• Non ci sono risultati.

IMPIANTO INNOVATIVO PER LA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "IMPIANTO INNOVATIVO PER LA"

Copied!
11
0
0

Testo completo

(1)

IMPIANTO INNOVATIVO PER LA

VALORIZZAZIONE E IL RICICLAGGIO DEI RIFIUTI SOLIDI, BASATO SULLE NUOVE MISURE

(ECONOMIA CIRCOLARE) DA REALIZZARE NELLA ZONA INDUSTRIALE DI CARINI (PA)

I PROGETTISTI

Ing. Giuseppe Di Martino Geom. Francesco Di Martino

LA DITTA

DATA: 18/05/2017

1.

Montalbano SRL – Via Don Luigi Sturzo 280/C – 90044 Carini (PA) - Phone +39 091 8664331 – Fax +39 091 7480453 www.montalbanorecycling.com - Info info@montalbanorecycling.com

Elab.06 – Sintesi non Tecnica

(2)

Indice

1. Premessa ... 3

2. Descrizione dell'installazione e delle sue attività ... 3

3. Stato del sito di ubicazione dell'installazione ... 4

4. Fonti di emissione dell'installazione ... 5

4.1 Emissioni in ogni comparto ambientale e identificazione degli effetti sull'ambiente ... 5

4.3 Tecnologie per prevenire e/o ridurre le emissioni dall'installazione ... 6

5. Misure di prevenzione, di preparazione per il riutilizzo, di riciclaggio e di recupero dei rifiuti prodotti dall'installazione ... 7

6. Misure previste per controllare le emissioni nell'ambiente e attività di autocontrollo e di controllo programmato che richiedono l'intervento dell'ente responsabile degli accertamenti di cui all'articolo 29-decies, comma 3, D.Lgs. 152/06 ... 8

7. Descrizione delle principali alternative alla tecnologia, alle tecniche e alle misure proposte, prese in esame dal gestore in forma sommaria ... 10

8. Descrizione delle altre misure previste per ottemperare ai principi di cui all'articolo 6, comma 16 ... 11

(3)

1. Premessa

La presente relazione è relativa al progetto definitivo per la realizzazione dell’impianto di trattamento dei rifiuti in C.da Ciachea, nella zona industriale di Carini (PA), previsto dalla Società Montalbano SRL, per implementare le infrastrutture a servizio della gestione dei rifiuti nei territori degli ATO PA AREA METROPOLITANA, PA OVEST, TP NORD.

Alla luce di tali previsioni, i dati di riferimento per il dimensionamento possono ipotizzarsi nelle seguenti quantità:

 LINEA FORSU 60.000 ton/anno

 LINEA Impianto di selezione frazione secca da R.D.: 50.000 ton/anno

 LINEA RSU indifferenziato: 100.000 ton/anno

 LINEA VALORIZZAZIONE sovvalli provenienti da altri impianti: 100.000 ton/anno

Tali quantità di materiali da trattare nelle varie fasi del processo sono riportate anche nella relazione impiantistica allegata al progetto in cui si descrivono in modo approfondito i dati impiantistici dell’impianto.

2. Descrizione dell'installazione e delle sue attività

Il fine dell’impianto di cui alla presente relazione è proporsi come alternativa valida alle discariche per RSU, attualmente unica soluzione realistica nel territorio siciliano.

Si ritiene che il suddetto impianto sia in grado di trattare il 100% delle frazioni di rifiuti prodotte nei centri urbani, recuperandone e/o riciclandone circa il 90%, in linea con quanto previsto dalle nuove direttive europee riguardanti l’economia circolare.

L’impianto infatti sarà in grado di trattare:

 Frazione organica da raccolta differenziata: Trattamento con una sezione di digestione anaerobica della FORSU proveniente dalla raccolta differenziata, e successivo trattamento aerobico di compostaggio con la produzione del compost e del sopravaglio da portare in testa al trattamento.

 Frazione secca da raccolta differenziata: Trattamento con impianto di selezione del vetro, della plastica, della carta e del cartone, del legno, dei rifiuti ingombranti, ecc. da inviare successivamente ai consorzi di filiera CONAI (Comieco, Corepla, Coreve, Rilegno, Cial, Ricrea).

