del fiume.

Vogliamo dar vi la possibilità concreta di diventare gli attori principa- li di una delle SFIDE più impor tanti che ci attendono: valutare e con- trollare i nostri ambienti naturali, verificarne lo stato di salute ed analizzare in modo scientificamente corretto le cause di eventuali degradi.

F

Francesco Battistoni

Assessore all’Ambiente e Pianificazione Territoriale

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CIAO, MI CHIAMO STECCO.

VIENI CON ME ALLA SCOPERTA DEL FIUME!

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E S P L O R A I L T U O F I U M E !

Un percorso per la scoperta e la difesa dell’ecosistema fluviale

INDICE Dove mi trovo ?

Un’occhiata intorno al fiume Il territorio circostante La vegetazione delle rive L’opera dell’uomo

Il letto del fiume Quanta acqua c’è?

Guardando il fondo…

E tra i sassi e le piante?

Attività di campo

Breve descrizione delle caratteristiche dei macroinvertebrati

Prendi la lente!

Indice di valutazione della qualità del fiume

2

2 3 4 4 5 6 6 7

12 9

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(qualcuno mi può dire che posto è questo?) La prima domanda da porsi appena arrivati sulla riva di un fiume è:

“dove mi trovo ?”. Ovviamente non stiamo facendo riferimento a come si chiama il fiume e neppure a quale sia il più vicino centro abitato (questo presupponiamo che lo abbiate ben chiaro!).

Quello che ci dobbiamo chiedere è piuttosto in quale tratto del corso d’acqua ci troviamo. Il corso di un fiume può

infatti essere suddiviso in tre trat- ti: il tratto montano, il corso medio e il tratto finale. Avete una carta della zona? Se no, potete scaricarla da inter- net...

Nel tratto montano la lar- ghezza del corso d’acqua è limi- tata e la vegetazione circostante, detta riparia, fornisce gran parte del

nutrimento (foglie, rami, ecc...) per gli animali che vivono in acqua;

con la sua ombra inoltre impedisce lo sviluppo rigoglioso di piante acquatiche. In questo tratto la corrente è rapida ed il flusso di acqua è reso assai turbolento da massi o grossi ciottoli presenti sul fondo, che sono spesso ricoperti di muschi ed alghe (periphyton).

Nel tratto medio il corso d’acqua aumenta di dimensioni e di conse- guenza l’ombreggiatura si riduce permettendo lo sviluppo delle pian- te acquatiche. In questo tratto diminuisce la turbolenza, l’acqua è ancora trasparente e si arricchisce progressivamente di nutrienti, sia provenienti dall’esterno, che dal fiume a monte.

Nel tratto finale del fiume la profondità e la torbidità aumentano e possono raggiungere livelli tali da impedire alla luce di penetrare fino al fondo, limitando così lo sviluppo delle piante acquatiche, osserva- bili principalmente lungo le rive. Nei tratti con minor velocità di cor- rente si possono comunque trovare piante acquatiche che fluttuano libere (le cui radici non si ancorano sul terreno, ma rimangono sospe- se in acqua).Sul fondo si ritrovano ghiaia, sabbia o limo (fango fine).

(ma dove devo guardare?)

La qualità di un corso d’acqua è influenzata da una serie di fattori. A questo punto dobbiamo riconoscere quali sono quelli che principal- mente ne determinano lo stato di salute.

Partendo dal fatto che tutte le attività che si svolgono nel bacino Dove mi trovo?

Un’occhiata intorno al fiume

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idrografico (area che raccoglie l’acqua che va nel fiume), ne infuen- zano la qualità, ricordiamoci che durante un’uscita di campo è impor- tante osservare tutti gli elementi circostanti il fiume, quali la vege- tazione della riva, la presenza di boschi, le attività umane che si svol- gono nel territorio limitrofo, ma anche il corso d’acqua stesso con il fondo, la quantità d’acqua presente, gli animali e le piante acquati- che).

(ci sono case, strade, boschi o prati?) Un altro fattore che influenza la qualità di un fiume è l’uso che viene fatto del territorio circostante.

Come già detto parlando della vegetazione riparia e della sua funzio- ne, la presenza di estese aree naturali circostanti il fiume, attutisce l’impatto delle diverse fonti di inquinamento.