(4)

 Frazione indifferenziata a valle della raccolta differenziata: Trattamento dei rifiuti urbani raccolti in maniera indifferenziata, con una raffinazione delle componenti ancora recuperabili e riciclabili e la produzione di CSS con la frazione non recuperabile.

 Frazione di sopravaglio proveniente da altri impianto di trattamento rifiuti: Trattamento meccanico degli scarti delle altre linee di trattamento, nonché della frazione residua proveniente da altri impianti, compresi i sovvalli degli impianti di TMB di discarica, per la produzione di CSS combustibile.

3. Stato del sito di ubicazione dell'installazione

L’impianto oggetto del presente progetto è stato previsto su un’area di circa 35.000 mq, in c/da Ciachea nell’area industriale di Carini, contrassegnata catastalmente con il foglio 809 particelle 809, 882, 883, 1004.

La zona industriale di Carini è caratterizzata da una densa presenza di insediamenti, di essi la maggior parte è ancora attiva, contribuendo a rendere dinamica l’attività economica della zona.

Nel Piano regolatore generale consortile dell’ASI, l’area in esame ricade in “area industriale esistente”, per cui non esiste nessun problema di variazione dello strumento urbanistico.

Nell’area oggetto dell’impianto non è presente nessun tipo di infrastruttura.

L’area, posta a una distanza di circa 3 km in linea d’aria dalla città di Carini e circa 8 km da Palermo, è facilmente raggiungibile dalla autostrada A29, in quanto dista circa 2 km dallo svincolo autostradale di Carini ed è servita ottimamente dalla linea ferroviaria che dista circa 600 m.

Snodo strategico legato alla vicinanza con la Provincia di Trapani, ma soprattutto alla immediata vicinanza della Città di Palermo, e della discarica di Bellolampo, che dista in linea d’aria circa 4 km.

Da sottolineare che tale posizione baricentrica avrà come effetto collaterale un sensibile risparmio in termini economici per i Comuni del territorio, diminuendo in maniera sostanziale i costi per i trasporti in impianti (discariche) siti a moltissimi chilometri di distanza.

In tale modo si ottempererà al principio del “conferimento di prossimità”.

(5)

4. Fonti di emissione dell'installazione

Le azioni progettuali che possono determinare una variazione delle attuali condizioni dell’atmosfera sono:

- Produzione e impatto da odori derivanti dalla linea di trattamento della FORSU;

- Emissione di polveri sottili derivanti dai trattamenti di selezione e produzione di CSS;

- Emissioni atmosferiche inquinanti in fase di esercizio;

- Emissioni nella fase di costruzione dell’impianto e delle relative infrastrutture.

Le azioni progettuali che possono comportare impatto sono relative sia alla fase di cantiere che alla fase di esercizio.

Le azioni e le tecnologie atte a minimizzare o annullare tali emissioni saranno descritte nel dettaglio nei prossimi paragrafi.

4.1 Emissioni in ogni comparto ambientale e identificazione degli effetti sull'ambiente

Le emissioni che si prevede verranno emesse dall’impianto riguardano la fase di cantiere e quella di esercizio nel processo di compostaggio, responsabile di emissioni gassose in atmosfera.

Nella fase cantieristica si prevede l’utilizzo di un limitato numero di mezzi d’opera di media potenza in zone comunque distanti da centri abitati, come già detto in precedenza l’area dell’impianto in progetto è posta ad una distanza in linea d’aria di circa 2.000 m dal Comune di Capaci e circa 3.000 m dal Comune di Carini e dal più vicino insediamento di una qualche importanza e pertanto l’inquinamento acustico prodotto e le emissioni di odori, polveri e particelle solide correlate alle varie lavorazioni non produrranno alcuna significativa alterazione del fattore atmosfera.

L’emissione di odori da parte di un impianto di compostaggio o che tratti comunque frazioni umide di rifiuti, non comporta un rischio igienico-sanitario. Il vero problema delle emissioni di tali impianti è quello della molestia olfattiva, per cui gli interventi delle Autorità Sanitarie in sede di esame dei progetti, si sono tradizionalmente limitate alla generica prescrizione: “l’impianto non deve determinare disturbo olfattivo”.

Si prevede l’utilizzo del biofiltro con lo scopo di minimizzare il fastidio olfattivo. Tale tecnologia è descritta nel paragrafo seguente. Ne consegue che l’impianto non ha effetti significativi delle emissioni sull’ambiente.

(6)

4.3 Tecnologie per prevenire e/o ridurre le emissioni dall'installazione

Come descritto nel paragrafo precedente, le fonti di emissioni sono relative al processo di compostaggio.

La tecnologia usata per risolvere il problema degli odori è la biofiltrazione, un processo biologico di abbattimento degli odori contenuti in correnti gassose che sfrutta l’azione di una popolazione microbica eterogenea - composta da batteri, muffe e lieviti - quale agente di rimozione naturale. Questi microrganismi metabolizzano la maggior parte dei composti organici ed inorganici attraverso una grande serie di reazioni, che trasformano i composti in ingresso in prodotti di reazione non più odorigeni. La colonia microbica necessaria per la biofiltrazione si sviluppa in particolare sulla superficie di un opportuno supporto naturale attraverso il quale viene fatta circolare la corrente da trattare. La sostanza odorigena in fase gassosa viene adsorbita dal materiale filtrante e degradata dalla flora microbica che la usa come nutrimento insieme a parte del materiale filtrante stesso. Per l’attività biologica è necessario anche l’ossigeno, fornito dalla stessa corrente gassosa in ingresso al biofiltro. Dalla superficie del materiale vengono quindi rilasciati anidride carbonica (CO2), acqua, composti inorganici e biomassa. All’uscita del biofiltro si ritroveranno solo piccole quantità degli inquinanti in ingresso.

Tale processo verrà applicato anche alle arie aspirate nella parte di capannone in cui si effettua lo scarico della frazione indifferenziata e la separazione della componente organica da quest’ultima, per essere indirizzata alla biostabilizzazione.

L’aspirazione del capannone avviene mediante apposite tubazioni che convogliano l’aria nella parte inferiore del biofiltro. Qui viene distribuita al disotto del letto filtrante allo scopo di permettere una distribuzione uniforme della portata d'aria all'interno del letto filtrante.

Entrambi i biofiltri saranno divisi in n. 2 settori separati da elemento in muratura. La settorizzazione del biofiltro consentirà la sostituzione del materiale filtrante e la manutenzione ordinaria senza l’interruzione del funzionamento del biofiltro.

Per quanto riguarda il processo di digestione anerobica vero e proprio, essendo un processo in assoluta assenza di ossigeno, da esso non si hanno emissioni in atmosfera di nessun tipo.

Per la linea di selezione della frazione secca e per quella di produzione di CSS, si prevede l’emissione di polveri sottile derivanti dalle diverse fasi di lavorazione, motivo per cui al di sopra di entrambe le linee verrà realizzato un sistema di aspirazione di tali polveri, collegate a un sistema di filtrazione a maniche.

Il principio su cui si basa il filtro a maniche è il seguente:

- i gas carichi di polvere entrano nel filtro, dove incontrano una serie di sacchi cilindrici (maniche).

(7)

- Il trasporto dei gas è assicurato da un ventilatore, in coda all'impianto per evitare che il particolato rovini il ventilatore stesso, e per mantenere l'impianto in depressione, garantendo inoltre la depressione necessaria al punto di presa fumi.

Il materiale di cui sono costituite le maniche è trattato in maniera da avere una permeabilità tale da far passare il gas, ma non la polvere, che vi aderisce. In realtà il filtro realizzato dal tessuto di cui sono composte le maniche è utile solo per la fase iniziale del ciclo di uso della manica. Infatti sul tessuto si deposita velocemente uno strato di particolato, che costituisce di fatto la parte più efficace del filtro. Un sistema di scuotimento, generalmente ad aria compressa, permette la rimozione periodica di parte di tale materiale (per evitare perdite di carico troppo elevate), che viene poi trasportato ed eventualmente stoccato attraverso sistemi di convogliamento (canalette fluidificate, catene raschianti, coclee, etc.).

Poiché l'emissione residua al camino si verifica soprattutto durante le fasi di scuotimento, il rendimento del filtro a maniche è tanto maggiore, ovvero tanto minore l'emissione residua, quanto minore è la frequenza di rigenerazione delle maniche richiesta.