I campi coltivati, ad esempio, vengono resi più produttivi con l’uso di fertilizzanti a base di nitrati e fosfa-

ti (nutrienti). Quando piove l’ac- qua che scorre sui terreni porta via molte di queste sostanze che, se le colture sono molto vicine al fiume, arrivano fin dentro il corso d’acqua. Si può avere così un aumento di concentrazione di nutrienti che alterano l’equili- brio originario. Inoltre, se le piogge sono molto intense anche

parte del terreno può essere trasportato nel

fiume, erodendo il suolo fertile e aumentando la torbidità dell’acqua.

Le attività dell’uomo possono sversare nel fiume molte sostanze inquinanti, alcune anche pericolose, che non sempre riescono ad esse- re assimilate e smaltite dal fiume stesso.

Anche le strade sono fonte di inquinamento. Pensiamo a quante volte dopo un temporale abbiamo visto una patina colorata sulla strada bagnata: sono sostanze come olii, carburanti e polveri che si deposi- tano e che la pioggia porta via, fino al fiume, se è lì vicino!

È importante, quindi, che ci sia sempre una zona naturale lungo il corso del fiume e che sia, dove possibile, molto ampia in modo che possa intercettare queste sostanze prima che arrivino in acqua.

Il territorio circostante

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(erbe, cespugli e alberi della sponda) La vegetazione riparia è di estrema importanza per il fiume in quan- to svolge numerose e importantissime funzioni:

- costituisce una sorta di “filtro biologico” che assorbe l’azoto e il fosforo che la pioggia trascina nel fiume dalle zone coltivate vicine al corso d’acqua;

- fornisce un habitat favorevole all’insediamento di molte comunità animali aumentando di conseguenza la biodiversità (numero delle spe- cie presenti);

- ombreggia il fiume impedendo un eccessivo riscaldamento dell’acqua e una conseguente riduzione dell’ossigeno disciolto nell’acqua;

- consolida le sponde evitando che possano franare o essere erose dalla corrente.

Per questo risulta evidente come un fiume in buono stato di conser- vazione sia sempre dotato di una fascia arborea e arbustiva che ne segue l’andamento, ampia e senza interruzioni e che ricopra intera- mente le sue rive.

(cosa abbiamo cementificato oggi?)

Le attività umane influenzano la qualità dei corsi d’acqua, ma l’osser- vazione diretta di un corso d’acqua non può for-

nire un’idea precisa di questo tipo di inquina- mento dal momento che per rilevarlo sono indispensabili analisi di laboratorio speci- fiche. C’è però un altro tipo di impatto che può essere facilmente rilevato con semplici osservazioni di campo. La qua- lità di un fiume è infatti fortemente penalizzata anche da tutte quelle opere costruite in cemento o in altri materiali, destinate a regolarne la portata, a conte- nerne le piene, a prelevare le acque, a produr-

re energia elettrica, ad ottenere ghiaie e sabbie. Di seguito elenchia- mo una serie di manufatti la cui presenza può essere facilmente rile- vata lungo un corso d’acqua specificando gli effetti negativi che la loro presenza determina sul fiume.

- Dighe o traverse: sono sbarramenti artificiali associati alla costru- zione di invasi e realizzati per regolarizzare le portate (per produr- re energia elettrica, per captare l’acqua a scopo potabile, industria-

L’opera dell’uomo La vegetazione delle rive

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le o agricolo…). La presenza di tali sbarramenti interrompe la conti- nuità fluviale impedendo la risalita dei pesci

o la colonizzazione dei tratti a monte.

- Gabbioni: sono opere murarie costruite allo scopo di consolidare le rive che provocano una forte alterazione della fascia di vegeta- zione ripariale e una riduzione dei micro-ambienti nei quali gli anima- li si nutrono, si riproducono o si rifugiano.

- Rettificazioni: modificano la naturale sinuosità di un corso d’ac- qua e di conseguenza aumentano pen- denza e velocità di corrente allo scopo di contenere le piene. Anche in questo caso la

conseguenza è l’eliminazione dell’habitat ripario ed acquatico.

- Cave: sono aree fluviali situate nell’alveo o in prossimità delle spon- de nelle quali avviene l’estrazione di ghiaie e sabbie. La conseguenza di tali attività è una maggiore erosione dell’alveo, un aumento della torbidità delle acque, e una riduzione della varietà dei micro-ambien- ti.

(avevo giusto un po’ sonno..)

Osservando il letto del fiume si può notare come esso sia composto da una molteplicità di substrati (ghiaia, roccia, sabbia, ciottoli, pian- te acquatiche). Questi variano a seconda del tratto di fiume che stia- mo osservando. Ma quale è la loro funzione?