5. Misure di prevenzione, di preparazione per il riutilizzo, di riciclaggio e di recupero dei rifiuti prodotti dall'installazione

L’impianto per il quale la presente sintesi non tecnica è redatta, tratta rifiuti solidi. Da ciò si evince che le materie in uscita da tale impianto sono rifiuti trattati e trasformati. Nello specifico il flusso in uscita in forma solida è composto da:

- Compost di qualità in possesso dei requisiti di ammendante di cui al D.to L.vo 217/06, per l’utilizzo in agricoltura, serre, floricoltura, ecc;

- Energia Elettrica;

- Energia Termica;

- Materiale selezionato da utilizzare per recupero e riciclaggio, ecc;

- Combustibile Solido Secondario;

- Compost grigio” biostabilizzato da utilizzare per recuperi ambientali, ricopertura discariche, piantumazioni di essenze arboree per la riforestazione, ecc;

(8)

Durante i processi descritti si ha anche la produzione di perdite di processo che, grazie alla presenza di idonei sistemi di captazione, vengono raccolte per il successivo ricircolo e/o allontanamento a impianto di depurazione autorizzato.

Le acque provenienti dalle aree sensibili dell’impianto, generate dai materiali organici e la frazione liquida del digestato (prodotto della biodigestione anaerobica), saranno temporaneamente stoccate in serbatoi esterni inseriti in vasche secondarie di contenimento. Una quota parte sarà ricircolata e l’altra quota sarà trattata in impianti autorizzati (di cui ne esistono due a poche decine di metri dall’impianto).

I sistemi di smaltimento statico al suolo dei liquami prodotti dall’edificio personale e servizi e di quello dei servizi igienici degli operari, è costituito da una vasca imhoff e successivo pozzo perdente.

6. Misure previste per controllare le emissioni nell'ambiente e attività di autocontrollo e di controllo programmato che richiedono l'intervento dell'ente responsabile degli accertamenti di cui all'articolo 29-decies, comma 3, D.Lgs. 152/06

Le misure previste per controllare le emissioni nell'ambiente sono riportate nella seguente tabella:

Punto Aspetto Ambientale Parametri e limite di legge

(CL) o valore soglia (VS) Frequenza Emissioni atmosferiche convogliate (immissione in atmosfera)

P1 P2

Emissioni convogliate da biofiltro

CL (mg/Nmc) tab. art.3:

Polveri < 5

Composti Solforati (H2S)

< 2

Composti Azotati (NH3)

< 2

C.O.V. (COT) < 20 CL Odori (ouE/mc) < 300

trimestrale

E1 - E2

Emissioni convogliate da upgradig biogas

CO2 (mg/Nmc) NH4 (mg/Nmc) O2 (mg/Nmc)

trimestrale

M1 Emissioni di polveri sottili da trattamento frazione secca

(9)

Emissioni atmosferiche diffuse (qualità aria ambiente) Qa1/Qa2 Qualità dell’aria – emissioni diffuse VS polveri < 50 mg/Nmc

VS Odori (ouE/mc) < 500

annuale

Scarichi idrici , acque meteoriche e acque superficiali SCA1 Scarico acque da servizi igienici

CL tab. 8 LR 27/86 (refluo grezzo – prima fossa settica)

annuale

SCA2 Scarico acque depurate CL tab. 3/A all.to 3 parte

terza D.Lgs. 152/06 annuale

AP1/AP2 Qualità acque sotterranee (piezometri ambientali monte/valle)

CL (CSC) tab. 2 all.to 5 all.ti tit.V parte quarta D.Lgs.152/06

annuale

Emissioni acustiche (rumore) RU1

Misura del rumore al perimetro

dell’impianto e nella zona dei recettori, all’ingresso dell’impianto

CL: Limiti diurni rumore zona industriale < 70 dB(A)

annuale

RU2

Misura del rumore nel punto critico, iniziale e in caso di variazione delle condizioni di esercizio, all’interno al reparto di ricezione FORSU

VS: Limiti per salute e sicurezza lavoratori D.Lgs.