Oltre ad influenzare il tipo di animali e piante che vi possono cresce- re, svolgono una importante funzione nel trattenere il materiale tra- sportato dalla corrente. Lo stesso si può dire di piante e tronchi che spesso ostruiscono il flusso dell’acqua. Tutto quello che rimane

“intrappolato” può essere utilizzato dagli animali come fonte di cibo, questo è molto importante nei tratti montani dove quasi tutto il nutrimento arriva principalmente dalle piante riparie.

L’opera dell’uomo può giungere a modificare anche il fondo del fiume che, nei casi più estremi, viene cementificato per aumentare la velo- cità dell’acqua. Pochi sono gli organismi che riescono a crescere su queste superfici liscie, le piante ad esempio, non possono ancorarsi con le radici.

Il letto del fiume

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(si passa o si affonda?)

Tutti saranno d’accordo nel dire che l’esistenza di un fiume dipende dalla presenza di acqua.

La quantità di acqua disponibile varia notevol- mente nel corso dell’anno, influenzata princi- palmente dalla piovosità della stagione e dai prelievi da parte dell’uomo. Anche in questo caso, comunque, questi prelievi possono dan- neggiare fortemente l’integrità del fiume riducendo l’acqua a disposizione degli esseri viventi.

L’acqua che beviamo, ad esempio, viene presa

direttamente dalle sorgenti, per produrre energia molti fiumi sono stati sbarrati con dighe, per l’agricoltura intensiva, l’acqua viene sot- tratta al fiume per l’irrigazione attraverso dighe e canalizzazioni.

La scarsa presenza di acqua può determinare la formazione di zone asciutte, limitando le aree a disposizione per gli animali acquatici;

facilita il riscaldamento e il ristagno; porta ad aumentare la concen- trazione degli inquinanti.

Inoltre spesso il flusso subisce forti variazioni, ad esempio quando si apre una diga, viene danneggiato tutto l’ecosistema: il fondo del fiume viene smosso; la comunità è ridotta drasticamente dalla forte ed improvvisa corrente; le rive del fiume vengono indebolite, lascia- te nude quando c’è poca acqua ed erose quando ce ne è tanta.

L’acqua che scorre nel fiume può arrivare ad essere, però, anche più di quella che il fiume può contenere. Si assiste così allo straripamen- to, che porta ad allagare le aree che costeggiano il corso d’acqua.

(immersione rapida!!! Portate la maschera) I sassi del fiume rappresentano il substrato duro sul quale possono vivere le comunità animali e vegetali, quindi osservandoli possiamo avere informazioni utili sullo stato di qualità delle acque.

Infatti se un corso d’acqua ha subito degli scarichi ed è arricchito di sostanze nutrienti, gli organismi detti incrostanti (il periphyton) quali muschi, alghe e batteri, possono svilupparsi rigogliosamente;

quindi se troviamo un periphyton abbondante vuol dire che il fiume ha subito uno scarico di sostanze organiche, se il sasso è liscio vuol dire che presumibilmente l’acqua è pulita.

Inoltre sotto i sassi vive una comunità batterica che varia a seconda delle condizioni ambientali: in situazioni ottimali le specie batteriche

Quanta acqua c’è?

Guardando il fondo...

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presenti formano colonie di colore verdastro. Al contrario, quando si verificano fenomeni di anossia (mancanza di ossigeno) causati da inquinamento organico, le specie batteriche presenti formano delle colonie nere (batteri anaerobici). Quindi, se rovesciando i sassi li troviamo macchiati di nero, vuol dire che il fiume ha subito un inqui- namento di tipo organico.

Anche il fondo sabbioso può dare indicazioni sullo stato di salute del fiume: se la sabbia è ricoperta da uno strato verde di periphyton o vicino alle rive c’è del limo (fango fine) che, se smosso, emette bolli- cine, è di colore nero e odora di uovo sodo, vuol dire che nell’acqua c’è la presenza eccessiva di sostanze inquinanti di natura organica (scarichi civili o di allevamenti) che si stanno putrefacendo.

(ma che strani animali ci sono!) Pensando agli animali che vivono in un fiume, i primi che ci vengono in mente sono naturalmente i pesci, siano essi tipici del tratto montano di un fiume (trota, cavedano, temolo, lam- preda) o di quello di pianura (tinca,

carpa, barbo, anguilla).

Se ci fermiamo a riflettere attenta- mente, possiamo arrivare ad immagi- nare, tra i flutti di un corso d’ac- qua, la presenza di crostacei (gran- chi, gamberi), o di molluschi (picco- li invertebrati simili alle vongole o anche alle lumache di terra) ma pro- babilmente nulla di più.

Basta però alzare qualche sasso di una certa dimensione o prendere un ciuffo di piante del fondo, o della riva, o un po’ di foglie e rametti adagiate sul fondo, e strofinare, scuotere o sciac- quare per bene all’interno di una vaschetta di plastica bianca conte- nente qualche centimetro d’acqua pulita, per vedervi cadere, assieme a frammenti vegetali, sabbia e sassolini, una vera e propria miriade di piccoli animaletti. All’interno di questo microcosmo brulicante di vita possiamo riconoscere, oltre a crostacei e molluschi, tanti tipi diver- si di insetti (facilmente riconoscibili poiché generalmente provvisti di 6 zampe), nonché vermi di vario tipo.

Gli insetti sono presenti sia allo stadio adulto che a quello larvale.

E sotto tra i sassi e le piante?

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Tra i primi possiamo osservare i Coleotteri, simili a scarabei o gli Emitteri, simili alle cimici, mentre tra le larve possiamo sbizzarrirci con gruppi molto diversi fra loro, quali ad esempio i Ditteri (simili ai bigattini che si usano per andare a pesca), i Tricotteri (che vivono all’interno di un astuccio fatto di microscopici sassolini), gli Odonati (dotati di una sorta di mandibola allungabile), i Plecotteri e gli Efemerotteri (provvisti rispettivamente di due o

tre lunghe appendici caudali simili ad anten- ne). Per quanto riguarda i vermi, ce ne sono anche in questo caso di vario tipo:

piatti o simili ai lombrichi di terra, quasi trasparenti o di colore rosso vivo o muniti di grosse ventose come le sanguisughe.

L’aspetto di tutti questi animali rispecchia il loro diverso adatta- mento alla velocità di corrente, ai diversi substrati sui quali vivono (roc- cia, ghiaia, sabbia, piante acquatiche), al tipo di alimento di cui si nutrono (fram- menti vegetali di varia grandezza, microscopi- che particelle sospese, altri animaletti).

Ad esempio gli animali che vivono infossati nel fondo molle, hanno corpi affusolati (Tubificidi, Chironomidi), quelli che rimangono sui ciottoli hanno corpi appiattiti sul dorso e sul ventre per aderire il più possibile alla superficie (molti Efemerotteri), altri presentano unci- ni o forti unghie per ancorarsi alle piante (alcune larve di Ditteri e Coleotteri, alcuni Tricotteri). I predatori che si nutrono di altri ani- mali sono dotati invece di forti mandibole per catturare la preda (Odonati, Coleotteri), o di ventose (Sanguisughe) e rostri appuntiti, simili a cannucce (Eterotteri) per succhiarne i liquidi interni.

Tutti questi animali sono inoltre sensibili in maniera differente all’in- quinamento, per cui possiamo dare un diverso giudizio di qualità su un corso d’acqua a seconda di quelli che vi troviamo. Alcuni gruppi di insetti sono infatti molto sensibili ad ogni minima alterazione del- l’ambiente nel quale vivono, e di conseguenza ritrovarli in un fiume ci indica che questo si trova in un ottimo stato di qualità. In queste condizioni, inoltre, gli animali raccolti sono di tanti tipi diversi (ele- vata biodiversità) e la comunità risulta piuttosto variegata.

Viceversa in situazioni di forte inquinamento la comunità animale è spesso composta solo da pochissime tipologie di animali resistenti.

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Tra gli INSETTI acquatici sono presi in esame soprattutto gli stati di larva e di crisalide che vivono nel corso d’acqua, vicino alle pietre, nascosti nella fanghiglia o mescolati tra la vegetazione sommersa . Alcuni Coleotteri passano invece tutta la loro vita (anche lo stadio adulto) nell’ acqua. Gli insetti acquatici più tipici appartengono ai seguenti ordini:

PLECOTTERI: vivono in acque correnti fredde e ben ossigenate, di conseguenza sono presenti in acque non inquinate.

EFEMEROTTERI: vivono in acque correnti fredde e ben ossigenate, come le specie a forma appiattita, ma le specie più resistenti si tro- vano anche in situazioni di un certo grado di inquinamento (quelle a forma cilindrica).

TRICOTTERI: si rinvengono solo in acque pulite o leggermente inqui- nate, in prevalenza colonizzano i letti dei fiumi con sassi e ciottoli.