81/08 (valutazione specifica)

una tantum

Prevenzione/Riduzione di rifiuti

ACM1

Certificazione di avvenuto recupero – cessazione qualifica rifiuto (EoW)

CL: microinquinanti chimici + parametri col. 7 all.to 2 D.Lgs. 75/10 (microbiol./ merceol.)

semestrale

ACM2 Verifica di qualità del compost – idoneità all’immissione sul mercato

VS: altri parametri col. 4 all.to 2 D.Lgs. 75/10 (titoli minimi in elementi/

sostanze utili)

semestrale

Produzione di rifiuti (rifiuti di processo) RIF1 Classificazione e caratterizzazione

sovvalli di compostaggio

CL: all.to D parte quarta D.Lgs. 152/06 + DM 27/09/10

annuale

(10)

RIF2

Classificazione e caratterizzazione liquami di compostaggio (cd. percolati o colaticci)

CL: all.to D parte quarta D.Lgs. 152/06 +

prescrizioni impianto trattamento esterno

annuale

Recupero di rifiuti MC1

Indice di stabilizzazione primaria del compost grezzo: linee guida regionali compostaggio (MTD)

VS: IRD < 1.000 mg

O2/kgSVh semestrale

MC2

Indice di stabilizzazione secondaria del compost maturo: linee guida regionali compostaggio (MTD)

VS: IRD < 500 mg

O2/kgSVh semestrale

RIF3

Verifica di conformità di rifiuti conferiti all’impianto: esclusione sostanze pericolose (rifiuti con CER speculari) e ammissibilità fanghi

fanghi: VS tab. 1 all.to IB D.Lgs. 99/92 + CL vincolo PCB < 0,8 mg/kg s.s. (DM 12/09/13)

semestrale

Produzione di rifiuti (rifiuti attività ausiliarie)

CM

Classificazione analitica/ merceologica di materiali prodotti nello stabilimento e avviati a recupero/smaltimento all’esterno

CL: all.to D parte quarta D.Lgs. 152/06

secondo produzione

7. Descrizione delle principali alternative alla tecnologia, alle tecniche e alle misure proposte, prese in esame dal gestore in forma sommaria

L’impianto in esame rispetta sia il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti della Regione Siciliana che il Piano d’Ambito della SRR Palermo Città Metropolitana. Non esistono dunque delle alternative alla tecnologia, alle tecniche e alle misure proposte sennonché il conferimento in discarica dei rifiuti in ingresso all’impianto.

Sono inoltre proposti i termini di coerenza, delle scelte tecnologiche ed impiantistiche adottate, con le BAT (Best Available Tecnologies), descritti nel dettaglio nella relazione impiantistica.

(11)

8. Descrizione delle altre misure previste per ottemperare ai principi di cui all'articolo 6, comma 16

Con riferimento alle previsioni dell’articolo 6 comma 16 si conferma che saranno prese le opportune misure di prevenzione dell'inquinamento, applicando in particolare le migliori tecniche disponibili. Inoltre si sono effettuate le previsioni affinché non si abbiano a verificare fenomeni di inquinamento di nessun genere.

In fase gestionale verrà nominato il responsabile della sicurezza, il medico competente, e in generale saranno prese le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze ai sensi del decreto legislativo 81/2008 s.m.i.

Considerato la natura dell’impianto all’atto della sua chiusura, non essendo più presenti rifiuti, non sussisterà alcun rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva delle attività e il sito stesso deve essere ripristinato conformemente a quanto previsto all'articolo 29-sexies, comma 9-quinquies.

Carini, 18/05/2017

Redazione

Ing. Giuseppe Di Martino Geom. Francesco Di Martino

Riferimenti

Documenti correlati

L’approccio bottom-up adottato in questo territorio - inteso come “comunità” - ha permesso di individuare le direzioni di uno sviluppo locale sostenibile, condiviso fin

24 Proprio in considerazione dell’espressa previsione della responsabilità solidale di chi abbia comunque preso parte al fatto lesivo, la disciplina speciale contenuta nelle norme

We study the following probabilistic, synchronous process on a complete network of n anony- mous nodes: At the beginning, each node holds an “opinion” which is an element of

La frazione organica è costituita dalla parte umida dei rifiuti (scarti di cucina, avanzi di cibo, frutta e verdura, pane vecchio; fondi di caffè e filtri di

Una possibile applicazione che potrebbe essere applicata ad impianti reali per superare il problema della rimozione dell’azoto è quella di operare un bioarricchimento

• Aprire la valvola in aspirazione della pompa dosatrice G12/D e predisporre il circuito sul pettine di distribuzione acido cloridrico fresco del serbatoio D18/B per l’invio

La propensione di Uslar Pietri per le correnti avanguardiste della sua epoca, sebbene egli non possa essere classificato come seguace assoluto di nessuna delle

1) Le prestazioni contemplate nel presente Capitolato sono definite “servizi locali indispensabili del Comune” dal D.M. e sono sottoposti alla normativa dettata