COLEOTTERI: si trovano solo in acque limpide e molto ossigenate e vivono tra le piante delle rive. Quelli più diffusi sono gli Elmidi, che si nutrono principalmente di alghe.

ODONATI, sono le larve delle libellule. Si dividono in zigotteri, quel- li a forma allungata e anisotteri, quelli a forma più tozza. Vivono nascosti tra i sedimenti (gli anisotteri) o la vegeta- zione (gli zigotteri) dove catturano le prede grazie ad una mascella esten- sibile dotata di denti appuntiti.

Riescono a vivere anche in acque inquinate.

DITTERI: il gruppo è rappresentato da molte specie diverse. I Chironomidi (vermi rossi con testoli- na sclerificata), riescono a colonizzare anche acque con grave inquinamento.

ETEROTTERI: posseggono in genere lunghe zampe sottili, per pattinare sull’acqua (gerridi) o per nuotare velocemente. Sotto la testa hanno un lungo rostro cilin- drico che usano per succhiare i fluidi interni delle prede che cattu- rano.

Tra i CROSTACEI presenti nelle acque fluviali vi sono i Gammaridi, gli Asellidi, gli Astacidi, i Paleomonidi (gamberi) e i Potamidi (gran- chi). La presenza di Gammaridi indica una presenza di sostanze orga-

Breve descrizione delle caratteristiche dei macroinvertebrati

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Macroinvertebrati

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niche. Gli Asellidi, invece, sono rinvenibili anche in acque molto inquinate, gli Astacidi e i Potamidi (gamberi e granchi di fiume)

si trovano solo in acque molto pulite.

I TRICLADI (le Planarie), sono indicato- ri di acque molto pulite poiché popolano corsi d’acqua limpidi, con forte corrente, quindi ricche d’ossigeno.

Gli OLIGOCHETI, a forma di lombrico, vivono tra i sedimenti del fondo e si nutrono di detrito. Sono rossi poiché posseggono una molecola simile all’emoglobina che permette loro di sopravvivere anche in ambienti molto inquinati con scarso ossigeno.

Gli IRUDINEI (le sanguisughe) Sono predatori che succhiano i fluidi interni di pesci, insetti e molluschi. Riescono a colonizzare anche acque inquinate. Si muovono nuotando o utilizzando le ventose che hanno alle estremità come fossero piedi.

Tra i MOLLUSCHI che si nutrono di piante, vi sono i gasteropodi (a forma di lumaca) che riescono a vivere anche in ambienti inquinati, mentre i bivalvi (a forma di vongola) hanno bisogno per vivere di acque relativamente pulite.

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Prendi una lente di ingrandimento, osserva gli animaletti che hai rac- colto nella vaschetta, segui la chiave e prova a riconoscerli…… Mi rac- comando, non considerare la grandezza ed il colore, tieni conto solo

della forma!!!

Chiave per il riconoscimento.

Con il tuo animaletto sott’oc- chio, parti dal numero 1), segui le descrizioni, rispondi alle domande, arriva a riconoscer- lo e confrontalo con i disegni delle varie specie. Annota sulla tua scheda quanti tipi dei diversi animali trovi nel tuo fiume(vuoi un consiglio?Allenati con quelli che trovi in questo libro).

Prendi la lente!

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PRIMA DI INIZIARE LA TUA ESPLORAZIONE, RICOR- DA ALCUNE REGOLE DI BASE:

1. NON ANDARE SUL FIUME DA SOLO, FATTI ACCOMPAGNARE DA UN ADULTO;

2. FAI ENTRARE IN ACQUA UN ADULTO (COSÌ SE SCIVOLA……);

3. QUANDO SI ENTRA IN ACQUA, BISOGNA PROCURARSI DEGLI STI- VALI, LEGARSI AD UNA CORDA E FARE ATTENZIONE, SUI SASSI SI SCIVOLA FACILMENTE;

4. RICORDA: STAI ENTRANDO IN UN’AMBIENTE PIENO DI VITA.

RISPETTA GLI ANIMALI E LE PIANTE DEL FIUME;

5. ATTENZIONE: BISOGNA ENTRARE IN ACQUA SOLO PER RACCOGLIE- RE QUALCHE SASSO E RIMANERE VICINO ALLA RIVA, NON SERVE ATTRAVERSARE IL FIUME;

6. SI DEVE ENTRARE IN ACQUA SOLO SE QUESTA È LIMPIDA E SI PUÒ VEDERE CHIARAMENTE DOVE SI METTONO I PIEDI, NEL FIUME CI POS- SONO ESSERE DELLE BUCHE…;

7. NON SI DEVE ENTRARE NEL FIUME SE LA CORRENTE È TROPPO FORTE, SE C’È TROPPA ACQUA O SE LA SPONDA È TROPPO ALTA O SCO- SCESA (POI È DIFFICILE RISALIRE);

8. PER METTERE LE MANI IN ACQUA USA DEI GUANTI DI GOMMA (QUELLI PER LA CASA VANNO BENISSIMO) NON PUOI SAPERE SE È PULITA;

9. PORTA UNA MACCHINA FOTOGRAFICA;

10. RICORDA IL TUO TACCUINO PER COMPILARE LA SCHEDA E PRENDE- RE APPUNTI;

11. RICORDATI LA LENTE DI INGRANDIMENTO, UN PAIO DI PINZETTE (PRENDILE IN PRESTITO DALLA MAMMA) E UNA PICCOLA VASCHETTA;

12. PORTA CON TE MATITA, COLORI E GOMMA DA CANCELLARE;

13. PORTATI QUALCHE BUSTINA DI PLASTICA PER RACCOGLIERE CAM- PIONI (PRENDI QUALCOSA SOLO SE TI SERVE VERAMENTE. ES. ERBA- RIO, COLLEZIONE NATURALISTICA, ECC...).

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PRENDIAMO QUALCHE APPUNTO...

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INDICE DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA’ DEL FIUME

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Alle domande successive è possibile rispondere in modo differenziato tra la sponda destra e sini- stra, se queste presentano condizioni ambientali differenti. Mettiti con le spalle alla corrente: la sponda destra è alla tua destra, la sinistra è alla tua sinistra.

Per capire da che parte sta la sorgente, butta un ramoscello o una foglia in acqua e vedi in che direzione và. La foglia sta andando verso la foce, dalla parte opposta c’è la sorgente!

Fai una crocetta ad ogni risposta scelta (ricorda che puoi farne una sola per ogni sponda).

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Alle domande successive è possibile rispondere in modo differenziato tra la sponda destra e sini- stra, se queste presentano condizioni ambientali differenti. Mettiti con le spalle alla corrente: la sponda destra è alla tua destra, la sinistra è alla tua sinistra.

Per capire da che parte sta la sorgente, butta un ramoscello o una foglia in acqua e vedi in che direzione và. La foglia sta andando verso la foce, dalla parte opposta c’è la sorgente!

Fai una crocetta ad ogni risposta scelta (ricorda che puoi farne una sola per ogni sponda).

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Alle domande successive è possibile rispondere in modo differenziato tra la sponda destra e sini- stra, se queste presentano condizioni ambientali differenti. Mettiti con le spalle alla corrente: la sponda destra è alla tua destra, la sinistra è alla tua sinistra.

Per capire da che parte sta la sorgente, butta un ramoscello o una foglia in acqua e vedi in che direzione và. La foglia sta andando verso la foce, dalla parte opposta c’è la sorgente!

Fai una crocetta ad ogni risposta scelta (ricorda che puoi farne una sola per ogni sponda).

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Alle domande successive è possibile rispondere in modo differenziato tra la sponda destra e sini- stra, se queste presentano condizioni ambientali differenti. Mettiti con le spalle alla corrente: la sponda destra è alla tua destra, la sinistra è alla tua sinistra.

Per capire da che parte sta la sorgente, butta un ramoscello o una foglia in acqua e vedi in che direzione và. La foglia sta andando verso la foce, dalla parte opposta c’è la sorgente!

Fai una crocetta ad ogni risposta scelta (ricorda che puoi farne una sola per ogni sponda).

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Alle domande successive è possibile rispondere in modo differenziato tra la sponda destra e sini- stra, se queste presentano condizioni ambientali differenti. Mettiti con le spalle alla corrente: la sponda destra è alla tua destra, la sinistra è alla tua sinistra.

Per capire da che parte sta la sorgente, butta un ramoscello o una foglia in acqua e vedi in che direzione và. La foglia sta andando verso la foce, dalla parte opposta c’è la sorgente!

Fai una crocetta ad ogni risposta scelta (ricorda che puoi farne una sola per ogni sponda).

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CIAO E BUONA ESPLORAZIONE...

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Si ringraziano Paolo Dello Vicario, Francesca Ferri, Morena Mannucci e Livia Tancioni

per la revisione critica del testo.

RINGRAZIAMENTI

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